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Il Padre Nostro: Tra psicologia e spiritualità
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Il Padre Nostro: Tra psicologia e spiritualità
Ebook77 pages59 minutes

Il Padre Nostro: Tra psicologia e spiritualità

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About this ebook

La preghiera del Padre nostro continua a sorprendere per la molteplicità dei suoi livelli di lettura e per la profondità della sua lezione.
Pur privilegiando l’aspetto spirituale, l’autore, per la sua formazione professionale, ha evidenziato il significato psicologico che assume, soprattutto oggi, questa preghiera.
LanguageItaliano
Release dateNov 16, 2018
ISBN9788865126592
Il Padre Nostro: Tra psicologia e spiritualità

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    Il Padre Nostro - Rocco Quaglia

    Signore.

    ABBREVIAZIONI DEI LIBRI BIBLICI*

    * Il testo biblico di riferimento è la terza edizione a cura della Conferenza Episcopale Italiana (2008).

    Ap Apocalisse

    At Atti degli apostoli

    Col Lettera ai Colossesi

    1-2Cor Prima e seconda lettera ai Corinzi

    1-2Cr Primo libro delle Cronache

    Dt Deuteronomio

    Eb Lettera agli Ebrei

    Ef Lettera agli Efesini

    Es Esodo

    Fil Lettera ai Filippesi

    Gal Lettera ai Galati

    Gb Giobbe

    Gc Lettera di Giacomo

    Gn Genesi

    Ger Geremia

    Gv Vangelo di Giovanni

    1Gv Prima lettera di Giovanni

    Is Isaia

    Lc Vangelo di Luca

    Mc Vangelo di Marco

    Mt Vangelo di Matteo

    Nm Numeri

    1Pt Prima lettera di Pietro

    Qo Qoèlet

    1-2Re Primo e secondo libro dei Re

    Rm Lettera ai Romani

    Sal Salmi

    1Tm Prima lettera a Timòteo

    PROLOGO: PERCHÉ DIO HA IL NOME DI PADRE

    Secondo Freud, il bambino prenderebbe il padre quale proprio ideale; anzi svilupperebbe nei suoi confronti un interesse particolare fino a voler essere come lui e sostituirlo in ogni cosa [1] . In L’avvenire di un’illusione [2] , egli sostiene che dietro la stessa evoluzione dell’idea di Dio sia celato un nucleo paterno. Dio sarebbe, dunque, una figura sostitutiva a causa del perdurare nell’uomo del senso d’impotenza. È indubbio che negli ultimi lavori Freud abbia parzialmente ricuperato la figura paterna, mettendo l’accento sul bisogno di rapporto fra il bambino e il padre, seppure fondi un tale bisogno sulle fragilità del piccolo, e non su un programma evolutivo.

    La ricerca psicologica [3] ha evidenziato l’importanza del ruolo del padre nello sviluppo psichico del bambino, in tutti gli aspetti della sua personalità. Il padre favorisce la socializzazione del figlio, ne promuove le competenze, le abilità, l’autostima. In ambito psicodinamico, secondo Jacques Lacan [4] , il valore simbolico della funzione paterna sottrarrebbe il bambino alla madre, inserendolo nel mondo della cultura fondato su relazioni simboliche. Particolare significato assumerebbe il No! del padre, imponendo al figlio un limite invalicabile. Pertanto, un atteggiamento materno che non favorisca nel bambino il riconoscimento della funzione del padre ne comprometterebbe la stessa salute mentale.

    Il padre, inoltre, in quanto rappresentante della Legge [5] , canalizzerebbe i desideri istintuali del bambino in modo conforme alle esigenze sociali. In breve, il padre è considerato il principio fondante la famiglia e la società; infine, sarebbe garanzia per il bambino di uno sviluppo ordinario, che lo renderebbe capace sia di relazioni appropriate, sia di farsi carico della propria esistenza. A favorire, tuttavia, il passaggio dalla madre al padre è l’azione congiunta di entrambi i genitori. Lacan, infatti, parla di concorso e di consenso materno, affinché un soddisfacente rapporto s’instauri tra il figlio e il padre.

    Poiché il destino o, meglio, la salute psichica si decide in questo passaggio dalla dimensione materna a quella paterna, cioè dall’attaccamento protettivo del bambino alla madre all’ammirazione entusiasta del figlio per il padre [6] , non appare casuale né privo d’importanza il nome di Padre assunto da Dio, un nome che comporta una precisa relazione con l’essere umano. In altre parole, Dio, qualificandosi come Padre, si propone all’essere umano come responsabile del suo bene (Ger 29,11), come meta ideale del suo sviluppo, e pertanto come garante del suo successo evolutivo, affinché egli possa realizzare in sé un’umanità compiuta (Mt 5,48), per una piena ricompensa (2Gv 8) e una gioia completa (2Gv 12).

    Dio Padre si rivolge dunque all’essere umano nella sua condizione esistenziale e affettiva di bambino, motivandolo a riprendere un cammino di crescita interrotto a causa di interazioni disfunzionali con le figure genitoriali o di un ambiente non favorevole per una normale crescita. Dio propone così all’uomo un rapporto di fiducia con un Padre che compensi le carenze, curi le ferite, ripristini le condizioni per uno sviluppo appagante. Se pure Dio abbia aspetti materni di accoglienza e di amore incondizionato, sono gli aspetti paterni, esigenti il rispetto (2Cor 7,1) e l’ubbidienza (2Cor 10,6), a generare nel credente nato di nuovo (Gv 3,3) il sentimento filiale (Eb 12,7), caratterizzato dalla gratitudine. Il nome di Padre del Dio biblico, sul piano umano, acquista così una valenza anche terapeutica.

    La missione di Gesù è far conoscere il Padre. Gesù parla continuamente del Padre ai Giudei. Il suo messaggio prioritario non è il perdono, poiché nessuno potrà mai sentirsi perdonato se non realizza chi sia Colui che perdona. Il suo messaggio prioritario non è neppure la grazia, poiché nessuno potrà mai accogliere la grazia se non si conosce la qualità dell’amore di Chi fa grazia. Dio è Padre, perciò opera per necessità, e per necessità d’amore salva chi lo riconosca come Padre.

    «Dov’è tuo padre?», chiedono i Giudei. Gesù risponde: «Voi non conoscete né me né il Padre mio: se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio» (Gv 8,19). In un’altra circostanza, Gesù afferma che lui e il Padre sono uno (Gv 10,30). Gesù cerca di comunicare qualcosa, come se volesse dire che lui è il Padre eterno di cui ha parlato Isaia (Is 9,5). L’insistenza con cui Gesù parla del Padre è sorprendente. Ne parla anche durante

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