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Star Legends - Amore oltre ogni galassia
Star Legends - Amore oltre ogni galassia
Star Legends - Amore oltre ogni galassia
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Star Legends - Amore oltre ogni galassia

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About this ebook

Un messaggio misterioso dal lontano e sperduto pianeta Naibur giunge nella galassia dominata dall'Impero. A mandarlo è un maestro Jedi che parla di qualcosa di rivoluzionario in grado di cambiare le sorti dell'universo.

Il giovane Jed si troverà coinvolto dalla splendida Lian nella più importante missione della sua vita e scoprirà di essere, come lei, uno degli ultimi Jedi

esistenti.

Il viaggio si presenta subito pieno di pericoli e anche uno spietato Sith è sulle loro tracce. Cosa si cela nel misterioso mondo di Naibur? Davvero qualcosa che può rappresentare la salvezza per tutti o un pericolo ancora maggiore di quelli esistenti?
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJul 19, 2016
ISBN9788892618961
Star Legends - Amore oltre ogni galassia

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    Star Legends - Amore oltre ogni galassia - Manuel Mura

    633/1941.

    La donna del destino

    I rumori si susseguivano incessanti come le luci nella discoteca dove era appena entrato il giovane Jed.

    Poco più che un ragazzo, alto magro e nell'insieme attraente, con capelli scuri e occhi grigi chiaro, non era abituato a posti simili e si sentiva molto a disagio.

    Specie di ogni genere si riversavano in quel modesto e affollato ambiente, tanto che non riusciva a vedere neanche il grosso bancone posto più avanti dove si serviva da bere.

    Posti come quello erano diffusi in tutta la galassia ma non come ai suoi margini dove la degradazione e la depravazione raggiungevano il suo apice.

    Il pianeta Gomoros dove si trovava ora era il classico esempio e avrebbe voluto essere dovunque tranne che lì, totalmente inadeguato per quel posto e per quello che doveva fare.

    A dire il vero, doveva essere una cosa molto semplice: incontrare un contatto di cui non sapeva nulla se non che aveva una missione vitale per l'Alleanza.

    Quando Jed non era ancora nato c'era la Repubblica che garantiva giustizia e stabilità a tutte le genti della galassia, o almeno ci provava, l'Impero invece no.

    Senza pietà avevano ucciso i suoi genitori adottivi non avendo scrupolo per tutti coloro che non la pensavano come loro: per questa ragione, il giovane decise di entrare nei ribelli.

    Mettere fine alle azioni dell'Impero era una cosa facile a dirsi ma quasi impossibile a farsi. Ma sapere di non essere solo era già qualcosa per lui.

    Cercò di farsi largo tra la gente di quel luogo e stare attento a non infastidire qualcuno di pericoloso che certamente lì non mancava.

    Del resto, in luoghi come quelli si andava o per donne o per contrabbandare.

    Jed era lì per compiere solo il suo lavoro e non voleva essere immischiato nel resto.

    Ma non era semplice.

    Si sentì toccare una spalla e si mosse di scatto andando addosso a un tizio dal lungo collo e dalla faccia a martello di colore rosso chiaro.

    C'erano anche alcuni umani oltre a lui: ma nessuno con un'aria raccomandabile.

    La sua attenzione era rivolta verso la donna che gli aveva toccato la spalla e gli rimaneva appiccicata come un'ombra.

    Era alta quasi due metri e con lunghi tentacoli che dalla testa blu chiaro le ricadevano nel corpo verde blu arrivando fino al fondoschiena.

    Aveva ben poco addosso come la maggior parte delle donne presenti e di sicuro cercava un cliente per la serata: ma lui non poteva essere quello giusto.

    Non aveva niente contro le Twi'lek come lei ma non si sentiva pronto per quello. E poi, non aveva un soldo: particolare da non sottovalutare in posti come quello.

    Cercò d'allontanarsi guardandosi attorno per capire chi fosse il contatto da incontrare e la giovane aliena dopo un po' si disinteressò a lui appiccicandosi a un altro cliente.

    E subito gli si avvicinarono altre due: cercò di distanziarle ma lo spazio per muoversi era minimo e gli sguardi che gli buttavano gli altri uomini presenti erano carichi di minacce tali da farlo rabbrividire.

    In quel mare di confusione e tensione sentì una specie di richiamo, come se ci fosse qualcosa o qualcuno che l'attirava a sé come una calamita a cui non riusciva a sottrarsi.

    E più che una sensazione oppressiva gli appariva come un faro in mezzo al buio in cui si trovava.

    Si girò di scatto sulla destra aguzzando la vista fino a un punto in mezzo a quella calca, in cui vide qualcosa di incantevole.

    Seduta su una sedia con stupende gambe accavallate e senza niente che le coprisse, c'era una splendida donna della sua razza, o almeno così gli parve.

    A quella distanza non riusciva a distinguere bene la reale natura che intravedeva ma era certo si trattasse di qualcosa di magnifico.

    Andò in quella direzione senza neanche pensarci e più si avvicinava alla creatura più tutto il resto era come se non esistesse.

    Quando fu solo a pochi passi quasi non gli sembrò vero che una simile bellezza fosse totalmente ignorata da tutti gli altri del locale.

    A Jed appariva come un'opera divina soprattutto quando si alzò e volse lo sguardo proprio nella sua direzione.

    Era alta più di lui, aveva lunghi folti capelli biondi che le ricadevano fino a metà schiena e sembravano una corona posta sul capo di una regina.

    Gli occhi azzurri intensi avevano qualcosa di magnetico e magnifico e le conferivano un'aria autoritaria.

    Non sembrava proprio come le altre donne che si trovavano lì: mostrava un fare audace e passionale oltre che provocatorio nei suoi confronti mentre lo fissava con intensità.

    I lineamenti fini e armoniosi e la proporzione aggraziata del suo corpo davano l'idea della perfezione dovunque la si guardasse.

    Era impossibile darle un'età: anche se a prima vista appariva giovane l'espressione decisa e autoritaria le conferiva un'aria adulta.

    Aveva indosso un vestito scarlatto che dal seno - in parte scoperto - le arrivava fino sotto la vita: si muoveva con sensualità da grande seduttrice.

    Ma la cosa che attirava maggiormente Jed era il suo sguardo che non sapeva definire ma era certo di non aver mai incontrato in nessun'altra donna, né umana né aliena.

    Rimase a un passo da lei fissandola ammaliato senza riuscire a proferire parola, guardandola in ogni punto ma abbassando la testa quando incrociava i suoi occhi penetranti.

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    Anche la sua voce era sensuale ma allo stesso tempo autoritaria.

    Jed rimase un attimo perplesso e faticò non poco per formulare poche parole.

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    La donna si mosse leggermente solo con il busto verso Jed come un serpente che si abbatte sulla preda, lasciandolo totalmente paralizzato.

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    Si mosse ancora di più avvicinandosi completamente a lui, quasi sfiorandolo, per poi girargli velocemente attorno e sorridergli con fare sensuale.

    Jed ci mise parecchio per riacquistare la lucidità e ancora di più per mettere a fuoco quanto appena sentito, con la donna che continuava a fissarlo rimanendogli vicino senza toccarlo.

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    Fece sì con la testa ancora incapace di parlare e si trovò poco dopo, senza neanche rendersene conto, in una piccolissima stanza quadrata con un modesto letto sulla destra, pochi mobili di metallo intorno e una porta automatica sulla sinistra che di sicuro conduceva al bagno.

    La luce artificiale posta in alto era regolata al minimo diffondendo una luminosità soffusa in quell'ambiente per il resto buio.

    Non c'erano finestre o almeno non ne vide: l'unica cosa che vedeva era la magnifica donna davanti a lui che continuava a fissarlo indicando il letto.

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    Cercò di dire qualcosa ma non ci riuscì: dalla sua bocca si percepivano solo suoni incomprensibili.

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    In un attimo si trovò senza più i vestiti addosso: non se ne accorse nemmeno di esserseli tolti, azione fatta con tale rapidità da non rendersene conto.

    La donna lo imitò togliendosi in un lampo il vestito scarlatto, e Jed non sapeva se stava sognando o tutto questo succedeva per davvero.

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    Il giovane si trovò in un attimo sul letto con quella donna che credeva fosse una dèa, facendo al contempo il sogno più bello della sua vita ancora poco lucido per pensare il contrario.

    Quando riaprì gli occhi intravide solo della pelle candida accanto e la testa appoggiata a qualcosa di morbido che non era il cuscino.

    La mosse leggermente ma due braccia la trattenevano spingendolo verso il seno su cui era poggiato e di sollevarsi venne immediatamente meno.

    Sentiva il calore del corpo a cui era appoggiato e il battito e si lasciò andare a quella sensazione di calore che gli ricordava l'abbraccio di sua madre adottiva.

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    Quelle parole lo scossero leggermente e alzò il viso scorgendo quello magnifico di lei, ancora incredulo che fosse lì con lui.

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    L'avevano trovato in fasce in una strada, adottato e trattato come il figlio mai avuto.

    Erano brava gente, mercanti che giravano nel loro pianeta desertico con mille difficoltà e disagi ma che erano riusciti a costruirsi una modesta casa in un luogo tranquillo dove lui aveva passato gli anni più belli della giovinezza.

    Poi erano arrivati gli uomini dell'Impero e tutto era cambiato.

    Avevano ucciso i suoi senza un vero motivo, solo perché si trovavano sulla loro strada e avrebbero fatto lo stesso anche con lui se non fosse riuscito a mettersi in salvo.

    Non sapeva nemmeno bene come aveva fatto a evitarli.

    Era scappato via e corso per giorni senza una meta e sempre guardandosi alle spalle, certo che prima o poi sarebbero riusciti a trovarlo.

    Così non era stato o forse avevano desistito, o più semplicemente lo consideravano una nullità o una perdita di tempo.

    Fatto sta che si era salvato: aveva vagato per molto tempo mangiando poco e bevendo la poca acqua che quell'ambiente ostile forniva e sarebbe comunque morto se dei mercanti non l'avessero trovato.

    Era stato qualche tempo con loro in attesa di cercare un modo per farla pagare a quelli dell'Impero.

    Non desiderava altro che la vendetta, voleva giustizia per i suoi genitori uccisi ingiustamente.

    Aveva scoperto che esistevano persone che come lui si ribellavano, aveva cercato di unirsi a loro ma era solo un ragazzo senza esperienza e nessuno voleva accollarsene la responsabilità con tutti i problemi che già c'erano da affrontare.

    Alla fine era saltata fuori quella missione che poteva portare a una significativa svolta per la ribellione ed era stato mandato lui come loro rappresentante.

    Jed non era così stupido da credere che fosse vero: se fosse stata veramente importante non avrebbero mandato certamente lui. Ma sperava che fosse davvero qualcosa che potesse dare anche solo parzialmente motivo d'agitazione all'Impero.

    Ora che si trovava abbracciato a quella splendida donna anche la vendetta non aveva più importanza e voleva solo restare con lei per sempre e non preoccuparsi più del resto.

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    La donna sorrise con quel fare così bello e dolce che lo riempì d'entusiasmo come mai in vita sua: mentre si sentiva pienamente appagato dalla vita.

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    I loro occhi si incrociarono e i visi si sfiorarono, scambiandosi poi un bacio colmo di passione seguito subito da un secondo e un terzo ancora.

    Avrebbero voluto amarsi per sempre come in quel momento.

    <> disse Jed sdraiato con lei appoggiata che gli accarezzava dolcemente il viso.

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    Lo disse con una tale serietà fissandolo con quegli occhi azzurri intensi, da lasciarlo spiazzato e ammutolito per un po'.

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    Gli accarezzò nuovamente il viso e lui le strinse le mani guardandola negli occhi, sicuro che non avrebbe voluto nessun'altra donna nell'universo se non lei.

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    Lei lo baciò e lui fece lo stesso, ma stavolta si fermarono.

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    Sorrise e Jed fece lo stesso.

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    Si sorrisero e baciarono ancora, per poi ricominciare ad amarsi ancora con più passione.

    Jed si svegliò dopo molto tempo come se uscisse da un lungo sogno: vide accanto a sé la sua amata che dormiva e comprese che non era stato un sogno.

    Andò al bagno e poi vide una finestra che a un comando vocale si aprì rivelando una giornata bella e soleggiata come sempre su quel pianeta.

    La chiuse subito, non volendo che recasse danno alla sua amata.

    Ripensò un attimo alle sue conoscenze sulle infinite razze che componevano l'universo.

    Erano troppe perché le conoscesse tutte, anzi non credeva che nessuno ne avesse un'idea così profonda.

    Però dei Saariani aveva già sentito qualcosa anche se al momento non gli veniva in mente niente.

    Si rimise seduto a letto e di colpo gli venne in mente quello sentito riguardo quel popolo.

    Di norma vivevano in isolamento nel loro pianeta natale, preferendo evitare contatti con il prossimo e le beghe tra i pianeti, anche se a quanto gli avevano detto i ribelli facevano parte anch'essi dell'Impero.

    Anzi, alcuni di essi servivano l'Imperatore Palapatine in persona nel ruolo di Sith, signori oscuri del male che avevano sostituito i nobili Jedi che un tempo mantenevano la pace nella galassia con le loro incredibili capacità.

    Lui non sapeva se tutte le leggende sui Jedi corrispondevano al vero: pensava che per la maggior parte fossero storie fantastiche.

    Quei pochi rimasti erano fuggiti ai quattro angoli dell'universo cercado di sottrarsi all'Impero.

    Guardò la sua amata e gli parve impossibile facesse parte dell'Impero, che fosse capace di compiere azioni criminali come quei maledetti. Era bellissima.

    Sentì la sua mano che lo toccava e si girò di scatto vedendola accanto a lui nel letto.

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    Volse lo sguardo su tutto il corpo stupendo, privo di difetti ovunque lo si guardasse.

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    Jed ascoltò Lian: talmente rilassato che riusciva a non pensare a nulla e sentì dentro di sé un connubio di emozioni e tutte rivolte alla sua amata.

    Aprì gli occhi e la vide accanto a sé che lo fissava con i suoi splendidi occhi azzurri.

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    Lian lo bloccò.

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