Il bambino che rincorreva i gabbiani
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Mimmo, però, ha scelto di vivere nel silenzio e tranne poche esclamazioni monosillabiche, non parla.
Gli specialisti da cui mamma e papà lo hanno portato gli hanno diagnosticato, sia pure in forma leggera, la sindrome autistica.
Genitori e nonna non sempre riescono a relazionarsi al meglio con lui, o almeno non ne sono sicuri perché come si fa a essere certi che comprenda il senso del discorso se non interagisce ponendo quesiti e dando rassicurazioni? Eppure, non vogliono arrendersi. Poiché non ci sono motivi fisiologici a impedire il linguaggio, solo la calma e l’attesa potranno risolvere la situazione. Mimmo riuscirà a trovare un modo, ne sono certi, per avere un approccio attivo alla vita relazionale.
Clara Morelli in questo delicato e commovente romanzo breve pone particolare attenzione sulla necessità di mettere in comunicazione due mondi, quello cosiddetto normale e quello nel quale si rifugia la persona autistica accompagnando Mimmo lungo il suo percorso di crescita.
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Book preview
Il bambino che rincorreva i gabbiani - Clara Morelli
Clara Morelli
Il bambino che rincorreva i gabbiani
759 - Spessosottile
Giovane Holden Edizioni
www.giovaneholden.it
Titolo originale: Il bambino che rincorreva i gabbiani
© 2018 Giovane Holden Edizioni Sas - Viareggio (Lu)
I edizione cartacea ottobre 2018
ISBN edizione cartacea: 978-88-3292-258-5
I edizione e-book novembre 2018
ISBN edizione e-book: 978-88-3292-340-7
ISBN: 9788832923407
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
I
Chi ha messo in cielo fiocchi di cotone ? Chi li fa camminare? Mamma dice che si chiamano nuvole: forse sono buone da mangiare e gli angeli ci fanno i coni di panna e gelato?
Mimmo sta pensando mentre in riva al mare gioca con paletta e secchiello per fare un castello alto fin lassù. È contento, perché mamma oggi sta con lui, non è ancora andata via ed è già l’ora di fare merenda. Papà sì, lui è andato al lavoro, ma tornerà quando sarà buio: torna sempre quando viene buio. Mamma interrompe i suoi pensieri, si avvicina e gli sussurra: Chi abiterà in questo meraviglioso castello?
Mimmo la guarda, sorride e tace. Ci mettiamo un re e una regina?
E mamma leviga il sentiero verso la porta coperta di conchiglie perlate. Mimmo sorride e tace. Metteremo il re e la regina nel giardino.
Mimmo si avvia verso la riva e raccoglie le alghe che va a sistemare nelle aiuole immaginarie.
Bravo, piccolo mio; queste alghe sono i fiori, potremmo cercare un albero così la regina si siederà alla sua ombra a leggere un libro!
Mimmo è contento, prende la mano di mamma e torna a riva: fatti pochi passi, si china e mostra un ramo di pitosforo che il mare ha portato sulla sabbia durante la bufera di ieri. Il castello ora è terminato e Mimmo cerca di riempire il fossato portando acqua col secchiello: versa l’acqua e guarda mentre la sabbia l’assorbe, poi ne prende altra e osserva ancora il prodigio.
Chi beve tutta l’acqua? Mimmo fa la spola con serietà e costanza. Forse qui sotto c’è un buco e l ’acqua torna nel mare! Mamma lo guarda e un velo di tristezza, non sfugge a uno sguardo attento.
Che c’è piccolino? Vedi l’acqua scompare, la sabbia l’assorbe e torna al mare.
Ora Mimmo è contento, ha capito: tutti i bambini prendevano acqua dal mare, e il mare non finiva, non era come la vasca del giardino dove, se presa troppa acqua, i pesci morivano.
È bello il mare, anche se ne prendiamo tanto, non finisce mai... pensa Mimmo; si avvicina alla mamma tendendo le braccia e mamma lo culla un attimo, lo alza verso il cielo e lo porta a sfiorare le onde con i piedi; l’acqua è già fresca, il bimbo ritira la gambe e si rannicchia al petto della madre.
E ora a casa!
Nel soggiorno le persiane sono socchiuse: nella penombra, mamma riposa: occhi chiusi, le mani in grembo, il giornale scivolato di fianco alla poltrona: il corpo riposa, ma la mente è sempre in frenetica ricerca. Mimmo ha quasi cinque anni e non parla: non è muto, perché emette tutti i suoni dell’espressione vocale, ride, piange, urla di rabbia e con un’unica vocale e l’aiuto della mano indica ciò che vuole. Fa sì e no con la testa, ma nient’altro. Un carosello di medici, specialisti, ortofrenici, radiografie. Niente. Mimmo non vuole parlare e tutti continuano a interrogarsi con l’ormai inutile, sterile perché ? Papà e mamma se lo sono chiesto per giorni, analizzato ogni gesto, ogni possibile abbandono, perché tale deve essere sembrato a Mimmo un qualche momento della loro assenza, ma niente di determinante è balzato ai loro occhi. Papà è un funzionario