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Connected. Non siamo mai soli
Connected. Non siamo mai soli
Connected. Non siamo mai soli
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Connected. Non siamo mai soli

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About this ebook

Jordan vive in un futuro prossimo dove la tecnologia e la connessione perenne sono diventate un'invisibile gabbia dorata. Ma il suo mondo va in pezzi a causa della morte improvvisa e inspiegabile del suo migliore amico, Alex. Si è trattato di un incidente, come la polizia si è affrettata a concludere, o c'è dietro qualcos'altro? La ricerca della verità, oltre che l'incontro con un misterioso gruppo di ragazzi decisi a opporsi al controllo soffocante del governo, lo condurrano su un sentiero pieno di insidie.

LanguageItaliano
Release dateDec 4, 2018
ISBN9780463953532
Connected. Non siamo mai soli
Author

Federica Fiorani

Sono nata a Biella nel 1971. Mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne a Torino, vivo in provincia di Biella con mio marito e i nostri due figli. Sono autrice del romanzo psicologico a sfondo giallo "Omicidio a New York", disponibile come e-book nei principali store on line (edizione Libro Mania) e di "Connected - Non siamo mai soli", un thriller tecnologico.

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    Book preview

    Connected. Non siamo mai soli - Federica Fiorani

    Capitolo 1

    Ormai da ore camminava senza una meta, in cerca di un sollievo che non arrivava. Il grido, poi lo schianto e i suoi due occhi sbarrati che lo fissavano: questa sequenza girava nella sua testa a ciclo continuo, senza lasciargli tregua. Un uomo gli passò accanto e lo urtò. Il brusco contatto lo strappò ai suoi pensieri. Si accorse di non riconoscere quei luoghi e che stava cominciando a imbrunire. Le gambe gli dolevano e si sentiva debole. Si guardò intorno e scorse una birreria in fondo alla strada. Avrebbe provato a mangiare qualcosa e, forse, la vista della gente l'avrebbe aiutato a riscuotersi. Entrato, fu investito da un'ondata di caldo, colori e rumore che acuì il mal di testa che lo straziava a fitte intermittenti. Si diresse verso il bancone e chiese al barista se servivano anche da mangiare. Il ragazzo rispose positivamente e gli indicò un tavolo alto, attorniato da quattro sgabelli, invitandolo ad accomodarsi.

    Il menù?

    Il barista si indicò gli e-glasses con un'espressione che a Jordan parve di vago rimprovero.

    Sospirò con disappunto e, a capo chino, si diresse al tavolo. Sperava che almeno in quel posto non fosse necessario indossarli. Aveva sentito dire che le zone periferiche non avevano ancora avuto la fortuna di essere del tutto fornite di ripetitori e, quindi, non erano completamente connesse come il centro, ma evidentemente non era così. Estrasse gli occhiali digitali dalla tasca della giacca: un oggetto dal design elegante, linee pulite, montatura ridotta al minimo, stanghette in titanio argentate, all'apparenza fragili, ma in realtà molto resistenti. Gli venne in mente la prima volta che li aveva tenuti in mano: li aveva maneggiati con cura, quasi con riverenza, col timore di danneggiarli, entusiasta ed eccitato. Ora il suo sguardo si posò sul led rosso che lampeggiava implacabile e fu colto da un moto di disgusto. Non appena li inforcò, il sistema di riconoscimento dell'iride li fece attivare e una serie di messaggi apparvero davanti ai suoi occhi. Hai 37 notifiche da leggere di cui 12 importanti, campeggiava la scritta evidenziata in rosso. Scelse ancora una volta di ignorarle e di volgere la sua attenzione al sistema di rilevazione geolocale: Ti trovi a 'Bike and Beer – Pub Birreria, tra le opzioni del menù a tendina vide quella che gli interessava e pronunciò Vedi menù. Davanti a sé apparve la lista con evidenziata l'offerta del giorno, dopo pochi istanti si aprì una finestra pop up con una proposta personalizzata in base ai tuoi recenti acquisti in locali simili, ti potrebbero interessare cheeseburger con patatine, ketchup e Coca-cola oppure bacon burger con patatine, senape e birra piccola. Non avendo voglia di attardarsi a leggere il menù, confermò con il comando vocale la seconda delle proposte personalizzate. Non appena completato l'ordine, si aprì una nuova finestra: Il tuo amico Andy Styles (lista conoscenti) si trova a meno di 20 metri da qui – vuoi 1) chiamarlo 2) invitarlo a raggiungerti 3) ignora. Si affrettò a pronunciare ignora e a togliersi gli occhiali, sperando che l'amico, un ragazzo che lavorava nel suo stesso stabilimento, non fosse diretto proprio lì. Non aveva voglia di parlare con nessuno. Ma pochi minuti più tardi le sue speranze furono disattese quando sentì una voce che lo chiamava: Jordan Rhymes! Non potevo credere ai miei e-glasses quando mi hanno avvisato che eri qui. Come sei finito in questo buco di posto? Io sono venuto a trovare un cugino di mia madre che abita qui, una noia, ma mia madre ha insistito perché è malato e lei non poteva proprio venire questo weekend. Sai, abita da solo.

    Jordan bofonchiò qualcosa a proposito di certi amici, sforzandosi di non apparire eccessivamente scocciato. L'altro non parve accorgersi di non essere il benvenuto e prese posto nello sgabello accanto a lui. Ordinò velocemente una birra e un hot dog, poi tornò a rivolgergli la sua attenzione. Lo sguardo gli cadde sugli e-glasses di Jordan, che questi aveva appoggiato sul tavolo. Qualcuno è un po' indietro con le notifiche, eh?, sogghignò indicando il led rosso lampeggiante. Non vorrai finire nei guai?, aggiunse poi con l'espressione diventata più seria.

    Ho mal di testa, si giustificò Jordan per poi riporre nuovamente gli occhiali nella tasca, ansioso di cambiare argomento.

    Arrivarono i piatti ordinati e i due mangiarono scambiandosi opinioni sul derby della sera precedente. Terminato di mangiare, Jordan si congedò dicendo di avere fretta. Indossò velocemente gli e-glasses per pagare e si accorse con fastidio e un po' di apprensione che sopra la finestra con il conto di quattordici e cinquanta, il pulsante delle notifiche avvisava che queste erano arrivate ora a quaranta, di cui quindici importanti. Nonostante ciò, dopo aver pronunciato salda il conto, ancora una volta si tolse gli occhiali senza degnarle di uno sguardo.

    Fuori era ormai buio e l'aria si era fatta ancora più fredda. Jordan si rese conto di non avere un'idea precisa di dove fosse finito e di dove trovare un mezzo per tornare a casa. Nella fretta di liberarsi di Andy, non aveva pensato di chiedere a lui o al barista qualche indicazione. Guardandosi intorno nella speranza di vedere qualcosa di utile per evitare di indossare nuovamente gli odiati e-glasses, si accorse di una figura appoggiata al muro di un vicolo poco distante: un ragazzo con le mani in tasca, che indossava una felpa con il cappuccio che rendeva scarsamente visibili i lineamenti del volto. Si avvicinò con cautela, esitante, dato che le notizie che provenivano da quella zona della città non erano sempre confortanti. Poi si fece coraggio: Mi puoi dire se c'è una fermata della metropolitana qui vicino?, chiese, avendo cura di non giungere troppo vicino.

    Non ti va proprio di mettere i tuoi e-glasses oggi!, rispose l'altro con un sorriso sfrontato. Jordan spalancò gli occhi sorpreso. Ero anch'io dentro il pub poco fa, aggiunse lo sconosciuto a mo' di spiegazione. Stava per tirare fuori per l'ennesima volta la scusa del mal di testa, quando si accorse che anche l'altro non li indossava e l'irritazione ebbe il sopravvento sulla prudenza. Senti da che pulpito arriva la predica!, ribatté scocciato, poi si voltò per andarsene.

    Comunque la metropolitana non passa qui vicino. Però c'è una fermata dell'autobus a due isolati da qui. Dove devi andare?

    In centro.

    Allora puoi prendere il 18, arriva fino alla stazione centrale. Imbocca quella strada e vai sempre dritto fino al semaforo, poi giri a sinistra, la trovi poco più avanti.

    Grazie.

    In ogni caso non era una critica, la mia, non piacciono molto neanche a me. Ma ci sono altri modi, invece di nasconderli in tasca, modi che evitano che quando li estrai quel bel led rosso lampeggiante attiri l'attenzione su di te, aggiunse con un sorriso malizioso.

    Stupito dalla piega imprevista presa dal discorso, Jordan esitò, combattuto fra la curiosità e il timore di una trappola.

    Modi di far risultare che leggi tutte le notifiche da bravo cittadino, mentre in realtà i tuoi occhiali digitali stanno in un cassetto, continuò l'altro in un sussurro. Si può fare, sai. Non sei l'unico, ce ne sono altri, come noi.

    Nel parlare il misterioso ragazzo aveva fatto qualche passo avanti e ora Jordan riusciva a vedere i suoi occhi scuri, dal taglio leggermente a mandorla. Senza lasciargli il tempo di replicare, proseguì: "Conosci il Viper Tattoo Shop tra la settima e la settantaduesima? Ti ci puoi far fare dei tatuaggi fantastici, di tutti i generi. Se vuoi qualcosa di più, chiedi il tatuaggio speciale freeride. Ma, mi raccomando, chiedi di fartelo con i colori azzurro e oro". Alla conclusione del discorso gli spuntò nuovamente quel sorrisetto malizioso. Poi il suo sguardo si posò su qualcosa alle spalle di Jordan e la sua espressione divenne improvvisamente seria. Tutto accadde in un attimo: Jordan si voltò istintivamente per vedere cosa stesse guardando e si accorse con sgomento dei due poliziotti che si stavano avvicinando. Si rigirò solo pochi secondi dopo, ma l'enigmatico ragazzo era già scomparso, inghiottito dal buio del vicolo.

    Identificarsi!, tuonò una voce alle sue spalle. A parlare era stato il poliziotto più alto dei due, un uomo imponente dai capelli rasati e con i baffi.

    Prima che Jordan estraesse gli e-glasses, continuò con tono aggressivo Come mai non stai indossando i tuoi occhiali, ragazzo?

    Balbettò per l'ennesima volta la scusa del mal di testa, poi mise su gli e-glasses che si attivarono immediatamente, inviando i suoi dati identificativi all'uomo. Questi osservò nella schermata della realtà aumentata le informazioni che gli arrivavano e li incrociò al contempo con quelli provenienti dal database della polizia. Terminato il controllo, lo apostrofò rudemente: "Abbiamo ricevuto il segnale di un paio di e-glasses in evidente stato di unlawful underuse e sembra proprio che provenisse dai tuoi, com'è chiaro dal led rosso lampeggiante. Allora, la situazione è questa: per un semplice mal di testa puoi prendere un calmante, in caso di qualcosa di più grave che ti impedisca l'utilizzo degli occhiali, devi farti fare un certificato di esonero da un medico abilitato. Tra l'altro vedo qui che è già la seconda volta che vieni beccato per lo stesso problema. Così non va. Ora ti segnalo per il corso di recupero". Il poliziotto rivolse nuovamente la sua attenzione ai propri police glasses e pronunciò i seguenti comandi: Soggetto: Jordan Rymes, Invio a corso di recupero di primo livello.

    Ecco proseguì rivolto al ragazzo, non appena ricevuta la conferma dal sistema, devi presentarti domani alle quattordici e quindici, al termine del tuo turno di lavoro, nel reparto 'formazione' del tuo stabilimento. Tra pochi secondi riceverai la notifica con tutto il programma. Il corso dura tutta la settimana, ogni giorno alla stessa ora. Vedi di presentarti puntuale a tutti gli appuntamenti o passerai dei guai seri!

    Jordan annuì.

    È già la seconda volta, guarda che alla terza non ti basterà il corso, verrai mandato al campo, aggiunse puntandogli un dito contro minacciosamente. Vedi di non fare altre cavolate, hai capito?!

    Sì, signore, si affrettò a rispondere.

    Sei molto lontano da casa, aggiunse con tono sospettoso.

    Stavo per rientrare.

    Hai la macchina?

    Pensavo di prendere il 18.

    L'agente consultò velocemente i suoi e-glasses. Allora vai, ne passa uno tra dieci minuti, hai giusto il tempo di arrivare alla fermata.

    Jordan non se lo fece ripetere due volte, desideroso di lasciarsi alle spalle i due poliziotti e le loro domande. Abbozzò un saluto e si incamminò a passo sostenuto, ma sforzandosi di non correre, seguendo le indicazioni che comparivano nella realtà aumentata dei suoi occhiali. Giunse alla fermata appena in tempo per salire sull'autobus. I suoi e-glasses si connessero automaticamente al sistema della rete di viabilità comunale, alla richiesta di indicare la destinazione pronunciò stazione centrale e poi sola andata, quindi l'importo del biglietto venne scalato dai suoi crediti. Completata in pochi istanti la procedura, si sedette in uno dei tanti posti liberi verso il fondo del mezzo. Ripensò alle parole del poliziotto, poi sbottò tra sé e sé: Fanculo, tanto ormai il corso lo devo fare! e con gesto stizzoso si levò gli occhiali per poi infilarli nella tasca del giubbotto.

    Capitolo 2

    Con gli occhi pesti per il poco sonno e il freddo pungente che gli penetrava nella ossa, Jordan si affrettò verso il cancello di entrata degli operai della Damyo Tech Inc. Mancavano poco meno di cinque minuti all'inizio del turno delle sei. Si accodò agli altri per passare davanti agli occhi vigli degli addetti alla sicurezza aziendale. Inforcò gli occhiali giusto un istante prima di varcare il cancello, il sistema lo identificò confermando la sua autorizzazione a entrare e facendo comparire una notifica per ricordargli il corso di recupero. Svogliatamente si recò al suo posto di lavoro e cominciò la produzione dei componenti, il cui utilizzo finale non gli era dato sapere. Faticò per tutto il turno a mantenere la concentrazione, spossato per la stanchezza e perché la memoria riandava continuamente agli eventi dei giorni precedenti. Senza neanche rendersene conto, ogni tanto si bloccava, in conseguenza un paio di volte nella realtà aumentata dei suoi e-glasses apparve l'immagine del caposquadra che, con sguardo severo, lo riprendeva con il messaggio automatico preregistrato che aveva ormai imparato a memoria: Attenzione! Il sistema ha rilevato un indebito rallentamento della tua produzione. Si ricorda che il ritmo va mantenuto costantemente al di sopra dei minimi di norma previsti.

    Alle quattordici esatte l'immagine virtuale del caposquadra ricomparve per comunicare la fine del turno. Jordan tirò un sospiro di sollievo, subito troncato dalla notifica lampeggiante che gli ricordava ancora una volta il corso. Con passo strascicato si avviò al reparto formazione, passando prima al distributore per prendere un caffè, nella speranza che lo aiutasse a rimanere sveglio.

    Le aule dedicate alla formazione si trovavano al terzo piano, in una zona dell'azienda dove non era mai stato. Una guardia all'inizio del corridoio controllava che le persone che si avvicinavano fossero autorizzate all'ingresso. Non appena Jordan si avvicinò, i suoi e-glasses gli comunicarono i suoi dati e questi gli indicò una porta.

    Nell'aula c'erano tre file di banchi accostati, nelle prime due avevano preso posto cinque persone in tutto, vicino alla cattedra c'era un uomo alto che indossava un completo di tweed marrone. Jordan fece per sedersi nell'ultima fila, ma l'educatore lo esortò a sedersi davanti. Signor Rymes, benvenuto, aspettavamo solo lei, si accomodi qui, il tono condiscendente contrastava con le parole apparentemente cortesi. Jordan si sedette nel posto indicatogli.

    Bene, ora possiamo cominciare, riprese il formatore. Per prima cosa mi presento: sono Edward Williams e vi terrò compagnia per tutta la settimana. Se siete qui, è perché ognuno di voi ha messo in atto comportamenti nocivi alla comunità, il mio compito è quello di rimettervi in

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