Il Salotto Letterario di Lodi 2008-2016
By AA. VV.
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Il Salotto Letterario di Lodi 2008-2016 - AA. VV.
Indice
EMILIO CAPERDONI
CHIARA CREMONESI
SEVERINA DONATI DE CONTI
GIUSEPPINA FERAZZA
MARISA FILIBERTI PONTI
CLOTILDE FINO
MARIA VITTORIA GIAMBARTOLOMEI
VALERIO MIGLIORINI
PINUCCIA NERVI
ALBERTO RAIMONDI
GIANNI SACCHI
PIETRO SARZANA
GIANCARLO SIDERI
CARMEN SOBACCHI
CRISTINA TAGLIAFERRI
PIETRO TERZINI
ENRICO ZUCCOTTI
A. Z.
NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI
Il Salotto Letterario
di Lodi
2008 - 2016
______________________
Emilio Caperdoni - Chiara Cremonesi - Severina Donati De Conti
Giuseppina Ferazza - Marisa Filiberti - Clotilde Fino
Maria Vittoria Giambartolomei - Valerio Migliorini - Pinuccia Nervi
Alberto Raimondi - Gianni Sacchi - Pietro Sarzana
Giancarlo Sideri - Carmen Sobacchi - Cristina Tagliaferri
Pietro Terzini - Enrico Zuccotti - A. Z.
______________________
2016
Titolo | Il Salotto Letterario di Lodi 2008-2016
Autore | AA. VV.
ISBN | 9788827859674
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il
preventivo assenso dell’Autore.
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Via Roma, 73 - 73039 Tricase (LE) - Italy
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Twitter: twitter.com/youcanprintit
Prima edizione di 150 copie: gennaio 2016
Prima ristampa: febbraio 2016
Copyright: Salotto Letterario di Lodi, 2016
Presentazione
Il Salotto Letterario di Lodi, nel momento in cui si affaccia sul suo trentaseiesimo anno di vita, secondo una tradizione e una periodicità ormai consolidata decide di raccontarsi attraverso i saggi
di alcuni tra i propri aderenti. Si tratta di spazi espressivi praticamente autogestiti, in cui ciascun autore liberamente spazia senza particolari vincoli nell’area della propria creatività, accettando fin d’ora serenamente la valutazione del lettore, sia essa di apprezzamento o di critica.
Lo spirito rimane quello di sempre, così come auspicato dai primi suoi fondatori, Elena Cazzulani e Gilberto Coletto: lo scambio cioè di idee espresse con discrezione in un ambiente, come quello del Salotto, accogliente e stimolante, dove, nel segno dell’ospitalità e dell’ascolto sia possibile anche tentare una scrittura leggera e, si spera, non del tutto effimera.
Alberto Raimondi
Lodi, gennaio 2016
Le pubblicazioni del SALOTTO LETTERARIO di Lodi:
1
Il Salotto Letterario di Lodi ( 1980 - 1990 )
( Milano, 1991 )
2
Il Salotto Letterario di Lodi ( 1990 - 2000 )
( Lodi, 2001 )
3
Venticinque anni di Salotto Letterario
( Lodi, 2005 )
4
Il Salotto Letterario di Lodi ( 2000 – 2008 )
( Lodi, 2008 )
5
Il Salotto Letterario di Lodi ( 2008 – 2016 )
( Tricase, 2016 )
EMILIO CAPERDONI
CENTENARIO
PRIMA GUERRA MONDIALE
Con la penna
volevo abbandonare l’anima
sul foglio immacolato
descrivendo la guerra che
nasce da un disordine
morale degli uomini
politici e militari.
Le decisioni ostentate prese
da un discreto numero
di generali e ufficiali impreparati
per l’insensato massacro
hanno immolato
il candore delle
centinaia di migliaia
di ragazzi in inutili assalti
provocando il pianto
delle generazioni.
Il dopo:
la grande stanchezza
l’affollata solitudine
impauriti gli ideali
l’incendio dei cuori.
GESU’
Ho meditato tanto tempo; avevo lo stimolo ma non mi decidevo. Ora è giunto il momento: parlerò di Gesù, amico e fratello, che mi accompagna da una vita e non sempre so far tesoro di ciò che mi ha donato. Non sono ottimista e l’espressione del mio viso è conferma. Perdonami Gesù per aver trasmesso il malinconico messaggio a chi è parte di me e al prossimo che mi circonda. Al tramonto del mio percorso terreno illumina la mia ombra, allontana il pessimismo affinché il sorriso dell’anima possa donarlo. All’albeggiare e al crepuscolo di ogni giorno colloquiando nei nostri incontri assaporo il nutrimento dell’anima in cui metto a nudo le mie manchevolezze. Pur gratificato dall’eccezionalità dei nostri appuntamenti in cui ti parlo dei miei dubbi, delle certezze, degli ideali, la mia mente latita, fugge e non mi segue, procurandomi sofferenza. In Terra Santa nel Cenacolo il fiotto di emozioni fu intenso, rivivendo l’ultima cena con la donazione del tuo corpo e del tuo sangue agli apostoli. Nell’orto degli ulivi, protetto dalla Basilica del Getzemani, in cui è conservata la roccia su cui riposasti nell’attesa del tradimento dell’apostolo Giuda, raccolto in preghiera mi commossi piangendo di gioia, avvertendo per un attimo la tua presenza. Quando arrivo all’estremità del pensiero penso di averti deluso. Come vedi, sono parecchi i perché che mi pongo. Non è difficile morire, vivere il prodigio della vita è di gran lunga più difficile.
In Terra Santa percorsi le strade che tu percorresti accumulando sensazioni, emozioni che alimentavano i miei pensieri, rivivendo la tua vita terrena, vissuta e donata, per riscattare l’umanità: Amman – Gerosa – Monte Nebo sul quale, imitando Mosè, abbracciai la Terra Promessa – Petra – Nazareth che custodisce la grotta dell’Annunciazione nell’omonima basilica dove la tua mamma ricevette il luminoso annuncio della sua eccezionale maternità – il discorso della montagna dove annunciasti le beatitudini, essenza della tua venuta esprimente ciò che più ti stava a cuore – Tabga, nella piccola e graziosa chiesetta che sotto l’altare protegge la roccia su cui ti commuovesti per la moltitudine che ti ascoltava saziando la loro anima ed il corpo con la moltiplicazione dei pani e dei pesci – Cafarnao – il lago Tiberiade che ti era tanto caro – il Giordano, le cui acque ebbero il privilegio di lambire il tuo corpo nell’attimo battesimale che si perpetuerà nei secoli – il monte Tabor scelto per la Trasfigurazione – Cana, per non turbare la gioia degli sposi, trasformasti l’acqua in vino – Gerusalemme delle emozioni – la valle del Cedron – la grotta degli apostoli – la via Crucis – il Golgota nella Basilica della Resurrezione in cui è visibile il punto dove venne innalzata la Croce del tuo martirio e nella cripta ciò che è rimasto della colonna utilizzata per la tua flagellazione – nella Basilica della Natività in Betlemme, accudita, senza confini, da cattolici, greci, ortodossi ed armeni, mi accosto con il cuore colmo alla mangiatoia, antica nursery, che ti ospitò appena nato - – il deserto di Giuda su cui spicca una grande Croce con le braccia lignee aperte annuncianti al mondo intero la salvezza – l’antichissima città di Gerico accarezzata dal monte delle tentazioni – Qumran, che custodiva i preziosi manoscritti della Bibbia, per fortuna venuti alla luce – il Mar Morto – Tel Aviv – l’antica Giaffa.
Gesù, amico e fratello, stammi sempre vicino rassicurandomi.-
CHIARA CREMONESI
FUGA
Squallida sera
accecata di luce;
è tutta verticale, a fil di piombo,
crepe sui muri imbrattati di sfregi
e celle di vetrine taciturne:
anche l’ombra di me si è cancellata.
Ho un brivido di febbre solitaria,
e l’anima sfugge,
impaurita.
GLI ABISSI DELLA MENTE
Esco allo scatto del portone,
vacillo e mi puntello al muro:
c’è di fronte l’abisso della strada,
se muovo un piede, cado all’infinito;
se chiudo gli occhi, sprofondo nel nulla.
Qualcuno mi riporta dentro casa
e sento il corpo svincolarsi:
il medico lo chiama stress da lutto
e suggerisce un giorno di riposo.
Il mio riposo dura da vent’anni;
leggo, dipingo, ho qualche amico.
Dalla finestra a doppi vetri chiusa,
vedo un pezzo friabile di mondo.
GELO
Ed è già vespro.
Fra poco la campana
chiuderà il giorno che fu tanto denso
di sgocciolata neve e pioggia fina.
Immoti e scabri,
gli alberi neri trafiggono l’aria
e il passero li sfiora
con gli ultimi suoi voli
Nell’umido freddo che respiro
ingigantisce la paura
del mio futuro che declina.
GRIGIORE
Subisco il vuoto
incolore del cielo
e la caducità che avvolge il mondo.
La mente non ha occhi per la vita
e l’anima sospinge verso il nulla:
così rotola il tempo all’infinito.
INCANTO
Il giorno è ormai finito,
ma la notte attende
a spegnere l’incanto
delle tiepide case,
degli alberi nel cielo,
dei tanti miei ricordi.
Il buio spazia in vastità di stelle,
gemme raggianti il tempo senza fine.
Gli occhi, alla più lontana,
smarriscono il pensiero
a quell’ignoto che supera la vita.
TEMPORALE
Mi piace il temporale
che tuona e che lampeggia.
Nell’attimo che esplode il suo bagliore
tutto si sbianca in cielo e sulla terra;
rotola il tuono sulle grandi nubi
con suoni vigorosi
e brontolii costanti;
le grandi gocce battono sprizzando
sopra l’asfalto nero.
Ma se un iroso fulmine si schianta
insorge dal profondo la paura.
IDENTITA’
È delusione questo cielo stinto
che tutto il giorno ha atteso un raggio azzurro;
ora si lascia andare nella notte
e muore senza luna e senza stelle.
Lo seguirei, se l’anima tacesse,
se non parlasse sempre d’infinito,
e dell’eterno che sconfigge il tempo.
MEMORIA DI MARE
Lui mi aspettava:
lo vidi da lontano
rispecchiare il cielo.
Già saline le labbra,
spogliata d’ansia,
tutta mi diedi
all’euforia dell’onda.
Lo porto dentro intatto quel momento
qui nella bruma della mia pianura.
LUNGO L’ADDA
Mi rapisce l’azzurro
e l’oro che riverbera la terra;
godo la brezza,
e il lieve dondolio
delle più alte foglie.
L’acqua del fiume
scivola increspata,
senza memoria degli anfratti neri;
vorrei seguirla sul fragrante ciglio
per