Nel paese della nostalgia: (ricordi di vita paesana)
()
About this ebook
Read more from Pietro Angelone
Epigrammi: Un'attenta riflessione sulle condizioni di vita dell'uomo contemporaneo in 300 epigrammi risolti nei versi della quartina Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDi(a)lettando. Piccolo glossario etimologico viterbese con racconti di vita paesana Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDalla A alla Z: (parole, parole, parole… in 157 ottave) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDe lo novo medièvo barbarico et capitalista (ovvero De la Cina ch'è più vicina) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI jeans sono cosa seria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGiorno per giorno (l'ottava liberata) Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to Nel paese della nostalgia
Related ebooks
I grandi mangiatori di Romagna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl papa del mare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNovelle e ghiribizzi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Santo di Materga Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl roccolo di Sant’Alipio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'osteria volante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArrivi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI moribondi del Palazzo Carignano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa notte del Commendatore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl roccolo di Sant'Alipio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna notte bizzarra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiccolo mondo moderno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFacino Cane Rating: 2 out of 5 stars2/5Le verità nascoste di S. Michele Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRosa (sempre) Antico Rating: 0 out of 5 stars0 ratings200 sonetti in dialetto romanesco Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiume sotto Vetro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'osteria volante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn un cielo di stelle rotte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStorie del secolo breve Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI moribondi del Palazzo Carignano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNovelle di Valdimagra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFuga da Rotz ai tempi della Morte Nera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cedro del Libano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon guardare nella nebbia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA gamba tesa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa leggenda del raccontatore errante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPettini-fini Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFede e bellezza Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Performing Arts For You
500 Film da vedere prima di morire: Quarta Edizione 2019 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Principe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI capolavori Rating: 4 out of 5 stars4/5I fratelli Karamazov Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManuale Di Dizione Italiana: Regole Ed Esercizi Pratici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPasolini sconosciuto. Interviste, scritti, testimonianze Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe leggende del castello nero e altri racconti Rating: 5 out of 5 stars5/5Girotondo Rating: 4 out of 5 stars4/5Il Giocatore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI 10 brani da ascoltare almeno una volta nella vita Rating: 5 out of 5 stars5/5Teatri romani: Gli spettacoli nell’antica Roma Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Medioevo (secoli XI-XII) - Letteratura e teatro (29): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 29 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSei personaggi in cerca d’autore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLeggende degli Indiani d'America Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGuerra e pace: Ediz. integrale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGiorgio Gaber. Frammenti di un discorso... Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa casa in collina Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMilano. Tutto il teatro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria di una capinera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPaesi tuoi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTra donne sole Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl diritto di contare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa commedia dell'arte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAmphitruo - Asinaria - Aulularia - Bacchides Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI misteri dell'antico Egitto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsC'eravamo tanto amati. I capolavori e i protagonisti del cinema italiano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Quattrocento - Letteratura e teatro (41): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 41 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe commedie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDanza e Spazio: La metamorfosi dell'esperienza artistica contemporanea Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsScrivere una sceneggiatura: Dalla teoria al film Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Nel paese della nostalgia
0 ratings0 reviews
Book preview
Nel paese della nostalgia - Pietro Angelone
Pietro Angelone
Nel paese della nostalgia
(ricordi di vita paesana)
finito di stampare nel mese di novembre 2018
isbn: 978-88-7853-819-1
isbn e-book: 978-88-7853-668-5
Sette Città
Via Mazzini 87 - 01100 Viterbo
t. 0761 303020 - f. 0761 1760202
info@settecitta.eu - www.settecitta.eu
ISBN: 978-88-7853-668-5
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Prefazione
Una cosa buffa
Buon appetito!
Coito interrotto
Al forno
Al lavatoio
Di nuovo al lavatoio
Una patente un po’ celeste
Don Giustino (detto pure Don Ecco)
Una strana interpretazione filologica e teologica
Si è alzato?
Battistone
Un’arguta penitente
La confessione
Povera Madonna!
La Trinità
Un venerdì di passione
Una strana processione
Una grazia poco celeste
Una seduta spiritica
Un sassofonista
Solo sette!
Zazzerone
Provvidenza
Verso Natale
Un equivoco canzonettistico
Un pesco zoologico
Equivoco lessicale
La lupa
Un uomo e una chitarra scordati
Il canto del fiore
Il somaro Zampacorta e il contadino Cambiasomaro
Una manciata e due misure
L’iniziazione
Idem nomen ab aliis repetitun non iuvat[1]
Questua
Contrasto politico-religioso
Era il tempo del brigante Tiburzi[1]
Un militante rivoluzionario
Fidanzamento contadino
Scontento
Una porchetta infelice
Zoofilia
A tutto c’è rimedio
Il calzolaio attore
Il calzolaio ballerino di tango
La traduzione
La diligenza
Un detersivo eccezionale
Verso Natale
Due ambulanti
Un lavaggio di piedi a metà
I Bravi
Meglio pecoraio!
Il cilindro scolastico
In vino veritas
Due devoti a Bacco
La ferratura
Il dovere coniugale
Colpa del confine
Dialogo umanoide tra due quadrupedi
Dialogo umanoide tra due bipedi
Il nevone del 1956
Piove
Appendice
Un pomeriggio d’agosto
Il risveglio
Il calendario
La fiera
Prefazione
La parola nostalgia , che esprime uno dei desideri umani più struggenti, si è formata dalle parole greche (graficamente italianizzate) nostos , il ritorno, e algos , il dolore, la tristezza, ed esprime il desiderio melanconico di ritornare a casa, nei luoghi dove si è trascorsa l’infanzia e dove si trovano le persone e le cose ancora care.
La parola fu coniata per la prima per la prima volta nel 1688 da uno studente alsaziano, Iohannes Hofer, in una tesi di laurea dal titolo Dissertazione medica sulla nostalgia.
Da allora, il neologismo greco nostalgia si diffuse nelle altre lingue europee per esprimere il sentimento di tristezza e di lontananza dalla terra che si ama, malinconia che in francese si dice mail du pays (e nel caso del titolo di questo volumetto con l’aggiunta di natal), quindi male del paese di nascita.
Quest’annotazione filologica, già di per sé, può spiegare il titolo.
Quando, poi, la nostalgia assume aspetti e significati, ancor più generali, con riferimento non soltanto al luogo e alle persone, ma anche a quel tempo in cui quelle persone vivevano, si ha un quadro di vita, che costituisce l’anima della nostalgia.
Con questo volumetto, attraverso ricordi, con riferimento a fatti e persone, realmente verificatisi e vissute, più o meno nel periodo della mia infanzia-giovinezza (e anche precedentemente per tradizione orale tramandata), piccoli episodi di vita quotidiana, ho voluto esaltare letterariamente, con ironia ma sempre con rispetto, quel periodo della mia vita e del mio paese di nascita, con estensione al territorio e, qualche volta, alla fantasia.
Ricordi, tenuti nella mente e ben coltivati nel cuore.
L’autore
Una cosa buffa
Quando la notizia o la comunicazione non erano ancora affidate alla televisione o ad altri simili mezzi di massa, quando il giornale era per pochi (per ragioni economiche e d’istruzione), ebbene, un giorno giunse al paese un cinematografaro ambulante e affidò al banditore ufficiale, al solito fornito di trombetta, l’annuncio della proiezione nella piazza grande di un film.
Il banditore, orgoglioso dell’insolito annuncio (ne aveva le tasche piene di strombettare e annunciare la vendita di vino nelle bettole o gli avvisi del Comune), si fece consegnare il foglietto con scritto il testo (prudentemente nascose di essere analfabeta), che si fece oralmente precisare dal committente.
Iniziò il giro delle vie e delle piazze, ma già alla prima sortita, dopo il rituale tu-tu-tu della trombetta d’ottone si trovò in estrema difficoltà nel dare l’annuncio, poiché si era dimenticato quella benedetta e complicata parola rispondente a cinematografo ma, come si sa, necessità aguzza lo ingegno e così se la cavò: Si avvisa tutta la popolazione che stasera nella piazza grande ci sono le fotografie, che si muovono sul telone (poi si corresse per essere più preciso), mi correggo: c’è quella cosa buffa che si muove sul telone (pausa), per vederla comodi portatevi le sedie.
Venuta la sera, le case si vuotarono e tutta la gente in piazza per vedere la pellicola.
Il cinematografaro aveva programmato Catene , film strappalacrime di Raffaello Matarazzo, del 1949.
Esaurito il quarto d’ora della Settimana Incom, [1] inizia la proiezione del film e, dopo circa mezzora, la piazza diventa il coro di un pianto collettivo e i fazzoletti non potevano più contenere le lacrime.
Ebbene quella sera una vecchietta, detta Spettinata (perché i suoi capelli erano ribelli al pettine e alle forcine) pose la sua sedia proprio sotto lo schermo per meglio vedere (secondo la naturale legge che da vicino le cose si vedono meglio), ma appena comparvero le immagini in movimento, con armi e bagagli si spostò nell’ultima fila della piazza: brontolando: ’S ta cosa è proprio buffa, ché più stai vicino e peggio si vede. Inoltre, le cose buffe fanno ridere e qui è tutto un pianto! E’ meglio che vada a dormire e, poi, domani mi dovrò alzare presto per la prima messa.
[1] Con le sue 350 ore di filmati e più di 2.500 cinegiornali testimonia il percorso del Paese negli anni quaranta fino alla metà degli anni sessanta ed è la più ricca memoria audiovisiva dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale. Anticipava la proiezione del film e durava circa un quarto d’ora. Presentava però un problema temporale: infatti si parlava di notizie settimanali ma, in effetti, erano di qualche mese cosicché poteva capitare (a titolo d’esempio) che la notizia del matrimonio di qualche coppia di attori famosi era data quando i confetti era stati da tempo digeriti e, forse, la coppia era in attesa derl primogenito.
Buon appetito!
Nella Maremma di ieri il custode dell’altrui bestiame (per lo più pecore ma anche capre e maiali; i custodi di vacche vantavano il nome superiore di butteri e andavano a cavallo) pattuiva con il padrone il compenso mensile, che era costituito dal piccolo salario più le vettovaglie, un po’ di vino, di formaggio, del sale e un po’ di olio, usato maggiormente per condire la cosiddetta acquacotta .
A proposito dell’olio si racconta che un pecoraio, data la generosità e la buona grazia del padrone, in una specifica occasione lo rifiutò, dicendo: E’ troppo buono e mi si consuma più in fretta.
Questi sfruttati, custodi di bestiame dormivano nelle capanne e tornavano a casa, salvo complicazioni, di sabato ogni quindici giorni.
Uno di questi, di nome Pietro, ma da tutti detto Pietrino a causa della piccola statura, era guardiano di maiali e ritornava a casa ogni due settimane, come stabilito nell’accordo salariale.
L’ometto era sposato con un’arguta donnetta, di nome Tommasa, ma detta Tommasina, anche lei per la bassa statura.
Pietrino, quando tornava a casa dalle lande della Maremma, passava volentieri il giorno festivo nella bettola e ritornava nell’abitazione per la cena di solito ubriaco e si abbandonava spesso ad azioni sconsiderate, se non violente.
Tommasina ne conosceva il vizio e, per cautelarsi, aveva un suo sistema di controllo per la cena, tant’è che aveva composto dei versi così recitanti: Se Pietrino viene avvinazzato, Tommasina ha già mangiato/se Pietrino viene di buona lena, Tommasina di nuovo cena.
Capitò una sera che il marito, tornato dalla bettola, era particolarmente ubriaco, cioè ubriaco fradicio (come si dice), con l’animo consacrato al dio Bacco e predisposto alla lite. Si sedette a tavola e mise in bocca due cucchiai della fredda minestra, poi interruppe e, innalzata una bestemmia al cielo, disse alla moglie: ’Sta Minestra non la mangiano nemmeno i maiali.
Poi si alzò e versò fastidiosamente la minestra nella tazza del gabinetto, un bugigattolo collocato su uno stretto balcone. Ritornò in cucina, allora anche sala da pranzo, e incominciò a inveire contro la povera consorte per dimostrata incapacità culinaria.
La donna, senza scomporsi, ascoltò in silenzio, poi prese il fiasco di vino, che faceva bella mostra di sé al centro della tavola, e ripeté pari pari l’azione del marito.
Ritornata in cucina e, guardatolo furbescamente, gli disse: Tu hai pensato al mangiare ed io ho provveduto per il bere. Buon appetito, tazza!
Temendo una violenta reazione dell’uomo, già altre volte conclusasi con qualche schiaffo, unito a molte bestemmie e imprecazioni offensive, quella sera andò a dormire dalla madre e rientrò al mattino, quando Pietrino era ormai nelle lande di Maremma con i suoi maiali e aspettando che il padrone gli portasse quanto pattuito per i quindici giorni, vino compreso.
I semplici versi di Tommasina, che sono una semplice nota alle sbornie, che frequentemente si prendevano nella bettola e nell’osteria (i devoti dei dio Bacco non mancavano!) richiamano alla mia memoria quelli ben più impegnativi di Trilussa (1871-1950) nella composizione del 1909 intitolata L’assassino moderno, dove l’assassino si confessa al delegato di polizia, sicuro dell’assoluzione: nonno beveva, nonna più de lui,//mi’ padre, poveretto è morto matto,//mi’ madre era epilettica per cui…//s’ho mannato un omo all’antro monno,//la colpa è tutta quanta dipendente// da quelle sbornie che pijava nonno.//
Coito interrotto
Giuseppe,