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Salviamo l'economia italiana. Con o senza l'Euro
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Salviamo l'economia italiana. Con o senza l'Euro
Ebook435 pages5 hours

Salviamo l'economia italiana. Con o senza l'Euro

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Le brillanti tecniche risolutive che i più grandi esperti propongono in questo libro, creano una tangibile soluzione, addirittura banale, che risolverà tutte le problematiche per uscire definitivamente da questo tunnel che limita il potere d'acquisto della gente provocando disoccupazione e disordine sociale.

Quest'opera descrive l'unico mezzo esistente che, oltre allo scopo di ovviare rapidamente al gravissimo cataclisma che le politiche di austerità hanno prodotto, restituisce allo Stato e Banca d'Italia il potere sovrano di emettere, in parte, denaro nazionale e far ripartire il motore malato e inceppato dell'attuale sistema finanziario, commerciale e monetario.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateDec 27, 2018
ISBN9788827863909
Salviamo l'economia italiana. Con o senza l'Euro

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    Salviamo l'economia italiana. Con o senza l'Euro - Sergio Felleti

    *

    LA PAROLA A 4 LEADER POLITICI ITALIANI

    Silvio Berlusconi (Forza Italia)

    «L’euro va affiancato da una moneta nazionale. Necessita tornare alla sovranità monetaria che l’Italia ha perso con l’euro. Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone e Cina sono usciti dall’ultima, lunga crisi perché hanno stampato moneta. Il premier giapponese Shinzo Abe ha raggiunto addirittura il 20% del Pil. Con lo stesso criterio, noi avremmo potuto stampare più di 350 miliardi di euro. E l’inflazione in Giappone è aumentata solo del 3,5%, un buon lievito per l’economia. Dobbiamo agire su due fronti – ribadisce Berlusconi – Da un lato rendere l’euro competitivo con le altre principali valute, dall’altro affiancarlo a una moneta nazionale aggiuntiva. Inoltre dobbiamo ottenere una revisione del bail in garanzia interna, che attualmente rappresenta un rischio per i risparmiatori italiani che depositano i loro soldi nelle banche».

    Nella due giorni del No tax day, Silvio Berlusconi fissa i paletti per rilanciare il Paese: «Ecco il piano per ridare all'Italia una propria moneta nazionale: Sarà il mercato a dire quanto varrà rispetto all’euro. Un rilancio che dovrà inevitabilmente passare attraverso la sovranità monetaria. Fino a oggi, l'euro non ha fatto altro che danni. Servono due monete - ha spiegato - serve l’emissione di una moneta nazionale. So bene che potranno esserci resistenze, soprattutto tra i burocrati di Bruxelles e gli economisti progressisti, tutti fermamente convinti che toccare la moneta unica sia un sacrilegio. Ma non è vero, - mette in chiaro il Cavaliere - si può fare perché sarà il mercato a dire quanto varrà la nuova moneta ital-nazionale rispetto all’euro. A Bruxelles andrebbero imputate scellerate politiche che con la difesa a oltranza della moneta unica e dell'austerity hanno impoverito i Paesi dell'Eurozona.

    Il Partito Democratico ha portato al governo dei maghi che hanno fatto solo promesse, - ha denunciato il Cavaliere - ma agli italiani sono arrivate solo nuove tasse e la disoccupazione è in crescita, specialmente quella giovanile. La pressione fiscale è aumentata del 40% mentre i consumi sono diminuiti del 13%. Non possiamo andare avanti così. La mia ricetta – prosegue Berlusconi - è andare a tagliare la pressione fiscale riducendo il costo della macchina dello Stato. Da qui l'idea di applicare una Flat tax più bassa per tutti. Ciò significa meno tasse per famiglie, nessuna tassa sulla prima casa, zona franca sino a 13mila euro per ogni famiglia, cancellare le imposte sulle donazioni e sulle successioni. Meno tasse per gli anziani, medicina sociale, pensioni inime innalzate a 1000 euro al mese per tredici mensilità e quant’altro, specie a favore del benessere dei ceti più bassi».

    (Nota: La flat tax (in italiano: tassa piatta) è un sistema fiscale proporzionale e non progressivo se non accompagnato da deduzione o detrazione, nel qual caso, anche se l'aliquota legale è costante, l'aliquota media è crescente). (2) *

    Luigi Di Maio (Movimento 5 Stelle)

    «Se M5S sarà al governo verrà indetto un referendum sull'euro, che non significa uscire dall'Ue. Il motivo è semplice: nessuno ci ha mai chiesto se entrare nell'euro. Si tratterebbe di un referendum consultivo. Cosa voterei? In quel caso voterei per uscire dall'euro, è una moneta che serve solo a favorire l'economia tedesca e forse un po' quella francese. Io Proporrei due euro, due monete diverse: una per i paesi del nord Europa e l’altra per il sud dell’Europa. Noi non abbiamo mai pensato di uscire dall’Unione europea. Anzi, tutti noi Cinque Stelle ci sentiamo cittadini europei. L’Europa della moneta unica ha abdicato al valore della solidarietà verso gli stati più deboli». (3) *

    Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia)

    «Via l'euro. La Germania è la sanguisuga dell'Europa. C'era una volta la 'locomotiva tedesca'. Oggi abbiamo la 'sanguisuga tedesca', perché da quasi 15 anni, grazie alla gabbia dell'euro, la Germania si arricchisce sottraendo ricchezza al resto d'Europa». Lo scrive il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, in un editoriale pubblicato dal quotidiano 'Libero'.

    «Nel 2016 - aggiunge Meloni - la Germania realizzerà un surplus record delle partite correnti attorno ai 310 miliardi di dollari, equivalente all'8,9% del Pil tedesco. È dal 2002 che la Germania ha un saldo positivo delle partite correnti ed è dal 2007 che lo fa violando le regole europee che stabiliscono che uno Stato membro non possa generare un surplus superiore al 6% nella media dei 3 anni.

    Il motivo di questa regola è semplice: se uno Stato membro esporta costantemente più di quanto importa vuol dire che si sta arricchendo impoverendo gli altri Stati. È quello che fa la Germania. Perché è più brava? - si domanda la leader di FdI - Forse, ma soprattutto grazie alla moneta unica europea. Prima dell'introduzione dell'euro la Germania aveva un saldo negativo delle partite correnti. Non è una coincidenza. Finché c'erano le monete nazionali, gli scambi tra gli Stati membri erano mitigati dal tasso di cambio delle valute.

    Questo meccanismo di regolazione naturale è venuto meno con l'euro: la Germania non ha più il problema di un Marco troppo forte per le sue esportazioni e l'Italia non ha più il vantaggio di una Lira che possa rendere più competitivi i propri prodotti. - Certo, se la Ue funzionasse - ragiona la presidente di Fratelli d'Italia - se l'Italia avesse un Governo serio che facesse sentire la sua voce, se la cancelliera tedesca Angela Merkel pensasse anche al bene del Continente e non solo agli interessi della Germania, se la politica avesse più peso e la grande finanza meno, se, se, se, allora la moneta unica potrebbe anche funzionare.

    Ma allo stato attuale lìEuro non funziona affatto. Ce lo certificano i dati Eurostat sull'andamento del PIL, ce lo dicono i dati sugli scambi commerciali, i nostri tassi di disoccupazione, le famiglie italiane sempre più povere e i nostri anziani sempre più in difficoltà. Cos'altro dobbiamo aspettare? Liberiamoci dalla zavorra dell'euro e vediamo come se la cavano i tedeschi a competere con le imprese italiane ad armi pari - conclude Meloni. (⁴) *

    Matteo Salvini (Lega Nord)

    Necessita uscire dall’Euro. No, niente referendum. Non bisogna uscire dall’Ue quatto quatto, nel cuore della notte, come ladri. Per uscire dall’euro non serve un referendum, la finanza ci massacrerebbe. Serve un blitz veloce, dalla sera alla mattina - ha detto Matteo Salvini. La consapevolezza della necessità di uscire dall’Euro la sosteniamo da oltre sei mesi. Io vado oltre.

    Non serve un referendum perché sarebbe un massacro per l’economia del paese. Io dico che, se la Lega va al governo, noi usciamo dall’Euro. Altrimenti se fai tre mesi di campagna sul referendum sull’euro, c’è gente come l’economista miliardario George Soros che ti massacra» - ha concluso Salvini.

    (NdA: George Soros è uno dei tanti miliardari che lotta per comandare il mondo alla propria maniera).

    Le ironie sorgono spontanee ma nell’occasione quanto affermato da Matteo Salvini è corretto. Il leader della Lega sta dicendo, infatti, che un percorso di uscita di un paese dall’area monetaria europea non potrebbe avvenire attraverso un dibattito pubblico e un referendum, com’è successo nel Regno Unito e come vorrebbero i 5 Stelle con la loro proposta di referendum sull’euro.

    Il perché è abbastanza intuibile: l’intero percorso pubblico, la campagna elettorale e il risultato finale farebbero vivere il paese in uno stato di pericolo continuo dal punto di vista finanziario, con la speculazione pronta a scommettere contro e tensioni insostenibili su obbligazioni e gravi ripercussioni sulla solidità del sistema.

    Se per l’uscita dall’euro si facesse prima un referendum questo caos accadrebbe sia in caso di vittoria del Sì-all’euro sia in caso di vittoria del No-all’euro. Per questo, se una decisione del genere va presa, è meglio che si faccia dalla sera alla mattina, con una decisione da prendere rapidamente e mettendo in atto tutte le precauzioni necessarie per evitare un bank run».

    Domanda: Tra le vostre proposte c’è sempre l’uscita dall’euro?

    Salvini: «Questa moneta non funziona. Non è solo una battaglia di Salvini, sono i numeri che parlano chiaro. L’euro è stato un esperimento fallito.

    Una moneta comune per 19 paesi diversi, con sistemi fiscali diversi, non può funzionare. Hanno costruito la casa dal tetto e adesso non sta in piedi. Non è un caso che i Paesi europei che sono cresciuti di più sono quelli che non hanno l’euro».

    Domanda: Lei propone quindi l’uscita dell’Italia dall’euro?

    Salvini: «L’uscita unilaterale dell’Italia sarebbe un casino. Noi stiamo valutando diverse soluzioni: dall’euro a due velocità, all’introduzione di monete per aree più omogenee. Bisogna mettersi intorno a un tavolo e proporre un’Europa diversa. Un tavolo con tutti quelli che ci stanno.

    Riconosciamo gli errori e pensiamo, da subito, a costruire il domani dell’Europa. Ma se la Ue si ostina a difendere l’euro così come è, siamo anche pronti a uscire dall’Europa. Stiamo vivendo un dramma economico, non si può andare avanti con vincoli e regole che ci strozzano». (5) *

    LA MONETA COMPLEMENTARE E’ UNA NUOVA

    MA UN’UNICA OPPORTUNITA'

    Bernard Lietaer (Economista e banchiere della Banca Centrale Belga, creatore e responsabile dell'introduzione dell'ECU, la moneta da cui nacque poi l'Euro).

    «E’ indispensabile creare nuove valute. – commenta Lietaer - La moneta complementare può rappresentare una nuova opportunità per l'attuale economia, per il mercato, per il territorio e per tutta la community che la utilizza».

    Di fronte alla crisi economico-finanziaria e alla galoppante disoccupazione aumentano i suoi utilizzatori che ne hanno appreso i seguenti vantaggi:

    1) Risparmio di costi e di liquidità.

    2) Maggiore potere d'acquisto.

    3) Maggiore semplicità e rapidità degli scambi e della distribuzione di beni, servizi e lavoro.

    Secondo Lietaer: «Il denaro è un anello di ferro che ci siamo messi al naso. Abbiamo dimenticato di averlo progettato noi, ed ora è esso che ci trascina. Necessita al poù presto ritornare all’economia reale. Oggi, persone e imprese non competono per le risorse e i mercati, bensì per il denaro, sfruttando risorse e mercati per ottenerlo.

    Le monete complementari nascono per riportare l’attenzione delle persone sulle risorse, sul lavoro e sulla produzione. E’ quindi ora di tornare a ragionare in termini di economia reale e di valore aggiunto dell'attività lavorativa e imprenditoriale e non più in termini di finanza speculativa».

    Nell'intervista rilasciata ultimamente a lettera43.it nel 20123, Bernard Lietaer, il monetarista che negli Anni ’90 negoziò il passaggio di Bruxelles al nuovo standard monetario, invita tutti i leader degli Stati europei a creare nuovi sistemi valutari per sopravvivere alla stagnazione del mercato e rafforzare le proprie economie locali.

    Egli sostiene che l'utilizzo della moneta complementare è legale poichè non sostituisce, ma affianca l'euro che resta comunque la moneta da utilizzare necessariamente per gli scambi internazionali e per il pagamento delle tasse. Nell'intervista l'economista belga fa riferimento prima al Fureai Kippu, moneta complementare giapponese basata sul tempo, e poi al Wir, moneta complementare svizzera concessa in credito agli aderenti ad un circuito di scambi.

    Gia nel 2013, le voci sulla tenuta dell’euro si sono inseguite senza sosta. Tutti gli economisti giuravano pubblicamente che la scomparsa della moneta unica era impossibile; tutti, però, commentavano segretamente con i giornali gli scenari di un futuro prossimo. Spuntò l’idea di un euro di serie A e uno di serie B, di una valuta per il Nord virtuoso del continente e di un’altra per il Sud, o addirittura di Paesi pronti a staccarsi dall’Unione.

    «L’euro - ha mandato a dire Lietaer alle autorità finanziarie - non produce e non produrrà risultato alcuno, a parte l’interesse degli speculatori. Inutile discutere sulla solidità dell’euro, bisogna concentrarsi piuttosto sulla necessità di avere più valute in circolazione. L’idea è di creare un’ecologia monetaria oltre a quella principale - ha spiegato Lietaer, - non di aumentare la circolazione di denaro corrente, ma di monete alternative, una sorta di baratto moderno per combattere la disoccupazione e l’instabilità dell’economia. E, paradossalmente, persino l'inflazione». (6) *

    I GRANDI VANTAGGI DI UNA MONETA COMPLEMENTARE

    Le risorse umane e naturali hanno permesso la nascita e l'evoluzione dell'economia; la valorizzazione delle risorse umane ha consentito lo sviluppo dell'organizzazione del lavoro, il progresso, la specializzazione delle professioni e la maturazione delle competenze; tali risorse hanno permesso di sfruttare le risorse naturali: l'agricoltura per produrre i frutti della terra, l'allevamento per i frutti della selvaggina, l'edilizia per la costruzione di case, ecc..

    Tali risorse costituiscono il baricentro dell'economia reale cresciuta prima attraverso il baratto, poi attraverso l'utilizzo della moneta; ma col passare del tempo quelle risorse hanno gradualmente perso valore specifico rispetto al valore della moneta che oggigiorno ha segnato il passaggio dall'economia reale all’economia monetaria.

    In questa moderna economia il baricentro è il denaro, non più mero mezzo di scambio, ma ossessione primaria rispetto a tutte le altre risorse di cui spesso ci si priva; la ricchezza reale è costituita dalle risorse, dalla produzione di beni e di servizi, dalle competenze dei lavoratori e dalle ore di lavoro da essi svolte; nell’economia monetaria la ricchezza è costituita da carta colorata e carte magnetiche a cui per convenzione attribuiamo un valore non reale.

    Le monete complementari valorizzano le risorse poichè, nella maggior parte dei casi, non generano interessi e quindi non servono ad accumulare ricchezza, bensì a generare nuova ricchezza incentivando gli scambi e l'utilizzo delle risorse.

    Gli effetti sull’economia sono potentissimi, il maggior potere d'acquisto permette di aumentare i consumi, le vendite delle imprese (maggiori profitti) e la capacità produttiva impiegata (maggiore produzione); maggiori profitti e maggiore produzione provocano la crescita dimensionale delle imprese, l’aumento degli investimenti nell'innovazione e nella ricerca, l'assunzione di personale e la diminuzione della disoccupazione, tutti requisiti a cui seguono nuovi consumi; questo circolo virtuoso continua all’infinito e valorizza la produzione, il lavoro e gli scambi di merce e di denaro.

    Le risorse devono quindi tornare al centro dell'economia e la moneta deve riassumere il suo ruolo di strumento di scambio, questo deve essere l’imperativo da condividere per tornare all’economia reale.

    IL RISPARMIO E LO SVILUPPO

    Quanto ci costano gli interessi sul debito e quanto possiamo risparmiare? Facciamo un esempio: per acquistare un'auto di 20.000 € la maggior parte di noi chiede un mutuo (un prestito bancario) su cui paga un interesse; con un interesse del 5% la somma da restituire sarà pari a 21.000 €. Quei 1.000 € intascati dalla banca potrei investirli in risorse reali ad esempio acquistando un computer. Il venditore del computer avrà 1.000 € da spendere e investe in pubblicità; l’agenzia pubblicitaria spenderà quei 1.000 € per altri acquisti; ciò permette una crescita maggiore dell'economia.

    Consideriamo solo il debito pubblico, per chi non lo sapesse ognuno di noi ha un debito di 30.000 € contratto dai nostri rappresentanti politici. In totale il debito pubblico italiano genera circa 70 miliardi di interessi che paghiamo tramite tasse, sono circa 1.100 € a persona da pagare ogni anno, che in una famiglia di 3-4 persone diventa di 3.000 o 4.000 euro.

    Quanto denaro perdiamo durante la nostra vita? Facciamo degli esempi!

    Chi nasce oggi, resta in famiglia fino a 25 anni, egli vive per circa 80 anni e quindi perderebbe 60.500 € della ricchezza che produce; sommando tale somma al debito arriviamo a 90.500 €.

    Se consideriamo una famiglia costituita da una coppia di 25 anni, che vive per 80 anni, con due figli a carico per 25 anni, questi avrebbero una perdita di circa 150.000 € della propria ricchezza prodotta. Con il debito considerato solo per la coppia, la somma ammonterebbe a 210.000 €.

    I due esempi descritti non tengono conto dell’aumento del debito pubblico e dell’interesse che negli ultimi anni è costantemente aumentato in valore assoluto. Questi vanno aggiunti a quelle somme che costituiscono un debito che non abbiamo contratto noi, ma i governi, per coprire le spese derivanti dalla loro inefficienza e incompetenza.

    Al debito pubblico dobbiamo aggiungere il debito privato, costituito dai prestiti che chiediamo alle banche volontariamente per acquistare case, auto, ecc.. In questo caso il debito privato italiano ammonta a circa 524 miliardi di euro. Provando a dare una stima calcolata con un tasso del 5%, gli interessi ammonterebbero a circa 26 miliardi di euro. Sommando interessi del debito pubblico e privato otteniamo un totale di 96 miliardi di euro, che potrebbero essere risparmiati ed essere investiti in economia reale, innovazione, ricerca, sviluppo e occupazione.

    L'utilizzo della moneta complementare permetterebbe quindi di ridurre l’esposizione al debito e agli interessi da parte delle famiglie favorendo l’aumento di potere d’acquisto nell’economia reale.

    Valorizzare le risorse è uno dei vantaggi delle monete complementari poichè esse, nella maggior parte dei casi, non generano interessi e quindi non servono ad accumulare ricchezza, bensì a favorire gli scambi e a generare nuova ricchezza. La loro natura generalmente locale, favorisce lo sviluppo delle risorse e dei mercati locali e quindi la diminuzione dell'occupazione.

    Per tale motivo, le risorse devono tornare e perciò essere al centro dell'economia e la moneta deve rientrare nel ruolo di strumento di scambio.

    PIU' LIQUIDITA' E MENO DILAZIONI DI PAGAMENTO

    I vantaggi per l'economia sono davvero tanti, oltre a quelli già descritti le Imprese possono sfruttare la moneta complementare per ridurre le crisi di liquidità, le eccessive dilazioni di pagamento e le insolvenze. Ad esempio, quando un cliente non ha potere d'acquisto in Euro, sufficiente a pagare il suo fornitore, egli è costretto a supplicare il fornitore per ottenere sconti e rateizzazioni sul prezzo.

    La moneta complementare può essere la soluzione a simili problemi. Cosa darebbe il fornitore per vedere i suoi clienti pagare immediatamente gli acquisti, magari pagando una parte in Euro e una parte in moneta complementare? A sua volta il fornitore potrà spenderli presso il proprio fornitore, pagarvi il costo della merce o dei servizi che ha venduto o pagarvi il salario dei propri dipendenti e tante altre spese.

    Questi sono tutti i vantaggi che potranno sfruttare ed usufruire le imprese e i dipendenti che utilizzano quotidianamente la moneta complementare.

    Attualmente, questo sistema viene già usato da banche private, come ad esempio: la banca svizzera Wir (tradotto: Noi), dalla belga RES (Business Exchange Business), ma anche dall'italiana BexB (Business Exchange Business). (7) *

    IL PROGETTO PER UNA MONETA PARALLELA, COMPLEMENTARE, INDIPENDENTE DALL’EURO

    E LEGALMENTE EMESSA DALLA BANCA CENTRALE ITALIANA

    E GARANTITA DALLO STATO ITALIANO

    John Maynard Keynes, considerato uno dei più grandi economisti del XX secolo, affermò: «Quando i soldi non ci sono, semplicemente si stampano, ma soprattutto, nelle fasi di crisi è meglio dare meno denaro ai ricchi e di più ai poveri, perché sono questi che hanno una maggiore propensione al consumo e possono ricreare la domanda se si vuole ottenere la piena occupazione».

    L'emissione di una moneta locale complementare all'Euro soddisfa queste esigenze, e pertanto rappresenta una delle valide alternative per uscire dalla crisi finanziaria nazionale e quindi, consentire lo sviluppo di un economia ottenendo la piena occupazione per il benessere comune.

    Il programma qui di seguito presentato è solo l’esempio di un formato solo locale, mentre per la realizzazione di una moneta complementare valida per l’intero territorio italiano, emessa dalla Banca Centrale e Garantita dallo Stato italiano comprenderà pure la prospettiva del principio su quale base lo Stato italiano potrà garantire questa nuova moneta.

    Il principio di un sistema locale complemetare all’euro

    Se una comunità composta da 100 persone produce 100 frutti, per il benessere economico di tutti la comunità deve avere 100 soldi per scambiarsi i beni. Se in una comunità si producono 100 frutti ma si possiedono solo 80 soldi, i 100 cittadini devono in qualche maniera crearne altri 20 per colmarne la carenza e siccome tutti i beni creati vengono prodotti con il lavoro dei cittadini, con le risorse disponibili in natura, è giusto che i cittadini abbiano la facoltà di scambiarseli con qualsiasi fattispecie giuridica (moneta ufficiale e/o complementare, cambiale, assegni, etc).

    Un esempio reale di moneta complementare è rappresentato dal gettone telefonico. Esso, nonostante fosse coniato da una fonderia siciliana, era un oggetto che si elevava a moneta perché dietro ogni gettone c'era come corrispettivo il valore di una telefonata, infatti il valore del gettone, anche se non chiaramente impresso nel metallo, aumentava di pari passo al valore della telefonata.

    Ebbene, cosi come per il gettone telefonico il controvalore è rappresentato dalla telefonata, una Moneta locale, come ad esempio quella della Banca del Comune di Grammichele, che hanno chiamato: Esagono, questa moneta ha come controvalore il corrispettivo dei beni prodotti dai cittadini grammichelesi. Una nuova moneta italiana parallela, complementare, indipendente dall’euro e legalmente emessa dalla Banca Centrale Italiana e Garantita dallo Stato italiano si fonda proprio su questo principio.

    È un idea nuova?

    No. La moneta complementare locale esiste da decenni ed è attualmente utilizzata in forme diverse (anche sotto forma di moneta tempo - hours) da circa 5000 comuni in tutto il mondo.

    COSA BISOGNA FARE IN PRATICA? ECCO UN ESEMPIO:

    Come punto di partenza immaginiamo che noi cittadini, tramite il Sindaco, conveniamo nell'emettere 1.000.000 (un milione) di Esagoni dove un Esagono corrisponde ad 1 €uro, cosi come quelli nella foto sopra. Dopo la stampa, questi nuovi soldi devono essere immessi nel circuito economico. Per fare ciò ogni cittadino avrebbe diritto a ritirare presso il Comune 100 di questi soldi come Reddito di Cittadinanza; inoltre bisognerebbe darne una quota maggiore a tutti quei soggetti con basso reddito o in difficoltà economiche come pensionati, invalidi e disoccupati etc.

    Cosa faranno i cittadini con questi nuovi soldi in tasca?

    Dove potranno essere spesi?

    In questo esempio, quando pensionati, invalidi e disoccupati avranno nelle tasche queste nuove banconote, di sicuro non potranno spenderli in una città diversa dalla loro, o in un negozio che non ne è convenzionato, ma questo non è uno svantaggio anzi, tutto l'opposto, perché colui che vorrebbe usare queste banconote sarà costretto a farlo solo nella propria città e inizialmente dai produttori convenzionati, come ad esempio il settore: primario, definito, in ambito economico, il settore che raggruppa tutte le attività che riguardano l'agricoltura, la pesca, l'allevamento e altro.

    I cittadini, pagando con questa nuova moneta e spesa comprando simili prodotti, di conseguenza inizieranno a risparmiare i primi €uro con validità europea, per poi acquistarvi, ad esempio tutto ciò che prima non patevano acquistare.

    I negozianti, gli agricoltori e allevatori potranno vendere a questi cittadini i loro alimenti, frutta, verdura, ortaggi, olio, vino, miele, latte, formaggi, salumi, carne, pesce e quant'altro della produzione locale, tutti i giorni, specialmente previa organizzazione di mercatini nei vari punti della città.

    A sua volta, gli allevatori potrebbero comprare granaglie dagli agricoltori e gli agricoltori letame dagli allevatori. Le macellerie comprerebbero carni da animali locali anziché acquistarli dall'estero. Con il transito locale di questa moneta complementare, i cittadini potranno pagarvi le imposte comunali e quant’altro, inoltre, le aziende potranno pagarvi anche i salari ai loro stessi lavoratori dipendenti.

    I Dipendenti comunali

    Quando il Comune riceve dai cittadini parte delle imposte in Esagoni questi soldi possono essere utilizzate per pagare interamente o solo una parte per integrare gli stipendi di tutti i loro dipendenti.

    Asili nido - I genitori che usufruiscono dell'asilo potranno utilizzare la moneta complementare per pagare la retta al Comune. Il Comune a sua volta, con la moneta complementare ricevuta acquisterà per la mensa dell'asilo, prodotti a km0 da agricoltori e allevatori locali. Potrebbe verificarsi il caso che il produttore/fornitore della mensa sia contemporaneamente il genitore del bambino che frequenta tale asilo. Questo caso sarebbe un chiaro esempio dell'efficienza della moneta complementare per uso locale, perché senza utilizzare un solo €uro è intercorso un efficace scambio tra i beni dell’agricoltore ed i servizi offerti dal proprio Comune.

    Bisogna riconoscere che, come hanno fatto i titolari della Banca del Comune di Grammichele, con il loro Esagono, abbinare l’inserimento di una moneta nazionale complementare all’euro acquistandovi solo i prodotti del Made in Italy, sarebbe una cosa ragionevole ed economicamente vantaggiosa per tutta la nostra popolazione, sia per le aziende produttrici e sia per i lavoratori italiani.

    E’ assai importante la seguente notizia

    Considerando la crisi economica europea che va sempre più verso il precipizio, prossimamente, tutti i governi dell’Unione Europea, per tentare di risanare l'eccessivo debito pubblico e per altre problematiche economiche saranno costretti a tagliare stipendi, pensioni, disoccupazione, invalidità e qualt’altro tra salari ed entrate sociali.

    Tuttavia, con l’inserimento di una moneta nazionale complementare all’euro ufficiale, la parte di stipendio, pensione, didoccupazione e altre entrate sociali che altrimenti saranno tagliate o abolite potranno essere integrate con la nuova moneta complementare. Quindi, grazie a questa strategia, nessun cittadino perderebbe la capacità di acquisto mantenendo il vantaggio di acquistare beni a beneficio di tutti.

    I Commercianti potranno vendere i loro prodotti ricevendo a loro scelta, per esempio, l'80% in €uro e il 20% in moneta complementare. Con la quota ricevuta in moneta complementare, potranno, per le proprie necessità, comprare beni dai loro fornitori, dai produttori, dagli artigiani e contemporaneamente pagarci le imposte comunali.

    Necessita riconoscere che, che per forza maggiore, l’esito di una moneta complemetare avrà il seguente esito: più denaro avrà la popolazione a disposizione e in quantità sufficientemente adeguata, specie chi fa parte del ceto basso/medio, più prodotti potranno acquistare per il loro benessere, e se potranno acquistare molti prodotti, si dovranno creare e produrre più prodotti, nasceranno più aziende e più piccole e grandi industrie finalizzate al fabbisogno locale e nazionale e quindi vi saranno più posti di lavoro, con una crescita consistente del Prodotto Interno Lordo e automaticamente vi saranno molto meno disoccupati e più presperità.

    I disoccupati utilizzati in queste imprese e consapevoli dei benefici della moneta complementare all’euro, spenderebbero volentieri in beni prodotti in Italia.

    Gli italiani, specie quelli ben istruiti, non sarebbero costretti ad abbandonare parenti ed amici per emigrare in altre nazioni. Inoltre, è ormai una realtà che i disoccupati non sono e non devono essere o divenire un peso sociale, ma sono una grande risorsa umana perché costituiscono una forza lavoro oggi inutilizzata e quindi sprecata.

    Artigianato

    Per mutua induzione economica, anche il settore artigianale, di conseguenza, subirebbe un incremento alla produzione. Con sufficiente circolazione di moneta complementare si potrebbe, per esempio, acquistare un mobile di pregio fatto da una falegnameria italiana, anziché comprare uno di quei sotto-prodotti importati da un’azienda estera che sfruttano manodopera dei paesi poveri, impoverendo di conseguenza la nostra nazione.

    Rifiuti Solidi Urbani e Ambiente

    Con un aumento di produzione locale si risparmierebbe sui carburanti, sugli imballaggi, sui trasporti, quindi sui rifiuti e sulle emissioni, a beneficio del nostro ambiente. La raccolta dei rifiuti potrebbe essere gestita dai Comuni anziché da una, spesso incontrollabile S.p.a. che ha come scopo principale un esagerato profitto.

    Ogni Sindaco potrebbe invitare dei lavoratori disoccupati a costituire società giuridicamente adatte ad accettare parte di stipendio in €uro e parte in moneta complementare. Se poi nella raccolta dei rifiuti si utilizzassero muli (sempre da allevatori locali), cosi come già avviene in molte città, le tasse dei rifiuti si ridurrebbero ulteriormente per la felicità delle nostre tasche.

    I Giovani

    Per quei giovani che per esempio hanno frequentato corsi di stilisti o di sartoria, sarà l'occasione di ricreare e sperimentare la loro arte creando abiti all’ultima moda. Quando l'abbigliamento è prodotto da un vero sarto di origine italiana, questo vero Made in Italy potrebbe essere un richiamo per i turisti che pagherebbero molti €uro e di conseguenza i commercianti aumenterebbero le vendite facendo cosi aumentare di più la massa monetaria nelle proprie città.

    Si potranno organizzare spettacoli e iniziative artistiche, sperimentare attività sociali di ogni genere. Per le giornate annuali di feste tradizionali, l'intrattenimento potrebbe essere organizzato e prodotto da gruppi di giovani musicisti e cantanti, anziché pagare profumatamente artisti che porteranno via dalla città denaro utile.

    Le finanze dei Comuni italiani

    Dopo l'avvio di queste attività produttive, anche i Comuni italiani risparmierebbero moneta in €uro ufficiale in quantità direttamente proporzionale alla quantità di moneta locale circolante. Con questo risparmio si potranno migliorare sia i servizi che le condizioni di lavoro dei propri dipendenti.

    Bonus di moneta complementare

    Per incentivare la produzione e la vendita di beni del Made in Italy, i dipendenti potrebbero cedere parte

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