Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Una sottile vendetta
Una sottile vendetta
Una sottile vendetta
Ebook345 pages4 hours

Una sottile vendetta

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

La nascita di Margherita innesca una serie di avvenimenti che sconvolgeranno la vita di tre persone, oltre a quelle dei suoi genitori che si separeranno, proprio a causa della sua nascita.

Margherita crescerà del tutto ignara degli avvenimenti che si svolgeranno dopo la sua venuta al mondo, pur essendo la causa indiretta dei fatti drammatici che si verificheranno, che creeranno gravi difficoltà e grossi problemi a chi le sta vicino.

Amanda, il personaggio che giocherà un ruolo importantissimo in questa storia, è la persona che darà il via allo scatenarsi di una serie di circostanze e di situazioni che costituiranno la trama del libro.

Nella seconda e terza parte, alcuni colpi di scena cambieranno più volte l’andamento della narrazione, fino ad arrivare all’ultima risolutiva e drammatica decisione di uno dei personaggi più importanti di questa storia.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 4, 2017
ISBN9788892644953
Una sottile vendetta

Read more from Mariagrazia Perricone

Related to Una sottile vendetta

Related ebooks

Thrillers For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Una sottile vendetta

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Una sottile vendetta - mariagrazia perricone

    piatto…

    Capitolo 1

    Milano – una giornata qualsiasi -

    Una cioccolata con panna prego.

    Dicendo queste parole Lucy si sedette al tavolino del bar sotto il suo ufficio. Erano le sei del pomeriggio, un pomeriggio lungo e pieno di contrattempi. Lavorava in uno studio legale e di solito il suo orario terminava alle diciassette ma quella volta aveva dovuto fermarsi fino alle diciotto per alcune pratiche urgenti. Era stanca e non vedeva l’ora di farsi un bel bagno caldo e ristoratore. Però una sosta per una deliziosa cioccolata calda pensava di meritarsela. Il bagno poteva aspettare, alla fine non era poi così urgente.

    Dopo una giornata di lavoro, a casa l’attendeva un bel mucchio di biancheria da stirare e i pavimenti da lavare perché al mattino non faceva mai in tempo a pulirli. Era sempre in ritardo e così, la sera si ritrovava una fatica in più. Poi, non ultimo, c’era il cane da portare a spasso. Lo sapeva anche lei, non era capace di organizzarsi. Diceva a se stessa che avrebbe dovuto alzarsi almeno un’ora prima per poter avere un po’ più di libertà alla sera, quando rientrava, ma non c’era rimedio. Tutte le mattine indugiava a letto fino a quando si rendeva conto che ormai era irrimediabilmente troppo tardi per tutto. Ma purtroppo lei era fatta così e non poteva farci niente. Sperare di avere un aiuto da Roby - suo marito - era del tutto fuori discussione.

    Lui era un manager di un’importante società, spesso costretto a viaggiare, e la sera tornava a casa tardi. Lei non poteva quindi pretendere che si occupasse neanche minimamente dei lavori domestici. Mentre sorseggiava la sua cioccolata pensava che, se Roby non avesse tardato tanto, avrebbero potuto cenare fuori. Così non sarebbe stata costretta a cucinare, lavoro che non le piaceva affatto. Pensò di telefonargli per chiedergli a che ora sarebbe rientrato. Formò il numero e attese. Dopo una decina di squilli chiuse la comunicazione. Roby forse non poteva rispondere. Evidentemente o stava guidando, o era impegnato in qualche discussione al lavoro. Attese una mezz’ora poi tentò nuovamente, senza risultato.

    Si alzò, pagò la consumazione e si mise alla guida della sua auto per tornare a casa. Forse nel frattempo sarebbe arrivato anche Roby.

    Arrivò a casa alle diciannove e trenta, ormai tardi per stirare e anche per rigovernare un po’ la casa. Roby non era ancora tornato. Chiamò il cane e uscì per la passeggiatina. Fece il giro dell’isolato e rientrò in casa.

    Andò in bagno e aprì l’acqua per riempire la vasca. Non vedeva l’ora di immergersi e non pensare a nulla. Rimase una buona mezz’ora nella vasca poi si rivestì. Strano che Roby non l’avesse avvisata del suo ritardo. Quando capitava, non mancava mai di telefonarle.

    Lo chiamò di nuovo. Appena composto il numero sentì una suoneria e il cellulare di Roby si illuminò.

    Ecco perché non rispondeva! L’aveva dimenticato a casa, sul tavolo della cucina.

    Lucy lo prese, guardò il visore che segnalava diverse chiamate perse. Le sue, e altre. Nomi e numeri che non conosceva. Si fermò un attimo a riflettere. Quante telefonate riceveva Roby, e da chi? Non se lo era mai chiesto, aveva fiducia in lui, ma adesso le era venuta la curiosità di saperlo. Anche i messaggi erano tanti. Rimase un attimo a guardare il telefono senza risolversi ad aprirne almeno uno. Non poteva farlo, perché avrebbe dovuto? A parte il fatto che lui se ne sarebbe subito accorto, non le andava proprio di invadere la sua privacy. Però la tentazione era forte. Diede uno sguardo alla finestra che dava sulla strada per vedere se magari Roby non stesse arrivando proprio in quel momento. La strada era quasi deserta. Pochi passanti frettolosi e poche auto in circolazione. Era ora di cena.

    Riprese il cellulare e cliccò l’icona dei messaggi. Ce n’erano una decina. Alcuni erano di lavoro, conosceva i nomi dei colleghi di Roby, altri erano messaggi pubblicitari e infine c’era n’era uno che destò il suo interesse.

    C’era il nome di chi l’aveva mandato - "Amanda - seguito da un numero. Senza esitare lo aprì e nel momento stesso che lo fece desiderò di non averlo fatto. Era chiaramente e inequivocabilmente un messaggio che denunciava una triste verità: suo marito la stava tradendo. Frasi come amore, non vedo l’ora di vederti, stanotte mi sei mancato…" non lasciavano dubbi. Non poteva essere vero! Si sentì smarrita, annichilita, delusa e piena di una rabbia sorda che velocemente s’impossessava di lei. Perché? Perché un’altra donna? Cosa c’era che non andava nel loro matrimonio? La loro era sempre stata un’unione invidiabile. Niente screzi, pochissimi litigi, buona intesa sessuale, stessi interessi e ottimo dialogo. E allora? Cos’era accaduto, tutto ad un tratto? Oppure la cosa durava da molto tempo, e allora… allora era tutta una finzione la loro intesa? E come mai lei non ne aveva mai avuto il benché minimo sospetto? Aveva sempre pensato che se mai fosse capitata una cosa del genere, lei se ne sarebbe accorta subito. Non sapeva bene come se ne sarebbe accorta, ma ne era certa. Ebbene, si sbagliava. Era duro ammetterlo, ma era evidente che era così. Suo marito la tradiva, forse da sempre.

    Adesso doveva pensare a cosa avrebbe fatto. Già! Come avrebbe potuto continuare a convivere con un uomo del quale non poteva avere più nessuna fiducia? Impossibile. Il solo pensiero le faceva schifo, sì, schifo era la parola che le veniva in mente se pensava al tradimento.

    Come si sarebbe comportata? Come avrebbe affrontato la situazione? Non lo sapeva, ma in quel momento, proprio mentre vedeva tutto il disgusto che questa rivelazione le creava, realizzò che doveva reagire, in qualche modo, senza esitazioni o compatimenti.

    Non avrebbe accettato nessun compromesso, nessuna scusa. Sì, ma poi? Cosa avrebbe fatto dopo? Beh, al dopo ci avrebbe pensato dopo. Adesso ciò che s’imponeva era aggredire Roby. Doveva farlo, senza dargli il tempo di difendersi o di negare. Doveva fargli capire che la loro storia - se mai ce ne fosse stata una - era finita, morta, sepolta. Poteva dimenticarsi di lei, come lei si sarebbe dimenticata del suo ricordo. Anche se, non poteva negarlo, non sarebbe stato facile. Tutto il suo amore per lui le urlava dentro, le faceva male, ma l’umiliazione che le aveva procurato faceva altrettanto male.

    Non riusciva nemmeno a piangere. Le lacrime erano trattenute dalla rabbia e dall’amarezza.

    Tra poco sarebbe entrato da quella porta e si sarebbe avvicinato per darle il solito bacio, come sempre, come se niente fosse. Ma adesso lei sapeva. Mai più avrebbe tollerato la sua presenza. Al solo pensiero di dividere la vita con chi l’aveva tradita si sentiva rivoltare dal disgusto.

    Non sapeva come occupare il tempo aspettando il suo ritorno. Girava da una stanza all’altra senza riuscire a star ferma. Si sedeva, per rialzarsi subito dopo e continuare ad andare alla finestra.

    Trascorse ancora una mezz’ora in questo modo e poi sentì la macchina che arrivava sotto casa. Sentì la saracinesca del box che si alzava e che si riabbassava poco dopo.

    Roby stava per entrare.

    Capitolo 2

    Ciao tesoro, scusa se non ti ho avvisato, ho dimenticato il cellulare a casa!

    Disse Roby aprendo la porta. Lucy non era nella stanza.

    Lucy, amore… sono arrivato…

    Lentamente lei entrò nella sua visuale. L’espressione del suo volto mostrava chiaramente che c’era qualcosa che non andava. Non una parola usciva dalla sua bocca.

    Sei arrabbiata perché non ti ho avvisato, hai ragione ma il cellulare…

    Il cellulare era qua, sul tavolo della cucina. Avresti fatto meglio a non dimenticarlo.

    Rispose lei in malo modo.

    Ma Lucy, cosa c’è? Che ti prende?

    Che mi prende? Vattene Roby, vattene via, non voglio più vederti!

    Ma cara, cosa stai dicendo? Non capisco…

    Ah, non capisci, e questo allora lo capisci?

    Disse lei mostrandogli il messaggio rivelatore.

    Velocemente lui diede un’occhiata al visore e la sua espressione cambiò di colpo. Impallidì, si guardò attorno, poi cominciò a balbettare.

    Ma… ecco… Lucy, cosa credi? Cosa pensi? ... io…

    Roby, per piacere risparmiami la commedia.  Pensi che io sia così idiota da crederti dopo aver letto questo messaggio di… Amanda? Amanda! Bel nome vero? Molto romantico. E di cognome come fa? Troya?

    Lucy, ascolta ti spiego.

    Non spiegare niente perché non c’è niente da spiegare. E’ tutto così evidente! Tu hai un’altra donna, non so da quanto ma non ha importanza se è un giorno, un mese o un anno… capisci che non fa nessuna differenza? Il fatto è che … oh, ma cosa sto a parlare con te! Vattene Roby.

    Ascolta Lucy, non vuoi che ne parliamo un momento, come due persone civili?

    Non mi sembra che tu ti sia comportato molto civilmente. Due persone civili? Cosa significa secondo te? Che uno può tranquillamente avere un’amante? È questa la tua civiltà? O vuoi farmi capire perché hai un’amante? Se non fosse disgustoso sarebbe interessante sentire cosa hai da dire, ma te lo risparmio. Vattene, vattene, esci dalla mia vita. Riesci a capirlo che non ti voglio più vedere?

    E va bene, ma non è come pensi…

    Ah no? E com’è allora?

    E’ molto più grave.

    Cosaaaa?

    "Beh, te la sei voluta, mia cara. Sì, ho un’altra. Ma non è un’avventuretta e lei non è una troya come gentilmente l’hai chiamata tu. Noi ci amiamo."

    Malgrado ciò che provava dentro nel sentire quelle parole, Lucy non si lasciò annientare, almeno apparentemente.

    Dentro di lei si stava scatenando l’inferno e sentimenti di rabbia, odio, impotenza e indignazione le davano in quel momento l’unica forza che le serviva per tener testa alla situazione. Lentamente sillabò:

    Vi amate? Ma davvero? Ah, beh, questo cambia tutto secondo te vero?

    Sì cambia tutto, hai perfettamente ragione, te lo avrei detto tra poco… quando sarebbe nato il figlio che Amanda aspetta. Capisci ora? Amanda aspetta un figlio, un figlio mio!

    Un figlio! A questo Lucy non aveva pensato e questa rivelazione la colpì come un pugno allo stomaco.

    Alla luce dei fatti non cambiava molto, almeno per lei. Che lui avesse un figlio o meno questa era solo una conseguenza del fatto che l’aveva tradita, però messa davanti a questa verità, qualcosa dentro di lei si spezzò e capì perché l’aveva tradita.

    Lei non poteva avere figli.

    Capitolo 3

    Lucy aveva sempre saputo di non poter avere figli. Anche Roby naturalmente lo sapeva. Dopo il secondo aborto spontaneo le era stata diagnosticata una neoplasia e quindi aveva subito un’isterectomia per asportare sia l’utero che le ovaie e il tumore non si era riformato. I cinque fatidici anni durante i quali avrebbe potuto manifestarsi di nuovo erano passati e lei poteva dirsi fuori pericolo.

    Tutti e due avevano vissuto con grande timore questo periodo. Roby aveva fatto il possibile per esserle vicino in quel frangente e l’aveva spesso rassicurata dicendole che a lui non importava nulla di avere un figlio. Ciò di cui si preoccupava era la salute di Lucy. Null’altro gli importava. E quando lei aveva espresso il suo rammarico per non poter essere madre, lui l’aveva consolata dicendole che i bambini non erano poi così importanti. Solo lei lo era, ai suoi occhi. E se la vedeva addolorata per il dispiacere di non poter diventare mamma le diceva che potevano prendere in considerazione la possibilità di adottare un bimbo.

    Poi il tempo aveva lenito il dispiacere e Lucy accettò l’idea di non poter procreare. L’adozione le pareva un ripiego e crescere un figlio non suo era una cosa che la spaventava un po’, per tanti comprensibili motivi.

    Durante quei cinque anni, trascorsi i quali Lucy avrebbe potuto essere certa di aver vinto il cancro, la loro unione era stata perfetta e lo spettro della malattia era stato sconfitto. Altri tre anni erano passati e sia lei che Roby non avevano più pensato al fatto che non avrebbero avuto alcun erede.

    Così almeno credeva lei. Ma adesso tutte le sue certezze e soprattutto la sua impossibilità di diventare madre le erano cadute addosso riaprendo una vecchia ferita.

    Ora doveva combattere contro un dolore antico e accantonato, ma che tornava imperioso e drammatico: quello di non poter partorire.

    E inoltre doveva confrontarsi con una verità che le era caduta addosso come un macigno: la mostruosità che suo marito avrebbe avuto un figlio da un’altra donna.

    Si sentiva esclusa e messa da parte come una cosa inutile. Tutto quello che avevano costruito insieme non contava più nulla perché era stato solo una finzione. Quante volte si era sentita dire:

    Accanto a me non sentirai mai la mancanza di un bimbo. Io riempirò la tua vita a tal punto che non avrai mai il tempo per piangere.

    Era una bella frase, e per confermarla erano arrivati i fatti.

    La prima vacanza in barca a vela, i viaggi in posti affascinanti, i safari, le lunghe corse su spiagge dorate di isole lontane e tutto ciò che poteva farle capire che la vita sarebbe stata ugualmente piena di cose degne di essere vissute.

    Grazie al suo lavoro, Roby non aveva problemi di denaro e se Lucy lavorava, lo faceva solo perché non le andava di fare la casalinga.

    Ma tutto questo era solo una maschera, dietro la quale si celavano altre verità. Adesso lo capiva. Roby aveva sempre voluto un figlio, anche se a lei aveva detto il contrario. Questo era tristemente palese ed evidente. Altrimenti perché cercarlo con un’altra donna? Perché non si era accontentato di un’avventura extraconiugale? Beninteso, la cosa non cambiava affatto. Il tradimento era sempre lì, in primo piano, come una montagna invalicabile, ma la motivazione faceva ancor più male perché colpiva la sua sfera intima, perché la faceva sentire una donna incompleta, perché metteva in evidenza la capacità di Roby di mentirle così spudoratamente.

    Così si chiedeva se avrebbe preferito che lui glielo dicesse subito che i figli erano importanti per lui, e che se non ci fossero stati, eh…beh… allora…

    Allora, secondo Lucy, sarebbe stato meglio che lui fosse stato sincero. Lei avrebbe accettato una separazione, anche a costo di soffrire, ma sarebbe stato più facile capire. Così no, non poteva capire. L’inganno era una cosa odiosa che lo rendeva meschino e disprezzabile. Sì, disprezzo era ciò che sentiva. Disprezzo per lui, per la situazione che ormai era diventata insostenibile.

    Lei, lui, un’amante, senza dubbio molto più giovane. Beh, lei non era certo vecchia… avrebbe ancora potuto, per l’età, avere un figlio, ma sicuramente Amanda Troya era più giovane…

    Oh ma cosa andava a pensare! Cosa importava Amanda o la sua età! Non era quello che scottava sulla sua pelle come un’ustione.

    Ora c’era solo una cosa da fare.

    Ricominciare la sua vita senza Roby.

    Capitolo 4

    Roby era stato preso alla sprovvista. Quel giorno, tornando a casa, non avrebbe mai immaginato che la dimenticanza del cellulare potesse rivelare il suo segreto. Era talmente fiducioso del rispetto della sua privacy da parte di Lucy che quando si era accorto di non avere con sé il suo telefono non ci aveva pensato più che tanto. È incredibile come a volte, certi uomini, non si preoccupino minimamente di tutelare i propri segreti. O si credono inattaccabili o non considerano affatto ciò che potrebbe essere compromettente.

    Infatti perché non cancellare un messaggio così pericoloso? Forse per il piacere di riguardarlo ogni tanto? Sembrerebbe meschino, però a volte succede. Ad ogni modo, qualunque fosse stato il motivo della dimenticanza, a Roby stava costando cara.

    Dopo il primo, debole tentativo di negare, visto che ormai Lucy era a conoscenza del suo tradimento, secondo lui, tanto valeva che sapesse tutto. Così si sarebbe tolto un grosso peso dalle spalle. Lei gli aveva detto di sapere tutto, ma era certa di sapere veramente tutto? Ebbene, no, lo sapeva proprio tutto. E in quel momento, per difendersi dalla giusta reazione di Lucy, non trovò arma migliore che rivelarle che la sua tresca non era come pensava lei, ma era una scelta ben ponderata e il figlio che sarebbe nato ne era la dimostrazione.

    Sapeva molto bene che dolore sarebbe stato per Lucy questa rivelazione, ma a sangue caldo non aveva saputo resistere, ne mantenere il segreto, almeno sulla nascita.

    Lucy, dal canto suo era annichilita. Questa verità era stata per lei una pugnalata.

    La frase "Amanda aspetta un figlio, un figlio mio" era stata per lei come un insulto. Per un attimo le sembrò di vivere nel tempo in cui le donne sterili venivano colpevolizzate e ripudiate, ma fu solo un attimo.

    Rimase a lungo senza dire nulla ma guardandolo intensamente. Nella sua mente, una ridda di pensieri si accavallavano con una velocità spaventosa, tanto veloci da toglierle la parola, ma quando riuscì a parlare fu stranamente calma e fredda.

    Roby, sotto quel muto sguardo, si sentì mancare la terra sotto i piedi. Capì di essersi spinto troppo oltre e si pentì di non averglielo detto in un modo migliore o in un altro momento, ma Lucy non gliene aveva dato il tempo.

    Non sapendo che altro fare cercò di avvicinarsi a lei per prenderle le mani per cercare un contatto.

    Lucy si scostò violentemente da lui dicendo:

    Non osare toccarmi nemmeno con un dito!

    Poi, in tono più pacato ma che non ammetteva obiezioni soggiunse:

    Non voglio sapere altro. Mi sembra che sia abbastanza, ma a questo punto te ne devi andare. Subito! Non voglio vederti neanche un minuto di più! Vattene! Vai da un amico, in un albergo, da Amanda, va dove vuoi, va all’inferno, ma esci da questa casa. Qui non ti ci voglio. Chiaro?

    Ma Lucy, non potremmo parlarne?

    Esci di qui immediatamente! Sibilò lei a denti stretti.

    Ma … dovremmo pure …

    Esci!

    Disse spingendolo verso la porta.

    Va bene, vado, ma dovremmo pure rivederci! Io ti ho voluto bene e te ne voglio ancora.

    Sparisci dalla mia vista. Vai viaaaaa!

    Ora Lucy stava urlando.

    Roby capì che ogni altra parola sarebbe stata inutile. Avrebbe aspettato il momento migliore per trovare un accordo con lei, non fosse altro che per tornare a prendere le sue cose.

    Ma questo naturalmente era l’ultimo dei pensieri di Lucy.

    Capitolo 5

    Lucy aveva letteralmente buttato fuori di casa Roby. Ora che lui se n’era andato si sentì sfinita. Si accasciò su di una poltrona e si prese la testa tra le mani. Rimase così per qualche minuto cercando di calmarsi. Poi si alzò, andò in bagno, si lavò la faccia e si ravviò i capelli. Nel farlo si accorse che stava tremando. Le mani mostravano un tremito che lei non sapeva trattenere.

    Alcune lacrime le rigarono il viso, ma lei non se ne accorse nemmeno

    Si sentiva umiliata, sconvolta e indignata. Prima di trovare il cellulare di Roby la sua vita era quella di sempre. Una vita felice, con un marito attento e che l’amava, come lei amava lui. Avevano una bella casa, una buona situazione finanziaria, avevano superato insieme un brutto periodo e tutto sembrava filare per il meglio, ma improvvisamente Il loro rapporto non esisteva più, niente più era come prima e il peggio era che non lo sarebbe stato mai più. La sua vita era stata sconvolta.

    Un momento prima di leggere il messaggio andava tutto bene, immediatamente dopo il mondo le era crollato addosso. Un attimo, un attimo solo era bastato per cambiare per sempre la sua esistenza.

    Ora che cosa avrebbe fatto? Questa era la prima domanda alla quale non sapeva dare una risposta. Sapeva solo che il suo amore per lui era morto in un istante e che non poteva pensare nemmeno vagamente che ci potesse essere una riappacificazione o un chiarimento qualsiasi.

    Il filo che li teneva uniti si era spezzato.

    Non poteva ipotizzare nessun futuro. C’era solo il presente. C’era solo la sua vita che improvvisamente era stata stravolta. Ciò che le faceva più male era aver saputo che per tanto tempo, chissà quanto, Roby le aveva mentito. Su ogni cosa, sempre.

    Aveva mentito quando la baciava, così come quando seduti l’uno accanto all’altra sorseggiavano un aperitivo, o quando lui le raccontava ciò che gli era successo durante la sua giornata, o quando la notte, nel buio e nell’intimità del letto cercava il suo amore e accarezzava il suo corpo. Dio, che schifo! Se ripensava alle loro notti d’amore si sentiva assalire dalla nausea, e sapeva che ormai doveva cancellare ogni suo ricordo.

    Doveva farlo se voleva andare avanti.

    Capitolo 6

    Roby in un certo senso aveva ottenuto ciò che da tempo desiderava. Cambiare vita, creandone una nuova con Amanda, la sua dipendente e amante. Ora però, dopo il confronto avuto con Lucy si stava rendendo conto che non era così semplice mettere una pietra sopra un passato durato otto anni, durante i quali avevano vissuto esperienze toccanti, costruendo giorno per giorno la loro vita insieme.

    Lei lo aveva messo di fronte alla realtà. Doveva andarsene senza mai più tornare. Questo gli creava uno strano disagio. Lui amava Lucy. Poi però era successo qualcosa che non aveva previsto.

    Una sera, qualche mese prima, dopo una cena di lavoro, aveva accompagnato a casa Amanda perché la sua auto si era guastata.

    Lei lo aveva invitato a salire per un bicchierino. Al primo bicchiere, altri ne erano seguiti e si era fatto tardi. A quel punto Roby, troppo alterato per guidare, lasciò che Amanda gli si sedesse accanto. Lei aveva cominciato ad accarezzarlo. L’alcool stava facendo il suo effetto e non ci volle molto perché le loro labbra si incontrassero e i loro corpi diventassero una cosa sola. Il tempo trascorse senza che lui se ne accorgesse e si rese conto di che ora fosse solo quando vide che la sera era diventata notte. A quel punto si era rivestito in fretta per tornare a casa, non prima di aver inviato un messaggio a Lucy:

    "Amore, ho dovuto recarmi fuori città, sto tornando. Penso di essere a casa tra un’ora. Non aspettarmi alzata, ti amo."

    Troppo tardi anche per il messaggio, avrebbe dovuto inviarglielo prima, ma sapeva che Lucy non avrebbe sospettato nulla.

    Per lui quella serata non aveva avuto un significato, amava sua moglie e non aveva mai avuto intenzione di tradirla, ma era successo. Giurò a se stesso che non ci sarebbe stata una seconda volta. Conosceva storie di amici o colleghi che avevano fatto la sua stessa esperienza e si era sempre stupito di come si potesse conciliare moglie e amante. Però stavolta era successo a

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1