La maledizione dello Yorkshire
By Anna Nihil
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La maledizione dello Yorkshire - Anna Nihil
bene
1
È strano, sono qui, distesa con gli occhi chiusi, eppure ho una percezione chiarissima di quello che ho attorno. C’è un solo faro acceso, in alto a destra, ed è puntato su di me, non c’è una parte del mio corpo che non sia riscaldata dal suo fascio luminoso. Altri cinque minuti così e mi sciolgo. Riesco a percepire esattamente dove finisce la luce e inizia il buio, reso ancora più profondo dal silenzio penetrante della platea. Sento lo scricchiolio delle tavole, sta arrivando finalmente, è in ritardo.
La conoscete la storia di Romeo&Giulietta, no? Siamo al punto cruciale: Romeo con la disperazione nel cuore è corso a Verona, ha raggiunto la sua Giulietta, ormai distesa su un freddo banco di marmo. Sapendola morta, decide di uccidersi bevendo del veleno, non può immaginare la sua vita senza di lei. Butta giù il veleno in un sol colpo, «Ecco, al mio amore!», con le ultime forze rimaste la bacia teneramente, «Con un bacio io muoio» e cade a terra senza vita.
Giulietta si sveglia, non era morta, era solo addormentata da una pozione! Vede il suo Romeo, capisce che il piano architettato con fra Lorenzo è fallito, scoppia a piangere disperata.
Trova una boccetta fra le mani di Romeo, «Cos’è? È stato questo veleno a ucciderti? Egoista! Non hai lasciato nemmeno una goccia perché io possa raggiungerti... Ti bacerò sulle labbra, chi sa che non sia rimasto un po’ di veleno che possa darmi la morte e la pace...»
Giulietta bacia il suo Romeo nella speranza di cogliere qualche goccia del fatale veleno, ma resta un vano tentativo.
Turbata da rumori lontani, arriva all’estrema conclusione: «C’è qualcuno! No, non aspetterò più! Oh, caro pugnale, arrugginisci qui, immerso nel mio sangue!»
Così Giulietta muore stringendosi al suo amato. Il crudele destino dei due amanti è compiuto.
Cala il sipario.
Il pubblico applaude emozionato, e io, che interpreto Giulietta, non posso che essere felice del successo. Ho sentito il pubblico singhiozzare e soffrire con il mio personaggio, vuol dire che ho fatto bene il mio lavoro.
Il sipario si riapre, si accendono le luci in platea, finalmente il pubblico ha un volto, mille volti diversi. Ringrazio e ricambio lo sguardo di chi mi osserva ammirato, in particolare le signore della prima fila che mi urlano: «Brava! Brava e Bella! Bravissima!». Sono soddisfazioni. Io vivo solo per questo, l’applauso del mio pubblico.
Non mi monto la testa, non c’è pericolo, so che molti, soprattutto molte di loro, sono qui per il mio Romeo, interpretato da Romeo Merisi. Lui è la celebrità della compagnia. È conosciuto dal grande pubblico grazie a fiction da record d’ascolti come Drammaticamente tuo e Sospira, se vuoi. Sono la sua faccia e il suo nome in cartellone che attirano il pubblico, senza di lui la sala non sarebbe così piena, senza di lui non ci sarebbe tanta richiesta, senza di lui non ci sarebbe la R.M.C.T., ovvero la Romeo Merisi Compagnia Teatrale.
Si richiude il sipario definitivamente. Per oggi è finita così. Abbracci, saluti, commenti e complimenti fra di noi e via tutti a struccarsi.
Tutti tranne Romeo, che alla fine della serata è assediato da fan e giornalisti. Non ho neanche il tempo di parlargli, sopraggiunge una procace giornalista a distrarlo da me.
«Romeo... Romeo Merisi!» miagola lei.
«Sì?» risponde Romeo sibilando come un serpente e sfoderando il suo sorriso malandrino.
Lei vorrà fargli le solite patetiche domande. Non me lo perdo per niente al mondo. Mi piace osservare fino a che punto riesce ad arrivare la stupidità umana.
«Romeo, oltre al nome, cos’altro hai in comune con il tuo personaggio?».
Ah, brava! Questo non l’avevano mai chiesto, se non altre trecento volte! Inizia bene la ragazza!
«Molto, sono un gran romanticone».
Sì, come no! Allora perché a me viene spontaneo pensare piuttosto una cosa tipo gran coglione
?
«Qual è la cosa più romantica che hai fatto per una donna?»
«Regalare un libro di poesie d’amore con un cesto di rose rosse. È il regalo più romantico che si possa fare. Non ci sono mai abbastanza parole per dichiarare il proprio amore, per fortuna arrivano i poeti in nostro soccorso».
A me non ha mai fatto un regalo del genere, lui odia i poeti! Per me sono dei geni, per lui dei pazzoidi che non sanno parlare in modo diretto e pretendono che gli altri perdano tempo a capirli leggendo fra le righe un significato che non conoscono neanche loro. Non so se sono riuscita a spiegarmi... non importa, andiamo oltre.
«Sei bello, romantico e saggio!», Romeo fa un sorriso di circostanza fingendo imbarazzo per tali lusinghe. «È vero che presto ti rivedremo in tv?»
«Sì, certo, devo molto alla tv, le mie fiction sono state tutte un successo di critica e di pubblico... ma ti dirò, ci sono progetti anche per il cinema, sto valutando le moltitudini di copioni...».
Moltitudini? Va bene darsi arie, dare di sé un’immagine sempre vincente, ma questo è troppo! Questa è la stupidaggine che fa traboccare il vaso, non sopporto più di star qui a sentire.
«È stato un piacere, ringrazio Romeo Merisi».
«Il piacere è tutto mio, un saluto alle amiche e a gli amici a casa!»
Meno male, finalmente questa giornalista da quattro soldi se ne va. Ma guarda come sorride e ammicca mostrando la scollatura!
Ma cosa crede di poter ottenere? Carina, Romeo ti asseconda solo per garantirsi che il servizio per la tv venga bene!
Ecco ora il solito gruppetto di fan invasate che gli saltano addosso, lo abbracciano e sbaciucchiano a loro piacimento. Sono tutte emozionate e agitatissime, solo una ha il coraggio di dire qualche parola in più e farsi portavoce delle altre: «Romeo, ti adoriamo! Abbiamo visto tutte le tue fiction, abbiamo registrato tutte le puntate! Abbiamo fondato un fan club su internet per te!»
Poi, un po’ alla volta, prendono forza anche le altre, riescono a dire qualcosa tipo: «Un autografo», «Un bacio», «Una foto».
Tutte queste attenzioni, tutte queste moine che Romeo asseconda con tanta (anche troppa!) gentilezza, non le sopporto, più che un fan club di Romeo Merisi, io fonderei un vaffanclub! Meglio non continuare a farsi del male guardando quel concentrato d’ipocrisia.
Mentre mi approssimo a entrare nel mio camerino ho una gradita sorpresa, arriva anche per me un timido ammiratore con un mazzo di rose rosse!
«Nadia Levi... lei è bellissima... è veramente fantastica!».
I complimenti fanno sempre piacere, adesso riesco a giustificare Romeo, mi addolcisco e mi intrattengo volentieri a parlare con il mio ammiratore, lo ammetto, atteggiandomi da civettuola per piacergli ancora di più.
«Può farmi un autografo?»
«Ma certo! Per...»
«Eugenio Michetti!»
Buttando una sbirciatina di soppiatto, mi accorgo che ora è Romeo a guardarmi geloso, tira un sospiro di sollievo quando saluto il mio ammiratore, «Grazie mille, è stato bellissimo conoscerla!» e mi chiudo finalmente in camerino.
Il mio camerino è minuscolo ma grazioso, sulla parete di fronte, in fondo, c’è lo specchio e il mobiletto con tutto quello che serve per il trucco, a destra l’attaccapanni per gli abiti, a sinistra la cassettiera, bianca, molto semplice. Finalmente qui posso rilassarmi.
Poggio le rose sulla cassettiera a sinistra e apro il secondo cassetto, prendo una scatolina, inizio a rimetterci dentro i ferretti che mi tengono i capelli posticci, non ho i capelli lunghi come Giulietta. Mentre mi libero da questi affarini e sto per sedermi comoda sulla sedia davanti allo specchio del trucco, irrompe di colpo Romeo: «Amore!» e mi stringe forte a sé.
Sono colta di sorpresa, mi sento alquanto confusa e imbarazzata, ma lui incurante del mio disagio tenta di baciarmi, «Sei bellissima, fantastica, straordinaria! Io e te siamo una coppia...», lo fermo poggiandogli la mano sulle labbra.
«Frena l’entusiasmo! Devo dirti...» poi guardo gli occhi di Romeo così colmi d’amore e ci ripenso, «No, forse ora non è il momento giusto...»
«Infatti, tesoro... » coglie subito l’occasione.
«No! È il caso invece! Senti è da un po’ che ci penso... è da un bel po’ che stiamo insieme, anzi, forse anche da troppo... ci ho pensato tanto... io sono cresciuta, qualcosa dentro di me sta cambiando, sta crescendo dentro di me...»
Romeo ha la testa altrove, non mi ascolta neanche, ritenta di baciarmi, le nostre labbra si stanno per sfiorare quando apre la porta Lavinia, la produttrice! Perché, per chi non lo sapesse, i produttori servono anche a teatro, non solo al cinema. «Ehi, voi due!»
Romeo, colto in flagrante, mi spinge via contro la cassettiera, peccato che avevo richiuso male il tiretto e prendo in pieno lo spigolo. «Aaahhh!»
«Nadia! La scena del balcone!» sbotta Romeo fingendo di discutere sulla performance della serata.
«Aaahhh... ahh! Quella scena!» lo assecondo trasformando il mio urlo di dolore in consenso. «Io ho recitato la mia parte alla perfezione».
Romeo, insiste nella finta discussione: «Non direi...»
Continuo a stargli dietro, «Cosa? Non osare mettere in dubbio il mio talento!»
Interviene Lavinia: «Ma possibile che voi due state sempre insieme...»
«Sì, ma per lavoro!» chiarisce subito Romeo.
«Potessimo ne faremmo anche a meno!» aggiungo.
Lavinia sorride: «Infatti! Vi vedo sempre insieme, però... a litigare come matti! Invece dovreste andare d’accordo! Più feeling c’è fra gli attori, migliore è il risultato!» così dicendo si avvicina e ci abbraccia entrambi stringendoci per le spalle.
«Beh, c’è sempre l’eccezione alla regola!»
Lavinia ride di gusto e ci stringe forte in quello che, più che un abbraccio, ora sembra una presa da wrestling. «Siete due maledetti professionisti! Siete fantastici così! In particolare, senza nulla toglierti, Nadia, adoro, impazzisco, per il mio genio della recitazione!». Come potrebbe non essere così? È innamorata pazza di lui da una vita! «Tesoro, andiamo a casa?» propone languidamente Lavinia a Romeo.
«Ehm... no... aspetta un attimo! L’ultimo commento!» Romeo cerca una scusa per stare ancora con me qualche secondo.
«Oh, ma su, vai, tesoooro! Caspita, ma quanto siete carini insieme! Andate, andate piccioncini!». Sono delusa, stanca, so che non riuscirei a dire a Romeo quello che voglio e quindi colgo l’occasione per