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Zombi West. La leggenda di Kiana Muerte
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Ebook99 pages1 hour

Zombi West. La leggenda di Kiana Muerte

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About this ebook

Un pericolo minaccia la vita dell’intero West i cui popoli potrebbero non vedere più il nuovo secolo alle porte. La cacciatrice di taglie più temuta del West, Kiana Muerte, è l’unica a non temere gli orrori che si celano nell’ombra. Incaricata dallo sceriffo Benneth di Cannas City di scoprire il mistero delle sparizioni e mettervi fine si accinge ad affrontare la sfida più ardua della sua vita. Riuscirà a scoprire gli orrori e mettervi fine prima che per il mondo cali per sempre il sipario?
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 22, 2019
ISBN9788892683464
Zombi West. La leggenda di Kiana Muerte

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    Zombi West. La leggenda di Kiana Muerte - Manuel Mura

    633/1941.

    Prologo

    Fu il nitrire forte dei cavalli a svegliare il giovane Luke che, beato, dormiva nel letto di paglia vicino ai suoi genitori nella piccola dimora.

    Anche se lì dentro ci stavano a stento per loro quello spazio rappresentava il paradiso.

    Era stato Buck, il padre di Luke, a costruirla su una collinetta in una zona isolata ma fiorente, circondata da prati fioriti e boschi rigogliosi.

    Certo, andava ampliata e migliorata; ma col tempo ne avrebbe fatto una piccola reggia: essere lontani dalla civiltà aveva favorito il lato dinamico di ogni componente della famiglia spingendolo a migliorarsi sempre più.

    Erano da poco in quel luogo appartato nel vasto West e fortunatamente non avevano mai avuto problemi da parte di nessuno, banditi o indiani che fossero. I primi difficilmente percorrevano quel tratto di strada impervio e lontano dai sentieri delle città dove solitamente facevano rapine mentre i secondi si limitavano a passare, osservare e riprendere il cammino.

    A ogni modo si erano armati nel caso avessero avuto visite inattese: Buck, per essere un allevatore, se la cavava bene con le armi, era una dote naturale, e anche sua madre all'occorrenza sapeva come adoperarle.

    Lo stesso Luke da grande sarebbe voluto diventare esperto e il padre gli aveva promesso che gli avrebbe insegnato tutto quel che sapeva.

    Per questo Luke non vedeva l'ora di crescere: usare bene le armi e lavorare nei campi così come cavalcare erano le sue passioni.

    Con gli animali aveva un certo feeling e riusciva a farli stare buoni in fretta tant'è che suo padre chiamava sempre lui quando c'era qualche problema o bisognava curare le loro ferite.

    In quel momento erano molto agitati e nitrivano forte, tanto che si stupì che i suoi non si fossero svegliati. Avevano il sonno pesante dovuto anche ai lavori estenuanti per la casa a cui si aggiungevano tutte le altre faccende: allevare gli animali, lavorare i campi, procurarsi cibo e acqua, lavare i panni e mille altre cose.

    Luke uscì dal letto cercando di fare meno rumore possibile e si recò alla stalla posta di fianco la casa.

    Una volta dentro prese una lampada che era lì appesa e illuminando la stalla non trovò niente di anomalo.

    Poteva esserci qualche predatore e si ricordò di non essere armato.

    Quel pensiero gli mise i brividi ma a parte la suggestione non vide niente di anomalo.

    Al momento avevano quattro cavalli, due maschi e due femmine, tutti di colore marrone scuro con qualche chiazza nera. Erano tutti agitati.

    <>

    Si avvicinò al maschio più grosso che riusciva a rendere mansueto con la sua sola presenza e contrariamente al solito l'animale continuava a nitrire e scalciare: di sicuro se non ci fosse stata la porta a bloccare l'entrata sarebbe scappato dalla stalla.

    Luke non capiva cosa avessero: si avvicinò ulteriormente ma non scorse nulla di strano.

    <> aggiunse.

    Non appena finì di dirlo sentì un rumore non troppo lontano, come di terreno calpestato.

    Preoccupato potesse trattarsi di qualche animale, magari un puma, uscì di corsa con la lampada davanti a sé.

    Anche se il fuoco era minimo, i suoi gli avevano sempre detto che era sufficiente a far rallentare un animale feroce, giusto per avere il tempo di scappare velocemente.

    Quello che però vide alla debole luce della lampada lo lasciò totalmente senza parole: davanti ai suoi occhi una massa informe di creature orrende come non ne aveva mai viste in vita sua.

    Avevano la pelle pallida in alcuni punti staccata dal corpo da cui sporgevano le ossa, e gli occhi vuoti sembravano fissare qualche punto lontano. A tratti sembrava anche si illuminassero di giallo aumentando la paura del giovane che urlò con quanto fiato conservava in gola dimenticando ogni cosa, compresa la lampada, corse più veloce che poté dentro casa.

    Suo padre appena sveglio lo rimproverò di essere uscito senza avvisare ma si fermò notando il suo volto pallido.

    <>

    <>

    Non riusciva a parlare e tremava tutto mentre indicava in direzione della stalla.

    <>

    <>

    Suo padre comprese immediatamente che c'era pericolo e svegliò rapido la moglie Caroline che a fatica si sollevò dal letto chiedendo cosa stesse succedendo.

    Luke raccontò cosa aveva visto fuori mentre d'improvviso i cavalli iniziarono a nitrire sempre più forte. Buck prese il fucile e corse fuori all'esterno.

    Una piccola parte di terreno erboso bruciava alla debole fiamma della lampada precedentemente caduta e questo diede la possibilità di illuminare la zona facendo vedere anche all'uomo l'orrore visto da Luke qualche minuto prima.

    Riuscì solo a gridare per la paura e l'incredulità e subito la voce si trasformò in un urlo di dolore e disperazione mentre i mostri lo assalirono uccidendolo a morsi.

    Caroline e Luke non riuscivano a credere a ciò che vedevano: abbracciati e immobili dentro casa pregavano solo che non toccasse anche a loro quella terribile sorte ma capirono subito che si sbagliavano.

    In pochissimo tempo gli zombi furono in casa e i due poveracci poterono solo urlare dalla paura per la fine orrenda che stavano per fare.

    Ci fu il silenzio: l'era dei Morti era cominciata.

    Assalto alla diligenza

    La diligenza correva rapida lungo il sentiero pianeggiante della lunga valle che occorreva attraversare prima di giungere in città.

    Sollevava molta polvere che tuttavia non bastava ad offuscare la vista dei numerosi inseguitori che spronavano i loro cavalli per ridurre sempre più la distanza.

    Il cocchiere guardò dietro di sé cercando di scorgerli: il sole del primo pomeriggio, anche se leggermente coperto da nuvole, dava una panoramica completa sugli uomini che si avvicinavano sempre più e ciò spinse l'uomo a spronare ulteriormente i quattro grossi cavalli che, anche se robusti, erano ormai stanchi. Il peso della diligenza con i suoi quattro passeggeri a cui si aggiungeva lo spaventato cocchiere che gli urlava a più non posso rappresentavano un carico troppo pesante ora.

    L'ometto alla guida, quasi calvo anche se relativamente giovane, era da parecchi anni che faceva quel mestiere e non aveva mai avuto grossi problemi o fatto brutti incontri, fino a quel momento.

    Faceva lo stesso percorso da sempre, andando a valle fino alla città seguente per poi tornare indietro.

    Era un giro breve il suo; aveva una modesta diligenza e quel luogo del vasto West era poco abitato e ancora in fase di sviluppo.

    Essendoci grandi vallate ancora in parte inesplorate i primi coloni cominciavano a piantare il seme della civiltà, ma si trattava di un'operazione che avrebbe richiesto molti anni prima di dare i suoi frutti e ora si era solo all'inizio.

    Inoltre erano tutte zone in cui vivevano diverse

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