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Vibroenergismo. Una nuova guida all'esistenza vol.2
Vibroenergismo. Una nuova guida all'esistenza vol.2
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Ebook770 pages9 hours

Vibroenergismo. Una nuova guida all'esistenza vol.2

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"VIBROENERGISMO - Una nuova guida all'esistenza", vol.2.

Esposizione dell'Ideologia Vibroenergetica finalizzata ad una migliore comprensione di sè per ottenere un maggior livello di Benessere Psicofisico. È citato nel romanzo "L'ideologia che mi ha cambiato la vita", vol. 2 della trilogia "La Dama dei Cristalli".
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 24, 2019
ISBN9788831600439
Vibroenergismo. Una nuova guida all'esistenza vol.2

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    Vibroenergismo. Una nuova guida all'esistenza vol.2 - Silvana Bertoli Battaglia

    Vol.2

    Introduzione

    Se si considera la vita un insieme di prove quotidiane da affrontare e superare o un viaggio pericoloso da compiere, ecco che una guida è più che necessaria: è indispensabile.

    Il Vibroenergismo è appunto questa guida perché in qualsiasi situazione basta farvi riferimento per trovare la giusta soluzione, o quella che offre il miglior rapporto fra l'impiego di risorse e i risultati che si possono ottenere.

    In questo saggio è illustrato il modo in cui il Vibroenergismo può ritenersi una valida guida all'esistenza, se vogliamo dar credito a Platone quando nell'Eutidemo osserva che la filosofia non è solo scienza, cioè conoscenza della realtà ma si deve accompagnare alla saggezza.

    E la saggezza viene definita come la capacità di agire secondo virtù e ragione o l'equilibrio nel comportamento nel consiglio, che è frutto di una matura consapevolezza ed esperienza. Perciò nella filosofia è implicita una saggezza che guida l'esistenza.

    La saggezza, quindi, è la regola generale dell'esistenza, perciò possiamo considerare il Vibroenergismo come una guida alla nostra esistenza, al nostro modo di pensare, di interpretare ciò che accade dentro e attorno a noi e agire di conseguenza: basta seguire determinate regole dettate dalla Natura stessa, che si possono sintetizzare nelle 3 Leggi di Natura, con tutto il corollario ideologico-comportamentale che le accompagna.

    Se si seguono le Leggi di Natura non si potrà mai sbagliare, perché sono le leggi che regolano tutto l'Universo, lo stesso di cui anche noi facciamo parte e inoltre, interpretando in chiave Vibroenergetica qualsiasi emozione o problema di natura fisica, psichica o mentale, si è certi di trovare la spiegazione esatta e la soluzione corretta.

    Perché il principio che sta alla base del Vibroenergismo è l'Energia Vibrazionale presente sempre e ovunque: e quindi rappresenta il punto fermo non solo della nostra esistenza ma dell'intero Universo.

    Le Leggi individuate dal Vibroenergismo sono le stesse che hanno consentito all'Universo di formarsi, che lo continuano governare e che lo faranno anche quando non ci saremo più. Perciò possono considerarsi molto più affidabili di quelle ideate dagli uomini, soggette a continue modifiche per stare al passo con le inevitabili variazioni che avvengono nella struttura sociale e nella cultura di un popolo.

    Quindi le Leggi di Natura, proprio per il loro carattere universale e atemporale, si possono considerare come gli unici punti fermi nella vita, le uniche costanti della vita, e non solo quella umana.

    I filosofi fin dall'antichità hanno cercato un principio unico, causa di tutte le cose che sono, come sostiene Aristotele, e hanno creduto di trovarlo negli elementi della realtà fisica, nelle idee della realtà della mente e in un essere creatore nella realtà spirituale.

    Ma oggi la nostra ricerca è terminata: non solo sappiamo come si è formato l'Universo e la materia (Big Bang), ma ne conosciamo anche le Leggi Fisiche e Quantistiche. Ci resta solo da applicare queste Leggi Universali anche all'uomo. Quello che si propone appunto di fare questo nuovo sistema filosofico.

    Cap.1

    Pensiero Vibroenergetico come qualità di vita

    Secondo Albert Camus l'interrogativo fondamentale della filosofia è se la vita merita di essere vissuta, ma non ha senso un interrogativo di questo genere, perché la vita è, esiste indipendentemente da quello che ciascuno di noi potrebbe pensare. Perché la vita è l'espressione della Natura la cui I° Legge è proprio la Sopravvivenza, cioè l'esistenza di tutti indistintamente, a qualsiasi regno naturale appartengano.

    L'uomo dovrebbe domandarsi piuttosto se la sua vita, e quella delle persone con le quali ha rapporti, e l'ambiente in cui vive, sono qualitativamente e quantitativamente vissute al meglio e adoperarsi per migliorarla sempre più.

    Non è una questione di merito ma di durata e di qualità, e oggi non è più necessario cercare il modo migliore per farlo, perché c'è già e si chiama Pensiero Vibroenergetico.

    L'uomo, e non solo quello occidentale, non può fare a meno di cercare di capire la realtà e soprattutto di dare un senso alla sua vita e a ciò che lo circonda, ma questa comprensione globale gli è sempre sfuggita. Adesso però ha in mano tutti gli elementi necessari per giungere alla soluzione. Adesso possiede tutte le tessere del puzzle: quello che gli ci vuole è la volontà unita al coraggio per farlo.

    Perché ci vuole coraggio?

    Perché deve abbandonare tutto ciò che conosce, tutto ciò che gli hanno insegnato a credere, e fare un vero e proprio salto di paradigma ideologico e culturale.

    Fino ad oggi gli hanno fatto credere che gli elementi che compongono il Tutto siano la materia e lo spirito. Ma non è così.

    Esiste solo la Materia che però non corrisponde a quella sensibile (materia ordinaria) ma in essa è presente anche una componente energetica (Energia Vibrazionale). È l'Energia Vibrazionale che anima per così dire la materia ordinaria; che le dà quella forza, quell'Energia, che le consente non solo di vivere, secondo la definizione classica di vita (nascita, movimento, riproduzione e morte), ma fa sì che Tutto sia collegato e operi attivamente su Tutto.

    Ciò che è stato definito spirito non è altro che l'Energia Vibrazionale, e sul quale è stato costruito tutto un impianto religioso ed etico, con le conseguenze disastrose di cui ancora oggi siamo testimoni, come se non ci fossero già abbastanza motivi per combattersi, legati alla sopravvivenza fisica, economica e culturale.

    Il Vibroenergismo, eliminando il dualismo materia-spirito, viene a far cadere almeno uno dei motivi di contrasto fra gli uomini. Inoltre, modificando il concetto di bene-male in benessere-malessere, elimina quella tensione psicologica ed emotiva legata ai diversi gradi di osservanza dei precetti religiosi o etici.

    Perchè qui non si tratta di fare del bene o del male agli altri, o a se stessi, ma di essere in una condizione di benessere o di malessere: condizione che si riflette inevitabilmente anche sugli altri.

    Guardando la vita attraverso le lenti del Pensiero Vibroenergetico, tutto ciò appare diverso perché diverse sono le premesse dalle quali si parte (Materia).

    Il Vibroenergismo non è un movimento filosofico materialista o pragmatista o naturalista o illuminista o umanista o razionalista o esistenzialista o positivista o strutturalista. Infatti, pur avendo elementi in comune con questi sistemi filosofici del passato¹, si differenzia da essi per la sua radicale estraneità a tutto ciò che viene catalogato, classificato, sotto l'etichetta di spirituale, divino, divinità.

    Il Pensiero Vibroenergetico è la soluzione per evitare di essere annientati dalla paura di vivere e di morire, dalla paura della sofferenza fisica e psichica e dall'ignoranza che le alimenta entrambe, dalla paura di condurre un'esistenza infelice piena di tribolazioni di ogni tipo: fisico (malattie), mentale (incertezze) ed emotivo (preoccupazioni).

    Il Pensiero Vibroenergetico può essere considerato come la naturale evoluzione del Pensiero Razionale che fin dall'inizio, dalla Civiltà Ellenica, ha caratterizzato la cultura occidentale, come la sua continuazione, alimentata dalla costante indagine sulla realtà, che ha portato a nuove scoperte.

    Evoluzione del pensiero umano legato all'indagine sulla realtà

    Se in Epoca Ellenistica il pensiero filosofico era orientato verso la realtà e la sua comprensione, nell'epoca successiva, l'Età Alessandrina, la fusione del Pensiero Greco con il Pensiero Orientale, ed Ebraico in particolare, portò al fiorire di teorie fantasiose, di superstizioni curiose e di pratiche e culti stravaganti, tutte basate sulla preoccupazione del destino dell'anima dopo la morte.

    La spiegazione che viene data di questo orientamento è incompleta, essendo imperniata su questioni politiche ed economiche (smembramento dell'impero di Alessandro).

    Ma i problemi materiali che questo ha comportato non bastano a spiegare il rifiuto dell'uomo per la vita concreta e il suo orientamento verso questioni metafisiche, esoterico-spiritualistico, magico-ritualistico, etc. Infatti occorre tener presente che i filosofi ellenici avevano già spremuto dalla realtà tutto ciò che potevano, e non possedevano le conoscenze tecnico-scientifiche necessarie per andare avanti.

    È stata proprio questa stasi nella ricerca scientifica che ne ha provocato l'arresto, lasciando al contempo campo libero alla fantasia e quindi all'elaborazione delle teorie più astruse, prive di fondamento scientifico.

    Questo ha congelato la ricerca scientifica per circa 15 secoli ed ha trovato maggior resistenza che in precedenza (vedi Galileo) proprio a causa del consolidarsi della visione della realtà in chiave spiritualistica.

    Alcuni, dando per scontato l'esistenza di entrambi, sosterranno la necessità, o addirittura l'indispensabilità, di sviluppare i due aspetti: scientifico e spiritualistico.

    Ma le cose non stanno affatto così: l'aspetto spiritualistico dell'esistenza è pura invenzione, creata con l'unico scopo di compensare la mancanza di conoscenza scientifica così da non lasciare nell'uomo quel vuoto ideologico, quell'incertezza data dalla non conoscenza (ignoto, ignoranza) che lo spaventa tanto.

    È l'ignoranza che fa paura all'uomo, è il non sapere, il non riuscire a capire, perché la conoscenza rende l'uomo libero: libero dalle superstizioni e dalle false ideologie, e soprattutto libero da coloro che vogliono imporla ad altri per il proprio tornaconto.

    La libertà è la condizione fondamentale per potersi evolvere e l'evoluzione è il fine, lo scopo, la base di tutto.

    In Epoca Alessandrina² si cercò di supplire alla stasi nella ricerca della realtà in modo scientifico e razionale (ad eccezione del campo medico dove fiorivano le ricerche anatomiche e fisiologiche grazie alla pratica della dissezione) volgendosi ad altri campi, come se nascondessero verità occulte che attendevano solo di essere svelate e cercando risposte laddove tuttavia non le si poteva trovare, come l'Astrologia, l'Alchimia, la Magia, l'Esoterismo e lo Spiritualismo.

    È ovvio che tutto ciò apparisse più attraente, avvolto in quell'alone di fascino che solo il mistero può avere in tal quantità, rispetto alla fredda realtà e alla saggezza disincantata ad esempio di Epicuro.

    È ovvio che in quei secoli caratterizzati da un caotico fermento spiritualistico, in cui rientra anche il Cristianesimo, ragione e realtà dovessero apparire talmente inadeguate e insufficienti a rispecchiare le esigenze degli uomini dell'epoca che volevano sapere di più su se stessi e sul mondo, e non capivano la differenza fra comprendere e conoscere³.

    Ma non si può parlare di evoluzione se manca un rigoroso contatto con la realtà osservata e osservabile, neppure se si usano parole efficaci allo scopo.

    Eppure anche le parole possiedono una loro Energia (all'inizio era il verbo... dalla Bibbia). Energia che non deriva tanto dalla materia con la quale sono scritte (inchiostro, gesso, colori,...) o sulla quale sono scritte (carta, pelle, stoffa, pietra, materiali plastici, ...) quanto dal significato, dalle emozioni che suscitano in noi.

    È per questo che è così importante la scelta delle parole: non è certo un problema di grammatica o di sintassi.

    Così ad esempio l'uso delle maiuscole serve ad avvisare il lettore che si tratta di una parola importante, a cui si deve prestare la massima attenzione, come una sorta di semaforo lampeggiante.

    Le parole servono a concretizzare i nostri pensieri, a dare loro una forma, una veste fisica percepibile dai nostri sensi.

    Sia la parola sia i pensieri possiedono una particolare Energia perché agiscono sul piano mentale che è strettamente collegato a quello fisico. Il fulcro di tutto questo sistema è il cervello, l'unico in grado di fare da mediatore fra il mondo fisico e quello non fisico (o spirituale che dir si voglia).

    Purtroppo vi sono più parole per esprimere i vari concetti. Sarebbe bello se una parola fosse concordemente usata da tutti, perchè così non ci sarebbe più alcun malinteso.

    Però, più importante dell'equazione 1 significato = 1 parola, è quella di 1 significato = 1 concetto, idea, perchè è più importante essere concordi sul significato delle parole che usare tutti le stesse. Occorre badare più alla sostanza, all'essenza, che alla forma. Non essere superficiali, non guardare solo all'apparenza ma approfondire il concetto profondo, il significato che sta dietro le parole. Questa sarebbe una buona regola da seguire in qualunque momento e per qualunque cosa.

    Potenzialità dell'intelletto

    È vero che a partire da Aristotele, -e i molti Filosofi Classici, greci e latini, Medievali, Rinascimentali e Moderni che hanno seguito la strada da lui indicata-, si è creduto nelle potenzialità dell'intelletto umano, ma solo per quanto concerne le cose materiali e le leggi che le governano, mentre per comprendere ciò che esula dal puro e semplice ragionamento queste capacità dell'intelletto vengono messe in discussione fino alla negazione più radicale.

    Ecco perchè si è reso necessario ideare un nuovo elemento che potesse colmare la lacuna creatasi in base a queste premesse. E, dal momento che l'uomo è fra tutti gli esseri viventi quello maggiormente dotato di raziocinio, è stata ipotizzata l'esistenza di qualcosa o di qualcuno superiore a lui in grado di fare ciò che a lui non era possibile: la Divinità.

    Il tutto è nato da un grosso equivoco basato sulla scarsa conoscenza delle potenzialità dell'intelletto umano da parte dei pensatori-filosofi di un tempo. Partendo col piede sbagliato (dualismo antitetico spirito-materia, fisica e metafisica) non potevano far altro che proseguire cercando di non inciampare sui vari ostacoli intellettuali (incongruenze) che man mano incontravano, aggiustando il passo con nuove ipotesi e teorie che consentissero loro di andare avanti lungo la strada che avevano intrapreso.

    In pratica a un errore iniziale se ne sono aggiunti in seguito molti altri nel tentativo di preservare la validità della premessa.

    Il Vibroenergismo, nella sua ricerca della verità, al di là e al di sopra di qualsiasi credenza, ideologia o preconcetto, è giunto all'origine del problema cercando di comprenderne la natura e di risolverlo.

    Quello che ne è emerso è il totale ribaltamento di ciò che è stato insegnato: non esiste il dualismo materia-spirito perché lo spirito non esiste, cioè non esiste nulla di metafisico. Tutto si riduce a materia, ma non quella che tutti conosciamo, o per meglio dire che ci hanno insegnato a credere, ma un tipo di Materia molto più complessa e articolata che non si esaurisce nella sua fisicità ma va oltre fino a includere anche una parte che non era mai stata presa in considerazione: l'Energia Vibrazionale.

    Molte antiche culture, diverse da quella Occidentale, avevano ipotizzato l'esistenza di una forma di Energia, ma non l'avevano mai associata alla materia, anzi l'avevano posta in contrapposizione ad essa. In tal modo il problema del dualismo materia-spirito non era stato risolto, ma solo spostato su un altro piano (energia-materia).

    Il Vibroenergismo ha avuto il coraggio di andare controcorrente e così è riuscito nell'intento di conciliare ciò che è tradizionalmente ritenuto fisico da ciò che non lo è.

    Dalla constatazione che la Materia è composta da una parte fisica e una parte energetica deriva una profonda, radicale, modifica del modo di pensare e di intendere la vita, perché ciò che prima veniva attribuito alla Divinità ora trova una spiegazione razionale diversa.

    Ma non è solo la religione in generale a venir messa in discussione, perché grazie all'identificazione delle Leggi che regolano la materia, -che non sono leggi puramente fisiche-, cambia completamente il modo di gestire la propria vita anche in relazione con gli altri.

    Perciò cambia anche l'etica nei rapporti fra Individuo e il resto dell'Universo e fra i singoli Individui, a livello sia interpersonale sia istituzionale. Cambia il metodo di cura, che non si esaurisce nei metodi conosciuti e ufficializzati e che si occupano solo della parte fisica della Materia, ma si estende alla Vibroenergetica, riguardante il trasferimento di Energia (Vibrazionale e Universale) da un essere umano a un altro o da un essere umano a un animale, a un vegetale, a un minerale o a un oggetto, e viceversa.

    Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale, forse la più grande che sia mai avvenuta nel corso della storia dell'uomo, perché non si focalizza su un solo aspetto, -come può essere quello economico nel caso della Rivoluzione Industriale o intellettuale come nei vari Movimenti Filosofici o nella Rivoluzione Culturale Russa, o etico dato dal Cristianesimo o dal Protestantesimo-, anche se poi finiscono per influenzare tutto il modo di pensare e di vivere dell'uomo, perché l'uomo non è fatto a compartimenti stagni ma è un complesso insieme di interrelazioni di vario genere.

    Ecco perché l'individuo libero, cioè dopo che si è liberato dalle pastoie degli Schemi Mentali, riesce a interagire con l'Energia tramite la propria mente, purchè adotti le Regole del Decalogo come regole di vita e rispetti le Leggi di Natura.

    L'uomo è l'unico fra gli esseri viventi in grado di farlo coscientemente, perché possiede il cervello più sviluppato e il sistema nervoso più complesso. Ma solo sviluppando anche questa sua capacità potrà affermare di avere esaurito le sue potenzialità, non prima.

    Adottare il Pensiero Vibroenergetico: perché?

    Non è mai troppo tardi per cambiare rotta, per voltare pagina abbandonando tutto ciò che ha costituito il nostro credo⁴, per ripudiare quell'insieme di convenzioni sociali, culturali, politiche o religiose inculcateci fin da piccoli allo scopo di educarci, o che abbiamo acquisito nel corso degli anni per curiosità o per disperazione.

    Per disperazione, sì. Perché al di là di tutte le nozioni scolastiche che fanno parte del bagaglio culturale di un individuo, la propensione verso un'ideologia laica o religiosa contiene sempre una ricerca personale che mira ad alleviare un disagio psicologico, un'insoddisfazione o una paura: e l'ideologia è appunto la risposta.

    Ma come mai si sono create le condizioni affinché tutto ciò avvenga?

    Perché fin dall'inizio l'impostazione dell'esistenza era sbagliata, e quindi insoddisfacente. E la prova è lì, sotto i nostri occhi: da un lato l'aggressività che sfocia in una guerra o nella sopraffazione fisica e psicologica, dall'altro la passività, la rinuncia, la sottomissione ammantata da sacrificio laico o religioso oppure la fuga nei piaceri puramente materiali che forniscono una soddisfazione immediata.

    Tutti atteggiamenti da condannare sia perché partono da presupposti errati, sia perché conducono alla distruzione di se stessi e degli altri, contravvenendo in tal modo alla I° Legge di Natura, la Legge della Sopravvivenza.

    Di questa impostazione sono responsabili anche le informazioni sociali fornite dai mass media (radio, tv, quotidiani, rotocalchi,...) che finiscono per costituire i soli punti di riferimento, -e non solo per i giovani ancora in via di formazione-, in cui non trovano posto qualità come il rispetto e la salvaguardia della libertà altrui, progenitori di tutte quelle qualità naturali in senso laico ed etico o virtù in senso religioso, che caratterizzano, o per meglio dire dovrebbero caratterizzare, l'essere umano.

    Ecco perché prima si cambia e meglio sarà per se stessi e per chi ci sta attorno.

    Nei giovani questo cambio di rotta è più facile, meno traumatico e più rapido, perché in loro non si sono ancora consolidati gli Schemi Mentali che caratterizzano gli adulti, anche se con modalità diverse.

    Le basi dell'esistenza vengono gettate nei primi anni di vita, ed è importante che siano fatte bene se non vogliamo ritrovarci da adulti con una struttura mentale simile alla Torre di Pisa.

    Ma anche per gli adulti esiste la speranza di migliorare la propria vita.

    Certo il lavoro sarà più lungo e faticoso perché per poter costruire qualcosa di nuovo devono prima abbattere il vecchio. Però gli adulti possiedono una maggior determinazione e forza di carattere, affinatesi nel corso degli anni in seguito alle prove che hanno dovuto superare e che potranno tornar loro utili in questo duplice lavoro di eliminazione e ricostruzione.

    Perciò forza! Basta solo un po' di attenzione per comprendere i vantaggi che questo nuovo modo di concepire la vita può offrire e di buona volontà per uscire ad ottenerli.

    Sapere esattamente cosa si deve fare è già un ottimo punto di partenza per riacquistare la fiducia in se stessi.

    Inoltre, il Pensiero Vibroenergetico è in grado di potenziare nella maniera più corretta il proprio individualismo, perché fa emergere tutto il proprio potenziale e lo incanala nella giusta direzione.

    Si può dire che il Pensiero Vibroenergetico ripristina la sintesi fra Occidente e Oriente degli inizi della storia della Filosofia Occidentale relativa al senso della vita che poi si è andato differenziando sempre più con il passare dei secoli.

    L'Ideologia Vibroenergetica offre una vita migliore, più ricca ed equilibrata, perchè solo se c'è l'Equilibrio (II° Legge di Natura) si può vivere procedendo sulla via dell'Evoluzione (I° Legge di Natura: Sopravvivenza) e Ottimizzare le proprie risorse per ottenere sempre di più (III° Legge di Natura).

    Pensiero Vibroenergetico,

    una guida del vivere quotidiano

    Grazie a questo nuovo modo di affrontare la vita, dubbi, incertezze e indecisioni scompaiono all'istante, come per magia. Ma non c'è proprio nulla di magico in esso. Non si tratta di formule magiche sotto forma di frasi positive da ripetersi come dei mantra, fino a quando non si sono fissate così profondamente nella mente e nella psiche. E, anche se il loro lodevole scopo è quello di aiutare a riacquistare la fiducia in se stessi, il metodo che usano, spesso, non lo è altrettanto.

    Si tratta dell'ennesima violenza sull'individuo. E il fatto che sia autoinflitta anziché provenire dagli altri non cambia affatto la sostanza; proprio come le ferite dovute all'autoflagellazione non sono meno dolorose e non sanguinano meno di quelle inflitte, ad esempio, dai carnefici alle streghe e a coloro che non si sottomettevano al volere dei potenti (volere laico) o della Chiesa (volere religioso).

    Le cosiddette frasi positive non sono né più né meno che nuovi condizionamenti sovrapposti ai vecchi: gli Schemi Mentali messi in opera fin dalla prima infanzia che fanno parte della cultura di un paese o di un popolo.

    Si potrebbe obiettare che anche il Pensiero Vibroenergetico, per il fatto stesso di venire proposto come linea guida di un modo di pensare, è una sorta di condizionamento: ma non è vero.

    Qualsiasi tipo di condizionamento ideologico (politico, religioso, culturale, estetico, artistico, economico, etc.) è qualcosa di artificioso, creato dall'uomo o più precisamente da un gruppo di persone che vogliono ottenere uno scopo: far affermare le loro idee, il loro modo di pensare, per dar vita a una società così come l'hanno ideata.

    Ma, anche ammettendo siano animati esclusivamente da motivazioni altruistiche, per il bene del popolo, -e non può esserlo a causa della Legge della Sopravvivenza (I° Legge di Natura) che è la molla della vita-, si tratterebbe ugualmente di un'imposizione ideologica. E il fatto che si possa andare dalla forza coatta alla persuasione subliminale, con tutte le sfumature intermedie, è solo una scelta di stile dettata dalla necessità di raggiungere l'obiettivo.

    Il caso del Pensiero Vibroenergetico invece è diverso perché non è un mio pensiero personale, ma un modo di pensare universale di cui io sono semplicemente lo strumento razionale necessario per potersi manifestare. È lo stesso di quanto avviene sul piano energetico quando il terapista energetico di Reiki o di Vibroenergetica, -con le debite differenze-, si fa strumento per il passaggio di Energia.

    Io sono semplicemente lo strumento per la trasmissione dei concetti che regolano il Tutto, tutto ciò che esiste: le 3 Leggi di Natura con tutti i loro corollari. Non le ho inventate io ma la Natura stessa. Io le ho semplicemente scritte, dopo aver analizzato ciò che è avvenuto (Big Bang) e che avviene oggigiorno sia sul nostro pianeta sia nell'intero Universo. Da qui la denominazione di Energia Universale per quella parte di Energia Cosmica Primordiale che non si è strutturata in materia ordinaria e che non si è aggregata ad essa diventando Energia Vibrazionale.

    Il Pensiero Vibroenergetico insegna a interpretare ciò che accade fuori e dentro di noi alla luce delle Leggi di Natura. Nessuno, per quanto dotto, saggio o illuminato, sarà mai in grado di trovare soluzioni migliori di quelle adottate dalla Natura. Perché dunque prendersi la briga di elaborarne altre, sapendo già in partenza che saranno peggiori di quelli già esistenti? È controproducente e perciò stupido, e va contro la III° Legge dell'Ottimizzazione delle risorse.

    Adottare il modo di pensare Vibroenergetico è molto semplice, basta solo porsi la domanda: "Sto contravvenendo in qualche modo a una o più Legge di Natura?".

    Se la risposta è sì, occorre fare marcia indietro e trovare un'altra soluzione per raggiungere il proprio scopo. Se la risposta è no si può procedere, ricordandosi sempre che ogni passo che si fa, ogni decisione che si prende, ogni atteggiamento che si assume, devono essere sempre valutati alla luce del rispetto delle 3 Leggi di Natura.

    Ma si badi bene, rispettare le Leggi di Natura non va interpretato come un vincolo alla propria libertà di scelta, perché una scelta sbagliata non è una scelta ma un suicidio, come si può riscontare in politica e in economia, dove una scelta sbagliata porta al fallimento dei propri progetti.

    A livello personale accade la stessa cosa, sia nei rapporti con gli altri in campo professionale ed emozionale, e sia nel rapporto con se stessi in campo psicofisico ed intellettuale. Una scelta sbagliata porta un senso di malessere che può trasformarsi in vere e proprie patologie, nella somatizzazione del mal di vivere.

    Mentre, adottando il modo di pensare Vibroenergetico si è sicuri di fare sempre la scelta giusta, anzichè rovinarsi stupidamente la vita con le proprie mani. Inoltre grazie a questo modo di pensare si riesce entrare in contatto costruttivo con l'Energia, con il risultato non solo di acquisire un alto livello di Benessere Psicofisico, ma anche di riuscire a trasferire questo benessere sugli altri: sulle persone con le quali veniamo in contatto ogni giorno, siano essi amici, parenti o estranei, e sia sull'ambiente che ci circonda, che sia quello in cui passiamo abitualmente molte ore a casa, in ufficio, a scuola, in palestra, etc. o quelli che frequentiamo saltuariamente durante meetings, feste, spettacoli, etc.

    La capacità di interagire attivamente con l'Energia, anzichè semplicemente lasciarsene pervadere, fa sì che si possa diventare artefici del proprio Benessere Psicofisico, e quindi migliorare la qualità della vita con le nostre mani. Perché non è la durata della vita che ci può rendere felici ma la sua qualità.

    Il valore intrinseco della vita è dato dal modo in cui la si vive, tutto il resto è artificiosa demagogia, ideata per giustificare l'incapacità di fornire una soluzione concreta ed efficace per rendere la vita migliore.

    Il Pensiero Vibroenergetico non vuole essere il nuovo dogma del III° millennio. Ciascuno è libero di adottarlo oppure no, perchè lo scopo non è fare proseliti bensì informare le persone che esiste un metodo valido per migliorare la vita di ciascuno: indipendentemente dalla razza, dalla cultura, dalla nazionalità, dalla religione, dal ceto sociale o dalla classe (nei paesi in cui sono tuttora in vigore), perché la Natura è di tutti e tutti viviamo nello stesso Universo, e perciò le sue Leggi sono anche le nostre Leggi.

    Il Pensiero Vibroenergetico è per tutti, a condizione che abbandonino i vecchi Schemi Mentali e i vecchi dogmi, -eretti artificiosamente per regolamentare il comportamento umano-, perché sono stati elaborati senza tener conto del contesto generale in cui viviamo: la Natura che include anche il nostro Universo.

    Dobbiamo riavvicinarci alla Natura nella sua totalità e non limitarci a salvaguardare l'ambiente naturale. Questo è solo uno degli aspetti della complessità della Natura, ma ne esistono altri come l'Energia che ha dato origine all'Universo di cui anche noi facciamo parte, e le Leggi che lo regolano permettendogli di sussistere.

    Allo stesso modo, noi possiamo superare tutti problemi personali, sociali, ambientali o planetari che costellano la nostra esistenza solo se modifichiamo il modo di vederli e di enfatizzarli oltre al modo di affrontarli.

    Il Pensiero Vibroenergetico è la soluzione più naturale per vivere bene, non solo per sopravvivere.

    Perciò si può dire che questo sistema filosofico poggia su un ottimismo di fondo che deriva dalla osservazione dell'Uomo, della Natura, dell'Universo. Un'osservazione che va oltre la pura apparenza, la fisicità di ciò che esiste, ma penetra all'interno della Materia per scoprirne il nocciolo, le Energie che la animano, e all'interno della Natura per scoprire il modo in cui è organizzata individuandone le Leggi fondamentali.

    L'ottimismo del Vibroenergismo nasce anche dalla comprensione della Realtà che poi si evolve nella soluzione ai vari problemi di carattere pratico ed etico-conoscitivo. Perché solo la Conoscenza può dare la tranquillità, e la tranquillità psicofisica origina l'ottimismo.

    Il Vibroenergismo è un sistema filosofico ottimista perché sa che l'uomo possiede gli strumenti per migliorare la propria vita e quella degli altri, il proprio presente e il proprio futuro.

    Quindi non è un ottimismo basato sulla cieca fede o sulla speranza, ma sulla conoscenza che deriva dall'osservazione e dall'elaborazione razionale dei dati così raccolti.

    Ma se oggi, se ci si guarda attorno, si vede che la quantità la fa da padrone rispetto alla qualità. E non mi riferisco solo alle cose materiali (più beni, più denaro) ma tutto: più prestigio, più potere, più rispetto (quel tipo di rispetto che viene preteso per sé ma non concesso agli altri), più figli (anche se non vale per il mondo occidentale che sa equilibrare il rapporto vantaggi-costi, cioè l'ottimizzazione delle risorse), vita più lunga, etc.

    In tutto ciò la qualità della vita, che racchiude tutti gli altri tipi di qualità, perde ogni importanza: ci si preoccupa solo del quanto e non del come si vive, di quanto si possiede e non di cosa si possiede.

    La quantità produce solo falsa apparenza, fornisce una falsa sicurezza e assicura un falso benessere, perché sta tutto in superficie. Mentre la qualità affonda le radici in profondità, ancorandoci strettamente alla Vita offrendoci una visione anche di ciò che sta al di sotto dell'apparenza.

    Ecco perché una "Vita di Qualità è più ricca di contenuti, di soddisfazioni, di gioia di una vita basata sulla quantità".

    È pur vero che da sempre l'uomo ha cercato di migliorare la qualità della propria vita, ha cercato di procurarsi il cibo nella maniera più facile, di rendere più piacevole la sua breve vita, di alloggiare più comodamente, circondandosi di bellezza prodotta dalle cosiddette belle arti (pittura, scultura,...) o da altre arti come la musica o da hobby creativi: l'uomo insegue il benessere psicofisico, e poco importa se proviene da oggetti o da stati d'animo.

    Ma tutto questo, pur esprimendo l'aspetto qualitativo della vita, non può misurare la qualità della vita, perché possiede pur sempre un fondamento quantitativo. Cioè la qualità della vita viene misurata più in base alla qualità di quanto si possiede che alla qualità effettiva della vita, in base ai valori nostri e di coloro con cui entriamo in contatto.

    Per smorzare l'effetto che questo modo materialistico-edonistico di intendere la vita avrebbe avuto sull'umanità, alcune persone che vedevano oltre e ne scorgevano le disastrose conseguenze, idearono modelli di comportamento atti a sottrarre alla vita materiale e fisica parte della sua importanza, ma senza giungere a negarla per evitare l'autodistruzione della specie umana.

    Questo è avvenuto sia in Occidente sia in Oriente, mediante l'affermarsi di una ideologia religiosa o filosofico-religiosa. In tal modo si è riusciti a togliere alla vita il vero valore qualitativo, senza privarla del suo valore quantitativo.

    Ma per evitare che l'uomo andasse alla ricerca del valore qualitativo perduto gliene stato fornito uno in sostituzione, che consiste nel considerare la vita terrena semplicemente come una preparazione alla vera vita ultraterrena, dopo la morte, o alle vite successive.

    Questo concetto presuppone che la vita terrena non possieda alcun valore intrinseco, e che quindi vada vissuta quantitativamente, -avendo però sempre bene in mente il suddetto scopo-, anzichè qualitativamente.

    Tutto ciò ha portato l'uomo a considerare qualità ciò che non è altro che quantità; e questo vale per qualunque aspetto della vita, primo fra tutti quello riguardante l'esistenza stessa della vita: la salute e la sua durata.

    Ecco perchè da sempre l'eroismo è stato esaltato come una delle massime espressioni della vita, anche se può portare alla morte. La religione ha proclamato santi o martiri le persone che hanno rinunciato alla vita per difendere il diritto a conservare le loro idee religiose, mentre la storia ha proclamato eroi coloro che hanno sacrificato la loro vita per salvare quella di altre persone o per difendere il diritto alla libertà o le loro idee politiche.

    Eppure se una persona vuole rinunciare alla propria vita qualora ritenga che essa non rientri più in uno standard qualitativo accettabile, ecco che tutti insorgono e si affannano a condannare l'empio che ha osato affermare in tal modo l'importanza qualitativa della vita.

    Ma perché dovrebbe essere considerato un peccato o un crimine decidere di voler restituire alla vita il suo autentico carattere qualitativo sostituendolo a quella parodia che ci è stata imposta da così tanto tempo?

    Da ogni parte si inneggia alla qualità della vita, -culturalmente, politicamente e eticamente, a condizione però che questa qualità non vada a scapito della quantità. Salvo poi lamentarsi che gli standard qualitativi non sono adeguati alle esigenze dell'uomo.

    Il fatto è che la società umana, così come si è evoluta, a prescindere dalle differenze culturali dei vari popoli, ha cercato di salvare capra e cavoli, cioè ha cercato di far convivere due aspetti della vita così diversi e spesso in antitesi fra loro, attraverso una formula di compromesso che ormai non può più reggere.

    Ed è proprio il voler mantenere in piedi culturalmente una soluzione che alla luce dei fatti si sta rivelando inadeguata, per non dire sbagliata, che sta creando tanti problemi nell'uomo moderno.

    Oggi l'uomo è più evoluto culturalmente e non si accontenta più delle spiegazioni e delle motivazioni che le istituzioni (religiose, filosofiche) stanno tramandando da migliaia di anni, però non sa trovarne altre che possano reggere alla verifica con la realtà della vita. Perciò si trova in una situazione di notevole incertezza, perché ciò che gli è stato detto non lo convince più ma non vede alternative.

    Questo lo porta a una condizione di estrema vulnerabilità e perciò è facile preda di coloro che, grazie al loro carisma, si vogliono ritagliare uno spazio nella società e nella storia accogliendo attorno a sé un numero sempre maggiore di seguaci, discepoli, accoliti, per affermare il loro prestigio e magari incrementare il loro conto in banca.

    L'unico modo per evitare di scivolare sempre più nel baratro dell'insicurezza esistenziale, consiste nell'aggrapparsi all'autentico valore qualitativo della vita: quello cioè che considera gli aspetti quantitativo-materiali e quantitativo-temporali in maniera subordinata all'aspetto energetico.

    Perchè solo l'aspetto energetico può attribuire alla vita il suo valore qualitativo, non avendo limitazioni temporali e materiali.

    L'Energia Vibrazionale è presente ovunque e non si esaurisce mai, -come aveva brillantemente intuito il grande Einstein dicendo in natura niente si crea è niente si distrugge ... anche se non si riferiva espressamente l'Energia Vibrazionale-, perchè è insita nella Materia ed è costantemente alimentata dall'Energia Universale che attraversa i suoi spazi interatomici.

    Ed è proprio interagendo con l'Energia (v. "Decalogo", cap.4) che l'uomo migliora la sua vita qualitativamente e quantitativamente di riflesso, poiché il benessere psicofisico che ne ricava ne prolunga la durata.

    Ma il punto fondamentale non è questo, anche se tutti noi vorremmo che la vita non avesse mai fine. La lezione che dobbiamo ricavare dalla capacità di interagire con l'Energia Vibrazionale e Universale è che è meglio vivere bene cioè in piena salute fisica e benessere psicofisico per un certo numero di anni, piuttosto che prolungare artificiosamente un'esistenza fatta di malattie, di cure e di sofferenze fisiche e psicologiche.

    Non rientra nei canoni previsti dalla Natura⁵ il prolungare artificialmente la durata (quantitativa) della vita attraverso l'accanimento terapeutico, a scapito della qualità della vita del paziente. Perciò, la lotta che i medici intraprendono quotidianamente non deve limitarsi ad allontanare quanto più possibile la morte, prolungando la durata della vita, ma deve estendersi ad includere anche la qualità della vita nella lotta per la vita. La loro deve essere considerata come una lotta per la vita, non contro la morte. Questi sono due concetti ben diversi.

    Perciò diciamo sì a tutto ciò che può essere utile per migliorare il livello qualitativo della vita, ricorrendo anche alle Terapie Energetiche, ma diciamo no a quanto serve unicamente a prolungare quantitativamente la vita privandola di quel valore indispensabile che la rende degna di essere vissuta.

    Pensiero Vibroenergetico per risolvere i nostri problemi

    Tutti sanno cos'è un problema: è l'impossibilità di raggiungere uno scopo, un obiettivo; ma non tutti sanno come fare per risolverli.

    Se così non fosse gli studi di medici, psicologi e psichiatri non sarebbero così affollati, e non si vedrebbero per strada tante facce preoccupate. Questo perché purtroppo, nonostante gli sforzi, l'esperienza e la competenza, non sono in grado di padroneggiare la situazione, in quanto nell'equazione impegno + conoscenza = risultato voluto è presente anche una variabile: il caso, la sorte, il destino, la fortuna-sfortuna, o comunque la si voglia chiamare.

    Ma perché questa nuova visione Vibroenergetica dei problemi e della vita dovrebbe riuscire là, ove filosofia, psicologia, spiritualismo o esoterismo hanno fallito?

    La risposta è semplice. Perché alla variabile si sostituisce un dato preciso identificabile, e speriamo presto anche misurabile scientificamente non solo rilevabile empiricamente attraverso i fatti, la capacità di interagire con l'Energia Vibrazionale e l'Energia Universale.

    Questa capacità, che risiede nel nostro cervello, è la chiave di volta per affrontare con serenità qualsiasi problema si incontri nella vita, dai più semplici (come trovare un parcheggio) ai più complessi (come vivere felicemente), da quelli fisici (come guarire da una malattia) a quelli psicologici o mentali (come acquisire fiducia in se stessi), da quelli materiali (come migliorare il proprio bilancio economico avanzando di carriera) a quelli filosofico-esistenziali, riuscendo a rispondere alle eterne domande sulla natura, origine e scopo della vita umana e della vita in generale.

    Perché è grazie a questa capacità che l'uomo può finalmente controllare la propria vita e la realtà in cui vive, eliminando in tal modo qualsiasi fonte di incertezza e di imponderabilità.

    La capacità di interagire con l'Energia supplisce a qualsiasi carenza dell'individuo, così che più nulla sia superiore alle sue forze.

    In pratica, saper gestire l'Energia Vibrazionale e l'Energia Universale significa saper affrontare al meglio qualsiasi imprevisto, qualsiasi novità e qualsiasi cambiamento nel corso della propria esistenza.

    È quanto espresso dalla Teoria Vibroenergetica, che si basa sostanzialmente su due elementi: la struttura fisico-energetica della realtà e le potenzialità dell'uomo.

    È possibile sintetizzare in questo modo nell'espressione: "La realtà è un fattore oggettivo non soggettivo e si manifesta secondo due aspetti: uno materiale in senso stretto e uno energetico in senso lato, e l'uomo è perfettamente in grado di percepirla attraverso i suoi sensi, i 5 Sensi Fisici e un sesto, il Senso Vibroenergetico. Inoltre l'uomo può modificare la realtà intervenendo sulla sua componente energetica provocando i cosiddetti fenomeni paranormali. Il grado di modificazione dipende dalla sua capacità di interagire con l'Energia Vibrazionale presente nella materia e con l'Energia Universale al di fuori di essa".

    La tesi della soggettività della realtà dovuta alla soggettività della percezione è destinata a cadere definitivamente nel momento in cui sarà possibile misurare oggettivamente la componente energetica della Materia, e quindi della realtà, e cioè quando saranno a disposizione apparecchiature in grado di rilevare, e quindi misurare, sia l'Energia Vibrazionale presente nella Materia, uomo compreso, e l'Energia Universale che circola liberamente al di fuori della materia ordinaria, e sia il livello di percezione dell'individuo.

    E così, tramite esse, si potrà finalmente parlare di soggettività della percezione della realtà esclusivamente in riferimento all'individuo (soggettività relativa della realtà) ma non più di soggettività assoluta e oggettiva della realtà.

    La realtà di per sé è oggettiva, non soggettiva, e non è utile al fine della conoscenza proseguire nell'errore di confondere l'oggetto (realtà) con il soggetto (percezione individuale) o di generalizzare estendendo le caratteristiche del soggetto all'oggetto.

    Grazie alle ricerche in campo quantistico, la duplice componente energetica e fisica-materiale della Materia è un fatto ormai assodato e non si può non tenerne conto, perciò è giunto il momento di abbandonare la dualistica concezione di tipo aristotelico: fisico e metafisico, materiale e immateriale, cioè spirituale.

    Alla luce delle nuove conoscenze si può parlare solo di materiale-energetico, in riferimento non solo alla realtà di ciò che ci circonda e anche di ciò che è dentro di noi.

    Perciò tutto va rivisto in chiave Vibroenergetica. Tutto va reinterpretato attuando una sorta di salto di paradigma perché ben poco, per non dire nulla, può essere salvato delle vecchie conoscenze, in quanto non rientra nella visione della realtà di tipo Vibroenergetico.

    Per quanto riguarda le capacità di percezione energetica dell'uomo, questa va ricercata nelle enormi potenzialità del cervello umano, efficacemente sostenuto dall'intero sistema nervoso, nel quale rientrano anche gli organi di senso che ricevono le informazioni provenienti dall'esterno.

    Si sa che tutte le operazioni mentali e fisiologiche che un individuo può compiere non coinvolgono più del 50% della capacità del cervello, a voler essere davvero generosi, e quindi resta un ampio margine di manovra per tutte quelle operazioni che riguardano le questioni energetiche: percezione e trasmissione.

    È da qui che nasce la convinzione sulle enormi potenzialità umane che non si esauriscono nella gestione della propria Energia, perché attraverso essa è possibile interferire su quella di tutta la Materia e quindi anche su se stessi e sugli altri.

    Ecco perché è così importante imparare non solo interagire con l'Energia Vibrazionale e l'Energia Universale, ma soprattutto apprendere il modo eticamente corretto di utilizzo delle stesse, così come è esposto nel Vibroenergismo, il nuovo sistema filosofico, e nella Psicologia Vibroenergetica, la nuova interpretazione della psiche umana.

    Vantaggi del Pensiero Vibroenergetico: più forti e fortunati

    Sotto il profilo psicologico il Pensiero Vibroenergetico rende più forti perché si basa sulla consapevolezza di:

    1. non essere soli, ma entrando nel Circuito Energetico Universale si è parte del Tutto

    2. poter disporre di una marcia in più, cioè della potenza dell'Energia Universale con la quale influire sull'esterno, ma sempre in maniera lecita, beninteso, perché in caso contrario si uscirebbe automaticamente dal Circuito Energetico Universale, in quanto sono state violate le Leggi di Natura.

    Questa consapevolezza porta a uno stato di grande sicurezza, di fiducia in se stessi. La capacità di interagire con l'Energia è come una specie di elisir, una pozione magica come quella di Asterix, ma inesauribile e sempre a disposizione, che ci permette di affrontare tutti e tutto con la sicurezza, la tranquillità di uscirne vincitori.

    Ma non si deve credere che si tratti di autosuggestione, perché l'Energia così acquisita è realmente a nostra disposizione e si somma all'Energia Vibrazionale personale. Diventiamo praticamente invincibili e in grado di tenere a bada tutti coloro che, non seguendo le Leggi di Natura, si mettono automaticamente al di fuori della possibilità di beneficiare della Forza dell'Energia.

    Pensiero Vibroenergetico per diventare più fortunati?

    Pare impossibile eppure è proprio così. La condizione è ovviamente quella di non considerare la Fortuna come la classica dea bendata dispensatrice di ogni sorta di situazioni piacevoli e vantaggiose, cioè un qualcosa di estraneo a noi che ci arriva dall'esterno in modo del tutto casuale.

    La fortuna è qualcosa che noi stessi possiamo costruirci, è un insieme di circostanze che solo apparentemente sono casuali, fortuite appunto, ma solo perché non ne conosciamo il meccanismo interno che le fa accadere.

    Ed è proprio su questo meccanismo che opera il Pensiero Vibroenergetico. Se tutto è fatto di Energia, -e non mi riferisco solo alla Materia (uomo compreso)-, è logico pensare che proprio attraverso l'Energia si possano operare dei cambiamenti in senso positivo o negativo, proprio perchè mediante il Pensiero Vibroenergetico si gestisce l'Energia non solo in modo cosciente ma anche intenzionale.

    Da qui la necessità di "pensare positivo": un concetto assai diffuso oggigiorno e ormai accettato da tutti. Anche gli irriducibili scettici dovranno finire per ammettere quello che appare evidente ai più, lapalissiano direi, e cioè che un atteggiamento ottimista e positivo è più vantaggioso per il proprio equilibrio psicofisico, e di conseguenza per il proprio benessere, anziché uno pessimista e negativo.

    Pensiero positivo o Pensiero Vibroenergetico?

    Si sente parlare ovunque di pensiero positivo, spesso anche a sproposito, ma credo che vi sia ancora molta confusione al riguardo, stando al numero e al tipo di domande che mi vengono poste quasi quotidianamente.

    Effettivamente, è difficile pensare positivo quando si viene colpiti da una disgrazia, come una malattia incurabile o la perdita di una persona cara. Ma non è quello il momento in cui si deve applicare il vero pensiero positivo, o meglio, non è solo quello; perché la vera funzione del pensiero positivo, o per meglio dire Pensiero Vibroenergetico, è quella di riuscire a prevenire almeno in parte il verificarsi di avvenimenti negativi, ma soprattutto di prepararci psicologicamente all'avverarsi di avvenimenti dolorosi così da non peggiorare ulteriormente il nostro stato psicologico.

    Mi spiego meglio: imparando a pensare in modo Vibroenergetico, ad esempio, non è che si riesca a impedire la morte dei genitori, perché rientra nella normale successione degli eventi (è una cosa del tutto naturale), però si riesce a far sì che, riducendo la quantità e la forza d'impatto dei vari ostacoli che ci troviamo a dover superare nel corso della nostra esistenza, possano condurre anch'essi una vita più lunga e serena.

    È possibile migliorare la nostra risposta emotiva a tali avvenimenti così da non farsene travolgere ma dominarli, proprio come i bravi surfisti fanno con le onde. Volendo possiamo paragonare l'Energia Vibrazionale proprio a una tavola da surf: entrambe sono strumenti che ci consentono di fare cose altrimenti impossibili da realizzare.

    Con la tavola da surf possiamo camminare sull'acqua senza sprofondare, mentre con l'Energia Vibrazionale possiamo dominare la Materia sia direttamente, cioè farla muovere (levitazione, telecinesi) o alterarla (materializzazione e smaterializzazione, trasformazione di una sostanza in un'altra), sia indirettamente attraverso gli eventi che hanno sempre una base materiale, come ad esempio trovare un parcheggio in centro o i semafori tutti verdi, o evitare che ci cada una tegola in testa, etc. L'elenco potrebbe continuare all'infinito perché non ci sono limiti all'impiego dell'Energia Vibrazionale nella nostra vita, in quella delle persone che ci circondano e perfino di coloro di cui ignoriamo l'esistenza.

    Dobbiamo pensare all'Energia Vibrazionale come a una specie di rete di energia che avvolge tutto e tutti, una rete che ci mantiene in comunicazione gli uni agli altri, e non mi riferisco solo agli esseri umani ma tutti gli appartenenti alla natura (animali, piante, minerali, astri, elementi, etc.) perché è insita nella Materia, indipendentemente dalla forma che assume.

    Perciò dobbiamo pensare al pensiero positivo/Vibroenergetico come allo strumento con cui possiamo migliorare la nostra vita attraverso il dominio dell'Energia Vibrazionale e quindi della Materia.

    La nostra civiltà da sempre è improntata sulla "reazione": cioè si prendono dei provvedimenti solo nel momento in cui gli avvenimenti si sono verificati. E questo vale sia per l'aspetto psicofisico della vita (sintomo --> rimedio, cura) sia per quello cosiddetto spirituale (disgrazia --> ricorso alla divinità con preghiere e offerte materiali).

    Solo oggigiorno si è iniziato a parlare di "prevenzione", anche se limitatamente alla salute dell'uomo e, in misura ancora minore, alla società e all'ambiente in cui vive.

    Però il discorso della prevenzione si può estendere anche alla parte non fisica della vita, ma in modo completamente diverso da come è stato impostato fino ad oggi: sul piano religioso (come invocazione della protezione divina per il presente e il futuro) e sul piano etico-morale in generale (come etica comportamentale), non esclusivamente tesa al raggiungimento di un obiettivo di carattere religioso come

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