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Senza tetto né legge: Un bandito e un ragazzo in fuga
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Senza tetto né legge: Un bandito e un ragazzo in fuga
Ebook73 pages48 minutes

Senza tetto né legge: Un bandito e un ragazzo in fuga

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About this ebook

Morrison è un rapinatore in fuga. L'unico bagaglio che si trascina dietro contiene il suo personale passaporto per la vita migliore che merita: un grosso astuccio ripieno di gioielli e pietre preziose, il frutto della sua ultima azione. 

  Qualcosa però non va per il verso giusto. Appena prima di entrare in Arizona e poter così far perdere le sue tracce nel deserto, il fuoristrada lo abbandona. Costretto a proseguire a piedi, giungerà nei pressi di un'enorme discarica a cielo aperto, fetida, fascinosa, dove la sua mente vacillerà. Attirato da quel mondo in decomposizione, da quella surreale terra di nessuno, Morrison finirà per perdersi al suo interno.

  L'incontro con Willy, un ragazzino lacero e malnutrito che sopravvive nel suo regno di rifiuti come un monarca, segnerà una svolta: tra i due, entrambi in fuga da qualcosa o da qualcuno, si instaurerà un rapporto molto particolare, fatto di diffidenza, di competizione ma anche di amicizia. Morrison arriverà ad apprezzare la scaltrezza e i doni che Willy non gli farà mancare.

  La vicenda proseguirà in una fuga attraverso l'America più profonda, fatta di cittadine inospitali assediate dal deserto, strani incontri, case abbandonate dove trovare rifugio e conforto, fino a raggiungere il confine con l'agognato Messico.  Qui, circondati dal deserto di Sonora, la vicenda si concluderà in modo inatteso.

  Tra il noir e il crime d'avventura, tra la narrativa contemporanea e il romanzo di formazione, una storia cruda di redenzione, di sogni infranti, di speranze da riscattare.
LanguageItaliano
PublisherShadow image
Release dateFeb 7, 2019
ISBN9788832511406
Senza tetto né legge: Un bandito e un ragazzo in fuga

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    Senza tetto né legge - Alessio Moa

    La terra dai colori dissonanti

    decoration

    Vampate di calore stagnante venivano proiettate all'esterno dal cofano aperto del pesante fuoristrada, trasmettendo nella densa aria circostante l'odore moribondo di olio bruciato e metallo surriscaldato. Intorno, oltre l'esile striscia di asfalto sgretolato, l'assenza di suoni e rumori era assoluta.

    Morrison bestemmiò: il motore era andato. Seduto su di un paletto di cemento sul bordo della strada guardò con rancore quella massa di metallo ormai inutile.

    Qualcosa si mosse alla sua sinistra e la mano piombò a sfiorare il calcio del revolver che giaceva, indifferente, nella tasca del giaccone.

    Il rumore non si ripeté, eppure quel gesto ansioso che ne era seguito ebbe il potere di ridestarlo dal pessimismo in cui era sprofondato. Si calò il cappuccio in testa e si affrettò a raggiungere il fuoristrada azzurro cielo, un poco rattristato al pensiero di doversene separare definitivamente. Afferrò la borsa sportiva depositandola a terra, mise in folle e guidò il pesante automezzo verso il ciglio della strada e il lieve pendio. Dopo averne osservato la lenta corsa verso la fine del declivio lo raggiunse e vi stese sopra un paio di coperte militari su cui gettò manciate di breccia e terra secca. Valutò l'impressione che avrebbe destato la vista di quella ambigua collinetta dal ciglio della strada. Poteva essere sufficiente; d'altra parte non c'era il tempo per occultarlo in maniera migliore. E comunque era troppo esposto, qualcuno prima o poi lo avrebbe notato.

    Come a voler confermare i suoi timori, un lontano rumore di auto attraversò la scarsa vegetazione di alberi gobbi e cespugli, arrivando fino a lui. Si nascose dietro quello che era fino a pochi minuti prima stato il suo automezzo e osservò la vecchia Buick procedere affannata lungo la strada, mentre il sole, riflettendosi sugli occhiali a specchio del conducente, l'avvolgeva in una mezzaluna di luce abbagliante. L'auto arrivò fino al punto dove il suo SUV aveva esalato l'ultimo respiro, proseguendo senza rallentare.

    Appena fu certo di essere di nuovo solo, si allontanò velocemente dalla strada, e raggiunta una zona relativamente sicura, prese la cartina stradale e la dispiegò sul terreno. Per evitare Las Vegas e i suoi poliziotti, era stato costretto a una deviazione che gli aveva sottratto un'incalcolabile quantità di tempo prezioso e ora si trovava su di un vasto bassopiano di erba bruciata e terra secca.

    Sebbene non potesse ancora considerarsi in pieno deserto, per raggiungere il Messico avrebbe dovuto necessariamente attraversare vaste zone sterili e accidentate; difficile pensare di poter affrontare tutto ciò a piedi. Decise di continuare, seguendo a distanza la strada, per tentare di raggiungere un piccolo centro abitato verso il confine con l'Arizona.

    Di buon passo proseguì verso sud, ancora vagamente preoccupato per le molteplici incognite che quella escursione fuori programma gli poneva; era chiaro che, se non fosse riuscito a raggiungere il paese prima di sera, sarebbe stato costretto a passare la notte all'aperto con tutte le spiacevoli conseguenze del caso.

    Giunto in cima a una modesta collinetta di cespugli nodosi e terra polverosa, un paesaggio inatteso lo costrinse a fermarsi: un'enorme discarica a cielo aperto si estendeva apparentemente senza fine, tinteggiando la pianura di una dissonante sinfonia di colori.

    Si abbandonò su di un masso che sporgeva dal terreno tentando di decifrare con lo sguardo quel bizzarro spettacolo. Pareva una colossale opera di arte figurativa realizzata da un artista allucinato.

    Riprese la marcia, dirigendosi senza esitazione verso la distesa di rifiuti.

    Prima di raggiungere i primi avamposti delimitati da sacchi di plastica nera e scatole di cartone schiacciate e lacere, un forte odore di putrefazione lo investì, facendolo vacillare. Respirando con la bocca, Morrison aggirò impervie barricate di metallo e di materiali arrugginiti, evitando attentamente di calpestare corpi taglienti che affioravano dal terreno già coperto dalle prime ombre del pomeriggio. Ma per quanto disagevole e scomodo fosse procedere in quelle condizioni, a nessuno sarebbe venuto in mente di cercarlo in quel posto. Finì per abituarsi al tanfo che

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