Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Ricordare per sempre
Ricordare per sempre
Ricordare per sempre
Ebook228 pages2 hours

Ricordare per sempre

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Una saga dove nulla è come sembra!!

Una notte con più di un motivo per festeggiare in compagnia della mia esuberante amica Maty, che si impegnerà a mostrarmi tutto quello che mi sono persa nei miei ventotto anni di vita.

Una notte per resettare l'insulsa vita impostami dagli altri, infischiarmene delle dicerie e delle maledette apparenze.

Una notte che al mattino non ricorderò nei dettagli e dopo la quale mi scoprirò insieme a un enigmatico uomo che non esiterà ad aiutarmi a rivivere.

Una notte che segnerà la fine della mia noiosa esistenza perfetta da bambina ricca, educata e altezzosa, e che darà il via a un'audace vita nuova.

Un notte, un uomo e degli eventi che io, Cinzia Alonso, ricorderò per sempre.

LanguageItaliano
Release dateFeb 17, 2019
ISBN9781547571376
Ricordare per sempre

Related to Ricordare per sempre

Related ebooks

Related articles

Reviews for Ricordare per sempre

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Ricordare per sempre - Nuria Pariente Nogueras

    Ricordare Per Sempre

    Parti I Per Sempre

    ––––––––

    Di Nuria Pariente Nogueras

    Autore: Nuria Pariente Nogueras

    Illustratore: Juan Manuel Martín Rivas

    Titolo originale: Saga Per sempre: Ricordare

    2ª edizione: Marzo 2018

    © Nuria Pariente Nogueras 2017

    Tutti i diritti riservati. Secondo le sanzioni stabilite dalla legge, è rigorosamente vietata, senza autorizzazione scritta dei titolari del copyright, la riproduzione totale o parziale di quest'opera tramite qualsiasi mezzo o procedimento, compresi reprografia e trattamento informatico, così come la distribuzione di copie tramite noleggio o prestiti pubblici.

    Ricordare Per Sempre

    Parti I Per Sempre

    ––––––––

    Di Nuria Pariente Nogueras

    Ringraziamenti

    Xosé, il centro del mio universo, il pilastro indispensabile del mio piccolo mondo, la vela del mio veliero. Mio marito, amico e confidente, l'uomo che è diventato il mio vero amore e che mi ha concesso il privilegio di essere il suo. L'indiscusso padre dei miei figli, ...Lui, oltremodo, devo ringraziare se oggi i miei romanzi vedono la luce.

    I miei figli, i quali hanno rappresentato lo stimolo di cui avevo bisogno per intraprendere questa avventura. La mia lotta personale per mantenerli mi ha fatto spolverare dal passato la mia passione per la scrittura. Li ringrazio per avermi ricordato che volere è potere.

    Melchor Riolo, entrato in modo disinteressato nella mia vita, nel momento giusto e necessario per apportare ai miei romanzi l'impulso di cui avevano bisogno. Grazie per il tuo sostegno, la tua pazienza e la tua dedizione, senza i quali, in molti momenti, non ce l'avrei fatta.

    Ai miei lettori beta: Pepi, Mary, Bea, Xana, Monse, Xosé, Melchor, Pili, Bego e Isa, le cui critiche iniziali hanno contribuito ad arricchire il romanzo che oggi hai tra le mani.

    E, ovvio, eternamente grata a te, mio lettore, che hai acquistato il mio romanzo, perché so bene che, senza ognuno di voi, oggi questo non sarebbe possibile!

    Si offrirebbe mai qualcuno di morire al mio posto?

    No di certo! 

    Quindi che nessuno si azzardi a dirmi come devo vivere.

    Questa è la mia vita e mi appartiene.

    PROLOGO

    Un tenue fascio di luce filtra attraverso le fessure delle persiane avvisando dell'arrivo dell'alba. Sbatto le palpebre, cercando di adattare le pupille al buio della stanza.

    Nella mia stanza ci sono le tende osservo assonnata.

    Vengo avvolta da una fragranza strana e sconosciuta, di lavanda o qualcosa del genere.

    Probabilmente sto sognando. Non mi sono ancora svegliata. Sono troppe le cose che non mi quadrano. Sbadiglio e mi stiracchio, stendo il braccio destro con cui colpisco la testiera del letto.

    Il mio letto non ha la testiera!

    Spalanco gli occhi.

    Mi si congela il sangue.

    Sudo freddo.

    Non sono nel mio letto! Non mi trovo nel mio appartamento!

    La mia respirazione è quasi esagerata.

    Mi concentro su di essa. Inspiro ed espiro cercando di ricordare.

    Inspiro ed espiro.

    Forza, Cinzia, pensa!

    Inspiro ed espiro.

    Merda, merda e merda! Non ricordo nulla!

    Giro leggermente la testa verso la mia sinistra, con cautela, poco alla volta.

    Come temevo.

    C'è qualcuno!

    Mi alzo con movimenti pausati. Non vorrei svegliare il mio accompagnatore e dover fare i conti con la mia vergogna in una situazione così imbarazzante.

    Seduta sul bordo del letto, passo in scansione la stanza con pazienza, cercando di localizzare i miei indumenti e i miei oggetti personali. Quando credo di averne individuata una parte, mi alzo e inizio l'arduo compito di raccolta.

    Mi infilo il vestito dalla testa e metto i tacchi per metà. Faccio l'inventario: mi mancano le mutande, la borsa e la giacca. Mi dirigo verso l'uscita!

    Anche se... un momento!

    Resto pietrificata sulla soglia. Ormai le mie pupille si sono perfettamente adattate al buio e la mia curiosità mi impedisce di andarmene senza dare una rapida occhiata al mio amante.

    Giace nudo, prono con un braccio penzolante fuori dal letto. Il lenzuolo lo copre fino a metà gluteo.

    Ammazza che fisico! Almeno è bono, proprio bono...

    Mi avvicino sulle punte e...

    Sospiro sollevata. Non ricordo nome, età o professione, ma ricordo che abbiamo ballato e che mi eccitava da matti. Sexy, bellissimo, eloquente; proprio un bel moro, sissignore!

    Che ipocrita che sono! La cruda verità è che non ricordo assolutamente nulla. Per una volta nella vita che mi lascio andare, non riesco a ricordare la notte in cui sono stata con un figo del genere.

    Che triste!

    È finita l'indagine. Me ne vado!

    Mi giro sui tacchi, faccio mezzo giro e sporgo la zucca sul corridoio. Non sento nessun rumore. Sembra non esserci nessun altro nell'appartamento, che a proposito è immenso...

    E continuo a cercare l'uscita...

    Questo posto è enorme...! Un incantevole duplex di lusso. Deve essere ricco sfondato. Mobili di design, arredamento italiano...

    Durante il tragitto sono riuscita a recuperare la borsa e la giacca. L'intimo è introvabile.

    Che peccato! Adoravo quel completo di pizzo rosso passione. Adesso dovrò sfruttarlo solo al cinquanta percento. La notte deve essere stata bestiale. Magari la ricordassi.

    La cucina è imbrattata di cioccolato e in effetti mi sento appiccicosa; ci sono un sacco di suoi indumenti sparsi al piano di sopra. Il divano deve essere stato travolto dall'ira di un uragano forza cinque...

    Eccola! Finalmente! Adesso so cosa provano gli speleologi quando trovano l'uscita.

    Ma...cosa è successo qui?

    È bagnato. Seguo la scia del liquido e arrivo fino a un vaso con fiori rotto in mille pezzi accanto a un tavolo rotondo,  lontano un paio di metri dal suo luogo di origine.

    Passerà la domenica a rimettere tutto in ordine.

    Mi scappa una risata.

    Apro e, discreta, chiudo la porta dietro di me, mi sporgo dal corrimano, guardo a destra e a sinistra: ascensore o scale?

    Ascensore!

    Arrivata al pianterreno, esco di corsa, calpestando il pianerottolo appena lavato da un cinquantenne magro, con baffi brizzolati e ben uniformati, che mi osserva sorridente dalla sua postazione.

    -Oh! Mi scusi!

    -Buongiorno, signorina. Non si preoccupi.

    -Mi dispiace, non l'avevo notato.

    -Non fa nulla.

    -Potrebbe dirmi...in che via mi trovo?

    Che vergogna!

    -Gran Via. Vuole che le chiami un taxi?

    -No, grazie.

    Vivo in Via de la Cruz, a quindici minuti scarsi a piedi. Interessante casualità, neanche a farlo apposta. Così ne approfitto per fare una passeggiata riflessiva.

    Prendo il cellulare dalla borsa e trovo cinque chiamate senza risposta di Maty. Sono le sei del mattino, quindi ormai aspetto di arrivare a casa.

    ––––––––

    -Cinzy, sei tu?

    -Sì, signorina. Sono io.

    -Dove cavolo eri?

    -Non lo so.

    Sorrido inarcando entrambe le sopracciglia.

    -Che vuol dire che non lo sai?

    -Mi sono appena svegliata- Mi dirigo verso il bagno mentre mi tolgo i tacchi -... In un letto che non era il mio.

    Indosso ancora il vestito.

    -E le mutande?

    -Bella domanda. Vado a farmi una doccia.

    Chiudo la porta, ma ciò non le impedisce di entrare.

    -Aspetta, aspetta, aspetta,... Non sai dove sei stata né con chi né... Perché ti sei sbronzata?

    -Corretto.

    Si sbellica dalle risate. La osservo imbronciata.

    -Guarda un po', ho camminato per un quarto d'ora riflettendoci su, ma non sono  ancora riuscita a capire cosa ci sia di così divertente.

    -Sicura? Tu, persona studiosa e integra, che sembri avere una scopa infilata nel culo; tutto un esempio da seguire: non esco la sera, non bevo, non vado a letto con uno sconosciuto...

    -Sei un'idiota! Smettila!- Le lancio il vestito, che schiva senza grandi difficoltà -Lo sono ancora, tutto questo e ben altro.

    Si siede sul gabinetto piegata in due dal ridere.

    -Solo perché lo sto vedendo con i miei occhi. Altrimenti, ti giuro, non ci crederei.

    -Non sono affatto orgogliosa del mio comportamento.

    Faccio spallucce.

    -Maaaaa...

    -Dato che ho perso il controllo una sera, in ventotto anni di vita, almeno potrei ricordarla.

    -Stai scherzando, Cinzy? Ricordare?- Ride a crepapelle -Chissà cos'hai bevuto! Persino l'acqua dei vasi!

    Le prenderà un colpo da tanto sbellicarsi.

    -Che ci facevi già sveglia?

    -Ti aspettavo. Non cambiare argomento con i tuoi metodi da giornalista, furbastra!

    Entro in doccia. Il getto a pressione mi colpisce il viso...

    -Questo è cioccolato?

    -Chiudi la tenda, rimbambita, che si bagna tutto!

    Si butta a terra, teatrale com'è, e ride come un'isterica.

    Che buffa! È completamente fuori di testa, ma è la migliore amica che si possa avere. Un bijou biondo platino e occhi azzurro cielo, corpo da urlo 90-60-90... Tutti (e tutte) cadono ai suoi piedi. È un uragano. Intelligente, sospettosa, bisessuale e liberale.

    -Ti ha spalmato la cioccolata addosso e poi ti ha leccata! Cavolo, questo è come un battesimo! Benvenuta al mondo reale!

    Apre di nuovo la tenda, quanto basta per infilare quel testone da tonta.

    -Andiamo a festeggiare stasera?

    -No!- Le lancio la spugna -Renditi utile e prepara il caffè, forza.

    -Agli ordini!

    Accigliata, ispeziona il mio corpo nudo, dalla testa ai piedi, dai piedi alla testa.

    -Cerchi qualcosa?- domando sarcastica.

    -Succhiotti.

    -Cosa?- Mi irrigidisco. L'idea mi inorridisce -Succhiotti! Come un'adolescente?

    Guardo nervosa ovunque e la mia amica scoppia di nuovo in una fragorosa risata.

    -Smettila di ridere e controlla!

    Chiude la tenda, ignorandomi, ed esce dal bagno mentre ride in modo scandaloso; mi lascia lì, ansiosa e terrorizzata al pensiero di trovare qualche segno.

    ––––––––

    —Uuuhmm...

    Esco dalla doccia e un gradevole aroma di caffè mi avvolge. Mi fascio il corpo con un asciugamano e, attratta dal gradevole odore, arrivo in cucina.

    Mi aspetta seduta sulla penisola. Mi tende una tazza, che prendo con la mano sinistra, mentre le passo il braccio destro attorno al collo, dandole un sonoro bacio sulla guancia.

    -Sei la migliore.

    -Lo so. Racconta!

    -Non me lo ricordo!- Alzo gli occhi al cielo.

    -Nulla?

    -Nulla.

    -Uffa, che palle!

    -Più che altro che triste. Era uno schianto. Nudo, sul suo lato del letto.

    -Almeno gli hai visto la faccia prima di scappare all'alba?

    -Non sono scappata!

    -No di certo- afferma sarcastica.

    -Era il ragazzo che ci ha provato ieri sera- aggiungo ignorando il suo sarcasmo.

    -Cavolo! Il moro 4x4 di quasi un metro e novanta?

    -Sì.

    -Eccome se era uno schianto- Mi fa l'occhiolino e si passa la lingua sul labbro inferiore. È un'assatanata -Come ce l'aveva?

    -Non lo so. Era sdraiato a pancia in giù- Soffio sulla mia tazza e faccio spallucce.

    -Che peccato!

    -Vive in un duplex impressionante in Gran Via.

    Inarca entrambe le sopracciglia e spalanca gli occhi.

    -Almeno ricordo che abbiamo ballato insieme.

    -Avete ballato un corno!

    La osservo attonita. Ricordo così.

    -Avete goduto come maiali in pista!

    Che idiota!

    Ride a crepapelle contagiandomi il suo buonumore.

    -Immagino che non sai nemmeno come si chiama, vero?

    Scuoto la testa.

    -Cosa ricordi di ieri sera?

    -Sono venuta a prenderti al bar, hai chiuso e abbiamo bevuto qualcosa con i tuoi colleghi. Abbiamo cenato nel ristorante italiano, abbiamo bevuto molto vino e abbiamo preso un taxi fino a Cheuca. Avevi il tuo cinquanta percento gay a fior di pelle- Ridiamo di gusto -Ho rimorchiato più di te...- dico beffarda.

    Mi tira un pezzetto di biscotto.

    -Ehi! È vero! Questo me lo ricordo.

    -Ricordi quello che ti interessa. Dai, continua.

    -Siamo andati a piedi fino a Gran Via, dove in teoria avremmo dovuto trovare il  miglior ambiente notturno e le migliori discoteche della città, a detta di una festaiola professionista- racconto sarcastica.

    -È vero- afferma -Ma le pivelle come te esagerano appena arrivano e così è impossibile lasciarsi impregnare dal suo magico ambiente.

    Fa un saltello e scende dalla penisola. Versa un'altra tazza di caffè, aggiunge latte e due cucchiai di zucchero. Detesta quelle polveri bianche, che considera un veleno alla portata di chiunque voglia suicidarsi lentamente.

    -Per chi è?

    -Non penserai mica di essere l'unica ad aver avuto successo...- Inarca un sopracciglio eloquente.

    -C'è qualcuno nella tua stanza?- Sussurro -Uomo o donna?

    Mi mostra solo mezzo sorrisetto prima di uscire con la tazza fumante.

    -Donna- confermo.

    Se fosse stato un ragazzo, sarebbe stata lei a farsi portare la tazza.

    ––––––––

    Oh, sì! finalmente... Non vedevo l'ora che arrivasse il fine settimana e, con esso, la mia attività preferita mutazione della domenica, che consiste nel mettere fuori combattimento per un giorno intero la donna elegante e sofisticata che devo essere ogni giorno. Oggi posso rilassarmi, in pigiama, senza trucco e spettinata, mentre mi godo divano, televisione e gelato.

    Quella depravata della mia coinquilina va e viene. Chiunque sia la sua cavia, non la lascia salire dalla stanza.

    Continuiamo con il nostro ripasso di ieri sera. A quanto sembra, siamo finite nella discoteca RememberForever, una delle più esclusive di Gran Via. Il misterioso uomo con cui mi sono svegliata e con cui ho (presumibilmente) intrattenuto rapporti sessuali mi si è avvicinato mentre io e Maty ballavamo, sfrenate, quasi sul punto di palparci, in mezzo alla pista. Ci ha provato senza pudore, mi ha baciata e...

    Il resto è un'incognita. Anche se, facendo due più due tra il finale noto e l'orribile aspetto che mostrava quell'appartamento al mattino, potremmo definire uno sviluppo approssimato dei fatti.

    CAPITOLO 1

    -Nervosa?

    -Credo di no.

    Oggi è il mio primo giorno alla rivista Hero Kinsey.

    Camminiamo in direzione della metro.

    Maty lavora in una paninoteca in periferia e le ci vuole un'eternità per arrivare. Prima si faceva assumere in pub o bar della zona, ma si è abituata a vivere qui (ormai sono due anni) e adesso preferisce viaggiare ogni giorno fino all'altra parte della città.

    -Sei bellissima. Essere di nuovo un donna libera ti fa davvero bene.

    Sorrido debolmente senza distogliere lo sguardo dalla strada, mostrandomi un po' pensierosa.

    -È tutto troppo recente.

    -Non cominciare! Ti avverto!

    Attira la mia attenzione, la guardo e mi penetra con i suoi intensi occhi azzurri.

    -Quello stronzo ti deprimeva, amareggiava e calpestava! Non azzardarti ad abbassare la testa! Non azzardarti a dedicare nemmeno un secondo dei tuoi pensieri a quel pagliaccio! Che

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1