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Silenziosi, ma sempre presenti: Spiriti e fantasmi nel territorio di Gaeta
Silenziosi, ma sempre presenti: Spiriti e fantasmi nel territorio di Gaeta
Silenziosi, ma sempre presenti: Spiriti e fantasmi nel territorio di Gaeta
Ebook89 pages1 hour

Silenziosi, ma sempre presenti: Spiriti e fantasmi nel territorio di Gaeta

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Per essere definita tale, una comunità deve avere il coraggio di salire sulla soffitta buia e polverosa del suo passato, spalancare vecchi bauli, rovistare tra foto sbiadite dal tempo…
Dopo il successo di Miti, leggende e folklore di Gaeta, Maria Stamegna aggiunge un altro importante tassello alla storia del soprannaturale della nostra città. Silenziosi, ma sempre presenti raccoglie numerose testimonianze e leggende legate al mondo degli spiriti a Gaeta e nel suo territorio, raccontate attraverso un linguaggio scorrevole e carico di suggestione.
LanguageItaliano
Release dateFeb 5, 2019
ISBN9788833462844
Silenziosi, ma sempre presenti: Spiriti e fantasmi nel territorio di Gaeta

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    Silenziosi, ma sempre presenti - Maria Stamegna

    origini…

    Capitolo 1

    Un po’ di storia

    Il termine fantasma, dal greco antico φάντασμα phàntasma, a sua volta da φαντάζω (phantàzo, mostrare; dalla radice φαν-, che esprime l'idea dell'apparire e del mostrare), nasce con il significato di manifestazione soprannaturale e, solo con il tempo, il suo significato si è ristretto a indicare l'apparizione di un defunto.

    Il fantasma è una figura ricorrente nella tradizione popolare e letteraria, praticamente, di tutte le civiltà, dalla tradizione orientale a quella greca e romana e, dal passato remoto, l’apparizione dei fantasmi è stata associata direttamente al sentimento della paura.

    La giornalista Hazel Muir, nel suo articolo apparso su New Scientist del 30 ottobre 2009, si pose il problema delle origini della figura del fantasma.

    Un’équipe di ricercatori britannici, coordinata dal dottor Jason Braithwaite, ricercatore presso l’Università di Birmingham, da tempo impegnati nel tentativo di spiegare tali fenomeni, spiegarono che le distorsioni del campo magnetico generavano con tutta probabilità le «strane sensazioni di presenze ultraterrene».

    Per verificare se davvero le caratteristiche dei campi magnetici potessero spiegare la sensazione di presenze, in un luogo, Braithwaite decise di riprodurle, in una situazione controllata, in una stanza ad hoc. Per fare questo si rivolse a Chris French, docente di Psicologia dell’insolito, all’Università di Londra, esperto in questo campo. Nel 2005, costruì una stanza per studiare gli effetti prodotti da un complesso sistema di infrasuoni e variazioni del campo magnetico in soggetti sperimentali. Ciò permise di evidenziare come, in alcuni ambienti, con determinate caratteristiche, circa il 90% dei soggetti fosse incline a sperimentare sensazioni inusuali, sino ad avere un vero e proprio terrore.

    Nonostante ciò, le teorie scientifiche non sono esaustive nello spiegare la nascita dell’idea delle figure fantasmagoriche, anche in epoche molto lontane da noi.

    Il culto dei fantasmi nasce, in verità, dalla paura per gli spiriti, che si annidava nelle popolazioni ancestrali.

    Lo spettro era portatore di cattiva sorte e, per questo, doveva essere osteggiato e combattuto in ogni modo.

    Ovviamente, ciò avveniva molto prima che gli uomini si rivolgessero a Dio, per placare i propri animi da ansie e paure.

    Sino ad allora, però, nelle popolazioni tribali, i culti erano solo negativi e tutti volti ad esorcizzare un vero e proprio terrore per lo spettro.

    Solo la morte faceva più paura degli spiriti, poiché si credeva che, nella morte, l’anima si staccasse dal corpo sotto forma di ombra. Se questo distacco non avveniva con precisione ed il fantasma non si dirigeva immediatamente verso una specie di oltretomba, questi avrebbe potuto perseguitare per sempre la propria famiglia, a tal punto che vi erano molte tradizioni raccapriccianti per invitare il fantasma a lasciare per sempre il nostro mondo. Addirittura, una madre poteva essere uccisa, alla morte dei propri figli, per far sì che il suo fantasma potesse accompagnare quello dei piccoli, oppure le vedove si toglievano la vita sulla tomba dei mariti, per accompagnarli nell’aldilà. Talvolta, si bruciava la capanna dove era avvenuto il funerale e, durante la celebrazione, si eseguivano pratiche scaramantiche.

    Gli Assiri credevano che i fantasmi potessero tornare dalla morte, se non erano stati sepolti adeguatamente, oppure se erano morti in maniera traumatica o non naturale, per tormentare e possedere i vivi. Per questo motivo, non erano rari elaborati esorcismi per espellere o allontanare gli spiriti malefici.

    Le culture mesopotamiche prevedevano che, dopo la morte, una persona diventava un gidim o etemmu (parola sumera per indicare un tipo di spirito che continuava a vivere negli Inferi).

    Il mondo degli Inferi mesopotamico era rappresentato come un luogo lugubre dal quale nessuno poteva scappare.

    Lì, si poteva mangiare solo terra e l’acqua proveniva da pozze fangose. Tuttavia, i defunti ottenevano cibo commestibile e acqua pura dalle offerte funerarie, fatte dai loro parenti. Se i familiari non avessero avuto cura di queste offerte funerarie, il defunto sarebbe stato condannato a un’eternità fatta di fame e di sete.

    C’erano situazioni in cui agli spiriti dei morti era permesso di ritornare, temporaneamente, nel regno dei vivi. Difatti, se una persona non era stata sotterrata correttamente, o se era accaduta una qualche ingiustizia alla sua morte, gli era permesso tornare nel regno dei vivi, come fantasma, per risolvere il problema e aggiustare le cose. Una volta compiuto l’incarico, tornavano nel mondo degli inferi.

    In genere, l’unica maniera di liberarsi di un fantasma era di riparare al male commesso contro di lui.

    I medici, abilitati a realizzare esorcismi, chiedevano sempre ai loro pazienti di sincerarsi se avessero commesso un’offesa di qualsiasi tipo contro lo spirito o gli dei, scatenando, così, la loro possessione.

    Gli esorcismi assiri comprendevano rituali magici, incantesimi e l’invocazione a divinità come il dio Shamash, il dio del Sole e della giustizia. Si credeva che visitasse il mondo degli Inferi ogni notte, dopo il tramonto, per giudicare i morti. Le persone che soffrivano, in quanto tormentati o posseduti da uno spirito, lo invocavano con preghiere o rituali magici, nella speranza di poter così risolvere il problema, pacificando o fermando lo spirito.

    La figura del fantasma si ritrova, anche, in alcuni racconti della tradizione greca antica: per esempio il mito di Orfeo e Euridice, che offre uno dei più importanti riferimenti al tema del viaggio nell’Oltretomba, con conseguente incontro di anime dei

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