Il consulente di management per imprenditori e consulenti: Quello che bisogna sapere per acquistare e vendere consulenza di management
By Diego Fassa
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Il libro è diviso in due parti. La prima parte contempla un po' di storia della consulenza aziendale, prende in esame gli aspetti inerenti la professione del consulente e il ruolo delle associazioni di categoria. Emerge uno spaccato del professionista che oggi perde gli aspetti di precarietà che lo avevano contraddistinto per anni, grazie al riconoscimento legislativo e alla tutela delle professioni non ordinistiche sancito dal MISE.
La seconda parte del libro invece è dedicata al “Case History” cioè ad esperienze consulenziali “particolari” che l’autore ha vissuto in prima persona.
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Book preview
Il consulente di management per imprenditori e consulenti - Diego Fassa
Il consulente di management
per imprenditori e consulenti
Quello che bisogna sapere per acquistare e vendere consulenza di management
di Diego Fassa
Panda Edizioni
ISBN 9788893781596
© 2019 Panda Edizioni
www.pandaedizioni.it
info@pandaedizioni.it
Proprietà riservata. Nessuna parte del presente libro può essere riprodotta, memorizzata, fotocopiata o riprodotta altrimenti senza il consenso scritto dell'editore.
Introduzione
Ho concepito questo lavoro come una piccola guida sulla consulenza di management destinata agli imprenditori, ai giovani consulenti e a coloro che sono interessati alla professione, a quelli che ancora consulenti non lo sono e pensano di diventarlo. Un avvertimento prima di procedere: personalmente mi definisco un consulente di provincia
che è poi diventato partner di uno studio associato. Pertanto qui il lettore incontrerà le esperienze che appartengono a un professionista che opera prevalentemente sul territorio di competenza; diverso è parlare di consulenti che operano in grandi società di consulenza che hanno sede in grandi città industrializzate e che possono vantare come clienti le grandi aziende manifatturiere italiane ed estere. I consulenti senior di questi grandi studi sono spesso in viaggio attraverso il mondo, alloggiano in lussuosi hotel, vivono in situazioni di stress e hanno come nemici l’orologio e i fusi orari. Anche le parcelle che realizzano sono diverse da quelle che praticano i consulenti di provincia. Ma è proprio questo il motivo che mi ha spinto a realizzare questo lavoro!
Lavorare nelle grandi società di servizi è molto diverso e, per certi versi, più facile, se non altro perché non ti devi cercare i clienti. Alle spalle hai un nome da spendere una storia fatta di aziende rinomate, di casi risolti, di certezze insomma.
Fare il consulente di provincia è diverso. Si frequentano ambienti più spartani, meno formali, assillati da problemi simili gli uni agli altri, dove comunque se sei bravo il tuo nome passa di bocca in bocca con più facilità di quanto sia credibile. Lavorare in provincia come consulente significa conoscere il tessuto industriale del luogo dove si opera, conoscerne vizi e virtù, attori e comparse, maestri e allievi, pseudo concorrenti e colleghi stimati. A volte la provincia rivela un substrato industriale duro, che oppone resistenze incomprensibili verso i consulenti, altre volte fra tante asperità si incontra la gratificazione e la riconoscenza, con alcuni clienti si arriva anche a un rapporto stretto, di amicizia. Se per caso si entra nelle grazie di uno di questi capitani d’impresa, si è chiamati a occuparci anche di incarichi poco attinenti alla vantata specializzazione, e pur facendolo presente all’imprenditore che non vuol sentir ragioni, ti senti dire: "dai fammelo tu questo lavoro che preferisco così"; provate a dirgli di no?
In questo libro ho cercato di affrontare gli aspetti più dibattuti o più sensibili per chi fa il consulente di management. Nonostante tutto ho cercato di mantenere uno stile scorrevole e divertito perché vorrei che il lettore, nonostante gli argomenti trattati impongano un certo rigore, trovasse anche motivo di svago grazie allo stile sarcastico che spesso ho utilizzato.
Concludo con una esortazione per le giovani leve alle quali rivolgo l’invito a dotarsi di pazienza e di capacità d’ascolto; tenete presente che, nel bene e nel male, bisogna essere dei combattenti instancabili per fare questo lavoro in provincia! E a volte ne vale la pena...
1. Da operaio a consulente di management
Era il 1972, avevo 15 anni quando iniziai a conoscere la fabbrica da dentro; mi feci assumere, come studente lavoratore per il periodo delle vacanze estive, in una azienda di cofani funebri che si trovava praticamente nel cortile di casa. All’inizio era tutto entusiasmante, poi col passare dei giorni e delle settimane, scoprii che c’erano mansioni che mi piacevano di più e altre meno. Nel 1977 mi diplomai all’Istituto Tecnico in chimica industriale, una scienza che mi appassionava molto. Tre mesi dopo il diploma partii per il servizio militare e lì ebbi il tempo di pensare se il mio diploma mi avrebbe consentito di intraprendere un gratificante percorso di lavoro impiegatizio. Provavo piacere quando potevo mettere in moto la testa piuttosto che le braccia ma non sapevo ancora se dopo il servizio militare, quando sarei andato a bussare alle porte delle aziende, mi avrebbero offerto un lavoro simile. Mio padre continuava a dirmi di avere pazienza, che avrei comunque dovuto fare un po' di gavetta prima che mi fosse affidato un ruolo di guida
, perché nonostante gli studi non potevo avere l’esperienza che serviva per affrontare con successo tutte le situazioni che mi si sarebbero presentate. Ma la voglia di mettermi alla prova era tanta. Avevo studiato sodo e avrei studiato ancora se non fosse stato che i soldi per l’università non c’erano; pensavo che dopo tanta fatica il mondo del lavoro si sarebbe accorto di me e avrebbe ricompensato la mia voglia di lavorare e di adoperarmi per l’azienda.
Infatti dopo un primo lavoro come operaio, un giorno giunse una lettera (non esistevano ancora il PC e l’email) spedita da un’azienda interessata a me. Cercavano diplomati in chimica industriale per ricoprire vari ruoli di responsabilità. Qui mi assunsero subito affidandomi la conduzione di un reparto di otto lavoratrici e di un laboratorio di prove chimico-fisiche. Era il 1980; avevo 23 anni. Da quel momento in poi dedicai molto tempo al lavoro, allo studio di una lingua straniera, alla introspezione di me stesso. Nonostante la giovane età vedevo che quando mi ponevo un