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Simbologia Massonica Vol.I: Simbologia e Tradizione esoterica liberomuratoria
Simbologia Massonica Vol.I: Simbologia e Tradizione esoterica liberomuratoria
Simbologia Massonica Vol.I: Simbologia e Tradizione esoterica liberomuratoria
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Simbologia Massonica Vol.I: Simbologia e Tradizione esoterica liberomuratoria

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About this ebook

Viviamo in un società in cui si sono stratificate storie, eventi, principi legati alla materialità, ma da iniziati viviamo anche una dimensione esoterica ove il linguaggio è quello simbolico. Una trama di cui rischiamo di smarrire il senso: ci ritroviamo circondati da simboli che rimandano alla nostra più profonda identità e cosa accadrebbe se non sapessimo più leggerli?
Il simbolo nasce dall'esigenza di semplificare ciò che è complesso, rendere esprimibile ciò che non lo è, come le sensazioni che riesce a suscitare... è questo che lo rende universale.
In questo manuale l’argomento “Simbologia massonica” è affrontato in maniera diversa da quanto fatto in precedenza da molti illustri studiosi: l’autore tratta i simboli come in una sorta di dizionario, sovente con una rappresentazione universale che si evolve insieme alla consapevolezza ed alla capacità interpretativa dell’iniziato. I simboli non sono associati o limitati ad un determinato grado massonico.
Gianmichele Galassi appare convinto che essi possano assumere una valenza crescente man mano che l’iniziato avanza nel suo percorso, giungendo a significati più complessi, meno immediati e, soprattutto, che essi sfuggano e si svincolino dalle limitazioni imposte da un determinato tratto della via verso il perfezionamento. Insomma, un nuovo punto di vista sulla simbologia liberomuratoria che spinge ad una continua riflessione non circoscritta a quanto già detto dagli eminenti studiosi della materia negli ultimi tre secoli...
LanguageItaliano
Release dateApr 4, 2019
ISBN9788832554960
Simbologia Massonica Vol.I: Simbologia e Tradizione esoterica liberomuratoria

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    Simbologia Massonica Vol.I - Gianmichele Galassi

    Copyright

    Simbologia Massonica Vol.1 - Simbologia e Tradizione esoterica

    liberomuratoria

    ISBN 979-12-200-4666-4 (print)

    © 2019. Gianmichele Galassi, tutti i diritti riservati.

    Massone è colui che organizza la propria esistenza

    in modo da contribuire al perfezionamento

    di quell’opera d’arte che è la vita dell’intera umanità.

    (Gotthold Ephraim Lessing)

    Dedica

    A Ulisse

    che possa crescere fino

    a oltrepassare le colonne d’Ercole...

    Premessa

    Non moltissimi si sono cimentati in un testo nell’ambito della simbologia liberomuratoria in questi primi tre secoli di vita ufficiale di questo ordine iniziatico. Il motivo principale credo possa essere individuato proprio nelle difficoltà intrinseche ad una simbologia nata e sviluppatasi dal sincretico riordino di numerose culture e tradizioni antiche poi sapientemente innestate nella modernità. Una operazione educativo-culturale enorme che perdura tutt’oggi e che per ampiezza e personaggi coinvolti non sembra avere eguali nella storia umana. Detto ciò è facile comprendere la portata della ricerca necessaria ad un tale studio che, sebbene prolungato per decenni, non può minimamente dirsi esaurito nell’arco di una singola vita.

    In letteratura  abbiamo esempi di tomi imponenti vuoi per quantità vuoi per qualità della ricerca che, pur restando il riferimento per gli studiosi della materia, rimangono talvolta fuori dalla portata di molti altri. Difatti, per la maggioranza di coloro che hanno intrapreso l’ardua via iniziatico-massonica e per quanti si interessano della materia in modo amatoriale sarà alquanto faticoso e difficile potersi dedicare fin da subito a studi tanto profondi e vasti.

    Con radici culturali e professioni tanto variegate ed impegnative, magari aggiungendo la presenza richiesta da una famiglia moderna è difficile avvicinarsi e, soprattutto, acquisire quella visione d’insieme della Libera Muratoria che è indispensabile per comprendere la direzione ed il fine del percorso intrapreso.

    Per questi motivi - così come ho fatto in altre occasioni - vorrei che lo scopo principale di questo mio lavoro si concretizzasse in un opuscoletto di facile consultazione che, seppur a discapito dell’esaustività richiesta ad un saggio professionale, possa fornire a molti una base di partenza solida, sviluppandone al contempo la curiosità, su un argomento che francamente appare distante se non addirittura estraneo al vissuto contemporaneo.

    Quindi una breve, sintetica e fruibile introduzione al mondo simbolico legato all’iniziazione massonica è ciò che mi appare più utile in questo momento storico, in cui la nostra istituzione massonica è così attrattiva da accogliere un numero sempre più elevato di profani che, nella grande maggioranza dei casi, sono decisi a progredire vuoi individualmente, come uomini, vuoi più in generale come comunità globale. Uno strumento volto più all’agilità che alla completezza che, altrimenti, potrà essere soddisfatta tramite l’amplia bibliografia di riferimento. Naturalmente, oltre alle molte originali novità, qui ho in parte utilizzato -ampliandolo e perfezionandolo- il lavoro fatto in precedenza nei tre libri Apprendista, Compagno e Maestro ed in alcuni articoli usciti sulle riviste nel corso degli anni.

    Permettete un’ultima nota pratica assai rilevante per comprendere il testo: i viaggi simbolici previsti nelle cerimonie rituali di iniziazione, aumento di salario ed elevazione, quelle d’agape e funerarie così come la simbologia legata alle funzioni di ufficiali e dignitari di Loggia ed agli strumenti da ciascuno di essi utilizzati saranno trattati in un secondo volume di prossima pubblicazione. Per adesso è sufficiente considerare che viaggi e prove rituali di passaggio vengono affrontate sempre prima di essere consacrati nel relativo grado. Simbolicamente, questo significa che quanto appreso durante i riti di ingresso e passaggio sia invero necessario comprendere, digerire e vivificare prima di potersi realmente considerare vuoi Apprendista vuoi Compagno d’Arte vuoi Maestro. Perciò sovente nel testo distinguerò colui che accede a queste conoscenze da colui che le ha già fatte proprie ovvero un Apprendista compiuto, un Compagno compiuto ed, infine un Maestro che in verità solo ipoteticamente potremo definire compiuto o perfetto.

    Capitolo 1

    Introduzione

    La Loggia ed il lavoro massonico

    Come abbiamo verificato dai documenti storici pervenutici, la loggia ai tempi dei massoni operativi era il luogo ove facevano base gli operai medievali, ovvero una costruzione ubicata nei pressi del cantiere che permetteva alle maestranze impegnate nei lavori di avere una sede per riposare, riporre i propri oggetti, fare riunioni e decidere il da farsi… così per semplice trasposizione, a volte, si usa impropriamente il termine per indicare il Tempio o la casa massonica.

    La Loggia liberomuratoria moderna, ossia quella speculativa, non indica in realtà un luogo identificato nello spazio o nel tempo, ma è, più precisamente, uno stato mentale; quando i massoni si riuniscono in Loggia significa che attraverso opportune e precise movenze dettate da antichi rituali si trasportano su un diverso piano spirituale, utile a dimenticare, ossia mettere da parte, tutto il bagaglio (o fardello) che ciascuno di noi si porta appresso, spesso sulle spalle, durante il vivere quotidiano.

    Generalmente - come vedremo più avanti - i massoni si ritrovano, per giungere a questo stato, in uno spazio con delle determinate caratteristiche, chiamato appunto tempio che, comunque, almeno teoricamente, non è strettamente necessario ad aprire i lavori di una Loggia.

    Da questa premessa è facile comprendere come la Loggia non sia un luogo fisico, ma sia, più propriamente, un’entità completamente avulsa dalla materialità terrena; più facilmente potremmo definirla come la dimensione dello spirito.

    Infatti ciò che rende rispettabile una loggia è la capacità dei propri componenti di elevarsi ad un livello superiore; debbono cioè riuscire ad abbandonare i metalli fuori dal tempio; simbolicamente, con il termine metalli, si tende ad indicare l’insieme dei vizi, pregiudizi, stato socio-economico etc. di ciascuno…

    Da questa prerogativa, è chiara l’intenzione di eliminare non solamente le differenze di casta, ma anche quelle politiche e religiose, fonti inesauribili di guai e contrasti fra gli uomini.

    Coloro che intendono lavorare in Loggia debbono quindi tentare di operare liberamente ed onestamente con i propri Fratelli, partendo ogni volta da zero; senza preconcetto alcuno, si stimola il ragionamento ed è possibile seguire la propria intuizione, parte fondante del lavoro di Loggia.

    Queste caratteristiche, indispensabili al Libero Pensiero, permettono a questo variegato consesso di elevarsi ad ideale via di integrazione fra gli uomini: basti pensare che esistono Logge in cui ebrei, musulmani e cristiani si chiamano, si comportano e, soprattutto, si sentono Fratelli.

    Il lato mistico: magia, energie etc.

    In questo testo, a differenza di molti altri autori ben più conosciuti e blasonati dello scrivente, non troverete riferimenti alla mistica, alla magia o ad energie di natura fisica che si irradiano nell’ambiente. Tale scelta, ribadita anche in altri miei lavori precedenti, deriva direttamente da un’educazione ed una cultura prettamente scientifica che tende ad escludere taluni fattori quali cause o conseguenze di certi atteggiamenti, formule e simboli rituali. Con questo non voglio negare nel modo più assoluto gli aspetti spirituali e psicologici ben presenti se non addirittura fondanti il lavoro iniziatico svolto individualmente sul proprio sé e collettivamente in loggia. Ma come ebbi a dire¹

    riguardo l’affermazione del Francovich: La libera muratoria, «figlia primogenita dell’intellettualismo settecentesco», nacque in Inghilterra sotto il contrastante auspicio del razionalismo, professato da Locke e da Newton, e di quell’anelito preromantico al mistero, che affonda le radici nella tradizione occultista e nello spiritualismo medievale²

    .

    Non posso certo permettermi di contraddire a livello storico un accademico esperto come il Francovich, data la mia inferiore preparazione in materia, ma da iniziato a questo antico ordine, forse un poco immodestamente, non mi sento di riconoscere all’occultismo medievale la qualifica di radice della Libera Muratoria: mentre concordo pienamente con la teoria che l’idea di fondo della Massoneria derivi direttamente dalla rivoluzione critica" verso la Natura ossia dal nuovo impulso dato dalla scienza nella ricerca sperimentale ed empirica delle leggi che governano la materia. In ciò, sono confortato, proprio dal principio massonico primario della lotta all’ignoranza, in aggiunta, bisogna poi considerare che fra i fondatori ed i principali attori della costituzione della Libera Muratoria moderna ritroviamo coloro che dettero impulso e svilupparono la Royal Society londinese ³

    , ovvero la prima accademia scientifica al mondo, se non contiamo la brevissima esperienza del Cesi, all’inizio del secolo, con l’Accademia dei Lincei che rivedrà la luce solo nella seconda metà dell’800.

    Infine, non vedo molto del mondo occultista in massoni di primissimo piano come Ashmole, Wren, Desaguliers che per certo erano più propensi ad una visione scientifica e reale del mondo e della società, cosa che traspare con una certa evidenza anche dalle prime costituzioni di Anderson. Con questo non voglio certo negare la forte componente spirituale della Massoneria che però credo abbia connotati assai distanti da quelli canonici legati alla dimensione magica

    .

    In questi anni - forse sbagliando, ma non ho ancora incontrato evidenze contrarie - ho formato una personale idea sul percorso iniziatico promosso dalla Libera Muratoria che, se da un lato ha attinto alle tradizioni precedenti sintetizzandole in un unico corpus omogeneo, dall’altro ha portato una ventata di modernità fornendo una spinta decisa al progresso umano della società, tentando di mettere al centro dell’attenzione l’Uomo, la sua Felicità ed i diritti inalienabili che ciascuno ha il sacrosanto diritto di vedersi riconosciuti. Tutto ciò, attraverso una visione dell’esistenza e delle relazioni umane che regalassero all’individuo una condizione migliore, raggiungibile soprattutto con l’impegno al perfezionamento individuale. Tale continuo, intenso lavoro interiore deve comunque realizzarsi mentre si continua ad operare e vivere attivamente nella propria comunità e, questa, ritengo sia una delle peculiarità della Libera Muratoria che la rendono così attraente ancora al giorno d’oggi per coloro che hanno la volontà di far progredire sé stessi, la società e più in generale il genere umano.

    La Massoneria, quale Ordine iniziatico - giova ripeterlo - attraverso l’esperienza in Loggia basata sui propri antichi rituali non insegna che una metodologia utile all’introspezione ed al sereno e pacato dialogo fra persone di così diversa estrazione sociale e culturale che altrimenti altrove avrebbero ben poche probabilità di confrontarsi. Questa considerazione è fondamentale per comprendere il motivo alla base della nascita della Libera Muratoria nel lontano 1717, quando non solo l’Inghilterra, ma l’Europa intera, stava attraversando un periodo di forte contrapposizione sociale e religiosa che molti credevano potesse sfociare in una vera e propria guerra civile. Fu così che le menti illuminate di intellettuali, scienziati ed aristocratici inglesi videro nella Libera Muratoria un elemento che permettesse agli uomini liberi di potersi incontrare all’insegna del dialogo con la finalità di una conoscenza reciproca se non addirittura di comprensione delle ragioni altrui"

    .

    Oltre ai motivi personali e culturali esposti precedentemente, vorrei affrontare l’argomento della simbologia scevro dai lati mistici, magici ed energetici per considerarlo nella sua valenza collettiva, generale nel senso più attinente all’umanità stessa ed alle sue capacità, siano esse  pertinenti al cuore, emozionali, sentimentali, spirituali, mentali o psicologiche, perché sicuramente più condivise da tutti gli uomini di ogni epoca e luogo. Tale scelta è ancor più comprensibile se pensiamo al fatto che il tema oggetto del testo appare già sufficientemente complesso senza doverci poi sommare motivazioni di varia natura legate a credenze e superstizioni che non sono di certo universali all’Umanità.

    Introduzione alla simbologia liberomuratoria

    "Poiché ci sono innumerevoli cose che oltrepassano l’orizzonte della comprensione umana, noi ricorriamo costantemente all’uso di termini simbolici per rappresentare concetti che ci è impossibile definire o comprendere completamente. Questa è una delle ragioni per cui tutte le religioni (ed anche le tradizioni esoteriche - ndr) impiegano un linguaggio simbolico o delle immagini"

    .

    La Libera Muratoria fa dell’Universalità uno dei suoi principali cardini per questo motivo si rende necessaria una forma espressiva che possa superare i limiti imposti dalle differenze di linguaggio, ambientali, educative che contraddistinguono le numerose culture che si susseguono nel tempo a livello globale. La scelta più idonea a tale scopo è quindi l’utilizzo del simbolo che per sua natura, sin dall’antichità, ha rappresentato un modo ideale per trasmettere i concetti più complessi della conoscenza: esso, oltre a quella ideale, ha una componente emozionale, legata alle sensazioni umane più profonde, talvolta perfino ai sentimenti stessi che sono richiamati da una realtà che travalica le apparenze e la materialità.

    Lo stesso, in qualche modo, avviene nella dimensione ciclica legata al mito antico che poi si ripete, ad esempio, nelle impareggiabili allegorie dantesche che, con rara sapienza, toccano corde a volte dimenticate, sopite dalla quotidianità automatizzata delle azioni umane.

    Anche arte e musica attendono a questa sfera, sanno a loro modo scuotere gli animi, la spiritualità e la logica dell’individuo, ingenerando un percorso psicologico alternativo a quello consueto.

    Richiamando in lontananza un ragionamento di Benoist

    , possiamo dire che la forma simbolica induce l’uomo a vedere la realtà da un punto di vista più elevato portandolo a superare man mano le proprie limitazioni intellettive che tentano di renderla più semplice e comprensibile, classificando ciò che in realtà è inclassificabile per propria natura. Il simbolo appartiene ad una sfera più elevata ed universale di qualunque lingua parlata o scritta. Come vedremo la sua derivazione diretta consta nell’azione di ricomporre ciò che è separato, far coincidere due o più parti di un unico elemento. In questo senso, seppur a livello etimologico, parte della sua valenza si concretizza nell’intuizione della Verità, solitamente velata dalla fallibilità e dalla limitatezza sia dei nostri sensi che della nostra capacità cognitiva.

    Il simbolo è quindi il mezzo prediletto della tradizione, ovvero per la trasmissione della conoscenza

    .

    vedi G. Galassi. 1717-2017. La Libera Muratoria. Tre secoli di grandi idee ed innovazioni per il bene dell’Umanità, Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2018, pag.61 e segg.

    C. Francovich. Storia della Massoneria in Italia: dalle origini alla Rivoluzione francese. La Nuova Italia, 1974.

    Le prime Costituzioni furono redatte da un gruppo di pensatori e scienziati fra cui spiccavano numerosi membri della Royal Society, primo fra tutti il pastore anglicano Jean-Théophile Désaguliers, mentre il pastore presbiteriano James Anderson ne fu il firmatario.

    Semmai intravedo un parallelismo con le caratteristiche filosofico-sapienziali legate ad esempio, nel mondo islamico, alla cultura Sufi.

    Tratto da: G. Galassi. 1717-2017. La Libera Muratoria. Tre secoli di grandi idee ed innovazioni per il bene dell’Umanità, Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2018, pag.61 e segg.

    C. G. Jung. L’uomo e i suoi simboli. Tascabili Editori Associati, Milano, 1991, pag.6.

    Luc Benoist. L’esoterismo. Luni Editrice, Milano, 2015.

    Il vocabolo tradizione, spesso abusato e mal utilizzato, è stato sovente oggetto di approfonditi studi atti a darne una definizione esaustiva: in ambiti diversi è capace di assumere significati che, seppur interrelati, hanno un valenza alquanto differente. Mentre etimologicamente la tradizione si riferisce al complesso processo di trasmissione della conoscenza, ossia a quell’insieme di pratiche che sono utili alla comprensione di determinati principi e norme comportamentali ripetitive strettamente connesse con il passato; ciò che intendiamo discutere ed approfondire in questo contesto è la Tradizione (con la T maiuscola), quella in ambito filosofico, esprimente un concetto dinamico, metastorico capace di indicare una forza ordinatrice in funzione dei principi trascendenti: una forza che agisce lungo il tempo e le generazioni, attraverso istituzioni, leggi, regole ed ordinamenti spesso diversificati.

    Nella cultura ebraica il vero significato di tradizione sottende ad un complesso significato, tanto da dare vita a due diversi vocaboli con propria accezione: il noto termine Càbala (Qabbalà, Qabbaláh) è appunto l’atto di ricevere la tradizione/conoscenza, ben distinto da quello della donazione.

    La Tradizione qui utilizzata non va quindi confusa con la «consuetudine», cioè con i vecchi modi di agire o di comunicare ancora vitali, o con il folklore che hanno un sapore più strettamente antropologico. Naturalmente, la Tradizione quale trasmissione della conoscenza ha fatto largo uso del simbolo, quale elemento determinante per garantire una qualche longevità al concetto o messaggio ivi racchiuso.

    Capitolo 2

    Simbolo e Simbolismo

    I simboli compiono da sé la loro opera (Giamblico)

    Il termine simbolo deriva dal greco súmbolon (σύμβολον, segno), la cui forma verbale symballô significa mettere insieme. Nell’antica Grecia, infatti, il simbolo era utilizzato per suggellare un patto: le due parti spezzavano una tessera in terracotta (o un anello) i cui pezzi venivano conservati a dimostrazione dell’esistenza dell’accordo. Bisogna ricordare che Platone usa il termine simbolo due volte

    nel Simposio (192d-192e) e proprio relativamente al fatto di ri-mettere insieme ciò che è separato che presuppone la ricerca di quella parte mancante utile a ritrovare l’unità smarrita¹⁰

    .

    Il simbolo è un elemento comunicativo capace di esprimere un concetto (o significato) attraverso la forma; è perciò un elemento il cui piano espressivo (in linguistica detto significante) è diretta manifestazione del piano del contenuto, ossia del significato.

    L’unione di questi due piani, potremmo dirli semplicemente estetico e sostanziale, definisce appunto un simbolo che quindi appare quale ideale ponte tra corpo e spirito.

    Il linguaggio è la capacità dell’uomo di comunicare per mezzo di un codice complesso, cioè una lingua. Spesso con linguaggio ci si riferisce in generale a un sistema di comunicazione: avremo quindi, fra gli altri, il linguaggio simbolico.

    Come accennato poc’anzi la tradizione simbolica è in realtà la trasmissione simbolica, ovvero il primo modo che l’uomo ha trovato per esprimere e tramandare un concetto o idea. Come conferma basti pensare agli antichissimi graffiti ritrovati - soprattutto in caverne - in tutto il mondo: famosissimi, ad esempio, quelli di Altamira in Spagna e quelli egizi. In aggiunta, alcune lingue scritte, fra

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