Sulla Musica: Intelligibile: un nuovo modo di sentire la musica, intendendola.
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Sulla Musica - Giuseppe Costa
Giuseppe Costa
Sulla Musica
intelligibile: un nuovo modo di sentire la musica, intendendola.
Copyright © 2019 Giuseppe Costa
info.giuseppecosta@gmail.com
www.giuseppecostapiano.com
Copertina di: Antonio Maggio
UUID: 4e8f3aa2-afaa-11e9-8384-bb9721ed696d
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Indice
Prefazione
Intelligibile
Intelligibilità
Il valore
Acculturazione
Metronomo
La pratica
La conoscenza: uno scopo
Il piacere
L'obiettivo
La forma: un rapporto gerarchico
Comporre
Filologia
Estetica
Arte
Spiritualità
Musica Determinata
Esperienza
La forma della musica
L'esperienza
Coscienza
Automatismo fisiologico
Lo spostamento
Le categorie intelligibili
Il tempo
Studi
Premessa
Progetto studi
Il piacere di essere
La sensazione
Note
Dedicato alla mia famiglia
per la fiducia che mi ha permesso di
credere e sperare!
Con affetto profondo
a mia madre, mio padre, mia sorella!
Prefazione
Sulla musica è una teoria della intelligibilità musicale ottenuta formalizzando la mia esperienza. Scegliere un titolo così generico per discutere di intelligibilità ha una ragione, quella di orientare l’attenzione sull’esperienza; termine implicito nel titolo che, nella pratica dei suoni, rappresenta l’elemento vitale.
Affrontare con un’aspettativa astratta lo sviluppo del pensiero intelligibile non è il mio obiettivo, perché la musica ha un ordine pratico, riferito alla realtà, seppure la sua formulazione ha un’origine mentale. Il mio obiettivo è invece affermare una facoltà dell’intelletto, che definisce la capacità uditiva con una particolare proprietà, quella dell’intendere. Sulla musica è quindi una prospettiva Sull’esperienza musicale, ottenuta per mezzo di una indagine fenomenologica e considerando la musica
come totalità di fenomeno, manifestazione e rappresentazione. Così voglio affermare una proprietà dell’ascolto, l’intendere, e insieme una qualità umana, avvertibile per mezzo della sensazione.
Il testo è rivolto a tutti, non tanto per uno scopo quanto per una verifica che mi sono imposto a partire da una considerazione: la musica apre in maniera sorprendente alla sensazione, con naturalezza, anche di chi non ha una particolare abitudine di ascolto, ma che deve possedere la capacità di predisporsi al nuovo, con una discreta apertura d’orecchio, giudicando senza compiacimento e con piacere disinteressato. Così questa lettura va per tutti, con la stessa naturalezza di questo tipo di ascolto.
Occuparmi di musica mi sta a cuore, per questo voglio ricercare e poi condividere con altri i miei pensieri. Anche se già lo so, per esperienza, ci sarà sicuramente chi leggerà con attenzione e chi con disprezzo, non ha importanza; alcuni si impongono dei limiti, altri non ne hanno, altri ancora li creano.
Luciano Berio (Imperia, 24 ottobre 1925 – Roma, 27 maggio 2003) è per me uno dei più significativi compositori del tempo, lo ammiro, lo stimo e lo considero uno dei miei riferimenti. Nel 1956, in uno scritto intitolato La nuova musicalità
, ha espresso il suo disappunto contro chi non comprende nel comporre, una particolare incombenza, considerata fino a cinquant'anni fa un logico attributo di mestiere; ovvero considerare logicamente l’esperienza alla possibilità esecutiva, connettendo in modo intrinseco, materiali a caratteristiche fisiche e a forma. A poco più di cinquant'anni dalle parole di Berio ma con la medesima energia ed efficacia di senso, io affermo il medesimo concetto e apro il respiro ad una considerazione in cui l’incombenza logica connaturata come attributo di mestiere - assunta fino a circa cento anni fa - sia oltre il totale possesso l’intelligibilità. Ciò nella modalità in cui la logica che muove la florida classe di interpreti e compositori specializzati, non sia volta a prendere in considerazione ragioni intrinseche e anche soggettive della musicalità per strenue ragioni che ricercano automatiche garanzie in grado di maneggiare i suoni lontano dal proprio strumento - l’orecchio - e al di fuori di ogni esperienza, in un complicato gioco di empirismi logici che sfuggono alla mente e che, invece, sono compresi in una pratica modesta.
La florida classe degli interpreti specializzati e l’instaurazione di nuove consuetudini e nuove necessità che non solo riguardano i rapporti di scambio tra la musica e la società ma anche i mezzi stessi di comunicazione musicale, pare abbiano contribuito ad alleggerire il compositore di una incombenza che, sino a cinquant'anni fa, era considerata un logico attributo di mestiere: il totale possesso, cioè, del materiale sonoro nei confronti della realizzazione di un'opera, con le sue intrinseche e oggettive possibilità costruttive, con le sue caratteristiche fisiche di adattamento e di resistenza a una forma. Per quanto non metta certo conto di classificare le singole attitudini professionali neanche alla luce delle più strenue ragioni poetiche, guardiamo un momento all'apparizione di chi s’affida alla ottusa ricerca di automatiche garanzie al maneggiamento dei suoni, lontano da questi e dagli strumenti che li producono, di chi, al di fuori d’ogni esperienza, vede nell’opera realizzata solo una conferma espressiva di un più o meno complicato gioco di empirismi logici
. [1]
Buona lettura.
Intelligibile
Int
e ll
lli
g
gi bile
Intelligibilità
La musica ha una natura intelligibile,
non v’è dubbio in questo;
essa è il risultato del rapporto tra suoni e intelletto.
Il suono non è musica.
È musicale
il significato che l’intelletto acquisisce nella percezione di un evento sonoro.
Non si discute della bellezza o della bruttezza di un suono, più in generale affermo una qualità della musica, espressa nella facoltà dell’intelletto di stabilire relazioni significative.
L’intelligibilità non è pensiero strutturato, al massimo questo coincide con una rappresentazione
di una qualità
riferibile all’intelligibilità.
Porre i due concetti - intelligibilità e pensiero strutturato - sullo stesso piano
significherebbe scartare la possibilità
di
cogliere
la musica al di là di un pensiero strutturato.
L’intelligibilità è chiarezza di ordine percettivo e interpretativo. Le orecchie ascoltano, il nostro corpo percepisce e il nostro intelletto risponde agli stimoli codificando una risposta, il significato. Questo significato può essere attinente ad una realtà musicale e no.
Non è detto che uno stimolo sonoro per avere significato musicale debba essere bello. Come non è neanche detto che un suono per essere bello debba essere anche gradevole. Allo stesso modo un bellissimo suono può non essere una composizione.
L’intelligibilità non è estetica, ma è l’essenza che