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Senza Maschera - Storia di un Futuro Impossibile
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Senza Maschera - Storia di un Futuro Impossibile

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About this ebook

Il testo prende spunto da una conferenza pubblica di A. Nazzaro presso il Centro di Psicosintesi di Napoli, è curato da M. Ventola (Direttore) e ha due scopi. Primo: esplorare il tema della "svolta di vita", che non è né cambiamento né miglioramento incrementale, ma radicale trasformazione del modo in cui vediamo noi stessi, gli altri e la vita. Esistono dieci elementi per accedervi, il cui perno è la responsabilità per il proprio passato, presente, futuro. Secondo: sviluppare uno dei progetti di Assagioli, offrendo una conversazione per una "svolta nella visione dell'educazione carceraria". Se i programmi "nel" carcere possono avere un certo valore, il cuore della questione è riflettere "sul" carcere: creare un contesto che possa rivelare l'educazione carceraria alla luce della visione transpersonale.

Il futuro dell'ontologia carceraria (visione del carcere) vive in un cambio di paradigma: dal detenuto visto come non-funzionale, carente e insufficiente, alla visione del detenuto come attivo contributore della società. Ciò dalla premessa che sia detentore di un inerente "essere" da cui deriva la sufficienza, il potenziale e la responsabilità – di una comune "natura umana" di fondo.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateApr 3, 2019
ISBN9788831613132
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    Senza Maschera - Storia di un Futuro Impossibile - MAURO VENTOLA

    Napoli

    Gruppo Studi & Ricerche

    sul Progetto Volontà

    La missione del Gruppo Studi & Ricerche sul Progetto Volontà è di porre le fondamenta per un nuovo reame di possibilità per il futuro – di creare una serie di ‘occasioni’ degne di nota. L’autorevole Dizionario Webster definisce occasione come: Uno stato di cose che rende qualcosa possibile. La particolare occasione che veicola questo Gruppo di Ricerche è di creare contesti e situazioni affinché ‘agenti di cambiamento’, ‘leader-servitori’ ed esponenti di istituzioni affini, possano incontrarsi per nuove conversazioni significative e – come conseguenza di ciò – per azioni che fanno la differenza. Nuovi orizzonti di senso sono necessari a creare il futuro, poiché è come pensiamo al mondo e come concepiamo le nostre sfide che determina le nostre priorità, il modo in cui selezioniamo possibilità, e le azioni che compiamo. La breccia nel futuro aspettato e la svolta verso un futuro che altrimenti non sarebbe avvenuto risiede in nuovi modi di vedere le cose. La sua effettiva possibilità è in una intuizione di Albert Einstein accolta appieno dal movimento transpersonale: La coscienza che crea un problema, non può risolverlo; bisogna imparare a vedere il mondo nuovamente. Occorrono pertanto nuove conversazioni significative in grado di portare in essere nuove possibilità. Il Gruppo Studi e Ricerche si propone di:

    1. Creare occasioni per lo studio, la ricerca, l’approfondimento, la creazione e la diffusione di una cultura superiore, umanistica, esistenziale, transpersonale e multidisciplinare – favorendo contatti tra istituzioni e gruppi di persone di natura diversa con l’intento di creare nuove possibilità di essere e di azione.

    2. Veicolare e organizzare risorse per generare innovazioni in psicosintesi. Con particolare attenzione per il Progetto Volontà (Will Project) lasciato come compito per le generazioni del futuro da Roberto Assagioli. Partiamo dall’assunto che per creare una svolta nel futuro occorrono nuovi catalizzatori di cambiamento capaci di usare la propria Volontà ad un livello superiore.

    3. Cogliere la sfida lanciata dal movimento transpersonale contemporaneo e da diversi premi Nobel: lavorare effettivamente a una nuova educazione per la sopravvivenza umana, alla transizione verso un nuovo umanesimo e – conseguenzialmente – all’insurrezione di una nuova forma di umanità.

    4. Favorire una nuova etica² vitalistica, fondata sull’interrogazione diretta dei movimenti e dei segnali dell’energia vitale piuttosto che essere conformi agli stereotipi culturali della coscienza gregaria (coscienza del gregge). Un’etica capace di onorare direttamente i valori della vita (J. Ortega y Gasset), dell’etica vivente (R. Assagioli), della coscienza morale sepolta (G. I. Gurdjieff), dei valori naturali dell’organismo (W. Reich).

    5. Essere un canale, una radura per formare, riunire e catalizzare agenti di cambiamento o leader-servitori attraverso nuove visioni del mondo. Infatti la sola conoscenza teorica non ha mai creato leader. La leadership non riguarda ciò che sappiamo, ma come vediamo il mondo. I leader sono persone ordinarie che vedono, comprendono e pertanto interagiscono con la vita in un modo differente dagli altri. Parliamo di leader-servitori, riprendendo un’espressione creata dal filosofo americano Robert Greenleaf: egli intendeva indicare un tipo di essere umano che sceglie di servire prima, e condurre dopo. La premessa è che l’atto di volontà più importante che un essere umano deve compiere è la scelta di servire, e in particolare la scelta di servire la vita.

    6. Contribuire nel veicolare chiavi interpretative convincenti sulla missione del nostro tempo e permettere al maggior numero di persone possibile di potervi aderire. La premessa è che la nostra chiamata individuale sia una funzione di una Chiamata Collettiva. In altre parole, l’ipotesi è che ogni essere umano possieda un avamposto di realtà da difendere, connesso all’Appello dell’Essere – o della Storia. Tradirlo significa far entrare il caos in questo avamposto, sia nella nostra vita individuale che come umanità. Non possiamo, inoltre, neanche evitare di dare risposta a questo appello. Come dichiarò Jean-Paul Sartre nel primo numero della rivista Les Temps Modernes: Ogni parola ha degli echi; ogni silenzio anche.³

    7. Lavorare per colmare la disparità tra il progresso tecnologico esteriore e l’evoluzione interiore dell’uomo. Partiamo dall‘osservazione che la tecnologia estenda la portata delle impressioni, delle emozioni e del livello di coscienza delle persone che la utilizzano sull’intero sistema di cui sono parte.

    In sintesi, il Gruppo Studi & Ricerche vuole creare nuove possibilità di vita da trasformare in azioni che possano fare la differenza nel mondo.

    Le pubblicazioni di questo gruppo vogliono provocare eventi, promesse, sfide e iniziative strategiche che sono diretta emanazione delle possibilità vitali dichiarate.

    Nella fede (cioè: nella libera presa di posizione) che nonostante le immense sfide attuali, quest’epoca ci offre un significativo vantaggio: nel mondo dell’effetto-farfalla, dove piccolissime azioni si estendono a catena sull’intero sistema, nessuno può stimare l’impatto effettivo di una azione. L’implicazione è che non è possibile tracciare quanta differenza una singola azione possa fare.

    Dichiariamo la possibilità di un gruppo d’avanguardia che promuove ricerche e studi applicati per generare un impatto sulla corrente generale del mondo; per creare un futuro che altrimenti non sarebbe avvenuto.

    Mauro Ventola,

    Fondatore Gruppo Studi & Ricerche sul Progetto Volontà

    (mauroventola@gmail.com)

    Napoli, Autunno 2017

    ___________________

    ² Etica viene qui distinta come: l’indagine relativa alla ‘sorgente del comportamento umano’ in relazione alle categorie del bene e del male.

    ³ Scriveva Jean-Paul Sartre su Les Temps Modernes: Poiché lo scrittore non ha alcun mezzo per evadere, noi vogliamo che egli abbracci strettamente la sua epoca; è la sua unica occasione: è fatta per lui come egli è fatto per lei. Ci si rammarica dell’indifferenza di Balzac dinnanzi alle giornate del ’48, dell’incomprensione impaurita di Flaubert di fronte alla Comune; ci si rammarica per loro; c’è, in quegli avvenimenti, qualcosa ch’essi hanno perduto per sempre. Noi non vogliamo perder niente del nostro tempo; forse ve ne sono di migliori, ma questo è il nostro tempo; non abbiamo che questa vita da vivere, in questa guerra, in questa rivoluzione, forse. […] Noi siamo convinti, invece, che non si può cavarsela a buon mercato. Restassimo anche muti e quieti come sassi, la nostra passività sarebbe ugualmente un’azione. Qualcuno potrebbe consacrare la vita a scrivere romanzi sugli Ittiti; ma la sua astensione sarebbe di per se stessa una presa di posizione. Lo scrittore è ambientato nella sua epoca: ogni parola ha degli echi. Ogni silenzio anche. (J. P. Sartre, Che cos’è la letteratura? – Presentazione di ‘Les Temps Modernes’, Il Saggiatore, Milano 1960).

    Prefazione

    Senza maschera, il testo che avete tra le mani, costruito su una conversazione-condivisione di Alessandro Nazzaro con alcuni soci del Centro di Psicosintesi di Napoli, approfondisce vari aspetti e coniuga tra loro importanti campi applicativi del modello psicologico ideato da Roberto Assagioli, in particolare: psicosintesi sociale, psicosintesi educativa-rieducativa⁴* e psicosintesi transpersonale. E lo fa nella maniera più concreta: scendendo direttamente nell’esperienza vissuta per poi risalirne.

    Il toccante racconto autobiografico di Alessandro è una sorta di viaggio verso una meta impossibile che viene raggiunta. Il protagonista sperimenta la sofferenza atroce per un’infanzia e prima adolescenza caratterizzate da grave incuria per quanto riguarda i bisogni primari di ogni essere umano, passando a un’adolescenza e prima giovinezza di ribellione, di rabbia mista a dolore, che lo portano diritto al carcere per arrivare poi, rocambolescamente, – come Dante reduce dall’Inferno – all’incontro con la sua Beatrice, Stella di nome e di fatto.

    È infatti Stella (presidente onoraria della Comunità Salva 72 che lavora sulle dipendenze in senso ampio: droghe, violenza, etc.), ad accompagnare pazientemente Alessandro, con la forza dell’empatia e del rispetto, a riveder le stelle, ossia a effettuare la svolta e ricontattare i valori umani alti, i sensi dell’anima, le energie del transpersonale.

    È così che Alessandro Nazzaro effettua il cambiamento – vissuto come impossibile fino a quel momento –, ma è proprio vero che l’impossibile di oggi è il possibile di domani…

    Il racconto-restituzione del nuovo Alessandro ai soci del Centro di Psicosintesi, così come riportato nel libro, è commovente e la trascrizione ben suffragata da opportuni interventi e dalle note in calce di Mauro, organizzatore dell’evento e curatore del libro.

    Tuttavia, riflettendo sui passaggi della vicenda, si evince che non è propriamente un nuovo Alessandro quello che viene fuori da un processo di cambiamento, ma è l’ originario e autentico Alessandro che finalmente ha la possibilità di esprimere la propria nota originale, iniziando così a creare accordi.

    Come direbbero Miguel Benasayag e Gérard Schmit nel loro libro L’epoca delle passioni tristi, dopo il passaggio – tipico di molti giovani della nostra epoca – da un futuro-promessa a un futuro-minaccia, per Alessandro avviene il miracolo della riappropriazione del futuro: è qui all’opera l’Energia Volontà che, risvegliata dall’Amore, permette l’affermazione di una progettualità individuale in un soggetto che – deposta la maschera – è tornato a potersi identificare col suo vero Io.

    Questo libro – come tanti altri di Mauro – è prezioso: descrive un aspetto significativo del fenomeno umano, lo esplora e lo incanala nella direzione di una psicosintesi al servizio del mondo.

    Questo era l’auspicio insito nell’eredità di Roberto Assagioli per la nascita di una nuova umanità.

    L’aveva chiamato Will Project, Progetto Volontà.

    L’Istituto di Psicosintesi, attraverso vari suoi collaboratori – Mauro tra questi col suo Gruppo Studi e Ricerche – lo sta portando avanti con entusiasmo.

    Gliene sono grato!

    Daniele De Paolis,

    psicoterapeuta e autore,

    ex-Presidente dell’Istituto Italiano di Psicosintesi

    ___________________

    ⁴ Due aspetti importanti della visione assagioliana, ancorché a oggi non in prima linea nello studio, nella ricerca e nella diffusione della psicosintesi, come è ad esempio l’autoformazione.

    Presentazione

    Ho avuto il privilegio di incontrare Alessandro Nazzaro più di un anno fa, nella Comunità Salva 72.¹ Qualche tempo prima un giovane psicologo e volontario nella stessa Comunità, Alfonso Castello, mi aveva contattato tramite il Centro di Psicosintesi di Napoli per invitarmi a prendere contatti con il loro lavoro, per lavorare a programmi e a collaborazioni significative sul tema delle dipendenze. Salva 72 è una comunità che lavora sulle dipendenze, nel senso più ampio del termine (droghe, violenza, sessualità, dipendenze psicologiche, ecc.). Lì conobbi personalmente Stella, presidente onoraria, più volte citata da Alessandro nel racconto della svolta della sua vita.

    Seduti a un tavolo con del caffè caldo, assieme ad Alfonso e Stella sedevano anche Alessandro e sua moglie Chiara. Avrei scoperto di lì a poco che quel ragazzo seduto di fronte a me, con cui mi sentivo molto affine e che sembrava ascoltare e comprendere molto a fondo le mie idee sulla ‘trasformazione personale’, aveva soltanto la terza media, aveva vissuto per strada e aveva trascorso la gran parte della sua vita in carcere. Fino a qualche momento prima ero impegnato in un confronto con Stella sui metodi e le idee alla base dei programmi della sua Comunità, e su una conversazione relativa alla natura dell’esperienza della trasformazione personale.

    Quando mi disse che Alessandro era stato uno dei suoi ragazzi, rimasi incredulo. Cominciai a chiedergli con vivo interesse quali elementi considerasse decisivi per la sua storia di trasformazione, cioè cosa avesse fatto davvero la differenza. Mi guardò fermamente e decisamente negli occhi e mi disse: La volontà e la disponibilità di togliermi la maschera.

    Ero da pochi giorni stato eletto Direttore del Centro di Psicosintesi di Napoli, e di lì a poco avrei dovuto organizzare la mia prima programmazione delle attività. Lo invitai in quel momento a creare un evento aperto al pubblico insieme. Sarebbe stato un onore per il Centro di Napoli offrire il nostro spazio per far ascoltare la sua storia ai nostri soci. Gli chiesi che titolo avrebbe dato a una potente conversazione trasformativa, in grado di esprimere la lezione più importante della sua storia. Senza maschera, mi disse.

    Ci risentimmo dopo sei mesi da quell’incontro. Chiamai Alessandro una settimana prima dell’evento per confermare la sua presenza. Ma prima decidemmo di prenderci un caffè assieme, per capire il tipo di scopo da imprimere in un evento di questo tipo. Gli chiesi cosa fosse per lui questo invito. Mi disse:

    Mauro, quest’occasione che mi hai offerto per raccontare di me e della mia storia, per me non è altro che un modo per restituire. Non a qualcuno in particolare ma alla vita. Io mi sento in debito con la vita. Ho un debito che non finirò mai di scontare del tutto.

    Alessandro venne a tenere la sua conferenza pubblica intitolata Senza Maschera direttamente da una nottata di lavoro. Attaccò a lavorare alle 3:30 di notte, per finire alle 14:00. Alle 16:30 Alessandro era in Piazza Quattro giornate per un caffè con me, e un’ora dopo cominciava la sua conversazione con i partecipanti, scusandosi per il suo linguaggio da terza media. L’energia in sala è stata fortissima. Alessandro trasmise una grande umanità, oltre che una reale speranza per la costruzione del nuovo mondo. Mentre parlava mi venne in mente la Prefazione che il grande psicologo Abraham Maslow scrisse per il suo Verso una psicologia dell’essere, sostenendo che la psicologia del futuro doveva occuparsi dell’edificazione di quello che chiamava l’Unico Mondo Buono:

    Per qualsiasi persona di buona volontà, per chiunque stia dalla parte della vita, qui c’è lavoro: lavoro vero, buono, soddisfacente, che può offrire un ricco significato alla propria esistenza ed a quella degli altri. […] Semplicemente non è disponibile oggi una sufficiente massa di conoscenze attendibili per procedere alla costruzione dell’Unico Mondo Buono. Non abbiamo neppure conoscenze sufficienti a insegnare agli individui come amarsi l’un l’altro – non tanto almeno, da essere certi dei risultati. Sono convinto che la risposta migliore stia nel progresso della conoscenza.² (corsivo aggiunto)

    Le questioni trattate da Alessandro: l’onestà e lo smascheramento di sé, il lavoro interiore che tende a un nuovo modo di essere umani, la capacità di confessare pubblicamente le proprie ferite esistenziali, l’importanza e il valore dell’impegno, l’integrità come capacità di ‘onorare’ i propri debiti con la vita e la comunità, la ‘svolta’ come possibilità accessibile a tutti, la trasformazione dall’angoscia alla speranza e la realizzazione di un ‘futuro impossibile’ per ciò che ci si aspetta da un ex-detenuto, sono tutte questioni estreme. E la sua lezione ha insegnato a tutti noi che molto spesso coloro che hanno attraversato fasi estreme e vissuto vite estreme, hanno l’incredibile capacità di puntare dritti al cuore della questione. Per noi tutti che ci occupiamo di trasformazione umana, il confronto con chi vive questioni estreme è il nostro banco di prova.

    Nel lavorare a questo documento non posso fare a meno di sorridere al pensiero che il contributo di Alessandro e la sua esperienza di trasformazione dall’essere in prigione, venga proprio dopo la conferenza di Daniele De Paolis su R. Assagioli e G. Gurdjieff.³ Questi due grandi maestri della coscienza si sono riferiti alla condizione dell’uomo ordinario come quella di un prigioniero che deve imparare a trascendere e a trasformare la sua condizione. Così Gurdjieff, nel parlare della possibilità d’accesso a un’esistenza

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