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Un Duca nel suo Destino
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Un Duca nel suo Destino

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About this ebook

Discendente dalle streghe bruciate sul rogo, Lady Emilia Noble sa benissimo come la società perseguita i diversi. Non si fida di nessuno tranne che dei suoi fratelli e non osa rivelare mai a nessuno, al di fuori della famiglia, che lei, come la nonna prima di lei, può leggere le emozioni delle persone attraverso il cambiamento dei colori della loro aura. Quando il fratello si vanta in modo sconsiderato che riesce a prevedere il futuro e rimane invischiato con lo spregiudicato Lord Abernathy, Emilia si trova di fronte a una nuova minaccia: la rovina della situazione finanziaria della famiglia e lo smascheramento del loro passato segreto.

Fino a quando Emilia non incontra Felix Huntar, duca di Kintore. Per anni, Felix ha visto il suo licenzioso zio, Lord Abernathy, gettare vergogna sulla loro famiglia attraverso le sue disoneste macchinazioni. Determinato a fare in modo che Abernathy non faccia del male a nessun altro, giura di aiutare Emilia a onorare i debiti della sua famiglia. Si sente attratto da lei fin dal loro primo incontro e, lentamente, anche lei comincia a fidarsi di lui. Ma quando Abernathy minaccia di svelare i doni soprannaturali della famiglia Noble, l’incubo peggiore di Emilia diventa una realtà molto concreta.

Può l’amore di Felix ed Emilia trionfare sulle forze del male, o sono destinati a rimanere soli in eterno?

Quando l’amore si mescola con la magia, tutto può succedere.

LanguageItaliano
Release dateMay 14, 2019
ISBN9781547575794
Un Duca nel suo Destino
Author

Christina McKnight

USA Today Bestselling Author Christina McKnight writes emotionally intricate Regency Romance with strong women and maverick heroes.Christina enjoys a quiet life in Northern California with her family, her wine, and lots of coffee. Oh, and her books...don't forget her books! Most days she can be found writing, reading, or traveling the great state of California.Sign up for Christina's newsletter and receive a free book: eepurl.com/VP1rPFollow her on Twitter: @CMcKnightWriterKeep up to date on her releases: christinamcknight.comLike Christina's FB Author page: ChristinaMcKnightWriterJoin her private FB group for all her latest project updates and teasers! facebook.com/groups/634786203293673/

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    Book preview

    Un Duca nel suo Destino - Christina McKnight

    DEDICA

    ––––––––

    A Marc

    Prologo

    Sunderland, Inghilterra

    Dicembre 1802

    Emilia, insieme ai suoi tre fratelli e alla loro seanmhair, discese nella cantina attraverso la lunga scala scendendo un piolo alla volta, con la nonna subito dietro di loro. L’aroma pungente e pesante delle verdure mature e delle preziose botti di vino del padre accolse Emilia proprio come un caldo abbraccio familiare.

    Ogni anno, da tutta la vita, era la stessa cosa.

    Seanmhair Ailis portava Emilia, Moire, Iain e Catriona nella cantina dall’odore stantio ogni anno da quando erano nati. Non appena impararono tutti a camminare senza assistenza, la prima scala che scesero li condusse in quella stanza buia, umida e senza finestre attraverso una botola nello stanzino del loro maggiordomo. E la Seanmhair pretendeva che scendessero tutti senza assistenza e senza una candela che li guidasse.

    Era stata un’esperienza spaventosa quando Emilia era più giovane, ma quando nacquero i suoi fratelli e fu incaricata di tenerli d’occhio, la pratica divenne una di routine e conforto mentre perdevano di vista l’importanza dell’esperienza. Sua madre e suo padre non partecipavano più ed erano noti perché rimproveravano la Seanmhair per le sue tradizioni vecchio stile.

    Venite, miei piccoli, Seanmhair disse, avvicinando a sé Emilia e i fratelli mentre si inginocchiava per guardarli negli occhi e le ginocchia scricchiolavano per lo sforzo. Sapete perché siamo qui giù?

    Emilia rimase in silenzio, nell’aria pesante della stanza che le inumidiva i capelli corti come se si trovasse non in una cantina ma in una leggera nebbia primaverile.

    Non spettava a lei rispondere a Seanmhair Ailis. Erano ormai dieci anni che scendeva nella cantina. No, oggi era Moire, la sorella minore di Emilia -di soli cinque anni- che doveva parlare.

    Gli occhi azzurri cristallini della seanmhair brillavano decisamente nello spazio buio e angusto mentre osservava a turno ogni bambino. Sebbene il suo sguardo fosse intenso, Emilia vedeva un tenue bagliore verde aleggiare sopra l’anziana donna. Anche con l’aspetto saggio e segnato dal tempo di Seanmhair Ailis, le guance cadenti e le rughe intorno agli occhi e alla bocca, Emilia lo vedeva.

    Amore.

    Seanmhair Ailis amava molto tutti loro.

    Ciò rendeva quel momento ancora più fondamentale. Ailis non stava cercando di spaventarli o di causare loro qualche incubo notturno perenne. No, li stava mettendo in guardia... li stava preparando a un futuro dal quale potevano anche non riuscire a fuggire come aveva fatto lei.

    Catriona sospirò, dando una gomitata a Moire perché procedesse con la risposta.

    Moire, chiamata come una delle loro antenate scozzesi, raddrizzò le spalle e alzò la testa mentre imitava lo sguardo serio della Seanmhair e recitava quello che le era stato fatto memorizzare. Non dobbiamo mai dimenticare che siamo tutti speciali. I nostri doni, una benedizione per noi dai nostri antenati Dalais, sono di grande privilegio e non dovrebbero essere usati per fare del male. Noi discendiamo da un trio di potenti fratelli -Niall, Sorcha e Caitriona- che hanno rinunciato alle loro vite per portare ognuno di noi in questo mondo. Moire pizzicò il bordo sfilacciato del suo grembiulino, ed Emilia sentì il bisogno quasi incontrollabile di aiutarla, di parlare ad alta voce e dire alla nonna quello che aspettava di sentire.

    Quando Emilia fu sul punto di fare proprio quello, gli occhi azzurri penetranti della Seanmhair si voltarono nella sua direzione - un monito a rimanere in silenzio.

    Così repentinamente come aveva rivolto lo sguardo d’avvertimento a Emilia, l’anziana donna si girò nuovamente verso Moire facendo un cenno di incoraggiamento. "Continua, m’eudail."  

    Le labbra di Moire si spalancarono in un sorriso che incantava la loro famiglia dal giorno della nascita della bambina. La sorella di Emilia adorava quando la nonna parlava loro nella sua lingua nativa scozzese e la chiamava con termini come piccola mia. Dobbiamo fidarci dei nostri doni. Dobbiamo fidarci l’un l’altro. E, più di ogni altra cosa, dobbiamo diffidare di tutti quelli che non appartengono al sangue dei Dalais.

    Molto bene, tesoro mio. La loro seanmhair si alzò in piedi, ma anche alla massima altezza era poco più alta di Emilia e Iain. Se non fosse stato per il suo corpo malato e curvo e i capelli grigi, da una certa distanza sarebbe potuta facilmente passare per un bambino. Tuttavia, da vicino, il suo abito, il suo modo di parlare e la sua tranquillità erano di un’altra epoca. "Ora ditemi, me bairns (n.d.r. bambini miei), cosa sapete di questo momento?"

    Iain borbottò e incrociò le braccia. Io odio questa parte.

    Cosa ti ho detto, giovanotto? Seanmhair sbottò, mettendo la sua mano storta e nodosa sulla spalla di Iain.

    Il fratello di Emilia fissò i suoi stivali consumati mentre spostava il peso da un piede all’altro. Che i doni hanno scelto noi, e non c’è niente che possiamo dire a riguardo. Ma non è giusto lo stesso, non è per niente giusto che Em, Moire e Cat siano state scelte, e io non sono niente... a malapena sono un Noble.

    Mio caro giovanotto. Il tono di voce della nonna di addolcì, e avanzò finché non fu davanti a Iain e gli alzò il mento con le dita finché lui non la guardò dritto in faccia. Sei stato benedetto con la bellezza, il benessere e un titolo. La fortunata nascita di un erede maschio. Non puoi aspettarti di avere tutto.

    Iain si allontanò dalla sua seanmhair. Preferirei avere il marchio e un dono come il mio bis bis bis bisnonno, Lochlan.

    Sai che i maschi della discendenza dei Dalais non ricevono la benedizione del marchio da molti decenni, Cat intervenne. Anche a nostro padre non è stato dato alcun dono, e lui è forte, valoroso e coraggioso.

    E noioso, Iain bofonchiò.

    Moire ridacchiò all’affermazione del fratello.

    Anche Emilia non riuscì a soffocare un sorriso, ma non osò ridere in un momento così solenne.

    Moire, l’anziana donna la incitò, tirando delicatamente la lunga treccia rosso fuoco della bambina. Cosa vedi?

    La bambina deglutì, e le spalle le tremarono leggermente. Preferirei che Cat o Em parlassero per prime.

    Molto bene. Seanmhair si voltò verso Emilia, il primo nipote nato con il marchio della discendenza sul fianco sinistro. Un semplice triangolo, ma un dono che la famiglia temeva non sarebbe stato elargito ancora alla famiglia Noble. Cosa vedi, mia piccola fanciulla?

    Solo quando Emilia aveva cominciato a parlare, la sua famiglia aveva scoperto il suo speciale dono. Era in grado di vedere l’energia di quelli che la circondavano con l’ulteriore abilità di riconoscere quando qualcuno stava mentendo. Con l’aiuto della nonna, Emilia aveva lavorato per capire cosa rappresentava ogni colore e ogni foschia.

    Vedo... Le sue parole si affievolirono quando un’ombra scura, marrone-giallastra circondò la donna. La sua seanmhair era affaticata, tuttavia altri colori si fecero strada mentre Emilia esaminava la nonna. Il viola e il dorato indicano che state impartendo una grande saggezza. E il verde, come sempre, vi circonda.

    Amore. Bontà. Premura.

    Seanmhair Ailis annuì con un breve cenno del capo e si voltò verso Cat. E tu, mia piccola gattina?

    Cat chiuse gli occhi, abbassando le sopracciglia per lo sforzo. Catriona era stata quella più colpita dal suo dono: l’abilità di collegarsi con lo stato d’animo degli altri. Con un grande lavoro, la nonna aveva insegnato a Cat come controllare il suo dono e a non permettergli di sopraffarla. Per un periodo, Cat era stata totalmente oppressa dai pesi che gravavano su quelli che la circondavano, sia che si trattasse dei membri della loro famiglia che degli abitanti del villaggio che incontravano in città.

    Emilia guardò mentre Cat si tormentava il labbro inferiore finché una piccola goccia di sangue non macchiò la sua pelle perfetta.

    Se a Emilia fosse stata data una scelta, avrebbe preso tutti e tre i doni su di sé, anche solo per salvare le sue due sorelle dalla natura oppressiva delle loro abilità.

    Il dono della preveggenza. Il dono dell’empatia. E il dono di leggere l’energia degli altri.

    Seanmhair Ailis era stata l’unica dei suoi fratelli a essere stata scelta, ma le erano stati dati tutti e tre i doni, e il marchio della discendenza completo: tre triangoli sovrapposti. Se si univano i marchi di Emilia, Cat e Moire, si sarebbe riflessa la voglia sul petto della nonna, proprio sotto la clavicola.

    "Vedo che siete agitata, Seanmhair. C’è un’urgenza che vi circonda che non capisco." Cat guardò Moire, implorandola di aiutarla, ma la sorella minore distolse lo sguardo.

    Moire? Emilia domandò.

    "A Seanmhair non resta molto tempo in questo mondo, Moire sussurrò prima che le sfuggisse un singhiozzo. Seanmhair Ailis, vorrei ritornare sopra. Non voglio più fare questo. La mia visione... è crudele, e non permetterò che si avveri."

    Tsk-tsk. La nonna scosse la testa ma non con dispiacere. Mia carissima Moire. Puoi anche vedere il futuro, ma non puoi fare niente per cambiarlo. Non è così che vanno le cose. Non è affatto così.

    Iain si spinse all’interno del cerchio che Emilia, Moire, Cat e la loro seanmhair avevano creato senza rendersene conto.

    Diteci che Moire si sbaglia, Iain ordinò. È soltanto una bambina e non può sapere quello che dice. Guardò la sorella maggiore in cerca di qualcosa -forse assistenza- ed Emilia desiderò tanto rassicurarlo riguardo al loro futuro. Ma, purtroppo, non poté.

    Nonostante avessero lo stesso colore degli occhi e lo stesso aspetto esteriore, era Emilia che aveva i capelli del biondo più chiaro, quasi bianchi al sole, il che la distingueva dai fratelli e anche dalla seanmhair.

    All’età di otto anni, il fratello minore di Emilia, Iain, era un bambino circondato da donne forti; il loro retaggio scozzese, pelle chiara e capelli rosso acceso, rendeva semplicemente più evidente il loro spirito. Sebbene condividesse i colori della famiglia e anche i loro penetranti occhi azzurri, assomigliava di più al padre - un bambino disposto a permettere alle donne della sua famiglia di comandare.

    Forse il ragazzino aveva più spirito di quanto pensassero.

    Iain si voltò verso Emilia, cercando un alleato. "Em, di’ loro che è assurdo. Seanmhair sta bene e non andrà da nessuna parte. Non ancora per tanto, tanto tempo. Noi abbiamo bisogno di lei. Tu devi ancora controllare il tuo dono, e Moire... possiamo fidarci delle sue visioni?"

    Emilia sapeva che Moire diceva solo la verità. A volte, il suo dono era anche una maledizione, proprio come lo era per Catriona e Moire.

    Moire ha ragione, piccoli. Seanmhair avvicinò a sé tutti e quattro i bambini, ed Emilia accettò quell’abbraccio, stringendo sempre di più la nonna come se tutti loro uniti insieme senza mai mollare potessero fermare il destino soverchiante della nonna. Presto non ci sarò più, e voi dovrete lasciare il Dalais Forge - Edimburgo, Bath e Londra. Il mondo è vostro perché lo esploriate. Ma dovete rimanere vicini. Dovete dipendere l’uno dall’altro. Ascoltarvi a vicenda.

    "Sì, Seanmhair Ailis," parlarono tutti insieme, inchinando tutti la testa.

    Emilia provò un dolore al petto al pensiero di vivere anche solo un attimo senza avere la nonna vicino. Voleva piangere, lamentarsi di quell’ingiustizia, sbattere i piedi e ordinare che non succedesse.

    Sfortunatamente, il suo attacco di rabbia e tristezza non sarebbe servito a cambiare il loro futuro.

    Ora, mie piccole signorine, ricordate... oggi amico e domani nemico. Dovete contare l’una sull’altra, fidarvi soltanto l’una dell’altra. Io non sarò qui a proteggervi per molto tempo ancora.

    E io? Iain domandò, con la voce in preda al panico.

    Tu, giovanotto, ascolterai le tue sorelle. Quelle parole severe fecero sì che Iain ingoiasse qualsiasi replica avesse potuto avere. Queste tre ci tengono a te, Iain. Anche quando pensi di saperne di più, ti sbagli.

    Emilia pensò che la seanmhair si stesse comportando in maniera troppo severa e rigida con Iain.

    Ma, di nuovo, rimase in silenzio.

    Si sta facendo tardi, e mi fanno male le ossa. Seanmhair Ailis si portò i suoi lunghi capelli grigi

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