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Cattive Ragazze - Libro 2: Bulle!: Cattive Ragazze, #2
Cattive Ragazze - Libro 2: Bulle!: Cattive Ragazze, #2
Cattive Ragazze - Libro 2: Bulle!: Cattive Ragazze, #2
Ebook117 pages1 hour

Cattive Ragazze - Libro 2: Bulle!: Cattive Ragazze, #2

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About this ebook

Remmy continua a soffrire nelle grinfie di Sandy e delle sue 'vampire'. La salva Amelia, insegnandole come tenere testa alle bulle. Remmy vuole raccontare la verità, ma Sandy ha il controllo della casa e Remmy non se la sente di far preoccupare sua madre. Le ragazze cattive continuano a tormentarla su Facebook e cercano perfino di incastrarla mettendo qualcosa nel suo zaino!

Alla fine, Remmy trova il coraggio di raccontare tutto alla madre e al patrigno. All'inizio, Marcus non le crede... almeno non senza prove. Ovviamente, la reazione di Sandy è completamente esagerata!

Cattive Ragazze 2 è denso di emozioni. Adorerai crescere insieme a Remmy, diventando sicura e vincendo l'amore di Charlie e l'amicizia di Bridget. La nuova vita di Remmy a Venice Beach non è poi così male! Un libro perfetto per ragazze dai 9 ai 12 anni.

LanguageItaliano
Release dateJun 2, 2020
ISBN9781547579945
Cattive Ragazze - Libro 2: Bulle!: Cattive Ragazze, #2

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    Cattive Ragazze - Libro 2 - Katrina Kahler

    Capitolo Uno - Perfide

    Il pomeriggio si trascinava lento. Ogni volta che Remmy udiva qualcuno entrare o uscire dai bagni si irrigidiva tutta, al pensiero che potessero essere Sandy e le vampire, tornate per torturarla un altro po’. Il gabinetto era stretto e puzzava. Desiderava tanto una boccata d’aria fresca e poi aveva sete... tanta sete. Lanciò un’occhiata all’acqua sporca nella tazza del water, che sembrava deriderla con quel suo liquido imbevibile. Chissà se la Principessa Sandy aveva mai avuto così tanta sete? O se era mai stata costretta a rintanarsi in un cubicolo puzzolente per un intero pomeriggio? Non credo proprio!

    Alla fine, suonò anche l’ultima campanella. I bagni si riempirono di bambini e poi si svuotarono. Le chiacchiere, le risate e il rumore dei passi si affievolirono fino a lasciare i corridoi immersi nel silenzio. Remmy però non abbandonò il suo cubicolo. Aveva troppa paura che qualcuno la vedesse in quello stato. Si guardò le braccia tutte macchiate di inchiostro. Forse era davvero STUPIDA e una SFIGATA... dopotutto, lo si poteva leggere proprio lì, sulla sua pelle. Ricacciò indietro le lacrime, tirando su col naso. Si rifiutava di piangere ancora quel giorno, aveva già sprecato fin troppe lacrime a causa di Sandy e delle sue amiche.

    Si costrinse a rialzarsi e rimase in piedi di fronte alla porta del cubicolo. Allungò una mano verso la maniglia e la lasciò lì sospesa. Sapeva di non potere rimanere lì per sempre, eppure non trovava il coraggio di andarsene. Toc, toc, toc. Remmy fece una salto indietro e fissò la porta impaurita. Si appiattì contro al muro, cercando di rimanere ferma immobile, e trattenne il fiato. Erano Sandy e le sue amiche tornate a tormentarla?

    Remmy, sei qui dentro? disse una voce di ragazza.

    Le sembrò di riconoscere la voce, ma non si mosse lo stesso.

    Remmy, sono Amelia. Sei qui dentro?

    Remmy inspirò ed espirò profondamente. Stava quasi per mettersi a piangere dal sollievo, ma solo una lacrima solitaria scappò da sotto le sue palpebre.

    ‘Sì, sono io,’ gracchiò lei.

    ‘Posso entrare?’

    ‘Faccio paura.’

    ‘Cosa è successo?’

    Remmy fece scorrere la serratura, aprì la porta e sbirciò fuori.

    Amelia non fece una piega alla vista di Remmy tutta imbrattata di inchiostro. Le rivolse uno sguardo rassicurante e poi la strinse in un abbraccio.

    ‘Immaginavo che ti fosse successo qualcosa, quando non ti ho vista alla nostra panchina. Per quello sono venuta a cercarti.’

    ‘Grazie,’ Remmy guardò Amelia con occhi gonfi.

    ‘Non ti preoccupare, ti aiuto io ora,’ sorrise lei. ‘Resta qui, io mi intrufolo nel bagno dei professori.’

    Remmy annuì. Mentre guardava Amelia uscire dai bagni, ricordò a se stessa di respirare. Sapeva che Amelia sarebbe tornata, però un’irritante vocina nella sua testa continuava a urlare non tornerà!

    Qualche minuto dopo, Amelia era di ritorno.

    ‘Proviamo con questo,’ le mostrò una saponetta.

    Remmy annuì e si avvicinò al lavandino.

    Amelia inumidì la saponetta e la strofinò sulla fronte di Remmy.

    ‘Dimmi se ti faccio male,’ disse Amelia.

    ‘No, va bene,’ disse Remmy con un sorriso forzato.

    La fronte le bruciava ma avrebbe sopportato tutto il dolore del mondo... pur di far sparire quell’inchiostro.

    ‘Ecco fatto!’ disse Amelia.

    Remmy scrutò il suo riflesso nello specchio. La pelle della fronte era tutta rossa e irritata e i suoi occhi erano gonfi per il pianto. Ma la scritta CESSO era scomparsa.

    ‘Grazie, grazie davvero.’ Remmy avvolse Amelia in un abbraccio.

    ‘Di niente, Remmy,’ lei sorrise. ‘Ora passiamo alle braccia, così poi potremo andarcene da questo bagno puzzolente.’

    Amelia ridacchiò e, per la prima volta quel pomeriggio, Remmy sorrise.

    Amelia pulì l’inchiostro dalle braccia di Remmy, sfregando con forza. Remmy era sollevata che i segni di pennarello non si vedessero più, ma si vergognava di avere ora la pelle tutta arrossata.

    ‘Sono un disastro,’ disse con un sospiro.

    ‘No, invece.’

    Remmy sapeva che Amelia stava solo cercando di farla stare meglio. Aveva un aspetto orribile e puzzava. Guardò la maglietta di Sandy che aveva addosso, ora tutta piena di acqua e sapone. La odiava e avrebbe tanto voluto potersi mettere una delle sue magliette larghe.

    ‘Dai andiamo, la nostra panchina ci aspetta,’ Amelia si diresse verso la porta.

    ‘Non posso uscire così,’ lei rimase immobile. ‘E se mi vede qualcuno?’

    ‘Prima di tutto, non stai così male. Secondo, non c’è nessuno in giro e terzo, non puoi rimanere qui tutta notte.’

    ‘Immagino di no,’ borbottò lei.

    Amelia prese Remmy per mano e la trascinò fuori dai bagni. Non appena mise piede nel corridoio vuoto con Amelia al suo fianco, Remmy si sentì sollevata. Respirò una boccata d’aria e fissò il pavimento.

    Si fermarono alla loro panchina e si sedettero.

    ‘Bene,’ disse Amelia. ‘Ora dimmi cosa è successo.’

    ‘Sono state la mia futura sorellastra e le sue amiche. Mi ha chiesto di vederci e mi ha detto di smettere di parlare con Charlie, il ragazzo che le piace. Da quando mi sono trasferita qui, lui è sempre stato carino con me e siamo andati al ballo insieme. Io mi sono rifiutata di smettere di frequentarlo e allora loro hanno, beh, l’hai visto...’ raccontò con un sospiro.

    ‘Perché credi che si sia comportata così?’ chiese Amelia.

    ‘Immagino che sia gelosa della mi amicizia con Charlie.’

    ‘Sì, quello è vero. Ma io credo anche che sia gelosa della tua popolarità. Sei arrivata tu e hai distolto l’attenzione da loro. Non sono state per nulla contente di questo. Vogliono essere sempre al centro dell’attenzione,’ fece un gran sorriso.

    ‘Hai ragione,’ Remmy fece un sorrisino. ‘Cosa dovrei fare ora?’

    ‘Cosa hai in mente?’

    ‘Beh, posso tornare a Sweet Lips?’

    Amelia ridacchiò.

    ‘Sì lo so, non se ne parla proprio,’ disse lei con un sospiro. ‘Potrei fare come mi hanno detto e stare lontano da Charlie.’

    ‘Pensi davvero che questo le fermerebbe?’

    ‘No, credo di no,’ lei scosse la testa.

    ‘Non puoi ignorare Charlie, è tuo amico e non sarebbe giusto nei suoi confronti. E poi, perché dovresti perderlo come amico per colpa di quelle bulle?’

    ‘Lo so. Non voglio perderlo. Mi piace essere sua amica.’

    ‘Se cederai alle loro assurde richieste, non solo loro continueranno a perseguitarti, ma perderai anche Charlie. Non mi sembra un grande affare.’

    ‘Lo so, ma sono le uniche

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