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Lascia dormire il Sognatore
Lascia dormire il Sognatore
Lascia dormire il Sognatore
Ebook166 pages2 hours

Lascia dormire il Sognatore

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About this ebook

Uno Spirito errante che ha perduto i ricordi della sua vita e la capacità di sognare, vuole sovvertire il suo destino e tornare ad abitare un corpo umano. Lo Spirito invade la mente di Mauro, un giovane e malinconico Sognatore che si sta riposando in un luogo tranquillo, ai piedi di un Mandorlo fiorito su una collina ai confini del mondo. Il ragazzo sta cercando di fuggire dai suoi problemi nella realtà, ma non vuole perdersi nelle illusioni della mente. Vuole solo trovare un posto speciale in cui sentirsi vivo e felice. Lo Spirito anima la debole volontà del Sognatore, e lo costringe ad affrontare un arduo viaggio nella dimensione onirica per raggiungere la Fonte del Sogno ed esprimere il suo desiderio di rinascita. Durante l'esplorazione incontreranno bizzarre creature che popolano microcosmi affascinanti. Tra esse c'è Red, un saggio pesce rosso che nuota fuori dall'acqua. L'animale si propone come guida per i viaggiatori, avvertendoli dei pericoli che si nascondono sia negli angoli tenebrosi che nella bellezza a prima vista. La fantasia mostrerà i suoi lati oscuri, e ciò che sembra puro e spontaneo è destinato a rivelare la vera natura ingannatrice.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateApr 19, 2019
ISBN9788831615990
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    Book preview

    Lascia dormire il Sognatore - Danilo Cinelli

    viaggio!

    Prologo

    La Ghianda

    L'ultimo ricordo di una vita mortale è contaminato da una strana visione. Un ossessione mi tiene prigioniero nei meandri oscuri dell'animo umano, a riflettere sulle dinamiche di un pauroso evento. Sembra un elemento estraneo alla mia esistenza terrena, eppure, quelle scene caotiche sono una parte importante del mio passato. Ho come la sensazione di assistere alla visione di un vecchio film sulla fine del mondo, impresso su una pellicola inossidabile che scorre e si riavvolge all'infinito su un frammento di memoria.

    Il Sogno si è impadronito della mia mente, e non sono più in grado di distinguere la realtà dalla fantasia. Ogni volta, al crepuscolo dell'Apocalisse, rivivo il momento in cui un feroce predatore giunto dall'ignoto ha inghiottito il mondo intero.

    Il dramma si sviluppa sempre allo stesso modo. Le grida, l'odore del sangue, i corpi piegati dal dolore e la rassegnazione alla sconfitta si manifestano con cadenza regolare, ed è inutile avvertire le vittime o prestare soccorso ai feriti; nessuno può sfuggire a quel giorno destinato a compiersi nel mio sonno profondo.

    La storia inizia durante una corsa disperata; ho la prospettiva di un bambino che nasconde il visino nel petto di una donna sconosciuta, il cui istinto materno scandaglia le strade in cerca di un rifugio sicuro, lontano dalla mira dello spietato cacciatore che sta decimando l'umanità. Tra le mani custodisco un fragile albero di bonsai, le cui foglie oscillano ai sussulti con una danza isterica che interpreta il ritmo cardiaco della mia salvatrice; improvvisamente, mi rendo conto che l'onda d'urto del pericolo ha già compromesso le nostre esistenze.

    Alzo la testa per capire meglio che cosa succede. Alle nostre spalle vedo dei fuggiaschi accalcarsi l'uno sull'altro in un estremo tentativo di salvezza; la marea di fango è più veloce, e sovrasta il groviglio di corpi lacerati dal panico e dai detriti.

    << Non guardare, tesoro! Non guardare! >> Ripete la donna con la voce rotta dal fiatone, mentre con una carezza adagia la mia testa sul suo petto per proteggermi dall'orrore. << Siamo quasi arrivati, resisti! >>

    Il nostro vantaggio ci pone di fronte al portone di un condominio. La donna riesce ad aprirlo con un calcio e mi depone in un angusto androne in cui i più brevi sospiri echeggiano come i lamenti di antichi spettri in una cattedrale sconsacrata.

    << Ora devi essere un bambino ubbidiente. Qui sei al sicuro, ma non hai tempo per riposare. Ti ho salvato la vita rischiando la mia, e per ricambiare questo debito, devi farmi solo un piccolo favore. La pianta che trasporti sta perdendo tutte le foglie; si è presa un brutto spavento, poverina! Ha bisogno di calmarsi in un posto tranquillo e di assorbire tanta luce dal sole. La più nutriente si trova in un luogo molto in alto. Per questo motivo ti affido la nostra amica; dovrai proteggerla ad ogni costo. Segui le scale fino in cima, e mi raccomando, non voltarti mai indietro! >>

    << Ho paura ad andare da solo! >> I miei capricci diventano insistenti. << Vieni con me! Anch'io ho bisogno di protezione, anche se non perdo le foglie come il bonsai. >>

    La donna mi rassicura con un sorriso solcato da una lacrima cristallina. << Corri più veloce che puoi. Arriverai in cima molto presto e solo allora potrò raggiungerti. Nel frattempo terrò chiuso quel portone. Sii forte e andrà tutto bene. >>

    La donna mi stampa un bacio sulla fronte guidandomi verso le scale. Poco dopo, si precipita all'esterno del condominio per bloccare il portone con il corpo. La guardo mentre viene sommersa dal fango; malgrado il suo terribile destino, è consapevole di aver salvato due giovani vite. Io, invece, mi rifiuto di capire e grido con tutto il fiato che ho in gola, ma è uno sforzo inutile; gli adulti galleggiano in un mare denso di morte.

    Il fango inizia a schizzare dalle fessure del portone. La paura mi costringe a reagire e salgo velocemente le prime rampe saltando due scalini alla volta, finché il pianto consuma le forze. Le lacrime del bambino e le foglie del bonsai cadono insieme e si seccano sul pavimento. Due piccole creature affrontano l'estinzione senza il conforto degli affetti; la cima delle scale è una meta illusoria che non garantisce protezione o raggi di sole rinvigorenti. Tanto vale aspettare che il fango giunga ad inghiottirci. Sento il suo odore stagnate infilarsi nel naso mentre accresce il suo volume.

    Dai piani superiori emerge un canto leggero. E' una voce femminile, giovane, che mi guida attraverso una scia di redenzione. Senza rendermene conto, raggiungo l'ottavo piano. Quando il peggio sembra passato, la voce svanisce, e con lei anche la spinta per continuare la salita. Il bonsai, intanto, lascia cadere le ultime foglie.

    Sono stato troppo lento e ho fallito la mia importante missione, vanificando il sacrificio della mia madre adottiva nel dare alla vita l'opportunità di ricrescere dopo il disastro.

    Sento il cuore disintegrarsi nel petto. Ho deluso le speranze delle anime annegate nella materia oscura. Il fango è qui vicino, a due o tre scalini da me. Potrei facilitargli le cose, tuffandomi nel suo macabro desiderio, ma non riesco ad abituarmi alla sensazione di perdere il respiro.

    "Perché è così difficile morire?

    Non basta aver sofferto in vita per liberarci dal dolore?

    La fine è un processo inevitabile, ma avviene solo in un momento preciso; appena un battito di ciglia sull'orizzonte di un buio eterno."

    Il fango è sotto le suole delle scarpe e potrebbe prendermi senza alcuna difficoltà. Al cacciatore, però, non piace vincere facile, e ha deciso di rallentare la corsa per bearsi della mia disperazione.

    Chiudo gli occhi all'orrore, ma l'attesa si dilata. Qualcuno ha appena impedito una brutale esecuzione; un essere giunto in soccorso nel suo mistico alone di speranza. E' la stessa voce che guidava il mio passo timido; una ragazza dai capelli rossi, talmente lisci che sembrano lunghe cascate di sangue disperse nel vuoto, e con la pelle biancastra su cui sono dipinti i lineamenti delicati di una maschera di porcellana animata da labbra carnose.

    << Perché piangi, tesoro mio? >>

    Con timidezza, mostro alla ragazza la pianta ormai secca, bagnando il mio silenzio con lacrime colpevoli. Lei non mi accusa del delitto, ma sorride con dolcezza alle mie preoccupazioni. Afferra il vaso di bonsai, e dalle sue morbide mani emerge una scintilla vitale. Le tristi spoglie della pianta si fondono in una sfera di luce incandescente. Appena il bagliore si attenua, nel palmo dell'Angelo compare una piccola ghianda.

    << Sei stato bravo. Ora puoi completare la tua missione. Questo seme appartiene a te. >>

    Sono così attratto dal regalo che non faccio caso al morso del fango, ormai all'altezza del busto.

    << Per crescere, una pianta deve lasciar discendere le radici nel terreno. >> La ragazza mi rivela la frase come un antico segreto, mimando il gesto del silenzio; il suo morbido dito si poggia sul mio labbro superiore formando un piccolo solco. E' un sortilegio che mi aiuta a dimenticare l'Apocalisse. L'Angelo ha domato le mie paure, e per terminare il rituale, mi spinge delicatamente nel fango. La visione di un essere perfetto scompare tra la schiuma torbida del mostro. Gli occhi diventano pesanti e l'aria schiaccia i polmoni. L'ultimo suono che riesco a percepire prima di morire è il sussurro di una frase.

    << Discendi per crescere! >>

    Mentre annego, le grida nei miei pensieri provano ad infrangere l'oblio. Stavolta il buio si prolunga più del solito, come se il Sogno non avesse alcuna intenzione di ricominciare. Il nastro invisibile che lo legava alla mia esperienza umana si è finalmente sciolto, ma resto in balia di un vuoto persistente.

    Fremo con impazienza per il ritorno della mia strana visione; era peggiore di qualsiasi maledizione ordita da una strega maligna, ma era la mia storia e avevo imparato a conviverci, come la frattura di un osso che duole ancora a distanza di anni, con la giusta miscela di fierezza e rammarico. Ogni volta mi ero lamentato del destino, eppure, preferivo appartenere a qualcosa di orrendo che venire esiliato nell'arido spazio in cui la realtà e la fantasia non germogliano. Quella folle corsa onirica sorretta da braccia materne era il più limpido affetto che avevo; mentre il ricordo svanisce lentamente, ne sento già la mancanza.

    Un nuovo eco desta la mente; bagliori che sondano l'esistenza in profondità.

    "Discendi per crescere."

    E' l'ultima frase di un Diavolo travestito da Angelo.

    Capitolo 1

    La collina ai confini del mondo

    Ho cercato la mia stella negli occhi dell'universo, ma l'oscurità della notte amplificava un antico malessere. Attendevo invano qualcosa che non potevo possedere, come un ladro che tenta di pescare un diamante pregiato tra la bigiotteria di vetro. Ironicamente, avevo frainteso la mia vera natura; il mio animo solitario era già legato alle vicende di un destino avverso, proprio come un anello donato per una promessa di matrimonio.

    Decisi di ribellarmi, e mentre fuggivo lontano dalle regole dell'universo, la rabbia mi fece smarrire la rotta in un luogo precipitato nell'eterno eco dei miei sospiri. Esistere in una dimensione inconsistente rese vana la vita e la morte.

    Il miracolo si manifestò all'improvviso. Credevo che i miei occhi non fossero degni di contemplare una visione serena, finché non vidi il cielo scrollarsi di dosso l’abito stellato. Spiare quell'unico istante ripagò l'ossessione di un'intera vita, quando il naso puntava Sirio o Alfa Centauri, sperando che il loro fascino diventasse un mio privilegio. A quei tempi ero molto presuntuoso. Le stelle assorbono i riflessi dei desideri umani, ma non si fanno incastonare nelle corone dei re; Io, invece, avevo bisogno di un bagliore tutto mio che ispirasse il Sogno perfetto.

    L'attesa si spezza quando un velluto nero scivola leggero sull’orizzonte, a rivelare l'intimità celeste di un fragile mondo. Il Sole mira l’essenza pura con desiderio e l'accarezza con il vigore di un astro maturo che non smette mai di ardere. L'alba di un nuovo giorno è un lusso raffinato, scalfito da un tocco malizioso. Il Cielo non si offende; ha imparato a convivere con la passione dell’amante, una forza che non trova attrito ma solo un brivido che raffredda l’umore. Da una timida reazione scaturisce la limpidezza che avvolge le speranze terrestri.

    Un suono potente mi desta dall'incanto. Il respiro di un grande Mandorlo scuote i rami fioriti per sgranchire il torpore notturno. Sembra la vibrante minaccia di un serpente, letale nell'attaccare chi ha invaso il suo spazio con denti che grondano morte.

    E' in questo luogo onirico che ho trovato un nuovo corpo da abitare. Dopo lunghe ricerche e vane preghiere, ho finalmente sconfitto il destino. Uno spirito errante e un giovane sognatore si incontrano all'inizio di un'avventura da condividere.

    Il ragazzo sta per aprire gli occhi su un mondo di fantasia. E' confuso e indifeso come un cucciolo appena uscito dal grembo materno. Tra miliardi di sognatori, è l'unico sfortunato che sarà schiavo della mia volontà. Provo quasi pena per lui, ma se penso alla mia situazione, a ciò che ho perso e dimenticato, credo che la mia sventura sia più grave; almeno, Mauro può ricordare il suo nome.

    Un tempo anch'io possedevo un corpo umano, ma non ricordo se fosse giovane o vecchio. La mia storia terrestre era scivolata via tra le dita delle mani come un rivolo d'acqua da un rubinetto, e che fosse per sfortuna o per mia scelta, il motivo era parte di un disegno più grande che si stava sviluppando intorno a me.

    Il mio spirito abbandonò un involucro agonizzante e divenne una materia leggera come un soffio di vento; ero un fantasma eremita, condannato a fluttuare tra cielo e terra, lontano dai vivi e dalle stelle. Avevo perso le tracce della mia umanità, e al contempo, la capacità di poter sognare. La fantasia fortifica i confini di un sogno riunendo le schegge sparse della memoria, e in tale assenza, non può esistere alcun mondo immaginario in cui rifugiarsi.

    Vagai a lungo, incosciente del tempo e dello spazio. A farmi compagnia c'era un semplice desiderio che sembrava impossibile; poter sognare un ultima volta prima di svanire nel regno dei morti. Le fiamme dell'Inferno o la grazia nel Paradiso erano entrambi macerie di un futuro distrutto. Avevo bisogno di esistere, ed ero disposto a compiere un gesto estremo; invadere la coscienza di un estraneo per rubargli i sogni. Fu un pensiero passeggero e rancoroso, e mai avrei pensato che potesse realizzarsi.

    2

    Mauro si desta nel Sogno. E' seduto tra le radici di un mandorlo fiorito, nell'abbraccio di un amico che ha protetto il suo riposo al culmine di un lungo viaggio dalla

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