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La vendemmia dell’orrore
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Ebook86 pages1 hour

La vendemmia dell’orrore

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A “Villa Gressi”, nei pressi di Montalcino in Toscana, Armando e Anita gestiscono una prestigiosa azienda vinicola. Il “Brunello di Montalcino”, forse uno dei vini più prestigiosi al mondo, viene prodotto in proprio ed esportato in gran quantità, in diversi paesi d’Europa. Come ogni anno, il mese più atteso è settembre: il periodo

della vendemmia. Ma nel 2006 iniziano ad accadere degli assurdi e macabri delitti nei vigneti e presso la villa, forse causati dalla stessa mano assassina. Ai carabinieri di Montalcino e alla criminologa Regina Traversi, l’arduo compito di indagare e risalire al colpevole, che potrebbe celarsi tra i lavoranti, molti dei quali stranieri, o tra il personale della villa.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateNov 26, 2013
ISBN9788891126610
La vendemmia dell’orrore

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    La vendemmia dell’orrore - Fulvio Fusco

    twitter.com/youcanprintit

    Pensieri

    Chi trova nella lettura quella sensazione di appagamento, quell’attrazione fatale che impedisce di staccare gli occhi dalle pagine, si riconoscerà in ascoltare fra le righe.

    Un bel testo è come una partitura musicale e si distingue anche per il suono della scrittura.

    Se le parole servono il ritmo in modo piacevole e fluido, già non si può desiderare di più.

    Ma poi viene l’armonia, i suoni mentali che supportano le parole.

    E infine la parte più bella: la libera improvvisazione.

    Attraverso qualche speciale canale, la storia sgorga liberamente da dentro.

    Tutto quel che devi fare è seguirne il flusso.

    Sinossi

    A Villa Gressi, nei pressi di Montalcino in Toscana, Armando e Anita gestiscono una prestigiosa azienda vinicola. Il Brunello di Montalcino, forse uno dei vini più prestigiosi al mondo, viene prodotto in proprio ed esportato in gran quantità, in diversi paesi d’Europa. Come ogni anno, il mese più atteso è settembre: il periodo della vendemmia. Ma nel 2006 iniziano ad accadere degli assurdi e macabri delitti nei vigneti e presso la villa, forse causati dalla stessa mano assassina. Ai carabinieri di Montalcino e alla criminologa Regina Traversi, l’arduo compito di indagare e risalire al colpevole, che potrebbe celarsi tra i lavoranti, molti dei quali stranieri, o tra il personale della villa.

    Capitolo 1

    Le previsioni nell’estate del 2006, facevano presagire, dopo quella del 2004, che fosse un’altra ottima annata, e da quelle parti, era certamente la cosa più importante per dei produttori di Brunello di Montalcino [vedi nota 1].

    Il caldo a giugno era opprimente, e a villa Gressi, solo chi aveva la possibilità di oziare, poteva ritenersi fortunato. A tratti un venticello pomeridiano, portava un po’ di refrigerio ai 20 lavoratori, di cui cinque dipendenti fissi, che lavoravano nei vigneti alle dipendenze di Armando Gressi. La lussuosa villa seicentesca, era stata acquistata dai suoi nonni e poi ereditata dai suoi genitori, deceduti per ultimi negli anni ’90, ed ora Armando si trovava a gestire, con la moglie Anita Solberi, un immenso patrimonio. Le decine di ettari coltivati a vite che circondavano la villa, si potevano dominare  a vista da ogni finestra, solamente i tratti dietro i dossi collinari, erano pressoché invisibili; ma bastava spostarsi di duecento metri da ogni lato, perché la vista del podere fosse completa.

    Villa Gressi era situata in cima ad una collina a pochi Km a sud del paese di Montalcino [vedi nota2] in provincia di Siena. Anche se nel corso degli anni aveva subito molti restauri, l’arte barocca si notava subito dalle cornici che ornavano porte e finestre, compreso i due portici a volta che la circondavano quasi interamente. Una fontana con venti zampilli, che fuoriuscivano dalle bocche di aquile marmoree, era situata al centro del parco ghiaioso davanti all’ingresso principale.

    L’edera copriva quasi interamente la facciata sopra il colonnato dell’antico portone, che era stato fatto blindare dai coniugi Gressi solo negli ultimi anni, dopo aver subito un furto di denaro e gioielli, che non erano mai stati recuperati. Da allora, tutta la villa era videosorvegliata con telecamere poste sulle porte, le finestre e sui muri di cinta in mattoni rossi. Per giungere nel cortile, si doveva percorrere circa 150 metri di strada asfaltata, in un viale adornato di alti cipressi, la stessa via si immetteva all’uscita, in un’altra che conduceva alla cascina della famiglia Gorelli distante circa 400 metri verso est, e si ricongiungeva con la strada statale a circa 2 Km di distanza.

    Armando Gressi aveva appena compiuto 54 anni, si era laureato in scienze agrarie e alimentari a Milano, dove aveva vissuto per un po’ di tempo convivendo con una ragazza brasiliana. L’unione durò solo quattro anni, e dopo quell’esperienza, fece ritorno nella casa paterna prendendosi cura, un po’ per volta, della società di famiglia. La moglie Anita, di 46 anni, l’aveva conosciuta da bambina, quando lui era già un giovanotto, ed era figlia di una coppia di lavoranti dei suoi genitori. Quando tornò da Milano, la ragazzina si era fatta una bellissima ragazza, e i due si innamorarono perdutamente. Anita dopo il liceo, non aveva proseguito gli studi, ed aveva trovato lavoro presso un ufficio notarile di Montalcino, rimanendovi fino al matrimonio. Dopo due anni, in cui si era occupata della contabilità di famiglia, era nata la loro unica figlia, che ora aveva quasi 24 anni. La chiamarono Elsa come la nonna di Armando, e fin dalla giovane età, era considerata la più bella ragazza della zona.

    Capelli lunghi neri, occhi verdi come la madre e un fisico da mannequin, Elsa stava ultimando gli studi universitari in economia aziendale a Siena, ma spesso s’intratteneva a casa per lunghi periodi, preferendo studiare dove regnava silenzio e tranquillità.

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