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L’ammaliatrice di Kaunas
L’ammaliatrice di Kaunas
L’ammaliatrice di Kaunas
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L’ammaliatrice di Kaunas

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Jonas Butkus, un 39enne architetto di Taurage, una cittadina della Lituania, viene trovato privo di sensi in una via di Kaunas, un’importante città della regione baltica. Le sue ferite d’arma da fuoco in una spalla e il profondo ematoma alla testa, fanno presagire il peggio, ma l’equipe medica di un ospedale locale, dopo un delicato intervento, gli salva la vita. Jonas rimane in coma per cinque giorni, e al suo risveglio, ha un’amnesia che non gli fa ricordare gli ultimi mesi vissuti. Il ritrovamento di una pistola vicino al corpo, la stessa che lo avrebbe ferito, reca solo le sue impronte digitali. Privo di documenti e di denaro, gli viene trovata in tasca la foto di una donna dai capelli rossi, che lui dichiara di non conoscere, e una piccola chiave. I suoi recenti trascorsi, non proprio conducendo una vita esemplare, mettono a dura prova le indagini della polizia locale.
LanguageItaliano
Release dateDec 30, 2014
ISBN9788891169051
L’ammaliatrice di Kaunas

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    L’ammaliatrice di Kaunas - Fulvio Fusco

    Kaunas

    Sinossi

    Jonas Butkus, un 39enne architetto di Taurage, una cittadina della Lituania, viene trovato privo di sensi in una via di Kaunas, un’importante città della regione baltica. Le sue ferite d’arma da fuoco in una spalla e il profondo ematoma alla testa, fanno presagire il peggio, ma l’equipe medica di un ospedale locale, dopo un delicato intervento, gli salva la vita. Jonas rimane in coma per quattro giorni, e al suo risveglio, ha un’amnesia che non gli fa ricordare gli ultimi mesi vissuti. Il ritrovamento di una pistola vicino al corpo, la stessa che lo avrebbe ferito, reca solo le sue impronte digitali. Privo di documenti e di denaro, gli viene trovata in tasca la foto di una donna dai capelli rossi, che lui dichiara di non conoscere, e una piccola chiave. I suoi recenti trascorsi, non proprio conducendo una vita esemplare, mettono a dura prova le indagini della polizia locale.

    NB: La storia, i personaggi e molti luoghi descritti nel racconto, sono pura fantasia dell’autore.

    panorama di Kaunas

    Anteprima

    La Lituania (in lituano: Lietuva), ufficialmente Repubblica di Lituania (in lituano Lietuvos Respublika), è uno Stato membro dell’Unione europea, di 65.200 km², 3.366.200 abitanti, e la sua capitale Vilnius), confinante a nord con la Lettonia, ad est con la Bielorussia, a sud con la Polonia e a sudovest con l’exclave russa dell’Oblast di Kaliningrad, mentre ad ovest è bagnata dal mar Baltico. I primi insediamenti nel territorio dell’odierna Lituania si formarono dopo l’ultima glaciazione nel decimo millennio a.C., i Proto-Indoeuropei, che arrivarono tra il terzo e il secondo millennio a.C., si mescolarono con la popolazione locale, formando così le tribù Baltiche.

    La prima menzione scritta del nome Lituania si trova in un manoscritto tedesco, Annali di Quedlinburg, e risale al 9 marzo 1009. Inizialmente abitate da tribù Baltiche frammentate, negli anni Trenta del XIII secolo le terre Lituane furono unite da Mindaugas, incoronato Re di Lituania il 6 luglio 1253. Dopo l’assassinio di Mindaugas nel 1263, la religione pagana della Lituania divenne un obiettivo delle crociate dei Cavalieri Teutonici e dell’Ordine Livoniano. Nonostante un plurisecolare conflitto con i Crociati, il Granducato di Lituania si espanse notevolmente nei territori dell’Europa Orientale, diventando infine lo stato europeo più esteso nel XV secolo. Nel XIV secolo fu cristianizzata in seguito al matrimonio del granduca Jogaila e della regina Edvige di Polonia, e la conseguente unione personale delle due corone. L’unione delle due corone si trasformò in confederazione con il trattato di Lublino nel 1569 assumendo il nome di Rzeczpospolita (Repubblica) e successivamente quello di Rzeczpospolita Oboiga Narodow (Repubblica dei Due Popoli), formando così la Confederazione polacco-lituana. I due paesi rimasero uniti fino alla spartizione della Polonia nel 1795, quando la Lituania fu annessa all’Impero russo.

    All’inizio del XIX secolo iniziò a formarsi un movimento culturale che stimolava, soprattutto con la promozione dell’uso della lingua lituana, la formazione di una coscienza nazionale: tale periodo è noto come il Risveglio Nazionale Lituano. Contro tale spinta, le autorità russe risposero vietando la pubblicazione di opere in lingua lituana che utilizzassero l’alfabeto latino e reprimendo militarmente i movimenti di carattere indipendentista. Tuttavia, con il trattato di Brest-Litovsk del febbraio 1918, la Lituania si dichiarò indipendente con l’Atto d'Indipendenza del 16 febbraio 1918, e il 4 aprile 1919, terminata la prima guerra mondiale, si costituì in repubblica. Lo stato del primo dopoguerra fu egemonizzato dalla figura di Antanas Smetona. Dopo la dichiarazione d’indipendenza della Lituania (16 febbraio 1918), egli fu eletto presidente della Repubblica nel 1919, conservando tale carica fino al giugno 1920. Nel dicembre 1926, in seguito ad un colpo di stato conservatore ed autarchico, venne eletto nuovamente presidente della Repubblica ed il mandato gli fu confermato nel 1930 e nel 1938. Il nuovo stato rifiutò l’ipotesi di ristabilire l’unione con la Polonia. La nominativa capitale - Vilnius - fu contesa con lo Stato polacco fino al 1939, quando i Sovietici invadendo la Polonia insieme ai tedeschi la passarono alla Lituania, mentre la regione di Klaipėda fu acquisita nel 1923 e successivamente ceduta ai tedeschi nel 1939 dopo un ultimatum. In base al patto Molotov-Ribbentrop del 1939, la Lituania fu assegnata alla sfera d’influenza tedesca, ma dopo pochi mesi, in cambio di una maggior porzione del territorio della Polonia occupato dall’Unione Sovietica, la Germania accettò l’occupazione della Lituania da parte dei sovietici, che occuparono il paese in seguito ad un ultimatum, fondando così la Repubblica Socialista Sovietica Lituana. Furono istituite nuove strutture politiche ed economiche secondo il modello comunista, affidate a un partito comunista lituano sottoposto al ferreo controllo di Mosca.

    Gli Stati Uniti d’America, con la dichiarazione di Welles (23 luglio 1940), notificarono all’Unione Sovietica che essi non avrebbero mai riconosciuta come legittima tale annessione. Vennero collettivizzate le terre coltivabili e fondati grandi complessi industriali. Molti contadini vennero costretti a stabilirsi nei centri urbani. Le autorità occupanti provvidero a una sistematica politica di depauperamento della cultura lituana: ogni manifestazione esteriore dell’identità culturale lituana venne proibita, mentre il patrimonio artistico venne duramente danneggiato (molte chiese, simbolo della devozione popolare lituana al cristianesimo cattolico, vennero chiuse o spogliate delle loro opere d’arte o distrutte). Inoltre si verificò una massiccia immigrazione russa allo scopo di costituire un nucleo russofono delle strutture politico-economiche del Paese. Tali misure repressive provocarono tensione tra le autorità e la popolazione: una testimonianza di tale periodo storico è il romanzo Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys. Il 22 giugno 1941 la Germania avviò l’Operazione Barbarossa; la Lituania, in quanto regione limitrofa, fu immediatamente coinvolta nell’invasione. La regione comprendeva circa 2 milioni di abitanti di etnia autoctona e circa 250.000 persone

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