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Rivista di Psicosintesi Terapeutica n.16
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Ebook155 pages1 hour

Rivista di Psicosintesi Terapeutica n.16

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Editoriale di Alberto Alberti

PSICOSINTESI E PSICO-ONCOLOGIA SUONI E SILENZI
  • MARIE NOELLE URECH Il cancro: la notte buia dell’anima
  • MANUEL KATZ La formazione relazionale in oncologia
  • ALESSANDRA ROSSI La terapia familiare con i malati oncologici
  • JAN TAAL Processi immaginativi ed elaborazione del cancro
  • LAURA BELLOTTI, ROBERTA PERFETTO, MASSIMO ROSSELLI L’arte in oncologia
  • LISA CARDINALI Il processo di disidentificazione nell’elaborazione del lutto
  • SILVIA BIANCHI La meditazione sulla morte nel buddismo tibetano
  • ANGELA MARIA LA SALA BATÀ La morte come trasformazione
Ricordo di John Firman
Recensioni
Novità Editoriali
LanguageItaliano
Release dateMay 7, 2019
ISBN9788834103999
Rivista di Psicosintesi Terapeutica n.16

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    Rivista di Psicosintesi Terapeutica n.16 - aa. vv.

    RIVISTA DI PSICOSINTESI TERAPEUTICA 

    Anno VIII – N. 16  

    Settembre 2007 

    DIRETTORE RESPONSABILE  

    Alberto Alberti 

    REDAZIONE EDITORIALE 

     Tatiana Fusari 

    COMITATO DI REDAZIONE 

    Emanuela Bavazzano, Andrea Bonacchi, Virginia Cioni, Alberto Nannicini, Rossella Passavanti, Chiara Quattrini, Stefania Romano 

    COMITATO SCIENTIFICO

    Andrea Bocconi, Giovanni Y.Dattilo, Daniele De Paolis, Piero Ferrucci, Gherardo Giorni, Massimo Rosselli, Antonio G. Tallerini 

    SEGRETERIA DI REDAZIONE 

    Elia Iapalucci,  Benedetta Mazzelli

    FORMATO ELETTRONICO

    Francesca Morbidelli

    IMPAGINAZIONE A&D GRAFICA 

    Lidia Calosi 

    TRADUZIONI 

    Carla Casini 

    COLLABORAZIONI CON L’ESTERO 

    Barbara Jacobucci 

    SITO INTERNET 

    Francesca Morbidelli

    EDIZIONI S.I.P.T. Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica Firenze

    CONDIZIONI DI ABBONAMENTO 

    La «Rivista di Psicosintesi Terapeutica» ha pubblicazione semestrale. Iscrizione N. 4922 del 05.01.2000 dell’Elenco della Stampa Periodica del Tribunale di Firenze.

    La quota associativa annuale alla S.I.P.T. e le quote d’iscrizione come allievi della Scuola di Psicoterapia Psicosintetica o della Scuola di Counselling Psicosintetico danno diritto all’invio gratuito della rivista.

    Il costo di ogni singolo numero della rivista è di Euro 13,00. La rivista è disponibile anche in versione digitale.

    Chiuso in tipografia il 15 Settembre 2008.

    INDICE 

    EDITORIALE 

    Alberto Alberti

    PSICOSINTESI E PSICO-ONCOLOGIA SUONI E SILENZI 

    MARIE NOELLE URECH

    Il cancro: la notte buia dell’anima

    MANUEL KATZ

    La formazione relazionale in oncologia

    ALESSANDRA ROSSI

    La terapia familiare con i malati oncologici

    JAN TAAL

    Processi immaginativi ed elaborazione del cancro

    LAURA BELLOTTI, ROBERTA PERFETTO, MASSIMO ROSSELLI

    L’arte in oncologia

    LISA CARDINALI

    Il processo di disidentificazione nell’elaborazione del lutto

    SILVIA BIANCHI

    La meditazione sulla morte nel buddismo tibetano

    ANGELA MARIA LA SALA BATÀ

    La morte come trasformazione

    RICORDO DI JOHN FIRMAN

    RECENSIONI

    NOVITÀ EDITORIALI

    EDITORIALE

    "La morte mi appare soprattutto come una vacanza […]

    La morte è parte normale di un ciclo biologico.

    È il mio corpo che muore, e non tutto di me.

    Quindi non mi preoccupo troppo".

    Roberto Assagioli

    Continua e si conclude in questo numero della rivista l’insieme monogra­fico di contributi sul tema Psicosintesi e Psico-oncologia

    La malattia tumorale, evento drammatico, che sembra costringere chi ne soffre (e non solo) a riesaminare la propria vita, a ricercare l’essenziale e un’autenticità di valori e significati – mète solitamente eluse fintantoché l’esi­stenza si svolge in modo superficiale e ordinario – ci appare in questi contri­buti come un messaggio profondo della vita. 

    Lo stesso disordine cellulare della malattia tumorale – metafora e specchio di un malessere non solo individuale ma anche sociale – può essere interpre­tato come uno stimolo per qualcosa d’altro, un richiamo, una spinta ad un movimento verso un ordine più ampio, che sia più in sintonia con la nostra natura più autentica e profonda: una vera e propria notte buia dell’anima, che ha però allo stesso tempo il significato di appuntamento con l’anima, cioè di un possibile procedere verso una guarigione spirituale (Marie Noelle Urech). 

    Di notevole importanza è la formazione degli operatori, che lavorano in oncologia. Manuel Katz descrive alcuni elementi formativi specifici, quali il senso del sacro (una visione positiva della vita, intesa come un qualcosa di più grande e significativo della nostra individualità separata), e quella che lui chiama presenza mentale (mindfullness), una nuova capacità di esser­ci con se stessi e con l’altro, più attenta e consapevole, accogliente ed allo stesso tempo distaccata. Insomma un esserci dentro ed allo stesso tempo un osservare dal di fuori, che molto ricorda la disidentificazione di Roberto Assagioli. 

    La malattia oncologica è un evento traumatico, che non irrompe solo, fer­mandola, nell’esistenza del paziente, ma coinvolge anche tutto il gruppo familiare, congelandone il procedere evolutivo. Alessandra Rossi evidenzia la necessità di una presa in carico di tutto il nucleo familiare, fornendo un esempio clinico, tratto dalla sua esperienza presso il reparto di Oncologia Medica dell’Ospedale di Careggi. 

    Il cancro colpisce profondamente la persona: ci si sente come traditi dal nostro stesso corpo, che viene vissuto come gravemente deteriorato e qua­si umiliato dalla malattia. Il corpo viene rappresentato dal paziente attra­verso le immagini e i disegni, nei quali possiamo leggere sia le menoma­zioni patologiche sia allo stesso tempo la disperata ricerca di un senso. L’espressione creativa può aiutare nel processo di accettazione ed elabora­zione della malattia, offrendo sostegno al paziente nella sofferenza, e facendogli intravedere la possibilità di acquisire nuovi valori e significati (Jan Taal). 

    Da sottolineare è anche il fatto che la malattia tumorale, con le sue forti esigenze di ascolto e di accoglienza, di una attenzione più umana che sanita­ria, potrebbe costituire una occasione per una riflessione sulla idoneità o meno dell’ambiente ospedaliero a tale compito (Laura Bellotti, Roberta Per­fetto, Massimo Rosselli), e assumere quasi le caratteristiche di un invito pres­sante ad una ri-progettazione dei luoghi di degenza e di cura, rendendoli più a misura d’uomo, più sereni, accoglienti e vivibili. 

    La malattia oncologica, quando terminale, ci porta inevitabilmente anche ad affrontare il tema della morte e della separazione. Per chi rimane, il vissu­to di perdita – che non è solo distacco dalla persona amata, ma anche morte simbolica di una parte di sé – può costituire una vera e propria crisi esisten­ziale, in certi casi difficile da superare. Lisa Cardinali ci mostra, attraverso la descrizione di un percorso clinico, quanto fondamentale sia ai fini di una sana elaborazione del lutto una adeguata preparazione, che può essere attuata nel corso della fase di accompagnamento alla perdita mediante una utilizzazione sinergica di varie tecniche e atteggiamenti, quali l’identificazione consapevo­le, la disidentificazione autentica, la ri-progettazione vitale di sé, lo sguardo al positivo. 

    La morte non è disgiungibile dalla vita: è un evento esistenziale della con­dizione umana, potremmo dire un momento del vivere, che fa parte dello stes­so processo evolutivo dell’esistenza. Silvia Bianchi, attingendo alla tradizione del buddismo tibetano, ci ricorda l’utilità di vivere il quotidiano con la consa­pevolezza del morire, e ci propone vari tipi di meditazione sulla morte, la cui mèta è la crescita personale fino all’illuminazione. 

    La morte è allo stesso tempo una fine (termine di un ciclo) ed un inizio (una nuova vita ad un livello più elevato). Essa è dunque necessaria: come afferma Jung non può nascere una nuova vita se prima non finisce quella pre­cedente. La morte, scrive Angela Maria La Sala Batà, è un processo di tra­ sformazione alchemica, che rappresenta il momento più significativo e culmi­ nante del processo evolutivo della vita della coscienza. 

    Questo insieme monografico può essere, per certi aspetti, considerato come una raccolta di voci sulla fragilità umana, un insieme di suoni ed anche di silenzi, che provengono sia dal dolore di chi soffre con dignità, sia dalla compassione di chi cura con amore, e che risuonano e tacciono in quel­lo spazio-tempo di sacralità che è il solo e autentico setting per ogni agire umano e terapeutico. 

    La società di oggi, protesa verso un apparente benessere ed una falsa effi­cienza, pare come costretta – per non dire condannata – ad emarginare e respingere tutto ciò che vi si oppone, cercando di scotomizzare tutto quello che ricorda la debolezza e la precarietà umana, quali la povertà, la sofferenza, la malattia, la morte. 

    In particolare la morte sembra essere l’ultima grande esclusa dell’attuale società. Ma essendo un evento naturale e fisiologico, anche se rimossa, non potrà mai essere del tutto negata: ogni gesto fatto, ogni fase della vita già attraversata, ogni scelta importante (che è sì preferenza, ma anche rinuncia), ogni perdita subìta, insomma ogni cosa giunta al suo termine, fa affiorare alla coscienza la continua presenza della finitudine umana. 

    Morti sia fisiche che psicologiche partecipano del procedere evolutivo del-l’esistenza umana: le cellule del nostro corpo continuamente si rinnovano, gli atteggiamenti psicologici si modificano attraverso le varie fasi della vita, ciò che è vecchio e superato deve essere abbandonato per lasciare spazio a nuova vita. Ogni cosa che finisce muore nel momento stesso del suo compimento, ma è allo stesso tempo gesto di fecondazione, che entra come seme nel ter­reno fertile della vita. 

    La condizione umana si configura infatti come continua sospensione tra limiti e potenzialità. L’uomo sa in cuor suo che deve morire e dissolversi nel nulla, ma ha anche allo stesso tempo la percezione di un qualcosa di immorta­le in sé, un qualcosa che riflette l’infinito e l’eterno, un valore di anima che include il senso di permanenza e continuità della vita. 

    Ed è forse nell’ora del trapasso, che possiamo quasi toccare con mano il senso della continuità della vita, cogliendolo proprio nel punto massimo di sospensione tra la vita e la morte, momento sacro di transizione tra il tramon­tare della personalità e l’albeggiare dell’anima. 

    Non potremmo allora – muovendoci in questa ottica – sentirci come invi­tati a cogliere, non solo in prossimità della morte fisica, ma in ogni fase uma­na di passaggio tra qualcosa che giunge a termine e qualcosa che sta per nascere, un vero e autentico momento di vita, ad un tempo fuggevole ed eterno, riconoscendolo come una particella feconda e trasformativa di tutta la Creazione?

    Alberto Alberti

    PSICOSINTESI E PSICO-ONCOLOGIA

    SUONI E SILENZI

    Alba o tramonto?

    MARIE NOELLE URECH

    IL CANCRO: LA NOTTE BUIA DELL’ANIMA

    MANUEL KATZ

    LA FORMAZIONE RELAZIONALE IN ONCOLOGIA

    ALESSANDRA ROSSI

    LA TERAPIA FAMILIARE CON I MALATI ONCOLOGICI

    JAN TAAL

    PROCESSI IMMAGINATIVI ED ELABORAZIONE DEL CANCRO

    LAURA BELLOTTI, ROBERTA PERFETTO, MASSIMO ROSSELLI

    L’ARTE IN ONCOLOGIA

    LISA CARDINALI

    IL PROCESSO DI DISIDENTIFICAZIONE NELL’ELABORAZIONE DEL LUTTO

    SILVIA BIANCHI

    LA MEDITAZIONE

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