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Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno
Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno
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Ebook581 pages5 hours

Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno

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"Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno" (tedesco: Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen) è il titolo di un celebre libro del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, composto in quattro parti fra il 1883 e il 1885.

Gran parte dell'opera tratta i temi dell'eterno ritorno, della parabola della morte di Dio, e la profezia dell'avvento dell'oltreuomo, che erano stati precedentemente introdotti ne La gaia scienza. Definito dallo stesso Nietzsche come "il più profondo che sia mai stato scritto", il libro è un denso ed esoterico trattato di filosofia e di morale, e tratta della discesa di Zarathustra dalla montagna al mercato per portare l'insegnamento all'umanità.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 21, 2019
ISBN9788831621977
Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno
Author

Friedrich Nietzsche

Friedrich Nietzsche was a German philosopher and author. Born into a line of Protestant churchman, Nietzsche studied Classical literature and language before becoming a professor at the University of Basel in Switzerland. He became a philosopher after reading Schopenhauer, who suggested that God does not exist, and that life is filled with pain and suffering. Nietzsche’s first work of prominence was The Birth of Tragedy in 1872, which contained new theories regarding the origins of classical Greek culture. From 1883 to 1885 Nietzsche composed his most famous work, Thus Spake Zarathustra, in which he famously proclaimed that “God is dead.” He went on to release several more notable works including Beyond Good and Evil and The Genealogy of Morals, both of which dealt with the origins of moral values. Nietzsche suffered a nervous breakdown in 1889 and passed away in 1900, but not before giving us his most famous quote, “From life's school of war: what does not kill me makes me stronger.”

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    Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno - Friedrich Nietzsche

    INDICE

    COSÌ PARLÒ ZARATHUSTRA

    Friedrich Nietzsche

    Il pensiero di Nietzsche

    Osservazioni critiche e confronti

    Così parlò Zarathustra

    Struttura e temi trattati

    Idee centrali di base: Morte di Dio, Oltreuomo, Eterno Ritorno dell’identico, Volontà di Potenza

    Opere

    Bibliografia

    Glossario dei termini filosofici

    INTRODUZIONE L’ORIGINE DI «COSÌ PARLÒ ZARATHUSTRA»

    INTRODUZIONE

    PARTE PRIMA PROLOGO DI ZARATHUSTRA

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    6.

    7.

    8.

    9.

    10.

    I DISCORSI DI ZARATHUSTRA

    DELLE TRE METAMORFOSI

    DELLE CATTEDRE DELLA VIRTÙ

    DI COLORO CHE VIVONO FUORI DEL MONDO

    DEGLI SPREZZATORI DEL CORPO

    DEI PIACERI E DELLE PASSIONI

    DEL PALLIDO DELINQUENTE

    DEL LEGGERE E DELLO SCRIVERE

    DELL’ALBERO SULLA MONTAGNA

    DEI PREDICATORI DELLA MORTE

    DELLA GUERRA E DEI GUERRIERI

    DEL NUOVO IDOLO

    DELLE MOSCHE DEL MERCATO

    DELLA CASTITÀ

    DELL’AMICO

    DELLE MILLE E UNA META

    DELL’AMORE DEL PROSSIMO

    DEL CAMMINO DEL CREATORE

    DELLE GIOVANI E DELLE VECCHIE

    DEL MORSO DELLA VIPERA

    DEL MATRIMONIO E DEI FIGLI

    DELLA LIBERA MORTE

    DELLA VIRTÙ DONATRICE

    1.

    2.

    3.

    PARTE SECONDA

    IL BAMBINO E LO SPECCHIO

    SULLE ISOLE FELICI

    DEI COMPASSIONEVOLI

    DEI PRETI

    DEI VIRTUOSI

    DELLA PLEBAGLIA

    DELLE TARANTOLE

    DEI SAGGI ILLUSTRI

    IL CANTO NOTTURNO

    LA BALLATA

    CANTO FUNEBRE

    DEL SUPERAMENTO DI SÈ STESSI

    GLI UOMINI SUBLIMI

    DEL PAESE DELLA CULTURA

    DELLA CONOSCENZA IMMACOLATA

    DEI DOTTI

    DEI POETI

    DI GRANDI AVVENIMENTI

    L’INDOVINO

    DELLA REDENZIONE

    DELLA SAGGEZZA UMANA

    L’ORA SILENZIOSA

    PARTE TERZA

    IL VIANDANTE

    DELLA VISIONE E DELL’ENIGMA

    1.

    2.

    DELLA BEATITUDINE INVOLONTARIA

    PRIMA DEL LEVAR DEL SOLE

    DELLA VIRTÙ CHE IMPICCIOLISCE

    1.

    2.

    3.

    SUL MONTE DEGLI OLIVI

    DI CIÒ CH’È PASSEGGERO

    DEGLI APOSTATI

    1.

    2.

    IL RITORNO

    DELLE TRE COSE MALVAGIE

    1.

    2.

    DELLO SPIRITO DI GRAVITÀ

    DELLE ANTICHE E DELLE NUOVE TAVOLE

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    6.

    7.

    8.

    9.

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    25.

    26.

    27.

    29.

    30.

    IL CONVALESCENTE

    IL GRAN DESIDERIO

    L’ALTRA BALLATA

    I SETTE SUGGELLI (oppure: la canzone del Sì e dell’Amen).

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    6.

    7.

    PARTE QUARTA ED ULTIMA

    IL SACRIFICIO DEL MIELE

    IL GRIDO DI SOCCORSO

    COLLOQUIO COI RE

    1.

    2.

    LA SANGUISUGA

    IL MAGO

    1.

    2.

    FUOR DI SERVIZIO

    L’UOMO PIÙ BRUTTO

    IL MENDICANTE VOLONTARIO

    L’OMBRA

    MEZZOGIORNO

    IL SALUTO

    LA CENA

    DELL’UOMO SUPERIORE

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

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    19.

    20.

    IL CANTO DELLA MALINCONIA

    1.

    2.

    3.

    DELLA SCIENZA

    TRA LE FIGLIE DEL DESERTO

    IL RISVEGLIO

    LA FESTA DELL’ASINO

    IL CANTO D’EBBREZZA

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    6.

    7.

    8.

    9.

    10.

    11.

    12.

    IL SEGNO

    FRAMMENTI DI NOTE POSTUME A CHIARIMENTO DELL’OPERA «COSÌ PARLÒ ZARATHUSTRA»

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

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    20.

    21.

    22. Strumenti singolari.

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    82.

    APPENDICE

    Friedrich Nietzsche

    COSÌ PARLÒ

    ZARATHUSTRA

    UN LIBRO PER TUTTI E PER NESSUNO

    INTRODUZIONE E APPENDICE DI

    ELISABETTA FOERSTER-NIETZSCHE

    TRADUZIONE DI DOMENICO CIAMPOLI

    Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio.

    L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale specifico,

    dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina

    ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari (come note e testi introduttivi), 

    è soggetto a copyright. 

    Edizione di riferimento: Così parlò Zarathustra: un libro per tutti e per nessuno -Federico Nietzsche; introduzione e appendice di Elisabetta Foerster-Nietzsche; traduzione di Domenico Ciampoli. - Milano: Monanni, stampa 1927. - 462 p.; 21 cm. Fa parte di: Opere complete di Federico Nietzsche. 

    Immagine di copertina: Ritratto di Nietzsche. Elaborazione di una immagine di pubblico dominio: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Portrait_of_Friedrich_Nietzsche.jpg

    Elaborazione grafica: GDM.

    Friedrich Nietzsche

    Friedrich Wilhelm Nietzsche (pronuncia italiana: Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, poeta, compositore e filologo tedesco.

    Considerato tra i massimi filosofi e prosatori di ogni tempo, Nietzsche ebbe un’influenza controversa, ma indiscutibile, sul pensiero filosofico, letterario, politico e scientifico del XX secolo. La sua filosofia, appartenente al filone delle filosofie della vita, è considerata da alcuni uno spartiacque fra la filosofia tradizionale e un nuovo modello di riflessione, informale e provocatorio. In ogni caso, si tratta di un pensatore unico nel suo genere, sì da giustificare l’enorme influenza da lui esercitata sul pensiero posteriore.

    Nietzsche scrisse vari saggi e opere aforistiche sulla morale, la religione (in particolare quella cristiana), la società moderna, la scienza, intrise di una profonda lucidità ed avversione alla metafisica, seppure spesso il filosofo venga accomunato anche all’irrazionalismo, di una forte carica critica, sempre sul filo dell’ironia e della parodia. Nella sua filosofia si distingue una fase wagneriana, che comprende La Nascita della Tragedia e le Considerazioni inattuali, in cui il filosofo combatte a fianco di Richard Wagner per una riforma mitica della cultura tedesca.

    Questa fase sarà poi abbandonata e rinnegata con la pubblicazione di Umano, troppo umano – nella stagione cosiddetta illuministica del suo pensiero –, per culminare infine, pochi anni prima del crollo nervoso - probabile conseguenza di una patologia neurologica ereditaria – che metterà fine alla sua attività, nella fase più prominente del suo pensiero (quella della trasvalutazione dei valori e del nichilismo attivo, costellata dai concetti di oltreuomo, eterno ritorno e volontà di potenza) che ha il suo apice e inizio con la pubblicazione del celeberrimo Così parlò Zarathustra.

    Il pensiero di Nietzsche

    La filosofia di Nietzsche prende le mosse dal suo complesso retroterra culturale, specialmente di filologo classico, ammiratore della tragedia greca e poi entusiasta estimatore della nuova musica post-romantica di Wagner, della quale si fa promotore sul piano estetico e filosofico, scorgendo in essa una spinta per la rinascita dello spirito tedesco. A ciò si connette strettamente un intenso studio delle filosofie presocratiche, ad esempio quella di Eraclito, e una loro affermazione rispetto all’egemonia tradizionale dell’impianto socratico-platonico.

    Fondamentale per la formazione del giovane Nietzsche è altresì la lettura, nel 1866-67, de Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, incontro definito dal filosofo caso divino.

    La particolarità del pensiero di Nietzsche, la sua unicità, ha sempre generato nella critica degli interrogativi. Una delle domande che ci si è posti nella storia della critica a Nietzsche è la considerazione su qual è il vero Nietzsche, quale fosse il suo reale intento e cosa volesse comunicare nelle sue opere.

    La sua filosofia, infatti, è in bilico tra la negazione totale della cultura e del pensiero occidentale (si veda la sua critica al razionalismo, importantissimo nella filosofia occidentale) e la creazione di un nuovo sistema di valori, incentrati sulla figura dell’Oltreuomo, sull’eterno ritorno e sulla volontà di potenza. Nietzsche, infatti, voleva senza dubbio eliminare il campo da ogni mito, che appartenesse alla morale religiosa (da lui definita morale dei vinti) o alla filosofia, con i miti laici di progresso, razionalismo, positivismo e idealismo. Tuttavia è lecito domandarsi se questa volontà distruttrice dei valori sia solo fine a sé stessa, frutto di un orientamento nichilista, o sia la base necessaria da cui far partire la creazione di un nuovo sistema di valori.

    La filosofia di Nietzsche propone notevoli spunti di riflessione, che in parte spiegano la difficoltà di quest’autore di essere pienamente compreso nel suo tempo, nell’Ottocento, e la sua successiva riscoperta nel XX secolo. È il caso di ricordare che il Novecento vede l’arrivo alla ribalta di un esistenzialismo molto lontano da quello di Kierkegaard e che per molti aspetti Nietzsche è un anti-Kierkegaard in aperta concorrenza con la sua visione del mondo. Lo scacco kierkegaardiano per Nietzsche diventa il pretesto per una via a una vittoria sul destino di cui l’Oltreuomo si fa profeta.

    Il pensiero di Nietzsche, se da un lato è la negazione di quelle correnti di pensiero basate sull’ottimismo metafisico e deterministico dell’idealismo hegeliano è anche contro l’ottimismo scientistico. Di esso era portatore il positivismo, con la sua idea di continuità del progresso. Incentrato il primo sul "tutto è bene perché così deve andare" necessariamente, l’ideale di progresso del secondo gli suona ingenuo e falso.

    Sotto un altro punto di vista, per quanto Il mondo come volontà e rappresentazione sia uno dei testi chiave per la formazione di Nietzsche, egli ha poco della semplice considerazione pessimistica della realtà, propria di Schopenhauer. La sua filosofia, infatti, rifiuta ogni passiva accettazione della realtà, sia nel senso del tutto è bene hegeliano e sia quella del tutto progredisce positivistico e neppure il tutto è sofferenza, di Schopenhauer. Essa, rivela piuttosto una sorta di titanismo romantico, ma in una nuova Weltanschauung (Visione del mondo) che è post-romantica.

    Osservazioni critiche e confronti

    La filosofia di Nietzsche, pur prendendo le mosse da illustri precedenti, integra una netta frattura con il panorama speculativo già conosciuto. Andando a leggersi la terza dissertazione che compone per una genealogia della morale, quella sul significato degli ideali ascetici, si osserverà che da un punto di vista storico Nietzsche pone se stesso come il primo filosofo dopo Eraclito. Nietzsche, per sua stessa dichiarazione, è il primo che si può liberare dalla protezione pretesca a cui la filosofia ha sempre fatto ricorso, l’ideale ascetico, ovvero la capacità di astrarre e separare un saputo dalla vita. La cosa può apparire un tantino egocentrica, ma la lettura dei primi capitoli della dissertazione in questione come tutte le prefazioni delle opere successive allo Zarathustra, che terminano con un capitoletto sullo stesso, autorizzano a dire ciò. Nietzsche continuamente professa la sua unicità, la sua necessaria primogenitura rispetto alla questione di un sapere/volontà capace di costituire una nuova umanità in cui il divino non è esteriorizzato in divinità ma è interiorizzato nell’azione di chi incontra se stesso incontrando il mondo.

    Così parlò Zarathustra 

    Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno (tedesco: Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen) è il titolo di un celebre libro del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, composto in quattro parti fra il 1883 e il 1885.

    Gran parte dell’opera tratta i temi dell’eterno ritorno, della parabola della morte di Dio, e la profezia dell’avvento dell’oltreuomo, che erano stati precedentemente introdotti ne La gaia scienza. Definito dallo stesso Nietzsche come il più profondo che sia mai stato scritto, il libro è un denso ed esoterico trattato di filosofia e di morale, e tratta della discesa di Zarathustra dalla montagna al mercato per portare l’insegnamento all’umanità.

    Il comportamento di Zarathustra qui descritto è opposto a quello già espresso da un saggio di Arthur Schopenhauer che prefigura - al contrario - un allontanamento del mistico dal mercato verso, appunto, la montagna. Ironicamente il testo utilizza uno stile simile a quello della Bibbia, ma contiene idee e concetti diametralmente opposti a quelli del Cristianesimo e del Giudaismo riguardo alla morale ed ai valori tradizionali.

    Con questo testo Nietzsche prosegue la propria strada di allontanamento dalla filosofia di Schopenhauer e dal mondo di Richard Wagner a cui era stato fino ad allora legato. L’opera è il frutto della ripresa, da parte di Nietzsche, dello studio di un autore amatissimo sin da quando era diciottenne, Ralph Waldo Emerson. I temi emersoniani percorrono infatti tutta l’opera: tra questi spiccano la fiducia in sé stessi, l’affermazione della vita intramondana, l’amore del fato e l’idea dell’oltreuomo.

    Struttura e temi trattati

    Il libro racconta i viaggi fittizi e la pedagogia di Zarathustra: il nome del personaggio protagonista è tratto da quello dell’antico profeta (altrimenti detto Zoroastro) fondatore dell’antico credo persiano chiamato da lui Zoroastrismo il cui testo sacro è costituito dall’Avestā; basato sul monoteismo e la contrapposizione manichea di bene e male.

    Nietzsche vuole qui raffigurare chiaramente un tipo nuovo o diverso di Zarathustra, profeta e fondatore di religione, ossia colui che predica al mondo col suo esempio la trasvalutazione dei valori, di tutti i valori fino ad oggi considerati tali (progetto quest’ultimo rimasto incompleto e proseguito soltanto con L’Anticristo).

    Compreso il proprio errore, il profeta Zarathustra lo comunica agli uomini e annuncia loro in sostituzione una nuova dottrina, quella del superuomo, un’etica del superamento di sé che vuole liberarli dalle loro aspirazioni mediocri, dall’idea di un mondo dietro al mondo avallata dalla metafisica, dal Cristianesimo (nient’altro che platonismo per il popolo) e dal pietismo derivante.

    Sincretica è la famosa immagine senza autore della donna viandante che porta un cartone con su scritto blind la quale, cieca, cammina stranamente con sicurezza e senza aiuti; come un allontanamento verso la tetra grotta descritta da Platone; senza assimilare fasulli platonismi per il popolo è infine l’eterno ritorno alla coscienza più pura ed autentica.

    Caratteristica del tutto originale, presentata per la prima volta nel Prologo, è la designazione degli esseri umani come una transizione, un passaggio tra le scimmie (Darwin) e l’Ubermensch, l’uomo rinnovato designato a dominare il mondo in un tempo futuro: il funambolo sulla corda sopra l’abisso è colui che cerca d’allontanarsi dalla sua istintuale animalità in direzione dell’Ubermensch.

    Nietzsche introduce una miriade di idee nel libro, ma vi sono anche alcuni temi ricorrenti: a) l’essere umano come razza a sé stante non è altro che un ponte tra le bestie e l’Oltreuomo; b) l’eterno ritorno rappresenta l’idea che tutti gli eventi sono già accaduti e ancora dovranno accadere infinite volte (tutto torna per l’eternità); c) la volontà di potenza è componente fondamentale della natura umana, tutto ciò che facciamo è espressione d’essa, sintesi di tutta la lotta dell’uomo attuata per dominare il proprio ambiente, la sua stessa ragione di vita è in essa.

    Il libro in diversi passi esprime ripugnanza e profondo disprezzo per concetti quali i sentimenti d’umana pietà, compassione, indulgenza e perdono, i quali vengono invece considerati come il più grande peccato e pericolo più insidioso (vedi parte 2°-Dei compassionevoli). Una parte consistente di questo pensiero è decisamente reazionario; la creatura che più sinceramente detesta è difatti il cosiddetto spirito di rivoluzione. Moltissime delle future critiche al cristianesimo possono già essere trovate in nuce nello Zarathustra, in particolare quella dei valori cristiani di bene e male e la sua credenza in una vita ultraterrena come consolazione per le miserie vissute e speranza intesa in senso religioso.

    Idee centrali di base: Morte di Dio, Oltreuomo, Eterno Ritorno dell’identico, Volontà di Potenza

    Nietzsche utilizza la figura dell’antico profeta persiano per collegare e sviluppare i 4 elementi principali su cui poggia l’intera sua opera, tutti ampiamente discussi in questo libro definito insieme per tutti e per nessuno.

    Dal punto di vista dell’originale Zoroastro tutti gli esseri umani si trovano in condizione d’uguaglianza di fronte all’unico Dio: poco prima della morte di Dio, tutti gli individui risultano uguali in quanto folla, gregge anonimo. Conseguentemente la morte di Dio è una possibilità d’espressione per il futuro superuomo.

    Nel 3° paragrafo della Prefazione il profeta definisce l’uomo come un ponte lanciato in direzione del superuomo: "L’uomo è qualcosa che dev’essere superato, per l’avvento del superuomo è pertanto necessaria la caduta finale dell’uomo attualmente presente in questo mondo. Ma ad un tale sforzo creativo d’allevamento e formazione non è possibile giunger sostando nel bel mezzo della piazza, dove s’assembra la folla sterminata e senza alcun valore di sorta: questa folla la quale in cambio di vantaggi e beni materiali (il benessere") fa solo ciò che favorisce il proprio personale beneficio di guadagno e tornaconto individualistico.

    L’uomo superiore è invece fine a se stesso, spirito creativo piuttosto che passivo consumatore di beni e cose: egli è un innovatore che continua imperterrito a produrre ciò che alla gente che vive in mezzo al mercato sembra inutile e indifferente; in tal maniera si innalza al di sopra della folla, dell’immondo spirito del gregge. Il simbolo dell’Oltreuomo allude anche alle nozioni di padronanza e coltivazione di sé, auto-direzione ed auto-superamento.

    Espressioni preferite da Nietzsche per indicar l’affermazione dell’esistenza in tutte le sue manifestazioni son la leggerezza data nella risata e nella danza: la più alta forma di affermazione della vita è simboleggiato nell’ anello del ritorno. Anche se il mondo non tende affatto ad una meta finale divina, in modo che il superuomo trovi nel suo atto creativo di auto-perfezione la propria suprema affermazione, egli vive l’eterno ritorno  affermando costantemente se stesso.

    Di fronte alla consapevolezza che ogni azione è destinata a ripetersi ad infinitum solamente un superuomo è in grado d’accoglierne tutte le conseguenze non avendo mai alcun rimpianto.

    La trasvalutazione di tutti i valori fino a quel momento creduti come veri, conduce il suo creatore ad aspirare e realizzar la volontà di potenza (parte 2°, discorso 12-Dell’autosuperamento). Sulla base di un tale principio, la creazione d’un mondo rinnovato senza più alcun Dio sfugge alla sua insignificanza implicita e trova un nuovo significato al suo interno.

    Le nuove virtù propugnate dal superuomo sono: creatività; amore nei confronti d’ogni evento dell’esistenza, anche il più terribile, e fiducia nelle proprie capacità; la volontà (di potenza) come unica scala di valore ed azione; coraggio, forza ed intransigenza nel perseguire gli obiettivi prefissati.

      Opere

    Aus meinem Leben, 1858

    Über Musik, 1858

    Napoleon III. als Präsident, 1862

    Fatum und Geschichte, 1862

    Willensfreiheit und Fatum, 1862

    Kann der Neidische je wahrhaft glücklich sein?, 1863

    Über Stimmungen, 1864

    Mein Leben, (La mia vita), 1864

    Homer und die klassische Philologie, (Omero e la filologia classica), 1868

    Die Teleologie seit Kant, (La teleologia a partire da Kant), 1868

    Über die Zukunft unserer Bildungsanstalten

    Fünf Vorreden zu fünf ungeschriebenen Büchern, (Cinque prefazioni per cinque libri non scritti) 1872:

    I Über das Pathos der Wahrheit

    II Gedanken über die Zukunft unserer Bildungsanstalten

    III Der griechische Staat, (Lo Stato Greco)

    IV Das Verhältnis der Schopenhauerischen Philosophie zu einer deutschen Kultur

    V Homer’s Wettkampf

    Die Geburt der Tragödie, (La nascita della tragedia dallo spirito della musica ovvero Grecità e pessimismo), 1872

    Die Philosophie im tragischen Zeitalter der Griechen, (La filosofia nell’epoca tragica dei Greci), 1870-1873

    Über Wahrheit und Lüge im außermoralischen Sinn, (Su verità e menzogna in senso extramorale), 1873

    Vom Nutzen und Nachteil der Historie für das Leben, (Sull’utilità e il danno della storia per la vita), 1874

    Unzeitgemäße Betrachtungen, (Considerazioni inattuali) , 1876

    Menschliches, Allzumenschliches, (Umano, troppo umano), 1878

    Morgenröte, (Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali), 1881

    Idyllen aus Messina, (Gli Idilli di Messina), 1882

    Die fröhliche Wissenschaft, (La gaia scienza), 1882

    Also sprach Zarathustra, (Così parlo Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno), 1885

    Jenseits von Gut und Böse, (Al di là del bene e del male. Preludio di una filosofia dell’avvenire), 1886

    Zur Genealogie der Moral, (Genealogia della morale), 1887

    Der Fall Wagner, (Il caso Wagner), 1888

    Götzen-Dämmerung,  (Il crepuscolo degli idoli, ovvero Come filosofare a colpi di martello), 1888

    Der Antichrist, (L’Anticristo), 1888

    Ecce Homo, (Ecce Homo. Come si diventa ciò che si è), 1888

    Nietzsche contro Wagner, (Nietzsche contro Wagner. Documenti processuali di uno psicologo), 1888

    Der Wille zur Macht,  (La volontà di potenza: saggio di una trasvalutazione di tutti i valori), 1901

     Bibliografia

    Laura Abbatino, Nietzsche tra Wagner e Bizet, PensaMultimedia, Lecce 2007. ISBN 978-88-8232-528-2

    Luigi Anepeta, Nietzsche. Il terapeuta malato, Nilalienum Edizioni, Roma, 2012. ISBN 978-88-97804-02-4

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    Alberto Giovanni Biuso, Nomadismo e benedizione. Ciò che bisogna sapere prima di leggere Nietzsche, Di Girolamo, Trapani 2006

    Emilio Carlo Corriero, Vertigini della ragione. Schelling e Nietzsche, Rosenberg & Sellier, Torino, 2008

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    John Moore & Spencer Sunshine, Non sono un uomo, sono dinamite! Friedrich Nietzsche e la tradizione anarchica, Edizioni Bepress, Lecce 2013.

    Gianfranco Morra, cane di Zarathustra - Tutto Nietzsche per tutti, Edizioni ARES, Milano 2013.

    Rosanna Oliveri, Nietzsche, profeta della scienza, Il Prato, Padova, 2014

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    Michel Onfray, La costruzione dell’Oltreuomo. Controstoria della filosofia VII, Grasset 2011

    Paolo Poma, Interludio dell’enticidio. Da Severino alla volontà di potenza, in Estetica, 1/2008, Il Melangolo, pp.59–75.

    Paolo Poma, Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino, Pisa, Edizioni ETS, 2011.

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    Gianni Vattimo, Introduzione a Nietzsche, Ed. Laterza, Roma - Bari 1985 ISBN 978-88-420-2551-1

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    Glossario dei termini filosofici

    Amor fati

    L’amor fati (letteralmente dal latino amore per il fato, per il destino) è un atteggiamento di accettazione attiva, non assimilabile alla rassegnazione, che consiste nella capacità di far coincidere la propria volontà con il corso degli eventi così come essi si verificano, ovvero assumendoli nella loro innocente casualità. Si rifiuta in questo modo ogni concezione che tenta di prevedere il futuro rinchiudendolo in schemi concettuali che tradiscono il dinamismo proprio dell’esistenza. Questo concetto è strettamente legato all’idea di eterno ritorno. Il concetto di amor fati è mutuato soprattutto da due autori ben noti a Nietzsche: Spinoza, si veda la sua Ethica ed Emerson, si veda il crescendo finale del suo saggio Fato.

    Apollineo (spirito)

    Lo spirito apollineo è il tentativo (proprio soprattutto della Grecia antica) di spiegare la realtà tramite costruzioni mentali ordinate, negando il caos che, secondo Nietzsche, è proprio della realtà e non considerando l’essenziale dinamismo della vita. Lo spirito apollineo è la componente razionale e razionalizzante dell’individuo: nasce successivamente allo spirito dionisiaco, del quale rappresenta l’opposto e l’antitesi.

    Arte

    Nella concezione di Nietzsche l’arte assume un importante valore di liberazione dell’uomo dall’oppressione della razionalità, permettendo all’individuo di esprimere la propria creatività e quindi la sua irrazionalità, in un mondo che tende a distruggerla (parallelismi con Schopenhauer).

    Cristianesimo

    Il cristianesimo assume in Nietzsche un valore assolutamente negativo. Il filosofo, infatti, vede nella morale cristiana la negazione della vita, soppiantata da una visione ascetica della stessa in quella che definisce la morale dei vinti. La sua filosofia nasce anche come negazione di questa morale, ben descritta dalla morte di Dio, dove Dio non è da intendere esclusivamente come la divinità personale, ma anche come il sistema di idee proprie anche del Cristianesimo.

    Secondo il filosofo anche i cristiani sono guidati dalla volontà di potenza. In particolare, non potendo sopraffare gli altri per potenza e forza, hanno creato una nuova morale che negasse i veri valori di forza ed esaltasse gli ideali opposti di ascesi e pietà.

    Dionisiaco (spirito)

    Lo spirito dionisiaco è la parte irrazionale dell’individuo e dell’esistenza, la parte caotica e non rinchiudibile all’interno di una trattazione sistematica e ordinata, vera parte dominante della vita vista come ebbrezza, sensualità, esaltazione ed entusiasmo. Dopo Socrate, questa parte dell’uomo viene negata per far posto esclusivamente alla parte razionale.

    Morte di Dio

    Il moto critico nietzschiano non s’arresta e giunge così al concetto dei concetti, ovvero Dio. Idealismo, evoluzionismo, positivismo e romanticismo son tutte teorie ancora troppo umane, che si presentano cioè come verità eterne e assolute e che occorre pertanto smascherare. In nome del sano istinto dionisiaco dell’uomo greco che ama tutto ciò che la terrestrità sa offrirgli, conduce un attacco a fondo contro il Cristianesimo, la cui vittoria sul mondo antico ha avvelenato l’umanità. Va alla radice della morale tradizionale e ne fa la genealogia, scoprendo che essa è morale degli schiavi, religione della decadence per eccellenza, dei deboli e dei vinti risentiti contro tutto ciò ch’è nobile, bello e aristocratico. «Che ne è di Dio? Io ve lo dirò. Noi l’abbiamo ucciso. Noi siamo i suoi assassini»; il grido dell’uomo folle sulla piazza del mercato nell’aforisma 125 della Gaia Scienza. Uccidendo Dio, la civiltà occidentale ha cominciato anche via via a eliminare quei valori che sono stati a fondamento di tutta la storia precedente; si perde di conseguenza ogni punto di riferimento (avvento dell’era del  Nichilismo). Dio l’abbiamo ucciso e con lui è scomparso anche l’uomo vecchio, ma quello nuovo (Oltreuomo) è ancor di là dall’apparire.

    La Morte di Dio è un fatto del qual non ve ne fu di più grande: un evento che divide la storia dell’umanità. Questo è l’evento annunziato da Zarathustra, profeta dell’epoca nuova, il quale sulle ceneri di Dio innalzerà l’ideale superumano, novello spirito dionisiaco amante della vita in tutti i suoi risvolti, anche i più tragici e terribili.

    Nichilismo

    Per il filosofo tedesco il concetto di nichilismo assume diverse accezioni a seconda del contesto in cui lo utilizza.

    In una prima accezione, il termine viene usato da Nietzsche per descrivere la decadenza cui va incontro la civiltà quando rifiuta la forza vitale e si sottomette alle concezioni razionalistiche e alle etiche ascetiche. Questa tendenza è propria di tutti i sistemi filosofico-morali che hanno negato la natura imprevedibile e casuale della vita e della realtà e si sono tradotti pertanto in una sorta di rifugio, di protezione dell’uomo all’interno di un mondo metafisico, inteso nel suo significato originario di mondo oltre la realtà (e ciò vale sia per le concezioni religiose, sia per quelle razionalistiche tese a creare una visione ordinata della realtà, com’è il caso dell’Iperuranio platonico).

    Per nichilismo, tuttavia, Nietzsche intende anche il percorso compiuto dall’uomo, a partire dall’illuminismo, per giungere a smascherare i valori tradizionali mettendone in luce la falsità. Al contrario del precedente, questo nichilismo è esclusivamente distruttivo, e porta l’uomo a un senso di impotenza e di smarrimento, ottimamente descritto dall’analisi di Schopenhauer.

    Esiste, infine, un nichilismo attivo e positivo, proprio dello stesso autore, che consiste nell’accettazione del carattere casuale della realtà e della falsità di tutte le credenze. Questo atteggiamento è proprio dell’Oltreuomo.

    Razionalismo

    Il razionalismo è la tendenza a spiegare la realtà per mezzo di schemi concettuali, imprigionandola in essi. Questo concetto, dunque, si ricollega a quello di spirito apollineo. L’autore fa coincidere la nascita di questo orientamento con la filosofia di Socrate.

    Volontà di potenza

    La volontà di potenza è la forza creativa propria dell’uomo e di ogni forma di vita, tale da trascendere ogni formalizzazione. Essa rappresenta l’essenza autentica della vita umana. L’Oltreuomo è colui che è capace di assumere su di sé tutto il peso, e la leggerezza, della piena espressione della volontà di potenza. Volontà di potenza è allora voler che può, non come volontà di dominio, bensì intesa come un poter esser-oltre. Volontà in questo caso somigliante a quella schopenhaueriana (Volontà istintiva di vita, non derivante dall’Io che vuole coscientemente, ma da istinto innato/naturale). Potenza è un poter sempre più, qual massima possibilità d’esser, potenzialità assoluta… il poter esser che s’espande al di là e sopra di sé, via conducente a oltreuomo.

    INTRODUZIONE

    L’ORIGINE DI «COSÌ PARLÒ ZARATHUSTRA»

    INTRODUZIONE

    «Zarathustra» è l’opera personale di mio fratello, storia delle sue intime esperienze, delle sue amicizie, del suo ideale, dei suoi rapimenti, delle sue delusioni e delle sue sofferenze più amare. Ma sopratutto si delinea qui, splendente, l’imagine della sua più alta speranza, del suo fine più determinato. La figura di Zarathustra apparve fin dai suoi primi anni a mio fratello, il quale mi scrisse una volta d’averla già veduta in sogno quand’era bambino. A questa forma di sogno diede, secondo i tempi, nomi differenti; «ma alla fine – è detto in una annotazione posteriore – io diedi la preferenza a un persiano. I persiani hanno, prima, pensato la storia in modo vasto e completo. Un susseguirsi di evoluzioni, ognuna presieduta da un profeta. Ogni profeta ha il suo Hazar ed il suo regno di mille anni ».

    Le concezioni generali di Zarathustra sono, come la figura dell’annunziatore, di origine molto antica. Chi studî attentamente l’opera postuma del 1869-1882 troverà in embrione il ciclo di idee di Zarathustra, come per esempio l’ideale del superuomo che già si rileva in tutti gli scritti dell’autore dall’anno 1873 al 1875. Rimando al primo e secondo volume di questa edizione e cito soltanto i seguenti punti da Noi filologi: «Come si può glorificare e lodare un intero popolo! Sono i solitari, anche presso i greci».

    «I greci sono interessanti e importantissimi perchè hanno una moltitudine di grandi solitari. Come fu possibile ciò? Bisogna studiarlo.

    «M’interessa unicamente la posizione di un popolo rispetto all’educazione dei singoli; e quella dei greci è certamente molto favorevole allo sviluppo dei singoli, non per la bontà del popolo, ma per la lotta dei cattivi istinti.

    «Si può attraverso felici invenzioni educare il grande individuo in modo del tutto differente e più alto di quello nel quale egli fu educato finora attraverso il caso. Vi sono ancora speranze: allevamento dell’uomo importante». (Vol. II, Considerazioni inattuali).

    Nel pensiero dell’allevamento del superuomo appare l’idea giovanile di Nietzsche che «lo scopo dell’umanità è nei suoi più alti esemplari» (oppure come egli dice ancor più chiaramente in Schopenhauer come educatore: «l’umanità deve continuamente lavorare per educare grandi, singoli uomini – e questo e non altro è il suo problema»). Ma gli ideali posti là quali i maggiori non sono più, ora, indicati come i tipi più alti dell’umanità. No, su questo futuro ideale di una futura umanità, il superuomo, il poeta ha ancora disteso il

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