4 Casi per il Commissario Gremati
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4 Casi per il Commissario Gremati - Paolo Locatelli
Paolo Locatelli
4 Casi per il Commissario Gremati
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Ringraziamenti
Ringraziamenti
Ringrazio mia moglie Lucia e la mia cagnolina Osso.
Illustrazioni di copertina
R4
- alla finestra
- l’inseguimento
-
il circo Fagiolino
Matita e pastelli di Lucia Meda (2017- 2018)
Ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Indice dei contenuti
Ringraziamenti
Note dell'autore
Prefazione di Lamberto Motta
IL GALLO CANTA!
LA NEVE E’ APPESA
SI E’ SPENTO IL SOLE
RASHOMON
AL CIRCO FAGIOLINO
RASHOMON
AL CIRCO FAGIOLINO - versione teatrale
Note dell'autore
Quando nel luglio 2017 scrissi il racconto Il gallo canta!
sapevo che non sarebbe stato l’unico con protagonista questo commissario Gremati alle soglie della pensione. Dopo essermi dannato per dargli un cognome ed aver infine per lui concepito, in modo se volete un po’ presuntuoso, l’anagramma del più grande commissario della letteratura poliziesca non potevo certo limitarmi a fargli risolvere un solo caso. Poiché credo che la maggior parte di coloro che leggeranno questa raccolta saranno degli appassionati di romanzi gialli e polizieschi è per loro fin troppo evidente la soluzione di questo anagramma e d’altro canto l’ho svelata nel racconto Laggiù andrò a morire
dove un giovanissimo vice commissario Gremati incrocia il protagonista di un’altra mia trilogia di tutt’altro genere narrativo. Molti si chiederanno perché non ho voluto identificare con precisione i luoghi dell’azione. Rispondo che quello che volevo trasmettere è il clima del fiume e della bassa Padana, del grosso centro di provincia che per quanto grosso resta sempre provincia e quindi non prendetevela a male: Crema, Lodi o Cremona, fate voi. Mi sono anche voluto concedere un passaggio di Gremati per la Valsassina e per le sue montagne che fin dalla mia adolescenza sono state la meta delle prime escursioni. Per concludere, con Gremati ho voluto regalare ai miei lettori l’ultimo investigatore che lavora con i metodi e le qualità che siamo soliti identificare nella nostra immaginazione: un animale da fiuto, tutto intuizione. Oggi la Polizia è cambiata, probabilmente in meglio e i commissari sono diventati funzionari e dirigenti. Sì, direi proprio che Gremati è l’ultimo dei commissari.
Buona lettura a tutti
Prefazione di Lamberto Motta
Il commissario Gremati, anagramma di Maigret, è il protagonista di una mini saga di quattro brevi racconti gialli firmati da Paolo Locatelli. La trama è veloce ed essenziale, l’intrigo si dipana chiaro, avvolto in uno stile semplice ed elegante. Un commissario vicino alla pensione affronta il pericolo senza paura seguendo il proprio infallibile fiuto da segugio. Lo scontro con la giovane superiore De Sanctis si trasforma in un rapporto di stima vicino all’amore paterno, mentre attorno l’inferno della vita miete le sue inevitabili vittime. Locatelli è fresco e vitale nel suo narrare e mira più all’analisi interiore che ai colpi di scena.
Il mistero d’altra parte dura poco di fronte all’intuito di Gremati. Il commissario fiuta il sangue della preda e la azzanna in breve tempo. Nessuno può ingannarlo a lungo.
Con questi racconti Locatelli si conferma scrittore eclettico capace di spaziare fra generi diversi. Belli e credibili i personaggi ben definiti nella loro psicologia.
Lamberto Motta - Giornalista
IL GALLO CANTA!
« Il gallo canta! Giovanni svegliati! Il gallo canta!»
Si scosse ma era veramente difficile aprire gli occhi e come se non bastasse si sentiva in un bagno di sudore. Nella " bassa" era così tra luglio e agosto: il tasso di umidità era tanto alto che non c’era verso di riuscire ad asciugarsi. Si restava sempre bagnati di sudore.
«Giovanni – disse sua moglie Costanza scrollandolo con un vigore da vero atleta di lotta Greco Romana – rispondi al telefono!»
Già! Il telefono. Perchè avesse selezionato quella stupida suoneria sul cellulare non sapeva proprio spiegarselo: il canto del gallo! Eccolo servito, aveva cantato il maledetto e lui, ora, doveva rispondere.
«Sì, sì. Ora rispondo. Pronto!»
«Commissario?»
«Pascucci! Che vuoi? Che ore sono?»
«Sono le tre Commissario. Hanno trovato una morta. Giù al fiume, vicino al cancello della Canottieri.»
«E perché hai chiamato me?»
«Grandi è a Ibiza, Corsi è a Cortina e la Spocchia
è a Pescara dall’amante. Il più alto in grado è lei.»
«Il Vice Questore De Sanctis, Pascucci, il vice questore, e a Pescara va a trovare il fidanzato.»
«E io che ho detto? Che fa Commissario, ci va lei?»
«Certo che ci vado io. Sarò lì tra venti minuti. Fai arrivare anche il medico legale, se lo trovi; e anche qualcuno della Scientifica, se li trovi.»
«Che è successo?» chiese sua moglie.
«Hanno trovato il cadavere di una donna.»
«Devi andare tu?»
«Sono l’unico disponibile.»
«Ah, ecco. Ginger?»
«La porto con me.»
Acqua fredda sul volto, due gargarismi, camicia, pantaloni, scarpe, giacca, documenti e il guinzaglio anche se non sarebbe servito.
«Andiamo Ginger!»
L’indefinibile incrocio di poco più di dieci chili, pelo corto dal colore marrone che tirava verso il rosso della vecchia spuma al ginger
, lo guardò per pochi secondi sbadigliando e poi scattò giù dal divano per seguirlo. Mai si sarebbe persa un’uscita con il suo papà
, qualunque fosse l’ora.
Mentre scendeva nella rimessa per prendere la R4 verde chiaro sbiadito, ormai una quarantenne ma con carrozzeria e meccanica perfette tanto l’aveva tenuta bene, pensò e così a cinquantotto anni suonati viene ancora buono il vecchio Commissario Gremati!
. Hai sempre rotto le balle fino a farti mettere nell’angolo ma quando sono tutti in ferie vai bene lo stesso. Quanti anni è che non ti mandano sul campo?". Non riusciva a ricordarlo.
Come aveva annunciato dopo venti minuti era sul luogo del ritrovamento.
«Ginger, stai buona in macchina, ti faccio scendere fra dieci minuti.»
C’erano tre persone distanti una ventina di metri. Gli vennero incontro.
«Speroni, il mio medico legale preferito. Non sei in ferie anche tu?»
«Chi non muore si rivede! Gremati, hai fatto penitenza o non sapevano chi mandare?»
«La seconda. Chi sono questi due?»
«Lui è Franchi, l’informatico della scientifica e l’altro è la guardia notturna che ha visto il corpo. Stava facendo il suo solito percorso.»
«Il morto?»
«La morta. Stavo guardando adesso, vieni. Voi state qui.»
Il medico illuminò il corpo con una potente lampada portatile. Era stesa sulla schiena con le braccia conserte sul petto. L’assassino l’aveva certamente composta e messa in ordine. Perchè, si domandò Gremati, una simile cura e gentilezza? Indossava una gonna scura sopra al ginocchio, scarpe col tacco ma non eccessivo, niente calze e una camicetta bianca allacciata macchiata di sangue intorno al seno sinistro. Poca roba ma di marca, elegante. Mancava, ed era una fastidiosa stonatura in quella composizione quasi lirica, una pochette
. Possibile che la donna fosse uscita senza denaro, chiavi di casa e documenti? E soprattutto un rossetto?
«Le hanno sparato al cuore, da vicino, calibro piccolo. Bella donna, direi sui quarantacinque.»
«Quarantatre.»
«Gremati, la conosci?»
«La conosco sì! E’ Carla Guazzoni, insegnante di storia dell’arte al Liceo scientifico dove insegna mia moglie. Collabora con il giornale locale, fa delle recensioni sulle mostre di pittura che si tengono nella nostra gloriosa città che non manco mai di leggere. Donna irreprensibile, dalla vita irreprensibile, sposata con un irreprensibile ingegnere, hanno una educatissima ed irreprensibile figlia di tredici anni e soprattutto è figlia dell’irreprensibile Professore Guazzoni, colonna portante della più stimabile e provinciale cerchia borghese della nostra stimabile e borghese città. Borioso e tronfio, insopportabile, il Re dei rompicoglioni.»
«Cribbio, li conosci così bene?»
«Li ho incontrati tutti un paio di anni fa all’unica cena del Liceo alla quale mia moglie è riuscita a trascinarmi. Mi è bastata.»
«Per quel che ti conosco non stento a crederti; e sì che tu ci sei nato in questa città. Dovresti esserci abituato a questi personaggi.»
«Son nato sulla rive gauche
dimentichi? Quella dei poveri. Tanto amo la città quanto non sopporto i suoi abitanti. Soprattutto questi.»
«La conosce anche la De Sanctis?»
«Hai voglia!»
«Allora sei in un mare di casini.»
«Già! Illuminala bene che la voglio osservare.»
Osservò con attenzione, non che si vedesse tanto.
«Illumina lì, la caviglia sinistra. Cosa è quella macchiolina?»
Speroni si chinò fino quasi a sfiorare con il naso la caviglia.
«Direi che è un piccolo tatuaggio.»
Il gallo cantò. Doveva cambiarla quella suoneria.
«Gremati, che cazzo di suoneria hai messo?»
«La cambierò Speroni, la cambierò! Sì?»
«Gremati? Sono De Sanctis.»
«Dica Dottoressa.»
«E’ lì?»
«Lì dove?»
«Diamine Gremati, non cominci con le sue solite menate
. E’ sul luogo del delitto? C’è Speroni con lei? Avete identificato il corpo?»
«Sì. Sì. Sì.»
«Gremati non mi faccia perdere tempo – urlò la De Sanctis – sì cosa?»
«Sì, sono sul luogo del delitto. Sì, c’è Speroni con me. Sì, ho identificato l’identità del cadavere ritrovato.»
Sorpresa, la De Sanctis stette un attimo in silenzio.
«E chi è?»
«E’ la professoressa Carla Guazzoni.»
«Cosa?»
Perchè mentire a se stesso, godeva, godeva immensamente nel percepire lo sgomento e la preoccupazione della Dottoressa De Sanctis, quindi senza darle il tempo di ragionare continuò:
«Qui Speroni può fare poco, faccio portare il corpo in obitorio, faccio circoscrivere la zona e avviso la famiglia.»
«Sì, sì … proceda ...»
«Avviso prima il padre o il marito?»
«Prima il professore, Gremati, prima il professore diamine.»
E già, prima il " Professorone" in fondo il marito chi era? Contava come il due di picche nelle gerarchie della borghesia cittadina, era un foresto
.
«Sarò lì fra un paio d’ore, sono già in macchina.»
«Vada piano o prenderà una multa per eccesso di velocità.»
«Vada al diavolo Gremati!» e chiuse la comunicazione.
Guardò Speroni:
«Hai sentito?»
«Molto distintamente il vada al diavolo Gremati!
»
«Bene. Capisci cosa raffigura quel piccolo tatuaggio?»
«Lo vediamo in obitorio.»
«Ok. Ci vediamo dopo. Faccio fare due passi al cane.»
«Solo tu ti potevi portare il cane.»
«Perchè? E’ una bella notte calda