La vita che vuoi davvero. Strategie di Coaching 2018
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La vita che vuoi davvero. Strategie di Coaching 2018 - Alessandro Garau
davvero?
Strategie di Coaching
Aspirazioni, Sogni e Decisioni
Aspirazioni, sogni e decisioni : cosa c'è di più importante nella vita? Ognuno di noi ha delle ambizioni, dei sogni, e il tutto, affinché la vita possa considerarsi perfetta, dovrebbe essere collocato nella realtà quotidiana. A questo punto, ciascuno di voi potrebbe dire che è più facile a dirsi che a farsi! Certo, ma è proprio a questo che serve il coaching!
Parliamo di alcune attività utili a definire e ad organizzare meglio la nostra vita quotidiana , in modo funzionale al raggiungimento dei nostri obiettivi. Infatti, siano essi lavorativi, di vita di coppia, di sport o di qualunque altro tipo, ogni azione deve trovare il giusto equilibrio , attraverso una tecnica che si potrebbe definire dei piccoli passi
.
Come funziona? È molto semplice. Cerchiamo di fare, ogni giorno, un piccolo passo avanti per il raggiungimento del nostro obiettivo . A volte le persone rinunciano perché sembra troppo difficile
, oppure troppo ambizioso
, o magari troppo costoso
, o chissà quale altro troppo
... Dunque, meglio agire un passo alla volta, con delle piccole tappe, più facili da raggiungere , volte al successo finale. A riguardo, un piccolo spunto di PNL (programmazione neuro linguistica): la parola troppo
, usata come sopra, non è per niente motivante! Fate attenzione ai termini che usate : se siete troppo negativi, di certo non farete molta strada. Ma di questo avremo occasione di parlare in un altro articolo.
Aspirazioni, sogni e decisioni sono strettamente connessi : le visioni di noi stessi in un certo ambito, ad esempio, vengono considerate soltanto dei sogni, quindi irrealizzabili. Un buon consiglio, è di pensare a cosa si vuole davvero dalla vita : il cambiamento a volte è indispensabile, e la svolta potrebbe davvero essere dietro l'angolo. Impariamo a coglierla !
A tal fine, dovremo prendere delle decisioni : ciò che determina il nostro percorso, in modo costante, quotidiano, è proprio l'insieme di decisioni che prendiamo, e che nel complesso costruiscono il nostro percorso. Cosa diventiamo, giorno per giorno? Dove andiamo? È così che si forma il nostro destino.
Per questo motivo, aspirazioni, sogni e decisioni, sono in grado di tramutare l'astratto , ciò che sembra irraggiungibile, in solida realtà .
Siamo noi, con la nostra determinazione, a costruire il nostro successo: la convinzione può fare davvero miracoli ! Vi pongo un esempio : chi avrebbe mai detto che sarebbe bastata la convinzione di un uomo senza pretese, avvocato e pacifista, per far mettere in discussione un intero impero? Eppure per Mahatma Gandhi è stato proprio così.
Ovviamente avremo occasione di fornire tutti gli spunti e gli strumenti utili per capire come sia possibile prendere in mano la nostra vita, e farne un vero capolavoro .
Nel frattempo, ricordate queste tre parole, e tenetele bene a mente: aspirazioni, sogni e decisioni .
#Aspirazioni #Sogni #Decisioni
Consapevolezza, il nostro superpotere!
Consapevolezza, ovvero il nostro super potere! Il concetto è molto semplice: quando siamo consapevoli del potere di ogni singola decisione presa, e compiuta, il nostro cammino verso l'obiettivo sarà inarrestabile!
Per rendere l'idea di quanto sia potente la vera consapevolezza di sé, delle proprie capacità, e dello spirito che può guidarci nel cammino verso un'esistenza più felice, vorrei citare una delle più belle frasi di Albert Camus (1913-1960), tratta dalla poesia Invincibile Estate
:
...Ho compreso, infine, che nel bel mezzo dell'inverno, ho scoperto che vi era in me un'invincibile estate...
È facile comprendere che il poeta, con queste brevi parole, sia riuscito a sintetizzare un concetto importantissimo: nonostante tutte le difficoltà che ci si pongono di fronte, durante la vita, la passione, il fuoco, l'ardore che divampa in ciascuno di noi, è sempre in grado di superarle .
Pensate: con la consapevolezza di ciò che siete, di ciò che fate, delle vostre ambizioni e capacità, cosa riuscireste a fare, nella vita? Certo, le difficoltà sono sempre dietro l'angolo, e con esse ci saranno le cadute, e le frenate. Ma attenzione: uno dei concetti fondamentali del coaching, riguarda proprio quello di responsabilizzarsi di ciò che accade . Che cosa significa?
È troppo facile dare la colpa
a cause esterne , dei nostri rallentamenti, o fallimenti. Intanto, partiamo dal presupposto che la parola fallimento
non deve essere vista nell'accezione negativa del termine. Il fallimento è uno stop
, un intoppo, qualcosa che ci ferma, ma non necessariamente ci deve portare alla rinuncia . Piuttosto, pensiamo invece al motivo per cui abbiamo fallito: è un modo per imparare dai nostri errori, non commetterli più, e migliorarci .
Responsabilizzarci di ciò che accade, significa non cercare di colpevolizzare qualcun altro, o una causa esterna, del nostro fallimento . Significa prendere atto della decisione sbagliata, e agire per correggere l'errore, andando avanti verso il nostro obiettivo, come se vi foste fermati in un'ansa di una strada, per poi riprendere il cammino. Anche analizzare i fallimenti e gli errori, fa parte della consapevolezza!
In tutta consapevolezza, ricordate sempre che anche non prendere alcuna decisione, è in realtà una decisione : anche questo comportamento avrà delle conseguenze , ma lasciarsi trasportare dagli avvenimenti, così come si susseguono, significa perdere una possibilità importante di crescita personale , di acquisizione di strumenti utili, di esperienze e di occasioni importanti per raggiungere le nostre ambizioni.
Interrogarsi sulle decisioni prese, e non, del passato, può essere molto utile per prendere consapevolezza di sé e delle proprie ambizioni. Porsi una serie di domande è uno strumento molto importante del coaching.
Ecco quindi la domanda a cui potrete rispondere, come esercizio: quali decisioni avete o non avete preso, in passato, che hanno avuto una forte influenza sulla vostra vita odierna?
#Consapevolezza #Fallimento #CrescitaPersonale
Comportamento e abitudini nocive: come fare per eliminarle?
Comportamento e abitudini nocive: perché continuiamo a reiterare certe consuetudini, pur sapendo che ci fanno del male? È noto, si tratta di una questione mentale. Si spiega dunque perché le persone, pur avendo abitudini notoriamente nocive, non riescono a vedere altra modalità di vita, se non quella imparata. Si tratta della paura di lasciare la strada vecchia per quella nuova.
È dunque una questione di atteggiamento verso la vita , che si trova radicato nelle convinzioni personali , ed è lo stesso che ci limita nelle scelte di lavoro, nella vita privata, nello studio ecc.
Questo è l'atteggiamento che conduce le persone a vivere dentro un guscio , orientate al pessimismo e al limite. Si tratta della zona di comfort
, un principio che avremo modo di spiegare in seguito. È la tendenza di chi pensa di non riuscire ad affrontare una circostanza nuova, che porta sempre a certe affermazioni:
Cambiare abitudini... Come se fosse facile
.
Cambiare alimentazione o stile di vita... Ci provo, ci provo ma...
.
Fateci caso, c'è sempre un ma
!
Questo atteggiamento è molto diffuso , soprattutto in questi anni caratterizzati da difficoltà economiche e cambiamenti sociali, che portano le persone ad un atteggiamento di chiusura.
Cambiare comportamento, dunque, significa acquisire fiducia in se stessi, flessibilità mentale, capacità di cambiamento e maggiori consapevolezze, mentre invece il comportamento comune è quello che vede, con il calo delle sicurezze, l'aumento delle paure fino a convincersi che tutto sommato è meglio rimanere immobili nella situazione non più appagante.
È quella paura, quel rimanere fermi
, che ci limita. Così non si cresce, non ci si evolve, e invece di far tesoro delle esperienze e degli sbagli che tutti commettiamo è più facile reiterare i comportamenti che ci inducono in errore , piuttosto che cercare alternative di vita funzionali sia al nostro tempo che a nuovi obiettivi.
L'orientamento negativo, sempre più diffuso, è un male del nostro tempo ed è il più grosso ostacolo alla possibilità di migliorare la propria vita. Siamo inconsapevoli delle nostre risorse e spesso abbiamo paura di renderci conto di poter scegliere ; non facciamo uso del libero arbitrio!
Dalla consapevolezza di sé e delle proprie risorse mentali si può iniziare ad apprendere come migliorare la qualità della propria vita in modo completo e assoluto . Un comportamento negativo o addirittura nocivo, si può e si deve cambiare. Basta seguire con costanza il proprio cammino verso l'obiettivo , per creare il nostro circolo virtuoso!
#Comportamento #AbitudiniNocive #CircoloVirtuoso #Fiducia
Il Coraggio
Un articolo, un discorso articolato attinente ad una tematica legata all’ambito sportivo oppure prettamente psicologico, non può sussistere senza evidenziare ed enunciare determinati fondamenta. Vorrei partire dal presupposto che il tutto è opinabile, ogni concetto non deve essere visto e vissuto come fondamento assoluto ma, bensì posto ad una proporzionata criticità.
Ho deciso, in accordo con i colleghi, di trattare prima di ogni altro argomento, una chiave essenziale della psicologia, il >coraggio.
Ovviamente posto così, non possiamo non limitarlo a determinate azioni corporee, sequenziarlo in specifici contesti ma ignoriamola ramificazione stessa del termine. Il termine coraggio sta al termine stesso di strada dove non specificando ci addentra in un sistema vasto e per niente specifico.
Quanti tipi di coraggio conosciamo? L’importanza non sta nella quantificazione numerica ma nell’ estrapolazione concettuale dell’azione stessa .
Coraggio di dire, di fare, di agire, di decidere, del leader, di rischiare, di scrivere, di vincere, di fallire, di pensare, di realizzarsi, di aiutare, di chiedere aiuto, sconfiggere dei vizi, di amare, di essere se stessi, di vivere e di essere felice… atti che sembrerebbero correlati, linguisticamente anche sinonimi e tralasciamo dei coraggi crudeli come l’uccidere, il difendersi, il sopravvivere, il lottare e il combattere… e potremmo continuare per ogni azione sistematica della nostra quotidianità. Da tutto ciò si evince una base: il coraggio non è altro che un atto, una vera e propria azione momentanea singolare oppure di gruppo .
Specifichiamo ulteriormente tale evento psicologico. Di ogni forma di coraggio precedentemente elencata, potremmo tranquillamente estirparne una specifica definizione. Giusto per essere sintetici, il coraggio di dire, potremmo definirlo in linea di massima come quell’atto in cui si decide a priori di esporre una proposizione
; ma se invece di procedere per definizione di ogni singola stanza provassimo a definire la struttura che contiene ogni singolo coraggio , noteremmo che l’individualità di base si sveste per lasciare posto alla qualificazione concettuale della struttura cardine stessa. Si arriva così a definire:
Il coraggio è una forza d’animo, uno stimolo emotivo soggettivo che porta l’individuo ad azionarsi meccanicamente affinché varchi la soglia conoscitiva dei propri limiti
In ogni azione, fisica e verbale esiste un limite conoscitivo raggiunto in precedenza, al riproporsi di un continuo stimolo precedentemente raggiunto. Non siamo nel contesto di atto di coraggio: il procedere oltre ci porta ad allargare il nostro orizzonte e lì subentra la forma di coraggio specifica.
Ho voluto necessariamente partire dal coraggio perché ho deciso in modo coraggioso di percorrere un sentiero, un percorso di formazione. Non potrei trattare in futuro l’argomento sport oppure altro senza l’ausilio di questo post: anche questo è coraggio.
La psicologia non è una scienza assoluta, i fondamenti non sono altro che teorie alla base di una scienza prettamente teorica, e il suo studio non è altro che l’accumulare domande e formulare risposte; è una figlia della filosofia e di conseguenza un trattato in attesa di altri trattati.
Il coraggio è una forza d’animo, uno stimolo emotivo soggettivo che porta l’individuo ad azionarsi meccanicamente affinché varchi la soglia conoscitiva dei propri limiti
Partiamo necessariamente dal coraggio. In modo coraggioso dobbiamo pur sempre individuare un punto di partenza, dobbiamo logicamente decidere di percorrere un sentiero, un percorso di formazione. La mia, contrariamente dai colleghi è una scelta di coraggio. È prettamente personale la decisione di voler contribuire alla stesura del libro con un modo, se così possiamo definirlo, più letterario, in gergo poetizzato poiché il tecnicismo scritto conduce il lettore sino ad un certo punto ed a volte non si viene coinvolti a pieno emotivamente.
Il coraggio è una forza innata che si alimenta con gli eventi personali, propri e della quotidianità che ci circonda. È puramente soggettivo ed a parità di evento, stimolo, coinvolgimento: ogni individuo avrà una reazione coraggiosa differente. Gli eventi della vita ci fanno maturare, il tempo nel proprio sincronico trascorrere eserciterà una influenza non indifferente e non necessariamente ugnale per tutti. Non esiste una scala capace di poter misurare il grado di maturità di un soggetto rapportato alla riga, linearità del tempo. Non esiste e non è possibile. Dovremmo tener conto e specificare tante variabili, a partire dal contesto familiare, territoriale, tecnologico di un luogo, dovremmo includere persino gli effetti sociopolitici e così via. Tralasciando momentaneamente le peculiarità del coraggio, ci soffermeremo in questo primo atto, su un aspetto ampiamente generico, considerando semplicemente l’aspetto personale legato al coraggio e, in via del tutto approssimativa, cercheremo di impregnarla nella logistica del tempo.
Ogni individuo è portatore di una specifica intelligenza, il cervello rappresenta il motore di tutto quello che, in modo astratto ed approssimativo, ci lascia comunicare con il nostro corpo, ovviamente nella propria specificità, dove troviamo tutte le casualità interne ed esterne, assolute e relative, razionali e non. Il cervello è regolato a priori da una sorta di volano, la mente. Far coincidere una definizione univoca al concetto di mente, non è semplice, si potrebbe cadere nel pressapochismo oppure inevitabilmente ingigantire il tutto. Ovviamente tale specifica definizione è ampliamente condizionata dal rapporto tra territorio e cultura, scienza e coscienza. La mente è l’esperienza soggettiva e individuale rapportata ad un fattore denominato ambiente. Preferisco restare nell’ampio segmento concettuale.
La mente è abile, riesce a