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Leggende Druidiche: Miti e vicende dell’epopea dei Celti
Leggende Druidiche: Miti e vicende dell’epopea dei Celti
Leggende Druidiche: Miti e vicende dell’epopea dei Celti
Ebook127 pages1 hour

Leggende Druidiche: Miti e vicende dell’epopea dei Celti

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About this ebook

Il patrimonio dell’umanità non è costituito solo dai monumenti architettonici del passato: esiste un grande bagaglio tramandato dalla memoria storica dell’umanità, costituito dai miti e dalle leggende di tutti i popoli della terra, che accompagna la storia dell’uomo, pronto per essere interpretato e ricomposto come un enorme puzzle, geloso custode di millenari miti e di ancestrali insegnamenti.
È proprio da tale patrimonio che possiamo attingere per ricostruire i pezzi del nostro passato, in un percorso personale, alla ricerca delle nostre radici ma anche alla scoperta di noi stessi.
Il libro raccoglie una serie di leggende quasi tutte inedite che giungono dalla lontana epoca del mito della città di Rama, conservate dai druidi della Valle di Susa del Piemonte su lamine di metallo dorato conosciute come il "Libro d'oro di Rama".
Le leggende del Libro d’oro di Rama rappresentano un prezioso contributo esegetico all'arcaico testo del "Tai Saar i Mnai", il Libro del Cielo e della Terra dell'antico sciamanesimo druidico europeo. Operando attraverso la metafora storica e spirituale che rappresentano, costituiscono un valido supporto per il lavoro di lettura dell'arcaico testo.
Oggi possiamo accedere a queste leggende grazie anche al contributo narrativo delle Famiglie celtiche della Valle di Susa e delle Valli di Lanzo, degli scaldi norreni e dei Maestri druidi della Foresta di Brocéliande in Bretagna. 
Soprattutto con l'apporto della traduzione dal greco antico delle tavole rinvenute tra i reperti della città di Rama gentilmente concesse in visione dal Dr. Mario Salomone.
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Gli Autori
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Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero, entrambi giornalisti, scrittori, musicisti e speaker radiotelevisivi, sono impegnati attivamente nella salvaguardia delle culture dei popoli nativi del pianeta, nelle battaglie legate alla difesa dei diritti degli animali e dell’ambiente e nelle iniziative per la Pace. Entrambi fanno parte del gruppo musicale LabGraal e sono autori di numerosi testi sul celtismo e sulle tradizioni dei Popoli naturali, tradotti in varie lingue e presentati in convegni e conferenze in Europa, negli Stati Uniti e in Australia.
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L'Illustratrice
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Angela Betta Casale, pittrice allieva del Maestro Amerigo Carella, si dedica totalmente all'arte seguendo un suo percorso di ricerca che la conduce sempre più verso una tecnica del tutto personale. Nelle sue opere possiamo leggere echi di culture nordiche, saghe celtiche, ma allo stesso tempo ritroviamo elementi di congiunzione tra un classicismo rinascimentale ed una lettura poetica del contemporaneo.
LanguageItaliano
Release dateJun 26, 2019
ISBN9788895127699
Leggende Druidiche: Miti e vicende dell’epopea dei Celti

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    Leggende Druidiche - Giancarlo Barbadoro

    Giancarlo Barbadoro - Rosalba Nattero

    LEGGENDE DRUIDICHE

    Miti e vicende dell’epopea dei Celti

    ISBN: 9788895127699

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    Introduzione

    CAPITOLO 1 - LA RUOTA FORATA

    CAPITOLO 2 - IL CANDELIERE

    CAPITOLO 3 - LA SPADA

    CAPITOLO 4 - LA COPPA

    Gli Autori, l'Illustratrice

    Ringraziamenti

    Giancarlo Barbadoro

    Rosalba Nattero

    LEGGENDE DRUIDICHE

    Miti e vicende dell’epopea dei Celti

    Con illustrazioni di Angela Betta Casale

    Edizioni Triskel

    Piazza Statuto, 15 - 10122 Torino

    Tel/fax: 011 530 846

    e-mail: info@triskeledition.com

    web site:

    www.triskeledition.com

    www.giancarlobarbadoro.net

    www.rosalbanattero.net

    7 a Edizione 2019

    © Copyright 2007-2019 - Edizioni Triskel

    Ebook ISBN 9788895127699

    "Quando la terra era ancora sommersa dalle acque

    e le tenebre la avvolgevano in attesa che comparisse la vita,

    gli Antichi, i maestri senza nome e volto, erano già là

    che attendevano, eterni, detentori del grande segreto..."

    dalla Memoria sacra di Erda Ha Shana

    Introduzione

    LA LEGGENDA COME FONTE DI ESPERIENZA

    Il patrimonio dell’umanità non è costituito solo dai monumenti architettonici del passato: esiste un grande bagaglio tramandato dalla memoria storica dell’umanità, costituito dai miti e dalle leggende di tutti i popoli della terra, che accompagna la storia dell’uomo, pronto per essere interpretato e ricomposto come un enorme puzzle, geloso custode di millenari miti e di ancestrali insegnamenti.

    È proprio da tale patrimonio che possiamo attingere per ricostruire i pezzi del nostro passato, in un percorso personale, alla ricerca delle nostre radici ma anche alla scoperta di noi stessi.

    Le prime tracce della tradizione dello sciamanesimo druidico si perdono nella leggenda.

    In effetti la prima forma di trasmissione dell’insegnamento di questa tradizione avvenne proprio sotto forma di leggenda, quando i primi druidi, probabilmente sentendo l’esigenza di raccogliere e fissare quell’esperienza spirituale che essi si trovavano a vivere da capostipiti, concepirono leggende allegoriche e significative che contenevano in sé i capisaldi della loro dottrina. Usarono così la leggenda per trasmettere i loro insegnamenti e dare continuità ad un’esperienza spirituale difficilmente traducibile in concetti.

    Le leggende ruotano intorno ad una precisa esperienza spirituale, lo Shan, che nell’arcaica cultura dello sciamanesimo druidico rappresenta l’immaterialità dell’esistenza, il Mistero insito nella Natura, come il Dreamtime degli aborigeni australiani, che riveste un aspetto di natura storica e uno relativo all’esperienza spirituale.

    Lo Shan è l’esperienza del Vuoto, inteso come l’assenza di qualsiasi concetto che possa definirlo; un’esperienza interiore che lega tutte le tradizioni dei Popoli naturali del pianeta, se pur chiamato con nomi diversi. Può essere associato al simbolo del Graal, massimo riferimento delle scuole esoteriche d’occidente. È il cuore pulsante dello sciamanesimo druidico, esperienza attorno cui è sorta e si è sviluppata la tradizione dei Nativi europei.

    Per i primi druidi, la leggenda divenne uno strumento di insegnamento e di coagulo sociale: all’inizio fu spontanea l’abitudine di raccogliersi attorno ai fuochi per sentire dai saggi i racconti delle leggende e ascoltarne gli insegnamenti impliciti che sarebbero serviti per affrontare nuovi campi di esperienza e misurarsi con la realtà in tutti i suoi aspetti, da quello filosofico a quello sociale.

    Anche in seguito, quando il rapporto magico e istintuale che i primi uomini vivevano con l’esistenza venne razionalizzato e vissuto in modo più consapevole, l’uso della leggenda non andò perso. La nuova civiltà che venne a crearsi, e che gettò le basi per le successive che diedero vita al mondo celtico, raccolse le leggende concepite in quella lontana epoca primordiale e ne formulò altre.

    È suggestivo immaginare i druidi di quel popolo misterioso che eresse i megaliti, e di cui la storia non conserva memoria, mentre raccontano le loro leggende all’interno dei grandi cerchi di pietre, all’ombra dei templi megalitici.

    Ci furono poi tempi in cui la tradizione druidica dovette essere occultata per meglio conservarla e preservarla da coloro che avevano interesse a distruggerla. Ed ecco che la leggenda assunse un ruolo molto importante: assicurare una continuità alla conoscenza ancestrale celata nell’allegoria dei miti.

    Le leggende vennero conservate e tramandate per raggiungere individui di ogni tempo e trasmettere, nella suggestione del testo, le vicende storiche dell’umanità e l’antico insegnamento sciamanico. Infatti le leggende dello sciamanesimo druidico sono ricche di significati, interpretabili secondo i diversi approcci esperienziali di chi le legge.

    Furono concepite leggende, come la leggenda del Siv’nul, che rispecchiano il dramma degli avvenimenti di epoche antiche e contemporaneamente contengono importanti insegnamenti per il ripristino di quella conoscenza ancestrale che diede origine in un lontano passato ad una mitica civiltà ricordata da molte tradizioni.

    Il libro raccoglie una serie di leggende quasi tutte inedite che giungono dalla lontana epoca del mito della città di Rama, conservate dai druidi della Valle di Susa del Piemonte su lamine di metallo dorato conosciute come il Libro d'oro di Rama.

    Le leggende del Libro d’oro di Rama rappresentano un prezioso contributo esegetico all'arcaico testo del Tai Saar i Mnai, il Libro del Cielo e della Terra dell'antico sciamanesimo druidico europeo. Operando attraverso la metafora storica e spirituale che rappresentano, costituiscono un valido supporto per il lavoro di lettura dell'arcaico testo.

    Oggi possiamo accedere a queste leggende grazie anche al contributo narrativo delle Famiglie celtiche della Valle di Susa e delle Valli di Lanzo, degli scaldi norreni e dei Maestri druidi della Foresta di Brocéliande in Bretagna.

    Soprattutto con l'apporto della traduzione dal greco antico delle tavole rinvenute tra i reperti della città di Rama gentilmente concesse in visione dal Dr. Mario Salomone.

    Il simbolismo esoterico

    I Popoli naturali di tutti i continenti conservano un bagaglio tradizionale custodito dagli sciamani. Le scuole sciamaniche dei Popoli naturali manifestano la sintesi dei loro insegnamenti esoterici a mezzo di simboli, immagini e leggende allegoriche.

    Il simbolo sintetizza, nella sua forma, un insieme di concetti riferiti ad un preciso insegnamento ed è una sollecitazione esperienziale che stimola un’intuizione interiore riferita all’archetipo racchiuso nel simbolo.

    Nell’ambito dell’esperienza dei Popoli naturali, ogni scuola esprime un suo particolare simbolismo, sempre e comunque riferito allo sviluppo del rapporto con il trascendente.

    Anche la leggenda è da interpretarsi come un simbolo esoterico, e come tale possiede tre significati che si sovrappongono uno sull’altro, interpretabili in tre diverse chiavi di lettura:

    1) Un significato essoterico, cioè il senso puramente letterale della leggenda allegorica.

    2) Il primo significato esoterico, che è l’espressione di un concetto spirituale, riferito al cosiddetto Mondo Divino.

    3) Il secondo significato esoterico, cioè l’espressione di un concetto materiale, scientifico o storico, comunque riferito al cosiddetto Mondo Fisico.

    Solitamente i due significati esoterici si trovano espressi in concettualità parallele che si supportano l’una sull’altra.

    Il ruolo esperienziale delle leggende

    Ai primordi della storia dell’umanità, la tradizione dei Popoli naturali era costituita da una serie di insegnamenti orali che venivano custoditi e tramandati dagli sciamani.

    L’insegnamento tradizionale seguiva già allora una sua precisa metodologia didattica, e gli insegnamenti erano svelati progressivamente dagli sciamani ai loro allievi.

    Questo per l’ovvia ragione che altrimenti il senso esperienziale dell’insegnamento sarebbe andato sprecato nell’incomprensione, o alla peggio, utilizzato per giochi di potere da chi ne avesse avuto l’intenzione.

    Gli insegnamenti tradizionali erano contenuti in particolari elementi simbolici o negli archetipi esperienziali che venivano inseriti nelle narrazioni delle leggende.

    Tutte le tradizioni dei Popoli naturali ricordano un tempo arcaico, che lo sciamanesimo druidico definisce con il termine di Matchka, in cui gli Shan-a-man, o sciamani, per trasmettere i loro insegnamenti usarono le leggende simboliche.

    Già allora si delinearono due piani diversi di esperienza che dividevano gli auditori in due precise categorie di approccio e di sperimentazione: i Piccoli Misteri, che raccoglievano quegli allievi che pur essendo

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