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4) ELEMENTI DI TRIGONOMETRIA

4.1) Angoli e misura degli angoli in radianti.

[bozza]

Su un piano cartesiano si fissi un punto O (chiamato vertice dellangolo) e si facciano uscire da tale punto due semirette (che chiameremo h e k). Linsieme di tali semirette suddivide il piano cartesiano in due regioni, ciascuna delle quali individua un angolo. Per pervenire al concetto di angolo orientato si deve stabilire quale delle due semirette quella di partenza, dopo di che si stabilisce un verso lungo il quale idealmente ruotare tale semiretta di partenza per pervenire alla definizione dellampiezza dellangolo (normalmente il verso quello antiorario), ampiezza che sar evidenziata dalla seconda semiretta (di arrivo). Ad esempio:
k semiretta di arrivo ampiezza dell angolo (acuto) verso vertice O h semiretta di partenza

Angolo retto, quando le semirette h e k sono tra loro ortogonali (perpendicolari). Angolo acuto, se di ampiezza minore ad un angolo retto. Angolo ottuso, se di ampiezza maggiore ad un angolo retto (ma minore dellangolo piatto). Angolo piatto, se di ampiezza pari al doppio di un angolo retto. Angolo convesso, se di ampiezza minore di un angolo piatto. Angolo concavo, se di ampiezza maggiore di un angolo piatto. Angolo giro, se di ampiezza pari al doppio di un angolo piatto (quattro volte un angolo retto). Ovvio segnalare che allangolo ottenuto in figura (angolo acuto), compreso tra h (di partenza) e k (di arrivo), si contrappone langolo concavo che si sarebbe ottenuto partendo da k, per arrivare ad h (con, in questo caso: angolo acuto + angolo concavo = angolo giro).
Angoli complementari, se la loro somma un angolo retto. Angoli supplementari, se la loro somma un angolo piatto. Angoli esplementari, se la loro somma un angolo giro.

Le semirette h e k vengono comunemente chiamate i lati dellangolo. La bisettrice di un angolo la semiretta, uscente anche essa dal vertice O che divide in due parti uguali langolo in questione (i punti della bisettrice sono equidistanti da h da k).
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Concavo

[Nota: figure tratte da Wikipedia, lenciclopedia libera] Considerando una circonferenza il cui centro collocato nel vertice dellangolo, si pu misurare lampiezza dellangolo utilizzando quale unit di misura il grado. Un grado un settore circolare pari a 1/360 del cerchio. Ogni grado viene suddiviso in 60 minuti, ogni minuto in 60 secondi. Come unit di misura internazionale si preferisce per utilizzare il radiante che dato dal rapporto tra la lunghezza l dellarco di circonferenza (delimitato dalle semirette che definiscono langolo) e la lunghezza del raggio r di tale circonferenza. Poich il rapporto tra la lunghezza dellarco di circonferenza e il raggio non dipende dallampiezza del raggio bens solo dall'angolo compreso, si pu sempre ipotizzare che il raggio della circonferenza valga uno. Lutilizzo del radiante permette di ottenere formule pi semplici di quelle che si avrebbero utilizzando le equivalenti misure in gradi sessagesimali. [circonferenza C di raggio r: C = 2r ; circonferenza C di raggio r=1: C = 21] Tra la misura in gradi, e quella in radianti, vale la seguente relazione (che permette di passare facilmente da una unit di misura allaltra): gradi : radianti = 360 : (2) (con = 3,14159..), da cui, in generale: radianti = (2)gradi)/360
gradi radianti 0 0 15 /12 30 /6 45 /4 /3 60 90 /2 120 2/3 135 3/4 150 5/6 gradi radianti 180 210 7/6 225 5/4 240 4/3 270 3/2 300 5/3 315 7/4 330 11/6 360 2

[Nota: figura tratta da Wikipedia, lenciclopedia e quindi (ad esempio): libera]

4.2) Le funzioni seno, coseno e tangente. Con riferimento ai lati di un triangolo rettangolo ABC, con lunghezza dei cateti pari ad a e b, mentre lipotenusa ha una lunghezza pari a c, per langolo valgono le seguenti grandezze:
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seno di = sin = a / c
c

coseno di = cos = b / c tangente di = tg = a / b


A

b C

Con riferimento ad un punto P collocato su una circonferenza di centro O e con raggio r = 1 (circonferenza goniometrica), si ottengono analogamente, per langolo , le seguenti grandezze (evidenziate in figura con riferimento al primo quadrante di un piano cartesiano con origine in O, ma che valgono anche qualora il punto P sia relativo agli altri quadranti):

seno di = sin = y / r coseno di = cos = x / r tangente di = tg = y / x con r=1 si ottiene: sen = y , cos = x tg = sen / cos cotangente di = cos / sen

P
r y (sen r)

O x (cos r)

In generale: a) al crescere di da 0 a 90 gradi (cio da 0 a /2 radianti) il seno cresce da 0 a 1 mentre il coseno decresce da 1 a 0; b) al crescere di da 90 a 180 gradi (cio da /2 a radianti) il seno decresce da 1 a 0 mentre il coseno decresce da 0 a -1; c) al crescere di da 180 a 270 gradi (cio da a (3/2) radianti) il seno decresce da 0 a -1 mentre il coseno cresce da -1 a 0; d) al crescere di da 270 a 360 gradi (cio da (3/2) a 2 radianti) il seno cresce da -1 a 0 mentre il coseno cresce da 0 a 1; e) al crescere di oltre i 360 gradi (cio oltre 2 radianti) la semiretta di arrivo (che delimita langolo) ritorna ad assumere, ogni giro, le medesime posizioni assunte nel giro precedente; ne consegue che il seno ed il coseno di riprendono periodicamente gli stessi valori corrispondenti all'intervallo 0 360; diremo quindi che il seno ed il coseno sono funzioni periodiche di periodo 360 gradi ( 2 , in radianti); f) il seno ed il coseno assumono, al variare dell'angolo , tutti e soli i valori reali compresi nellintervallo [-1;1]; valgono dunque le condizioni: -1 sin 1 ; -1cos 1; g) i grafici delle funzioni sin e cos sono la sinusoide e la cosinusoide (funzioni periodiche di periodo 2).
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Grafico delle funzioni seno e coseno al variare di x (ampiezza in radianti)

Grafico di tangente .

4.3) Relazioni di base tra le funzioni trigonometriche. Principali propriet (con r = 1): A) (sin )2 + (cos )2 = r2 = 1 [teorema di Pitagora] da cui la possibilit di ricavare (sin ) o (cos ) in funzione delle altre due variabili: sin = (1-(cos )2) ; cos = (1-(sin )2)
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B) tg = sin / cos

Da cui la possibilit di trasformare una qualunque espressione in seno, coseno e tangente (di uno stesso angolo) in una espressione tutta in seno, o tutta in coseno, o tutta in tangente (dello stesso angolo).

C) formule di addizione e di sottrazione


; ;

D) il termine coseno sta per complementare al seno, proprio nel senso che il valore assunto da una delle due misure pu essere calcolato utilizzando opportunamente la misura dellaltra. Si ottiene quindi, tra laltro: sin = cos (90-) , operando in gradi ad esempio: sin(30) = cos (90-30) = cos(60) con: sin(30)=0,5 , cos(60)=0,5 sin = cos (/2-) , operando in radianti ad esempio, sin(/6) = cos (/2-/6) = cos(/3) con: sin(/6)=0,5 , cos(/3)=0,5 cos = sin (90-) , operando in gradi ad esempio: cos(15) = sin (90-15) = cos(75) con: cos(15)0,9659 , sin(75)0,9659 cos = sin (/2-) , operando in radianti ad esempio, cos(/12)=sin(/2-/12)=cos(5/12) con: cos(/12)=0,9659 , sin(5/12)=0,9659

(sen 60)

=60=/3 =30=/6
O (cos 60)

(sen 30)

(cos 30)

Nota: possibile dimostrare, operando nellambito del calcolo infinitesimale, che la derivata del seno il coseno, e che la derivata del coseno lopposto del seno. Operando poi tramite opportuni sviluppi in serie si pu pervenire a considerare le funzioni di seno e di coseno quali parte immaginaria e parte reale della funzione esponenziale quando il relativo argomento un numero immaginario.
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