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Sistemi trifase 1 Generalit Si consideri un supporto cilindrico (armatura) (figura 1) alla cui periferia sono collocate, in corrispondenza dei

piani diametrali, tre bobine aventi rispettivamente spire e disposte in maniera che, percorrendole dai terminali iniziali 1p, 2p, 3p ai terminali finali 1f, 2f, 3f risultino avvolte, rispetto allarmatura, tutte nello stesso senso. Se larmatura ruota con velocit angolare costante in un campo magnetico costante nel tempo e con distribuzione spaziale qualsiasi, si generano nelle bobine tre f.e.m., di tipo mozionale, periodiche che hanno tutte lo stesso periodo, la stessa forma donda e risultano sfasate nel tempo, luna rispetto allaltra, di un angolo pari allangolo di sfasamento spaziale fra gli assi delle bobine cablate sullarmatura.

Figura 1 Se invece larmatura ruota con velocit angolare costante in un campo costante nel tempo ed avente distribuzione spaziale uniforme, le f.e.m. indotte sono sinusoidali isofrequenziali e risultano sfasate nel tempo, luna rispetto allaltra, di un angolo pari allangolo di sfasamento spaziale fra gli assi delle bobine cablate sullarmatura Se poi le bobine disposte alla periferia del cilindro rotante con velocit angolare costante in un campo magnetico costante nel tempo e con distribuzione spaziale uniforme, hanno tutte lo stesso numero di spire e sono collocate in corrispondenza dei piani diametrali e formano tra loro angoli uguali, quindi con gli assi sfasati nello spazio a 120 luno dallaltro (figura 2), allora le f.e.m. generate sono sinusoidali isofrequenziali, di uguale ampiezza e si susseguono nel senso ciclico prestabilito con uguale differenza di fase reciproca.

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Ciascuna tensione prende il nome di fase. E chiaro che le fasi si succedono, nel tempo, come indicato in figura 2, finch il senso di rotazione del cilindro continua ad essere quello indicato. Se invece il senso di rotazione venisse invertito, mantenendo costante il valore della velocit, anche i rapporti di fase delle singole f.e.m. indotte risulterebbero invertiti. Quindi, una volta fissato lordine di successione delle fasi e quindi delle rispettive f.e.m., chiameremo senso ciclico diretto quello per il quale le tensioni si susseguono nellordine prestabilito; chiameremo senso ciclico inverso, quello per il quale lordine di successione risulta inverso. Usualmente si adotta come senso ciclico diretto, quello orario.

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Figura 2

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1.1 Sistemi simmetrici di tensioni Un sistema come quello considerato, le cui tensioni sono sinusoidali isofrequenziali di uguale ampiezza, sfasate tra loro di 120 in senso ciclico diretto (orario), si dice sistema trifase simmetrico di tensioni. Lespressione istantanea delle tensioni quindi:

Nella rappresentazione simbolica, in forma esponenziale e in forma canonica, le tensioni sono espresse da:

Le terne simmetriche di tensioni sono, ovviamente pure, cio godono della propriet che la somma dei tre vettori istantanei nulla ad ogni istante. I tipi fondamentali di collegamento interfasico fra le tensioni, usati nella tecnica, sono due: il collegamento a stella ed il collegamento a triangolo (figura 3). Esaminando i collegamenti interfasici, si rileva che le tensioni fra i morsetti di un sistema trifase possono coincidere, o no, con le tensioni ai terminali delle fasi, a seconda del tipo di collegamento. Chiameremo pertanto tensioni di fase le tensioni esistenti fra i terminali di ciascuna fase e tensioni di linea o tensioni concatenate le tensioni fra due morsetti consecutivi del sistema trifase.

Figura 3
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La figura 3 mostra che nel collegamento a triangolo le tensioni di linea si identificano con le tensioni di fase; nel collegamento a stella, invece, le tensioni di linea sono uguali alla differenza fra due consecutive tensioni di fase le quali, in questo tipo di collegamento, coincidono ovviamente con le tensioni esistenti fra ciascuno dei morsetti delle fasi ed il centro stella o morsetto del neutro. Se il sistema delle tensioni simmetrico, dalla figura 4 si deduce, con banali considerazioni geometriche, che nel collegamento a stella le tensioni di linea hanno intensit uguale a quella delle tensioni di fase moltiplicata per e sono in anticipo di rispetto ad esse.

30 30

Figura 4 Pu concludersi pertanto che nei sistemi simmetrici collegati a triangolo, le tensioni di linea si identificano con le tensioni di fase; in quelli collegati a stella, la terna delle tensioni di linea si deduce dalla terna delle tensioni di fase ruotando solidalmente la stella dei vettori in anticipo di e moltiplicandone la lunghezza per . E quasi superfluo rilevare che la terna delle tensioni di linea sempre una terna pura (poligonale chiusa).

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1.2 Sistemi equilibrati di correnti Applichiamo le tensioni di un sistema trifase

a tre circuiti distinti (figura 5),

Figura 5 questi vengono percorsi dalle correnti:

che risultano legate fra loro dalle relazioni costanti che dipendono, ovviamente, dalle relazioni esistenti fra le tensioni e dai parametri degli stessi circuiti. Un sistema di correnti, come quelle che percorrono i circuiti considerati, legate tra loro da relazioni costanti di ampiezza e di fase, si dice sistema trifase di correnti. Il complesso delle impedenze che, alimentato da un sistema trifase di tensioni, percorso da un sistema trifase di correnti, si dice carico trifase. I singoli rami contenenti le impedenze si dicono fasi del carico. Quando il sistema delle tensioni simmetrico e le impedenze delle fasi sono uguali tra di loro (carico equilibrato), le correnti generate hanno uguale ampiezza, uguale differenza di fase rispetto alla tensione che le genera e, di conseguenza, uguale differenza di fase tra loro (figura 6).

Figura 6 Un sistema di correnti come questo, le cui correnti sono sinusoidali isofrequenziali di uguale ampiezza, sfasate tra loro di 120 in senso ciclico diretto (orario), si dice sistema trifase equilibrato di correnti. E immediato rilevare che anche per i sistemi equilibrati di correnti vale la propriet fondamentale, gi vista per i sistemi simmetrici di tensione, in virt della quale la somma dei valori istantanei delle correnti nulla ad ogni istante ed quindi nulla anche la somma geometrica dei vettori rappresentativi di esse.
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I due tipi fondamentali di interconnessione che usualmente si adottano nella pratica, per i carichi trifase sono, analogamente a quanto visto per le tensioni, linterconnessione a stella e quella a triangolo (figura 7). Esaminando i collegamenti interfasici, si rileva che le correnti che percorrono i conduttori che collegano i morsetti del sistema generatore ai morsetti del carico trifase possono coincidere, o no, con le correnti che percorrono le singole fasi del carico (o del sistema generatore) a seconda del tipo di interconnessione adottato. Chiameremo pertanto correnti di fase le correnti che percorrono le singole fasi e correnti di linea quelle che percorrono i conduttori della linea di collegamento fra il sistema generatore ed il carico (non considerando leventuale conduttore di collegamento fra i neutri).

Figura 7 La figura 7 mostra che nel collegamento a stella le correnti di linea si identificano con le tensioni di fase; nel collegamento a triangolo, invece, le correnti di linea sono uguali alla differenza fra due consecutive correnti di fase. Se il sistema delle correnti equilibrato, dalla figura 8 si deduce, con banali considerazioni geometriche, che nel collegamento a triangolo le correnti di linea hanno intensit uguale a quella delle correnti di fase moltiplicata per e sono in ritardo di rispetto ad esse.

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Figura 8

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Pu concludersi pertanto che nei sistemi equilibrati, con collegamento a stella (delle fasi del carico, rispettivamente delle fasi del generatore), le correnti di linea coincidono con le correnti di fase; con il collegamento a triangolo, il sistema delle correnti di linea si deduce dal sistema delle correnti di fase ruotando solidalmente la stella dei vettori in ritardo di e moltiplicandone la lunghezza per . Anche per i sistemi equilibrati di correnti, le correnti di linea costituiscono un sistema puro ed i vettori rappresentativi di tali correnti formano una stella regolare. 2 Sistemi simmetrici ed equilibrati Riassumendo, si rileva che quando la regolarit della stella dei vettori rappresentativi attribuita alle tensioni (qualunque sia il loro collegamento interfasico) il sistema trifase si dice simmetrico; quando invece attribuita alle correnti, il sistema si dice equilibrato. Si dicono inoltre equilibrati quei carichi trifase che (qualunque sia la loro interconnessione) hanno uguale impedenza in tutte le fasi. Pertanto possiamo avere quattro tipi diversi di sistemi trifase: Sistemi simmetrici ed equilibrati, nei quali si ha la simmetria delle tensioni e lequilibrio nelle correnti. Essi si realizzano alimentando un carico trifase equilibrato mediante un sistema simmetrico di tensioni. Sistemi simmetrici e squilibrati, nei quali si ha la simmetria delle tensioni ma non lequilibrio nelle correnti. Essi si realizzano alimentando un carico trifase squilibrato mediante un sistema simmetrico di tensioni. Sistemi dissimmetrici ed equilibrati, nei quali non si ha la simmetria delle tensioni ma lequilibrio nelle correnti. Essi si realizzano in casi molto particolari, infatti le impedenze del carico devono avere proprio quei particolari valori per i quali le correnti prodotte da quelle determinate tensioni, si dispongono secondo una stella regolare. Sistemi dissimmetrici e squilibrati, nei quali non si ha n la simmetria delle tensioni n lequilibrio nelle correnti. Essi si realizzano alimentando un carico trifase squilibrato mediante un sistema dissimmetrico di tensioni.

Quando mediante un sistema trifase di tensioni, si alimenta un carico trifase, il regime elettrico che si stabilisce nel sistema diverso a seconda del collegamento interfasico adottato per il sistema generatore e del tipo di interconnessione adottata per il carico. Le varie combinazioni che possono verificarsi sono quattro:

Collegamento interfasico delle tensioni 1) 2) 3) 4) Stella Stella Triangolo Triangolo

Interconnessione del carico

Stella Triangolo Stella Triangolo

Conviene comunque, ai fini del calcolo del circuito, ricondurre ognuna delle quattro combinazioni alla prima o allultima di esse. Per i sistemi simmetrici ed equilibrati, il calcolo particolarmente agevole per la combinazione stella-stella, che si assume perci come sistema tipico di tali sistemi.

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Consideriamo tre circuiti monofase indipendenti (figura 9a), aventi uguale impedenza , alimentati da tre generatori le cui tensioni costituiscono un sistema trifase simmetrico e che pertanto generano nei circuiti tre correnti , costituenti un sistema equilibrato.

Figura 9 Se tutti i conduttori di ritorno sono ora riuniti fra loro in uno stesso conduttore (figura 9b), si ottiene un sistema trifase stella-stella, nel quale i morsetti delle fasi del generatore risultano collegati, mediante tre conduttori di linea, ai morsetti delle fasi del carico ed il neutro del generatore risulta collegato al centro stella del carico mediante un quarto conduttore che chiameremo conduttore neutro. Nel neutro vengono quindi convogliate tutte le correnti del sistema trifase; poich esse costituiscono un sistema equilibrato e, di conseguenza, la loro somma in ogni istante nulla, il conduttore neutro risulta percorso da una corrente identicamente nulla e pu quindi essere soppresso senza che niente muti nel regime elettrico del sistema. Si rileva quindi che la d.d.p. fra il punto neutro del sistema generatore ed il centro stella del carico anchessa identicamente nulla. Questultima affermazione pu anche essere constatata applicando Millmann tra O n ed Os:

Ed essendo la terna delle tensioni una terna simmetrica e quindi pura, si ottiene:

Quando il sistema simmetrico ed equilibrato, i tre circuiti monofase indipendenti che nel loro complesso sono equivalenti al sistema trifase, sono tutti uguali tra loro; quindi lo studio del regime del sistema trifase pu ricondursi a quello di uno solo di essi. Pertanto il calcolo di un sistema trifase simmetrico ed equilibrato pu essere effettuato limitandoci ad eseguire il calcolo di un circuito monofase (figura 9c) cos costituito: dalla tensione di una fase del generatore; dallimpedenza di una fase del carico; da un conduttore della linea e dal conduttore neutro. del sistema trifase pu dedursi immediatamente dalla rispettiva tensione

Applicando tale principio, ogni corrente dividendola per limpedenza.

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Per esempio abbiamo:

E poich il sistema equilibrato, otteniamo le altre correnti ruotando in ritardo

di 120 ed ancora di ulteriori 120

Il calcolo dei sistemi simmetrici ed equilibrati con collegamento interfasico a triangolo del sistema generatore, pu essere ricondotto a quello con collegamento a stella, introducendo il concetto di tensioni stellate. Dati i tre conduttori di linea di un sistema trifase e le relative tensioni concatenate , chiameremo baricentro elettrico del sistema, il punto Ob ottenuto unendo a stella tre impedenze uguali collegate ai conduttori di linea (figura 10).

Figura 10 La definizione del baricentro elettrico, essendo riferita unicamente ai conduttori di linea, prescinde completamente dal collegamento interfasico del generatore. E evidente inoltre che in ogni sistema simmetrico ed equilibrato il baricentro Ob corrisponde al punto neutro On del generatore (nel senso che la d.d.p. fra i due identicamente nulla) quando questo connesso a stella e corrisponde altres al centro stella di ogni carico equilibrato a stella connesso alla linea stessa. Chiameremo poi tensioni stellate baricentriche le tre tensioni esistenti fra ciascun conduttore di linea ed il baricentro. E superfluo notare anche che il baricentro elettrico del sistema coincide con il baricentro geometrico del triangolo i cui lati sono i vettori concatenati (tensioni di linea) della terna simmetrica di tensioni. Da quanto gi detto, chiaro che:

La figura 11 riassume sinteticamente il calcolo di un sistema trifase simmetrico ed equilibrato in tutti i casi possibili.

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Figura 11

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2.1 Potenza nei sistemi simmetrici ed equilibrati Dato un sistema trifase simmetrico ed equilibrato, con collegamento stella-stella, le espressioni istantanee delle tensioni di fase e delle correnti di fase sono:

Le potenze istantanee erogate da ciascun generatore sono:

Sommando quindi membro a membro le precedenti equazioni, otteniamo la potenza istantanea per il sistema trifase simmetrico ed equilibrato:

Essendo le tre potenze fluttuanti tre sinusoidi di uguale ampiezza e sfasate tra loro di 120, si ha che la loro somma uguale a zero, di conseguenza:

Ricordando che V e I sono i valori efficaci delle grandezze di fase (collegamento stella-stella), possiamo scrivere:

Per questo possiamo affermare che in un sistema trifase simmetrico ed equilibrato la potenza istantanea costante ed uguale al triplo del prodotto dei valori efficaci della tensione di fase e della corrente di fase , moltiplicato per il coseno dellangolo di fase tra e (angolo caratteristico delle impedenze del carico). Questo vuol dire anche che la potenza fluttuante complessiva nulla (attenzione che la potenza fluttuante in ogni fase non nulla), quindi rilevare che in un sistema trifase la potenza fluttuante complessiva nulla garantisce che il sistema sia simmetrico ed equilibrato. Rammentando ora che la potenza attiva definita come il valor medio della potenza istantanea, possiamo affermare che la potenza attiva trifase :

Che, ovviamente, coincide con la somma delle potenze attive messe in gioco da ciascuna fase. Analogamente la potenza reattiva trifase la somma delle potenze reattive messe in gioco da ciascuna fase, per cui:

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Occorre puntualizzare che nei sistemi trifase, la potenza reattiva perde il significato fisico di ampiezza della potenza reattiva istantanea ed assume solo un significato puramente matematico. Usualmente, per, la potenza di un sistema trifase viene espressa in termini di grandezze di linea e quindi, tenendo presente che: nel collegamento a stella nel collegamento a triangolo si ottiene: collegamento a stella collegamento a triangolo

In definitiva definiamo potenza attiva trifase

e potenza reattiva trifase

E importante evidenziare che le due formule precedenti sono formule ibride poich contengono sia grandezza di linea ( ), sia grandezze di fase ( ); infatti lo sfasamento tra il vettore tensione di fase ed il vettore corrente di fase. Definiamo poi potenza apparente trifase:

Inoltre, utilizzando il teorema di Boucherot, definiamo potenza complessa di un sistema trifase simmetrico ed equilibrato:

Il fattore di potenza, definito come rapporto tra potenza attiva e potenza apparente, nel sistema trifase simmetrico ed equilibrato sar:

Possiamo quindi affermare che nei sistemi trifase simmetrici ed equilibrati il fattore di potenza coincide, come per i sistemi monofase, con il coseno dellangolo caratteristico delle impedenze del carico. Comunque bene fin dora definire il fattore di potenza di un sistema trifase come il coseno dellangolo di cui va ruotata la stelle dei vettori delle correnti, rispetto a quella delle tensioni, affinch lespressione della potenza attiva del sistema assuma il massimo valore possibile.

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2.2 Misura della potenza nei sistemi simmetrici ed equilibrati Lo schema di principio per la misura delle potenze in un sistema trifase, discende immediatamente dalle loro definizioni:

per cui le potenze trifase si possono misurare facendo la somma delle potenza misurate in ciascuna delle fasi. Nel caso di sistemi trifase simmetrici ed equilibrati sufficiente la misura delle potenze di una sola fase per dedurre, moltiplicando per tre, le potenze trifase:

Se per la misura deve essere eseguita in base alle sole grandezze di linea prescindendo dal generatore e dal carico, si costruisce, con tre impedenze uguali, un baricentro O b del sistema e si inserisce un wattmetro in modo che la bobina amperometrica sia percorsa dalla corrente di uno dei conduttori della linea e che alla bobina voltmetrica sia applicata la tensione baricentrica tra lo stesso conduttore ed il baricentro Ob. E facile vedere (figura 12) che, qualunque sia il collegamento interfasico dei generatori, lindicazione del wattmetro :

e che, quindi, la potenza attiva trifase data da:

Per determinare poi la potenza reattiva trifase, basta misurare la tensione e la corrente di linea, con voltmetro e amperometro, ricavare la potenza apparente:

e dedurre Q come:

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W=V I l cos (Vb I l) b Il Il V l

Carico a stella

Carico a triangolo

perci

perci

quindi

quindi

In definitiva

Figura 12 - Metodo del wattmetro inserito tra una fase ed il baricentro (applicabile solo ai sistemi simmetrici ed equilibrati)

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Molto pi usato il ricorso a due wattmetri inseriti secondo linserzione Aron (questo perch dalle indicazioni dei due wattmetri possibile risalire pure alla potenza reattiva). I due wattmetri sono inseriti su due fasi qualsiasi e gli equipaggi voltmetrici sono collegati tra la fase sulla quale il wattmetro inserito e la fase rimasta libera (nella figura si sono utilizzate le fasi 1 e 2, ma si potrebbero usare anche le fasi 1 e 3 oppure 2 e 3). Dei due wattmetri, quello inserito sulla fase che si trova a essere immediatamente in anticipo (secondo la sequenza ...-1-2-3-1-2-3-1-... ) viene chiamato primo wattmetro (o wattmetro in ponte maggiore) mentre l'altro viene chiamato secondo wattmetro (o wattmetro in ponte minore), nel nostro esempio il primo wattmetro il W A mentre in secondo il WB.

Figura 13 - Inserzione Aron L'indicazione dei due wattmetri, per un sistema simmetrico nelle tensioni ed equilibrato nel carico, vale:

essendo e gli sfasamenti fra i vettori rappresentativi delle tensioni e delle correnti che interessano le bobine dei due wattmetri e rispettivamente pari a , , come si pu dedurre osservando il diagramma vettoriale riportato sotto e facente riferimento al caso di un carico ohmico-induttivo (correnti di linea in ritardo dell'angolo rispetto alle corrispondenti tensioni stellate).

Dalla figura 13 e dal diagramma vettoriale si deduce che:

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Sommando e sottraendo membro a membro le precedenti equazioni, si ottiene:

Cio, la somma delle indicazioni dei wattmetri, inseriti in Aron, uguale alla potenza attiva trifase che fluisce nella linea, la loro differenza, moltiplicata per , uguale alla potenza reattiva trifase.

Se invece dei wattmetri inserissimo due varmetri, sempre in Aron, avremmo:

Cio, la somma delle indicazioni dei warmetri, inseriti in Aron, uguale alla potenza reattiva trifase che fluisce nella linea, la loro differenza, moltiplicata per e cambiata di segno, uguale alla potenza attiva trifase.

E possibile, chiaramente solo ai fini del calcolo, calcolare la potenza complessa trifase immaginando di inserire in Aron due vacmetri, strumenti questi che chiaramente sono inventati, per cui

e, infine:

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2.3 Campo magnetico rotante di Galileo Ferraris Galileo Ferraris scopr e dimostr unimportante propriet dei sistemi trifase e cio che questi sistemi possono generare dei campi magnetici rotanti mediante sistemi trifase di correnti che percorrono avvolgimenti fissi nello spazio. Immaginiamo di disporre tre bobine identiche, cio di uguale materiale, uguale lunghezza ed ugual numero di spire N, in una posizione fissa nello spazio, nella quale i loro assi siano complanari e formino tra di loro angoli di 120 luno rispetto allaltro (figura 14) e supponiamo di alimentarle con una terna simmetrica di tensioni. Essendo quindi le bobine un carico equilibrato, le stesse saranno percorse da un terna equilibrata di correnti.

H H

Figura 14 Se il mezzo isotropo e la sua permeabilit magnetica costante, le bobine generano tre campi magnetici che, nella zona centrale di esse, hanno una direzione coincidente con quella dellasse delle rispettive bobine ed una intensit variabile nel tempo con la medesima legge sinusoidale delle correnti che li producono:

Il campo risultante

ovviamente, istante per istante, la somma geometrica dei tre vettori

Riferendoci al piano di Gauss coincidente con il piano degli assi delle bobine (figura 15) abbiamo:

H H

H H

Figura 15
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Ed essendo:

Avremo:

Per cui:

In definitiva abbiamo ottenuto che il campo risultante ha unintensit costante nel tempo pari ad una volta e mezzo il campo massimo prodotto da ciascuna bobina ed una direzione che ruota nello spazio, rispetto al sistema che lo genera, a velocit costante , pari alla pulsazione delle correnti; quindi questo campo compie un giro completo ogni ciclo della corrente. Il senso di rotazione del campo concorde al senso ciclico delle correnti che lo generano.

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Allo stesso Galileo Ferraris dovuto il principio dellequivalenza fra un campo alternativo ed un complesso di due campi rotanti in senso opposto luno con laltro. Consideriamo un campo alternativo avente direzione fissa nello spazio (figura 16) ed una intensit variabile nel tempo con legge sinusoidale:

H H H

H
Figura 16

Consideriamo poi due campi magnetici di intensit costante nel tempo, pari ad , e direzione rotante nello spazio a velocit angolare costante, uguale alla pulsazione ; i sensi di rotazione dei due campi siano fra loro opposti e chiamiamo componente diretto il campo che ruota in senso orario e componente inverso quello che ruota in senso opposto. Se ed allistante zero hanno direzione perpendicolare alla direzione di e senso luno opposto allaltro, chiaro che ad ogni istante la loro posizione sempre simmetrica rispetto alla direzione del campo alternativo e, quindi, la loro risultante ha sempre la stessa direzione di tale campo ed una intensit identicamente uguale allintensit di esso:

Possiamo quindi concludere che un campo alternativo equivalente a due campi rotanti in senso opposto, con velocit angolare uguale alla pulsazione del campo alternativo ed aventi una intensit costante uguale alla met del valore massimo del campo alternativo stesso.

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3 Sistemi dissimmetrici e squilibrati Un sistema trifase dissimmetrico e squilibrato un sistema che tramite tre tensioni che hanno in comune solo la frequenza alimenta un carico costituito da tre impedenze diverse tra loro (figura 17).

Figura 17 Molte reti di distribuzione in BT hanno una configurazione formata da un sistema generatore connesso a stella (figura 18a), il quale alimenta i vari carichi mediante una linea di collegamento costituita da quattro conduttori, tre partono dai morsetti delle fasi ed il quarto dal centro stella (morsetto del neutro). Questa configurazione caratterizza il sistema che chiameremo sistema trifase a quattro fili.

a)

Sistema a quattro fili

b) Sistema a tre fili Figura 18


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A differenza delle reti di distribuzione prima citate, le grandi condutture trifase per il trasporto dellenergia sono usualmente costituite dai soli conduttori che hanno origine dai tre morsetti delle fasi. La loro configurazione, quindi, quella di un sistema con generatore connesso a triangolo, oppure a stella, ma il morsetto del neutro non ha collegamento con le utenze (figura 18b). Il sistema avente tale configurazione detto sistema trifase a tre fili. Nei sistemi a tre fili, come si rileva dalla figura, la somma delle correnti di linea sempre nulla; e poich abbiamo gi visto che anche la somma delle tre tensioni di linea in ogni caso identicamente uguale a zero, concludiamo che nei sistemi trifase dissimmetrici e squilibrati a tre fili, le terne delle grandezze di linea sono sempre pure. 3.1 Tensioni e correnti nei sistemi trifase a tre fili Nei sistemi trifase dissimmetrici e squilibrati, il tipo di carico per il quale il calcolo delle grandezze si esegue con maggiore facilit, quello con le fasi del carico connesse a triangolo (figura 19).

Figura 19 Infatti, note le tensioni concatenate della linea carico. , si calcolano immediatamente le correnti nelle fasi del

dove sono gli angoli caratteristici delle impedenze del carico. Sottraendo poi a due a due queste correnti, si ottengono le correnti di linea:

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Se invece il carico connesso a stella, il calcolo oltre che con i metodi classici (per esempio Millmann e Kirchhoff) si pu ricondurre al caso precedente sostituendo alla stella del carico, il triangolo equivalente tramite le note formule (figura 20).

Figura 20 Fatta quindi lequivalenza stella triangolo, si calcolano le correnti di fase del triangolo:

E facendo la differenza a due a due fra queste correnti, si ricavano le correnti di linea che, poi, altro non sono che le correnti di fase delloriginario carico a stella:

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3.2 I centri stella nei sistemi trifase dissimmetrici e squilibrati Data una linea trifase ed il relativo sistema di tensioni concatenate stella , il punto di connessione di una qualunque stella di tre impedenze ai conduttori di linea (figura 21).

, chiameremo genericamente centro , scelte arbitrariamente e collegate

Figura 21 E chiaro che per un determinato sistema trifase di tensioni concatenate possono costruirsi infiniti centri stella variando ad arbitrio le impedenze della stella. Quando le tre impedenze sono uguali fra loro, il relativo centro stella, come gi visto, si dice baricentro elettrico del sistema trifase. Chiameremo poi terna di tensioni stellate , rispetto ad un determinato centro stella , le tensioni fra ciascun conduttore di linea ed . Quando il centro stella prescelto il baricentro del sistema, le tensioni stellate, come gi detto, si dicono baricentriche . E facile rilevare che ogni tensione di linea o concatenata, risulta uguale alla differenza fra due successive tensioni stellate di ogni terna. Pertanto, qualunque sia il centro stella prescelto, le tensioni stellate sono legate alle tensioni concatenate dalle relazioni:

Tutte le terne di tensioni stellate derivate da una stessa linea, se questa prevalente, hanno in comune fra loro la stessa terna di tensioni concatenate . Perci le differenze omologhe fra due consecutive tensioni stellate, essendo uguali alla stessa tensione di linea, sono uguali in tutte le terne:

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Quindi se nella rappresentazione polare delle tensioni (figura 22) si disegna innanzitutto il triangolo delle tre tensioni di linea e si riportano poi nel diagramma i vettori delle varie terne stellate con lorigine in altrettanti diversi poli, in modo che gli estremi dei vettori coincidano in ogni caso con i corrispondenti vertici del triangolo disegnato, tutte le terne di tensioni stellate derivate dalla linea risultano rappresentate da stelle di vettori a vertici comuni.

Figura 22 E chiaro allora che i poli delle varie terne corrispondono ai relativi centri stella e che la tensione fra due qualsiasi centri stella del sistema rappresentata dal vettore congiungente i due poli corrispondenti. Tra le infinite terne di tensioni stellate relative ad un determinato sistema trifase, si distingue, per alcune importanti propriet caratteristiche, la terna delle tensioni baricentriche. Consideriamo il baricentro ottenuto derivando dalla linea tre impedenze uguali (figura 23). Indicando con , le correnti che percorrono tali impedenze (la loro somma per lequazione al nodo nulla), si ha:

Figura 23
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Vale a dire che la terna delle tensioni baricentriche sempre pura. E evidente inoltre che il punto baricentro geometrico del triangolo i cui lati rappresentano le tensioni di linea.

coincide con il

La differenza di potenziale esistente tra il baricentro del sistema ed un qualunque centro stella rappresentata nel diagramma polare della figura 23 dal vettore che unisce con . Lespressione simbolica si deduce dalle relazioni:

Infatti, sommandole membro a membro e ricordando che la terna baricentrica pura, si ottiene:

Vale a dire, la tensione fra il baricentro del sistema ed un centro stella generico dalla media aritmetica delle tre tensioni stellate rispetto ad .

espressa, in termini simbolici,

Questa tensione pu, evidentemente, essere espressa anche in funzione delle tensioni baricentriche e delle ammettenze del carico, applicando Millmann si ottiene:

o pu ottenersi anche osservando scrivendo lequazione al nodo

(figura 23):

Essendo:

Si ha

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La formula:

consente di stabilire delle semplici relazioni tramite le quali si possono esprimere le tensioni stellate baricentriche in funzione delle tensioni di linea. Supponiamo, essendo il centro stella arbitrario, di far coincidere con il vertice 1 del triangolo di figura 23. Le tensioni stellate rispetto a tale centro stella saranno:

sostituendo otteniamo

e poich

non altro che lopposto della tensione stellata baricentrica

, si ha:

ed infine

Banalmente, con analogo procedimento, cio facendo coincidere linea, otteniamo:

con i vertici 2 e 3 del triangolo delle tensioni di

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3.3 Potenza nei sistemi dissimmetrici e squilibrati Dato un sistema trifase dissimmetrico e squilibrato, a tre o quattro fili, landamento degli scambi energetici, pu rilevarsi dallesame della variazione nel tempo delle potenze istantanee, , erogate dai tre generatori (o assorbite dalle tre fasi del carico). La potenza trifase istantanea che il sistema trasmette alla linea (o che il carico assorbe dalla linea), data dalla somma delle tre potenze istantanee. Date quindi le correnti e le tensioni relative alle singole fasi:

Abbiamo:

La potenza istantanea quindi, come ben noto, costituita da due addendi, il primo costante (Potenza Costante):

ed il secondo variabile (Potenza Fluttuante):

La potenza fluttuante quindi costituita dalla somma delle potenze fluttuanti messe in gioco da ciascuna fase. Diversamente da quanto avviene nei sistemi trifase simmetrici ed equilibrati, dove abbiamo visto che la potenza fluttuante trifase nulla, in questi sistemi la stessa presente e costituisce un peculiare carattere distintivo del regime dissimmetrico e squilibrato. Generalizzando ora le definizione gi note, diremo Potenza Attiva Trifase P e Potenza Reattiva Trifase Q di un sistema dissimmetrico e squilibrato la somma delle potenze attive e delle potenze reattive delle tre fasi:

La potenza attiva trifase, come noto, sempre il valor medio della potenza istantanea, mentre in questi sistemi la potenza reattiva trifase non ha alcun significato fisico. Definiamo poi, come per gli altri sistemi, Potenza Apparente Trifase S e Potenza Complessa Trifase , rispettivamente:

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Nei sistemi trifase dissimmetrici e squilibrati non pi possibile definire il fattore di potenza in funzione degli angoli caratteristici del carico. Utilizzando quindi la definizione generale, abbiamo:

Se vogliamo comunque utilizzare, per comodit, un coseno, possiamo affermare che il fattore di potenza coincide con il coseno dellangolo di cui va ruotata la stella delle correnti rispetto a quella delle tensioni o viceversa affinch lespressione della potenza attiva risulti massima.

3.4 Teorema di Aron Consideriamo un sistema a tre fili dissimmetrico e squilibrato e costruiamo un qualsiasi centro stella O s (figura 24);

Figura 24 Teorema di Aron

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La potenza attiva, rispetto ad Os data dallespressione:

Supponiamo di costruire ora un altro centro stella qualsiasi O s ed indichiamo con avremo:

la tensione tra i due centri stella,

Ed essendo la terna delle correnti una terna pura, cio la somma delle correnti zero, si ha:

Linvarianza vale anche, ovviamente, per i centri stella od indicando con P la potenza attiva trifase del sistema, si ha:

dei generatori o del carico (se connessi a stella); perci

Quindi possiamo terminare affermando che la potenza attiva trifase di un sistema trifase a tre fili qualsiasi uguale alla somma dei prodotti scalari delle correnti di linea per le corrispondenti tensioni stellate relative ad un qualunque centro stella scelto ad arbitrio (Teorema di Aron). Il teorema, dimostrato nel caso di generatori o carichi supposti a stella, valido anche nel caso in cui siano connessi a triangolo. La potenza trifase, infatti, erogata dal generatore (o assorbita dal carico) a triangolo uguale a quella erogata dal generatore (o assorbita dal carico) a stella ad esso equivalente. Consideriamo un generatore (o un carico) connesso a triangolo ed immaginiamo di sostituire ad esso il suo equivalente a stella, sapendo che:

avremo:

Analogamente pu dimostrarsi per la potenza reattiva trifase quando, al posto dei prodotti scalari, si sostituiscono i prodotti vettoriali. Pertanto qualunque sia il centro stella al quale riferita la terna delle tensioni stellate, si ha:

Il teorema di Aron indica, quindi, come possono esprimersi le potenze di un sistema trifase dissimmetrico e squilibrato a tre fili, in funzione delle sole grandezze di linea, indipendentemente dal generatore e dal carico. Riprendendo, infatti, lespressione generale della potenza attiva trifase:

scrivendo lequazione al nodo (centro stella) per il sistema a tre fili:

e ricavando da questultima, per esempio,

e sostituendola, si ha:

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ed analogamente per la potenza reattiva trifase. In conclusione:

3.5 Misura della potenza nel sistema dissimmetrico e squilibrato Lo schema di principio per la misura delle potenze in un sistema trifase qualsiasi discende immediatamente dalle precedenti considerazioni. Inseriamo, infatti, in un sistema a tre fili, tre wattmetri come in figura 25 e creiamo con le tre bobine voltmetriche il centro stella Os. In virt del teorema di Aron, la somma delle indicazioni dei wattmetri uguale alla potenza attiva trifase del sistema:

Figura 25 Principio generale di misura E chiaro che questo metodo valido anche per la misura nei sistemi a quattro fili quando si faccia coincidere O s con il filo neutro. In pratica, nei sistemi a tre fili la misura si esegue mediante luso di soli due wattmetri; facendo infatti coincidere il centro stella Os con uno dei due fili, ad esempio il filo 2, si ha (figura 26):

Figura 26 Sistema Aron

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E quindi la potenza trifase P della linea espressa da:

I due prodotti scalari corrispondono proprio alle indicazioni dei wattmetri, avremo quindi:

Pertanto pu concludersi che in un qualsiasi sistema a tre fili, la somma delle indicazioni dei due wattmetri inseriti con il sistema Aron, uguale alla potenza attiva trifase della linea. La misura della potenza mediante Aron si esegue dunque in maniera identica sia per i sistemi simmetrici ed equilibrati, sia per quelli dissimmetrici e squilibrati a tre fili. Questa identit riguarda solo la potenza attiva, perch nei sistemi dissimmetrici e squilibrati le indicazioni dei due wattmetri non sono sufficienti per misurare la potenza reattiva. Sia questultima, sia la potenza complessa, possono per misurarsi in Aron con due varmetri e con due vacmetri. In generale possiamo affermare che per misurare la potenza attiva, la potenza reattiva e la potenza complessa in sistemi ad n fili, possiamo utilizzare, grazie ad Aron, n-1 wattmetri, n-1varmetri ed n-1 vacmetri.

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4 Rifasamento nei sistemi trifase Rifasare un carico trifase vuol dire inserire in parallelo al carico una batteria di condensatori in modo che la potenza reattiva complessiva del carico e dei condensatori soddisfi la condizione:

Figura 27 Si presentano due casi: 1. Carico equilibrato, collegato a stella ( ) o a triangolo ( ), e tensioni simmetriche o dissimmetriche Tensioni dissimmetriche

Quindi

In definitiva sia che i condensatori siano a stella o a triangolo, il valore della loro capacit indipendente dalle tensioni.

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Tensioni simmetriche

Quindi

Anche in questo caso il valore della capacit dei condensatori di rifasamento indipendente dalle tensioni. 2. Carico squilibrato (conviene sempre riportare il carico con collegamento a triangolo, rifasare con condensatori pure a triangolo) e tensioni simmetriche o dissimmetriche Tensioni dissimmetriche

Quindi

In questo caso il valore di

dipende dal valore delle tensioni. )

Tensioni simmetriche (

Quindi

Anche in questo caso il valore della capacit dei condensatori di rifasamento indipendente dalle tensioni.
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5 Convenienza dellutilizzo dei sistemi trifase Oltre alla fondamentale ragione della scelta del sistema trifase che consiste nella possibilit di generare un campo rotante e di rendere pi semplici e con migliori caratteristiche di funzionamento motori e generatori, sincroni ed asincroni, una linea trifase risulta anche economicamente conveniente per quanto riguarda l'impiego di rame Se occorre, infatti, trasmettere una stessa potenza attiva con la medesima tensione, con lo stesso fattore di potenza e con la stessa densit di corrente nei conduttori, il volume del conduttore impiegato per la linea trifase inferiore rispetto a quello impiegato per la linea monofase. In particolare si ha che il volume di rame necessario per la linea trifase 0,866 volte il volume necessario della corrispondente linea monofase. Si risparmia pertanto circa il 14% di rame. Indicando con: abbiamo la potenza attiva trifase; la potenza attiva monofase; il valore efficace della corrente di linea nel sistema trifase; il valore efficace della corrente di linea nel sistema monofase

affinch le due potenze siano uguali, a parit di

, deve essere

dovendo lavorare a parit di densit di corrente e quindi con

, essendo:

si ottiene:

da cui

Quindi, indicando con L la lunghezza della linea, si ottiene:

da cui

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Accoppiamenti mutui nei sistemi trifase

Caso generale Sia dato il seguente sistema trifase, fig. 28:

Figura 28 costituito da tre induttori di induttanza , ed , accoppiati mutuamente con coefficienti di mutua i coefficienti di mutua, come ben sappiamo, sono affetti dal proprio segno. Scriviamo le espressioni istantanee delle tensioni stellate: , ed ;

e considerando che con i versi assunti delle correnti, cio tutte entranti dai morsetti contrassegnati con i pallini, le mutue sono positive, abbiamo:

cio:

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Ipotizziamo ora di essere a regime permanente sinusoidale e quindi le nostre equazioni diventano:

e queste equazioni sono identiche a quelle che scriveremmo se avessimo da analizzare il seguente sistema elettrico:

Figura 29 Infatti applicando la legge di Ohm generalizzata, otteniamo:

da cui:

e ponendo:

abbiamo:

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Quindi la figura 29 la possiamo ora ridisegnare nel seguente modo:

Figura 30 Circuito equivalente con generatori controllati Riferendoci al sistema equivalente di figura 30, calcoliamo le tensioni concatenate e :

Considerando che il sistema a tre conduttori, abbiamo:

da cui:

e sostituendo otteniamo:

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Cio:

e ponendo

otteniamo

che in forma matriciale

oppure

Ricordiamo come si inverte una matrice, sia data la matrice

la sua inversa

dove lesponente la matrice indica il determinante della matrice ; indica loperazione di trasposizione righe/colonne; la matrice dei cofattori (o dei complementi algebrici);

il cofattore in posizione i, j definito come dove rappresenta il minore di il segno varia nel seguente modo

che si ottiene cancellando la riga i-esima e la colonna j-esima; cio + se la somma degli indici pari, negativo se dispari

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Quindi

sappiamo inoltre che loperatore inverso dellimpedenza loperatore ammettenza, per cui

questa relazione ci ricorda la relazione cui si arriva applicando il metodo dei potenziali ai nodi prendendo come riferimento il nodo 2 (le tensioni sono infatti riferite entrambi al nodo 2). Cerchiamo quindi di ricavare ora i valori delle ammettenze, collegate a triangolo, per disegnare il circuito equivalente seguente, figura 31:

Figura 31 Circuito equivalente a triangolo Applichiamo il metodo dei potenziali ai nodi 1 e 3, prendendo come riferimento il nodo 2:

e, in forma matriciale,

dove abbiamo posto

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da cui segue immediatamente che

e quindi

da queste si ricavano, ovviamente, le corrispettive impedenze collegate a triangolo

e quindi, utilizzando le note formule stella-triangolo, otteniamo le impedenze equivalenti a stella

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ed il circuito equivalente di figura 32

Figura 32 Circuito equivalente a stella Riepilogando abbiamo:

Figura 33 Equivalenza complessiva

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Caso particolare Ipotizzando ora che sia le induttanze, sia le mutue, siano uguali tra loro, cio:

avremo

quindi

da cui

inoltre

e, analogamente

ed infine

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Verifica Verifichiamo, per altra via, che queste relazioni siano valide in modo da avere anche la conferma della validit delle relazioni generali. Scriviamo quindi le espressioni istantanee delle tensioni stellate, in questo caso, anche baricentriche e lequazione al nodo 0, centro stella o baricentro:

considerando che

si ha

C.V.D. Quindi

Figura 34 Equivalenza complessiva carico equilibrato

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Consideriamo adesso lo stesso circuito ma con laggiunta del conduttore neutro, figura 35

Figura 35 Mutue con neutro Le equazioni dellequilibrio elettrico sono analoghe a quelle scritte prima con lunica differenza che ora risulta

quindi, con analoghe considerazioni abbiamo

da cui segue immediatamente il circuito equivalente di figura 36

Figura 36 Circuito equivalente con neutro

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Studio generale dei sistemi trifase

7.1 Rappresentazione matriciale delle grandezze trifase In simboli matriciali, una terna qualsiasi di vettori colonna i cui elementi sono i vettori stessi della terna:

normalmente rappresentata mediante la matrice

Solo per alcuni calcoli, la terna viene anche rappresentata mediante la relativa matrice riga:

Quindi nella rappresentazione matriciale, le terne delle tensioni trifase (figura 37a) sono normalmente indicate mediante i simboli:

e delle correnti

di un circuito

che rispettivamente sono matrice colonna delle tensioni e matrice colonna delle correnti.

Figura 37 E evidente perci come sia possibile, qualora fosse utile, rappresentare il sistema trifase mediante uno schema monofase equivalente (figura 37b) dove le grandezze sono rappresentate da matrici di vettori.

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Somma di terne di vettori:

in forma matriciale:

Ad esempio, le correnti di una linea trifase che convoglia le correnti di due linee in parallelo (figura 38a), nella rappresentazione matriciale si esprimono:

Figura 38 Che possono dar luogo, ovviamente, allo schema monofase equivalente di figura 38b.

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Prodotto di una terna di vettori per un numero:

in forma matriciale:

Ad esempio le tensioni , , , agli estremi delle fasi di un carico equilibrato, di impedenza per fase correnti sono , e (figura 39a),

, le cui

Figura 39 possono esprimersi in forma matriciale come:

E quindi mediante il relativo schema monofase equivalente. Prodotto di una terna di vettori per una terna di numeri:

in forma matriciale questo risultato si ottiene moltiplicando la matrice diagonale formata con la terna dei numeri :

per la matrice colonna della terna dei vettori

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Ad esempio le tensioni e (figura 39b),

, agli estremi delle fasi di un carico squilibrato

, percorso dalle correnti

Figura 39 sono rappresentate in forma matriciale:

dove

la matrice diagonale delle impedenze del carico.

Prodotto di una terna di vettori per una tripla terna di numeri:

in forma matriciale:

Questo calcolo, nei sistemi trifase, quello che si esegue per calcolare la tensione agli estremi delle fasi di un carico con accoppiamento induttivo fra fase e fase (figura 40)

Figura 40
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Infatti, indicando con le impedenze proprie delle fasi (auto impedenze) e con induzione della fase h rispetto alla fase k moltiplicato per (mutue impedenze), si ha:

il coefficiente di mutua

per cui, in forma matriciale, la terna delle tensioni legata alla terna delle correnti dalla relazione:

dove

Si dice matrice quadrata delle auto e mutue impedenze. Come facile rilevare dalle equazioni precedenti, i nove valori delle auto e mutue impedenze, che costituiscono gli elementi della matrice, possono essere determinati sperimentalmente con semplici misure, inviando successivamente una corrente in ciascuna fase e misurando ogni volta le tensioni. Indicando con a) b) c) , , , e e e le tensioni misurate quando la sola fase 1 percorsa dalla corrente le tensioni misurate quando la sola fase 2 percorsa dalla corrente le tensioni misurate quando la sola fase 3 percorsa dalla corrente ; ;

dal sistema scritto prima:

abbiamo che le auto e mutue impedenze del sistema sono:

a)

da cui

b)

da cui

c)

da cui

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Rappresentazione matriciale della legge di Ohm, dei principi di Kirchhoff e della potenza trifase Riassumendo le precedenti considerazioni, si rileva che la legge di Ohm per i sistemi trifase pu essere espressa in forma matriciale come:

Ed esprime il legame fra le grandezze di fase. La matrice quadrata delle auto e mutue impedenze si riduce alla matrice diagonale nel caso di carichi privi di accoppiamento induttivo ed al solo valore delle impedenze nel caso di carichi equilibrati
Carichi con accoppiamenti induttivi fra le fasi Carichi senza accoppiamenti induttivi fra le fasi

Carichi squilibrati

Carichi equilibrati

Matrice quadrata delle auto e mutue impedenze

Matrice diagonale delle impedenze

Valore comune delle impedenze

Estendendo le considerazioni sulla somma di due terne di correnti, illustrate nella figura 29, ad un numero qualsiasi di terne ed indicando con , , le correnti della terna k-sima (per il segno valgono le convenzioni dei nodi nei sistemi monofase), il primo principio di Kirchhoff applicato ad un nodo di una rete trifase pu essere espresso in forma matriciale dalla relazione:

Considerando poi una maglia di una rete trifase nella quale , , , , , , , , siano rispettivamente le tensioni, le correnti e le impedenze relative alle tre fasi (con o senza accoppiamento induttivo) del lato k-simo della maglia (adottando per il segno delle tensioni e delle correnti le stesse convenzioni adottate per le maglie dei circuiti monofase) il secondo principio di Kirchhoff si esprime in forma matriciale con la relazione:

Infine, sappiamo che il regime energetico di un sistema trifase pu essere compiutamente definito mediante la potenza complessa:

Rappresentando la potenza mediante matrice ad un solo elemento, si rileva che essa uguale al prodotto di una matrice riga per una matrice colonna:

Pertanto, in forma matriciale, la potenza complessa di un qualsiasi sistema trifase rappresentata dal prodotto della matrice riga delle tensioni per la matrice colonna dei coniugati delle correnti.

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7.2 Lalgebra delle sequenze I moderni metodi di analisi per lo studio generale del comportamento dei sistemi trifase (simmetrici, dissimmetrici, equilibrati, squilibrati, puri o spuri) sono basati su procedimenti di scomposizione dei sistemi trifase di grandezze in terne componenti , la cui somma riproduce il sistema considerato. Lefficacia di tali metodologie consiste dalla possibilit da essi offerta, una volta operata la scomposizione, di determinare disgiuntamente il comportamento del sistema in presenza di ognuna delle componenti, indipendentemente dalle altre, e di ricostruire poi il regime globale del sistema applicando il principio di sovrapposizione degli effetti. Il procedimento di scomposizione dei sistemi trifase pi usato quello di Fortescue. In esso due delle componenti sono terne simmetriche. Allo scopo di rendere pi agile e rapido il calcolo, faremo uso di un particolare metodo di rappresentazione delle terne simmetriche di grandezze, indicato comunemente con il nome di algebre delle sequenze. Fra i vari fattori di rotazione visti, occorre menzionare in particolare il fattore che, applicato ad un vettore, ne ruota la direzione di 120 in anticipo, lasciandone immutata lintensit Questo fattore, che indicheremo con rappresentato dal numero complesso costante:

Il cui complesso coniugato ovviamente:

Le successive potenze di

con esponente intero:

Riproducono ciclicamente allinfinito sempre la stessa terna di valori:

Che, riportai sul piano di Gauss (figura 41), corrispondono ai vertici di un triangolo equilatero e che rappresentano le tre radici cubiche dellunit.

Figura 41

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Ricordando che le radici cubiche dellunit, dovendo soddisfare la relazione:

Coincidono con le radici dellequazione.

dalla quale, annullando il primo fattore si ottiene:

ed annullando il secondo:

E facile rilevare che tale terna di numeri gode della propriet che la loro somma nulla:

Consideriamo le tre potenze di che, al crescere dellesponente, si riproducono ciclicamente allinfinito. I loro punti rappresentativi sul piano di Gauss si susseguono, lungo la circonferenza unitaria, secondo il senso di rotazione orario (figura 42), quando le potenze si succedono nellordine:

Figura 42 Si susseguono invece secondo il senso di rotazione antiorario quando le potenze si succedono nellordine.

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Chiameremo allora sequenza diretta la terna dei tre fattori di rotazione rappresentati dalle potenze di prese nella successione corrispondente al senso orario e sequenza inversa , la stessa terna presa nella successione corrispondente al senso antiorario (figura 33). In simboli matriciali, esse sono rappresentate da due matrici colonna i cui elementi sono fattori di rotazione:

Chiameremo, infine, sequenza omopolare

la terna costituita da tre elementi tutti uguali allunit:

Il prodotto di una sequenza per un vettore costituito dalla terna di vettori ottenuti applicando al vettore dato ognuno dei tre fattori di rotazione della sequenza. Pertanto se la sequenza diretta, il prodotto costituito da una terna simmetrica di vettori che si susseguono nellordine ciclico diretto e che ha come primo vettore il vettore dato

Se la sequenza inversa, il prodotto costituito da una terna simmetrica di vettori che si susseguono nellordine ciclico inverso e che ha come primo vettore il vettore dato

Se infine la sequenza omopolare, il prodotto costituito da una terna di vettori tutti uguali al vettore dato

Le precedenti considerazioni indicano chiaramente la possibilit di rappresentare ogni terna di vettori di sequenza diretta, o inversa, o omopolare, mediante il prodotto della relativa sequenza per uno qualsiasi dei vettori della terna scelto ad arbitrio. Il vettore scelto come riferimento, il cui prodotto per la sequenza d luogo allintera terna, sar chiamato vettore base della terna. Per gli usi pratici di fondamentale importanza la considerazione della matrice quadrata delle sequenze o matrice del Fortescue. Essa si ottiene formando una matrice quadrata con le tre matici colonna rappresentative delle sequenze :

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La matrice simmetrica e il suo determinante ha valore:

Ricordando (figura 32) che

otteniamo:

La matrice che si ottiene dalla precedente scambiando di posto la seconda con la terza riga (oppure la seconda con la terza colonna) e dividendo per 3, la matrice inversa della precedente e si chiama matrice quadrata inversa delle sequenze.

Si ha, infatti, ricordando che il prodotto di una matrice per la sua inversa uguale alla matrice identit::

7.3 Scomposizione di un sistema trifase di grandezze Come gi detto, fra i vari metodi di scomposizione dei sistemi trifase di grandezze in terne componenti, utilizzeremo il metodo del Fortescue, nel quale le tre componenti sono costituite da due terne simmetriche e da una omopolare. Questo metodo basato sul teorema del Fortescue, il quale afferma che: ogni terna di vettori qualsiasi sempre univocamente scomponibile in tre terne, una di sequenza omopolare, una di sequenza diretta ed una di sequenza inversa. Vale a dire che data una terna qualsiasi di vettori , esiste sempre uno ed uno solo sistema di tre vettori , , , i quali considerati come vettori basi di tre terne rispettivamente di sequenza omopolare, diretta e inversa, danno luogo a tre terne , e , la cui somma riproduce la terna data .

O anche:

Dove

, ovviamente, la matrice quadrata delle sequenze.

Il teorema si dimostra immediatamente uguagliando fra loro gli elementi corrispondenti delle due matrici colonna:

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Questo un sistema lineare di tre equazioni che stabilisce un legame biunivoco tra la terna dei vettori terna dei vettori base delle terne componenti , , . Di conseguenza il sistema consente, dati ricavare e, viceversa, dati di dedurre i primi:

e la di

dove Infatti da

la matrice inversa delle sequenze.

Moltiplicando ambo i membri per

si ottiene:

Si ha pertanto:

Infatti la relazione matriciale:

significa ovviamente:

Le precedenti relazioni stabiliscono dunque una corrispondenza biunivoca fra terne qualsiasi di vettori e sistemi di tre terne, rispettivamente di sequenza omopolare, diretta e inversa. Ogni sistema di tre vettori perci compiutamente individuato e determinato dalle corrispondenti terne nelle quali esso decomponibile, che vengono chiamate le sue componenti simmetriche. E poich, come gi visto, ciascuna componente simmetrica individuata dal suo vettore base, la rappresentazione delle terne di vettori mediante le loro componenti simmetriche, viene effettuata in base alle relazioni di corrispondenza:

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Propriet delle componenti simmetriche Se , e sono i vettori base delle componenti simmetriche della terna complesso, si ha ovviamente:

e k un numero reale o

Cio i vettori base delle componenti simmetriche della terna ottenuta moltiplicando per k una terna di vettori, sono uguali ai vettori base delle componenti simmetriche di questa, moltiplicati per k. Se e sono due terne qualsiasi e rispettive componenti simmetriche, si ha: e sono i vettori base delle

Vale a dire che i vettori base delle componenti simmetriche della somma di due terne di vettori, sono uguali alla somma dei corrispondenti vettori base delle componenti simmetriche delle terne addendi. Altra propriet che si utilizza nella pratica del calcolo quella relativa alle terne coniugate. Consideriamo una terna di vettori ed i vettori base delle loro componenti simmetriche. E facile dimostrare che se con indichiamo i vettori base delle componenti simmetriche della terna dei vettori coniugati dei primi, si ha:

Infatti se

si ha

Si deduce che:

e poich

si ottiene:

Sistemi Trifase

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Analogamente:

e poich

si conclude che

Con analogo ragionamento si ha:

Riassumendo, si ha quindi che:

Vale a dire, le componenti simmetriche ella terna coniugata di una terna di vettori sono uguali ai coniugati delle componenti simmetriche della terna data, per con uguaglianze incrociate fra le componenti dirette e quelle inverse. Se la terna dei vettori considerata,costituisce un sistema puro sequenza omopolare necessariamente uguale a zero: , la sua componente simmetrica di

E viceversa; vale a dire, la condizione necessaria e sufficiente affinch una terna di vettori sia pura che la sua componente omopolare sia nulla. In tal caso, chiaramente, il centro stella della terna dei vettori considerati coincide con il baricentro del triangolo che ha per vertici gli estremi dei vettori stessi (figura 43).

Figura 43

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In generale, invece, quando la terna spuria il vettore base della sua componente omopolare, essendo uguale alla media aritmetica dei tre vettori (cfr formula pag 24), rappresentato dal segmento che unisce il centro stella della terna con il baricentro del triangolo che ha per vertici gli estremi dei vettori stessi. La presenza della componente omopolare dunque lelemento indicativo della impurezza della terna stessa, si assume di conseguenze, come grado di impurezza di una terna di vettori il rapporto fra le ampiezze dei vettori base della componente omopolare e della componente diretta.

Prendiamo ora in esame terne di grandezze sinusoidali rappresentate da stelle di vettori a vertici comuni, le quali hanno gli estremi dei vettori corrispondenti che coincidono in tre punti 1, 2, e 3 comuni a tutte le terne (figura 44).

Figura 44 Indichiamo con , e i vettori concatenati, rappresentati dai lati del triangolo formato dai vertici comuni a tutte le terne, attribuendo per indice, ad ognuno di essi, il numero corrispondente al vertice opposto.

Indichiamo ora con , i vettori base delle componenti simmetriche della terna generica avente i vertici nei punti 1, 2 e 3 e con i vettori base delle componenti simmetriche della terna dei vettori concatenati , e :

Si rileva facilmente che valgono le seguenti relazioni:

e, quindi, reciprocamente:

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Infatti abbiamo:

e con calcolo analogo:

Osserviamo che poich tali relazioni sono state ottenute per una stella generica, esse sono valide per tutte le stelle dei vettori aventi i vertici nei punti 1, 2 e 3. E poich i vettori concatenati sono comuni a tutte, si conclude che in ogni sistema di terne di vettori a vertici comuni, tutte quante le terne hanno le stesse componenti simmetriche diretta ed inversa e, perci, si differenziano solo per la componente omopolare. Infatti, per quanto detto, la componente omopolare determinata dalla posizione del centro stella di ciascuna stella. Pertanto se di una terna di vettori si conosce solo la relativa terna concatenata (si conoscono cio i vertici 1, 2 e 3 della stella dei vettori, ma non il centro stella O), risultano determinate le sue componenti simmetriche diretta ed inversa, ma rimane indeterminata la componente omopolare, salvo che per la terna baricentrica per la quale, chiaramente, la componente omopolare nulla. E evidente che una terna di vettori di senso ciclico diretto simmetrica quando si identifica con la propria componente simmetrica di sequenza diretta, cio quando le sue componenti simmetriche omopolare ed inversa sono nulle ( . Di conseguenza una terna le cui componenti omopolare ed inversa sono diverse da zero ovviamente asimmetrica ed logico reputare che essa si discosti tanto pi dalle condizioni di simmetria, quanto maggiore lampiezza dei vettori base, , di tali componenti. Il grado di impurezza , prima definito, rappresenta lindice quantitativo della dissimmetria di cui risulta affetta la terna a causa della presenza di una componente omopolare non nulla. Ed quindi chiaro che nei sistemi trifase nei quali nulla la componente inversa, indica la asimmetria globale del sistema. La dissimmetria prodotta invece nella terna dalla presenza di una componente inversa non nulla, si valuta quantitativamente mediante un indice definito dal rapporto fra lampiezza del vettore base della componente inversa e quella del vettore base della componente diretta, che si dice grado di squilibrio della terna:

Nei sistemi puri nei quali come visto lasimmetria globale del sistema. Pertanto, nei sistemi puri:

(ad esempio sistemi a tre conduttori),

indica ovviamente

0 1

0 0

0 0

Terna simmetrica Terna simmetrica senso ciclico inverso I vettori della terna hanno tutti uguale direzione (ma non uguale verso) e corrispondono, nel loro complesso, ad un sistema monofase

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7.4 Analisi dei sistemi trifase mediante le componenti simmetriche Ci riferiamo al caso pi generale e precisamente ai sistemi trifase dissimmetrici e squilibrati a quattro conduttori; lanalisi di tutti gli altri casi pu dedursi, evidentemente, da questo caso pi generale. Indichiamo con le tensioni dei conduttori rispetto al neutro; con le tensione di linea; con le correnti di linea ed indichiamo con , ed le matrici colonna dei vettori base delle rispettiva componenti simmetriche (figura 45).

Terne delle grandezze Tensioni di linea Correnti di linea Tensioni di fase o stellate

Componenti simmetriche

Figura 45 Nel particolare caso di sistemi simmetrici ed equilibrati, ovvio che le componenti omopolare ed inversa di tutte le terne di grandezze sono identicamente nulle e che, quindi, ogni terna si identifica con la propria componete simmetrica di sequenza diretta Pertanto nei sistemi simmetrici ed equilibrati si ha:

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Nel caso pi generale, dei sistemi dissimmetrici e squilibrati a quattro conduttori, salvo la componente omopolare delle tensioni di linea (terna sempre pura), che sempre identicamente nulla , tutte le terne di grandezze sono rappresentate dalle componenti simmetriche di tutte e tre le sequenze:

Relazione fra le componenti simmetriche Per determinare adesso le relazioni fra le componenti simmetriche delle tensioni di un sistema trifase qualsiasi e le componenti simmetriche delle correnti, riprendiamo in esame il sistema dissimmetrico e squilibrato a quattro conduttori con accoppiamento induttivo fra le fasi (figura 46)

Figura 46 Nella relazione generale:

dove

che lega i valori delle tensioni ai valori delle correnti, sostituiamo alle matrici delle tensioni e delle correnti, le loro espressioni in funzione delle rispettive componenti simmetriche:

Premoltiplichiamo i due membri delluguaglianza ottenuta, per la matrice inversa delle sequenze:

Ricordando allora che il prodotto di una matrice per la sua inversa uguale alla matrice unit (il cui prodotto per una qualunque matrice d, per risultato, la matrice stessa) e che, per, il prodotto fra matrici non gode della propriet commutativa, si ottiene la relazione:

che rappresenta il legame tra le componenti simmetriche delle tensioni e quelle delle correnti.

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Impedenze di sequenza Effettuiamo ora il prodotto delle tre matrici

, otteniamo:

Si ottiene quindi una matrice quadrata in cui i nove elementi si dicono impedenze di sequenza del sistema e la matrice:

si chiama matrice delle impedenze di sequenza. Gli elementi della diagonale principale di tale matrice sono denominati autoimpedenze di sequenza; gli altri sono detti mutue impedenze di sequenza. Avremo quindi:

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Nel caso particolare dei carichi senza accoppiamento mutuo fra le fasi ( , le tre autoimpedenze di sequenza risultano uguali tra di loro e le sei mutue impedenze di sequenza risultano uguali a tre a tre. Infatti, dalla matrice prima ricavata, si deduce che nel caso particolare dei carichi con fasi indipendenti la matrice delle impedenze di sequenza risulta:

da cui

dove si posto

Come pu rilevarsi osservando le precedenti espressioni, i valori delle auto e mutue impedenze di sequenza corrispondono, nel caso particolare in esame, al risultato che si otterrebbe applicando le formule di scomposizione in componenti simmetriche, alla terna di numeri complessi, , , , rappresentativi delle impedenze delle fasi del carico. Per tale motivo, i tre valori ai quali si riducono le impedenze di sequenza per i carichi con le fasi indipendenti, si dicono le componenti simmetriche del carico.

Nel caso infine dei carichi con fasi indipendenti ed equilibrati le precedenti componenti simmetriche diretta ed inversa sono nulle; quindi le nove impedenze di sequenza si riducono alla sola componente omopolare

Legge di Ohm mediante le componenti di sequenza In virt di quanto detto, la legge di Ohm relativa ad un sistema trifase qualsiasi, pu esprimersi, in funzione delle componenti simmetriche, nella forma:

Che corrisponde al sistema:

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Come facile rilevare dalle equazioni precedenti, i nove valori delle auto e mutue impedenze, che costituiscono gli elementi della matrice, possono essere determinati sperimentalmente con semplici misure, inviando successivamente nel sistema una terna diretta di correnti , poi una terna inversa , infine una terna omopolare e misurando ogni volta le tensioni. Indicando con a) , e le componenti simmetriche delle tensioni misurate quando il sistema percorso dalla sola terna di correnti di sequenza omopolare ; b) , e le componenti simmetriche delle tensioni misurate quando il sistema percorso dalla sola terna di correnti di sequenza omopolare ; c) , e le componenti simmetriche delle tensioni misurate quando il sistema percorso dalla sola terna di correnti di sequenza omopolare dal sistema scritto prima:

abbiamo che le nove impedenze di sequenza del sistema sono:

a)

da cui

b)

da cui

c)

da cui

Il sistema gi scritto in precedenza:

Evidenzia che, ciascuna componente simmetrica delle tensioni determinata contemporaneamente da tutte e tre le componenti simmetriche delle correnti.

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Nel caso particolare di carichi con fasi indipendenti, ricordando sia:

sia

le precedenti equazioni, espresse in funzione delle componenti simmetriche del carico, divengono:

Infine, per i carichi con fasi indipendenti ed equilibrati, indicando con legge di Ohm assume la forma:

il valore comune delle impedenze delle fasi, la

Perci se sono alimentati da una terna dissimmetrica di tensioni, si ha:

Vale a dire nei carichi equilibrati ogni componente simmetrica della terna delle tensioni determinata solo dalla corrispondente componente simmetrica della terna delle correnti. Principi di Kirchhoff mediante le componenti di sequenza Anche i principi di Kirchhoff, applicati ai sistemi trifase, possono essere espressi mediante semplici relazioni, in funzione delle componenti simmetriche delle terne di grandezze. Riprendiamo le relazioni:

Dalla prima, ricordando che

, si ha:

da cui

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Dalla seconda ricordando che

e che

otteniamo:

da cui:

In definitiva abbiamo ottenuto:

Circuito equivalente di sequenza Confrontando ora le relazioni che legano le tensioni alle correnti di un sistema trifase qualsiasi con quelle che intercorrono fra le rispettive componenti simmetriche

Si rileva che hanno una forma perfettamente analoga e le seconde possono essere dedotte dalle prime, sostituendo alle terne delle tensioni e delle correnti, le terne dei vettori base delle rispettive componenti simmetriche ed alle auto e mutue impedenze, rispettivamente, le auto e mutue impedenze di sequenza.

Figura 47 Tale analogia formale consente, ai fini del calcolo, di poter sostituire al circuito reale un circuito ideale equivalente, come quello di figura 47, che si chiama circuito equivalente di sequenza.

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Sistemi fisicamente simmetrici Si dicono sistemi fisicamente simmetrici, i sistemi trifase nei quali: le autoimpedenze sono uguali tra loro le mutue impedenze ascendenti sono uguali tra loro le mutue impedenze discendenti sono uguali tra loro ; ;

Effettuando il calcolo delle impedenze di sequenza (cfr. pag. 51) si rileva che nei sistemi fisicamente simmetrici tutte le mutue impedenze di sequenza sono nulle e le autoimpedenze di sequenza sono:

Di conseguenza la matrice delle impedenze di sequenza diventa una matrice diagonale:

E le relazioni fra le componenti simmetriche delle tensioni e delle correnti assumono la forma:

Queste relazioni evidenziano che, diversamente da quanto visto per i sistemi dissimmetrici, nei sistemi fisicamente simmetrici, ciascuna componente simmetrica della terna delle tensioni determinata solo dalla corrispondente componente simmetrica della terna delle correnti e viceversa. E chiaro quindi che nel caso di sistemi fisicamente simmetrici, in virt del principio di sovrapposizione degli effetti, il circuito equivalente di sequenza pu essere suddiviso in tre circuiti monofasi equivalenti, in ciascuno dei quali ogni componente simmetrica di tensione agisce sulla corrispondente autoimpedenza di sequenza, generando la omonima componente simmetrica di corrente (figura 48).

Figura 48 Questi circuiti si dicono circuiti monofasi equivalenti di sequenza.

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Potenze trifasi mediante le componenti di sequenza Dallespressione della potenza complessa:

Ricordando inoltre che:

e che

Abbiamo:

e notando che:

otteniamo:

Ricordando inoltre che:

Si ottiene

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Separando poi la parte reale da quella immaginaria di ed indicando con , , gli angoli di fase dei vettori base delle componenti simmetriche delle tensioni rispetto ai vettori base delle corrispondenti componenti simmetriche delle correnti, si ricavano le espressioni delle potenze attiva e reattiva del sistema:

Cio:

Da queste espressioni si deduce che la potenza attiva e quella reattiva sono determinate dalle sole combinazioni fra le componenti simmetriche omonime delle tensioni e delle correnti. Nel caso di sistemi a tre conduttori essendo , si ha:

Quindi le potenze attiva e reattiva sono determinate dalle solo componenti diretta ed inversa delle tensioni e delle correnti, cio, come gi rilevato, dipendono dalle sole tensioni di linea e sono indipendenti dal centro stella prescelto.

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Sommario Sistemi trifase 1 1.1 1.2 2 2.1 2.2 2.3 3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 4 5 6 7 7.1 7.2 7.3 7.4 Sommario Sistemi simmetrici di tensioni Sistemi equilibrati di correnti Potenza nei sistemi simmetrici ed equilibrati Misura della potenza nei sistemi simmetrici ed equilibrati Campo magnetico rotante di Galileo Ferraris Tensioni e correnti nei sistemi trifase a tre fili I centri stella nei sistemi trifase dissimmetrici e squilibrati Potenza nei sistemi dissimmetrici e squilibrati Teorema di Aron Misura della potenza nel sistema dissimmetrico e squilibrato

1 2 4 10 12 16 20 22 26 27 29

Generalit .............................................................................................................................................................. 1

Sistemi simmetrici ed equilibrati ........................................................................................................................... 6

Sistemi dissimmetrici e squilibrati ....................................................................................................................... 19

Rifasamento nei sistemi trifase ............................................................................................................................ 31 Convenienza dellutilizzo dei sistemi trifase ....................................................................................................... 33 Accoppiamenti mutui nei sistemi trifase ............................................................................................................. 34 Studio generale dei sistemi trifase ....................................................................................................................... 44 Rappresentazione matriciale delle grandezze trifase Lalgebra delle sequenze Scomposizione di un sistema trifase di grandezze Analisi dei sistemi trifase mediante le componenti simmetriche 44 50 53 59 69

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