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SCHEMA TIPO DEL PROCESSO PENALE

INDAGINI PRELIMINARI RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO ( ESERCIZIO DELLAZIONE PENALE) UDIENZA PRELIMINARE SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE DECRETO CHE DISPONE IL GIUDIZIO DIBATTIMENTO SENTENZA DI CONDANNA 2 GRADO O APPELLO 3 GRADO O RICORSO PER CASSAZIONE. SENTENZA DI PROSCIOGLIMENTO ARCHIVIAZIONE

I SOGGETTI DEL PROCESSO

I soggetti del processo penale sono: il giudice, il pubblico ministero, limputato, il difensore, la parte civile, il responsabile civile, la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria, e la persona offesa. Di queste solo le prime 4 sono parti essenziali, senza le quali cio non pu esservi il processo, mentre le restanti sono definite parti eventuali. IL GIUDICE Il ruolo del giudice nel processo penale quello di terzo imparziale al di sopra delle parti, il quale verifica le prove formatesi nel processo, ed in base a quelle giudica sulla responsabilit penale dellimputato. Il giudice deve avere varie prerogative tra cui: lautonomia, lindipendenza, la terziet e limparzialit. La prima si riferisce in via esclusiva alla magistratura intesa nel suo aspetto organizzatorio, la seconda si riferisce invece pi che allordine nel suo complesso alla posizione del singolo giudice nel concreto esercizio della giurisdizione. Quindi mentre lautonomia riguarda lordine nella sua totalit, lindipendenza indica il rapporto tra il giudice e la legge, di conseguenza lautonomia si pone come strumentale allindipendenza. Lart. 104 della Cost. afferma che la magistratura
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autonoma ed indipendente da ogni altro potere dello stato ed in particolare da quello legislativo ed esecutivo; ed infatti in tale chiave va visto il Consiglio Superiore della Magistratura. Ma il problema dellindipendenza non solo esterna, cio verso gli altri poteri dello Stato, ma anche interna nel senso che il giudice nellesercizio della sua funzione non subisca condizionamenti da altri soggetti appartenenti alla magistratura che possono trovarsi in una condizione di supremazia; ed ancora una volta la cost. assicura tale garanzia con lart. 101 della Cost dicendo che i giudici sono soggetti soltanto alla legge e che quindi godono di autonomia di giudizio. Autonomia ed indipendenza si pongono come presupposti indispensabili per la terziet e limparzialit: nel senso che solo garantendo le prime due sar possibile avere un giudice che nellesercizio della sua funzione sia super partes ossia al di sopra delle parti e quindi equidistante da entrambe. Lart. 102 della Cost. vieta listituzione di giudici speciali o straordinari, senonch proprio nella Costituzione si ritrova lipotesi di giurisdizione speciale ed in particolare la Corte Costituzionale ed il tribunale militare; mentre non esistono giudici straordinari ossia creati ad hoc. Esistono, nel processo penale vari tipi di organi giudicanti ordinari: il Giudice di pace, il Tribunale (collegiale e monocratico) e la Corte di Assise i quali giudicano in primo grado; la Corte dAppello e la Corte dAssise di Appello che giudicano in secondo grado; infine abbiamo la Suprema Corte di Cassazione, la quale rappresenta il terzo grado di giudizio1.
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La corte di Cassazione a differenza di Tribunale e Corte di Appello giudice di legittimit, in quanto non giudica il merito delle sentenze impugnate ma solo la legittimit di queste ultime.

Affinch il giudice penale possa esercitare legittimamente la sua funzione indispensabile che egli possegga il requisito della CAPACITA, con tale termine non ci riferiamo alla capacit di intendere e volere. La capacit pu essere ASTRATTA, cio con riferimento allattivit complessivamente considerata, e CONCRETA con riguardo ai singoli affari sui quali il giudice chiamato a decidere. Alla prima si riferiscono le norme dellordinamento giudiziario relative alle condizioni di capacit del giudice e sul numero dei giudici per costituire i collegi. Alla seconda si riferiscono le norme del codice di procedura penale in materia di incompatibilit, astensione e ricusazione. Linosservanza delle norme relative alla capacit sanzionata con la nullit ( artt. 178 e 179 cpp ). Per determinare quale sia il giudice che deve giudicare un imputato bisogna determinare la COMPETENZA dellorgano giudicante. La competenza la sfera di giurisdizione assegnata a ciascun giudice; esistono vari tipi di competenza: per materia, per territorio, per connessione e per funzione. Cominciamo proprio da questultima : la competenza funzionale una competenza concernente i diversi segmenti in cui possibile frazionare il processo penale oppure particolari attivit che vengono in esso compiute. Secondo i gradi del processo possibile distinguere i giudici di primo grado, di secondo grado o di appello, di terzo grado o legittimit. Secondo gli stati del processo si distinguono i giudici per gli stati precedenti il giudizio, i giudici del giudizio e giudici dellesecuzione; per gli stati precedenti abbiamo le indagini preliminari e quindi il gip, e per ludienza preliminare il gup.
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Nellambito della competenza per stati consentito enucleare determinate ipotesi di competenza attribuite con riferimento a specifiche attivit compiute allinterno di uno stato: ad esempio la competenza ad adottare taluni provvedimenti riconosciuti al presidente del collegio negli atti preliminari al dibattimento. In tema di competenza per gradi e stati vige la regola che il giudice che ha partecipato ad un determinato grado o stato del processo non pu intervenire negli ulteriori gradi o stati per evitare che eventuali pre- giudizi possano turbare la serenit e lobiettivit del giudizio.

COMPETENZA PER MATERIA Tale tipo di competenza stabilisce in concreto per quali reati sono competenti i vari organi giudicanti di solito essa viene determinata secondo un criterio sia qualitativo (ossia il tipo di reato es. omicidio, rapina, sequestro di persona etc. etc.), che quantitativo (riferendosi alla pena edittale prevista per quel tipo di reato) La Corte di Assise dal punto di vista qualitativo competente per reati quali lomicidio, la strage, listigazione al suicidio etc. etc.; dal punto di vista quantitativo competente per quei reati puniti con lergastolo ovvero con la reclusione non inferiore nel massimo a 24 anni. Il Tribunale collegiale dal punto di vista qualitativo competente per reati quali lassociazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, corruzione etc. etc.; dal punto di vista quantitativi competente per reati puniti con pena massima che va da 10 a 24 anni di reclusione.
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Il Tribunale in composizione monocratica ( o anche detto giudice monocratico) dal punto di vista qualitativo competente per reati quali lo spaccio di sostanze stupefacenti, evasione etc. etc.; dal punto di vista quantitativo competente per reati puniti con pena massima non superiore a 10 anni. Infine il Giudice di pace ha una competenza per reati di lievissima entit quali le percosse, minaccia, omissione di soccorso etc. etc. In secondo grado non vi sono particolari difficolt in quanto la Corte di Appello sempre competente tranne nel caso di sentenza emessa in primo grado dalla Corte di Assise per il cui caso competente la Corte di Assise di Appello COMPETENZA PER TERRITORIO Tale tipo di competenza vale a determinare territorialmente il giudice competente, ovviamente presupposto indispensabile per determinare questa competenza e che sia gi determinata la competenza per materia. Per determinare la competenza per territorio il principio generale sancito dalla legge quello secondo il quale competente il giudice del luogo nel quale il reato stato consumato (art. 8 c.p.p). A questa regola generale il codice fa discendere delle eccezioni: 1. Nel caso in cui dalla condotta criminosa sia derivata la morte di una persona, allora competente il giudice del luogo nel quale si verificata la condotta criminosa indipendentemente dal luogo nel quale si verificato poi levento morte (es. se Tizio a Napoli spara a Sempronio, e Sempronio, trasportato in ospedale a Salerno, muore appena giuntovi, giudicare del reato sar quindi il
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giudice di Napoli in quanto in questa citt che si avuta la condotta dalla quale derivata la morte di Sempronio a prescindere dal fatto che levento morte sia poi avvenuto a Salerno) ( art. 8 comma 2 c.p.p.). 2. Nel caso di reato permanente competente il giudice del luogo nel quale ha avuto inizio il reato (es. se Tizio rapisce Caio a Napoli e lo trasporta in giro per lItalia indipendentemente dal luogo in cui cessata la permanenza del reato, sar sempre competente il Tribunale di Napoli) ( art. 8 comma 3 c.p.p.) 3. Nel caso di delitto tentato competente il giudice nel cui territorio avvenuto lultimo atto diretto a commettere il delitto ( es. Caio vuole uccidere Sempronio allora lo aspetta sotto labitazione di questultimo che si trova a Bergamo, lo pedina in auto fino a Milano e qui lo spara, ferendolo per solamente di striscio, allora sar il Tribunale di Milano a giudicare Tizio per tentato omicidio) ( art. 8 comma 4 c.p.p.). Nel caso in cui attraverso la regola generale, appena citata, non si riesca ad individuare il giudice competente ed allora l art. 9 c.p.p. indica una serie di regole suppletive quali: giudice dellultimo luogo nel quale avvenuta una perte dellazione o dellomissione ovvero il luogo di domicilio dellimputato ovvero ancore il luogo nel quale vi il P.M. che per primo ha avuto conoscenza di tale reato. Le regole appena enunciate per determinare la competenza per territorio subiscono delle deroghe in talune ipotesi. La prima ipotesi concerne i procedimenti in cui sono coinvolti i magistrati, infatti lart. 11 cpp stabilisce la regola per cui le funzioni di giudice nel processo penale vengono svolte da un giudice di pari competenza per
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materia ma che si trova in altro distretto di corte di appello. La ratio della regola quella di voler evitare che un giudice si trovi a dover giudicare di un collega con cui condivide lufficio e che quindi non sarebbe pienamente sereno nel giudizio e quindi non si troverebbe nelle condizioni ideale di imparzialit ed obiettivit. Altra deroga si ha in caso di rimessione del processo che esamineremo tra breve. Ancora altre deroghe sono previste da leggi regolanti materie particolari quali: per reati previsti dal codice della navigazione consumati a bordo di navi ed aeromobili non militari, fuori dallo spazio territoriale. In tale ipotesi competente sar il giudice del luogo in cui, dopo essere stato commesso il reato, avvenuto il primo approdo della nave; solo in via sussidiaria sar competente il giudice del luogo di iscrizione della nave. Altra deroga prevista dallart.328 comma 1 bis cpp per i procedimenti di criminalit organizzata nel corso dei quali le funzioni di giudice per le indagini preliminari vengono esercitate, quale che sia il locus commissi delicti, da un magistrato del capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice che naturalmente sarebbe competente se le norme non stabiliscano diversamente. COMPETENZA PER CONNESSIONE Tale competenza necessario determinarla allorch occorre trattare cumulativamente in un unico processo una serie di reati, per cui, per ragioni di economia processuale, necessario identificare un unico giudice che abbia competenza a decidere su tutti i reati in questione. Vi sono tre tipi di connessione:
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1. Connessione soggettiva nel caso in cui un reato sia stato commesso da pi persone in concorso fra di loro ( si pensi ad un reato associativo) o in cooperazione, ovvero il caso di reato commesso da pi persone con condotte indipendenti le une dalle altre che per abbia cagionato lo stesso evento (art. 12 lett.a c.p.p.) 2. Connessione oggettiva nel caso in cui una persona compia pi reati commessi con una sola azione od omissione ( si pensi al concorso di formale di reati), ovvero con pi azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ( si pensi al caso della continuazione) (art. 12 lett.b c.p.p.). 3. Connessione teleologica nel caso in cui i reati sono stati commessi per

eseguire o occultare altri reati ( art. 12 lett.c c.p.p.) La connessione comporta delle modifiche per quanto riguarda la competenza per materia e per territorio: 1. Competenza per materia determinata dalla connessione competente il giudice superiore, se quindi vi sono contemporaneamente alcuni procedimenti per i quali competente la Corte di assise ed altri per i quali competente il Tribunale allora ci avverte il codice (art. 15 c.p.p.) che per tutti competente la Corte di Assise. 2. Competenza per territorio determinata dalla connessione per questo tipo di connessione competente il giudice del luogo nel quale stato commesso per il reato pi grave; se per da pi condotte poste in essere da persone in concorso o in cooperazione ovvero con condotte indipendenti, in luoghi
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differenti, sia derivata la morte di una persona, ed allora sar competente territorialmente il giudice del luogo nel quale si verificata la morte levento morte (art. 16 c.p.p.). La connessione dei procedimenti non va per confusa con il fenomeno della RIUNIONE dei processi. La differenza essenziale sta nel fatto che : mentre la connessione suppone la pluralit di giudici tutti astrattamente competenti a conoscere dei diversi processi legati tra di loro da particolari vincoli; invece la riunione prevede che pi processi siano di competenza dello stesso giudice, il quale per esigenze di celerit o se lo ritiene necessario ne dispone la trattazione congiunta. Le previsioni tassative contenute nellart.17 cpp che consentono la riunione dei processi riguardano: 1) tutti i casi di connessione; 2) i casi di reati appartenenti alla competenza dello stesso giudice, commessi da pi persone in danno reciproco le une alle altre; 3) i casi in cui la prova riguardante un reato o una circostanza influisca su quella riguardante un altro reato o una sua circostanza, di competenza dello stesso giudice. Tale ultima ipotesi quella indicata nellart. 371 cpp relativa ai reati collegati. La possibilit di riunire i processi demandata alla valutazione discrezionale del giudice ( infatti lart. 17 dice il giudice pu ) ed subordinata a due presupposti : che i processi siano nello stesso stato e grado davanti al medesimo giudice, e che la riunione non pregiudichi la rapida definizione del processo. La riunione sarebbe impossibile quando un processo sia allinizio ed un altro alle discussioni finali; ovvero non pu aversi riunione di un processo di primo grado e di un processo che
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gi in Cassazione. Ovviamente la riunione non pu avvenire in fase di indagini preliminari in quanto ha ad oggetto processi e non procedimenti. Accanto alla riunione il codice prevede la SEPARAZIONE dei processi ( art. 18 cpp ), la quale avviene nelle ipotesi in cui non possibile trattare unitariamente i processi per esigenze di celerit: per esempio quando alludienza preliminare possibile pervenire ad una decisione solo per alcuni e non per altri ; oppure quando viene disposta la sospensione del processo solo per alcuni degli imputati; od ancora quando non compaiono in dibattimento limputato o il difensore per motivi legittimi. Sono tutte ipotesi enunciate nellart. 18 comma 1 in cui il giudice ha lobbligo di separare i processi; al contrario al comma 2 dello stesso articolo prevista lipotesi della sospensione facoltativa in cui il giudice al di fuori dei casi del comma 1 su accordo delle parti dispone la separazione. La riunione e la separazione dei processi sono disposti dal giudice con ordinanza, anche di ufficio, sentite le parti. Si parla di DIFETTO DI GIURISDIZIONE quando la cognizione sul procedimento spetta ad un ufficio giudiziario appartenente ad un diverso ordine; il difetto pu essere assoluto o relativo. Il difetto relativo quando il giudice pronuncia in ordine ad un reato che appartiene al giudice speciale , o viceversa; il difetto assoluto quando qualsiasi organo della giurisdizione penale risulti carente della potest di giudicare. Entrambe le situazioni sono rilevabili anche dufficio in ogni stato e grado del procedimento; se in particolare il difetto rilevato nel corso delle indagini preliminari
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il giudice pronuncia ordinanza restituendo gli atti al pubblico ministero. Se invece il difetto rileva dopo la chiusura delle indagini preliminari il giudice pronuncer sentenza, ordinando la trasmissione degli atti allautorit competente. ( art. 20 cpp ). Sempre con riferimento alla giurisdizione si deve distinguere tra: giudici con giurisdizione piena: la cui attivit completa e culmina nellemissione di qualsiasi pronunzia ( tribunale, corte dassise ecc); giudici con giurisdizione semipiena: la cui potest di accertamento e decisione limitata allapplicazione della pena in conseguenza del comportamento accertato ( gup, che non pu condannare ma solo emanare s.d.n.l.a p.); giudici con giurisdizione limitata: la cui capacit di accertamento e decisione circoscritta a singoli atti espressamente indicati ( gip che interviene nel corso del procedimento per assumere provvedimenti in materia di libert personale).

Pu anche capitare in un processo penale che non sia rispettata la ripartizione delle competenze per cui si da luogo alla c.d. INCOMPETENZA dellorgano giudicante, la quale pu essere sia per materia che per territorio. INCOMPETENZA PER MATERIA Lincompetenza per materia deriva allorquando il giudice a cui sottoposta la questione non competente a decidere per quel reato ( es. si pensi al Tribunale chiamato a decidere in ordine ad un omicidio). Lincompetenza per materia pu essere rilevata sia ad eccezione di parte sia anche ex officio in ogni stato e grado del processo ( per cui se per esempio in Cassazione si
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rileva che il giudice del primo grado era incompetente a giudicare quel reato la Cassazione annuller la sentenza e rinvier il processo al giudice competente). Vi sono per leccezione della incompetenza materiale per eccesso ( es. si pensi al caso della Corte di Assise che giudica di un reato di competenza del tribunale) la quale pu essere fatta valere entro il termine previsto dallart. 491 c.p.p. ossia durante le questioni preliminari al dibattimento. La mancata osservanza del termine comporta la decadenza dalla possibilit di sollevare la questione. Altra eccezione riguarda lipotesi in cui lincompetenza derivi dalla connessione dei processi: questa deve essere fatta valere prima della conclusione delludienza preliminare, e se questa manca va sollevata durante le questioni preliminari al dibattimento, subito dopo la costituzione delle parti. INCOMPETENZA PER TERRITORIO Tale incompetenza diversa da quella per materia: innanzitutto essa pu s essere eccepita dalle parti o rilevata ex officio, ma soggetta a termini rigorosi trascorsi i quali si decade dalla possibilit di eccepirla ( prima che si concluda ludienza preliminare ovvero, se questa manchi, durante la fase introduttiva del dibattimento subito dopo la costituzione delle parti, momento entro il quale potranno essere sollevate anche le questioni eventualmente rigettate alludienza preliminare). Inoltre a differenza di quella per materia pu riguardare anche il Gip ( Giudice per ludienza preliminare), del quale si tratter diffusamente quando si tratter delle indagini preliminari, il quale pu essere incompetente ( es. si pensi ad indagini iniziate a Napoli per un reato commesso a Roma).
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INCOMPETENZA PER CONNESSIONE Ricalca i criteri sopra osservati per la incompetenza per materia e per territorio ( art 21 cpp ). Bisogna domandarsi come si pu rilevare lincompetenza per qualsiasi causa: 1. Se rilevata dal Gip, lo stesso emetter ordinanza dichiarativa della propria incompetenza, e restituir gli atti al pubblico ministero affinch questultimo individuer il giudice territorialmente competente ( art. 22 comma 1 cpp ). 2. Se rilevata dal in sede di udienza preliminare dal Gup (Giudice delludienza preliminare) lo stesso la dichiara con sentenza con la quale individua il giudice competente ed ordina la trasmissione degli atti al pubblico ministero presso il giudice ritenuto competente ( art. 22 comma 3 cpp ). 3. Se rilevata in dibattimento, durante cio il primo grado di giudizio, allora il giudice anche in questo caso, cos come per ludienza preliminare, rileva la propria incompetenza tramite una sentenza con la quale, oltre ad individuare il giudice competente, ordiner la trasmissione di atti al pubblico ministero presso il giudice competente ( art. 23 comma 1 cpp ). 4. Se rilevata nel processo dappello allora la Corte ove rilevi che la sentenza di primo grado stata emessa da un giudice incompetente annuller la

sentenza di primo grado, ordinando la trasmissione degli atti al pubblico ministero presso il giudice, di primo grado, competente ( art. 24 cpp ).

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Cosa importantissima da sottolineare che linosservanza delle norme sulla competenza non produce necessariamente linvalidit degli atti in precedenza compiuti: 1. Le prove mantengono la loro piena efficacia anche se acquisite da un giudice territorialmente incompetente, purch siano rispettate le norme circa la formazione delle stesse; se invece sono state acquisite da un giudice incompetente per materia se si tratta di atti irripetibili rimangono pienamente efficaci, mentre se si tratta di atti ripetibili possono solamente essere adoperate nelludienza preliminare per verificare sostanzialmente se il processo debba sfociare o meno in un rinvio a giudizio, possono cio adoperate solo ai fini delle contestazioni ex artt. 500-503 c.p.p. (art. 26 c.p.p.). 2. Per quanto riguarda le misure cautelari emesse da un giudice per qualsiasi causa incompetente, esse per continuare ad esplicare i propri effetti devono entro 20 giorni, che decorrono dal giorno in cui vi stata la trasmissione degli atti, essere confermate dal giudice competente (art. 27 c.p.p.). Il codice, inoltre, detta delle regole per il caso di inosservanza dei criteri delle attribuzioni al tribunale: in particolare quando il difetto investe il giudice monocratico, nel senso che si tratta di un reato che doveva essere attribuito al tribunale collegiale, si verifica la regressione del procedimento e gli atti vengono rimessi al pubblico ministero analogamente a quanto avviene nella dichiarazione di incompetenza.

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Quando invece il procedimento sia stato erroneamente portato nella cognizione del collegio si verifica una semplice traslatio iudicii ( cio un trasferimento di giudizio ) davanti al giudice monocratico, avendo in definitiva limputato beneficiato di pi garanzie con conseguente impossibilit di configurare lesioni del suo diritto di difesa. Vi possono essere delle situazioni che fanno si che il giudice si possa trovare in una situazione di INCOMPATIBILITA con il processo che si sta trattando; varie possono essere le cause dellincompatibilit: 1. Con riferimento agli atti compiuto nello stesso processo ( es. un giudice di tribunale non pu essere, nello stesso processo, anche giudice di appello; ovvero un gip sicuramente nello stesso processo non potr essere anche gup etc. etc.) (art. 34 c.p.p.) 2. Con riferimento a determinate qualit del giudice ( es. esiste un rapporto di parentela tra il P.M. ed un giudice, ovvero il giudice ha un rapporto di parentela con un avvocato etc. etc.) (art. 35 c.p.p.) 3. Con riferimento alla posizione del giudice rispetto alloggetto della causa ( es. il giudice creditore dellimputato o del suo difensore, il giudice ha una forte inimicizia con limputato o con il difensore o con altra parte privata, ovvero il giudice ha indebitamente espresso un parere sulloggetto del processo al di fuori dellesercizio delle sue funzioni etc.etc.) (artt. 36-37 c.p.p.) 4. Vi sono situazioni ambientali che condizionano negativamente il normale svolgimento del processo ( es. un giudice che sta celebrando un processo di

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criminalit organizzata viene minacciato dai parenti degli imputati etc.etc.) (art. 46 c.p.p.) Nel momento in cui si verifica una situazione di incompatibilit il giudice pu astenersi ovvero essere dalle parti ricusato. ASTENSIONE Lastensione consiste in una rinuncia da parte del giudice procedente allesrcizio della funzione giurisdizionale perch si viene a trovare in una ipotesi di incompatibilit prevista dalla legge o quando ravvisa altre gravi ragioni di convenienza; per cui egli mediante dichiarazione nella quale enuncia i motivi che lo inducono ad astenersi, chiede al Presidente dell organo giudicante di cui fa parte di sostituirlo( quindi se giudice di Tribunale ha decidere sar il presidente del Tribunale; se giudice di Corte di Appello ha decidere sar allora il presidente della Corte di Appello). Se la richiesta di astensione non accolta allora il processo prosegue normalmente, se invece la richiesta di astensione viene accolta il processo trasferito ad altro giudice dello stesso ufficio ( cio se si astiene un giudice del Tribunale di Napoli il processo trasferito ad altro giudice sempre del Tribunale di Napoli). In caso di accoglimento della richiesta di astensione il giudice che accoglie la richiesta dichiara con lo stesso provvedimento se gli atti compiuti dal giudice astenutosi restano validi. Vi da chiarire un punto molto importante, ossia che al momento in cui il giudice avanza la richiesta di astensione nellattesa della decisione il processo comunque

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continua, fermo restando limpossibilit per il giudice di compiere atti c.d. definitori ( per intenderci il giudice non pu pronunciare la sentenza del processo). RICUSAZIONE Allorquando il giudice, in presenza di una causa di incompatibilit, non si astiene, vi la possibilit per il P.M. e per le parti private di chiedere la ricusazione dello stesso. La dichiarazione di ricusazione pu essere fatta personalmente dallinteressato o proposta tramite il suo difensore ovvero un procuratore speciale; tale dichiarazione deve ovviamente contenere lenunciazione dei motivi per i quali si vuole ricusare il, giudice. Per proporre la ricusazione vi sono dei termini: 1. Nelludienza preliminare sino a quando non terminata la costituzione delle parti 2. Nel dibattimento fino a che non sia scaduto il termine previsto dallart. 491 1 comma c.p.p. ( ossia fin quando non scaduto il termine per la proposizione delle questioni preliminari) 3. Quando la causa di ricusazione divenuta dopo la scadenza dei termini su espressi, allora possibile proporla entro 3 giorni dal verificarsi o dallavvenuta conoscenza della stessa. A decidere della ricusazione la Corte di Appello se si tratta della ricusazione di un giudice del tribunale o della corte dassise o della corte dassise dappello; sulla ricusazione di un giudice della Corte di appello sar competente a decidere una
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diversa sezione della corte di appello; ed infine sulla ricusazione di un giudice della Corte di Cassazione decide una diversa sezione della corte di cassazione. Lorgano competente a decidere deve innanzitutto verificare se sia o meno ammissibile la richiesta di ricusazione e poi, nel caso la ritenga ammissibile, decide se accoglierla o meno nel merito. Nel caso in cui ritenga inammissibile la domanda ovvero non ritenga sussistente la causa di ricusazione rigetta la richiesta ed il processo continua regolarmente; viceversa nel caso in cui ritiene fondata la domanda accoglie la richiesta e trasferisce il processo ad altro giudice dello stesso ufficio del giudice ricusato ( vedi es. fatto per lastensione). Anche nel caso della ricusazione, cos come gia visto per lastensione, il giudice nei confronti del quale la domanda proposta non pu pronunciare sentenza. In ultima analisi, v da dire che non consentito ricusare il Pubblico Ministero dato che egli parte processuale per cui non possiede i caratteri della terziet ed imparzialit tipici, invece, del giudice. RIMESSIONE DEL PROCESSO La rimessione del processo comporta uno spostamento del processo fondato per su presupposti differenti rispetto a quelli che giustificano lastensione e la ricusazione; infatti il presupposto della rimessione dato dal crearsi di gravi situazioni locali in grado di turbare lo svolgimento del processo stesso. Attualmente, a seguito della legge Cirami, vi la possibilit di chiedere la rimessione del processo anche per legittimo sospetto. Con tale espressione ci si riferisce a qualsiasi circostanza
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ambientale che appaia idonea a pregiudicare la libert di autodeterminazione del giudice.

Soggetti legittimati a chiedere la rimessione sono il Procuratore generale presso la Corte di Appello, il Pubblico Ministero presso il giudice procedente, limputato (personalmente o a mezzo di procuratore sperciale). La richiesta di rimessione deve essere motivata e depositata nella cancelleria del giudice procedente, e viene notificata alle altre parti in modo da assicurare a queste la possibilit di interloquire dal momento che la rimessione in caso di accoglimento della richiesta comporta una deroga al criterio della competenza territoriale, alla cui osservanza ciascuna parte pu avere interesse allosservanza. Il giudice che riceve la richiesta di rimessione la trasmette subito alla Corte di Cassazione che lorgano competente a decidere se accogliere o rigettare la richiesta e quindi se spostare o meno il processo dal luogo naturale di celebrazione. In pendenza della decisione della Cassazione, il giudice pu sospendere il processo in attesa che la Cassazione, con ordinanza, si pronunzi. A seguito della legge CIRAMI anche il giudice di merito procedente, oltre alla Cassazione, ha la facolt di sospendere il processo; mentre prima della suddetta modifica la richiesta di rimessione non produceva alcun effetto sospensivo del processo. La sospensione del processo diventa un obbligo per il giudice procedente quando il processo giunge alla fase delle conclusioni e della discussione.

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Listituto della rimessione ha carattere eccezionale e come tale si applica solo in presenza di determinate situazioni che possono incidere sul corretto e sereno svolgimento del processo. Nel ambito di un procedimento penale possono poi anche sorgere dei CONFLITTI tra i giudici; contrasti che possono essere negativi ovvero positivi: CONFLITTO POSITIVO Tale contrasto sorge allorch 2 giudici si ritengono entrambi competenti circa un processo, questo conflitto pu essere risolto preliminarmente quando uno dei due giudici riconosce la propria o laltrui competenza (art. 29 c.p.p.) Se, per, ci non avviene allora lesistenza del conflitto o rilevata ex officio dal giudice ( con ordinanza non ricorribile ) ovvero lesistenza di questo conflitto denunciata dalle parti (P.M., imputato etc. etc.), gli atti vengono trasferiti alla Suprema Corte di Cassazione e la stessa decide, sentite le parti, con sentenza comunicata immediatamente alle parti interessate. CONFLITTO NEGATIVO Tale conflitto lo si pu ricavare per inverso da quanto detto a proposito del conflitto positivo; in questo caso vi sono 2 giudici i quali si ritengono entrambi incompetenti, per cui o spontaneamente uno dei due riconosce la propria competenza, ovvero la Corte di cassazione, investita della questione, sentenzier sulla competenza. Accanto a queste due ipotesi di conflitto lart 28 comma 2 c.p.p. disciplina anche i conflitti sui casi ANALOGHI; questo perch ci sono delle situazioni non suscettibili

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di una aprioristica determinazione e comunque per garantire che limputato venga giudicato da un giudice naturale e precostituito. Quindi i casi analoghi si determinano per esclusione: NON vi rientrano i conflitti tra PM e GIUDICE. Per nellart. 28 co. 2 si legge anche che nel contrasto tra gup e giudice del dibattimento prevale la decisione di questultimo. E quindi affermata una REGOLA DELLA PREVALENZA a favore del giudice del dibattimento, per evitare una regressione del processo dal dibattimento alla fase delle indagini. qUindi l'art. 28 comma 2 nello stabilire questa regola si rif alla competenza funzionale. Il terzo comma dellart. 28 c.p.p. dice che nel corso delle indagini preliminari non vi conflitto positivo fondato su ragioni di competenza per territorio dovuto a connessione. Lo scopo evidente: il conflitto per territorio per connessione blocca le indagini e quindi per esigenze di celerit si sottratta questa ipotesi e quindi il conflitto pu valere solo dopo lesercizio dellazione penale; tant che lart. 28 bada al processo e non al procedimento, esso parla di giudice e non di magistrato. QUESTIONI PREGIUDIZIALI SUGLI STATUS: il codice allart. 3 cpp fa riferimento alle questioni pregiudiziali relative a controversie riguardanti lo stato di famiglia o di cittadinanza. Quando la decisione penale dipende dalla risoluzione di una controversia sullo stato di famiglia o cittadinanza il giudice pu sospendere il processo fino al passaggio in giudicato della sentenza che definisce la questione. presupposti per la sospensione sono : la seriet della questione e che il giudizio civile sulla controversia incidentalmente sollevata sia gi pendente secondo le norme del cpc. La sospensione facoltativa e la relativa decisione resta affidata alla
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valutazione discrezionale del giudice, che eventualmente si pronunzier con ordinanza. La sospensione inoltre non impedisce al giudice di compiere gli atti urgenti. La decisione emessa in sede civile, divenuta irrevocabile, non pu essere disattesa nel senso che vincola il giudice del processo penale. Diverse sono le questioni indicate nellart. 479 cpp ossia quelle relative a questioni di natura civile o amministrativa. Queste questioni sono dette pregiudiziali nel senso che il giudice deve risolverle preliminarmente per poter giungere alla conclusione finale sul merito dellimputazione ( per esempio laltruit della cosa in relazione ad una imputazione di furto ). Tali questioni sono diverse da quelle sopra indicate e disciplinate dallart. 3 cpp per vari motivi: in primo luogo lart. 3 si riferisce a questioni relative allo stato di famiglia o di cittadinanza, mentre queste dellart. 479 si riferiscono a questioni di natura civile o amministrativa; in secondo luogo la questione, secondo il dettato dellart. 3, deve essere seria, mentre per lart. 479 deve essere complessa; ed infine nellart. 479 per la sospensione del processo richiesto lulteriore requisito che la legge non ponga limitazioni alla prova in conformit allart. 193 cpp che ammettendo una deroga per le questioni previste dallart 3, esclude dal processo penale losservanza delle regole probatorie previste dalle leggi civili. Lunico elemento comune la pendenza del giudizio sulla questione. Anche nellipotesi dellart. 479 la sospensione del processo facoltativa; leventuale sospensione disposta con ordinanza immediatamente ricorribile per Cassazione ( in deroga a quanto previsto nellart. 586 cpp ), e limpugnazione non ha effetto sospensivo.
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Diversa infine lipotesi della pregiudiziale costituzionale che si ha quando il processo penale viene sospeso in attesa della decisione della Corte Costituzionale sulla questione.

IL PUBBLICO MINISTERO

Cos come il giudice anche il P.M. parte essenziale nel processo; a differenza per del giudice non organo imparziale ma parte processuale vera e propria, egli, infatti, rappresenta la pubblica accusa e colui il quale, cio, chiede che sia affermata la penale responsabilit dellimputato. Vari sono stati i contrasti circa la collocazione istituzionale del pubblico ministero, infatti si diceva che era rappresentante del potere esecutivo presso gli organi del potere giurisdizionale e quindi in quanto tale avente natura amministrativa. Con il tempo si cominciato ad evidenziare, da parte di alcuni, lallontanamento della posizione giuridica dei magistrati del PM dal potere esecutivo con un accostamento alla funzione giurisdizionale. La posizione del giudice rispetto a quella del pubblico ministero resta comunque distante : innanzitutto il pubblico ministero non ha la facolt di ius dicere, cio emettere una decisione; in secondo luogo non presenta i tratti tipici della funzione giurisdizionale, ed in particolare lart. 101 della Cost. che afferma che i giudici sono soggetti alla legge, e non si riferisce invece anche ai pubblici ministeri inducendo cos a pensare che i pubblici ministeri subiscano vincoli di soggezione sia pure

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allinterno dellorganizzazione gerarchica di tipo verticale da cui i loro uffici sono contrassegnati. Diversamente dallorgano giudicante, il codice non detta norme in ordine alla capacit ed alle situazioni di incompatibilit del PM; diversamente dal giudice non pu essere ricusato perch egli parte nel processo e non soggetto imparziale. Al contempo per il PM pu astenersi quando ricorrono gravi ragioni di convenienza ; sulla domanda decide il capo dellufficio cui il PM appartiene. Brevi cenni sono opportuni circa la strutturazione degli uffici del P.M.: 1. Presso la Corte di Cassazione titolare dellufficio il procuratore generale presso la Corte di Cassazione coadiuvato da sostituti procuratori generali 2. Presso la Corte di Appello titolare dellufficio il procuratore generale presso la Corte di Appello coadiuvato da sostituiti procuratori generali 3. Presso il Tribunale titolare dellufficio il Procuratore della Repubblica coadiuvato da sostituti procuratori ed eventualmente da procuratori aggiunti. Il compito fondamentale del P.M. quello di esercitare lazione penale, infatti allorquando a seguito delle indagini preliminari ritiene di poter provare la penale responsabilit dellimputato allora esercita lazione penale chiedendo il rinvio a giudizio dellimputato. Anche tra uffici del pubblico ministero possono sorgere dei contrasti sia positivi che negativi: CONTRASTO POSITIVO
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Si ha un contrasto positivi quando due magistrati di due uffici del pubblico ministero differenti affermano entrambi lappartenenza di un determinato procedimento; anche in questo caso possibile risolvere preliminarmente il conflitto allorch uno dei due P.M. riconosce la competenza dellaltro. Se invece ci non avviene allora il contrasto viene risolto: 1. Se i due pubblici ministeri appartengono allo stesso distretto di Corte di Appello (es. vi un contrasto tra un sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli ed un sostituto procuratore presso il Tribunale di Torre Annunziata) allora il conflitto sar risolto dal procuratore generale presso la Corte di Appello (art. 54 bis c.p.p.) 2. Se i due pubblici ministeri appartengono a diversi distretti di Corte di Appello (es. vi contrasto tra un sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, ed un sostituto procuratore presso il Tribunale di Roma) allora il conflitto sar risolto dal procuratore generale presso la Corte di Cassazione CONTRASTO NEGATIVO Si ha contrasto negativi quando due diversi uffici del pubblico ministero entrambi negano lappartenenza di un determinato procedimento. Per la risoluzione del conflitto valgono le stesse regole che riguardano i contrasti positivi.(art. 54 c.p.p.) Anche le parti, indagato persona offesa, possono porre in discussione la competenza del pubblico ministero chiedendo che il procedimento venga trasferito al giudice
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ritenuto competente; se il pubblico ministero, entro il termine di 10 giorni dalla richiesta, accoglie la richiesta allora non vi sono problemi in quanto lo stesso trasferisce gli atti del procedimento al pubblico ministero competente; se invece non provvede in tal senso trascorsi inutilmente i 10 giorni linteressato nei successivi10 giorni pu chiedere al procuratore generale presso la Corte di Appello, se il giudice competente appartenga allo stesso distretto, ovvero al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, se il giudice competente di un diverso distretto, di stabilire la competenza. Lorgano chiamato a giudicare decider entro 20 giorni dalla richiesta. Rilevante la novit introdotta dalla legge CAROTTI con lart. 54 quater che ha introdotto la possibilit di un controllo dallesterno della competenza del PM: infatti prima di tale norma solo il PM poteva contestare la legittimazione delle indagini della Procura, attivando appunto il meccanismo del contrasto negativo o positivo tra gli uffici del PM; oggi con tale novit la parte privata agisce direttamente cio senza bisogno del provvedimento del gip nel corso delle indagini, in via generale cio avuto riguardo allindagine nel suo complesso. Ovviamente per evitare tattiche dilatorie ad opera delle parti private che approfittando di tale possibilit possano bloccare in ogni momento le indagini, lo stesso articolo al comma primo ha inoltre stabilito che le parti devono enunciare a pena di INAMMISSIBILITA le ragioni a sostegno della loro richiesta. Vi anche la possibilit per il PM di grado superiore di fare proprie le attribuzioni normalmente demandate allufficio del pubblico ministero di grado inferiore, tale istituto defitto AVOCAZIONE. ( art. 372 )
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Lavocazione del PM il provvedimento con cui, nei casi tassativamente previsti dalla legge, le indagini vengono sottratte al PM che dovrebbe svolgerle ma rimasto inerte e vengono affidate ad altro PM. Si deve distinguere tra: avocazione obbligatoria: il procuratore generale presso la Corte dAppello, assunte quando occorre le necessarie informazioni, la deve disporre con decreto motivato quando: o in conseguenza dellastensione o della incompatibilit del magistrato designato, non possibile provvedere alla sua tempestiva sostituzione; o il capo dellufficio del PM ha omesso di provvedere alla tempestiva sostituzione del magistrato designato per le indagini nei casi previsti dal 36 co.1; o trattandosi di indagini collegate, per i reati cui agli artt. 270 bis, 280 ecc., quando obbligatorio larresto in flagranza; o quando il PM non esercita lazione penale o non richiede larchiviazione nel termine; avocazione discrezionale, cio lasciata alla valutazione del procuratore generale, in due ipotesi: o quando il GIP gli ha comunicato ex 409 co.3 la fissazione delludienza in camera di consiglio sulla richiesta di archiviazione presentata dal proc. della Rep.; o quando il GUP gli ha comunicato lordinanza con cui ha ordinato al PM le ulteriori indagini. Lavocazione disposta con decreto motivato anche su richiesta dellindagato o della persona offesa dal reato ex art. 413. Inoltre lart. 371 disciplina lavocazione del procuratore nazionale antimafia che nei proc. di criminalit organizzata ex 51 co.3 esercita funzioni di impulso nei confronti dei PM distrettuali. Il decreto motivato di avocazione viene trasmesso al CSM dai procuratori della Rep. interessati.

LE ALTRE PARTI PRIVATE LIMPUTATO La persona sottoposta ad indagini il soggetto al quale attribuito il fatto in base alla notitia criminis. Vi sono alcune garanzie informative nei riguardi della stessa (art. 111 Cost.): deve essere informata al pi presto e in via riservata delle indagini a suo carico . In realt
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necessario informarla soltanto in occasione del primo atto in cui il difensore ha diritto di comparire, il che di fatto lascia molto tempo alle indagini segrete. Secondo lart. 61 si estendono alla persona sottoposta ad indagini gli stessi diritti e garanzie che ha limputato, salvo che si diversamente stabilito. Limputato la persona sottoposta ad indagini nei confronti della quale sia stata esercitata lazione penale. La qualit di imputato permane sino a quando: 408: archiviazione; 428: impugnazione della sentenza di non luogo a procedere; 648: quando diviene irrevocabile la sentenza di proscioglimento o assoluzione; 643 650: quando diviene esecutivo il decreto penale di condanna. Poteri di impugnazione dellimputato: contro le sentenze di condanna;
contro le sentenze di proscioglimento, tranne quelle perch il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto.

Numerose sono le garanzie che il codice riserva allimputato; tra tutte citiamo il diritto per lo stesso di intervenire libero allinterrogatorio, la possibilit di non rispondere a domande che concernono la propria responsabilit penale. Per quanto riguarda linterrogatorio il nuovo art. 64 c.p.p. prevede il dovere di avvertire limputato che le sue dichiarazioni potranno essere utilizzate contro di lui; che comunque ha la facolt di non rispondere, e che se render dichiarazioni che riguardano la responsabilit di altri soggetti assumer in ordine a tali fatti la qualit di testimone ( art. 64 comma 3 cpp ). Lart. 65 cpp detta le regole dellinterrogatorio nel merito; interrogatorio nel merito significa interrogatorio sui fatti specificamente addebitati: cio linquirente dovr contestare allinterrogato in forma chiara e precisa il fatto che gli attribuito. Linteressato ha la facolt di non rispondere a tutte od alcune domande. IL DIFENSORE

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La figura del difensore anche essenziale per lo svolgimento del processo penale in quanto deve essere garantita una difesa tecnica allimputato ( nel processo penale non consentita lautodifesa allimputato). Cos viene pienamente realizzato il contraddittorio disposto dallart. 111 Cost . Attualmente vi anche per il difensore la possibilit di svolgere indagini difensive, per fare qualche esempio lart. 391 bis c.p.p. possono conferire con persone in grado di riferire circostanze utili ai fini dellindagine, vi la possibilit di richiedere documentazioni alla pubblica amministrazione (art. 391 quater c.p.p.). La difesa pu essere di fiducia o di ufficio, in caso di difesa di fiducia limputato pu nominare fino ad un massimo di due difensori. Nel caso che limputato, o lindagato, non abbiano un difensore di fiducia ed allora il giudice provvede a nominare un difensore di ufficio. Il difensore di fiducia pu non accettare lincarico o in qualsiasi momento rinunciarvi; in tal caso subito deve darne comunicazione allautorit procedente nonch al soggetto che lo ha nominato. Tuttavia fino a che, in seguito a revoca o rinuncia, il soggetto non risulta assistito da un altro difensore lincarico affidato originariamente resta valido per evitare paralisi del processo. Al contrario il difensore non pu rifiutare la difesa di ufficio, a meno che non siano motivati. Lart. 103 cpp stabilisce una regola fondamentale: ossia che negli studi del difensore sono vietate le ispezioni e le perquisizioni salvo quando sono rintracciabili persone, cose e tracce pertinenti a reati commessi da terzi, ovvero se il difensore o i suoi colleghi sono imputati. Nellaccingersi ad eseguire unispezione, una perquisizione o
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un sequestro lautorit giudiziaria deve a pena di nullit avvisare anche il consiglio dellordine al quale appartiene lavvocato; a tali operazioni partecipa personalmente il giudice, ovvero nel corso delle indagini preliminari il pubblico ministero con decreto motivato di autorizzazione del giudice. LA PARTE CIVILE E una parte eventuale del processo che interviene quando la persona offesa o danneggiata dal reato intende ottenere il risarcimento del danno subito da parte dellimputato. Affinch ci avvenga quindi necessario costituirsi parte civile nel processo penale. La costituzione pu avvenire solamente una volta esercitata lazione penale da parte del pubblico ministero, per cui ci si pu costituire parte civile o alludienza preliminare o, se questa manca, al dibattimento non oltre la costituzione delle parti. Ci si pu costituire parte civile tramite il proprio difensore o tramite un procuratore speciale; occorre inoltre una dichiarazione nella quale, oltre alle proprie generalit a quelle dellimputato ed a quelle del proprio difensore, vi sia una sommaria indicazione dei motivi per i quali si chiede il risarcimento del danno. La parte civile pu essere esclusa dal processo da parte del giudice il quale accolga in tal senso la richiesta del P.M., dellimputato o del responsabile civile. Vi pu anche essere la revoca della parte civile la quale pu essere: 1. Tacita nel caso in cui il difensore della stessa non presenti le conclusioni a norma dellart. 523 c.p.p. ( per intenderci il difensore non esegua laringa finale)
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2. Espressa se la parte dichiara di voler esercitare lazione civile in sede civile. Bisogna in conclusione porre laccento relativamente ai rapporti tra azione civile ed azione penale, in tal senso lart 75 1 comma c.p.p. ci dice che anche se iniziata in sede civile lazione per il risarcimento pu essere trasferita in sede penale sempre che non vi sia stata in sede civile una sentenza, anche non definitiva, nel merito. Il 2 comma dello stesso articolo ci informa che lazione civile prosegue nella sede civile quando non trasferita nel processo penale ovvero stata iniziata quando non pi ammessa la costituzione di parte civile nel processo penale. Infine il 3 comma conclude sostenendo che se lazione civile viene esercitata in sede civile dopo che vi stata la costituzione di parte civile in sede penale ovvero dopo che stata emessa sentenza di primo grado, il processo civile resta sospeso in attesa della definitiva definizione del processo penale. Il legislatore in tal modo ha voluto evitare la contraddittoriet dei giudicati con il principio dellindipendenza dei giudizi fondato sullassunto che una volta scelta una via non possibile adirne un altra. IL RESPONSABILE CIVILE E la persona che tenuta alla sorveglianza del soggetto autore del reato (es. i genitori ovvero i tutori per i danni causati dai propri figli o dalle persone soggette a tutela) e di conseguenza si impegna a pagare le richieste di restituzione o risarcimento avanzate dalla parte civile per il danno cagionato dal reato. Il suo intervento pu essere indotto, ossia richiesto dal P.M. dallimputato o dalla parte civile, ma pu anche intervenire volontariamente.
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Anchesso, cos come la parte civile, pu essere escluso dal processo. IL CIVILMENTE OBBLIGATO PER LA PENA PECUNIARIA E colui il quale risponde dellinadempimento dellimputato condannato al pagamento di una multa o di unammenda. PERSONA OFFESA E la persona lesa dal reato alla quale il codice riconosce diritti e facolt gi nella fase delle indagini preliminari, a differenza del danneggiato che esplica un ruolo processuale solo attraverso la costituzione di parte civile. La persona offesa ha la possibilit, tramite il suo difensore di raccogliere elementi di prova a carico dellindagato, ha il diritto di avere informazioni certe relativamente alle indagini. ENTI ED ASSOCIAZIONI RAPPRESENTATIVI DI INTERESSI LESI DAL REATO. Tali enti o associazioni sono portatori di interessi lesi dal reato, avendo finalit di tutela di interessi collettivi, diffusi nella collettivit, che rendono possibile una partecipazione al processo. La loro partecipazione al processo subordinata al consenso della persona offesa per evitare la loro partecipazione qualora non sia gradita alla stessa.

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GLI ATTI Il legislatore non ha previsto una definizione di atto, per cui nel processo penale avremo una serie di atti tra di loro differenti a seconda del momento procedurale o processuale nel quale latto stesso esplica i suoi effetti. Per quanto riguarda la forma dellatto essa sempre scritta, e la lingua adoperata e litaliano. Gli atti tipici del giudice sono: sentenza, ordinanza e decreto. SENTENZA: il provvedimento del giudice con cui egli definisce il rapporto processuale ovvero un grado o una fase. Le sentenze possono essere procedurali o di merito. Sono sempre motivate e sempre impugnabili. ORDINANZA: un provvedimento con cui il giudice non definisce il procedimento, ma risolve questioni incidentali o singoli punti relativi allo sviluppo delliter processuale ( per esempio lordinanza con cui si adottano misure cautelari). E obbligatoria la motivazione e sono impugnabili. DECRETO: il provvedimento formalmente pi semplice e ha carattere incidentale. Non sono motivati, a meno che la legge non richieda espressamente la motivazione. Differenze tra ordinanza e decreto sono: 1) obbligo di motivazione per lordinanza come per la sentenza, mentre per il decreto necessario solo se espressamente richiesto dalla legge; 2) lordinanza revocabile, al contrario il decreto non revocabile, ci perch lordinanza ha carattere interlocutorio cio si basa sulla situazione esistente al momento dellemissione e quindi pu essere revocata o modificata a seguito del mutamento della situazione originaria.
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Il procedimento in camera di consiglio Il procedimento in camera di consiglio disciplinato dallart 127. Esso, pur assicurando il principio del contraddittorio, riduce i tempi processuali. Quando la legge (127 co 1) prevede la camera di consiglio, il giudice fissa la data delludienza e ne d avviso alle parti 10 giorni prima. Il co 2 del 127 prevede che le parti possano depositare memorie fino a 5giorni prima delludienza. Il co 3 infine, prevede che PM e difensore siano sentiti se compaiono. ( contraddittorio eventuale ). Possiamo distinguere 4 modelli di rito camerale, che si distinguono per il grado di contraddittorio: o ex 127 con oralit solo eventuale, quando il giudice disattende la richiesta di archiviazione; o incidente probatorio; o autorizzazione alla proroga delle indagini preliminari; o inammissibilit dellatto introduttivo dellatto camerale dichiarata dal giudice senza formalit.

VALIDITA DEGLI ATTI PROCESSUALI Un atto processuale valido un atto in grado di produrre effetti giuridici; ovviamente per ogni tipo di atto il legislatore ha tipizzato un modello astratto al quale bisogna necessariamente attenersi pena linvalidit dellatto stesso. Un atto invalido ha come conseguenza la nullit, linammissibilit ovvero linutilizzabilit. LA NULLITA Nel codice vi il principio di tassativit della nullit le ipotesi di nullit sono solo quelle previste dalla legge (art. 177 c.p.p.). Preliminarmente bisogna distinguere tra le nullit di ordine generale previste dal codice in via generale ed astratta e le nullit speciali previste in leggi speciali.
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NULLITA GENERALI Le nullit generali sono previste dallart. 178 c.p.p. esse riguardano: 1. L condizioni di capacit del giudice ed il numero dei giudici per costituire i collegi (art. 178 c.p.p. lett. a) 2. Liniziativa del PM nellesercizio dellazione penale o la sua partecipazione al procedimento (art. 178 c.p.p. lett. b) 3. Lintervento, la rappresentanza e lassistenza dellimputato e delle altre parti parti private nonch la citazione in giudizio della persona offesa dal reato e dal querelante (art. 178 c.p.p.lett.c). Nellambito delle nullit generali distinguiamo le nullit assolute, le nullit a regime intermedio e le nullit relative. NULLITA ASSOLUTE Le nullit assolute sono previste dallart. 179 c.p.p. esse riguardano: 1. I casi previsti dallart. 178 lett.a c.p.p. ( ossia le condizioni di capacit del giudice; es. un giudice che non sia laureato in giurisprudenza configura unipotesi di nullit generale assoluta) 2. Liniziativa del pubblico ministero nellesercizio dellazione penale come previsto dalla prima parte dellart. 178 lett.b c.p.p. (es. lesercizio dellazione penale esclusivo compito del pubblico ministero) 3. Omessa citazione dellimputato o assenza del suo difensore nei casi in cui ne obbligatoria la presenza (es. lomesso indicazione nel decreto che dispone il giudizio del luogo ove si terr ludienza)
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La caratteristica di tali nullit, consiste nel fatto che esse possono essere rilevate, anche dufficio, in ogni stato e grado del processo; inoltre esse sono insanabili. NULLITA ASSOLUTE A REGIME INTERMEDIO Queste nullit sono previste dallart. 180 c.p.p. esse costituiscono una ipotesi residuale delle nullit assolute, tali nullit derivano quindi: 1. Dalla mancata partecipazione, quando sia necessaria, del pubblico ministero al procedimento (es. vi una richiesta di revoca di una misura cautelare da parte dellimputato fatta al gip, questultimo prima di decidere deve portare tale richiesta a conoscenza del pubblico ministero affinch emetta parere in ordine alla richiesta presentata dallimputato. Nel caso in cui il gip decidesse senza preventivamente comunicare al pubblico ministero tale richiesta la susseguente ordinanza nulla ai sensi degli artt. 178 1 comma lett.b 2.Lintervento, la rappresentanza e lassistenza dellimputato e delle altre parti parti private, nonch la citazione a giudizio della persona offesa dal reato e del querelante (es. la polizia giudiziaria su delega del pubblico ministero deve eseguire unispezione in tal caso essa deve avvertire il difensore con un anticipo di almeno 24 ore di modo da consentirgli di assistere alla ispezione. Se la polizia non avverte il difensore allora tale mancanza causa di nullit dellatto compiuto e di quelli successivi). 178 lett.c c.p.p.) Anche le nullit a regime intermedio possono essere rilevate sia ex officio, sia ad eccezione di parte, ma la differenza sostanziale con quelle assolute consiste nel fatto che quelle a regime intermedio sono sottoposte a termini di decadenza,
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ossia esse non possono pi essere pi rilevate e dedotte dopo la sentenza di primo grado ( in tal caso si tratta di nullit che si sono verificate o durante le indagini preliminari ovvero durante ludienza preliminare) ovvero se si sono verificate nel corso del giudizio dopo la deliberazione della sentenza di grado successivo. NULLITA RELATIVE Le nullit relative sono previste dallart. 181 c.p.p. e sanzionano vizi di minore gravit diversi da quelli codificati dallart. 178 c.p.p., si tratta di vizi previsti da norme specifiche. A differenza delle nullit intermedie e di quelle assolute quelle relative sono solo di ordine speciale, cio nascono da tassative previsioni di legge. Il loro regime totalmente differente rispetto a quelle assolute ed a quelle a regime intermedio: innanzitutto esse non possono essere rilevate ex officio bens sono rilevabili solamente ad eccezione di parte, e sono sottoposte a termini perentori per la loro rilevabilit: 1. Per le nullit concernenti gli atti compiuti nella fase delle indagini preliminari, dellincidente probatorio e nelludienza preliminare esse devono essere eccepite prima che sia pronunciato il decreto che dispone il giudizio da parte del gup. 2. Per le nullit concernenti il decreto che dispone il giudizio ovvero gli atti preliminari al dibattimento devono essere eccepite entro il termine previsto dallart. 491 c.p.p. ( ossia entro il termine per sollevare, nel dibattimento, le

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c.d. questioni preliminari); entro questo termine vanno anche riproposte le questioni di nullit eventualmente respinte dal gup. 3. Le nullit concernenti il giudizio devono essere eccepite impugnando la relativa sentenza. Importante lart. 182 c.p.p., tale disposizione stabilisce che le nullit a regime intermedio e quelle relative non possono essere rilevate da chi vi ha dato causa ovvero a concorso a darvi causa (es. la parte che nel processo assuma come testimone un soggetto che in quello stesso processo stato gi ausiliario del pubblico ministero, non potr poi eccepire la nullit della testimonianza); inoltre tali nullit possono essere fatte valere solamente dalla parte che ha interesse a rilevare tale nullit. Bisogna inoltre sottolineare che sia le nullit a regime intermedio che le nullit relative sono sanabili, ci previsto dallart. 183 c.p.p.; infatti tale norma ci informa che la sanatoria pu avvenire o tramite lacquiescenza allorquando la parte interessata accetta, espressamente o tacitamente, gli effetti pratici dellatto nullo, ovvero leffetto sanante discende dal conseguimento dello scopo a cui latto nullo preordinato. Altro tipo di sanatoria quella prevista dallart. 184 c.p.p. la quale riguarda specificamente le nullit delle citazioni ovvero delle relative notificazioni e comunicazioni. Tale sanatoria avviene o attraverso una esplicita rinuncia a comparire della parte che avrebbe interesse a chiedere la nullit della citazione ovvero mediante la comparizione personale e volontaria della parte interessata.
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In ultima analisi bisogna spiegare quali sono le conseguenze che derivano dalla pronunzia di nullit di un atto; la nullit di un atto rende invalidi gli atti consecutivi che dipendono da quello dichiarato nullo art. 185 c.p.p. (es. la nullit del decreto che dispone il giudizio rende invalido il processo che ne consegue). Inoltre la nullit comporta la regressione del processo allo stato ed al grado nel quale latto nullo stato compiuto (es. la nullit del decreto che dispone il giudizio comporta la regressione del processo alludienza preliminare). Altre forme di invalidit degli atti meno gravi della nullit sono:

LINUTILIZZABILITA DEGLI ATTI La quale una forma di invalidit che va ad incidere solamente sugli atti a contenuto probatorio, infatti linutilizzabilit investe non gi latto in s per s quanto piuttosto il suo valore probatorio. LINAMMISSIBILITA DEGLI ATTI Va ad incidere sulle richieste delle parti che risultano viziate quanto alla forma, all oggetto, o alla parte legittimata a proporle.

Negli anni 70 Giovanni Conso ha cercato di riorganizzare lambito della patologia processuale, respingendo ipotesi come lannullamento e facendo riferimento allo schema del potere-atto-scopo. Ne deriva che le fattispecie di cui allart. 606 co.1 lett. c rilevano sotto laspetto dellatto: la nullit come conseguenza della violazione della legalit dellatto; linammissibilit come conseguenza del mancato rispetto della tipicit della domanda (riguarda quindi il contenuto dellatto);
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la decadenza come conseguenza del mancato rispetto dei termini richiesti per il compimento dellatto; linutilizzabilit (art. 191) come mancata accettazione di un mezzo di prova. Esempio di inutilizzabilit: perquisizione effettuata senza autorizzazione. Al riguardo Cordero ha concepito la teoria dei frutti dellalbero malato, secondo la quale linutilizzabilit delle prove ottenute con la perquisizione non inficia la possibilit di disporre un sequestro.

Altre tre fattispecie individuate da Conso, invece, rilevano sotto il profilo del potere: linesistenza come conseguenza dellassoluta mancanza di potere; labnormit come conseguenza di una violazione della competenza funzionale; lannullamento come forma di invalidit alternativa alla nullit. Il discorso sullannullamento va approfondito. Se si pensasse che annullamento fosse uguale alla nullit, si avrebbe unestensione della disciplina della nullit allannullamento; ma non si capirebbe perch il legislatore parli di annullamento. Secondo RICCIO, lannullamento non una sanzione in senso tecnico, ma un potere. Esso cio riguarda un comportamento, non latto (come la nullit). Nellart. 24 (decisione del giudice di appello sulla competenza), ad esempio, troviamo lattribuzione di un potere.

LE NOTIFICAZIONI La notifica ha lo scopo di portare a conoscenza della parte latto che la riguarda, vi sono vari tipi di notifica a seconda del soggetto destinatario; per cui avremo la notifica allimputato, al difensore, alla parte civile, al pubblico ministero etc. etc. Lorgano che esegue le notifiche di solito lufficiale giudiziario, ma vi possono essere dei casi nei quali la notifica eseguita da soggetti differenti (giudice, pubblico ministero, difensore) Per compiere gli atti di solito vi sono dei TERMINI oltre i quali non pi possibile il compimento degli stessi: TERMINI DILATORI

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Sono quei termini prima dei quali non possibile compiere un atto (es. il termine che intercorre tra il decreto che dispone il giudizio e la prima udienza dibattimentale) TERMINI ACCELLERATORI Sono quei termini che indicano la spazio di tempo entro il quale un atto pu validamente essere compiuto.Tali termini si distinguono in: 1. Termini perentori e sono quei termini scaduti i quali non pi possibile compiere latto (es. si pensi alla possibilit di rilevare lincompetenza territoriale non oltre il termine di cui allart. 491 c.p.p.) 2. Termini ordinatori il mancato rispetto dei quali non comporta sanzioni processuali di sorta (es. si pensi al mancato rispetto da parte del giudice per quanto riguarda il deposito della sentenza). OBBLIGO DELLIMMEDIATA DECLARATORIA DELLE CAUSE DI NON PUNIBILITA ( art. 129 cpp ). Il comma 1 dellart. 129 contiene la regola secondo cui il giudice, in ogni stato e grado del processo, quando riconosca che il fatto contestato allimputato non sussista o che lo stesso non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato o che non previsto dalla legge come reato ovvero che il reato si estinto o che manca una condizione di procedibilit, lo dichiara con sentenza. Il comma 2 poi specifica che il giudice, qualora ricorra una causa di estinzione del reato, ma dagli atti risulta evidente che il fatto contestato allimputato non sussista o che lo stesso non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato ovvero che non

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previsto dalla legge come reato pronuncia sentenza di assoluzione o di non luogo a procedere con la formula prescritta. In altre parole lart. 129 presuppone che lazione penale sia stata esercitata e che quindi va arrestata appena emerge la possibilit di pronunciare sentenza di proscioglimento; se si verifica una delle condizioni previste dal primo comma dellart.129 al giudice precluso il compimento di qualsiasi attivit anche se finalizzata ad ottenere una formula pi favorevole. Tuttavia il comma 2 fissa una regola di prevalenza, in forza della quale in presenza di una causa di estinzione del reato il giudice obbligato ad applicare una formula pi favorevole allimputato ove ci risulti evidente dagli atti. Lordine progressivo delle cause indicate nel comma 2 indica quale deve essere applicata con priorit rispetto ad un'altra; per cui si va dalla formula pi favorevole a quella meno favorevole.

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LE MISURE CAUTELARI

Talvolta allinterno di un procedimento penale si avverte la necessit di anticipare le conseguenze di una eventuale sentenza di condanna da parte del giudice; in tal senso ecco che pu aversi lapplicazione delle c.d. misure cautelari le quali hanno come scopo appunto quello di anticipare gli effetti, nei confronti dellimputato, di una sentenza di condanna. La disciplina della libert personale prende spunto da una serie di principi costituzionali: la Costituzione pone la persona al centro di una serie di principi. Innanzitutto lart 2 Cost. afferma linviolabilit dei diritti delluomo sia come singolo che nelle formazioni sociali ove si realizza la sua personalit. Tale norma costituisce una clausola aperta ad altri valori. E cos tale norma diventa anche una norma centrale in tema di libert personale dellimputato vista la sua natura inviolabile. Se letta in combinazione con lart. 27 della Cost. comma 2 e 3 essa libera dai limiti derivanti dallart 13 Cost. Lart. 13 della Cost. svolge un ruolo centrale in materia di libert : infatti comincia con la dichiarazione di inviolabilit della stessa. Il principio dellart 13 si coniuga bene con quello dellart. 2 della Cost perch entrambi riferiscono il diritto alla tutela della libert personale a tutte le situazioni connesse allo sviluppo della persona. Nel comma 2 dellart. 13 della Cost. si afferma che le restrizioni della libert sono possibili nei casi previsti dalla legge e con atto motivato dellautorit giudiziaria.
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Erroneamente si parlato di giurisdizionalizzazione delle misure cautelari in riferimento allart. 13 della Cost., ma in realt ci si deve riferire allart. 111 comma 7 Cost. Lart. 111 comma 7 Cost. ha la funzione di sottolineare lesigenza di giurisdizionalizzazione dei provvedimenti incidenti sulla libert personale, cio che i provvedimenti restrittivi della libert personale devono essere emessi dal giudice; leggendo tale articolo congiuntamente allart. 13 della Cost. si ricava che questultimo dove si riferisce ad atto motivato dellautorit giudiziaria intende rifersi a restrizioni della libert minori quali ispezioni, perquisizioni etc. che possono esser disposti anche dal PM. Lart. 27 della Costituzione esprime il cd. Principio di NON COLPEVOLEZZA secondo il quale limputato non colpevole fino alla sentenza definitiva di condanna; a livello delle Carte Internazionali si parla invece di presunzione di innocenza; ora la differenza tra le due minima, solamente che parlare di presunzione di non colpevolezza ci permette di colmare quel vuoto di fini che si era creato con lart. 13 della Cost. Infatti, in virt di tale principio possibile sulla base di elementi, anche gravi, a sostegno dellaccusa limitare la libert personale del soggetto. I principi che regolano lapplicazione delle misure cautelari sono: il primo quello della giurisdizionalizzazione nel senso che le stesse possono essere applicate solo previo provvedimento del giudice, ed inoltre lo stesso giudice che deve decidere circa il loro mantenimento; secondo quello della tassativit nel senso che le misure cautelari sono solamente quelle previste dalla legge ed in particolare dallart. 272
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cpp; il terzo quello della c.d. domanda cautelare nel senso che il giudice pu disporre lapplicazione della misura cautelare, ovvero la sostituzione di quella in atto con altra pi gravosa, solamente a seguito di esplicita richiesta da parte del pubblico ministero. Le misure cautelari si distinguono in misure cautelari personali, le quali vanno ad incidere direttamente sulla persona, e misure cautelari reali, le quali vanno ad incidere sul patrimonio della persona. MISURE CAUTELARI PERSONALI Tali misure cautelari si distinguono in misure cautelari personali coercitive, le quali vanno ad incidere sulla libert della persona, e sono: 1. Custodia cautelare in carcere 2. Arresti domiciliari 3. Custodia cautelare presso luogo di cura 4. Divieto di espatrio 5. Lobbligo di presentazione alla polizia giudiziaria 6. Lallontanamento dalla casa familiare 7. lobbligo o il divieto di dimora Ed in misure cautelari interdittive le quali interdicono lesercizio di una specifica attivit o funzione, e sono: 1. Sospensione dallesercizio della potest dei genitori 2. La sospensione dallesercizio di un pubblico ufficio o servizio

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3. Il divieto temporaneo di esercitare determinate attivit professionali o imprenditoriali Al fine di poter applicare qualsiasi misura cautelare il giudice deve accertarsi che sussistono i presupposti per lapplicazione delle stesse, tali presupposti sono: GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA Per quanto riguarda i gravi indizi lart. 273 c.p.p. stabilisce, innanzitutto, che non possibile applicare alcuna misura cautelare se il reato stato compiuto in presenza di una causa di giustificazione ovvero in presenza di una causa di estinzione del reato. La norma in esame individua nei gravi indizi di colpevolezza i presupposti in presenza dei quali pu essere applicata una misura cautelare. Il termine indizio assume un significato diverso da quello dellart. 192 cpp: qui con il termine indizio ci si riferisce alle risultanze dellindagine che non possono assumere il termine prove perch non c ancora stato il vaglio del dibattimento. Mentre il termine cautelare considera tutti gli elementi capaci di dimostrare la responsabilit penale, anche se solo in chiave probabilistica. La gravit va invece intesa sia in termini quantitativi che qualitativi, nel senso che gli elementi raccolti devono raggiungere un tale livello di consistenza tale da far ritenere che il soggetto nei cui confronti si dirigono sia responsabile. Tra le condizioni in presenza delle quali va applicata una misura cautelare vi rientra anche il limite di pena, nel senso che vi sono dei limiti al di sotto dei quali non possibile applicare una misura cautelare. ( vedi dopo ). ESIGENZE CAUTELARI
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Le condizioni indicate dallart. 273 cpp sono elementi necessari ma non sufficienti, occorrono infatti anche le esigenze cautelari. Le esigenze cautelari sono disciplinate dallart. 274 c.p.p. , in questo articolo sono considerate tre diverse esigenze: 1. Quando vi un concreto ed attuale pericolo in relazione alla genuinit della prova art. 274 lett.a c.p.p. (lapplicazione di una misura cautelare avente questa esigenza rappresenta lunico caso nel quale il giudice deve indicare nellordinanza applicativa la durata della stessa). Tale pericolo detto di inquinamento probatorio, nel senso che si vuole evitare il compimento di atti da parte dell indagato che ledano la genuinit delle prove. Il pericolo deve essere concreto ed attuale. 2. Quando limputato si dato alla fuga o sussiste concreto pericolo di fuga art. 274 lett.b c.p.p. 3. Quando sussiste pericolo concreto che la persona sottoposta alle indagini ovvero limputato commetta un grave delitto con uso di armi o con altri mezzi di violenza personale, ovvero compia delitti di criminalit organizzata della stessa specie art. 274 lett.c c.p.p. Questa esigenza meglio conosciuta con il termine di PERICOLOSITA SOCIALE. Questa ultima esigenza quella che ha dato luogo a maggiori dibattiti in dottrina : il problema nasce dal fatto che la norma nella sua formulazione letterale molto generica, infatti il pericolo dovrebbe risultare da una situazione concreta che permette di fondare un

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giudizio in tal senso. Quindi giocano un ruolo importante limparzialit del giudice e la terziet. Bisogna chiarire che al fine di applicare una misura cautelare non necessario che concorrano tutte le esigenze cautelari sopra descritte, essendo sufficiente la presenza di una sola tra le esigenze indicate. Lapplicazione di una qualsiasi misura cautelare coercitive presuppone inoltre anche dei limiti di pena; per meglio intenderci lart. 280 c.p.p. stabilisce che le misure coercitive possono essere applicate solamente per quei reati puniti con la pena dellergastolo o della reclusione superiore nel massimo a 3 anni. Se ritratta di custodia cautelare in carcere allora il reato, per consentire lapplicazione della misura cautelare, deve essere punito con la pena dellergastolo ovvero con la reclusione non inferiore a 4 anni. Per quanto invece riguarda le misure cautelari interdittive esse possono applicarsi solamente quando si tratti di un reato punito con la pena dellergastolo ovvero della reclusione superiore nel massimo a 3 anni. Al fine di applicare una misura cautelare il giudice procedente deve tenere conto di due principi fondamentali, quelli delladeguatezza e dalla proporzionalit (art. 275 c.p.p.). Per quanto riguarda il primo, il giudice deve adeguare la misura cautelare alle esigenze concrete scaturenti dal tipo di reato compiuto, in tal senso la custodia in carcere costituisce, in una immaginaria scala di valori, lextrema ratio tra le misure applicabili.
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Per quanto invece riguarda la proporzionalit il giudice prima di applicare una misura cautelare deve fare un bilanciamento tra la gravit del fatto e lentit della sanzione che, presumibilmente, per quel reato verr irrogata allimputato ritenuto colpevole. Per quanto riguarda il giudice competente ad emettere la misura cautelare, lart. 279 c.p.p. ci informa che sempre il giudice che procede (per cui se ci si trova nella fase delle indagini preliminari allora sar il gip; se ci si trova in dibattimento allora sar il giudice del dibattimento etc. etc.). Bisogna ora sottolineare come si svolge il procedimento che porta allapplicazione di una misura cautelare: PROCEDIMENTO APPLICATIVO DELLE MISURE CAUTELARI Lapplicazione di una misura cautelare viene sempre richiesta dallorgano che in quella fase organo di accusa ( pubblico ministero, procuratore generale etc. etc.)2; il giudice procedente deve sempre valutare, prima di applicare la misura richiesta, se sussistono i gravi indizi e le esigenze cautelari. Nel momento in cui ritiene sussistenti i presupposti di cui sopra (gravi indizi ed esigenze cautelari) emette ordinanza applicativa della misura cautelare; in questa ordinanza, a pena di nullit devono essere indicate: tutte le generalit dellimputato; i gravi indizi e le esigenze cautelari, motivando circa i fatti concreti sui quali gravi indizi ed esigenze si poggiano; la fissazione della data di scadenza della misura ( se lesigenza considerata quella di cui allart. 274 lett.a c.p.p.); la data
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e la

Lorgano di accusa nella richiesta ha il dovere anche di indicare eventuali elementi a favore dellindagato, o imputato, che potrebbero valere ad evitare lapplicazione della misura cautelare.

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sottoscrizione del giudice; ed inoltre il giudice deve indicare anche perch gli elementi portati a favore dellindagato, o imputato, da parte dellaccusa non sono stati ritenuti rilevanti. Una volta applicata la misura cautelare, la persona ad essa sottoposta deve essere interrogata dal giudice che ha emesso tale misura (art. 294 c.p.p.) Tale interrogatorio chiamato di GARANZIA. Il motivo di tale interrogatorio consiste nel fatto che la misura cautelare viene emessa senza che vi sia un contraddittorio tra le parti per cui necessario che la persona sottoposta alla misura abbia comunque la possibilit di difendersi, ed il giudice constatare di persona la reale sussistenza delle esigenze cautelari. Linterrogatorio deve avvenire entro termini ben precisi: 1. Se la misura applicata quella della custodia cautelare in carcere allora linterrogatorio deve avvenire entro 5 giorni dallapplicazione della misura. 2. Per qualsiasi altra misura, coercitiva o interdittiva, linterrogatorio deve avvenire entro 10 giorni dallapplicazione della misura. A questa regola generale fa eccezione la misura interdittiva della sospensione

dallesercizio di un pubblico ufficio o servizio in quanto in questo caso linterrogatorio del giudice deve procedere leventuale applicazione della misura cautelare. Le misure cautelari sono sottoposte a dei termini scaduti i quali la misura perde efficacia.

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TERMINI DI DURATA DELLE MISURE CAUTELARI Ovviamente le misure cautelari non possono durare in eterno perci il legislatore ha previsto dei termini ben precisi scaduti i quali, come gi detto, la misura cautelare perde efficacia. Il codice stabilisce la durata massima delle misure cautelari sia coercitive che interdittive; per le quali individua un termine di fase (es. la fase delle indagini preliminari, la fase del dibattimento, etc. etc.), facente riferimento ad ogni singola fase processuale, ed un termine finale che non pu mai essere complessivamente superato. Particolare attenzione il codice dedica alla custodia cautelare in carcere in quanto vi dedica una disciplina precisa art. 303 c.p.p. in queste due norme il legislatore specifica analiticamente i vari termini suddistinguendoli, a seconda del reato e a seconda delle pena prevista, fase per fase e stabilendo termini finali. I termini possono essere prorogati (art. 305 c.p.p.) ci allorquando nel corso del processo di merito disposta una perizia sullo stato di mente dellimputato; ovvero quando, nel corso delle indagini preliminari, i termini sono prossimi a scadere e sussistono gravi esigenze cautelari che portano il pubblico ministero a chiedere la proroga dei termini. In tali casi il pubblico ministero chiede la proroga ed il giudice procedente decide con ordinanza, sentito il difensore. I termini possono anche essere sospesi in una serie di casi previsti dallart. 304 c.p.p., tra i quali: rinvio del dibattimento per impedimento dellimputato o del
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difensore, ovvero durante il tempo necessario per il deposito della motivazione della sentenza. Ovviamente la sospensione va ad incidere sui termini sia di fase che finali aumentandoli. Infine lart. 308 c.p.p. prevede i termini di durata massimi per le misure coercitive diverse dalla custodia cautelare e per le misure interdittive. In caso di trasgressione della misura imposta il giudice pu disporre la sostituzione o il cumulo con altra pi grave, tenuto conto dellentit , dei motivi e delle circostanze della violazione ( art. 276 cpp ). Tale principio costituisce una deroga al principio della domanda contenuto nellart. 299 cpp ; infatti in questo caso il giudice pu sostituire o cumulare la misura cautelare anche senza richiesta o parere del PM. Le misure cautelari possono anche essere revocate, sostituite o possono estinguersi.

REVOCA E SOSTITUZIONE DELLE MISURE CAUTELARI La revoca e la sostituzione sono previste dallart. 299 c.p.p..

La revoca consiste nelleliminazione della misura cautelare applicata allorquando vengono meno i presupposti che ne avevano giustificato lapplicazione. La sostituzione invece prevede una modifica della misura cautelare originariamente applicata. Tale modifica per pu essere tanto migliorativa quanto peggiorativa della misura cautelare applicata. I soggetti che intervengono nel procedimento di modifica o revoca sono: Il giudice. Il pubblico ministero, lindagato, o imputato, ed il suo difensore. Lunico soggetto
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che pu decidere ovviamente sempre il giudice il quale pu revocare o sostituire la misura cautelare dopo assunto linterrogatorio della persona sottoposta alla restrizione, ovvero quando deve decidere sulla richiesta di proroga avanzata dal pubblico ministero. Per quanto riguarda le altre parti. Se la richiesta avanzata dallimputato personalmente o tramite difensore, il giudice dovr decidere entro 5 giorni dalla richiesta previo parere del pubblico ministero che deve essere emesso entro 2 giorni dalla richiesta3. Per quanto riguarda la richiesta del pubblico ministero, la quale sar presumibilmente di sostituzione peggiorativa, il giudice se ritiene che le esigenze cautelari risultano aggravate sostituisce la misura cautelare in atto con altra pi gravosa.

ESTINZIONE DELLE MISURE CAUTELARI Le misure cautelari possono estinguersi per effetto della pronunzia di determinate sentenze (es. si pensi al caso in cui il gup emetta sentenza di non luogo a procedere, ovvero nel caso in cui vi sia una sentenza di assoluzione nel corso del dibattimento) ovvero per lo scadere dei termini di fase o massimi, in questo il pubblico ministero ha la possibilit di richiedere o lapplicazione o della stessa misura cautelare o di altra misura cautelare, se comunque continuano a sussistere le esigenze cautelari che hanno giustificato lapplicazione della misura estinta.
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Il parere del pubblico ministero non vincolante per il giudice, il quale pu tranquillamente decidere in maniera difforme dal parere espresso dal p.m.

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Ancora, comporta lestinzione della misura cautelare, in particolar modo quella stabilita per esigenze probatorie, il venir meno del termine indicato nellordinanza dal giudice al momento dellapplicazione della stessa. Infine si ha estinzione anche nel caso in cui sia stato omesso linterrogatorio di garanzia.

LA RIPARAZIONE PER INGIUSTA DETENZIONE Essa prevista nel caso in cui ad un soggetto sia stata applicata la misura della custodia cautelare, e lo stesso sia stato successivamente prosciolto con sentenza definitiva perch il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto, perch il fatto non previsto dalla legge come reato. In tali casi il soggetto ha diritto ad unequa riparazione per il periodo in cui stato detenuto (art. 314 1comma c.p.p.). Il 2 comma dello stesso articolo prevede la possibilit di ottenere lingiusta detenzione per quel soggetto, prosciolto per qualsiasi causa o condannato, nei confronti del quale stato emesso o mantenuto un provvedimento cautelare senza che sussistessero le condizioni di applicabilit previste dagli artt. 273 280 c.p.p.

La parte lesa pu chiedere che sia risarcita, giudice competente la Corte di Appello del luogo in cui a sede il giudice che ha emesso la sentenza o il provvedimento divenuto esecutivo.

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MISURE CAUTELARI REALI Come detto in precedenza le misure cautelari reali vanno ad incidere sul patrimonio del soggetto ad esse sottoposto, esse sono: 1. Sequestro preventivo 2. Sequestro conservativo Il Sequestro preventivo tale sequestro ha ad oggetto una cosa pertinente al reato tutte le volte in cui la sua disponibilit potrebbe aggravare le conseguenze del reato stesso oppure agevolare il compimento di altri reati. In tal caso il pubblico ministero effettua richiesta di sequestro al giudice che procede il quale verifica che sussistano le condizioni previste dallart. 321 1 comma c.p.p. ed emette decreto applicativo del sequestro. Durante la fase delle indagini preliminari se non possibile attendere il decreto del giudice allora il sequestro pu essere disposto, con decreto motivato, direttamente dal pubblico ministero, nelle stesse condizioni possono provvedere anche gli ufficiali ed agenti della polizia giudiziaria i quali nelle successive 48 ore devono trasmettere il verbale di sequestro al p.m. del luogo in cui il sequestro avvenuto. Successivamente, entro le successive 48 ore che decorrono dal momento in cui avvenuto il sequestro, se disposto dallo stesso p.m., ovvero da quando il p.m. riceve il verbale di sequestro, se disposto dalla polizia giudiziaria, il pubblico

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ministero deve chiedere, al giudice, la convalida del sequestro eseguito e lemissione del decreto di sequestro. Il giudice procedente emette nei successivi 10 giorni ordinanza, con la quale convalida il sequestro gi avvenuto, e decreto, che consiste nel provvedimento cautelare reale vero e proprio. Il sequestro conservativo interviene quando vi la fondata ragione di ritenere che possano andare disperse o che vengano a mancare le garanzie per il pagamento della pena pecuniaria a seguito di condanna in giudizio (art. 316 c.p.p.) A chiedere il sequestro pu essere il pubblico ministero o la parte civile; esso pu avvenire solamente nel processo di merito, quindi escluso sia durante le indagini preliminari che durante il giudizio di legittimit. Presupposti del sequestro conservativi sono: 1. Il fumus boni iuris ossia lesistenza dellimputazione 2. Il periculum in mora ossia la possibilit di disperdere o di sottrazione dei beni atti a garantire il credito LE IMPUGNAZIONI DELLE MISURE CAUTELARI PERSONALI Avverso lordinanza che applica una qualsivoglia misura cautelare personale possibili, oltre al ricorso per Cassazione (art. 311 c.p.p.), anche il duplice rimedio del riesame e dellappello, v subito da fare una considerazione preliminare, cio bisogna dire che sia il riesame che lappello si svolgono entrambi innanzi allo stesso giudice ossia il Tribunale del riesame presente nel capoluogo del distretto di Corte di Appello nel quale stata emessa la misura.
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IL RIESAME Il riesame pu essere proposto nei confronti delle ordinanze che dispongono una misura coercitiva (art. 309 c.p.p.), lo scopo quello di verificare se sussistono o meno i presupposti che giustificano il provvedimento cautelare. Soggetti legittimati a chiedere una pronunzia del tribunale sono lindagato, o imputato, ed il suo difensore. Caratteristica del procedimento di riesame e che non necessaria la presentazione dei motivi di gravame (cio la richiesta di riesame non deve essere motivata dalle parti), dal momento che si decide sullo status libertatis del soggetto. Il primo passo consiste nel, proporre la richiesta di riesame entro 10 giorni dallesecuzione o notifica, allimputato, del provvedimento cautelare. Il secondo passo per addivenire alla pronuncia la trasmissione degli atti da parte del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato al tribunale del riesame che deve decidere, il codice prevede che tale trasmissione deve avvenire nel termine perentorio di 5 giorni che decorrono dal momento nel quale presentata istanza di riesame. Successivamente il tribunale fissa ludienza e fa notificare avviso, almeno 3 giorni prima delludienza, allimputato e al suo difensore ed anche al pubblico ministero.

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Successivamente entro 10 giorni dalla ricezione degli atti il tribunale, a seguito di udienza in camera di consiglio, deve decidere, con ordinanza, se confermare, riformare, solamente in melius, ovvero annullare la misura cautelare applicata. Tutti i termini nel riesame sono perentori. Contro questa ordinanza ammissibile il ricorso in Cassazione. LAPPELLO I provvedimenti che possono essere sottoposti al giudizio di appello innanzi al Tribunale del riesame sono le ordinanze relative a misure cautelari diverse da quelle assoggettabili a riesame (per cui non possibile proporre appello avverso unordinanza che applica una misura cautelare coercitiva) (art. 310 c.p.p.) Per cui per quanto riguarda le ordinanze per le quali proponibile appello esse sono: 1. Ordinanze che applicano una misura interdittiva 2. Ordinanze che decidono sulla richiesta di sostituzione o revoca di una misura cautelare gi in atto (es. il difensore chiede al gip la revoca della misura della custodia cautelare nei confronti del proprio assistito. Il gip, sentito anche il parere del pubblico ministero, rigetta la richiesta del difensore. Avverso lordinanza di rigetto del gip il difensore ha come rimedio quello di esperire appello al Tribunale del riesame) Altri numerosi esempi possibile effettuare relativamente ai provvedimenti appellabili, ma quello che importante apprendere che il giudizio di appello al

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Tribunale del riesame ha un carattere residuale rispetto al procedimento di riesame vero proprio. Per quanto riguarda i soggetti che possono proporre appello abbiamo: il pubblico ministero presso il giudice che ha emesso il provvedimento impugnato, allindagato, o imputato, ed al suo difensore. A differenza del riesame devono essere indicati i motivi a pena di inammissibilit; quindi la cognizione del giudice di appello limitata ai punti della decisione indicati nei motivi. Per quanto riguarda il procedimento, esso in larga misura simile a quello previsto per il riesame; il termine per proporre appello di 10 giorni che decorrono dalla notificazione o dalla comunicazione o dallavviso di deposito dellatto. La domanda di appello deve essere motivata, questa una differenza rispetto al riesame nel quale la domanda non necessariamente deve essere motivata. Anche in tale procedura devono essere trasmessi al giudice di appello gli atti di cui ha tenuto conto il gip nel provvedimento impugnato, solamente che in questo caso non vi un termine perentorio oltre il quale, in caso di mancato rispetto, decade la misura. Lavviso delludienza deve essere dato alle parti almeno 10 giorni prima della stessa. Il procedimento avviene in camera di consiglio e la decisione deve avvenire entro 20 giorni dalludienza e tale termine non perentorio.
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A differenza che nel riesame, in appello gli unici provvedimenti che possono essere emessi sono: o la riforma dellordinanza impugnata ovvero la conferma della stessa. Anche avverso lordinanza emessa in sede di appello ammesso ricorso in Cassazione. LE IMPUGNAZIONI DELLE MISURE CAUTELARI REALI Anche per le misure cautelari reali sono previsti il riesame e lappello. Per quanto riguarda il sequestro conservativo lart. 318 c.p.p. prevede come possibili impugnazioni solamente il riesame ed il ricorso per Cassazione. Per quanto riguarda il riesame v da dire che il procedimento non si discosta particolarmente da quello previsto per le misure cautelari, lunica sostanziale differenza riguarda i soggetti legittimati a proporre riesame, in quanto essi sono tutti coloro che hanno interesse a ci; per cui non concesso di proporre riesame al pubblico ministero ed alla parte civile. Avverso il provvedimento del Tribunale del riesame ammissibile il ricorso per Cassazione. Per quanto invece riguarda il sequestro preventivo oltre al riesame ed al ricorso per Cassazione ammesso anche il giudizio di Appello innanzi al Tribunale del riesame. Riassumendo le differenze tra il riesame delle misure cautelari personali ed il riesame delle misure cautelari reali esse ultime:
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consistono nel fatto che in queste

1. La legittimazione a proporre la richiesta di riesame

spetta, oltre che

allindagato, o imputato, ed al suo difensore anche alla persona alla quale il bene stato sequestrato o che ha diritto alla restituzione nel caso di sequestro preventivo; ovvero, nel caso di sequestro conservativo, alla persona che ha interesse. 2. La trasmissione degli atti allautorit giudiziaria non deve essere effettuata nel breve termine di 5 giorni previsto per il riesame delle misure personali 3. Il Tribunale del riesame pu mantenere il sequestro rinviando la controversia al giudice civile laddove sia stata contestata la propriet del bene soggetto a vincolo.

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LE INDAGINI PRELIMINARI

Le indagini preliminari costituiscono la fase procedimentale che precede leventuale richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero. Laggettivo PRELIMINARE indica il complesso di attivit che compie il PM, direttamente o a mezzo di PG per verificare se sussistono o meno, in relazione ad un certo fatto, le condizioni per lesercizio dellazione penale. Con la legge del 2000 n. 397 sono state previste le indagini difensive cio viene data la possibilit al difensore di svolgere indagini a favore del proprio assistito, anche avvalendosi di propri investigatori. La fase delle indagini preliminari caratterizzata dal segreto investigativo per singoli atti di indagine individuati dallarticolo 329, che viene rispettato attraverso il divieto di pubblicazione. Questo segreto subisce : sia una deroga disposta dal PM quando sia necessario per la prosecuzione delle indagini; sia una ultrattivit sempre per la medesima necessit, quando il PM dispone per atti di indagine non pi segreti, la segretazione con decreto motivato e con il consenso dellimputato. Le indagini rappresentano una fase procedimentale e non processuale perch non ancora stata esercitata lazione penale, quindi manca il rapporto processuale tra giudice PM ed imputato. Tuttavia la giurisdizione si individua nellarticolo 328 che ha ad oggetto il GIP il quale ha competenza funzionale limitandosi allemanazione solo di alcuni atti ed interviene per dirimere i conflitti intersoggettivi tra PM e difesa. Il dominus delle indagini il PM che ex 370: personalmente o avvalendosi della pg compie le attivit di indagine. Per le indagini da compiersi fuori dalla circoscrizione del proprio tribunale, il PM procedente pu delegare il PM di altro tribunale che per ragioni urgenti procedere anche di propria iniziativa.

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Nellambito delle indagini preliminari il GIP (giudice PER le indagini preliminari, e non DELLE ) interviene solamente a richiesta del pubblico ministero, della persona sottoposta alle indagini ovvero della persona offesa dal reato, al fine di compiere determinati atti. La giurisdizione del gip particolare, in quanto si tratta di un giudice che interviene in una fase del procedimento nel quale non stata ancora esercitata lazione penale, e non detto che essa venga esercitata, per cui appare corretto parlare del gip come di un giudice di garanzia e di controllo: di garanzia della libert personale, dellinviolabilit del domicilio e di tutte le libert costituzionalmente garantite; di controllo della legittimit dellattivit di accusa. Le indagini preliminari prendono spunto dalla c.d. notizia criminis; tale notizia pu essere o specifica, se il reato stato commesso da una o pi persone specificate, ovvero generica, se non noto lautore del reato. Le notizie di reato si distinguono, inoltre, in tipiche, ossia disciplinate dalla legge, ed atipiche, se non sono disciplinate dalla legge. Per quanto riguarda le notizie tipiche esse sono: 1. La denuncia la dichiarazione con la quale una persona informa la polizia giudiziaria, ovvero il pubblico ministero, che stato commesso un reato perseguibile di ufficio. Mentre i privati cittadini hanno la facolt di presentare denuncia allautorit giudiziaria, tale facolt si tramuta in obbligo quando si tratta di un reato punito con lergastolo ovvero si tratta di delitto contro la personalit dello stato, e per il reato di sequestro di persona; per quanto
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riguarda gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria essi hanno lobbligo di presentare denuncia al procuratore della Repubblica dei reati di cui hanno avuto conoscenza, anche al di fuori dellesercizio delle loro funzioni. Tale obbligo riguarda anche gli ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio che abbiano avuto notizia di un reato nellesercizio o a causa delle loro funzioni (artt. 331-333 c.p.p.) 2. Il referto la dichiarazione con cui lesercente una professione sanitaria informa il pubblico ministero o la polizia giudiziaria di un reato, perseguibile di ufficio, di cui ha avuto notizia in occasione della sua attivit (art. 334 c.p.p.). V per da dire che il codice prevede la possibilit per il medico di non presentare il referto quando tale referto esporrebbe la persona assistita ad un procedimento penale. Non sempre i reati sono perseguibili di ufficio, vi sono dei casi in cui il pubblico ministero, pur sapendo che un reato stato compiuto non esercitare lazione penale se non in presenza di una condizione definita di procedibilit. Le condizioni di procedibilit sono: 1. La querela ossia la dichiarazione della persona offesa dal reato, presentata personalmente o a mezzo di procuratore speciale, attraverso la quale chiede al pubblico ministero di procedere penalmente nei confronti di un dato soggetto. La parte querelante pu anche rinunciare espressamente alla querela tramite una dichiarazione scritta rilasciata allinteressato o ad un suo legale rappresentante (art. 339 c.p.p.). Accanto alla rinuncia si ha anche la
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remissione della querela, tale atto si differenzia dalla rinuncia per il fatto che esso deve essere accettato dalla controparte. La querela deve essere proposta, a pena di decadenza, entro 90 giorni, tale termine decorre dal momento nel quale stato compiuto il reato o la persona offesa venuta a conoscenza del reato. 2. Listanza la facoltativa manifestazione di volont con la quale la persona offesa da un reato commesso allestero chiede che il pubblico ministero proceda per quel reato che se fosse stato compiuto nel territorio dello stato sarebbe perseguibile di ufficio. 3. Richiesta di procedimento presentata al PM dal Ministro della Giustizia in relazione ad alcuni delitti indicati dagli articoli 8 11 cp 4. Lautorizzazione a procedere la dichiarazione con la quale un organo pubblico, estraneo allautorit giudiziaria, consente, a seguito di richiesta da parte del pubblico ministero, che venga esercitata lazione penale nei confronti di una determinata persona. Tale procedura avviene allorquando occorre indagare nei confronti di un parlamentare o di un giudice costituzionale, per cui necessaria lautorizzazione data dallassemblea parlamentare (Camera dei deputati o Senato della Repubblica ) alla quale il soggetto appartiene, o della Corte Costituzionale se il soggetto un giudice costituzionale. 5. Lautorizzazione ad acta consente invece il compimento di alcuni atti limitativi della libert, quali: ad esempio perquisizioni, arresto, intercettazioni, etc. )
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Nel momento in cui il pubblico ministero ha conoscenza che si verificato un reato, iscrive tale notizia in un apposito registro definito appunto registro delle notizie di reato, nel quale vengono indicate tutte le generalit del soggetto al quale, presumibilmente attribuito il reato. La funzione di tale registro di estrema importanza in quanto possibile per chiunque sapere se nei propri riguardi in corso o meno unindagine. La funzione di tale registro ,inoltre, tanto pi importante soprattutto se si tiene cono che non sempre la persona sottoposta alle indagini viene avvertita tramite il canonico avviso di garanzia. Per quanto riguarda le indagini preliminari esse possono essere compiute sia dalla Polizia giudiziaria, prima che la direzione delle stesse venga assunta dal pubblico ministero, sia dal pubblico ministero stesso. INDAGINI COMPIUTE dalla Polizia.Giudiziaria. La pg soggetto del procedimento, ma non parte del processo penale, non essendo portatrice di una situazione giuridica sostanziale innanzi al giudice delludienza preliminare o dibattimentale. Ad essa affidato il compimento degli atti investigativi. Essa pu operare: in via autonoma, di propria iniziativa fino a quando la direzione delle indagini non sia stata ancora assunta dal PM; su delega del PM. Dobbiamo sottolineare che il 327 seconda parte, aggiunto nel 2001 ( norma politica), affida alla PG la possibilit di proseguire in via autonoma lattivit anche dopo aver consegnato le notizie al PM. Secondo lart 109,la polizia giudiziaria dipende funzionalmente dalla magistratura mentre lorganizzazione della PG dipende dallesecutivo. La vera novit avutasi nel 1989 stata la tripartizione di funzioni tra:
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servizi o nuclei di pg: svolgono le attivit di pg ( es squadre mobili); esse dipendono esclusivamente dal potere esecutivo, cio dal ministro dellinterno); sezioni: organo che ha una stretta dipendenza con la magistratura mentre dal punto di vista strutturale dipende dallesecutivo; agenti o uffici di pg. Tali indagini consistono: 1. Nella possibilit di assumere sommarie informazioni dalla persona nei cui confronti si svolgono le indagini alla presenza del difensore di questultima, in quanto se ci non avvenga, se cio non sia presente il difensore, non vi la possibilit n di documentarle in alcun modo, n tanto meno di utilizzarle. Le sommarie informazioni vanno tenute distinte dalle spontanee dichiarazioni; le prime sono informazioni rilasciate dall indagato e che prevedono una serie di cautele da parte della PG : necessaria assistenza del difensore, impossibilit di assunzione dallindagato in vinculis. Mentre le seconde sono dichiarazioni che lindagato rende di sua spontanea iniziativa senza che siano sollecitate da domande o contestazioni degli inquirenti. Si tratta di un mezzo di autodifesa e di collaborazione spontanea, utilizzabile anche dall indagato in vinculis e senza lassistenza del difensore. Lart. 350 c.p.p. prevede diverse modalit con cui la PG pu assumere informazioni dall indagato. La PG innanzitutto pu assumere informazioni dalla persona sottoposta ad indagini con lassistenza necessaria del difensore; questi deve essere preavvisato. Se manca un difensore di fiducia viene nominato un difensore di ufficio, se il difensore non compare la PG chiede al PM di designare un difensore di ufficio immediatamente reperibile. Delle dichiarazioni viene
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redatto verbale che pu essere utilizzato sia in fase endoprocessuale che in dibattimento. Il quinto comma dellarticolo in questione ( art. 350 cpp ) prevede la possibilit che sul luogo o nellimmediatezza del fatto, gli ufficiali di polizia giudiziaria possono assumere sommarie informazioni nei confronti della persona sottoposta ad indagini anche senza la presenza del difensore. In tal caso per tali dichiarazioni sono

utilizzabili solo ai fini interni delle indagini, ed in alcun modo sono utilizzabili in giudizio. In giudizio si possono utilizzare solo per le contestazioni. Lassenza di garanzie difensive qui si giustifica dalla necessit urgente dello sviluppo immediato dellazione investigativa; tali dichiarazioni per non sono utilizzabili in dibattimento. La polizia giudiziaria per ha il potere dovere di sviluppare le indagini sulla base di quanto appreso, sicch nel processo restano validi ed utilizzabili i risultati dellattivit investigativa compiuti sulla base di quanto appreso. 2. Nella possibilit di procedere allidentificazione della persona nei cui confronti si svolgono le indagini, procedendo allaccompagnamento presso i propri uffici nel caso in cui la persona rifiuti di rilasciare queste generalit ovvero rilasci generalit false. 3. Nella possibilit di procedere, in casi di elevata urgenza, a sequestro (probatorio o preventivo) trasmettendo poi il verbale di sequestro al pubblico ministero per gli adempimenti del caso. Il verbale trasmesso senza ritardo e comunque nelle 48 ore al PM del luogo dove stato eseguito il sequestro. Il

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PM nelle successive 48 ore con decreto motivato convalida il sequestro se ne ricorrono i presupposti ovvero dispone la restituzione delle cose sequestrate. 4. Nella possibilit di ricevere dichiarazioni spontanee da parte della persona sottoposta alle indagini, le quali dichiarazioni possono, in dibattimento, essere utilizzate solamente ai fini delle contestazioni ex art. 503 c.p.p. 5. Nella possibilit di acquisire informazioni dalle persone che possono riferire circostanze utili ai fini delle indagini; ferma restando che se nel corso di questa dichiarazione emergono indizi di reit a carico della persona dichiarante, lufficiale o lagente di polizia giudiziaria deve immediatamente interrompere latto ed avvertire la persona dichiarante che nei suoi riguardi potranno essere compiute indagini, e la invita a nominare un difensore di fiducia. Tali dichiarazioni non possono comunque essere utilizzate contro la persona che le ha rese (art. 63 c.p.p.). 6. Il potere di perquisizione di regola spetta all A.G. ( PM e giudice ) che emette decreto di perquisizione che la polizia giudiziaria consegna in copia allinteressato prima del compimento delle operazioni; tuttavia gli ufficiali ma non gli agenti possono procedere diniziativa nei casi di urgenza presunta: cio in caso di evasione o di flagranza di reato. Presupposto comune ad entrambe le ipotesi il motivo di ritenere che sulla persona o nel luogo sottoposto alla perquisizione si trovino occultate cose o tracce pertinenti al reato. La perquisizione effettuata di iniziativa della PG va convalidata dal PM cui il

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verbale va trasmesso nelle 48 ore, ed il PM nelle successive 48 ore deve convalidare. La perquisizione un atto a sorpresa e quindi irripetibile, il cui verbale va inserito fra gli atti dibattimentali; inoltre un atto cui il difensore ha diritto di assistere ma non di essere preavvisato. INDAGINI COMPIUTE DAL P.M. Il pubblico ministero il vero dominus della fase delle indagini preliminari, infatti egli dirige e coordina la polizia giudiziaria nello svolgimento di tali indagini. Per quanto riguarda le attivit che possono essere compiute dal p.m. esse consistono: 1. Nella possibilit di invitare la persona sottoposta alle indagini a presentarsi quando bisogna compiere atti (interrogatorio, confronto, ispezione,

perquisizione personale) che ne richiedono la presenza. Bisogna a tal proposito ricordare che nel caso in cui allindagato sia applicata una misura cautelare linterrogatorio del pubblico ministero non pu mai precedere linterrogatorio di garanzia effettuato dal gip, ed inoltre linterrogatorio

assume le forme indicate dallart. 64 c.p.p. Linvito a presentarsi per compiere linterrogatorio contiene allenunciazione del fatto quale risulta dalle indagini anche, la dove possibile, lindicazione degli elementi e delle fonti di prova. 2. Nella possibilit di procedere, tramite decreto motivato, a sequestro probatorio del corpo del reato o delle cose appartenenti al reato. Inoltre pu

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anche rigettare la richiesta di dissequestro presentata dalla parte interessata, la quale avverso tale rigetto ha la possibilit di presentare opposizione al giudice. 3. Nella possibilit di procedere, nei casi di urgenza tramite decreto, a sequestro preventivo delle cose pertinenti al reato la cui disponibilit possa protrarre le conseguenze del reato ovvero favorire lesecuzione di altri reati. Successivamente il pubblico ministero dovr poi chiedere al giudice procedente la convalida di tale sequestro. 4. Nella possibilit di chiedere al gip lautorizzazione a disporre le intercettazioni telefoniche ed ambientali di conversazioni riguardanti la persona o le persone sottoposte alle indagini. Il PM richiede al gip lautorizzazione a disporre le intercettazioni. Lintercettazione data con decreto motivato quando vi sono gravi indizi di reato e lintercettazione assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini. In caso di urgenza il pubblico ministero, con decreto motivato, pu disporre lintercettazione senza attendere il decreto autorizzativo del gip, fermo restando per lobbligo di trasmettere entro 24 ore tale decreto al giudice per le indagini preliminari per la convalida dello stesso. Il gip poi nelle successive 48 ore decide se convalidare o meno con decreto motivato; se non convalida i risultati delle intercettazioni effettuate fino a quel momento non sono utilizzabili. Le intercettazioni hanno una durata di 15 giorni prorogabili di volta in volta quando sussistono i presupposti. I risultati delle intercettazioni non sono

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utilizzabili in altro procedimento, salvo che risultano indispensabili per accertare delitti per i quali obbligatorio larresto in flagranza. 5. Nella possibilit di interrogare la persona sottoposta alle indagini che spontaneamente, avendo appreso che nei propri confronti vi sono in corso delle indagini, si presenta al pubblico ministero. Durante la fase delle indagini preliminari vi la possibilit di procedere allarresto di persona colta nella flagranza di commettere un delitto, ovvero al fermo di persona indagata. ARRESTO Al fine di procedere allarresto di un qualsivoglia soggetto necessario che la persona sia colta nella flagranza di commettere un reato. Essere colto in flagranza significa essere colto nel momento in cui il reato si sta compiendo (flagranza propria) ovvero nel momento in cui ci si allontana dal luogo in cui il reato stato compiuto con il corpo del reato (quasi flagranza). Procedono allarresto gli agenti e gli ufficiali di polizia giudiziaria, ma talvolta anche i privati cittadini possono procedere, nellipotesi di arresto obbligatorio, allarresto della persona colta in flagranza di reato, fermo restando la necessit di consegnare senza ritardo la persona arresta alla polizia giudiziaria. Larresto pu essere: 1. Obbligatorio nei casi previsti dallart. 380 c.p.p.. Tale norma prevede varie ipotesi di arresto: a seconda della pena comminata per quel delitto (si procede allarresto per delitti puniti con la pena dellergastolo, ovvero con
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la pena della reclusione non inferiore nel minimo a 5 anni e nel massimo a 20 anni); ovvero per categorie delitti puniti con una determinata pena (es. delitti contro la personalit dello stato puniti con la reclusine non inferiore nel minimo a 5 anni o nel massimo a 10 anni); ovvero, infine, per delitti specifici (es. spaccio di sostanze stupefacenti, associazione a delinquere e associazione a delinquere di stampo mafioso etc. etc.). 2. Facoltativo allorquando pur in presenza di una flagranza di reato gli ufficiali e gli agenti di p.g. hanno la facolt di arrestare o meno il soggetto. Tali ipotesi sono previste dallart. 381 c.p.p. ed in questo caso necessario verificare, al fine di procedere allarresto, la gravit del fatto ovvero la pericolosit sociale del soggetto o le circostanze del fatto stesso. CONVALIDA DELLARRESTO Una volta proceduto allarresto la p.g. entro 24 ore deve porre larrestato a disposizione del pubblico ministero, conducendolo nella casa circondariale del luogo in cui avvenuto larresto trasmettendo contestualmente anche il verbale dal quale risulta il giorno lora ed il luogo dellarresto e leventuale nomina del difensore di fiducia dellarrestato. Il pubblico ministero, se non deve ordinare limmediata liberazione dellarrestato (es. larresto potrebbe essere stato compiuto per errore di persona, ovvero per un reato che non prevede larresto), ed una volta eventualmente eseguito linterrogatorio investigativo alla presenza del difensore, deve, entro 24 ore, chiedere al gip la convalida dellarresto.
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Il gip, entro 48 ore dalla richiesta del pubblico ministero, fisser ludienza di convalida, in camera di consiglio, per la quale prevista la presenza obbligatoria dellarrestato e del suo difensore, e la presenza facoltativa del p.m. Se non compare, il pubblico ministero, trasmetter al giudice le proprie richieste in ordine alla libert personale dellarrestato e i motivi di esse. Se invece compare il p.m. provveder direttamente ad indicare i motivi dellarresto ed effettuer eventualmente la richiesta di applicazione di una misura cautelare. All udienza di convalida il gip procede ad interrogatorio dellarrestato. Il gip se ritiene che larresto sia stato compiuto secondo la legge lo convalida; la convalida dellarresto non presuppone per che automaticamente il giudice emetta anche una misura cautelare, in quanto potrebbe ben darsi che lo stesso ritenga giusto larresto ma non ritenga invece che vi siano i presupposti per lapplicazione di una misura cautelare. In questo caso il soggetto arresto sar immediatamente rimesso in libert. Il provvedimento con cui il giudice convalida larresto ed eventualmente dispone sulla misura cautelare lordinanza. FERMO Il fermo previsto dallart. 384 c.p.p. esso disposto dalla polizia giudiziaria o dal p.m. nei confronti di indiziato di reato, per il quale la legge presuppone la pena dellergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a 2 anni e superiore nel massimo a 6 anni, se vi sono elementi che fanno ritenere fondato il pericolo di fuga. CONVALIDA DEL FERMO
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Vi sono le stesse regole previste per la convalida dellarresto (ad essa si rinvia). INFORMAZIONE DI GARANZIA Linformazione di garanzia ex 369 inviata dal PM allindagato e alla persona offesa dal reato solo quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di assistere; essa contiene: - indicazione delle norme che si assumono violate; - data e luogo del fatto; - invito a nominare un difensore di fiducia; - leventuale omissione dellinvio dellinformazione di garanzia comporta una nullit a regime intermedio, perch lede il diritto allintervento e allassistenza dellimputato. SSUU hanno stabilito che non sussiste lobbligo del PM di inviare linformazione di garanzia, prima dellesecuzione della perquisizione e del sequestro, trattandosi di atti a sorpresa altrimenti vanificati. Linformazione di garanzia va distinta dallinformazione sul diritto di difesa; essa come linformazione di garanzia inviata al compimento del primo atto a cui il difensore ha diritto di assistere e comunque prima dellinvito a presentarsi per rendere linterrogatorio quando la persona sottoposta ad indagine abbia chiesto di essere interrogata ex art 416. Anche nel caso dellomissione dellinvio di tale informazione prevista la nullit a regime intermedio e cio la nullit degli atti successivi. la differenza tra le due informazioni sta nel contenuto. ACCERTAMENTO TECNICO NON RIPETIBILE ( art. 360 ): ART 360 ( autopsia): ACCERTAMENTO TECNICO NON RIPETIBILE: nel senso che una attivit che non pu essere rinviata alla fase del giudizio, perch caratterizzata da una irripetibilit tale da non permettere di attendere il dibattimento. Infatti riguarda persone cose o luoghi, soggetti a modificazioni. Questo un atto garantito, a differenza del 359. Esso viene assunto nel fascicolo del dibattimento [assieme agli atti non ripetibili ( perquisizione e sequestro) e allattivit materiale non tipicamente disciplinata ( es sopralluogo, stub)] quindi la sua finalit sia investigativa ( art. 326 ) sia ai fini della decisione del giudice, nel senso che si tratta di prove utilizzabili ai fini della decisione ( art. 526 ); costituisce materiale su cui si fonda la decisone del giudice, in deroga al principio dellimmediatezza che impone il contatto diretto tra giudice e prova. Tuttavia sono previste comunque una serie di garanzie per lindagato: il PM infatti dispone ( non c bisogno dellautorizzazione del giudice, perch il PM obbligato) laccertamento, ma scattano una serie di avvisi nei confronti dellindagato e della persona offesa, per permettere all indagato:
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di sollevare riserva di incidente probatorio in cui sar garantito il contraddittorio contrariamente allaccertamento; consentirgli il diritto di difesa ex 24 co 2 ( non 111 dibattimento). Lindagato ha dunque la facolt di opporsi a tale procedura facendo riserva di incidente probatorio; di fronte a tale opposizione il PM ha due possibilit: aderire alla richiesta formulata dallindagato ed attivarsi per dar luogo allincidente probatorio; oppure ritenere che i tempi per lincidente probatorio siano eccessivi rispetto allesigenza di procedere con urgenza e procedere ugualmente allaccertamento tecnico non ripetibile ( ad esempio la rilevazione di alcool nel sangue ). La scelta di procedere ugualmente allaccertamento tecnico non ripetibile comporta per il PM il rischio che qualora risluti che laccertamento avrebbe potuto essere differito sino al momento dellincidente probatorio i relativi risultati non possono essere utilizzati agli effetti del giudizio, con la conseguenza che, se si tratta di atti non ripetibili la prova andr perduta.

Bisogna a questo punto distinguere tra accertamento tecnico non ripetibile e lincidente probatorio. Prima di tutto lincidente probatorio disciplinato dallart 392 e consiste nellanticipazione della formazione della prova nella fase delle indagini o in udienza preliminare e non nella sua sede naturale che il dibattimento. Lincidente pu essere chiesto dal PM o dalla persona sottoposta ad indagine e pu avere ad oggetto: - testimonianza; - esame delle persone; - esame della persona sottoposta alle indagini su fatti concernenti la responsabilit altrui 64 co 3; - confronto tra persone che hanno reso dichiarazioni discordanti; - perizia o esperimento giudiziale riguardanti persone o cose soggetti a modificazioni che se disposta in dibattimento darebbe luogo ad una sospensione superiore a 60 giorni; - ricognizioni che nei casi urgenti non consentono il rinvio al dibattimento;
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- esame di persone indicate nellart 210. La richiesta presentata entro i termini per la conclusione delle indagini preliminari e comunque in tempo sufficiente per lassunzione della prova prima della scadenza dei medesimi termini e indica a pena di inammissibilit: la prova da assumere; le persone nei confronti delle quali si procede per i fatti oggetto della prova; circostanze che rendono la prova non rinviabile al dibattimento. Con la richiesta di incidente probatorio il PM deposita in cancelleria del GIP o GUP tutti gli atti di indagini compiuti. La richiesta va notificata dal richiedente al PM o alle persone nei cui confronti si procede e lo stesso richiedente deve depositare in cancelleria la prova della notificazione. Entro due giorni dalla notificazione della richiesta: i destinatari della richiesta possono depositare deduzioni e documenti; il PM pu chiedere di disporre il differimento dellincidente chiesto dallindagato quando la sua esecuzione pregiudicherebbe uno o pi atti di indagine preliminare. Il differimento non consentito quando pregiudicherebbe lassunzione della prova. Entro due giorni dal deposito ordinanza con cui: accoglie; dichiara inammissibile; rigetta la richiesta. Con la stessa ordinanza il giudice stabilisce: loggetto della prova nei limiti della richiesta e delle deduzioni; le persone interessate allassunzione della prova individuate sulla base delle richieste e delle deduzioni; la data delludienza. Il giudice fa notificare almeno due giorni prima allindagato, alla persona offesa e ai difensori, lavviso del giorno dellora e del luogo in cui deve procedere allincidente, con lavvertimento che entro due giorni si possono estrarre copie delle dichiarazioni gi rese dalla persona da esaminare . Se lindagato la cui presenza obbligatoria per compiere lincidente, non si presenta senza legittimo impedimento, il giudice ne ordina laccompagnamento coattivo.
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della prova della notifica, il giudice pronuncia

Ludienza si svolge in camera di consiglio ex 127 e la presenza del PM e del difensore di fiducia necessaria. Le prove sono assunte con le forme previste per il dibattimento. E vietato estendere lassunzione della prova a fatti che riguardano persone diverse da quelle i cui difensori partecipano allincidente ex 401 co6, a meno che il PM o il difensore dellindagato ne facciano richiesta e il giudice lo autorizzi notificando alle persone lavviso e rinviando ludienza per il tempo necessario e comunque non oltre 3 giorni ex 402. La sanzione prevista ex 403 in caso di inosservanza del divieto posto dal 401 co6 linutilizzabilit in dibattimento della prova assunta con lincidente probatorio. Dobbiamo distinguere il 392 dal 467. In casi urgenti si possono acquisire le prove anche prima del dibattimento vero e proprio. ART 467: Nei casi previsti dal 392, il presidente del tribunale o della corte di assise dispone a richiesta di parte, lassunzione delle prove non rinviabili, osservando le forme per il dibattimento. I verbali degli atti compiuti, entreranno a far parte del fascicolo per il dibattimento. Il rinvio allarticolo 392 circa lincidente probatorio, vale solo per: - tipologia delle prove assumibili; - alle situazioni legittimanti lacquisizione; - particolare urgenza che non rende rinviabili al dibattimento lassunzione della prova stessa. Il richiamo al 392 non vale per quanto riguarda liter procedurale. Infatti si tratta di un procedimento probatorio pre - dibattimentale che si differenzia dallincidente probatorio poich non costituisce un procedimento incidentale. DIFFERENZE TRA INCIDENTE PROBATORIO ED ACCERTAMENTO TECNICO: laccertamento a due (manca il giudice) e manca il contraddittorio lincidente a tre;

laccertamento deroga il principio dellimmediatezza; lincidente probatorio si attua con un mini dibattimento anticipato; nellaccertamento lesercizio di diritto di difesa si esplica ex 24 co 2; nellincidente la difesa si esplica ex 111 Cost; il PM dispone laccertamento senza necessaria autorizzazione del giudice , quando la realt fenomenica caratterizzata dalla non ripetibilit;
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il PM non obbligato ad accogliere la riserva di incidente quando chiesto in seguito allaccertamento, lincidente pregiudicherebbe lacquisizione della prova, che caratterizzata da una irripetibilit tale da non poter attendere i tempi dellincidente. LE INVESTIGAZIONI DIFENSIVE La legge 397/2000 ha introdotto le indagini difensive ex art 391 bis, per dare attuazione al: diritto di difesa; giusto processo; parit tra le parti. Finalit di queste indagini quella di raccogliere in ogni stato e grado del procedimento ( ma anche nellesecuzione penale e per promuovere il giudizio di revisione)elementi a favore dellassistito e non a carico dei terzi avvalendosi anche di investigatori privati e consulenti tecnici. Lattivit investigativa del difensore pu esser di tre tipi: preventiva, in caso di preventivo mandato nelleventualit che si instauri un procedimento penale; suppletiva, dopo il rinvio a giudizio e linizio della discussione nelludienza preliminare; integrativa, successiva allemissione del decreto che dispone il giudizio ai fini delle proprie richieste al giudice del dibattimento, fatta eccezione degli atti per i quali prevista la partecipazione dellimputato e del difensore. Le attivit che il difensore pu compiere sono: Le dichiarazioni rese in sede di audizione devono essere documentate ex art 391 ter; il difensore pu rivolgere alla pa, richiesta di documenti ; il difensore pu effettuare laccesso ai luoghi e redigono il verbale che deve essere sottoscritto dalle persone intervenute; il difensore pu chiedere accertamento tecnico non ripetibile; pu nominare consulenti: se gi disposta la perizia, il difensore pu nominare propri consulenti in un numero non superiore a quello dei periti; se non disposta la perizia, il difensore pu nominare non pi di due consulenti. ART 391 octies: nel corso delle indagini o delludienza, il giudice deve adottare una decisione con lintervento della parte privata, il difensore pu presentargli direttamente gli elementi di prova a favore del proprio assistito. Della documentazione il PM pu prendere visione ed estrarre copia prima che venga adottata una decisone.
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dopo le IP, il fascicolo del difensore inserito: - ex 433 nel fascicolo del PM; - ex 431 se atti irripetibili(accesso ai luoghi) nel fascicolo per il dibattimento. Le dichiarazioni rese dal teste che poi si rifiuta di rendere esame e controesame sono inutilizzabili.

DIFESA DURANTE LE INDAGINI: il difensore, nel corso delle indagini svolte dalla pg, ha: - lobbligo di presenziare nellassunzione delle sommarie informazioni; - il diritto di presenziare nella perquisizione locale o personale, sequestro, rilievi, e accertamenti. Ulteriore garanzia data dal deposito dei verbali di questi atti presso la segreteria del PM entro tre giorni dal compimento degli atti e per 5 giorni affinch il difensore possa prendere visione ed estrarne copia. nel corso delle indagini preliminari svolte dal PM , il difensore ha: - diritto ( e non lobbligo ) di presenziare allinterrogatorio al confronto, alle ispezioni personali, allaccertamento tecnico irripetibile, e senza preavviso alle perquisizioni e sequestri, trattandosi di atti a sorpresa.

AUDIZIONE DI PERSONE Tale indagine consiste nella possibilit di acquisire informazioni o da persone in grado di riferire notizie utili ai fini delle indagini, ovvero da persona imputata o indagata, nello stesso reato ovvero in un reato connesso o collegato. In questi ultimi tre casi allaudizione della persona deve parteciparvi anche il proprio difensore al quale deve essere dato avviso almeno 24 ore prima del compimento dellatto; se la persona detenuta il difensore che intende ascoltarla deve a ci essere autorizzato dal giudice procedente sentiti il difensore della persona detenuta ed il p.m.
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Prima di iniziare il colloquio il difensore deve procedere ad una serie di avvertimenti tra gli altri quello sulla possibilit di non rispondere; quello sul divieto di rivelare le domande eventualmente formulate dalla polizia giudiziaria o dal p.m.; quello sullobbligo di dichiarare se essa imputata o indagata nello stesso procedimento o in procedimento connesso o collegato. Se la persona si rifiuta di rispondere il difensore ha due alternative: 1. Se si tratta di persona semplicemente in grado di riferire circostanze utili, allora il difensore ha la possibilit di chiedere al p.m. di disporre laudizione coattiva. Ed il p.m. obbligato a fissare entro 7 giorni laudizione della persona. 2. Se si tratta di imputato o indagato nello stesso procedimento o in procedimento connesso ovvero in procedimento collegato, allora il difensore pu chiedere al giudice di procedere con incidente probatorio anche fuori dei casi previsti dallart. 392 c.p.p. Larticolo in questione prevede vari modi in cui il difensore pu sentire la persona in grado di riferire elementi utili alla sua difesa, ed in particolare: con un COLLOQUIO che una conversazione cui non segue alcuna documentazione; oppure con ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI che un colloquio documentato fondato su domande del difensore; o con RICEZIONE DI INFORMAZIONI che consiste nel riprodurre in un atto scritto , autenticato dal difensore, quanto dichiarato dal soggetto.

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Tale potere del difensore incontra per due limiti : 1) nel caso in cui la persona dovesse cominciare a fare dichiarazione da cui emergono a suo cari indizi il difensore tenuto ad interrompere lattivit cognitiva con conseguente inutilizzabilit a carico del dichiarante di quanto reso fino al quel momento; ci perch il difensore deve trovare elementi favorevoli al suo assistito e non a carico di terzi; 2) non pu interpellare coloro che gi sono stati sentiti dagli investigatori pubblici sulle domande formulate da questi o sulle risposte da loro date a queste domande. Circa la documentazione delle dichiarazione ed informazione da lui ricevute, il difensore pu procedere in due modi: o mediante dichiarazione scritta realizzata direttamente dallinformatore e da lui firmata oppure con verbale redatto da lui stesso o da un suo sostituto. ACCESSO AI LUOGHI Il difensore ha anche la possibilit di accedere in luoghi privati o non aperti al pubblico, per accertare tracce del reato etc. etc. Nel caso vi sia un rifiuto a tale accesso da parte della persona nella cui disponibilit il luogo in questione, allora il difensore ha la possibilit di ottenere dal giudice un decreto motivato con il quale viene autorizzato laccesso. Se in tale luogo bisogna compiere atti irripetibili necessaria anche la presenza del p.m. il quale ha il diritto di assistere a tali operazioni.

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RICHIESTA DI DOCUMENTI ALLA P.A. Il difensore ha la possibilit, anche grazie alla legge 241/90, di chiedere alla p.a. di estrarre copia di un determinato documento ovvero di prenderne visione. Ove la p.a. rifiuti tale accesso, il difensore ha la possibilit di recarsi dal p.m. per chiedere il sequestro del documento, se il p.m. rifiuta tale sequestro, rimette questa richiesta, corredata del proprio parere negativo, al gip il quale a sua volta decide su di essa. ACCERTAMENTO TECNICO NON RIPETIBILE Tali accertamenti sono di natura conservativa, ossia allorch cio avviene la rappresentazione di una persona di un luogo soggetti a modificazione. Prima di compiere tale accertamento il difensore deve informare il p.m. il quale pu formulare la riserva di incidente probatorio; il difensore quindi dispone il differimento dellaccertamento sempre che esso risulti indifferibile. Nel caso in cui non sussiste la necessit di compiere laccertamento prima dellincidente probatorio, e nonostante ci il difensore procede lo stesso a tale accertamento, allora i risultati di questultimo sono inutilizzabili in dibattimento. CONSULENZA TECNICA Esistono due tipi di consulenza: 1. La prima quella redatta da consulenti tecnici nel caso in cui non stata disposta perizia. In tale caso il difensore pu nominare consulenti in numero non superiore a due; tali consulenti hanno la possibilit di vedere, previa autorizzazione del p.m., le cose sequestrate nel luogo ove tali cose
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si trovano, di presentare memorie etc. etc. Nel caso in cui il p.m. non autorizzi tale visione allora il difensore ha la possibilit di opporsi al gip . Nel caso in cui sia iniziata lazione penale la richiesta di visionare la cose sequestrate va fatta direttamente al giudice che procede. 2. Nel caso in cui disposta perizia allora il difensore pu nominare propri consulenti in un numero pari a quello dei periti; tali consulenti hanno la possibilit di affiancare i periti nellespletamento delle attivit peritali proponendo al perito specifiche indagini e formulando osservazioni e riserve. Infine i risultati delle indagini difensive sono inseriti nel fascicolo per il

dibattimento (ovviamente solamente i verbali degli atti irripetibili che il difensore abbia presentato al p.m. o al gip durante le indagini preliminari). Il difensore inoltre forma il cd. fascicolo DEL DIFENSORE in cui inserisce tutti gli atti di indagine da lui compiuti; tale fascicolo conservato presso lufficio del GIP, il PM ha diritto di accedere agli atti ivi contenuti. E previsto che il fascicolo del difensore venga inserito allesito delle indagini nel fascicolo del PM.

Per quanto riguarda le indagini preliminari esse sono sottoposte a TERMINI scaduti i quali il p.m. o chiede larchiviazione ovvero esercita lazione penale. I termini normalmente sono 6 mesi prorogabili pi volte per un tempo comunque non superiore a 18 mesi.
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Quando invece ci si trova nellipotesi di cui allart. 407 2comma c.p.p. (es. si indaga su un reato di associazione di stampo mafioso) allora la durata di 1 anno prorogabile anche pi di una volta per un tempo comunque non superiore a 2 anni. La proroga del termine delle indagini previsto dallart. 406 cpp che prevede la possibilit per il PM di chiedere la prima proroga al gip per giusta causa; la genericit dellespressione usata dal legislatore lascia presumere che la prima proroga possa essere concessa con maggiore facilit. La possibilit di concedere proroghe successive alla prima collegata a presupposti pi rigorosi: la particolare

complessit delle indagini; loggettiva impossibilit di concludere le indagini nel termine prorogato. La richiesta di proroga viene indirizzata dal PM al GIP e prevede la possibilit per lindagato e la persona offesa nonch per i difensori la possibilit di partecipare tramite la presentazione di memorie o altri scritti. Se il GIP ritiene fondata la richiesta di proroga, dispone direttamente la proroga in camera di consiglio, senza lintervento del PM o dei difensori. Se, invece, il GIP non ritiene possibile decidere soltanto sulla base del carteggio presentato dalle parti, fissa la data delludienza in camera di consiglio cui parteciperanno le parti. Al termine delludienza il GIP emette il provvedimento che ha per contenuto lautorizzazione della proroga o il suo diniego. In caso di diniego il PM , entro il termine fissato dal GIP, dovr decidere se esercitare lazione penale o archiviare.

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Tale procedimento non si segue per le indagini relative ai reati di cui allart. 407 c.p.p., in tali casi il giudice decide entro 10 giorni dalla richiesta. Nel momento in cui il pubblico ministero non ritiene di poter esercitare lazione penale (es. perch il fatto non previsto come reato dalla legge, ovvero perch non sono emersi elementi di prova a carico della persona sottoposta alle indagini etc. etc.) allora lo stesso chieder al gip larchiviazione.

L ARCHIVIANZIONE Quando il pubblico ministero non esercita lazione penale perch ritiene che la notizia criminis sia infondata allora richiede al giudice per le indagini preliminari di emettere decreto (decreto di archiviazione) con il quale viene archiviato il procedimento. Il PM presenta al giudice richiesta di archiviazione non solo quando la notitia criminis infondata, ma anche quando ritiene che gli elementi acquisiti dalle indagini preliminari non sono idonei a sostenere laccusa in giudizio, quindi quando le fonti di prova appaiono insufficienti o contraddittorie. In definitiva il PM chiede al GIP larchiviazione quando: 1) infondata la notizia di reato ( nel senso che il PM non ha a disposizione elementi di prova idonei a sostenere laccusa in giudizio ); 2) manca una condizione di procedibilit, 3) il reato estinto;
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4) il fatto non previsto dalla legge come reato; 5) rimasto ignoto lautore del reato. Come si coniuga il 125 disp att e il 112 cost? Lart 125 disp. att (stabilisce che il PM presenta al giudice richiesta di archiviazione quando ritiene infondata la notizia di reato perch gli elementi acquisiti durante le indagini non sono idonei a sostenere laccusa in giudizio ) compatibile con il lart. 112 Cost. ( che stabilisce che il PM ha lobbligo di esercitare lazione penale ). In passato prima del codice del 1988, vi era una obbligatoriet in senso astratto che comportava lesercizio dellazione penale senza valutazione della fondatezza dei risultati di indagine. Infatti nel codice del 1930 era previsto che la pg, appresa la notizia di reato e svolte le indagini, depositava presso il PM rapporto conclusivo delle investigazioni cui seguiva immediatamente la cd comunicazione giudiziaria che era connessa allesercizio dellazione . Invece nel codice del 1988 prevista una obbligatoriet dellazione in senso concreto, cio tanto il PM esercita lazione, quando ne abbia verificato la fondatezza e il possibile esito positivo. In caso di mancata verifica della fondatezza il rischio quello che venga emessa una sentenza assolutoria e per il principio del ne bis in idem, rispetto allo stesso fatto non vi potr essere una seconda valutazione. Lazione in relazione a quel fatto sar stata malamente esercitata dunque non sar osservato il principio di obbligatoriet. Applicando invece il 125 il PM in futuro qualora emergano altri elementi, potr richiedere la riapertura delle indagini mediante la revoca dellarchiviazione. In questo modo preserva lesercizio dellazione che potr svolgere in seguito in modo fondato.

Sulla richiesta del PM il Gip pu concordare, e se la persona offesa non si opposta alla richiesta di archiviazione, allora emette decreto motivato di archiviazione e restituisce gli atti al PM. Questo tipo di archiviazione non soggetto ad alcuna forma di archiviazione, restando escluso anche il ricorso per Cassazione. Infatti dal principio della tassativit dei mezzi di impugnazione si desume che il provvedimento di archiviazione ricorribile soltanto se stata attivata la procedura dellart. 409 c.p.p. riservata ai casi di opposizione della persona offesa o di non immediato accoglimento della richiesta da parte del GIP.
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Il giudice per pu anche ritenere che allo stato degli atti non vi siano i presupposti per archiviare il caso, per cui egli fissa unudienza in camera di consiglio dandone avviso al pubblico ministero, alla persona offesa, alla persona sottoposta alle indagini ed al procuratore generale presso la Corte di Appello, nel caso voglia questultimo esercitare il diritto di avocazione. Allesito delludienza il gip pronuncia unordinanza con la quale: 1. Pu invitare il pubblico ministero a compiere altre indagini, ritenendo incomplete le indagini preliminari fino a quel momento realizzate, indicando quali egli ritiene opportune e fissando un termine per il compimento di tali indagini. Allesito delle quali il p.m. potr poi decidere se chiedere nuovamente larchiviazione oppure esercitare lazione penale. 2. Pu ritenere convincenti le ragioni del PM ed , eventualmente delle altre parti privati intervenute , ed accogliere, con ordinanza, la richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Questordinanza ricorribile per Cassazione soltanto per le nullit attinenti la convocazione e la partecipazione delle parti alludienza in camera di consiglio. 3. Pu ritenere anche senza ulteriori indagini che la richiesta di archiviazione non sia accoglibile, ed in tal caso dispone, con ordinanza, che il PM formuli entro dieci giorni, limputazione ( cd. imputazione coatta ). Entro 2 giorni dalla imputazione formulata il giudice fissa ludienza preliminare. Pu capitare che la persona offesa abbia chiesto al pubblico ministero di essere informata delleventuale richiesta di archiviazione, in tal modo essa ha 10 giorni,
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che decorrono dal momento in cui il pubblico ministero gli ha notificato la richiesta di archiviazione, per proporre OPPOSIZIONE al gip (art. 410 c.p.p.). Tale opposizione va presentata nella cancelleria del pubblico ministero, il quale nei successivi 10 giorni trasmette lintero fascicolo corredato anche dalla richiesta di archiviazione al gip. Latto di opposizione deve contenere non solo lopposizione, ma anche lindicazione specifica delle circostanze che debbono formare oggetto di ulteriori indagini; lindicazioni delle fonti di prova ( testi, documenti etc. ). La mancanza di tali indicazioni determina linammissibilit dellopposizione; cio in altri termini la persona offesa non pu limitarsi ad una generica protesta contro la richiesta di archiviazione, ma al contrario deve formulare in maniera completa una precisa ipotesi accusatoria. Se lopposizione inammissibile il GIP dispone larchiviazione degli atti con decreto motivato e li restituisce al PM; se invece ammissibile il GIP fissa udienza in camera di consiglio per poi procedere nelle forme dellart. 409 c.p.p. che abbiamo appena visto. Nel caso in cui resti ignoto lautore del reato, il pubblico ministero, entro 6 mesi dal giorno delliscrizione della notizia nel registro delle notizie di reato, deve chiedere al gip o lautorizzazione a proseguire le indagini ovvero deve presentare la richiesta di archiviazione; il gip o autorizza il p.m. a proseguire le indagini ovvero pu emettere anche il decreto di archiviazione. Ma il giudice pu anche ritenere che la persona alla quale attribuire il reato sia gi individuata, per cui egli ordina liscrizione del nome di questa nel registro delle
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notizie di reato, e da quel momento decorrono i normali tempi per lespletamento delle indagini. Anche in questo caso vi la possibilit di proporre, da parte della persona offesa, opposizione alla richiesta di archiviazione fatta dal pubblico ministero; in tale caso il gip fisser ludienza allesito della quale o emetter ordinanza di archiviazione, accogliendo la richiesta del pubblico ministero; o ordiner liscrizione nel registro delle persone indagate del soggetto che ritiene responsabile del fatto; ovvero ordiner il compimento di ulteriori indagini. Prima della riforma della legge CAROTTI ( legge 479/99 ) dopo il decreto di archiviazione contro ignoti il PM poteva riaprire le indagini senza alcuna autorizzazione da parte del giudice; dopo tale riforma, invece necessaria lautorizzazione del giudice. Lordinanza di archiviazione ricorribile in Cassazione solamente nei casi di nullit previsti dallart. 127 5 comma c.p.p., ossia per mancato avviso

delludienza, per mancato rinvio delludienza allorch la persona sottoposta allindagine, detenuta presso lo stesso luogo in cui il giudice ha la propria sede, sia impossibilitata a comparire. E inoltre ricorribile per Cassazione se adottata violando il diritto di informativa e di intervento della persona offesa. Al termine delle indagini il pubblico ministero deve avvertire, appunto di tale conclusione, la persona sottoposta alle indagini ed il suo difensore, ci avviene

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attraverso la notifica dellAVVISO DI CONCLUSIONE DELLE INDAGINI ex art. 415 bis c.p.p.( novit della legge CAROTTI ). In tale atto il pubblico ministero informa la persona indagata del fatto per cui indagata, delle norme di legge che si ritengono violate, del fatto che possibile visionare la documentazione delle indagini. Lavviso deve inoltre contenere anche lavvertimento che lindagato pu presentare memorie difensive, pu richiedere lespletamento di nuove indagini, ma soprattutto che pu chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio da parte del pubblico ministero. La richiesta di interrogatorio lunica che vincola il p.m. nel senso che il rappresentante della pubblica accusa non pu rifiutarsi di interrogare la persona indagata. Mentre per quanto riguarda la richiesta di nuove indagini, il p.m. decide discrezionalmente se compierle o meno. Una volta concluse le indagini preliminari, e inviato allindagato lavviso ex art. 415 bis, il pubblico ministero effettua la richiesta di rinvio a giudizio ex art. 416 c.p.p.. Se manca lavviso dellart. 415 bis la successiva richiesta di rinvio a giudizio nulla. RATIO: il 415 bis serve a garantire il diritto di difesa; infatti se la richiesta di rinvio a giudizio non viene preceduta da questo avviso, nulla. Ci si evince dalla lettura dellarticolo 416 co 1. E altres nulla se la richiesta non viene preceduta dallinvito a presentarsi per rendere interrogatorio ex art 375 co 3 qualora lindagato ne abbia fatto richiesta entro il termine. Quindi lavviso obbligatorio nel caso di rinvio a giudizio.
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E altres obbligatorio nel caso della citazione diretta a giudizio; questo si evince dalla lettura del 550 co 1. Ma nelle altre forme di esercizio dellazione penale, lavviso obbligatorio? AA: dalla lettura dellarticolo 415 sembrerebbe di no poich esso richiama solo il 405 ( rinvio a giudizio) e questo sembrerebbe escludere lavviso nelle altre forme di esercizio dellazione. Di ci vi riscontro anche nel 416: la richiesta di rinvio a giudizio nulla se non preceduta dallavviso di cui al 415. Inoltre nella citazione diretta a giudizio vi unestensione del 415 bis prevista dal 550. Il fatto che in tale caso il richiamo allobbligo sia esplicito dimostra quindi che il 415 non ha portata generale. AA: lavviso necessario anche nei riti perch: - garantisce il diritto di difesa; - il mancato avviso comporta una disparit di trattamento; - viola il diritto allascolto; AA: tale avviso non necessario solo nellimmediato, perch lesigenza rappresentata dal 415 bis gi soddisfatta dallinterrogatorio che presupposto del g.i. Ma nellimputazione coatta lavviso necessario? NO, poich essendo il 415 bis estrinsecazione del diritto di difesa, non c bisogno dellavviso dato che tale diritto gi stato esercitato in sede di udienza fissata dal gip in contraddittorio tra le parti, allesito della quale stata disposta limputazione coatta. Il 415 bis tende secondo RICCIO a garantire quella che la fase dellascolto. Sappiamo infatti che si pu distinguere liter procedimentale processuale penalistico in tre fasi: accesso: ascolto; decisione. Proprio nel codice del 1988, in quanto codice accusatorio, stato inserito questo secondo momento che come noto caratterizza laccusatoriet. Ed in tale fase dellascolto che si collocano il 415 bis nonch il contraddittorio per la formazione della prova.

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Tale richiesta ( che uno dei modi con cui il PM esercita lazione penale ) viene depositata nella cancelleria del gup (giudice per ludienza preliminare) e deve contenere: 1. Generalit imputato 2. Imputazione, cio enunciazione in forma chiara precisa del fatto costituente reato 3. Fonti di prova 4. Domanda di emissione del decreto che dispone il giudizio. Il p.m. deve depositare anche il fascicolo delle indagini, ossia lintera documentazione raccolta nel corso delle indagini. Tali atti sono tutti utilizzati dal gup per vedere quale decisione adottare: cio se rinviare a giudizio oppure pronunciare sentenza di non luogo a procedere ). Per il PM vi lobbligo di trasmettere al gup tutti gli atti contenuti nel fascicolo di indagine; linosservanza di tale obbligo sanzionata con linutilizzabilit degli atti non trasmessi. Gli atti contenuti nel fascicolo del PM non sono utilizzabili in dibattimento, salve le dovute eccezioni previste dal codice ( es. contestazioni ). Una volta presentata la richiesta irrevocabile.

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LUDIENZA PRELIMINARE

Una volta concluse le indagini preliminari il pubblico ministero, se non decide di archiviare il procedimento, esercita lazione penale chiedendo al gup il rinvio a giudizio dellimputato. La funzione delludienza preliminare quella di filtro tra la fase delle indagini preliminari e quella del dibattimento, infatti in tale udienza viene esercitato, da parte del gup, un controllo sulla fondatezza dellazione penale. Attualmente dopo le modifiche apportate a tale udienza da parte della legge n. 479/1999 (la c.d. legge Carotti) possibile sostenere che questo controllo sensibilmente aumentato. In tal senso vi da dire che la legge suddetta ha sensibilmente accresciuto il ruolo del giudice, egli infatti ha la possibilit sia di ordinare al pubblico ministero il compimento di ulteriori indagini (art. 421 bis c.p.p.) sia la possibilit di assumere nuove prove delle quali risulta evidente la decisivit al fine di emettere la sentenza di non luogo a procedere (art. 422 c.p.p.). Al fine di dare luogo alludienza preliminare necessario che vi sia da parte del pubblico ministero la RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO , tale richiesta rappresenta il presupposto delludienza preliminare, ossia attraverso tale richiesta si ha lesercizio dellazione penale da parte del rappresentante della pubblica accusa.

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Tale richiesta deve contenere: le generalit dellimputato (nel momento in cui si esercita lazione penale la persona, che fino a quel momento era indagata, diviene formalmente imputata), lindicazione delle fonti di prova acquisite, la richiesta di emissione del decreto che dispone il giudizio, lenunciazione del fatto e delle eventuali circostanze aggravanti che lo accompagnano in forma chiara e precisa. Una volta intervenuta la richiesta il giudice entro 5 giorni dalla stessa fissa con decreto ludienza preliminare. Il termine di 5 giorni ha natura ordinatoria, nel senso che la violazione non comporta alcuna sanzione di carattere processuale. Tra la data di deposito della richiesta e la data fissata per ludienza non pu intercorrere un termine superiore a 30 giorni. Ludienza preliminare si svolge in camera di consiglio con la partecipazione necessaria del pubblico ministero e del difensore dellimputato, il giudice quindi fa notificare allimputato ed alla persona offesa lavviso delludienza almeno 10 giorni prima delludienza stessa ( tale termine ha natura dilatoria ). Per costituire un valido rapporto processuale necessario che allimputato ed alla persona offesa oltre lavviso di udienza , sia notificata anche la richiesta di rinvio a giudizio. Lomissione della citazione dellimputato genera una nullit assoluta insanabile; lomesso avviso alla persona offesa produca, invece, una nullit relativa, eccepibile soltanto da questa. Lomessso avviso al difensore detrmina una nullit assoluta ed insanabile. Il primo atto delludienza quello che riguarda laccertamento delle parti.
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A tal fine bisogna distinguere: 1. Il rinnovo dellavviso delludienza, disposto anche di ufficio dal giudice, quando provato o appare probabile che limputato non abbia avuto conoscenza dellavviso, sempre che tale non conoscenza non sia dovuta a sua colpa (art. 420 bis c.p.p.). 2. Limputato, o il suo difensore, non comparso alludienza per legittimo impedimento, in tal caso il giudice rinvia ludienza (art. 420 ter c.p.p.). Nel momento in cui limputato non compare alludienza senza che ricorrano le condizioni su indicate, allora il giudice dichiara la contumacia dellimputato, lordinanza che dichiara la contumacia dellimputato nulla se risulta che lassenza dellimputato dovuta a causa a lui non imputabile (es. limputato prova che non venuto a conoscenza dellavviso, ovvero che limpedimento dovuto a una causa di forza maggiore) (art. 420 quater). La CONTUMACIA la situazione processuale dellimputato il quale, bench ritualmente citato, non compare alludienza, senza che sussista un legittimo impedimento. Si parler, invece di assenza e non di contumacia, quando sar limputato a chiedere che ludienza si celebri senza la sua presenza. Una volta concluso laccertamento delle parti, il giudice dichiara aperta la discussione e d la parola al p.m: il quale espone i risultati delle indagini e degli elementi di prova che giustificano la richiesta di rinvio a giudizio; al termine di
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tale esposizione limputato o ha la possibilit di rendere dichiarazioni spontanee ovvero pu chiedere di essere interrogato. Dopo lesposizione dei fatti da parte del p.m., e dopo le eventuali dichiarazioni spontanee ovvero linterrogatorio dellimputato, la parola passa alle parti private, ovviamente tramite i rispettivi difensori, (parte civile, responsabile civile, persona civilmente obbligata) ed infine allimputato, sempre ovviamente tramite il proprio difensore. Una volta concluse le discussioni il giudice deve decidere sostanzialmente se rinviare a giudizio, emettendo il decreto che dispone il giudizio, o meno limputato; qualora il giudice ritenga di non poter decidere allo stato degli la legge Carotti, come gi detto, attribuisce allo stesso due possibili vie: 1. Compimento di ulteriori indagini, il giudice quando ritiene che le indagini preliminari sono incomplete emette ordinanza attraverso la quale impone al p.m. il compimento di ulteriori indagini fissando il termine entro il quale tale indagini devono essere compiute e fissando

contemporaneamente la data della nuova udienza (art. 421 bis c.p.p.). Il gup nel momento in cui emette tale ordinanza muove al PM una censura, nel senso che gli muove il rilievo che le indagini sono incomplete, e quindi vi la possibilit per il Procuratore Generale presso la Corte di Appello avocare a se le ulteriori indagini da espletare. Per tale ordinanza non comporta la regressione del processo alla fase del procedimento perch il giudice fissa subito la data della nuova udienza
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preliminare ed inoltre il PM allesito delle indagini non deve fare una nuova richiesta di rinvio a giudizio. 2. Integrazione probatoria da parte del giudice, il giudice delludienza preliminare ha anche la possibilit di disporre dufficio, anche su sollecitazione delle parti, lassunzione delle prove delle quali appare evidente la necessit al fine di pronunciare sentenza di non luogo a procedere. Tale articolo stato sostituito dalla legge CAROTTI, perch prima delle riforma il giudice aveva un potere di assunzione probatoria limitato allindicazione dei temi di prova nuovi o incompleti. Per effetto della nuova legge il GUP pu pronunciare sentenza di non luogo a procedere anche quando gli elementi acquisiti risultano insufficienti, contraddittori o comunque non idonei a sostenere laccusa in giudizio secondo la regola dellart. 125 disp. att. Nel caso non sia possibile procedere immediatamente allassunzione della prova il giudice rinvia ad un udienza successiva citando contestualmente il, o i, testimoni ovvero i periti etc., dei quali sia stato ammesso laudizione o linterrogatorio. Comunque in ogni caso limputato, dopo lescussione delle prove pu comunque chiedere di essere interrogato (art. 422 c.p.p.);

questultima regola affermata nellultimo comma dellart. 422 c.p.p. unaltra novit della CAROTTI : le parti possono chiedere che linterrogatorio dellimputato sia reso nelle forme previste per il dibattimento e cio nelle forme dellesame e del controesame.
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V da dire inoltre che le parti hanno la possibilit di chiedere durante ludienza preliminare lincidente probatorio (che come sappiamo unattivit che si

realizza durante le indagini preliminari) al fine di anticipare la formazione della prova in un momento precedente al dibattimento.

MODIFICA DELLIMPUTAZIONE Durante ludienza preliminare pu ben darsi che il fatto risulti diverso rispetto a quello prescritto dal p.m. nellimputazione ovvero risulti un reato in concorso formale o un reato continuato ovvero risulta una circostanza aggravante. In tal caso fatto obbligo al p.m. di modificare limputazione e di contestarla allimputato presente ovvero, se assente, al suo difensore, in modo da consentire loro di effettuare le scelte che ludienza propone (es. chiedere di essere giudicato con il rito abbreviato, richiesta di patteggiamento). La modifica dellimputazione non legittima il difensore a chiedere termini a difesa. Pu anche capitare che limputazione sia ampliata o totalmente modificata in quanto risulta a carico dellimputato un fatto nuovo per il quale debba procedersi di ufficio; in primo luogo diciamo che per fatto nuovo si intende un fatto reato diverso ed ulteriore rispetto a quello per cui si procede e non legato ad esso dal vincolo del concorso formale o della continuazione ( per esempio nel corso di un processo per rapina limputato confessa di aver sottoposto a violenza carnale la vittima ). In tal caso il pubblico ministero dovrebbe esercitare una nuova azione penale, ma se non necessario esperire ulteriori indagini, il PM pu contestare
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limputazione allimputato presente in udienza alle seguenti condizioni: con il consenso dellimputato e che il gup autorizzi la contestazione, valutando che essa non incida sulla speditezza del processo; se ci non avviene, se cio il giudice non autorizza la contestazione ovvero limputato non presta il proprio consenso, gli atti sono restituiti al pubblico ministero affinch eserciti la nuova azione penale, cio procede separatamente per il nuovo reato emerso in udienza preliminare (art. 423 c.p.p.). Subito dopo che stata dichiarata chiusa la discussione il giudice provvede alla deliberazione pronunciando o sentenza di non luogo a procedere oppure decreto che dispone il giudizio. 1) La sentenza di non luogo a procedere quel provvedimento giurisdizionale che chiude in modo definitivo e favorevole allimputato ludienza preliminare. La sentenza ex art. 425 c.p.p. non ha idoneit a divenire definitiva a differenza delle altre sentenze di proscioglimento emanate in sede dibattimentale o di giudizio abbreviato. I casi in cui il GUP pu pronunciare sentenza di non luogo a procedere sono tassativamente indicati dallart. 425 c.p.p., inoltre a seguito della Carotti il gup nel pronunciare sentenza di non luogo a procedere pu valutare anche le circostanze attenuanti; questa una vera e propria novit perch si tratta di un potere prima attribuito solo al giudice del dibattimento. Inoltre il gup pronuncia sentenza ex art. 425 c.p.p. anche quando ritiene che gli elementi probatori raccolti dal pubblico ministero siano insufficienti, contraddittori o comunque non siano tali da sostenere laccusa in giudizio nei confronti dellimputato;
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questa unaltra novit della Carotti, mentre prima il previgente art. 425 c.p.p. imponeva il rinvio a giudizio lasciando cos al giudice del dibattimento il compito di valutare la sufficienza della prova. Con la sentenza di non luogo a procedere il gup non si pronuncia sulla colpevolezza dellimputato, bens sullidoneit degli elementi raccolti dal PM per sostenere laccusa in giudizio, ed in tal senso che si parla di sentenza processuale. Inoltre lambito di operativit dellart. 425 c.p.p. diverso da quello di cui allart. 129 c.p.p., rispondendo ad esigenze diverse; infatti se il gup sulla richiesta del PM ravvisa un evidente sussistenza di una causa di non punibilit prevista dal codice pu adottare la formula dellart. 129 c.p.p.; se invece manca unevidente causa di non punibilit e quindi si rende necessario un approfondimento dellindagine, ovvero se la causa non si ancora verificata al momento della fissazione delludienza preliminare il giudice pronuncia sentenza di non luogo a procedere. Contro le sentenze di non luogo a procedere possono proporre appello il procuratore della Repubblica ed il procuratore Generale , nonch limputato purch con la sentenza non si sia dichiarato che il fatto non sussiste o limputato non lo ha commesso dal momento che sono le uniche formule pi favorevoli allimputato. La persona offesa in caso di mancata notifica dellavviso delludienza preliminare non pu proporre appello, per il principio della tassativit; mentre pu ricorrere per Cassazione. 2) Se non pronuncia sentenza di non luogo a procedere il gup emette decreto che dispone il giudizio; tale decreto deve contenere a pena di nullit: le
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generalit dellimputato, lindicazione della persona offesa, lenunciazione chiara e precisa del fatto, lenunciazione delle fonti di prova raccolte, lindicazione del giudice competente, lindicazione del giorno del luogo e dellora della comparizione, la data e la sottoscrizione del giudice. Una volta emesso il decreto che dispone il giudizio, il PM ed il difensore possono compiere attivit integrativa di indagine , fatta eccezione per gli atti per i quali prevista la partecipazione del difensore o dellimputato. Tale attivit integrativa di indagine va espletata dopo la celebrazione delludienza preliminare, e va quindi tenuta distinta dalle ulteriori indagini che sono quelle che il PM compie dopo la richiesta di rinvio a giudizio e prima delludienza preliminare. Subito dopo lemissione del decreto che dispone il giudizio il giudice provvede nel contraddittorio alla formazione del fascicolo per il dibattimento, che quel fascicolo formato dal gup in contraddittorio con le parti, in tale fascicolo saranno inseriti tutti gli atti che dovr poi conoscere il giudice del dibattimento. Questa modalit di formazione del fascicolo una novit introdotta dalla legge CAROTTI; infatti prima della riforma il fascicolo in questione veniva formato dalla cancelleria del giudice del dibattimento. Appare quindi logico che in tale fascicolo andranno inseriti non tutti gli atti compiuti dal pubblico ministero durante la fase delle indagini, ma semplicemente gli atti irripetibili (es. verbale di sequestro, verbale di incidente probatorio, verbale di ispezione etc. etc.), ci in quanto il giudice dibattimentale non deve essere affatto condizionato nel suo giudizio dallattivit di indagine compiuta dal
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p.m. Inoltre su accordo delle parti nel fascicolo possono confluire anche atti delle indagini del PM nonch documentazione relativa alle indagini difensive. Alla formazione del fascicolo si procede o durante la stessa udienza nella quale il gup ha emesso il decreto che dispone il giudizio, ovvero, se vi richiesta di una parte, in una successiva udienza fissata, dal gup, a distanza di 15 giorni. La sentenza di non luogo a procedere non idonea a passare in giudicato e quindi pu anche essere revocata a richiesta del p.m. quando vi siano nuove fonti di prova le quali da sole o unitamente a quelle gi acquisite possano determinare il rinvio a giudizio dellimputato. Competente a pronunciarsi sulla richiesta del PM il GIP e non il GUP. A tal punto bisogna vedere se le nuove fonti di prova sono gi state acquisite ( per esempio le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia assunte in altro processo ) allora il PM chiede oltre alla revoca della sentenza, il rinvio a giudizio; se le nuove fonti di prova non sono state ancora acquisite allora il PM, oltre alla richiesta di revoca, deve avanzare istanza di riapertura delle indagini. Se il GIP non deve dichiarare inammissibile la richiesta fissa la data della nuova udienza preliminare (ci allorquando le nuove fonti di prova siano gi acquisite), ovvero dispone la riapertura delle indagini preliminari (al fine di acquisire le nuove fonti di prova) le quali debbono esaurirsi in un tempo non superiore a 6 mesi non prorogabile.

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Contro lordinanza che rigetta o dichiara inammissibile la richiesta di revoca il PM pu proporre ricorso per Cassazione solo per i motivi indicati nellart. 606 comma 1 lettere b,d,e. c.p.p.

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I PRINCIPI DEL PROCESSO PENALE

I principi guida del processo sono quei principi ai quali le parti devono attenersi al fine di avere un processo giusto nel quale si sia in grado di accertare la eventuale responsabilit penale dellimputato. Analiticamente considerati questi principi sono: 1. Principio della contestazione tale principio vuole che limputato sia messo a conoscenza di cosa esso sia accusato, infatti non ammissibile che si processi alcuno senza che questi sappia il motivo per cui vi processo. Tale principio lo si ritrova nellambito degli artt. 516- 517- 518 c.p.p. (di cui successivamente si dir pi diffusamente) nel caso cio in cui allimputato debba essere contestato un fatto diverso o diversamente circostanziato ovvero un fatto nuovo. La contestazione deve essere puntualmente descritta dal p.m. allatto dellesercizio dellazione penale. 2. Principio del contraddittorio tale principio indica che le decisioni del ,giudice in un processo devono avvenire sempre audita altera parte. Ci significa che nel processo penale fondamentale avere un dibattito tra laccusa e la difesa. Costituzionalmente tale principio sancito dallart. 111 cost. dal quale innanzitutto si evince che il processo si svolge nel contraddittorio delle parti (p.m. e imputato) innanzi ad un giudice terzo ed imparziale; da ci se ne desume che per quanto riguarda limputato egli ha il diritto di difesa esercitatile in ogni grado del processo mediante il diritto
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alla prova. Per quanto riguarda il diritto alla prova tale norma costituzionale di fondamentale importanza in quanto il 3 comma di tale norma stabilisce che per quanto riguarda la formazione della prova essa avviene nel contraddittorio delle parti. Tale norma, allo stesso tempo, prevede per una serie di deroghe a tale principio: innanzitutto si prescinde dal contraddittorio allorquando limputato presta il proprio consenso accettando che la decisione sia adottata sulla base di elementi di prova formatisi in assenza di contraddittorio. La seconda deroga si riferisce ai casi in cui vi sia un impossibilit di natura oggettiva alla formazione della prova in contraddittorio, la terza deroga si ha allorquando limpossibilit di formare la, prova in contraddittorio dipende da condotta illecita. 3. Principio della difesa lart. 24 cost. sancisce il diritto di difesa come diritto inviolabile di ciascuno, ci significa che chiunque ha diritto di difendersi; tale diritto di difesa si esplica innanzitutto attraverso la presenza in ogni fase del giudizio dellimputato, fermo restando che allimputato anche consentito di assentarsi nel corso del giudizio o addirittura di non presentarsi mai (in tal caso egli sar giudicato in contumacia). Inoltre limputato ha l ultima parola nel senso che il proprio difensore prender la parola per ultimo (dopo cio il,p.m. e le altre parti private).Sempre in applicazione di tale principio limputato ha la

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possibilit di scegliere di celebrare il processo attraverso dei riti alternativi. 4. Principio dellimmediatezza il giudice deve venire a conoscenza delle prove in maniera diretta ossia nel momento stesso in cui essa si forma o viene assunta. 5. Principio del libero convincimento del giudice il giudice deve valutare gli elementi di prova acquisiti in totale libert senza che vi siano elementi che possano vincolare il proprio convincimento. 6. Principio delloralit le prove devono formarsi oralmente anche se poi tutti gli atti probatori vengono trasfusi in verbali (verbali di udienza) 7. Principio della pubblicit il processo penale essenzialmente pubblico nel senso che vi la libera partecipazione del pubblico alle udienze, salvo casi in cui si tratta di udienze in camera di consiglio. 8. Principio di concentrazione in base al quale il processo dovrebbe

concludersi nello stesso giorno nel quale ha inizio o perlomeno avere una ragionevole durata (art. 111 2 comma Cost.); ovviamente ci nella maggior parte dei processi impossibile per cui il giudice ha la possibilit di suddividere ilprocesso in pi udienze. 9. Principio di economia e di speditezza processuale tale principio collegato al principio di concentrazione, ovviamente tale principio deve per essere bilanciato dalle concrete esigenze delle parti.

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LE PROVE Per affermare la responsabilit penale di qualcuno necessario che essa sia provata; ossia nessuno pu essere ritenuto colpevole di un qualcosa se la sua responsabilit non provata. Per questo nel processo penale assumono una funzione vitale le prove che vengono assunte o formate nel corso del processo. Per parlare compiutamente del mondo probatorio bisogna preliminarmente chiarirsi alcuni termini: MEZZI DI RICERCA DELLA PROVA Sono attivit di natura investigativa che si compiono per reperire mezzi di prova o elementi di rilevanza probatoria; sono cio strumentali allindividuazione degli elementi di prova. Essi sono: 1. Ispezione che un attivit tesa a ricercare tracce del reato, viene compiuta dallautorit giudiziaria che la dispone con decreto; essa pu avere luogo su persone, in tal caso avremo unispezione personale, ovvero su luoghi, in tal caso avremo unispezione locale. Per quanto riguarda la prima essa deve essere compiuta su persone sulle quali si ritiene possano essere rilevate tracce del reato essa deve essere compiuta nel rispetto della dignit personale della persona ispezionata la quale pu farsi assistere da persona
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di sua fiducia. E inoltre possibile che ad eseguire lispezione sia persona dello stesso sesso di quella ispezionata. Per quanto riguarda quella locale essa avviene in luoghi nei quali si presume che vi siano tracce del reato e deve essere preceduta dalla consegna, allindagato o allimputato, del decreto di sequestro. 2. Perquisizione unattivit tesa a ricercare il corpo del, reato o tracce pertinenti al reato o anche dellevaso o della persona sottoposta alle indagini. Anchessa cos come lispezione pu essere personale o locale e valgono per entrambi le stesse regole valide per le ispezioni. 3. Sequestro probatorio il quale consiste nel sequestrare o il corpo del reato ovvero delle cose pertinenti al reato. Tale tipo di sequestro si differenzia dal sequestro conservativo e preventivo in quanto qui si tratta di un atto dindagine e non di una misura cautelare. Tale sequestro compiuto dallautorit giudiziaria tramite decreto, avverso tale sequestro ammesso ricorso al tribunale del riesame. Pu capitare che ad eseguire tale sequestro sia la polizia giudiziaria la quale allorquando vi unurgenza procede a sequestrare il corpo del reato fermo restando che in tal caso comunque necessaria la convalida da parte del p.m. entro 48 ore dal compiuto sequestro art. 355 c.p.p. 4. Intercettazioni telefoniche ed ambientali ossia quando vengono captate le conversazioni telefoniche ed ambientali dellindagato o imputato. Tali intercettazioni sono disposte con decreto motivato da parte del gip. previa
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richiesta autorizzativa del p.m. Affinch si possa procedere ad intercettazioni il legislatore allart. 266 c.p.p. ha previsto che debba trattarsi di reati non colposi puniti con la pena dellergastolo o con quella della reclusione superiore nel massimo a 5 anni, ovvero una serie di reati elencati analiticamente da tale norma. Occorre poi che lintercettazione sia assolutamente indispensabile al fine della prosecuzione dellindagine e sussitano gravi indizi di reato. Il gip con il decreto indica anche la durata di tali intercettazioni (15 giorni prorogabili pi di una volta). Nel caso in cui vi sia unurgenza il p.m a disporle con decreto motivato che entro 24 ore va comunicato al gip affinch decida se convalidare o meno tale decreto entro le successive 48 ore. MEZZI DI PROVA Per quanto riguarda i mezzi di prova essi non sono altro che lo strumento processuale attraverso il quale possibile produrre un elemento di conoscenza che occorre al giudice per la formazione del suo convincimento e quindi per la decisione del processo. Tali mezzi sono: LA TESTIMONIANZA La testimonianza certamente il mezzo di prova maggiormente adoperato nei processi penali, tale prova si forma nel processo (ci in quanto la dichiarazione del testimone non preesiste al processo). La testimonianza un mezzo di prova dichiarativo che consente di approfondire circostanze utili per il processo,
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testimone non pu mai essere una parte processuale (es. testimone non pu mai essere il p.m. ovvero limputato), unica eccezione a questa regola la parte civile la quale nonostante sia parte processuale pu comunque assumere lufficio di testimone.Per quanto riguarda il contenuto della testimonianza lart. 194 c.p.p. ci informa che essa deve avere ad oggetto solo i fatti da provare, per cui il testimone deve riferire semplicemente sui fatti descritti nel capo di imputazione; inoltre la testimonianza non pu avere ad oggetto voci correnti nel pubblico per cui essa deve vertere esclusivamente su fatti specifici (art. 194 2 comma c.p.p.). Eassolutamente fatto divieto al testimone di esprimere propri apprezzamenti personali circa i fatti di causa o la personalit dellimputato.Una forma particolare di testimonianza la testimonianza indiretta (o de relato) essa la si ha quando un testimone dichiara di aver appreso il fatto da altra fonte . Per cui lart. 195 c.p.p. afferma che in questo caso le parti possono chiedere al giudice che sia chiamata a deporre la fonte dalla quale il teste ha appresola notizia. Nel caso in cui il testimone non riferisca le generalit della fonte, in poche parole si rifiuti di indicare chi la persona dalla quale ha appreso questa informazioni, allora la sua dichiarazione sar totalmente inutilizzabile. Tale dichiarazione sar invece utilizzabile allorquando le parti non chiedono che la fonte di riferimento sia escussa (sia cio chiamata a testimoniare), ci non toglie che il giudice, di ufficio, possa chiamare a deporre questa fonte di riferimento.
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Vi sono due eccezioni nelle quali la testimonianza indiretta esclusa, tali eccezioni sono: quella prevista nellart. 62 c.p.p. che vuole che le dichiarazioni rese nel corso del procedimento dallindagato non possono formare oggetto di testimonianza, la seconda prevista dal 4 comma art. 195 c.p.p. che vieta agli agenti ed agli ufficiali di p.g. di riferire su dichiarazioni ricevute nel corso delle indagini preliminari dallindagato o da persone che possono assumere la veste di testimoni. Per quanto riguarda la capacit a testimoniare il legislatore ha ritenuto nellart. 197 c.p.p. che ognuno ha la capacit a testimoniare, per cui sar poi il giudice che caso per caso decider se effettivamente il soggetto sar o meno in grado di testimoniare. Un discorso a parte merita quello sulle incompatibilit a fungere da testimoni, lart. 197 c.p.p. indica una serie di ipotesi in cui si realizza tale incompatibilit, precisamente: 1. La lettera a) di tale articolo indica che non possono assumere la veste di testimoni soggetti che rivestono la qualit di coimputati o imputati in un procedimento connesso a norma dellart. 12 lett a) c.p.p. salvo che nei loro confronti sia stata pronunciata sentenza irrevocabile di

proscioglimento, di condanna, o di patteggiamento. 2. La lettera b) di tale articolo fa riferimento alle persone imputate in un procedimento connesso a norma dellart. 12 lett c) c.p.p. ovvero in un reato collegato ex art. 371 c.p.p. salvo che nei loro confronti sia stata
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pronunciata sentenza irrevocabile di proscioglimento, di condanna, o di patteggiamento. 3. La lettera c) di tale norma riguarda il responsabile civile e la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria 4. La lettera d) riguarda chi nel medesimo processo ha svolto la funzione di giudice , di p.m. etc. etc. Significativo quanto disposto dallart. 197 bis c.p.p., la cd. testimonianza assistita, il quale articolo prevede delle eccezioni circa lincapacit a essere testimoni, tali eccezioni riguardano le ipotesi considerate nella lett. b) dellart. 197 c.p.p. (imputato in procedimento connesso ex art. 12 lett. c) ovvero imputato in un reato collegato) in quanto questi soggetti non sono incompatibili con lufficio di testimone, quando nei loro confronti stata pronunciata sentenza irrevocabile di proscioglimento ovvero di condanna ovvero di patteggiamento, quando hanno reso, in sede durante le indagini preliminari, dichiarazioni che riguardano laltrui responsabilit ex art. 64 3 comma c.p.p. In questi casi il testimone assistito da un difensore, ecco perch si parla di testimonianza assistita perch nella normalit dei casi il testimone non ha diritto al difensore. Inoltre il testimone non pu essere obbligato a rispondere su fatti che concernono la propria responsabilit in ordine al reato per cui si procede o si proceduto, se nel procedimento aveva negato la propria responsabilit ovvero non aveva reso

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alcuna dichiarazione. La ratio della regola semplice : nessuno tenuto a danneggiarsi. Il comma 5 dellart. 197 bis prevede una regola importante: l

INUTILIZZABILITA SOGGETTIVA, cio ogni dichiarazione del teste su temi su cui aveva diritto di tacere inutilizzabile, mentre tutto ci che ha liberamente dichiarato sar valutabile in chiave probatoria nei riguardi di altri soggetti, ma inutilizzabile nei suoi confronti. Infine per quanto riguarda gli obblighi del testimone egli deve sempre dire la verit, inoltre, nel caso in cui non si presenti in udienza nel giorno prestabilito, deve addurre una causa di giustificazione altrimenti il giudice pu condannarlo al pagamento di una sanzione pecuniaria e pu talvolta anche ordinarne laccompagnamento coattivo. Deve sempre dire la verit ed inoltre il teste non pu essere obbligato a deporre su fatti dai quali potrebbe emergere la sua responsabilit penale. I parenti ed i prossimi congiunti dellimputato hanno la facolt di astenersi dallobbligo di testimoniare, ma tale facolt non sussiste ove i parenti o i prossimi congiunti dellimputato abbiano presentato denuncia, querela o istanza ( art. 199 c.p.p. ). Per alcuni testimoni che rivestono particolari qualifiche (avvocati, preti, medici , farmacisti etc.etc.) lart. 200 c.p.p. concede la facolt di non rispondere a determinate domande quando attraverso la risposta si possa violare il segreto professionale. Il giudice se dubita dellesistenza del segreto pu disporre
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accertamenti in tema; se poi lopposizione del segreto dovesse risultare infondata, il giudice ordinerebbe al testimone di deporre. Lo stesso vale per il segreto di ufficio: che uno dei doveri fondamentali del pubblico ufficiale, del pubblico impiegato e dellincaricato di un pubblico servizio. Diversa la disciplina per il segreto di Stato che pi complessa, data la natura degli interessi coinvolti; ove il testimone opponga lesistenza di un segreto di stato il giudice ne d immediata comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, chiedendo a lui conferma dellesistenza del segreto. Qualora entro 60 giorni dalla notificazione della richiesta, il Presidente del Consiglio dei Ministri non dia conferma, il giudice ordina che il testimone deponga; se al contrario viene confermata lesistenza del segreto e la prova sia essenziale ai fini del processo, il giudice dichiara di non doversi procedere per lesistenza di un segreto di Stato. ESAME DELLE PARTI Per quanto riguarda questo mezzo di prova esso riguarda specificamente le parti (imputato, parte civile, responsabile civile etc. etc.), tale mezzo di prova differisce dalla testimonianza in quanto le parti possono essere esaminate se ne fanno richiesta o se acconsento alla richiesta formulata dalla controparte (p.m.), inoltre esse non hanno lobbligo di dire la verit e possono anche tacere del tutto. Mentre come abbiamo visto per la testimonianza, essa unattivit doverosa ed inoltre vi lobbligo di dire la verit.
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ESAME DI PERSONA IMPUTATA IN PROCEDIMENTO CONNESSO Tale mezzo di prova ci indicato dallart. 210 c.p.p. tali persone sono indicate nel 1 comma di tale articolo e sono gli imputati in un procedimento connesso ex art. 12 lett a) c.p.p. nei confronti dei quali si procede o si proceduto separatamente e che non possono assumere lufficio di testimone. Tali persone sono esaminate a richiesta di parte devono essere assistite da un difensore di fiducia; hanno lobbligo di presentarsi al giudice il quale ha anche la facolt di predisporre laccompagnamento coattivo; ed inoltre tali persone hanno anche la facolt di non rispondere. CONFRONTO Tale mezzo di prova consiste nel confrontare due persone le quali abbiano reso in precedenza dichiarazioni contrastanti su fatti fondamentali per il tema probandum, il confronto pu anche riguardare pi persone e le fonti di prova possono essere sia testimoni, sia imputati, sia imputati in un procedimento connesso. RICOGNIZIONE E un mezzo di prova per consentire il riconoscimento di persone, suoni, cose. Per cui avremo ricognizione personale, ricognizione reale e ricognizione sensoriale.

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La ricognizione avviene nellaula di udienza senza particolari accorgimenti salvo che vi possa essere pericolo per il ricognitore ed in tal caso saranno adottate misure idonee a tutelare il ricognitore. La ricognizione avviene in questo modo: accanto alla persona o alla cosa da riconoscere il giudice, fatto allontanare il ricognitore, dispone che siano poste due persone o cose il pi possibile somiglianti a quella da riconoscere, reintrodotto il ricognitore in udienza egli deve poi eseguire la ricognizione. LESPERIMENTO GIUDIZIALE Tale mezzo di prova consiste invece nella possibilit di accertare se un fatto sia o possa essere avvenuto in un certo modo; consiste quindi nel controllo sperimentale di un certo accadimento, attraverso la riproduzione della situazione di fatto e la ripetizione delle sue modalit di svolgimento. tutte le operazioni sono dirette dal giudice. PERIZIA Questo mezzo di prova necessario allorquando laccertamento dei fatti presuppone particolari conoscenze tecnico scientifiche per cui necessario affidarsi a colui il quale possiede tali caratteristiche. La nomina del perito avviene in udienza, nella quale il giudice affida, nel contraddittorio delle parti, lincarico formulando nel contempo anche i requisiti ai quali la perizia dovr dare risposta. In quanto ausiliario del giudice il perito deve avere una posizione di terziet e quindi di imparzialit, analoga a quella del giudice. Cos come per il giudice anche il perito quando ricorre una causa di
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incompatibilit, ha lobbligo di astenersi; le cause sono di astensione sono quelle indicate nellart. 222 c.p.p. , a queste vanno aggiunte anche le cause di astensione del giudice ai sensi dellart. 36 c.p.p. Se in presenza di una causa di incompatibilit non si astiene, egli pu essere ricusato dalle parti, tranne che per il motivo di cui allart. 36 lett. H. Dopo le formalit di conferimento dellincarico, il perito procede immediatamente agli accertamenti; se per la complessit dei quesiti non pu dare risposta immediata pu chiedere un termine al giudice. Se il giudice ritiene di non poter accogliere la richiesta provveder a sostituirlo; altrimenti fissa la data, non oltre 90 giorni, nella quale il perito deve depositare la risposta ai quesiti. Quando gli accertamenti sono abbastanza complessi il termine pu essere prorogato dalgiudice anche pi volte per periodi non superiori a 30 giorni; in ogni caso il termine anche se prorogato non pu superare i 6 mesi. Allesito della perizia il perito esporr in udienza i risultati ai quali giunto, ed esso verr esaminato secondo le modalit previste per lesame dei testimoni. LA CONSULENZA TECNICA Tale mezzo di prova si avvicina sensibilmente alla perizia in quanto altro non se non la possibilit data alle parti (p.m., imputato, parte civile etc. etc.) di nominare propri consulenti da affiancare ai periti, laddove essi siano nominati. Bisogna distinguere se il consulente sia nominato a seguito di una perizia disposta dal giudice o sia nominato dalle parti.

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Nel primo caso le parti hanno facolt di nominare consulenti in numero non superiore a quello dei periti, tali consulenti possono affiancare i periti durante il corso delle operazioni peritali, nel caso in cui il consulente sia nominato

successivamente allassegnazione dellincarico peritale egli non potr chiedere la ripetizione delle attivit gi compiute dal perito ma potr solamente osservare il luogo o loggetto della perizia previa autorizzazione del giudice. Nel secondo caso anche nel corso delle indagini preliminari le parti possono nominare propri consulenti, in numero non superiore a due, e lattivit del consulente si svolge in maniera autonoma. PROVA DOCUMENTALE

La prova documentale 234


Nel processo penale la regola generale che le prove si formino in dibattimento nel contraddittorio tra le parti. Tuttavia esistono prove che per loro natura non sono suscettibili di formazione in dibattimento essendo precostituite. Deve trattarsi di documenti formatisi fuori dal processo e che in questo entrano con finalit probatorie. Art 234: consentita lacquisizione di scritti o di altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose, mediante fotografia o qualsiasi altro mezzo. E vietata lacquisizione di documenti riguardanti informazioni sulle voci correnti nel pubblico. il documento per assurgere a mezzo di prova deve avere requisiti di certezza in ordine alla paternit o provenienza; pertanto vietata lacquisizione di documenti anonimi, apocrifi di quelli che hanno contenuto inattendibile. Il documento mezzo di prova poich attraverso di esso il giudice pu ritenere provato il fatto rappresentativo; ci sono dei limiti allammissibilit: - il documento deve essere sempre acquisto in originale; - vietata lacquisizione di voci correnti nel pubblico; - vietata lacquisizione di documenti di cui si ignori lautore;
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In ogni caso vanno sempre acquisiti i documenti che costituiscono il corpo del reato. Rientrano tra i documenti, anche le sentenze pronunciate in altri procedimenti sia civili che penali che amministrativi che siano divenuti irrevocabili. VERBALI DI PROVE DI ALTRI PROCEDIMENTI Tale mezzo di prova consente di assumere come prova i verbali di altri procedimenti (art. 238 c.p.p.). Per quanto riguarda le prove assunte in un giudizio civile i relativi verbali possono essere acquisiti se il processo civile al quale si riferiscono tale prove stato definito con sentenza definitiva. Per quanto invece riguarda i verbali di prova assunti in altro procedimento penale essi possono essere acquisiti allorquando siano stati formati nel pieno rispetto del contraddittorio tra le parti. Tali verbali possono essere adoperati contro limputato allorquando il proprio difensore abbia materialmente partecipato allassunzione della prova; per quanto riguarda i verbali di dichiarazioni rese in altro procedimento ed in sedi nelle quali non garantito il contraddittorio, allora possono essere acquisiti solamente se vi il consenso dellimputato. Le parti possono sempre e comunque chiedere lesame della persona che abbia reso le dichiarazioni acquisite. Una volta eseguita la distinzione tra mezzi di ricerca della prova e mezzi di prova, bisogna brevemente distinguere tra: 1. Fonte di prova ossia la cosa, il documento, la persona che possa offrire spunti conoscitivi al giudice al giudice.
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2. Elemento di prova ossia il dato obbiettivo offerto dalla fonte di prova 3. Risultato probatorio la situazione di fatto ricostruita attraverso il mezzo di prova. Nel corso del dibattimento il giudice che, previa richiesta delle parti, decide, tramite ordinanza, se ammettere o meno le prove richieste. Al fine di decidere il giudice deve avere ben presenti i parametri indicati dallart. 190 c.p.p. ossia la prova richiesta per essere ammessa deve essere non vietata, non superflua e rilevante. Quando richiesta una prova non disciplinata dalla legge il giudice pu assumerla se essa risulta idonea ad accertare i fatti e non pregiudica la libert morale della persona. La fase dellassunzione si atteggia in maniera duplice: infatti si parla di acquisizione quando si tratta di una prova precostituita (es. documento), si parla di formazione quando si tratta di una prova dichiarativa (es. testimonianza). Come detto il giudice decide con ordinanza se ammettere o meno al prova, egli deve decidere immediatamente e soprattutto, ed forse la nota pi importante, il giudice ha la possibilit rivedere la precedente decisione di ufficio o su sollecitazione della parte, egli cio pu ammettere una prova prima esclusa, o pu escludere una prova prima ammessa. Una volta che la richiesta della parte stata ammessa la stessa non ha pi la possibilit di revocarla unilateralmente, cio se la parte rinuncia ad una prova tale rinuncia ha effetto solamente se vi il consenso della controparte.

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Un discorso a parte meritano gli indizi recita infatti lart. 192 c.p.p. che lesistenza di un fato non pu essere desunta da indizi a meno che questi siano gravi, precisi e concordanti; lindizio in s per s un fatto che da solo non sufficiente a dimostrare il tema probandum, per cui affinch tali indizi assurgano a prova necessario che essi siano innanzitutto pi di uno, inoltre necessario che siano gravi quando la convinzione logica da esso si ricava cosi forte da resistere alle eventuali obbiezioni (es. dopo un omicidio si rinvengono le impronte digitali di A, ci non togli per che B, il vero autore dellomicidio, abbia avuto cura di eliminare le sue impronte lasciate sul posto al momento dellomicidio). Lindizio deve essere inoltre preciso riprendendo lesempio fatto in precedenza la precisione si ha allorquando possibile affermare senza ombra di smentita che tali impronte sono dellimputato; cio lindizio deve garantire la certezza della circostanza rappresentata. Infine gli indizi devono essere concordanti devono cio condurre verso ununica soluzione e non devono contrastare tra loro. Allorquando si tratti di dichiarazioni rese da un coimputato nel medesimo reato ovvero da una persona imputata in un procedimento connesso nel valutare dichiarazioni il giudice deve preliminarmente valutare lattendibilit del dichiarante, attendibilit sia intrinseca ossia il giudice valuta se il dichiarante ha qualche motivi di contrasto con limputato, valuta la personalit del dichiarante

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etc. etc.; sia estrinseca ossia il giudice valuta se la dichiarazione del coimputato o del imputato connesso rispecchiano i fatti come si sono realmente svolti. Inutilizzabilit della prova La inutilizzabilit rientra nel novero delle invalidit degli atti, ed la sanzione tipica prevista dalla legge per gli atti di contenuto probatorio. Essa incide sul libero convincimento del giudice sottraendogli un elemento da valutare per laccertamento dei fatti. La dottrina ha distinto tra: - inutilizzabilit patologica: gli elementi di prova sono assunti in violazione di un espresso divieto probatorio; - inutilizzabilit fisiologica: gli elementi pur non presentando nessun vizio intrinseco non possono comunque essere valutati dal giudice del dibattimento perch formate senza il rispetto del contraddittorio. Ma se facciamo riferimento al 111 co 4: la sanzione dellinutilizzabilit soggetta alle deroghe espressamente stabilite: - quando vi sia il consenso dellimputato; - quando la prova non pu essere assunta in contraddittorio per accertata impossibilit di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita; - nelle ipotesi del 512. Nel nostro sistema vi una previsione GENERALE dellistituto ex 191 e poi una serie di previsioni di inutilizzabilit cd. SPECIALI, riferiti a singoli atti. ART 191 co 1: le prove acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge non possono essere utilizzate. Linutilizzabilit rilevabile anche dufficio in ogni stato e grado del procedimento. Il vizio che abbia reso inutilizzabile latto non si sana con il passaggio in giudicato della sentenza: quindi seppure il vizio non viene rilevato nel processo in cui latto compiuto, ci non toglie che potr comunque essere rilevato successivamente al passaggio in giudicato della sentenza, in un procedimento in cui si voglia utilizzarlo.

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IL DIBATTIMENTO Una volta emesso il decreto che dispone il giudizio, con il quale il gup rinvia a giudizio limputato, si entra nella fase del dibattimento vera e propria. Prima per che formalmente si apra il dibattimento vi sono due fase che precedono tale apertura esse sono: quella degli atti preliminari al dibattimento, e quella degli atti introduttivi. ATTI PRELIMINARI AL DIBATTIMENTO ANTICIPAZIONE E DIFFERIMENTO DELLUDIENZA Il primo di questi atti indicato nellart. 465 c.p.p. in base al quale il presidente del collegio giudicante pu ( Tribunale o Corte di Assise) pu, per giustificati motivi e per una sole volta, anticipare o differire la data delludienza indicata nel decreto che dispone il giudizio. Tale decisione avviene con decreto il quale deve essere comunicato, nel caso di anticipazione delludienza, alle parti almeno 7 giorni prima delludienza. ACQUISIZIONI PROBATORIE URGENTI In tal caso lart. 467 prevede la possibilit che il presidente del collegio giudicante a richiesta di parte, nei casi indicati dallart. 392 c.p.p., dispone lassunzione anticipata delle prove non rinviabili. Quanto descritto rappresenta una forma atipica di incidente probatorio ci in quanto oltre a necessitare dei requisiti richiesti dallart. 392 anche necessario che lassunzione anticipata sia imputabile alla particolare urgenza che non consente affatto di attendere che tale prova sia formata in dibattimento.
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Tale procedimento comunque si differenzia dallincidente probatorio per il fato che comunque attiene alla fase dibattimentale. DEPOSITO DELLA LISTA TESTIMONIALE Lart. 468 c.p.p. stabilisce la possibilit per la parte che voglia chiedere lesame di testimoni o di periti ovvero di consulenti tecnici o delle persone indicate nellart. 210, di depositare la lista testimoniale nella cancelleria del giudice procedente almeno 7 giorni prima delludienza; tale termine previsto a pena di inammissibilit. Insieme alla lista deve, eventualmente essere presentata anche la richiesta di ammissione di verbali di prova di altro procedimento penale. La lista deve indicare oltre ovviamente le persone che saranno chiamate a testimoniare anche su quali fatti verter la testimonianza. Il presidente del collegio giudicante, una volta verificata linsussistenza di impedimenti legislativi che possono riguardare il singolo mezzo di prova ovvero la manifesta sovrabbondanza delle richieste, autorizza con decreto la citazione delle persone indicate nella lista per ludienza fissata o per un udienza successiva. Lautorizzazione del presidente un qualcosa di diverso dallammissione delle prove, regolata dallart. 495 di cui si dir dopo, in quanto questultima decisa in udienza dallintero collegio dopo aver effettuato una valutazione pi penetrante sul merito della prova stessa.

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Inoltre il controllo esercitato dal presidente riguarda solamente la prova testimoniale non anche la citazione dei periti o dei consulenti etc. etc. Inoltre la funzione di tale lista anche quella di consentire alla controparte di presentare prove a proprio discarico. LA SENTENZA ANTICIPATA DI PROSCIOGLIMENTO Lart. 469 c.p.p. prescrive la possibilit di pronunciare sentenza di non doversi procedere prima del dibattimento quando: lazione penale non doveva essere iniziata o non proseguita ovvero quando il reato estinto. Tale norma prevede lemissione di tale sentenza quando laccertamento di tali cause non necessita il dibattimento. Il giudice per prima di decidere in camera di consiglio deve comunque sentire le parti le quali possono comunque opporsi; solamente se non vi opposizione il giudice pu pronunziare la sentenza di non doversi procedere la quale inappellabile; ma ammissibile ricorso in Cassazione per violazione di legge. Tale sentenza si differenzia dalla sentenza di non luogo a procedere emessa allesito delludienza preliminare in quanto essa comunque una sentenza che, pur incidendo sul rito, investe anche il merito, mentre quella emessa dal gup meramente processuale in quanto essa riguarda solamente lazione penale esercitata dal p.m.; poi perch la sentenza di cui si tratta inappellabile mentre quella emessa dal gup pu sempre essere revocata. Ovviamente se per dagli atti risulta che il fatto non sussiste o che limputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato allora sar applicato la
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norma prevista nellart. 129 2 comma c.p.p. che comunque prevede la possibilit di assolvere nel merito limputato. ATTI INTRODUTTIVI AL DIBATTIMENTO COSTITUZIONE DELLE PARTI E il primo atto introduttivo del dibattimento, con esso il giudice verifica che le parti siano state regolarmente avvisate della data, del giorno, del luogo e dellora delludienza. Viene cio verificata la vocativo in iudicium dellimputato art. 484 c.p.p. QUESTIONI INCIDENTALI E PREGIUDIZIALI L478 c.p.p. prevede la possibilit per il giudice di decidere le questioni incidentali proposte dalle parti tali questioni attengono solamente al rito e non al merito del processo. Lart. 479 c.p.p. prevede la possibilit per il giudice di sospendere, con ordinanza, il dibattimento allorquando lesistenza del reato dipenda

dallaccertamento di una questione civile o amministrativa di particolare complessit e sia gi in corso un procedimento presso il giudice competente. Ovviamente il processo non pu rimanere sospeso in eterno per cui il 3 cooma di questo articolo prevede che se la questione, civile o amministrativa, non sia definita entro un anno il giudice pu revocare lordinanza di sospensione. Molto importante sono anche le questioni costituzionali che si hanno allorquando sorge una questione circa leventuale incostituzionalit di una norma penale; in tal caso il giudice verifica prima se tale questione non
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manifestamente infondata e poi successivamente sospende il dibattimento per rimettere la questione innanzi la Corte Costituzionale. QUESTIONI PRELIMINARI Tali questioni sono indicate nellart. 491 c.p.p. esse riguardano la competenza per materia, in eccesso, per territorio, per connessione, le nullit relative, la costituzione di parte civile etc. etc. Le quali possono essere eccepite non oltre tale fase. Il 2 comma riguarda questioni che possono per essere eccepite anche nel corso del dibattimento, allorquando mese sorgano nel corso di questo, e riguardano il fascicolo per il dibattimento, la riunione e la separazione dei processi. Tali questioni sono decise dal giudice immediatamente con ordinanza previo contraddittorio tra le parti. Tali questioni possono comunque anche essere rilevate ex officio dal giudice. Una volta terminata tale fase il giudice dichiara aperto il dibattimento. LISTRUZIONE DIBATTIMENTALE Listruzione dibattimentale si apre con la RICHIESTA DI PROVE presentata dalle parti (p.m. e parti private) al giudice il quale decide immediatamente con ordinanza revocabile anche nel corso del processo art. 493 c.p.p. ( importante sottolineare che le parti possono anche chiedere lammissione di prove non comprese nella lista testimoniale quando dimostrano di non averle potute indicare tempestivamente 2 comma art. 493 c.p.p.)

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E importante sottolineare che le parti possono anche accordarsi per acquisire al fascicolo del dibattimento atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o anche atti che si riferiscono alla fase investigativa, inoltre le parti possono anche chiedere lammissione di prove non comprese nella lista quando le stesse dimostrino di non averle potute indicare tempestivamente. Lart. 494 c.p.p. prevede che il giudice, una volta esaurite le richieste probatorie e prima di decidere sullammissione delle stesse, avverte limputato che egli ha la possibilit di rendere sempre in ogni stato e grado del processo dichiarazioni spontanee sempre che esse si riferiscano alloggetto del processo. Lart. 495 c.p.p. prevede che il giudice decide con ordinanza circa lammissione delle prove, il criterio da seguire nella valutazione di tali richieste quello indicato nellart. 190 c.p.p., infatti il giudice deve ammettere tutte quelle prove che non siano contrarie alla legge, manifestamente irrilevanti e superflue. Una particolare disposizione indicata dallart. 190 bis c.p.p. il quale prevede che per taluni categorie di delitti gravi (associazione camorristica , associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti etc. etc.) quando richiesto lesame di persone indicate dallart. 210 c.p.p., se queste persone hanno gi reso dichiarazioni nel corso dellincidente probatorio o nel dibattimento in contraddittorio con limputato, il giudice ammette lesame di queste persone solo se esso concerne fatti differenti da quelli precedentemente dichiarati. Il 2 comma dellarticolo in questione ammette la possibilit per le parti di vedersi ammesse prove a discarico sui fatti oggetto delle prove a carico.
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Infine una volta ammessa la prova, la parte nel cui interesse tale prova stata ammessa non pu rinunciare a tale prova senza il consenso della controparte. Come detto in precedenza la prova si forma nel processo, bisogna a questo punto verificare in che modo la prova viene formata. Lart. 496 c.p.p. prevede un ordine di assunzione della prova, in primis vengono assunte le prove richieste dal p.m. successivamente vengono assunte le prove richieste dalla parte civile, dal responsabile civile, dalla persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria ed infine dallimputato. ESAME TESTIMONIALE Lesame testimoniale (art. 498 c.p.p.) consente, alla parte che ha chiesto lassunzione di tale prova, di interrogare il testimone, il testimone dovr osservare gli obblighi imposti dalla legge. Nel moderno processo penale la prova testimoniale si forma attraverso lesame incrociato dei testimoni, ossia nella possibilit di interrogare e contro interrogare il teste; il procedimento il seguente: 1. Esame del teste a carico della parte che ne ha chiesto lescussione, le domande formulate dalla parte non possono essere suggestive, non possono cio suggerire la risposta (es. una cosa chiedere Sig. Tizio dove si trovava la sera del 20 Aprile ?, altra cosa chiedere E vero che lei la sera del 20 Aprile non si trovava sul luogo dellomicidio?

questultima domanda una domanda suggestiva). Inoltre in sede di esame il giudice pu intervenire per assicurare le pertinenza delle domande con il
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tema probandum, e la genuinit delle risposte. Lesame un mezzo di prova orientato, nel senso che la parte lo finalizza alla dimostrazione della propria tesi. 2. Controesame del teste a carico della controparte la quale ha il diritto a controesaminare il teste per cercare eventualmente delle contraddizioni con quanto dichiarato durante lesame. In tale fase possibile anche porre domande suggestive, in modo da saggiare la sincerit del testimone. Anche questo un atto finalizzato, ma a scopi opposti. Il riequilibrio tra le situazioni ristabilito con il riesame, ossia con la facolt concessa a chi ha chiesto lesame di formulare ulteriori domande allesito del controesame. 3. Riesame da parte di chi ha effettuato lesame in modo da completare lesame recuperando loriginaria sequenza dei fatti. Tale meccanismo detto della cross examination. Fondamentale nel nostro sistema processuale la norma che prevede la possibilit di effettuare CONTESTAZIONI allesame testimoniale (art. 500 c.p.p.). Si ha contestazione allorch la parte che esamina, o quella che controesamina, contestano quanto precedentemente dichiarato dal teste e contenuto nel fascicolo del p.m. La contestazione presuppone quindi che vi sia stata una discordanza tra quanto dichiarato dal teste in dibattimento e quanto dichiarato dalla stessa persona nel corso delle indagini preliminari.
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Nel caso in cui il teste rifiuta di sottoporsi allesame di una parte ovvero rifiuta di rispondere al controesame di una parte allora le sue dichiarazioni non possono essere adoperate nei confronti di tale parte senza il consenso di questultima (art. 500 comma 3). Questa una modificazione apportata dalla legge sul giusto processo in ossequio al canone del contraddittorio; infatti tale comma prevede linutilizzabilit soggettivamente orientata che spiega i suoi effetti soltanto nei confronti della parte che si vista negare il diritto al contraddittorio a meno che questa non presti il consenso all'utilizzazione. Gli atti che sono utilizzati per le contestazioni non possono acquisire il valore di prova ma possono essere utilizzati solamente ai fini di verificare la credibilit del teste; se per nel corso del dibattimento emerge che il teste sia stato sottoposto a violenza, stato minacciato ovvero corrotto, allora le dichiarazioni utilizzate per le contestazioni vengono acquisite al fascicolo del dibattimento e possono valere come prova, ed inoltre possono anche essere utilizzate, anche senza consenso, nei confronti della parte prevista nel 3 comma di questo articolo (art. 500 comma 4). Si tratta di una deroga al principio dellinutilizzabilit delle dichiarazioni rese nelle indagini; attraverso tale previsione si concretizza leccezione alla regola del contraddittorio prevista dal comma 5 dellart. 111 Cost. Il giudice infatti acquisisce le dichiarazioni contenute nel fascicolo del PM e pu valutarle come prova. Le parti possono comunque accordarsi affinch siano acquisite al fascicolo per il dibattimento le dichiarazione utilizzate per le contestazioni.
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Va considerata levoluzione dellarticolo 500 scandita nelle seguenti fasi: loriginaria formulazione che rifletteva lo sbarramento di fasi del sistema inquisitorio, cio tra fase investigativa quella dibattimentale. Infatti non era consentito il transito del materiale utilizzato per le contestazioni, dal fascicolo del PM a quello del dibattimento con ununica eccezione: se la dichiarazione resa nella fase investigativa fosse stata assunta nel corso delle perquisizioni o sul luogo e nellimmediatezza del fatto in una irripetibilit del contesto storico ambientale. Al di fuori di questa eccezione, la dichiarazione resa al PM o alla pg, poteva essere utilizzata solo per verificare la credibilit del teste. su questa formulazione intervenuta la corte nel 1992 che lo ha dichiarato costituzionalmente illegittima perch violava il principio di non dispersione delle prove che era ritenuto il cardine del sistema processuale penale italiano; Il legislatore intervenne sempre nel 1992 novellando larticolo 500 per adeguarlo alla sentenza della corte: venne stabilito che la dichiarazione utilizzata per le contestazioni poteva essere acquisita al fascicolo del dibattimento ed essere valutata come prova , ma solo se la sua attendibilit fosse confermata da altri elementi. dopo 5 anni nel 1997 intervenuta la novella che ha modificato lart 513 e che pur avendo riguardo al solo esame dellimputato e delle persone ex 210, aveva comunque ad oggetto lontologia della prova dichiarativa: le dichiarazioni rese al PM o alla pg non potevano valere come prova dei fatti ivi affermati se limputato non rendeva lesame perch si rifiutava o restava assente o contumace, o si avvaleva della facolt di non rispondere. Su questultimo intervento del legislatore del 97, intervenuta la corte costituzionale nel 1998, ribadendo il principio di non dispersione della prova, con una declaratoria di legittimit costituzionale. Ma la modifica pi rilevante che ha inciso sullacquisizione probatoria ed in particolare sul regime delle contestazioni stata quella apportata dal legislatore del 1999 allarticolo 111 della costituzione. in seguito a questa modifica, lart 500 ha assunto la formulazione attuale secondo cui: 1) presupposto della contestazione lesistenza di un contrasto tra le dichiarazioni rese dal teste in dibattimento e le dichiarazioni rese dallo stesso nella fase delle indagini ( es se ha reso interrogatorio ex 294, oppure nelludienza di convalida ex 391); 2) lo svolgimento si realizza mediante lettura delle precedenti dichiarazioni e deposizioni del teste; - la regola base stabilita dal comma 2 cui seguono le eccezioni alla stessa nei commi successivi che si ricollegano alle deroghe previste dallarticolo 111. Regola base la valutazione degli atti utilizzati per le contestazioni ai soli fini della credibilit del teste ed quindi esclusa la loro utilizzabilit come prova. Le eccezioni sono previste dai commi 3 4 6 7.

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ESAME DELLE PARTI PRIVATE Lart. 503 c.p.p. disciplina compiutamente lesame delle parti private che ne abbiano fatto richiesta (ricordiamo che tale mezzo di prova presuppone, affinch possa avvenire, il consenso della parte interessata). Lesame delle parti private (parte civile, responsabile civile, persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria, imputato; in rigoroso ordine) ha le stesse regole che abbiamo visto applicate allesame del testimone (esame, controesame, riesame); inoltre anche possibile contestare alle parte le dichiarazioni rese nel dibattimento utilizzando le dichiarazioni dalla stessa rese e contenute nel fascicolo del p.m. Vi una differenza fondamentale rispetto alle contestazioni effettuate al testimone, in questo caso il penultimo comma dellart. 503 c.p.p. prevede che i verbali delle dichiarazioni, rese al p.m. o alla polizia giudiziaria su delega del p.m., adoperate per le contestazioni possono essere acquisiti al fascicolo del dibattimento quando si tratta di dichiarazioni alle quali il difensore aveva il diritto di assistere; ci in quanto essendo dichiarazioni alle quali era assicurata la presenza del difensore certamente assicurata la massima trasparenza e garanzia per la parte. ESAME DEI PERITI E DEI CONSULENTI TECNICI Tale esame disciplinato dallart. 501 c.p.p. il quale si richiama alle norma applicabili allesame testimoniale, lunica differenza consiste nel fatto che il teste deve riferire su argomenti di cui a conoscenza diretta. Mentre il perito, o il
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consulente, deve riferire su argomenti tecnici o scientifici che condizionano la sua conoscenza.

Poteri probatori del giudice


I poteri di ingerenza del giudice nel procedimento probatorio, devono essere poteri residuali, integrativi, sostitutivi, ma MAI SURROGATORI. Infatti accanto alliniziativa probatoria delle parti, essendo il processo accusatorio su impulso di parte, si pongono poteri del giudice che possono essere: DI CONTROLLO ex 495 co 4: che consiste nella possibilit di revoca delle ordinanze non ammissive dei mezzi di prova ove la richiesta originaria della parte risulti fondata, secondo quanto emerso in istruzione dibattimentale; DI IMPULSO ex 506: che consiste nella indicazione alle parti di temi di prova utili per la completezza dellesame; DIINTEGRAZIONE ex 506 co 2 e 507 ( cos come il gup nelludienza preliminare poteva esercitare i poteri di integrazione ex 422) . Lart 506 co 2 attribuisce al presidente la possibilit di rivolgere domande al teste perito, consulente tecnico e persone indicate nel 210, esaurite le attivit di esame e controesame. Naturalmente la regola in ordine a ciascun mezzo di prova che comincia a porre domande e quindi a fare lesame la parte che ha chiesto di escutere quel mezzo di prova, poi vi il controesame della controparte e leventuale riesame della parte che ha chiesto di escutere il mezzo istruttorio.

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Quando si sono esauriti questi tre momenti, il giudice interviene a fare le domande; il legislatore ha previsto la possibilit per le parti di fare nuove domande, a seguito delle domande del giudice inerentemente al tema introdotto dal giudice. Ovviamente non possibile opporsi dinanzi alle domande dellorgano giudicante. Occorre cio che le parti abbiano esaurito le loro richieste probatorie e che il presidente ritenga che il materiale raccolto abbia bisogno di approfondimenti. La norma in esame accenna a temi di prova nuovi o pi ampi, utili per la completezza dellesame, si tratta cio di una sollecitazione del potere delle parti, cui compete in concreto di dover provvedere; se viceversa si palesa la assoluta necessit di assumere prove nuove il giudice proceder ex art 507 c.p.p. Lart 507 sostiene che il giudice, al termine dellistruttoria dibattimentale se appare assolutamente necessario dispone lassunzione di nuovi mezzi di prova; quindi fa emergere dei criteri guida del potere ex officio del giudice di ammissione di nuove prove: - terminata lacquisizione probatoria: il giudice pu intervenire solo dopo; - se risulta assolutamente necessario: qui c la valutazione discrezionale del giudice ( per RICCIO);assoluta necessit viene valutata rispetto alla decisione, nel senso che il giudice non pu decidere senza lacquisizione di quella prova ; - pu disporre lassunzione di nuovi mezzi di prove: non per avvalorare una propria tesi, ma per arrivare ad una decisione. Per novit si intende: AA: il mezzo di prova deve essere nuovo; AA: lelemento di prova deve essere nuovo.
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In realt, pi che alla novit, sarebbe necessario ancorare il potere di disporre lammissione di nuove prove, alla decidibilit, essendo la novit di non univoca interpretazione

AA: ritiene che nel 507 vi sia un rigurgito inquisitorio perch lo scopo della norma il raggiungimento della verit sui fatti a tutti i costi ( inquisitorio); Per far fronte alle esigenze probatorie del 507, il giudice pu ai sensi del 509 sospendere il dibattimento per il tempo necessario, fissando la data della nuova udienza. Infine larticolo 523, secondo le modalit del 507 prevede la possibilit di interrompere la discussione finale delle parti per lacquisizione di nuove prove in caso di assoluta necessit ed in via eccezionale.

LE LETTURE Per quanto riguarda il sistema delle letture processuali esso regolato dagli artt. 511-512-513 c.p.p.. Per quanto riguarda il 1 comma dellart. 511c.p.p. stabilisce che il giudice dispone anche di ufficio sia data lettura totale o parziale degli atti contenuti nel fascicolo del dibattimento. Il 5 comma di tale articolo prevede la possibilit, da parte del giudice, di sostituire la lettura indicando specificamente gli atti che saranno utilizzati ai fini della decisione, ci in quanto tale indicazione equivale alla loro lettura; fermo restando per che se una parte ne fa richiesta il giudice
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deve sempre comunque disporre la lettura, integrale o parziale, di verbali di dichiarazioni. Se invece si tratta di atti diversi dalle dichiarazioni il giudice dispone la lettura solamente quando vi un disaccordo sul loro contenuto. La lettura deve comunque avvenire dopo che avvenuto lesame della persona che le ha rese. Il fine del processo penale, accertamento della verit, impone qualche deroga al principio delloralit, nel senso che non appare possibile e legittimo rinunciare ad una serie di conoscenze, purtroppo acquisibili solo mediante atti scritti. Il legislatore perci ha previsto una serie di norme relative alle letture e che costituiscono il veicolo attraverso cui il giudice apprende fatti che non sono stati ricostruiti direttamente alla sua presenza. Lart. 511 bis c.p.p. prevede la possibilit che il giudice anche di ufficio deve dare lettura dei verbali di prove di altri procedimenti acquisiti ai sensi dellart. 238 c.p.p. anche in questo caso la lettura deve comunque avvenire dopo lesame della persona che le ha rese. Molto importante anche lart. 512 c.p.p. il quale prevede la possibilit che il giudice, a richiesta di parte, disponga la lettura degli atti assunti dalla polizia giudiziaria, o dal p.m., o dal difensore ovvero dal giudice nel corso delludienza preliminare quando di tali atti, per fatti o circostanze imprevedibili, ne sia divenuta impossibile la ripetizione. In parole pi semplici quando per circostanze sopravvenute imprevedibili non sia possibile sentire in dibattimento la parte che ha reso le dichiarazioni in questione allora si pu chiedere che tali atti siano letti
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in dibattimento (es. si pensi al caso di un testimone il quale ha, nel corso delle indagini preliminari, reso delle dichiarazioni, ma poi prima del dibattimento ha avuto un gravissimo incidente che ne ha compromesso la memoria.). Le circostanze che non consentono la ripetizione di un atto devono essere assolutamente imprevedibili, ossia non conosciute o assolutamente non conoscibili nel momento in cui la dichiarazione stata resa. La valutazione dellimprevedibilit demandata al giudice di merito consiste nel verificare se la situazione concreta esistente a tale momento era tale da rendere probabile, secondo lid quod plerumque accidit, cio secondo il corso ordinario degli eventi lintervento di fattori incidenti sulla ripetibilit dellatto stesso. Per quanto invece riguarda lart. 512 bis c.p.p. esso prevede la possibilit che sia data lettura, a richiesta di parte, di dichiarazioni rese da persona residente allestero della quale non sia assolutamente possibile lesame dibattimentale. Molto importante anche lart. 513 c.p.p. il quale considera la possibilit che in sede dibattimentale sia data lettura, previa richiesta di parte, delle dichiarazioni rese, in sede di indagini, dallimputato quando lo stesso si sia rifiutato di sottoporsi allesame delle parti. In tal caso per tali dichiarazioni possono valere solamente nei confronti della persona che le ha rese e non possono essere utilizzate nei confronti di altri soggetti senza il loro consenso, salvo che non ricorrano i presupposti di cui allart. 500 4 comma c.p.p.. La norma dellart. 513 c.p.p. stata oggetto di vari interventi : nel 1992 la Corte Costituzionale ne dichiar lillegittimit nella parte in cui non prevedeva che il
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giudice, sentite le parti, disponeva la lettura dei verbali delle dichiarazioni rese dalle persone indicate nellart. 210 c.p.p., qualora si fossero avvalse della facolt di non rispondere. Lintervento della Corte era stato determinato dalla esigenza di non perdere i dati probatori forniti dallimputato durante la fase delle indagini, in conseguenza del suo silenzio dibattimentale. In seguito alle modifiche apportate dalla legge sul giusto processo si assiste allinnesto nellultima parte del comma delle parole salvo che ricorrano i presupposti dellart. 500 comma 4 c.p.p. In seguito a tale emendamento la lettura delle dichiarazioni rese dallimputato al PM o alla PG diviene valida erga omnes e non solo nei confronti dei coimputati che prestino il consenso, nel caso in cui emergano elementi concreti da cui desumere che il coimputato sia stato sottoposto a violenza, minaccia o offerta di denaro lesame. Infine bisogna citare lart. 514 c.p.p. il quale indica che al di fuori delle norme appena analizzate, le quali consentono le letture dibattimentali, assolutamente vietato dare lettura in udienza dei verbali di dichiarazioni rese da qualsivoglia soggetto processuale durante la fase delle indagini preliminari. NUOVE CONTESTAZIONI. Pu darsi che listruzione dibattimentale faccia emergere che il fatto commesso dallimputato diverso da quello contestatogli o che vi connesso altro reato o circostanza aggravante che non erano stati indicati nel decreto di rinvio a giudizio.
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al fine di non rendere

Si tratta di ipotesi previste dagli artt. 516 518 c.p.p. Lart. 516 c.p.p. prevede lipotesi che nel corso dellistruzione dibattimentale emerga un fatto DIVERSO da come descritto nel decreto che dispone il giudizio. In tal caso il PM modifica limputazione e procede alla relativa contestazione; se a seguito di modifica il reato risulta attribuito alla cognizione del tribunale collegiale anzich monocratico, linosservanza viene eccepita o rilevata, a pena di decadenza, dopo la nuova contestazione oppure alla nuova udienza se le parti hanno chiesto un termine a difesa oppure nel caso che limputato sia assente o contumace. Lart. 517 c.p.p. prevede lipotesi in cui nel corso dellistruttoria dibattimentale emerga un reato connesso a norma dellart. 12 comma 1 lettera b ovvero una circostanza aggravante e non ve ne sia menzione nel decreto che dispone il giudizio; in tale ipotesi il PM contesta allimputato il reato o la circostanza, purch la cognizione non appartenga alla competenza di un giudice superiore. Lart. 518 c.p.p. prevede infine lipotesi del FATTO NUOVO, cio di un fatto costituente reato, emergente dallistruttoria dibattimentale, non ricollegabile al fatto originariamente contestato. In tal caso la disciplina diversa da quella prevista dagli articoli 516 e 517 c.p.p., infatti il PM procede nelle forme ordinarie in ordine a tale fatto, cio occorre una nuova contestazione per la quale si deve procedere in separata sede a meno che su autorizzazione del giudice e su consenso dellimputato presente, se non ne deriva pregiudizio alla speditezza dei

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procedimenti, fa immediatamente la contestazione del fatto nuovo nellambito del procedimento in corso. Inoltre, mentre nel caso di modifica alludienza preliminare ex art. 423 non vi sar alcuna sospensione ai fini della notifica dellestratto perch la modifica comunicata direttamente al difensore; in dibattimento al contrario si ha la sospensione dello stesso per la notifica allimputato contumace o assente.Nei casi indicati dagli artt. 516, 517 e 518 c.p.p. la legge impone al presidente lobbligo di avvisare limputato del diritto di chiedere il termine a difesa, e la sua omissione sanzionata con la nullit ex art. 522 comma 1 c.p.p. Il termine a difesa non pu essere inferiore al termine di venti giorni ( perentorio, nel senso che non pu essere ridotto altrimenti si avrebbe violazione del diritto di difesa ) e massimo di 40 giorni ( ordinatorio ). Lart. 520 c.p.p. consente le nuove contestazioni alnche al contumace o allassente ma solo nei casi disciplinati dagli artt. 516 517, mentre nellipotesi dellart. 518 c.p.p. deve procedersi nelle forme ordinarie. Nella sentenza il giudice pu dare al fatto una definizione giuridica diversa da quella enunciata nellimputazione a condizione che il fatto non ecceda la sua competenza ( altrimenti dovr pronunciare sentenza ex art. 23 c.p.p., salvo che il reato sia di competenza di giudice inferiore : art. 23 comma 2 ) e che si resti nellambito del medesimo fatto, cui viene semplicemente attribuito un diverso nomen iuris. Linosservanza di tali disposizioni comporta la nullit della sentenza.
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DECISIONE Una volta conclusa listruzione dibattimentale si arriva alla decisione del giudice di merito. Ovviamente la decisione deve corrispondere allimputazione formulata dal p.m. al momento dellesercizio dellazione penale in base al principio della correlazione tra accusa e sentenza. nel momento in cui il fatto differente rispetto a quello indicato dal p.m. il giudice deve restituire gli atti mal p.m. affinch procede nelle forme ordinarie, cio riformuli nuovamente lazione penale in relazione al fatto diverso. Una volta terminate le discussioni finali delle parti il giudice pronto per emettere la sentenza che conclude la fase dibattimentale del processo. Appena terminate le discussioni il giudice si ritira in camera di consiglio per valutare le prove legittimamente acquisite, la camera di consiglio si svolge senza soluzione di continuit e non pu mai essere interrotta se non per casi eccezionali ma previa ordinanza del presidente. La sentenza si compone di due parti che sono: il dispositivo nel quale sono indicate le norme di legge, penali e civili, che vengono applicate esso sottoscritto dal presidente, e dello stesso ne viene data lettura immediata in udienza; la motivazione nella quale il giudice indica compiutamente i motivi della sua decisone ed il perch ha valutato le prove in quella determinata maniera. Per quanto riguarda la motivazione essa pu: 1. Essere redatta unitamente al dispositivo e quindi letta in udienza
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2. Essere redatta successivamente al dispositivo dal presidente, o da un componente del collegio appositamente delegato dal presidente, e depositata nei 15 giorni successivi alla lettura del dispositivo 3. Quando la stesura della motivazione particolarmente complessa il giudice pu indicare nel dispositivo un termine maggiore non superiore a 90 giorni Se la motivazione non depositata nei termini appena richiamati allora deve essere notificato alle parti lavviso di deposito della motivazione. Lart. 546 c.p.p. indica i requisiti della sentenza previsti a pena di nullit.

Infine vi da dire che il giudice penale decide anche sulleventuale azione civile per cui egli pu anche condannare limputato al risarcimento del danno, fermo restando che poi sar il giudice civile a decidere il quantum, e solo il quantum, a favore della parte civile. La parte civile pu comunque chiedere al giudice che lo stesso condanni limputato al pagamento di una provvisionale nei limiti dellammontare del danno per il quale raggiunta la prova. Mentre la condanna al risarcimento del danno esecutiva solamente con il passaggio in giudicato della sentenza, la condanna alla provvisionale esecutiva immediatamente.

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LE SENTENZE

Il giudice nellimpostare qualsiasi decisione deve tenere presenti tre principi fondamentali: la regola del 526 co 1: il giudice pu utilizzare solo le prove formate nel dibattimento; nella valutazione, deve poter valutare senza vincoli; obbligato a motivare: la motivazione deve : - esporre in modo coinciso i motivi di fatto e di diritto su cui la decisione si fonda; - indicare le prove poste a base della decisione; - enunciare le ragioni per cui si ritengono non attendibili le prove contrarie. Inoltre la colpevolezza dellimputato non potr essere provata sulla base di dichiarazioni di chi per libera scelta si sempre sottratto volontariamente allesame dellimputato o del difensore. La sentenza si compone di due parti essenziali ex 543 co 1: - dispositivo: contiene lenunciazione di tutte le situaio0ni penali e civili deliberate e lindicazione delle norme applicate; esso redatto e sottoscritto dal presidente; - motivazione: essa pu essere redatta contestualmente al dispositivo o anche successivamente ( entro il 15 giorno da quello della pronuncia; per le questioni particolarmente complesse anche dopo 90 giorni)dal presidente o da uno dei
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giudici; viene letta al collegio ed infine depositata in cancelleria. La motivazione letta contestualmente al dispositivo vale come pubblicazione; negli altri casi la motivazione deve essere depositata in cancelleria. Ad essere depositata lintera sentenza. La sentenza nulla se manca: - motivazione 125 co 3; - incompletezza del dispositivo; - manca la sottoscrizione del giudice. A questo punto dobbiamo distinguere le varie sentenze che possono intervenire nel corso del processo a seconda della fase e dei presupposti.

SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE : ART 425


Essa interviene allesito delludienza preliminare ed emessa dal gup. ART 425: Il GUP EMETTE S.D.N.L.A.P. quando: -

il fatto non sussiste: manca un elemento del reato; il fatto non previsto dalla legge come reato: fatto depenalizzato; il fatto non costituisce reato: manca lelemento soggettivo ( dolo o colpa); il reato estinto: morte del reo prima della condanna; lazione penale non doveva essere esercitata: difetto di querela; lazione penale non doveva essere proseguita: remissione della querela; limputato non lha commesso: il reato stato commesso da qualche altro si tratta di persona non punibile: es. c legittima difesa. Il giudice emette sentenza di non luogo a procedere anche quando gli elementi acquisiti risultano INSUFFICIENTI, CONTRADDITTORI O COMUNQUE NONIDONEI A SOTENERE LACCUSA IN GIUDIZIO.

Questa sentenza ha natura meramente processuale; essa non idonea a divenire cosa giudicata ed revocabile. Essa si fonda solo sullesame degli atti raccolti nella fase delle indagini preliminari dal PM e dal difensore; tuttavia qualora il giudice non pu decidere sulla sola base degli elementi prodotti dalle parti, egli nel corso delludienza preliminare pu ordinare al PM una integrazione probatoria, sempre per ai fini della sentenza di non luogo a procedere.

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RICCIO, il fatto che la sentenza di non luogo a procedere possa essere emessa anche quando il reato si sia prescritto per un bilanciamento tra circostanze aggravanti ed attenuanti, consente di ribadire che la sentenza di non luogo a procedere abbia natura meramente processuale: idea confermata anche dal fatto che essa soggetta ad un giudicato debole visto che pu essere revocata.

SENTENZA ANTICIPATA DI PROSCIOGLIMENTO.


ART 469: rappresenta loccasione per non celebrare il dibattimento inutile. Salvo quanto previsto dal 129 co 2: - se lazione penale non doveva essere iniziata; - non doveva essere proseguita; - ovvero se il reato si estinto e per accertarlo non necessario il dibattimento, il giudice in camera di consiglio, sentiti il PM e limputato se questi non si oppongono pronuncia sentenza INAPPELLABILE di non doversi procedere, enunciandone la causa nel dispositivo. Nella fase dibattimentale il proscioglimento possibile solo per improcedibilit dellazione e non anche per ragioni di merito ( es il fatto non sussiste). La riserva di cui al 129 co 2 sta a significare che il proscioglimento prima dal dibattimento possibile solo quando non risulti evidente che il fatto non sussiste, limputato non lha commesso o che il fatto non costituisce reato o non previsto dalla legge come reato. Per il proscioglimento anticipato comunque necessaria linstaurazione del contraddittorio tra PM ed imputato e la mancata opposizione di entrambi alla conclusione predibattimentale. Se per viene pronunciata sentenza nonostante lopposizione, la decisione inficiata da nullit ex 178 lettera b) o c). Questa sentenza inappellabile proprio perch emessa a seguito di non opposizione tuttavia si pu ricorrere in cassazione per violazione di legge. La sentenza ex 469 cos come la sentenza ex 129 una sentenza assolutoria di merito; tuttavia se ricorrono i presupposti per applicare il 129 e il 469, il giudice dovr emettere una sentenza ai sensi del 129 poich pi favorevole allimputato. Infatti dire che il reato prescritto peggio che dire che il soggetto non ha commesso il fatto. DIFFERENZE TRA 425 E 469:
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- 425: sentenza meramente processuale; - 469: sentenza di merito; - 425: emessa allesito delludienza preliminare; - 469: emessa allesito della fase dibattimentale. - 425: non idonea a divenire cosa giudicata ed revocabile; - 469: idonea a passare in giudicato ed inappellabile. - 425: lesame per lemissione della sentenza compiuto sulla base degli atti compiuti nelle indagini; - 469: lesame compiuto sulla base degli atti contenuti nel fascicolo per il dibattimento in possesso del giudice.

SENTENZA DI PROSCIOGLIMENTO - ASSOLUZIONE La categoria del proscioglimento racchiude sia la sentenza di non doversi procedere, sia la sentenza di assoluzione. SENTENZA DI NON DOVERSI PROCEDERE: si applica per le ipotesi in cui allesito del dibattimento il giudice accerta che ex ART 529: - lazione penale non doveva essere iniziata o non doveva essere proseguita; - doveva essere dichiarata lestinzione del reato, anche se si tratta di un semplice dubbio sulla esistenza della causa di estinzione del reato; - manca una condizione di procedibilit o contraddittoria. Nel dispositivo deve essere indicata la formula di proscioglimento. La regola enunciata dagli ultimi due casi, costituisce la diretta applicazione del principio in dubio pro reo. Dobbiamo partire come sempre dalla costituzione ed in modo particolare dal 27 co 2: principio di non colpevolezza. In questa ipotesi per il 27 opera come regola di giudizio dato che ha la funzione di equiparare al mancanza assoluta di elementi probatori alla insufficienza e contraddittoriet degli elementi stessi. La conferma di ci si rinviene nellart 530. ART 530: - se il fatto non sussiste ( manca uno degli elementi costitutivi della fattispecie); - se limputato non lha commesso (manca ogni rapporto tra lattivit dellimputato e levento criminoso); - se il fatto non costituisce reato ( il fatto pur esistendo nella sua storicit, non riesce ad integrare la fattispecie criminosa astratta);
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- non previsto dalla legge come reato ( evoca il principio di legalit nella doppia componente della tassativit e della tipicit ex art 25 co 2; - se il reato stato commesso da persona non imputabile o non punibile; il giudice pronuncia sentenza di assoluzione indicandone la causa nel dispositivo. Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, insufficiente o contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che limputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato stato commesso da persona imputabile. Se vi il dubbio circa una causa di giustificazione o personale di non punibilit ovvero vi il dubbio sullesistenza delle stesse, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione. A questo punto dobbiamo rapportare queste sentenze con larticolo 129: obbligo della immediata declaratoria di determinate cause di non punibilit. In ogni stato e grado del processo, il giudice che riconosce che il fatto non sussiste, limputato non lha commesso, il fatto non costituisce reato, o non previsto dalla legge come reato, ovvero che il reato estinto o che manca una condizione di procedibilit, lo dichiara dufficio con sentenza. Quando poi sussiste una causa di estinzione del reato, ma dagli atti risulta evidente che limputato non lha commesso o che il fatto non costituisce reato, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione o di non luogo a procedere con la formula prescritta.

SENTENZA DI CONDANNA ART 533 Se limputato risulta colpevole del reato contestatogli, il giudice pronuncia sentenza di condanna applicando la pena e leventuale misura di sicurezza. La sentenza di condanna pone a carico del condannato il pagamento delle spese processuali relative ai reati cui la condanna si riferisce.

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IL PROCEDIMENTO INNANZI AL GIUDICE MONOCRTATICO La legge 479/99 pi nota come legge Carotti ha introdotto nel sistema processuale la figura del giudice monocratico la quale ha sostituito la figura del pretore. Il procedimento innanzi questo giudice presenta delle sue peculiarit rispetto al procedimento ordinario; per indicarle bisogna per distinguere se tale procedimento preceduto o meno dalludienza preliminare. Nel caso in cui vi ludienza preliminare non si riscontrano differenza apprezzabili tra il procedimento ordinario quello innanzi al giudice monocratico in quanto in questo caso le norme applicabili sono quelle previste per il dibattimento vero e proprio. Ben diversa la situazione nel caso in cui non sia prevista ludienza preliminare, in tal caso direttamente il p.m., attraverso decreto di citazione diretta, che dispone direttamente il giudizio innanzi al giudice. Lart. 550 c.p.p. individua i reati per i quali possibile la citazione diretta, tali reati sono sia indicati specificamente (violenza e minaccia la pubblico ufficiale, rissa aggravata, furto aggravato etc. etc.), sia in riferimento alla pena prevista (pena non superiore nel massimo a 4 anni). I requisiti del decreto di citazione sono indicati dallart. 552 c.p.p. tra i quali sono previsti a pena di nullit: le generalit dellimputato, lenunciazione del fatto in forma chiara e precisa, lindicazione del giudice competente del giorno
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del luogo e dellora nel quale comparire, lavviso della facolt di nominare un difensore di fiducia, lavviso della possibilit di chiedere il giudizio abbreviato o lapplicazione della pena su richiesta della parte ovvero presentare domanda di oblazione. Il decreto di citazione deve essere notificato allimputato almeno 60 giorni prima delludienza fissata (termine che pu essere ridotto a 45 giorni per motivi di urgenza). Dopo aver emesso il decreto il p.m. deve provvedere a formare il fascicolo per il dibattimento. Infine per quanto riguarda la prima udienza la differenza con il procedimento ordinario consiste nel fatto che in tale udienza vi la possibilit per limputato di chiedere lapplicazione di un procedimento speciale, ed inoltre nel caso in cui si tratti di un reato perseguibile a querela di parte il giudice deve effettuare una sorta di tentativo di conciliazione tra le parti stesse. La lista testimoniale deve, anche in questo caso, essere presentata entro sette giorni con la differenza per che non occorre indicare le circostanze sulle quali deve vertere lesame dei testimoni. Nel caso in cui vi sia un concorso tra reati per i quali prevista lazione diretta e reati per i quali prevista ludienza preliminare allora il p.m. per tutti dovr chiedere il rinvio a giudizio. Se per errore il pubblico ministero esercita lazione penale attraverso la citazione diretta laddove invece necessaria lazione penale, allora leccezione deve
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essere fatta valere entro il termine di cui allart. 491 1 comma e se il giudice accoglie la richiesta trasmette gli atti al p.m.

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I PROCEDIMENTI SPECIALI. I procedimenti speciali ( cd. alternativi ) hanno il compito di semplificare lo svolgimento del processo. I riti speciali si distinguono in tre categorie : 1) procedimenti che tendono ad evitare la fase dibattimentale : essi sono il giudizio abbreviato e lapplicazione di pena su richiesta delle parti; i quali basandosi sul principio dispositivo delle parti, permettono di anticipare il giudizio ad una fase pre dibattimentale; 2) procedimenti tendenti ad accelerare lingresso nel dibattimento: essi sono il giudizio direttissimo ed il giudizio immediato. Tali riti in sostanza consentono di eliminare ludienza preliminare sulla base di una presunzione di inutilit e di antieconomicit della sua funzione di garanzia e di filtro; 3) procedimenti tendenti ad omettere sia ludienza preliminare che il dibattimento : il caso del decreto penale di condanna che consente, in caso di mancata opposizione, di pervenire immediatamente allirrogazione della sanzione penale in assenza di contraddittorio. Il ricorso ad alcuni riti agevolato dal legislatore con misure premiali per stimolare limputato a richiederle. Alcuni riti speciali sono alternativi tra di loro( per es. il patteggiamento e labbreviato ), oltre che con il rito ordinario.

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I L GIUDIZIO ABBREVIATO Il giudizio abbreviato (art. 438 e segg. c.p.p.) presuppone la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal PM e la fissazione delludienza preliminare; con tale rito vengono utilizzate come prove gli atti di indagini contenuti nel fascicolo del PM, infatti il giudizio abbreviato viene, nel gergo processualistico, definito come il processo allo stato degli atti cio in base agli atti contenuti nel fascicolo del p.m. che il giudice di conseguenza deve acquisire. I requisiti previsti dal codice per linstaurazione del giudizio abbreviato sono : 1) la richiesta dellimputato al giudice delludienza preliminare affinch lo

giudichi allo stato degli atti o previa integrazione probatoria; e tale richiesta deve intervenire almeno 5 giorni prima delludienza preliminare o nel corso della stessa fino alla precisazione delle conclusioni ex art. 421 comma 3 c.p.p. oppure successivamente allattivit di integrazione probatoria prevista dallart. 422 c.p.p.. 2) Prima della riforma introdotta dalla legge 479/99 affinch potesse darsi luogo al giudizio abbreviato era necessario, oltre alla richiesta dellimputato, il consenso da parte del p.m., attualmente tale consenso non pi richiesto essendo necessaria solamente la richiesta dellimputato. 3) Inoltre attualmente nemmeno vi sono dei limiti di pena per poter chiedere tale procedimento, nel senso che anche per quei reati puniti con la pena dellergastolo possibile chiedere il giudizio abbreviato.

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Il giudizio abbreviato ha natura premiale; la premialit consiste nella riduzione della pena da irrogare in concreto, in misura fissa di un terzo rispetto a quella che sarebbe applicabile se il processo fosse svolto secondo il rito ordinario. La riduzione giustificata solo dal risparmio dei tempi processuali del dibattimento derivante dallutilizzabilit come prova degli atti di indagine. Lart. 438 comma 1 prevede il cd. abbreviato allo stato degli atti, in tal caso il giudice obbligato a disporre il rito; diversa lipotesi prevista dallart. 438 5 comma c.p.p. ossia il c.d. abbreviato condizionato, cio quando limputato subordina la sua richiesta di abbreviato ad un integrazione probatoria necessaria ai fini della decisione ; tale forma di giudizio stato introdotto dalla legge CAROTTI ed in tal caso il giudice che deve decidere se accogliere la richiesta di integrazione probatoria, e quindi di conseguenza dare luogo al giudizio abbreviato o meno. Sulla richiesta il giudice provvede con ordinanza. Il giudice accoglie la richiesta quando lintegrazione necessaria ai fini della decisione e compatibile con esigenza di economia processuale; quindi in caso di accoglimento il p.m. ha la possibilit di chiedere lammissione della prova contraria. Al contrario in caso di rigetto della richiesta di abbreviato condizionato limputato ha la possibilit di chiedere il giudizio abbreviato allo stato degli atti. Per quanto riguarda la richiesta essa, ai sensi dei commi 1 e 2 dellart. 438 c.p.p., solamente nelludienza preliminare, oralmente o per iscritto,

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Il giudizio si svolge di regola in camera di consiglio con la partecipazione necessaria del p.m., dellimputato e del suo difensore. L art. 441 c.p.p. stabilisce che le regole previste per ludienza di giudizio abbreviato sono quelle tipiche previste per ludienza preliminare fatta eccezione per quelle previste dagli artt. 422 e 423 c.p.p.. La parte civile ha solo la facolt di non accettare il rito speciale dal momento che non titolare della facolt di opporsi al provvedimento di ammissione del giudizio abbreviato, n pu impugnare latto in questione facendone valere leventuale illegittimit. Se la parte civile non accetta tale giudizio allora ella potr comunque regolarmente agire in sede civile senza subire la sospensione del procedimento. Fondamentale risulta la novit introdotta dalla legge CAROTTI con il 5 comma dellart. 441 c.p.p. in base al quale se il giudice ritiene di non poter decidere allo stato degli atti egli pu anche di ufficio assumere gli elementi necessari ai fini della decisione; le forme di integrazione probatorie sono quelle tipiche delludienza preliminare per cui laudizione dei testi, periti, consulenti tecnici e linterrogatorio di imputati di procedimenti connessi sono esaminati direttamente dal giudice. Ci significa che attualmente si in un certo senso svilita la definizione di giudizio allo stato degli atti che ha, fino alla legge Carotti, accompagnato il giudizio abbreviato. Ci anche in considerazione del fatto che comunque anche possibile modificare limputazione ai sensi dellart. 423 c.p.p.: infatti tale
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articolo stabilisce che nei casi dellart 438 comma 5 ( abbreviato condizionato ) e nei casi dellart. 441 comma 5 ( integrazione probatoria ex officio del giudice ) il PM procede alle contestazioni nelle forme dellart. 423 comma 1 c.p.p. e limputato pu chiedere di procedere nelle forme ordinarie. Il giudice su richiesta dellimputato o del difensore assegna un termine non superiore a dieci giorni per decidere se continuare con il rito ordinario oppure con le forme dell abbreviato e quindi integra la difesa. Se limputato decide di continuare con le forme ordinarie il giudice revoca lordinanza con cui era disposto labbreviato e fissa ludienza preliminare o la sua prosecuzione; al contrario se decide di continuare con le forme dellabbreviato pu chiedere lammissione di nuove prove ed il PM pu chiedere la prova contraria. Terminata la discussione il giudice decide : pu assolvere o condannare ; in caso di condanna la pena inflitta ridotta di un terzo. Infine lart. 443 c.p.p. stabilisce che limputato ed il p.m. non possono proporre appello avverso le sentenze di proscioglimento quando lappello tende ad ottenere una formula differente. Il p.m. non pu proporre appello avverso le sentenze di condanna salvo che si tratti di sentenza che modifica il titolo del reato. E comunque sempre proponibile ricorso in Cassazione.

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LAPPLICAZIONE DELLA PENA SU RICHIESTA DELLE PARTI Applicazione della pena su richiesta: istituto gi noto al nostro ordinamento (cfr. l. 689/81), anche se applicato su scala assai limitata, mentre nel nuovo codice di procedura penale ottiene un ampio riconoscimento. In forza di esso, imputato e P.M. si accordano su di una sanzione sostitutiva o pecuniaria o su di una pena detentiva fino a due anni soli o congiunti a pena pecuniaria (cd. patteggiamento tradizionale). Accanto a questo meccanismo procedurale stato introdotto (l. 134/2003) il cd. patteggiamento allargato, caratterizzato dal fatto che l'imputato ed il P.M. possono accordarsi su di una sanzione da due anni e un giorno fino a cinque anni di pena detentiva soli o congiunti a pena pecuniaria. Qualora, invece, si proceda per gravi delitti (indicati dall'art. 51 c. 3bis e 3quater), ovvero contro soggetti che siano stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, o recidivi, per poter accedere al rito in esame necessario che la pena di cui si richiede l'applicazione non superi i due anni soli o congiunti a pena pecuniaria. Questo procedimento speciale regolato dallart. 444 c.p.p. e seguenti , esso prevede come presupposto di ammissibilit laccordo tra le parti, ossia tra il PM e limputato. Tale accordo attiene non solo alla scelta del rito ma anche alla pena da irrogare. Una volto raggiunto laccordo tra le parti sempre il giudice che deve controllare tale richiesta.

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Al giudice affidato: A) un controllo di merito sulla richiesta di applicazione della pena concordata B) deve controllare la correttezza della qualificazione giuridica del fatto, che siano configurabili le circostanze prospettate dalle parti, C)che sia effettuato validamente il giudizio di comparazione delle stesse D) che la pena rientri nei limiti edittali e sia congrua. Sicch il giudice ha sempre la facolt di rigettare la richiesta qualora ritenga che laccordo tra le parti contenga errori di qualificazione giuridica oppure che la pena pattuita sia inadeguata cio non congrua, o perch troppo bassa ovvero perch ritiene che limputato vada assolto, e quindi rigettare tale richiesta. Infatti ai sensi dellart. 444 comma 2 il giudice pronuncia sentenza di patteggiamento dopo aver valutato che non debba essere pronunciata sentenza Obbligo dellimmediata declaratoria di determinate cause di non punibilit ex art. 129 c.p.p.

Il giudice cio deve sempre verificare prima di emettere qualsivoglia sentenza di condanna, seppur a seguito di richiesta delle parti, la sussistenza o meno delle condizioni per il proscioglimento dellimputato (es. nel caso in cui allesito delludienza preliminare il giudice accerta che gli elementi probatori raccolti a carico dellimputato non sono idonei a sostenere il giudizio laccusa, allora in base al combinato disposto degli artt. 425-129 c.p.p. deve pronunciare sentenza di non

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luogo a procedere nonostante leventuale richiesta di patteggiamento avanzata dallo stesso imputato.) La parte, nel formulare la richiesta, pu subordinarne lefficacia alla concessione della sospensione condizionale della pena*. In questo caso il giudice, se ritiene che la sospensione condizionale [c.p. 163] non pu essere concessa, rigetta la richiesta.
*Sospensione condizionale della pena: una causa di estinzione del reato, a struttura complessa. Consiste nellordine del giudice, contenuto nella sentenza di condanna a determinati reati non superiori a un certo limite edittale (di regola, due anni di pena detentiva), di sospendere lesecuzione della pena inflitta per un certo periodo di tempo predeterminato per legge (cinque anni per i delitti, due anni per le contravvenzioni), decorso il quale, se il condannato non ha commesso delitti (oppure contravvenzioni della stessa indole) e ha adempiuto gli obblighi imposti, il reato estinto. In caso contrario, verr scontata la pena

Affinch possa darsi luogo al c.d. patteggiamento necessario che la pena detentiva che in concreto sarebbe applicabile a quel caso, da sola o congiunta alla pena pecuniaria, non sia superiore ai due anni; per essere maggiormente precisi bisogna dire che per determinare la pena, che alle parti pare congrua in quel caso, occorre procedere ad un complesso calcolo nel quale va considerata: la pena edittale prevista per il caso concreto, a tale pena vanno aggiunte le eventuali circostanze aggravanti ed attenuanti, vi poi leventuale aumento dovuto alla continuazione ed infine la pena cos ottenuta va diminuita fino ad un terzo a titolo di premio per la scelta del rito collaborativi. Inoltre la richiesta di pena non costituisce affatto alcun tipo di ammissione da parte dellimputato circa la sua responsabilit penale, per cui pu ben darsi che in
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caso di rigetto della richiesta da parte del giudice ovvero in caso di mancato accordo con il p.m. egli possa poi essere assolto nel dibattimento. Bisogna a questo punto domandarsi quando e a chi la richiesta pu essere presentata; lart. 446 c.p.p. stabilisce che la richiesta dellimputato deve essere presentata in un momento successivo a quello nel quale lo stesso venuto a conoscenza dellesercizio dellazione penale da parte del p.m., per cui si distinguer il momento della richiesta in questo modo: 1. Se lazione penale esercitata nelle forma ordinaria il termine ultimo per la presentazione della richiesta di patteggiamento rappresentato dalla presentazione delle conclusioni delle parti nelludienza preliminare, ossia immediatamente prima che il gup decide. 2. Nel caso in cui si procede con il giudizio direttissimo (del quale se ne dir in seguito) oppure con citazione diretta a giudizio, allora il

momento ultimo per presentare coincide con lapertura del dibattimento di primo grado 3. Se stato emesso decreto di giudizio immediato (del quale anche si dir in seguito) il termine ultimo rappresentato dallo scadere del 15 giorno successivo alla notifica allimputato del decreto stesso 4. Se invece stato emesso decreto penale di condanna il termine di 15 giorni dalla notifica del decreto stesso. Ai sensi dellart. 446 ultimo comma il PM in caso di dissenso sulla richiesta di patteggiamento dellimputato deve enunciare le ragioni; nel caso in cui il
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giudice le ritenga ingiustificate, non potr accogliere la richiesta dellimputato, se non allesito del processo di primo grado. La richiesta di patteggiamento ripetibile fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, come si desume dal combinato del primo comma dellart. 448 con il quarto comma dellart. 446 c.p.p. che consente la prestazione del consenso, che in precedenza era stato negato, fino alla presentazione delle conclusioni nelludienza preliminare. Qualora nonostante il dissenso del PM il giudice applichi la pena richiesta dallimputato ai sensi dellart 448 comma 2 il PM pu fare appello contro la sentenza di patteggiamento, questa uneccezione alla regola che stabilisce che le sentenze di patteggiamento sono solo ricorribili in Cassazione. Lart. 447 c.p.p. considera lipotesi nella quale la richiesta di patteggiamento venga avanzata nel corso delle indagini preliminari, in tal caso la richiesta pu essere avanzata da entrambe le parti ovvero da una sola di esse. In tale ultima ipotesi il gip fissa con decreto un termine entro il quale la parte deve decidere se dare o meno il suo consenso. Ipotesi particolare quella nel quale la richiesta effettuata solamente dal p.m. in tale caso si ritiene che se limputato non acconsente oppure il gip rigetta la richiesta, al p.m. (secondo la dottrina maggioritaria) non sarebbe preclusa la possibilit comunque di esercitare lazione penale. Comunque il gip che riceva la richiesta di patteggiamento congiuntamente da parte del p.m. e dellindagato deve fissare ludienza in camera di consiglio
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allesito della quale dovr poi decidere se accogliere o meno la richiesta di patteggiamento. Almeno tre giorni prima delludienza il p.m. dovr depositare presso la cancelleria del gip il fascicolo che contenga gli atti compiuti durante le indagini preliminari, ci al fine di consentire al giudice di avere contezza, prima di decidere, dellattivit di indagine svolta. Lart. 448 c.p.p. stabilisce che nel caso in cui il giudice (nellipotesi di cui allart. 447 c.p.p., ovvero nel corso delludienza preliminare ovvero nel corso del giudizio direttissimo o nel corso del giudizio immediato) accolga immediatamente la richiesta, pronuncia la sentenza con la quale applica la pena richiesta dalle parti. Lart. 448 c.p.p. prevede anche la possibilit che in caso di dissenso da parte del p.m. ovvero di rigetto della richiesta da parte del gip, limputato, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado possa rinnovare questa richiesta al giudice del dibattimento, il quale se la ritiene fondata, previa acquisizione del fascicolo del p.m., pronuncia immediatamente sentenza. Per quanto riguarda la rinnovazione v da dire che tale termine va inteso in senso estensivo nel senso che limputato ha la possibilit di modificare la proposta precedentemente presentata. Inoltre il giudice deve comunque sempre motivare la sentenza ed inoltre lo stesso non decide in ordine alle richieste della parte civile proprio per favorire lo snellimento della procedura.
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Per quanto riguarda gli effetti della sentenza lart. 445 c.p.p. prevede che la sentenza di patteggiamento non comporta la condanna alle spese processuali n tanto meno lapplicazione di pene accessorie e di misure di sicurezza fatta eccezione per la confisca nei casi indicati dallart. 240 c.p.p.. Inoltre il reato estinto se nel termine di 5 anni, nel caso in cui si tratta di delitto, oppure nel termine di 2 anni, se si tratta di contravvenzione, limputato non commette un delitto ovvero una contravvenzione della stessa indole. Ulteriore effetto che non ha efficacia nei giudizi civili o amministrativi. Infine, una sentenza di condanna emessa a seguito di patteggiamento non appellabile ma solamente ricorribile per Cassazione per violazione della legge penale sostanziale art. 606 lett.b) c.p.p., si ammette anche la possibilit di ricorrere per illogicit della motivazione art. 606 lett. e) c.p.p. allorquando il giudice non motiva logicamente in ordine alla possibilit di prosciogliere limputato ai sensi dellart. 129 c.p.p.. Nel caso di accoglimento del ricorso la Suprema Corte di Cassazione emetter una sentenza di annullamento la quale sar: 1. Senza rinvio nel caso in cui si accolga il ricorso dellimputato, in quanto sar al stessa a declamare le eventuali cause di non punibilit. 2. Con rinvio quando accolga il ricorso del p.m. circa lentit della pena irrogata, ci in quanto spetta al giudice di merito, che ha emesso sentenza irrogare la giusta pena.

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IL GIUDIZIO IMMEDIATO Altro tipo di procedimento speciale il giudizio immediato il quale disciplinato dallart. 453 c.p.p. e seguenti. La caratteristica che tale tipo di giudizio salta ludienza preliminare e quindi dopo le indagini si perviene direttamente al dibattimento. Il giudizio immediato pu essere chiesto dal p.m. ovvero dallimputato, ed a seconda di chi sia il soggetto che richiede tale giudizio il procedimento si attegger in maniera differente. Iniziamo con lipotesi in cui sia il p.m. a chiedere il giudizio immediato, affinch tale richiesta possa dal gip essere accolta necessario che sussisto alcuni presupposti: 1. Evidenza della prova, cio la prova deve essere talmente evidente che pu convincere il giudice da giustificare il passaggio direttamente alla fase dibattimentale saltando quella delludienza dibattimentale, nel senso che il giudice deve escludere che possa pronunciare sentenza di non luogo a procedere. 2. Interrogatorio della persona sottoposta alle indagini, sui fatti dai quali emerge levidenza della prova, ovvero che la stessa sia stata invitata a presentarsi ai sensi dellart. 375 c.p.p. e la stessa non si sia presentata senza addurre un legittimo impedimento. Linterrogatorio deve riguardare i fatti dai quali scaturisce levidenza della prova, mentre linvito a

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presentarsi deve contenere lindicazione degli elementi e delle fonti di prova. 3. La richiesta deve essere presentata entro 90 giorni dalla iscrizione della notizia di reato nel registro delle notizie di reato al gip. La richiesta deve essere accompagnata dal fascicolo degli atti compiuti durante la fase delle indagini preliminari. Il gip una volta ricevuta la richiesta del p.m. entro 5 giorni decide se emettere o meno il decreto di giudizio immediato, se non accoglie la richiesta il giudice restituisce gli atti al p.m. Nel caso sia emesso il decreto ai sensi dellart. 456 c.p.p. tale decreto sar comunicato al p.m. e notificato allimputato ed alla persona offesa, con lavviso che limputato avr 15 giorni di tempo per chiedere il giudizio abbreviato ovvero lapplicazione della pena su richiesta delle parti4. Nel caso in cui siano mancanti i presupposti indicati ma il gip erroneamente abbia emesso il decreto allora tale atto sar nullo la nullit sar di generale a regime intermedio. Per quanto riguarda infine il contenuto del decreto che dispone il giudizio immediato, esso indicato nellart. 429 c.p.p. (la quale norma riguarda il decreto che dispone il giudizio) per cui vi deve anche essere tra laltro contenuta anche lindicazione del giudice competente.

Circa il giudice competente la soluzione non pacifica in giurisprudenza anche se si ritiene che sia comunque il giudice del dibattimento, dato che con il decreto il gip si spoglia del processo.

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Per quanto riguarda il giudizio immediato richiesto dallimputato, definito anche giudizio immediato atipico, esso disciplinato dallart. 419 comma 5 c.p.p., e si caratterizza anchesso per la rinuncia da parte dellimputato delludienza preliminare. Lunico presupposto la dichiarazione di volont dellimputato. Limputato almeno tre giorni prima delludienza preliminare, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, presenta la richiesta di giudizio immediato presso la cancelleria del giudice la richiesta di rinuncia alludienza preliminare e la relativa richiesta di giudizio immediato; tali richieste sono notificate al p.m. ed alla persona offesa. A seguito di tale rinuncia il giudice emetter decreto di giudizio immediato, ma ometter di indicare lavviso di poter usufruire del giudizio abbreviato ovvero del patteggiamento, dato che, in questo caso, la volont dellimputato gi stata pienamente espressa rinunciando alludienza preliminare. Di seguito il giudice former il fascicolo per il dibattimento ai sensi dellart. 431 c.p.p. e trasmetter il tutto al giudice competente ai sensi dellart. 457 c.p.p. Bisogna precisare che se vi un concorso di persone e/o di reati allora se uno solo dei pi imputati chiede il giudizio abbreviato ovvero uno solo chiede il giudizio normale il, giudice non obbligato a disporre il giudizio immediato.

IL GIUDIZIO DIRETTISSIMO

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Il giudizio direttissimo disciplinato ai sensi dellart. 449 c.p.p. presuppone la flagranza del reato, cio possibile procedere a giudizio direttissimo solamente quando risulta la flagranza del reato. Larresto in flagranza consente due diversi modelli processuali di giudizio direttissimo: il primo quello indicato nellart. 449 1 comma nel quale entro 48 ore dallarresto il p.m. presenta direttamente in udienza limputato affinch nel corso delludienza si proceda prima alla convalida dellarresto e successivamente al giudizio per direttissima; nel caso in cui il giudice non convalidi larresto allora dispone la restituzione degli atti al p.m., in questo caso lart. 449 comma 2 prevede la possibilit che limputato e il pubblico ministero possano comunque chiedere che si celebri il giudizio direttissimo. Il secondo quello indicato dallart. 449 4 comma in base al quale il p.m. pu optare di procedere con giudizio direttissimo anche quando larresto sia stato gi convalidato a condizione che larrestato venga presentato in udienza non oltre il 15 giorno dallarresto. Questo modello processuale pu realizzarsi quando sussistono determinate necessit investigative che non consentono la immediata realizzazione del processo (es. si pensi ad un arresto in flagranza per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente, in questo caso comunque necessario prime di celebrare il processo accertarsi, tramite una consulenza tecnica, che effettivamente la sostanza sequestrata stupefacente); ovviamente deve trattarsi di necessit investigative che possono essere soddisfatte in brevissimo tempo, non oltre 15 giorni dallarresto.
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In tale ultimo caso larresto viene convalidato direttamente innanzi al gip. Lart. 449 c.p.p. 5 comma prevede unulteriore ipotesi di giudizio direttissimo ossia la possibilit, da parte del p.m. di procedere a questo giudizio nei confronti della persona che nel corso dellinterrogatorio ha reso confessione; in tal caso il p.m. deve citare limputato libero ovvero presentare direttamente la persona in stato di custodia cautelare ad unudienza non successiva al 15 giorno dalliscrizione nel registro delle notizie di reato. Ovviamente affinch la confessione possa valere necessaria che essa sia attendibile e soprattutto che la stessa non lasci adito a dubbi circa la responsabilit dellimputato. Per quanto riguarda le modalit con le quali si instaura il giudizio, vi sono due meccanismi utilizzabili: la citazione e la presentazione diretta in udienza. Per quanto riguarda la citazione utilizzabile unicamente per limputato che ha reso confessione, lart. 450 c.p.p. 3 comma indica gli elementi che tale citazione deve contenere e tale citazione nulla se limputato non identificato in modo certo. Il 2 comma di tale articolo, prevede che la citazione deve essere notificata almeno 3 giorni prima delludienza. Per quanto invece riguarda la presentazione diretta alludienza essa rappresenta la modalit di gran lunga maggiormente adoperata per

linstaurazione del giudizio direttissimo; essa presuppone lo stato di detenzione del soggetto.
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La presentazione fisica dellimputato in udienza fondamentale in quanto lart. 451 c.p.p. 4 comma prevede che fuori dei casi di citazione, indicati dallart. 450 c.p.p., il p.m. contesta limputazione direttamente allimputato presente; nel caso in cui limputato in vinculis si rifiuti di presentarsi in udienza non vi alcuna possibilit di instaurare il giudizio direttissimo.

IL PROCEDIMENTO Nel giudizio direttissimo non si applicano gli artt. 465-469 che disciplinano gli atti preliminari al dibattimento; il p.m. forma il fascicolo per il dibattimento mentre per quanto riguarda. Il procedimento inizia con la presentazione dellimputato alludienza ovvero con la citazione dellimputato libero che ha reso confessione; il difensore deve essere avvertito anche se il codice non prevede un termine entro il quale avvertire il difensore. Le persone offese ed i testimoni possono essere citati oralmente da un ufficiale giudiziario o da un agente di polizia giudiziaria, inoltre il p.m. limputato e la persona offesa hanno la possibilit di presentare i testi direttamente al dibattimento. Il giudizio vero proprio ha inizio con la contestazione ai sensi dell art. 451 c.p.p. 4 comma, sempre che non vi sia stata confessione nel qual caso la

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contestazione contenuta nella notifica; nel caso in cui la convalida avvenga in udienza la contestazione deve avvenire al momento della convalida. Una volta effettuata la contestazione, il presidente deve avvertire limputato della facolt di chiedere il giudizio abbreviato ovvero lapplicazione della pena su richiesta; contemporaneamente il presidente avvisa anche della possibilit per limputato di chiedere un termine a difesa non superiore a 10 giorni, in tale termine il dibattimento sospeso fino alludienza immediatamente successiva (art. 451 6 comma c.p.p.) Una volta terminata tale fasi il processo si sviluppa secondo le forme ordinarie. Leventuale richiesta da parte dellimputato di chiedere il giudizio abbreviato o il patteggiamento deve avvenire prima della dichiarazione di apertura del dibattimento. Nel caso in cui venga chiesta, da parte dellimputato, il patteggiamento se il p.m. esprime parere positivo a tale richiesta il giudice acquisito il fascicolo relativo alle indagini preliminari, valuter per prima cosa lapplicazione dellart. 129 c.p.p. poi valuter la corretta qualificazione del fatto e delle circostanze ed infine la quantificazione della pena. Limputato ha anche la possibilit di chiedere il giudizio abbreviato in tal caso il giudice dispone con ordinanza la prosecuzione del giudizio osservando, in quanto compatibili, le norme che regolano il giudizio abbreviato.

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Nel caso in cui il giudizio direttissimo sia promosso fuori dei casi di cui allart. 449 c.p.p. allora il giudice restituisce gli atti al p.m., il quale avr poi la possibilit di continuare le indagini.

PROCEDIMENTO INNANZI AL GIUDICE MONOCRATICO Il giudizio direttissimo innanzi al giudice monocratico ricalca quello previsto innanzi al giudice collegiale e precedentemente esaminato. Vi sono per delle peculiarit: innanzitutto una prima peculiarit riguarda larresto in flagranza quando il p.m. non ordina che larrestato sia posto a sua disposizione, in tal caso la p.g. che ha proceduto allarresto di tale soggetto conduce direttamente in udienza, innanzi al giudice, per il dibattimento; se in quel giorno il giudice non tiene udienza allora la p.g. che ha proceduto allarresto ne da immediata notizia al giudice il quale fissa ludienza entro 48 ore dallarresto. In questa ipotesi non si applica lart. 386 c.p.p. 4 comma il quale impone alla p.g. di mettere a disposizione del p.m. larrestato mediante conduzione alla casa circondariale del luogo ove larresto stato compiuto. La p.g. cita oralmente la persona offesa ovvero i testimoni. Il giudice innanzi al quale presentato il soggetto autorizza lufficiale o lagente che ha eseguito larresto a relazionare oralmente sulle ragioni dellarresto, poi sente larrestato e provvede alla convalida ed al successivo eventuale dibattimento.
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Altra peculiarit consiste nel fatto che i termini a difesa sono di 5 giorni anzich essere di 10 giorni.

IL DECRETO PENALE DI CONDANNA Lo scopo di tale procedimento speciale quello di evitare sia ludienza preliminare sia il dibattimento. Questo procedimento si applica per reati comunque di lieve entit, sia perseguibili dufficio che a querela, se la querela stata presentata ed il querelante non ha fatto opposizione; in tal caso il p.m. se ritiene che possa irrogarsi una pena pecuniaria, sia pure in sostituzione di una pena detentiva, pu esercitare lazione penale chiedendo al gip lemissione di un decreto penale di condanna. Tale richiesta deve essere presentata entro 6 mesi dalliscrizione del nome dellindagato nel registro delle notizie di reato. La richiesta proposta, dal PM per cui la decisione si fonda su elementi raccolti dalla pubblica accusa, deve essere trasmessa, unitamente al fascicolo, al gip, il quale decide senza sentire al difesa. La richiesta di decreto penale pu anche essere rigettata nel caso in cui il giudice ritenga che non sussistano i presupposti oppure perch la pena risulta eccessiva o inadeguata, ovvero in quanto possibile applicare lipotesi di cui allart. 129 c.p.p. Contro il decreto, il quale deve essere motivato, il condannato, cos come la persona civilmente obbligata, ha la possibilit di proporre opposizione la quale
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va presentata entro 15 giorni dalla notificazione del decreto.Attraverso la proposizione dellopposizione si pu anche chiedere il giudizio abbreviato ovvero il patteggiamento o ancora contestualmente allopposizione pu essere presentata domanda di oblazione, o il giudizio immediato. Nel caso in cui manchi una specifica richiesta limputato citato per il dibattimento tramite listituto del giudizio immediato (art. 464 comma 2 c.p.p.). Il codice prevede una serie di agevolazionial fine di indurre limputato ad accettare la condanna ed a non proporre opposizione, infatti lart. 459 comma 2 c.p.p. stabilisce che il p.m. pu chiedere al giudice lapplicazione di una pena ridotta sino alla met del minimo edittale previsto; inoltre il gip pu concedere la sospensione condizionale della pena. La legge Carotti ha altres previsto che non possono essere applicate pene accessorie, ed inoltre tale decreto non comporta il pagamento delle spese del procedimento ed il reato estinto se nel termine di 5 anni, se si tratta di delitto, ovvero nel termine di 2 anni se si tratta di contravvenzione limputato si astiene dal compiere un delitto o una contravvenzione della stessa indole. La natura giuridica dellopposizione quella di mezzo di impugnazione; per mentre i mezzi di impugnazione richiedono lindicazione dei motivi, nel caso di opposizione non necessaria lindicazione dei motivi, per cui lopposizione pu anche consistere nella mera richiesta di una nuova valutazione.

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LE IMPUGNAZIONI

DISPOSIZIONI GENERALI Una volta emessa la sentenza di primo grado le parti hanno la possibilit di impugnare tale provvedimento, hanno cio la possibilit di rivolgersi ad un giudice superiore affinch rivaluti la questione di fatto e di diritto valutata dal giudice di grado inferiore. Lart.568 c.p.p. ci informa che la legge stabilisce quali sono i casi nei quali i provvedimenti dei giudici sono soggetti ad impugnazione ( principio di tassativit dei mezzi di impugnazione ), inoltre sempre tale norma ci indica che sono sempre soggetti a ricorso per Cassazione, quando non sono diversamente impugnabili, i provvedimenti in ordine alla libert personale e le sentenze; inoltre la legge stessa che stabilisce a chi spetta il diritto ad impugnare.
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Per quanto riguarda i soggetti legittimati ad impugnare abbiano innanzitutto il rappresentante dellufficio del pubblico ministero che ha presentato le conclusioni; lart. 570 c.p.p. prevede la possibilit per il p.m. che ha presentato le conclusioni, il quale ne faccia richiesta nellatto di appello, di poter partecipare al successivo giudizio quale sostituto del procuratore generale presso la Corte di Appello. Inoltre il p. m. pu proporre appello anche quando tale atto gli sia richiesto, tramite richiesta motivata, dalla parte civile, dalla persona offesa, anche se non costituita parte civile; il p.m. che non intenda proporre impugnazione deve provvedere con decreto motivando spiegando il perch del suo rifiuto, e deve poi notificare tale decreto alle parti interessate. Inoltre lart. 589 commi 1-4 c.p.p. individua i momenti entro i quali il rappresentante della pubblica accusa presso il giudice che ha emesso il provvedimento impugnato pu rinunciare alla propria impugnazione: prima delludienza, in caso di gravame trattato e deciso in camera di consiglio; mentre negli altri casi fino allapertura del dibattimento. Una volta trascorsi tali termini allora a rinunciare deve essere il rappresentante della pubblica accusa presso il giudice deputato a decidere limpugnazione prima della discussione. Per quanto riguarda limputato, v subito da dire che limputato pu impugnare personalmente ovvero tramite il proprio difensore ovvero tramite un procuratore speciale. Inoltre limputato con la rinunzia ha la possibilit di togliere effetto allimpugnazione del difensore.
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Per quanto riguarda limpugnazione della parte civile essa in linea di massima ha la possibilit di proporre impugnazione solamente agli effetti civili, ci significa che la parte civile ha la possibilit di impugnare solamente quella parte della sentenza che decide in ordine al risarcimento dei danni causati dallimputato ed alle restituzioni. Il codice precisa inoltre allart. 573 c.p.p. che per quanto riguarda le impugnazioni per i soli interessi civili esse sono proposte e trattate con le forme ordinarie del processo penale. Vi un solo caso nel quale la parte civile ha la possibilit di impugnare una sentenza anche agli effetti penali allorquando si tratti del reato di ingiurie e del reato di diffamazione. Per quanto riguarda le ordinanze pre-dibattimentali (es. ordinanza che decide sulla competenza per territorio) e quelle dibattimentali (es. ordinanza con la quale il giudice ammette le prove richieste dalle parti) possono essere impugnate solamente con la sentenza, mentre per quanto le ordinanze in materia di libert personale (es. si pensi alle ordinanze con le quali si dispongono le misure cautelari) lart. 586 comma 3 c.p.p. ci informa che esse sono impugnabili immediatamente indipendentemente dalla successiva sentenza. Il 5 comma dellart. 586 c.p.p. stabilisce che irrilevante il nome che le parti danno al mezzo di impugnazione nel senso cio che il gravame ammissibile indipendentemente dalla qualificazione giuridica data dalle parti, in quanto il giudice incompetente non dovr fare altro che trasmettere latto al giudice competente, fermo restando che tale atto di impugnazione dovr possedere tutti i
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requisiti previsti dalla legge (es. si pensi al caso in cui per errore si identifichi come appello un ricorso per Cassazione, in tale caso il giudice di appello, che erroneamente avr ricevuto tale atto dovr trasferirlo presso la Corte di Cassazione). Molto importante anche lipotesi contemplata dallart. 569 c.p.p. il quale prende in considerazione il c.d. ricorso per saltum il quale lo si ha allorquando si impugna direttamente con ricorso in Cassazione anche nei confronti delle sentenze appellabili, saltando appunto il giudizio di appello. Ovviamente tale tipo di ricorso avr dei limiti: innanzitutto non possibile dedurre in tale ricorso n la mancata assunzione di una prova decisiva, n tanto meno la illogicit della motivazione ai sensi dell art. 606 lett. d-e) c.p.p. Inoltre allorquando vi siano una pluralit di imputati alcuni dei quali abbiano proposto ricorso per saltum ed altri abbiano appellato regolarmente allora in questo caso scatta un meccanismo particolare: entro 15 giorni dalla notificazione del ricorso le parti che hanno proposto appello possono dichiarare di rinunciare allappello per proporre direttamente ricorso, in tale caso lappello si converte in ricorso per Cassazione. Entro i successivi 15 giorni, dalla dichiarazione suddetta, le parti devono presentare nuovi motivi se lappello precedentemente proposto non ha i requisiti di validit per proporre ricorso per Cassazione. Per quanto riguarda le modalit di presentazione dellimpugnazione v da dire che essa si propone con atto scritto nel quale vanno indicati: il provvedimento impugnato, la data, il giudice che ha emesso il provvedimento impugnato; inoltre
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sono enunciati i capi e i punti del provvedimento impugnato e sono anche indicate le richieste ed i motivi dellatto impugnato. Per quanto riguarda i termini per impugnare abbiamo lart. 585 c.p.p. che elenca i diversi termini per proporre impugnazione: 1. 15 giorni se la motivazione della sentenza impugnata stata letta contestualmente al dispositivi in udienza. 2. 30 giorni nel caso in cui la motivazione sia stata depositata trascorsi 15 giorni dalla lettura del dispositivo. 3. 45 giorni qualora la motivazione del provvedimento impugnato sia stata depositata entro un termine maggiore di quello precedente comunque non superiore a 90 giorni. Tale termine decorre o dalla lettura del provvedimento in udienza ovvero dalla scadenza del termine fissato dalla legge o dal giudice per il deposito della sentenza. Termini differenti sono previsti per quanto riguarda i provvedimenti emessi in camera di consiglio per i quali il termine per impugnare di 15 giorni decorrenti sempre dalla notificazione del provvedimento; inoltre per quanto riguarda il contumace ovvero il procuratore generale presso la corte di Appello per i quali il termine per impugnare decorre dalla notifica o comunicazione dellavviso di deposito con lestratto del provvedimento.

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Inoltre ai sensi dellart. 585 4 comma possibile fino a 15 giorni prima delludienza fissata presentare, presso la cancelleria del giudice

dellimpugnazione, nuovi motivi. Una volta presentata limpugnazione il giudice ad quem verifica lammissibilit o meno dellimpugnazione, tramite ordinanza emessa in camera di consiglio, ferma restando comunque la possibilit di dichiararla in ogni stato e grado del processo. I motivi di inammissibilit sono individuati dallart. 591 c.p.p. essi specificamente riguardano: il difetto di legittimazione, mancanza di interesse ad impugnare, inoppugnabilit del provvedimento etc. etc. Le parti possono anche rinunciare allimpugnazione ed il termine fissato prima dellinizio della discussione. Infine importante anche sottolineare il c.d. effetto estensivo

dellimpugnazione attraverso il quale limpugnazione si estender, per quanto riguarda gli effetti favorevoli, anche agli imputati non appellanti, per essere maggiormente precisi lart. 587 c.p.p. specificamente prevede leffetto estensivo nei seguenti casi: 1. Concorso di persone nel reato quando limpugnazione non riguarda motivi esclusivamente personali (es. ammesso leffetto estensivo quando il gravame riguarda linsussistenza del fatto) 2. Riunione di procedimenti per reati differenti qualora i motivi dellimpugnazione riguardino violazioni della legge processuale e non si
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tratti di motivo esclusivamente personale (es. nel gravame si deduce lirregolarit della costituzione del collegio giudicante) 3. Impugnazione del responsabile civile e del civilmente obbligato a favore dell imputato quando limpugnazione non sia fondata su motivi personali 4. Impugnazione dellimputato a favore del responsabile civile e del civilmente obbligato. In ultima analisi v da dire che lesecuzione del provvedimento impugnato sospesa dal momento della sua pronuncia fino allesito del ,giudizio di impugnazione ( effetto sospensivo ), tranne per i provvedimenti concernenti misure cautelari.

IL GIUDIZIO DAPPELLO Il giudizio di appello rappresenta il secondo grado di giurisdizione successivo al dibattimento, un mezzo di impugnazione ordinario esperibile contro le

sentenze dei giudici di primo grado. uno stadio eventuale, non costituzionalmente indefettibile, dal momento che non tutte le sentenze sono appellabili. Infatti in linea di principio il p.m. e limputato possono proporre appello avverso tutte le sentenze di condanna e di proscioglimento; limputato non ha per la possibilit di impugnare le sentenze di proscioglimento perch il fatto non sussiste ovvero quelle per non aver commesso il fatto.

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Per quanto lappello del p.m. egli pu appellare tutte le sentenze di condanna e di proscioglimento eccettuate quelle indicate dagli artt. 443 (giudizio abbreviato) 448 comma 2 (patteggiamento), 469 (proscioglimento preibattimentale) c.p.p., inoltre sono inappellabili le sentenze di condanna relative a reati per i quali applicata la sola pena pecuniaria e le sentenze di proscioglimento o di non luogo a procedere relative a reati puniti con la sola pena pecuniaria. Legittimati ad impugnare sono il procuratore della Repubblica presso il Tribunale ed il procuratore generale presso la Corte di Appello. Per quanto riguarda lappello a seguito di giudizio abbreviato esso si svolger secondo il rito della camera di consiglio. Bisogna a questo punto soffermarsi sullappello incidentale regolato dallart. 595 c.p.p.; per ciascuna parte che non ha proposto impugnazione prevista la facolt di proporre appello incidentale, che altro non se non un appello presentato successivamente, entro 15 giorni dalla notifica o dalla comunicazione dellappello principale, dalla parte che non ha appellato il provvedimento impugnato. Tale appello segue la sorte dellappello principale, per cui se viene meno, per una qualsiasi causa, lappello principale verr meno conseguentemente anche lappello incidentale. Inoltre lappello incidentale del p.m. non ha effetti estensivi nei confronti del coimputato non appellante che non ha partecipato al giudizio di appello;

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legittimati a proporre appello incidentale sono i soggetti legittimati a proporre appello principale. Lappello incidentale annulla quella che la regola del divieto di reformatio in peius della decisione del giudice di primo grado. Bisogna chiedersi se sia necessaria unidentit tra motivi di appello proposti in via principale ed in via incidentale. Nel silenzio della legge, si sono sviluppate due teorie: AA abbracciano una teoria estensiva, ritenendo che sarebbe illogico che il legislatore, nel dare la possibilit di impugnare in via incidentale, abbia poi voluto limitarla; AA sostengono una teoria restrittiva (preferibile), perch osservano che altrimenti, nel caso che ad impugnare in via incidentale sia il PM, cadrebbe il divieto di reformatio in peius. Una procedura particolare quella in camera di consiglio ai sensi dellart. 599 c.p.p.: 1. Il 1 comma di tale norma prevede la possibilit di procedere in camera di consiglio quando lappello ha esclusivamente per oggetto la specie, la misura della pena, anche con riferimento al giudizio di comparazione delle circostanze, ovvero la sospensione condizionale della pena, lapplicabilit delle sanzioni sostitutive etc. etc. In tal caso la Corte provvede ai sensi dellart. 127 c.p.p. per cui non necessaria la presenza delle parti. 2. Il 3 comma di tale norma prevede il procedimento in camera di consiglio, questa volta per necessaria la partecipazione delle parti, quando occorra procedere alla rinnovazione dellistruzione dibattimentale, il giudice assume le prove in camera di consiglio. 3. Il 4 comma di tale norma prevede il rito camerale allorquando le parti rinunciano allimpugnazione dichiarando di concordare in tutto o in parte
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sullaccoglimento dei motivi di appello, indicando al giudice la pena sulla quale esse hanno raggiunto un accordo (questo il caso del c.d. patteggiamento in appello). Il giudice in questo caso non vincolato, ci in quanto se ritiene di non poter accogliere tale richiesta dispone la citazione per il dibattimento. Al di fuori delle ipotesi sopracitate il giudizio di appello si svolge in pubblica udienza, per cui vi sar una fase predibattimentale nella quale, superato il momento in cui si accerta lammissibilit dellappello, sar citato lappellante ovvero, in caso di appello del p.m. o di effetto estensivo dellappello dellimputato, anche limputato non appellante; il decreto di citazione dovr essere notificato, allimputato ed al suo difensore, 20 giorni prima del giorno fissato per ludienza. Per quanto riguarda la fase dibattimentale essa si apre con la relazione della causa fatta dal presidente, ovvero da un consigliere dallo stesso delegato, inoltre in questa fase ai sensi dellart 599 5 comma vi la possibilit di riproporre la richiesta di patteggiamento precedentemente rigettata. Successivamente, eventualmente letti gli atti del giudizio di primo grado, si proceder alla discussione finale secondo lo schema delineato dallart. 523 c.p.p. (a discutere sar prima il procuratore generale, poi di seguito il difensore della parte civile, del responsabile civile del civilmente obbligato per la pena pecuniaria ed infine del difensore).

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Per quanto riguarda i poteri cognitivi del giudice bisogna sottolineare che in base al brocardo latino tantum devolutum quantum appellatum il giudice ha la possibilit di giudicare esclusivamente in riferimento ai capi ed ai punti della sentenza di primo grado impugnati dalle parti. Il giudice ha comunque la possibilit di valutare ex officio talune questioni in quanto la legge che ne impone laccertamento in ogni stato e grado; in tal senso ci informa lart. 597 comma 5 c.p.p. che il giudice di appello ha la possibilit di applicare, con la sentenza, anche di ufficio la sospensione condizionale della pena, la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale, una o pi circostanze attenuanti; fermo restando la possibilit per il giudice comunque di rilevare, sempre ex officio, il difetto di giurisdizione lincompetenza per materia etc. etc. Allorquando lappello proposto dal solo imputato il giudice il giudice si trova vincolato al divieto della reformatio in peius della sentenza di primo grado, per cui il giudice di appello non ha la possibilit di aumentare la pena , n tantomeno potr revocare i benefici, e invece ammessa lapplicazione delle pene accessorie obbligatorie e la modifica del grado della colpa. Differente la situazione allorquando lappello viene proposto dal p.m. in quanto, in tal caso, non vige il divieto di reformatio, infatti lart. 597 2 comma c.p.p. stabilisce che nel caso di riforma di una sentenza di condanna il giudice pu dare al fatto una diversa qualificazione giuridica anche pi grave, pu modificare o aumentare la quantit della pena, revocare benefici e applicare le
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misure di sicurezza. Cos anche allorquando il p.m. appella una sentenza di proscioglimento il giudice pu emettere una sentenza di condanna. Lart. 603 c.p.p. regola la possibilit di rinnovare listruzione dibattimentale, per la precisione: 1. Il 1 comma di tale norma prevede la possibilit di rinnovare il dibattimento quando una parte nellatto di appello, ovvero nei motivi nuovi presentati a norma dellart. 585 5 comma c.p.p., fa richiesta di riassumere prove gi acquisite in primo grado ovvero lassunzione di nuove prove ed il giudice non sia in grado di decidere allo stato degli atti, per cui riassume o assume le prove richieste dalle parti. 2. Il 2 comma di tale norma prevede la possibilit di rinnovazione dellistruzione dibattimentale allorquando vi siano prove nove o scoperte dopo il giudizio di primo grado 3. Il 3 comma di tale norma prevede la possibilit per il giudice di rinnovare ex officio listruzione dibattimentale quando egli ritiene tale possibilit assolutamente necessaria. 4. Il 4 comma di tale norma prevede la possibilit di dare luogo ala rinnovazione dibattimentale in presenza di un imputato contumace quando la sua mancata comparizione, nel corso del giudizio di primo grado, sia dovuta a caso fortuito a forza maggiore ovvero ad un non colpevole difetto di conoscenza del decreto di citazione.

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Per quanto riguarda il tipo di sentenza che pu essere emesso dalla Corte di Appello essa pu essere di tre tipi: 1. Annullamento 1) quando si verificata una nullit assoluta da cui sia derivata la nullit del provvedimento che dispone il giudizio o della sentenza di primo grado; 2) quando si verificata una nullit a regime intermedio, la quale non sia sanata e da cui sia derivata la nullit del provvedimento che dispone il giudizio o della sentenza di primo grado; 3) non sono rispettate le disposizioni dettate in tema di nuove contestazioni; 4) non sono rispettate le regole sulla competenza dei giudici. Nei primi due casi il giudice di appello, dopo che ha dichiarato con sentenza la nullit rinvia gli atti al giudice procedente quando la nullit si verificata. Nel ipotesi di cui al num 3 il giudice di appello non procede al totale annullamento del provvedimento impugnato ma pu limitarsi ad annullare la parte della sentenza affetta da nullit, quella cio riguardante la contestazione irrituale; in tale caso se il giudice accerta che vi stata condanna per un fatto diverso dichiara nulla lintera sentenza e trasmette gli atti al giudice procedente; se accerta che vi stata condanna per un reato concorrente o per un fatto nuovo dichiara nullo solo il relativo capo della sentenza impugnata e trasmette gli atti al p.m. per le sue determinazioni; se infine accerta che vi stata condanna per una circostanza aggravante non contestata o mal contestata il giudice la esclude e ridetermina la pena. Per quanto riguarda infine lipotesi di cui al
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num 4 lannullamento disposto quando riconosciuta lincompetenza materiale per difetto del giudice che ha emesso al sentenza, ed in tal caso ordinata la trasmissione degli atti al p.m. presso il giudice di primo grado ritenuto competente; ovvero nel caso di incompetenza territoriale o per connessione del giudice che ha emesso la sentenza, ed in tal caso gli atti vengono trasmessi al di primo grado ritenuto competente (art. 604 c.p.p.). 2. Conferma quando appunto conferma la sentenza di primo grado (art. 605 c.p.p.). 3. Riforma quando accoglie i motivi di appello ritenendoli fondati (art. 605 c.p.p.). In definitiva lappello pu essere un mezzo dimpugnazione ordinario, estensivo, parzialmente o totalmente devolutivo e sospensivo. RICORSO PER CASSAZIONE Il ricorso per Cassazione un mezzo dimpugnazione anchesso ordinario estensivo a devoluzione vincolata con il quale si chiede lannullamento di una decisione emessa nei gradi precedenti da un giudice di merito. I motivi deducibili con il ricorso sono tassativamente indicati dallart. 606 c.p.p. Sono ricorribili sia le sentenze pronunciate in grado di appello che quelle inappellabili; oltre che dallimputato, il quale pu ricorrere avverso avverso le sentenze di condanna o di proscioglimento ovvero contro le sentenze inappellabili di non luogo a procedere, il ricorso proponibile dal Procuratore generale presso la Corte di Appello, ci per quanto riguarda le decisioni dei
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giudici di appello, dal Procuratore della Repubblica presso il tribunale, ci nei riguardi delle sentenze emesse dal Tribunale dalla Corte di Assise e dal Gip. Molto importante lart. 606 c.p.p. il quale elenca quali sono i motivi per i quali esperibile il ricorso in cassazione (ci spiega perch il ricorso a devoluzione vincolata), tali motivi sono: 1. Esercizio da parte del giudice di una potest riservata dalla legge ad organi legislativi (es. si pensi al caso in cui il giudice crei una norma incriminatrice) ovvero amministrativi (es. si pensi al caso in cui il giudice annulli un atto amministrativo ritenuto non conforme alla legge), ovvero ancora non consentita ai pubblici poteri (es. si pensi al caso in cui il giudice decide su una questione sottratta alla competenza del giudice italiano) 2. Inosservanza o erronea applicazione della legge penale (es. si pensi al caso in cui il giudice abbia definito rapina unipotesi da qualificarsi come furto) o di altre norme dellordinamento. 3. Inosservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullit, inutilizzabilit, inammissibilit, decadenza. 4. Mancata assunzione di una prova decisiva quando ,la parte ne abbia fatto richiesta ai sensi dellart. 495 c.p.p. 5. Mancanza o manifesta illogicit della motivazione. Una volta presentato il ricorso il presidente della Corte di Cassazione allorquando rileva una causa di inammissibilit lo assegna ad una sezione
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specializzata, il presidente di tale sezione fissa la data della camera di consiglio e ne fa dare comunicazione, 30 giorni prima, ai difensori. Nel caso in cui il presidente della corte non rilevi alcuna causa di inammissibilit del ricorso, ovvero nel caso che la sezione a seguito della camera di consiglio ritenga il ricorso ammissibile, assegna tale ricorso ad una sezione salvo lipotesi in cui il ricorso non debba essere assegnato alle sezioni unite, tale assegnazione avviene su richiesta delle parti ovvero del procuratore generale quando le questioni proposte sono di speciale importanza o quando occorre dirimere contrasti insorti tra le decisioni delle singole sezioni; successivamente deve essere inviato lavviso delludienza 30 giorni prima tale avviso deve altres indicare se il ricorso sar deciso in udienza o in camera di consiglio. Innanzi la corte non possono presentarsi le parti private ma solamente i loro difensori. Lart. 611 c.p.p. disciplina il procedimento in camera di consiglio, innanzitutto la corte decide in camera di consiglio oltre che nei casi previsti dalla legge, nei riguardi dei provvedimenti non emessi in dibattimento; ma la maggiore peculiarit di tale procedura consiste nel non intervento dei difensori innanzi la corte, fermo restando la possibilit per le parti di presentare fino a 15 giorni prima delludienza motivi nuovi e memorie. Per quanto riguarda il dibattimento, fermo restando quanto gi detto in ordine agli avvisi, le regole per il dibattimento ricalcano quelle previste per i giudizi di

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primo e secondo grado; la sentenza deve essere depositata non oltre il trentesimo giorno dalla deliberazione della stessa. Per quanto riguarda le sentenze esse sono: 1. Annullamento senza rinvio allorquando la corte ritiene che il fatto non sussiste, che non preveduto dalla legge come reato, annulla inoltre senza rinvio allorquando ritiene lo ritiene superfluo ex art. 620 lett. L c.p.p. nei casi in cui limputato non lha commesso o che il fatto non sussiste. La corte annulla inoltre senza rinvio quando si tratta di applicare leggi pi favorevoli allimputato. 2. Annullamento con rinvio in tal caso la corte annulla la sentenza impugnata e la rinvia ad un giudice diverso; per la precisione nel caso in cui vi sia lannullamento di una sentenze emessa da un giudice collegiale (Corte di Assise, Tribunale collegiale, Corte di Appello) allora il rinvio sar operato ad unaltra sezione della stessa corte o dello stesso tribunale. Nel caso in cui sar annullata una sentenza di un giudice monocratico (Tribunale in composizione monocratica, Gip) il processo rimesso allo stesso tribunale con la sostituzione del giudice che ha pronunziato la sentenza impugnata. Inoltre nel caso in cui vi sar annullamento, ai sensi dellart. 604 c.p.p., di una sentenza di condanna il processo sar rinviato al giudice di primo grado. Per quanto poi riguarda lannullamento esso pu essere parziale o totale, sar parziale quando il giudice di rinvio dovr giudicare solamente le disposizioni
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annullate, sar totale quando la cognizione del giudice di rinvio riguarder lintero procedimento. Il giudice di rinvio obbligato ad uniformarsi alle decisioni della corte di Cassazione relativamente alle questioni di diritto; per cui la decisione della Cassazione potr vincolare il giudizio di rinvio sulla qualificazione giuridica del fatto etc. etc. Per quanto riguarda i poteri del giudice di rinvio sono quelli previsti per la fase processuale alla quale tale giudice appartiene, nel giudizio di rinvio non sono ammesse questioni sulla competenza attribuita dalla Corte di Cassazione nella sentenza di rinvio, sempre che nel giudizio non risultino circostanze o fatti nuovi. Per quanto riguarda il procedimento di rinvio esso riprender secondo le norme della fase e del grado nel quale il processo rinviato. Per quanto riguarda limpugnazione della sentenza del giudice di rinvio, se si tratta di un giudizio di appello allora il rimedio sar il ricorso per cassazione, se si tratta di giudizio di primo grado allora il rimedio sar lappello salvo il caso in cui si tratti di sentenza inappellabile. Vi pu anche essere la possibilit di ricorrere in via straordinaria alla corte di Cassazione per la correzione di un errore di fatto o di un errore materiale: si parla di errore di fatto che si ha quando vi sia una falsa percezione di ci che emerge dagli atti in maniera incontroversa ed incontrovertibile che abbia condotto ad affermare o supporre lesistenza di un fatto decisivo che in realt incontestabilmente escluso, lerrore materiale riguarda per porre alcuni esempi lerrore circa le generalit dellimputato, la quantificazione della pena etc. etc.
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Disciplinato dallart. 625 bis si caratterizza per il fatto che una norma speciale rispetto allart. 130 c.p.p. che disciplina in via generale il procedimento do correzione degli errori materiali; qui invece un mezzo straordinario in quanto ha ad oggetto provvedimenti della Corte di Cassazione che per loro natura hanno efficacia di giudicato. Il ricorso ammesso a favore del condannato e la richiesta proposta dal procuratore Generale o dal condannato, la presentazione del ricorso non sospende gli effetti del provvedimento. Solo nei casi di particolare gravit la corte sospende il provvedimento, con ordinanza.

REVISIONE

La revisione un mezzo di impugnazione straordinario ed eccezionale esperibile senza limiti di tempo avverso provvedimenti di condanna divenuti irrevocabili. Presupposti indispensabili sono : 1) che si tratti di sentenza o decreto penale di condanna; 2) che la decisione sia divenuta irrevocabile. La revisione pu essere richiesta nei casi indicati dallart. 630 c.p.p, ed in particolare quando : 1) i fatti posti a fondamento della sentenza o del decreto penale di condanna non possono conciliarsi con quelli contenuti in altra sentenza penale irrevocabile; 2) se la sentenza o il decreto penale di condanna hanno ritenuto la sussistenza del reato in conseguenza di una sentenza del giudice civile o amministrativo,
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successivamente revocata, che abbia deciso una questione pregiudiziale ex art 3 e 479 c.p.p. ; 3) se dopo la condanna sono sopravvenute o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle gi valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto; 4) se dimostrato che la condanna venne pronunciata in conseguenza di falsit in atti o in giudizio o di un altro fatto previsto dalla legge come reato. I soggetti legittimati alla richiesta sono il condannato o un suo prossimo congiunto ed il procuratore generale presso la corte di Appello. Quando la richiesta presentata al di fuori delle ipotesi indicate dagli artt. 629 e 630 c.p.p. o quando risulta manifestamente infondata, la corte con ordinanza dichiara linammissibilit; contro tale ordinanza ammissibile il ricorso per Cassazione. In caso di accoglimento il giudizio di revisione rimesso ad altra sezione della corte di Appello. Se il presidente invece ritiene ammissibile la richiesta di revisione allora si celebra il giudizio nel contraddittorio delle parti, al termine la sentenza sar di accoglimento della richiesta ed allora il giudice revoca la sentenza di condanna o il decreto penale di condanna e pronuncia proscioglimento; oppure di rigetto della richiesta ed allora il giudice condanna la parte privata che lha proposto al pagamento delle spese processuali e riprende lesecuzione della pena o della misura di sicurezza.

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GIUDICE DI PACE

La disciplina sul giudice di pace prevista dal decreto legislativo del 2000 n. 274. Innanzi al giudice di pace si applicano in quanto compatibili le norme contenute nel codice di procedura penale ad eccezione di quelle relative allincidente probatorio, allarresto in flagranza ed al fermo di indiziato di reato, alle misure cautelari personali, alla proroga del termine delle indagini preliminari, alludienza preliminare, nonch i procedimenti speciali. Il giudice di pace competente per materia di quei reati di minore allarme sociale e che solitamente coinvolgono interessi privati come lingiuria , la minaccia semplice ecc.

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La competenza per territorio quella prevista nel codice di procedura penale, ossia competente il giudice del locus commissi delicti. Particolare invece la competenza per connessione che di due tipi : ETEROGENEA ed OMOGENEA. La connessione si dice ETEROGENEA quando tra procedimenti pendenti dinanzi al giudice di pace e procedimenti pendenti dinanzi ad altro giudice si ha connessione solo nel caso di persona imputata di pi reati commessi con una sola azione od omissione. Se alcuni dei procedimenti connessi appartengono alla competenza del giudice di pace ed altri a quella della corte di assise o del tribunale competente per tutti il giudice superiore. La connessione non opera se non possibile la riunione dei processi, n tra procedimenti di competenza del giudice di pace e procedimenti di competenza di un giudice speciale. Si dice OMOGENEA quando si ha connessione di procedimenti relativi al concorso di persone di reato o di cooperazione colposa oppure di concorso di reati. Le indagini preliminari si differenziano da quelle che si svolgono dinanzi al tribunale: infatti una volta acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria compie di propria iniziativa tutti gli atti di indagine necessari per la ricostruzione del fatto e per lindividuazione del colpevole e ne riferisce al PM entro il termine di 4 mesi. Se la notizia di reato appare fondata la polizia giudiziaria enuncia il fatto in forma chiara e precisa con lindicazione degli articoli di legge che si assumono violati.
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Se il PM riceve direttamente la notizia ha di fronte a s varie strade: - o archivia; - o se la riceve direttamente ovvero la riceve da privati o da pubblici ufficiali la trasmette alla polizia giudiziaria perch svolga indagini, impartendo loro direttive; - o se non ritiene necessari ulteriori atti di indagine formula limputazione ed autorizza direttamente la polizia giudiziaria alla citazione a giudizio dellimputato. La polizia giudiziaria pu chiedere al PM lautorizzazione al compimento di accertamenti tecnici non ripetibili ovvero di interrogatori o confronti cui partecipi la persona sottoposta ad indagini. Le indagini hanno una durata di 4 mesi decorrente dalliscrizione della notizia di reato ; in casi di particolare complessit il PM dispone, con provvedimento motivato, la prosecuzione delle indagini per un tempo non superiore a 2 mesi. Il provvedimento comunicato subito al giudice di pace che se non ritiene sussistenti la ragioni indicate dal PM, entro 5 giorni, dichiara chiuse le indagini. Al termine delle indagini il PM pu chiedere larchiviazione ed il giudice di pace se la accoglie pronuncia decreto, altrimenti restituisce con ordinanza gli atti al PM indicando le ulteriori indagini ovvero disponendo che il PM nel termine di dieci giorni formuli limputazione. Altrimenti se non richiede larchiviazione esercita lazione penale: infatti la polizia giudiziaria sulla base dellimputazione formulata dal PM cita limputato
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dinanzi al giudice di pace; per i reati procedibili a querela ammessa la citazione a giudizio mediante ricorso immediato dinanzi al giudice di pace. Il ricorso comunicato al PM ed presentato direttamente dal richiedente nella cancelleria del giudice di pace. Entro 10 giorni dalla comunicazione il PM presenta le sue richieste nella cancelleria: se ritiene infondato il ricorso o dinanzi al giudice di pace incompetente per territorio, il PM esprime parere contrario alla citazione altrimenti formula limputazione confermando o modificando laddebito contenuto nel ricorso. A questo punto il giudice di pace se ritiene inammissibile o manifestamente infondato il ricorso trasmette gli atti al giudice di pace per lulteriore corso del procedimento. Se riconosce la propria incompetenza per territorio il giudice di pace la riconosce con ordinanza e restituisce gli atti al ricorrente; se lincompetenza per materia allora trasmette gli atti al PM con ordinanza. In caso di dibattimento almeno 7 giorni prima si depositano le liste testimoniali, ed alla prima udienza il giudice di pace deve tentare la conciliazione tra le parti. Il processo pu definirsi anche in forme alternative, ed in particolare: o con lesclusione della procedibilit per particolare tenuit del fatto; o con estinzione del reato conseguente a condotte riparatorie. Particolare il regime sanzionatorio nel procedimento innanzi al giudice di pace, infatti questi pu applicare la sanzione dellobbligo della permanenza domiciliare o del lavoro di pubblica utilit o della conversione della pena pecuniaria; in caso di violazione degli obblighi il condannato punito con la
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reclusione, ma in tal caso la competenza allapplicazione della sanzione del tribunale monocratico.

ARTICOLO 371C.P.P. : tale art. fa riferimento ai rapporti tra i diversi uffici del P.M. infatti anche al di fuori dei casi di vera e propria connessione, che possono determinare spostamenti di competenza, pu stabilirsi tra indagini preliminari diverse una forma di rapporto giuridicamente rilevante. Per garantire il coordinamento tra i vari uffici nella fase delle indagini preliminari ed evitare che su fatti collegati si indaghi da parte di pi magistrati, luno allinsaputa dellaltro, la norma in esame ha stabilito tre strumenti fondamentali: scambio di atti ed informazioni ( es: verbali di interrogatori ); comunicazioni delle istruzioni impartite alla p.g.; compimento congiunto di singoli atti di indagine. Questo coordinamento investigativo non incide sulla competenza che resta nellufficio indicato ex art. 8 c.p.p. Cos pur avendo compiuto atti di indagine congiunti, ciascuna procura eserciter lazione penale per i reati di rispettiva competenza che saranno giudicati da tribunali diversi. Il mancato esperimento del collegamento investigativo pu essere causa di avocazione delle indagini.
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ARTICOLO 371 BIS C.P.P. tale articolo stato introdotto da una legge del 1992 con il quale si stabilisce che per i reati di criminalit organizzata, per realizzare una pi efficace lotta contro gli stessi, il Procuratore Nazionale Antimafia pu coordinare le indagini avvalendosi a tal fine delle Direzioni Investigative Antimafia e dei servizi centrali ed interprovinciali delle forze di polizia, impartendo loro delle direttive, individuando temi di indagine. Il Procuratore Nazionale Antimafia provvede allavocazione dopo aver assunto sul luogo le necessarie informazioni personalmente o tramite un magistrato della Direzione nazionale antimafia alluopo designato.

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Domande di esame: competenza del giudice; incompatibilit del giudice e suoi rimedi; avocazione; giurisdizione penale; nullit degli atti ; misure cautelari; differenza tra riesame ed appello; art. 350 c.p.p.; intercettazione di comunicazioni e conversazioni telefoniche; arresto e convalida; incidente probatorio; differenza tra incidente probatorio ed accertamento tecnico non ripetibile; art. 360 c.p.p. ;
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archiviazione; indagini difensive; art. 415 bis ; udienza preliminare; sentenza di non luogo a procedere; integrazione probatoria di ufficio; art. 468 c.p.p.; sentenza anticipata di proscioglimento; art. 500 c.p.p.; art. 507 c.p.p. ; nuove contestazioni e differenza con ludienza preliminare; inutilizzabilit; testimonianza indiretta; testimonianza assistita; procedimenti speciali; appello incidentale; casi di ricorso per Cassazione; sentenze della Corte di Cassazione

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