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Confronto fra le poesie

Guido Guinizzelli, Io voglio del ver la mia donna laudare Guido Cavalcanti, Chi questa che vn, chognom la mira Dante Alighieri, Tanto gentile e tanto e onesta pare
Tra poesie si possono evidenziare alcuni elementi comuni, cos come alcune differenze, quali: - Lodi fisiche della bellezza, della spiritualit e dellintellettualit della donna amata - Sensazione di turbamento e sgomento che si genera dal mostrarsi della donna cos bella e nobile nellanimo di coloro che sono degnati di un suo saluto, che spetta solo a quelli che sono vili. - Insufficienza della valenza delluso della parola e della vista, ai quali si sostituisce il sospiro come forma di espressivit (Cavalcantis che parlare nullomo pote, ma ciascun sospira; Dante chogne lingua deven tremando muta e li occhi no lardiscon di guardar ) - Salvezza spirituale, da cui si ha saluto. Vi dunque linterpretazione tipica della donna stilnovista, cio della donna angelo, tramite e mediazione del mondo terreno e della realt divina. - Guinizzelli si serve di numerose similitudini, con le quali paragona la sua amata a tutto ci che di pi bello esiste nel mondo e nel cielo, mentre Cavalcanti porta allesaltazione della bellezza della donna mirando principalmente alla metafisica, tralasciando comparazioni naturali. Infatti la conoscenza del valore della donna, pi volte insufficiente e imparziale, si pu tentare grazie alla trascendenza religiosa, Cavalcanti ritiene che luomo non possiede abbastanza Grazia divina da poter comprendere a pieno la vera bellezza della donna (Non fu s alta gi la mente nostra e non si posen noi tanta salute, che propiamente navin conoscenza). A differenza di Cavalcanti che inserisce lelemento divino e la spiritualit per spiegare tale pensiero, Guinizzelli ritiene che la donna, in quanto angelo divino, sia in grado di convertire alla fede cristiana coloro che non lo fossero e ad allontanare dal peccato tutti coloro che ricevono il suo saluto o deliziano della sua presenza (e fa l de la nostra f se non la crede | nullom po mal pensar fin che la vede). Dante allude invece alla sua venuta sulla terra dal cielo come un miracolo, in quanto rappresenta sulla terra laltezza divina (e par che sia una cosa venuta da ciel in terra a miracol mostrare). - Laggettivo adorna esprime le qualit di bellezza esteriore della donna, mentre gentile ne indica la nobilt danimo, analogamente ai due aggettivi onesta e gentile dellincipit del sonetto dantesco Tanto gentile e tanto onesta pare. - La figura della donna sempre gentile, cio nobile danimo. - Sguardo, tema ricorrente, che alcuni non sono degni di ricevere perch non pieni della Grazia divina o perch di fronte alle virt di perfezione della donna rimangono ammutoliti e smarriti. - Cavalcanti come incipit della sua poesia pone una domanda, chiedendosi chi la donna che ogni uomo ammira e conclude la sua poesia dichiarando che a lui non data la possibilit di conoscerla. Quindi, a differenza degli altri due poeti che descrivono lamata con numerose similitudini, il fiorentino si serve di una particolare teologia negativa, con la quale sviluppa idee e pensieri riguardo a ci che lamata non , in quanto non essendogli stato concesso di conoscerla, non pu descriverla e parlarne. - In Cavalcanti la fiduciosa e razionale certezza della possibilit che il poeta, attraverso la similitudine e la capacit evocativa della parola, possa raggiungere una adeguata e vera conoscenza di quel miracolo che la donna amata viene tragicamente meno. - Sul piano lessicale, da notare il frequente ricorso a sostantivi astratti nella poesia di Cavalcanti (chiaritate, umilt, ira, piagenza, virtute, beltate, salute, canoscenza), che contribuiscono a creare unatmosfera rarefatta.

Nelle terzine della poesia di Gunizzelli, specie nellultima, la corrispondenza tra ritmo e sintassi diviene quasi perfetta: a ciascun verso corrisponde una proposizione.

Gli elementi ricorrenti in queste poesie riguardano perlopi la bellezza della donna angelo che, in quanto tale, sprigiona un amore siffatto in grado di essere inteso come tensione spirituale verso Dio, quindi connessi a questo ritroviamo la lode della donna, il saluto apportatore di salvezza, il tema del cor gentile, la sublimazione della donna trasformata in un essere soprannaturale. notevole soprattutto la connotazione religiosa dellazione della donna (il verbo laudare evoca infatti il tema religioso della lode di Dio). Cavalcanti invece loda la propria amata senza paragoni di alcun genere con la realt naturale ma affidandosi alle parole del dio Amore, lunico in grado di poter conoscere tale donna, in quanto pieno di Grazia divina. Lo stesso meccanismo segue Dante, che loda Beatrice facendo riferimento alle sensazioni e alle reazioni che provoca il suo passaggio nei cuori della gente che la contempla. Guinizzelli, servendosi di verbi coniugati alla prima persona singolare quali voglio (v. 1), somiglio (v. 4), rasembro (v. 5), dir (v. 13), vuole mettere in primo piano proprio la parola poetica e la sua capacit di istituire collegamenti tra lazione della donna capace di donare la salvezza spirituale e le meraviglie della natura. Con lultimo verso della seconda quartina della poesia di Guinizzelli si ha per uno slittamento del soggetto dal poeta allAmore e, da questo, alla donna. Con il poeta bolognese il tema del passaggio femminile si realizza, ordinandone gli effetti benefici: dapprima la visione schiaccia lorgoglio delluomo; poi lo converte alla vera fede; infine gli impedisce perfino di concepire pensieri peccaminosi. Lapparizione della donna, secondo Cavalcanti, sopraffatto dal dolore per lamore ha conseguenze paradossali. Da un lato manifestazione sensibile di un mondo ideale e perfetto, che pu essere conosciuto solo intellettualmente. Dallaltro per impedisce alluomo di elevarsi alla conoscenza intellettuale della umilt. questa appunto leterna sconfitta delluomo innamorato: egli deve confessarsi incapace di conoscere queste virt, infatti ce lo dimostra linsistenza sullimpossibilit di rappresentare adeguatamente con la parola lapparizione della donna: dapprima (vv. 3-4) essa toglie la parola agli uomini che la vedono; poi (v. 6) il poeta proclama la sua personale impossibilit di descrivere (contare) la sensazione prodotta dal suo sguardo; infine (v. 9) limpossibilit di contare non pi solo dellio, ma diviene universale (Non si poria contar). Anche con Dante si pu affermare che la figura della donna appaia sovente come causa efficiente dellamore: questo in potenza allinterno del cuore gentile ed essa lo fa passare in atto. Dante si riallaccia dunque a questa tradizione, ma aggiunge un elemento nuovo: il sentimento suscitato dalla donna infatti descritto come un vero e proprio miracolo religioso (v. 8), testimonianza ulteriore dellesistenza della donna angelo, presentato oggettivamente e senza far ricorso alla voce dei contemplanti. Lamore per Dio pu nascere dunque dallamore per le sue creature. Gli esseri umani (non tutti, ma certo i pi degni tra loro) possono ispirare sentimenti che inducono a lodare il creatore.

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