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C A M P A G N A

I S C R I Z I O N I

A B B O N A M E N T I

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Lagricoltura un patrimonio da salvare

Associazione per lAgricoltura Biodinamica ~ Via privata Vasto, 4 ~ 20121 ~ Milano ~ telefono 02 29002544 ~ fax 02 29000692 anno XVII ~ Bollettino n.95 ~ marzo/aprile 2011 ~ Direttore responsabile: Maria Cristina Bolognesi ~ www.biodinamica.org

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dinamica
CORSI E INCONTRI

Da una conferenza di Giuseppe Leonelli

Le api e luomo
Nellottobre 1995, alla Zelata, durante il corso di apicoltura organizzato dallAssociazione biodinamica e da Guglielmo Petrelli, il dottor Giuseppe Leonelli tenne una conferenza sul rapporto tra le api e luomo che molti ricordano ancora: chiara, profonda di straordinario interesse non soltanto per chi fa lapicoltore. A breve tempo dalla sua scomparsa (avvenuta il 28 dicembre scorso), vi proponiamo il suo pensiero sul prezioso mondo delle api. il nostro modo di ricordare Giuseppe Leonelli su queste pagine, e di ringraziarlo per avere accompagnato per tanti anni con pazienza e dedizione gli agricoltori biodinamici nel loro cammino di conoscenza. (Il testo completo pu essere richiesto alla segreteria dellassociazione biodinamica, Milano)
di Giuseppe Leonelli una sapienza costruttiva che poi permetteva a chi studiava queste opere di trovare in esse molto pi della gioia o del piacere delle belle immagini, ma, appunto, la possibilit di venire nutriti da una sapienza nascosta nellopera stessa. Virgilio forse, di tutti gli autori dellantichit, quello che con pi intensit ha dedicato attenzione al mondo delle api. Unintera delle sue Georgiche, la quarta, proprio dedicata alle api. Nello scriverla egli si serve della trattazione scientifica di Aristotele, ma la formula poeticamente; cerca immagini, cerca parole, cerca suoni che in qualche modo avvicinino questo essere che lape. Leggendo Virgilio si pu avere una testimonianza del modo in cui gli antichi vedevano lelemento spirituale al di l della fisicit dellinsetto, di come abbiano concepito questo essere e il suo legame con luomo. Dal poema emerge lidea che lape sia un essere donato dagli Dei, dai quali riceve doni speciali. Li riceve per una questione di gratitudine. Giove, da piccolo, dovette essere nutrito di nascosto dal

Riunione sezioni a Bologna e Pasta Madre


convocata per il 19 marzo a Bologna, alla scuola steineriana M. Garagnani, via Morazzo 4/4, con il seguente ordine del giorno: struttura sociale della sezione, mansioni e responsabilit; gruppi di studio su esperienze pratiche; relazione sul lavoro tecnico-scientifico; formazione degli agricoltori; ricerca fondi. Contemporaneamente a scuola, nel pomeriggio, si svolger la tavola rotonda Pasta Madre, con lincontro sui cereali. Info: Ass. Biodinamica Milano tel. 02 29002544 info@biodinamica.org

ONO STATO INVITATO ad intervenire nel vostro

corso sulle api. Non che io sia un esperto, e il punto di vista da cui posso parlarne, e che anche mi stato richiesto, quello del rapporto tra le api e luomo. Un rapporto fondamentale, non solo dal punto di vista della medicina. Esiste una tradizione antica, la cosiddetta api puntura, che qualche medico ha riabilitato, secondo la quale (linsetto viene utilizzato in modo piuttosto egoistico) si pu usare proprio la puntura dellape, soprattutto nelle malattie di tipo artroreumatico, nelle periartriti scapolo-omerali o delle anche. Nella medicina omeopatica e antroposofica lape viene usata come rimedio principe di tutte le forme infiammatorie acute accompagnate da tumefazione, calore, rossore, dolore come una tonsillite, unotite, un ascesso, una cistite acuta, in qualunque episodio dellorganismo sia caratterizzato da flogosi, lape diluita in terza, quarta, sesta decimale (D3 D4 D6) pu avere questa utilit. La si usa anche combinata con altre sostanze, per esempio nel trattamento di alcune nevralgie, le nevralgie di tipo sciatico, le dorsalgie, in diluizioni ancora pi alte, decima, ventesima, trentesima decimale (D10 D20 D30). Pu essere usata in alcune forme di debolezza generale, in quanto lape trasferisce nellorganismo una grande forza di calore e attiva potentemente tutta la circolazione del sangue e in particolare il cuore; in soggetti delicati una puntura dape, uniniezione dape, pu produrre tachicardia. Ma il legame tra le api e luomo non solo quello delluso che se ne fa in medicina. Lape ha avuto un rapporto con luomo fin dallantichit. Ricordo qui losservazione che ho trovato anche nel libro di Matthias Thun (ndr Apicoltura ed. Antroposofica, Milano), di come le api abbiano in realt bisogno delluomo quanto luomo ha bisogno delle api. Ci si potrebbe anche chiedere, come fa Thun in questo corso del 1992: ma lape un animale selvatico o un animale domestico? La risposta che non n luno n laltro e, tuttavia, un animale profondamente legato alluomo. Luomo ha presto appreso a servirsi del miele e dellape. Daltronde le api si sono valse dellaiuto umano, della protezione umana contro i parassiti, gli aggressori esterni. Il legame cos caratterizzato per, guardato solo sotto il profilo utilitaristico, di reciproco vantaggio, che indubbiamente c, ma non lunico tra le api e luomo. Vi un legame molto pi profondo, che gli antichi sentivano ancora pi intensamente di noi, proprio perch la coscienza antica era in grado di osservare la natura in maniera veggente, vedendo attraverso di essa il manifestarsi di qualit divine. Per gli antichi lape era un essere semi divino. E questo non lo dicono solo i poeti, ma lo diceva anche Aristotele: il primo degli antichi che tratta delle api in maniera scientifica riconoscendo, tuttavia, che c in loro qualcosa di divino. Questo aspetto divino veniva descritto in modo mitologico, dipinto in varie maniere. Per esempio, si diceva che sulla bocca di Virgilio ancora bambino si fossero posate delle api e che questo era un segno profetico, un presagio del fatto che questo bambino sarebbe divenuto poi il pi grande poeta dellantichit, il poeta pi amato in Europa per tutto il Medioevo. Fino al 1400, Virgilio era il maestro, il mago, era guardato nel mondo cristiano come colui che aveva addirittura preannunciato la venuta del Cristo in uno dei suoi poemi. Lo si studiava con la stessa dedizione e attenzione con cui i Greci avevano studiato Omero formando sulle sue opere la loro cultura. Cos in Europa in epoca cristiana studiare lEneide, le Georgiche, le Bucoliche significava formarsi una cultura. Quelle che noi oggi chiameremmo saghe nascevano da unelaborazione particolarmente profonda, rimeditata: gli antichi avevano il tempo di pensare molto a lungo tutto quello che scrivevano; non come oggi che si scrive e si pubblica subito. Virgilio addirittura pens che la sua opera dovesse venire bruciata perch non aveva potuto rifinirla perfettamente come avrebbe voluto e rifinirla significava studiare attentamente i rapporti tra linizio e la fine dellopera stessa, di un canto, tra le parole usate nel verso; cercare suoni e vocaboli che fossero adeguati alla scena rappresentata. Nulla doveva essere affidato al caso: la scelta delle metafore, dei paragoni, dei miti doveva essere misteriosamente collegata allazione che veniva raccontata. Cera

padre che altrimenti lavrebbe divorato. Nascosto in una grotta fu nutrito col miele. Giove, grato alle api per avergli salvato la vita, fece loro il dono della partecipazione, come dice Virgilio, alla mente divina. Le api sono quindi partecipi della mente di Dio. Per questo il luogo dove vanno a disporsi quando lo sciame si allontana dallalveare, veniva giudicato come unindicazione significativa e sacra. I loro comportamenti venivano studiati come indici del divenire della realt e addirittura come profezie delle qualit spirituali degli uomini o dei luoghi. Questo era il dono divino. qualcosa che nel mondo antico compare anche nella lettura delle viscere degli animali sacrificati. Ma nel caso dellape non cera da aprire nulla, da uccidere nessuno, un po come per il volo degli uccelli. Le api erano, testimonianze viventi delloperare delle divinit, del tramare del destino, ed erano daiuto alluomo, perch osservandole potesse presagire gli avvenimenti. Le api venivano in aiuto agli uomini perch davano il miele ma anche perch offrivano questi elementi di presagio; erano partecipi della mente divina. Virgilio arriva addirittura a dire che le api non respirano laria come tutti gli altri animali ma etere celeste. Immaginava che il loro organismo si nutrisse della sostanza pi sottile del mondo. Questo , un esempio del modo di sentire il legame tra lape, luomo e il divino. Un altro modo che lantichit aveva di cogliere questo legame col divino era losservazione, come anche facciamo noi ora, di quello che lape crea e costruisce; dallosservazione della famiglia delle

api, cos meravigliosamente regolata, nasceva la convinzione che fosse lespressione di una saggezza divina i cui prodotti, il miele e la cera, erano guardati come doni celesti. Il miele in particolare veniva usato come alimento nellantichit, ma se ne conoscevano anche altre virt, per esempio, quella della conservazione. Si dice che nellantico Egitto il miele entrasse nelle sostanze usate per limbalsamazione. Virgilio nelle Georgiche arriva a dire che il miele cade dal cielo e che le api non fanno altro che raccoglierlo. unimmagine ingenua, se volete, ma basta non prenderla alla lettera, pensando cos che gli antichi fossero stolidi. Noi oggi diciamo la stessa cosa in un altro modo, sapendo che il miele non altro che la concentrazione, elaborata attraverso il primo tratto del tubo digerente dellape, del nettare; il miele nettare trasformato. Trasformato perch risucchiato attraverso la proboscide e mandato momentaneamente nella borsa del miele; in successive risalite e ridiscese viene a poco a poco disidratato, privato di acqua e arricchito di enzimi, per essere infine, come sapete, rigurgitato dallape bottinatrice allentrata dellalveare e assunto dalle altre api dellarnia, che lo elaborano e lo depongono nelle cellette. Quindi il miele nettare passato addirittura attraverso pi api, che porta questa qualit celeste, che poi la sua dolcezza. Laltra qualit celeste, se volete colta nel modo un po prosaico del mondo doggi, il potere battericida o batteriostatico del miele. Nel 1900,

non prima di allora, si fece lesperimento di inoculare nel miele ceppi di batteri, colonie batteriche - quelle del tifo, quelle della dissenteria e cos via - e si vide che nel miele solido questi ceppi batterici morivano in capo a due giorni, in un giorno solo se lo si diluiva con acqua. Il miele, si dedotto, ha unazione battericida, batteriostatica, puro e conserva puro se stesso e ci che viene immesso dentro di esso. Su questo sono stati fatti diversi lavori: si cercato di capire da cosa dipendesse questa azione inibitrice e si sono scoperte alcune cose. Per esempio, che lape operaia immette nel miele un enzima che ha la capacit, soprattutto quando il miele diluito, di agire sullacqua. Quindi quando la quantit di acqua torna ad aumentare questo enzima introdotto dalle api operaie nel miele diventa attivo e nella sua attivit trasforma lacqua in acqua ossigenata, che battericida. Si anche scoperto che il polline viene in qualche modo protetto dal miele e che la propoli ha a sua volta unazione battericida e batteriostatica. anchessa elaborata dalle api a partire da una sostanza resinosa tratta dalle piante che lape bottinatrice raccoglie nei suoi cestelli e che, ancora una volta le api della casa tirano via, sfilandola proprio dal cestello per metterla l dove lalveare presenta delle rotture di continuit, oppure per rivestire estranei che non possono allontanare. La propoli forma una specie di rivestimento interno dellarnia che segue in seconda pagina sintetico. In questa luce va visto anche il mistero della fecondazione, nel mondo vegetale, animale e umano, un tema caro a Giuseppe Leonelli in particolare per quanto riguarda luomo e la vita del bambino piccolo. Il Vangelo di Luca, che ci parla in modo cos delicato e sentito della nativit, gli era in questa ottica particolarmente vicino. Le sue riflessioni conducevano a un aspetto immaginativo che vedeva da un lato, nella madre, un primo aspetto cosmico, lattivit delle forze lunari che danno forma e aiutano lincarnazione grazie allutero materno, dallaltro, nel bambino, un secondo aspetto cosmico, lattivit delle forze solari, legate anche alla sfera del cuore della madre che accoglie lessere spirituale del bambino in una specie di immacolata concezione. Ricordo il calore, vorrei quasi dire la passione con cui Giuseppe Leonelli dialogava su questa tematica cos importante per una giusta comprensione della natura spirituale delluomo, al contempo anche per avvicinare la spiritualit della natura. Nella sua introduzione allo studio di Thomas J.Weihs sulla embriogenesi si trova una rielaborazione scritta di queste riflessioni, con una concretizzazione dellaspetto immaginativo: Nellimmagine della Madonna Sistina di Raffaello abbiamo pi che uningenua rappresentazione della maternit: la Madre si alza sopra la terra-luna verso i cieli e di l accoglie uno dei molti esseri che guardano gi, lo porta sulle braccia al mondo, alla luce del mondo. Stefano Pederiva

Incontro di olivicoltura in Puglia


Il 2 aprile, il gruppo di lavoro sullolivicoltura che si formato al convegno, si ritrova in Puglia presso lazienda Cefalicchio di Canosa di Puglia (Bt). In programma: visita alle ulivete e alle strutture aziendali, scambio di esperienza pratiche, guida alla degustazione di una decina di oli per imparare a riconoscere la qualit attraverso il gusto, conferenze di esperti e agricoltori del settore, tra questi, Gianluigi Cesari, Gianni Pofi, Fabrizio Rossi, Silvano Cristiani, Sergio Lecca (omeopatia in agricoltura), Carlo Noro (preparati), Maurizio Loconte. Si auspica la presenza di numerosi olivicoltori biodinamici. Per chi arriva di lontano prevista lospitalit nel B&B aziendale. Info: Ass. Biodinamica tel. 0229002544, az. Cefalicchio tel. 0883 617601, 348 7430650 www.biodinamica.org

Piante officinali e paesaggio, una conoscenza ampliata della natura


Dal venerd 17 giugno mattina alla domenica 19 a pranzo, lezioni teoriche ed esperienze di osservazione della natura, nello splendido paesaggio della provincia di Pesaro Urbino. Relatori: Jochen Bockemhl, Stefano Pederiva, Almut Bockemhl, Bas Pedroli e Karin Mecozzi, Il corso organizzato da Accademia Europea per la Cultura del Paesaggio PETRARCA e Ass. THALEIA. Info: Karin Mecozzi, tel. 0722 53191, cell. 349 8383231, karin.mecozzi@aruba.it. www.petrarca.info e www.biodinamica.org

Giuseppe Leonelli

Un maestro di consapevolezza
Le testimonianze di chi negli anni lo ha incontrato

Un seminario per lavorare sullautoeducazione


Alla Zelata dal 27 al 31 gennaio, LAssociazione per lAgricoltura biodinamica ha tenuto lannuale corso di antroposofia. stato realizzato grazie a Emanuela Portalupi, medico antroposofo, che ha suggerito come conferenziere principale Peter Selg, neoropsichiatra infantile, studioso e responsabile dellarchivio Ita Wegman di Arlesheim (Ch). La ringraziamo perch Selg ha contribuito in maniera fondamentale a dare un nuovo orientamento allincontro che si svolto in modo molto creativo con unimpostazione indirizzata alla pratica interiore. I partecipanti hanno potuto sperimentare esercizi e meditazioni di Rudolf Steiner che avevano come prospettiva lo sviluppo della volont, il pensare col cuore, la visione creativa di ci che nuovo tra le macerie del nostro mondo. Un grazie a Giulia Crespi, presidente onoraria dellAssociazione biodinamica per la sua calorosa partecipazione, a Lucy Milenkovic' per la sua splendida traduzione di Selg, a Carlo Triarico, a Emanuela Portalupi e Gigi Bellavita, ottimi relatori cui dobbiamo la vita della rivista Antroposofia, la loro presenza ha contribuito a rendere lincontro nuovo e importante. Significative e importanti le attivit artistiche condotte da Irma Stropeni per la pittura e a Giovanna Galimberti per leuritmia. Grazie davvero a tutti coloro che hanno reso possibile il corso perch si andati via soddisfatti, con la sensazione di portare con s a casa nuove capacit per la vita di tutti i giorni.

RA IL 1976, AVEVO 25 ANNI e un fastidioso

disturbo che avevo cercato di curarmi in vari modi, senza successo. Decisi di provare con lomeopatia di cui non sapevo quasi nulla. Chiesi consiglio e una persona, che non ho mai pi visto, mi indic un giovane medico, che lavora nel movimento degli asili antiautoriari. E cos andai dal dottor Leonelli, del tutto ignara; trovai una persona molto disponibile, attenta, estremamente rispettosa, con uno sguardo profondo, che mi faceva strane domande e mi prescriveva ancor pi strani medicamenti. In pochi mesi il mio disturbo pass e io continuai ad andare da lui per affrontare altre questioni, senza sospettare nulla dei fondamenti della medicina antroposofica. Quando, nel 1980, frequentai il primo corso di antroposofia della Zelata, me lo trovai di fronte in veste di conferenziere e cos cominciai a riflettere, a leggere, a capire. Mi si apr letteralmente un mondo nuovo. Ben presto fui conquistata dallantroposofia cos ben vissuta e comunicata dal mio dottore. Da allora non solo ho sempre seguito i corsi della Zelata dove il dott. Leonelli ha tenuto impareggiabili conferenze sino al 2008, ma ho continuato a tessere il legame terapeutico con lui, soprattutto quando i tempi sono diventati pi duri. Quanta generosa disponibilit, quante illuminanti conversazioni, quanta cura per il mio fisico, la mia anima, il mio spirito. A lui devo moltissimo: mi sono sempre sentita accompagnata nel mio cammino, a volte arduo e tormentato, con profondit e leggerezza, sapienza e senso dellumorismo, rispetto e partecipazione. In lui lo spirito era esperienza di vita, la libert delluomo il massimo valore da rispettare, la speranza sempre viva nonostante la lucida analisi sulla criticit dei tempi. Pochi mesi fa mi ha scritto un prezioso messaggio dove diceva che la condivisione e la consapevolezza del comune destino sono un dato della condizione umana, e non unopzione, un atto di generosit. La vita una e nessuno pu star bene finch altri soffrono. Questa consapevolezza certamente ha ispirato la sua vita e di questo gli sono profondamente riconoscente. Vittoria Cirillo Dal Verme

Milano, 1 febbraio 2011


L RICORDO NITIDISSIMO.

A fine anni 70 eravamo in Zelata, al primo corso sulla biodinamica. Tutto era molto semplice. Come aula cera la scuderia, era l che ci si sedeva. Si sentivano nitriti, cera profumo di fieno, e bisognava vigilare affinch la legna nella stufa in muratura non si spegnesse. Ma, tra la trentina di presenti che erano arrivati per indagare su questa nuova e sconosciuta corrente agricola chiamata biodinamica, vi erano giovani che nel prossimo futuro sarebbero diventati i fautori della biodinamica italiana. A met corso iniziarono le domande per sapere che cosa significasse questa Antroposofia da cui discendeva la biodinamica, e chi fosse questo sconosciuto Steiner. Dopo qualche riflessione, Edda Sanesi propose un certo Giuseppe Leonelli: giovane ex contestatore, attualmente medico antroposofo. Venne dunque invitato Leonelli, lo vedo ancora! Allampanato, giovanissimo. Parl a lungo. Da quel momento tutto lincomprensibile divenne comprensibile, tutti furono incantati la magia era fatta! Da allora Leonelli visit sovente le Cascine Orsine, per partecipare ai corsi di agricoltura, per tenervi un seminario agricolo varie volte lanno, e poi per il noto corso di Antroposofia (che divenne una data miliare nel mese di gennaio) cui confluivano, da varie parti dItalia, persone di ogni genere e categoria al punto che, negli ultimi anni, bisognava chiudere le iscrizioni per impedire laccesso. Leonelli non era soltanto un eccellente oratore, semplice, poco enfatico, certo non facile, ma chiaro e diretto, che emanava un grande carisma durante le conferenze, e che portava sempre libri e riviste dalle pi diverse origini, da cui leggeva tratti e brani che davano squarci di luce sui suoi insegnamenti. Per, Leonelli non era soltanto questo. Egli era anche un medico straordinario, un raffinato psicologo che seguiva casi delicati in persone malate nel corpo, ma anche nello spirito. Il suo studio era semplice, monacale, direi quasi buio e quasi squallido. Il suo onorario bassissimo e, con i nuovi malati, era sempre accompagnato dalla domanda se era troppo anche se, rispetto ad altri onorari, era minimo e sempre seguito dalla ricevuta. Uno stile di vita

proprio non praticato da tutti! Ora Leonelli nel mondo spirituale, dopo la lunga e penosa malattia. Durante il decorso per quel tumore invadente s assoggett a tutti i tormenti chemioterapici della medicina tradizionale per fare in modo che i posteri, in mancanza di guarigione, non avrebbero incolpato la cura dellIscador, antidoto antroposofico contro i tumori. Comunque nessuna delle due medicine riuscita nei suoi intenti, e ora siamo tutti un po orfani e soli... Per Steiner dice che le anime morte possono portare grande aiuto e sollievo a noi mortali, purch li cerchiamo, purch li contattiamo con spirito vigile, puro, disinteressato, purch non ci accaniamo tra di noi con dispute egocentriche. Che questo possa avvenire con laiuto di tutti quelli che attualmente lasciano la terra avendo propagato questo metodo innovativo, che potrebbe segnare una svolta decisiva per levoluzione della terra nel prossimo futuro. E che lirradiazione di Leonelli, che per molti stato illuminante, possa far scendere nei nostri cuori, nella nostra anima, nel nostro spirito, quel senso di reciproca tollerante comprensione che Leonelli cercava di insegnare, unita alla proposta di portare nellazione quei nobili ideali, sovente troppo difficili e cerebrali, che vanno tradotti nella concretezza dellazione presente. Giulia Maria Crespi

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EGLI ANNI OTTANTA del secolo ormai

passato si svolgevano alla Zelata degli incontri con un gruppo di agricoltori e tecnici per studiare insieme il corso di Koberwitz, erano stati avviati da Aldo Barbero e poi proseguiti per diversi anni da me. Successivamente coinvolsi Giuseppe Leonelli, che poi gest questi incontri fino a pochi anni fa con grande competenza e dedizione. Ci fu loccasione per una serie di riflessioni comuni su alcuni temi di fondo della conferenze di Rudolf Steiner. Uno degli aspetti pi innovativi proposti in questo corso la sollecitazione a volgere lo sguardo non al sempre pi piccolo, al mondo della analisi, ma al grande mondo intorno a noi, al cosmo e alle sue forze, a un aspetto dinsieme,

IL 5 PER MILLE ALLASSOCIAZIONE PER LAGRICOLTURA BIODINAMICA


Rimane in vigore la possibilit fiscale di destinare a organizzazioni non profit il 5 per mille delle imposte.

Pensa alla Terra. Destina il tuo 5 per mille alla Biodinamica


Se in tanti ci ricorderemo di compiere questo semplice gesto, lAssociazione Biodinamica potr contare su nuove, importanti risorse. Nello spazio dedicato alla scelta per la destinazione del cinque per mille sulla dichiarazione dei redditi (modelli CUD, 730/bis, UNICO) necessario: 1. firmare nellarea Sostegno del volontariato 2. inserire il codice fiscale dellAssociazione Biodinamica: 03665390153

Arrivederci, caro Dr. Leonelli Mercoled, 9 febbraio 2011 ER 20 ANNI il Dr Leonelli ha condotto il GRUPPO SCUOLA ZELATA con inesauribile coraggio e impegno, fin quando la salute glielo ha permesso. Con lobiettivo principale di cercare sempre un collegamento tra lantroposofia e la vita quotidiana immersa nella cultura scientifica corrente, in questa Palestra biodinamica anime attente sono state stimolate dal suo esempio luminoso e caldo a studiare, approfondire, cercare e costruire ponti tra lAntroposofia e la Scienza ufficiale, il mondo delle Idee e la Pratica agricola biodinamica. Abbiamo con lui ampliato i nostri confini personali, esercitandoci a "presentare" ci che siamo riusciti a comprendere delle Verit, con lo scopo di condividere e saper comunicare con tutti il risultato del nostro lavoro. Tanto scambio interno e con lesterno, ma con laccompagnamento pregnante (nel vero senso di inseminare) sempre vigile e amorevole di un Amico. Questo il nostro Coro di Voci: Solo unimmagine di lui che arriva con passo veloce, i libri sottobraccio, il cappello e raggiunge noi che lo stiamo aspettando per andare a Zelata. Un esperienza di ricerca costante di un lavoro profondo e corale, con un ottimo musicista a dirigere. Il Maestro della scuola Zelata ci ha portato a comprendere che ogni fenomeno naturale la manifestazione fisica dellattivit di Entit spirituali e ci ha incaricati di portare al mondo questa Verit. I suoi pensieri cristallini e coerenti hanno sempre evocato in me profonde risonanze. Una presenza che tutti percepivano grazie al suo modo di porsi con umilt e disponibilit, nonostante possedesse unelevata cultura in tutti i campi; si preso cura di noi segue in seconda pagina

Una giornata di frutticoltura omeopatica con Herbert Tratter


A Villa Giacomelli, Udine il 12 febbraio. Oltre a spiegare il suo metodo per creare tinture madri, diluizioni e dinamizzazioni alla M8 per agire sui sintomi da carpocapsa, ticchiolatura e cocciniglia (tecnica valida anche per varroa, limacce, mosche della stalla, zanzare tigre e topi) e il loro impiego nel frutteto, Tratter ha parlato della rigenerazione delle piante da frutto. Le piante vecchie oggi si sentono spaesate poich non sono mai state rigenerate tramite semina, bens per riproduzione vegetativa. Questanno, dopo 12 anni, il 31 maggio Giove entra in Ariete, tempo ideale per seminare nuovi alberi quali melo, pero, albicocco, ciliegio. La semina ottimale nelle Notti Sante (meglio se in luna nuova) e Giove, protettore della forma (sptt. tonda), della qualit e del colore creer un propizio trigono di calore esattamente alle 15.42 del 24 dicembre 2011. Prepareremo gi in autunno unaiuola di 1/2 metro a cui toglieremo lo strato erboso, praticheremo dei fori di 3-4 cm in cui faremo cadere i semi raccolti durante lestate e bagneremo. Tratter ha ricordato che le nostre piante sono quasi tutte ereditate dai persiani che, conoscendo lastronomia, praticavano semine e fecondazioni mirate a precisione di minuti. Importante se la semina avviene in condizioni avverse: si sveglieranno nel seme caratteristiche forti e a noi sconosciute. Il segreto dellagricoltura, secondo Tratter, vivificare il terreno con atteggiamento amorevole. S.M.

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biodinamica ~ anno XVII ~ n.95 ~ marzo/aprile 2011

Associazione per lAgricoltura Biodinamica ~ Bollettino gratuito ai soci ~ 2.

Viaggio nelle aziende biodinamiche italiane / 2

Visita allazienda di Cristina Menicocci a Fabrica di Roma


a cura di Lucy Milenkovic

VVICINANDOSI ALLAZIENDA MENICOCCI

si incontra un paesaggio che si originato 85.000 anni fa in seguito alle violente eruzioni del vulcano di Vico. Piccoli borghi di tufo arroccati sulle alture, resti di imponenti mura, il piccolo borgo di Faleri testimoniano della civilt dei Falisci, amici degli Etruschi e vicini dei Romani dai quali furono annientati. Proprio nei confini dellazienda che visitiamo si trova il complesso delle catacombe di San Gratiliano e Santa Felicissima, risalenti alla fase di espansione del cristianesimo. In contrasto con latmosfera cupa e inquietante delle vie funerarie e delle catacombe, su queste terre vulcaniche leggermente ondulate e attraversate da un piccolo fiume si percepisce unatmosfera solare. La presenza di cespugli e alberi sempreverdi come pini marittimi, cipressi e olivi, i prati verdi su cui pascolano le pecore e gli animali dellazienda, la luce intensa, il calore insolito dellaria, ci dicono che qui la vita non si ritrae del tutto neppure nei mesi pi freddi. Ritroviamo latmosfera falisca anche in cantina, dove sono pronte le nuove bottiglie di vino dai nomi evocativi: Falesos, Stamnos, Falerii, Rhesan Lazienda ha 55 ha di superficie complessiva:

31 ha di vigneto (Trebbiano Toscano, Sangiovese, Merlot, Montepulciano) di pi di 35 anni det, 12 ha di noccioleto (Tonda Gentile Romana), 1 ha di oliveto. Il resto bosco, pascoli, tare, superfici occupate dagli edifici aziendali. Vigneto e noccioleto sono dotati di impianto di irrigazione di soccorso a goccia. Una strada divide lazienda in due corpi. Quando negli anni 80 Claudio Menicocci rilev lazienda di famiglia, questa era gestita in modo convenzionale e il Consorzio agrario dettava limpiego dei mezzi tecnici. Claudio perito agrario ed enologo: fino ad allora aveva lavorato come tecnico di cantina per diverse cantine sociali. In quellambiente egli sent parlare per la prima volta di agricoltura naturale. La gestione convenzionale aveva portato allinsorgere di numerosi problemi agronomici nellazienda, perci decise di cambiare registro e inizi a lavorare come agricoltore sperimentatore di nuove strade. Nel 1993 lazienda ottenne la prima certificazione biologica in conformit al Reg. CE 2092/91. La ricerca andava avanti: nel 1997 Claudio incontr Marcello Lo Sterzo, lo sent parlare di agricoltura biodinamica e ne rimase affascinato. Per tre anni speriment silenziosamente lapplicazione del metodo biodinamico nella sua azienda e, convintosi della bont del metodo,
DA STERNKALENDER, DORNACH

nel 2000 chiese il marchio Demeter. Introdusse il compostaggio biodinamico, procurandosi letame bovino biologico, aggiungendovi il materiale di potatura di origine aziendale e facendo un grande numero di cumuli a regola darte. Oggi si producono 250 metri cubi di composto biodinamico lanno, che vengono distribuiti con lo spandiletame su tutti i terreni dellazienda, aggiungendo anche una certa quantit di pollina proveniente da un allevamento bio. In base allesperienza fatta, Claudio arrivato alla conclusione che questa concimazione gli consente di ottenere una buona presenza di sostanza organica nel suolo e di produrre gli 80/100 q. di uva per ha che nella sua azienda garantiscono il rapporto ottimale tra quantit e qualit del prodotto finale, nonch 15-20 q. per ha di nocciole. Il vigneto e il noccioleto sono inerbiti permanentemente, lo sfalcio viene fatto a filari alterni affinch ci siano sempre piante fiorite a disposizione degli insetti, solo ogni 4 anni il terreno viene arieggiato tramite un passaggio con il ripuntatore. In inverno le pecore di un pastore itinerante pascolano sotto le viti e i noccioli, poi ci sono gli animali dellazienda: un piccolo gregge di capre, galline ovaiole, un paio di mucche dalle lunghe corna e due asini,

alcune cassette di api. I preparati vengono dinamizzati e distribuiti con le attrezzature meccaniche prodotte da Montanari, ma ogni tanto si dinamizza a mano per non perdere limportante esperienza umana che collegata a questa significativa operazione. Di recente lazienda ha aderito al progetto di azienda a elevata biodiversit, obiettivo che si raggiunge instaurando le condizioni favorevoli allinsediamento della massima variet possibile di forme di vita. Naturalmente non facile realizzare ci in unazienda fortemente specializzata. Sono stati fatti passi importanti, ad esempio, eliminando i trattamenti contro i parassiti, piantando alberi in mezzo al vigneto, piantando siepi, accumulando mucchi di sassi alla fine dei filari per creare rifugi per gli animali di varie dimensioni, facendo nidi per gli uccelli e scavando nei blocchi di tufo buchi per gli insetti. Da diversi anni ha stretto un rapporto di collaborazione con Mauro Job (agricoltore biodinamico particolarmente studioso e sperimentatore della zona), lavorando sui preparati, sperimentando i nuovi preparati vegetali sviluppati da Maria Thun e, da questanno, introducendo il sistema delle ceneri come mezzo di controllo dei parassiti. Come in tutte le aziende viticole, il grosso problema fitosanitario

costituito dalla peronospora: scegliendo formulati con basso contenuto di rame in forma particolarmente attiva, negli anni normali non difficile restare entro i 2,5 kg/ha di rame metallico, garantendo il rispetto del limite dei 3 kg imposto dagli standard Demeter. Nel 2010, data linsolita piovosit, stato molto difficoltoso assicurare la protezione delle piante. I trattamenti a base di zolfo sono limitati ai 20 kg: anche luso dello zolfo stato ridotto per le sue conseguenze nefaste sulla biodiversit. Claudio, contrariamente alla stramaggioranza degli agricoltori, sembra amare gli organismi di controllo e i disciplinari di produzione. Impressionante lelenco degli organismi da cui lazienda controllata, e quindi certificata: ICEA, DEMETER, Qualit e lavoro, Bio Suisse, Bio Inspecta, Garanzia Aiab, Bio Vegan. Ha elaborato persino un proprio specifico disciplinare di produzione pi restrittivo che li include tutti. Questa vena particolarmente rigorosa lo porta a fare alcune critiche al disciplinare Demeter sulla vinificazione recentemente approvato, che a suo avviso superficiale e lacunoso. Naturalmente anche qui lui segue la propria strada personale senza compromessi. Tutta luva viene vinificata in azienda e raccolta unicamente a mano dando lavoro a molte persone nel rispetto dei loro diritti

(nel 2010 lazienda stata premiata in quanto Azienda ad alta responsabilit sociale). Nel passato il vino veniva venduto sfuso a grossi acquirenti e imbottigliato in Germania e in Svizzera. Ora la strategia cambiata: il vino viene imbottigliato in azienda e verr venduto direttamente. Cos si potranno eliminare i solfiti che lacquirente tedesco usava con prodigalit. Quando gli chiedo qual la sua filosofia nel fare il vino, mi risponde: La naturalit! Il mio vino deve essere innanzitutto un alimento sano, perci lavoro per alterare il meno possibile le caratteristiche della materia prima. Cerco di mantenere tutti i nutrienti presenti originariamente nelluva, evitando ogni additivo. Io non miro a ottenere un vino sempre uguale grazie alle manipolazioni di cantina, ma un prodotto dal quale traspaiono le condizioni che hanno reso unica ogni specifica annata. Lagricoltura biodinamica unita alla trasformazione senza chimica il miglior modo per realizzare questo mio desiderio. Facciamo tanti auguri allazienda Menicocci Cristina perch prosegua con successo nella ricerca continua della strada migliore per realizzare i propri obiettivi e i propri ideali! Le foto aziendali su www.biodinamica.org

Al convegno di Dornach

Biodinamica al bivio
di Carlo Triarico

Il calendario di marzo e aprile

PILLOLE DA DORNACH
a cura di Sabrina Menestrina

I
ca itti Ecl

N QUESTI DUE MESI che ci introducono nella stagione primaverile,

L CONVEGNO INTERNAZIONALE del movimento biodinamico, nel magico

contesto di Dornach. Questanno, invece di occuparsi delle tematiche agricole, il movimento si preso del tempo per riflettere su come crescere e sulla propria missione. I seminari sono stati indirizzati allo sviluppo interiore e alla capacit di vivere le relazioni. Ne abbiamo bisogno, in questi tempi difficili. Dal 2 al 5 febbraio Otto Sharman e Nicanor Perlas hanno guidato oltre 600 persone con esercizi pratici: unapplicazione creativa di indicazioni ed esercizi dati da Rudolf Steiner. Sharman (docente del MIT di Boston) con la sua Teoria U, intende dare un esempio di possibile via evolutiva delluomo libero. Perlas, premio Nobel alternativo e candidato sconfitto alle presidenziali delle Filippine, ha cercato di far sorgere dai partecipanti nuove idee e prospettive per il movimento biodinamico. Unaria di caos gioioso ha regnato al Goetheanum per cinque giorni; i gruppi di lavoro si spostavano negli ambienti tra simulazioni, pasti, attivit artistiche, giochi di gruppo e visite. Proprio nei momenti di caos si incarnano le idee nuove. Cos il metodo adottato nel convegno ha voluto accompagnare un laboratorio vivente. Chiss che questa esperienza non invogli tanti a guardare verso gli esercizi di Steiner, una risorsa di inesauribile ricchezza sconosciuta ai pi. Proprio esercizi pratici e meditazioni di Steiner erano stati, del resto, loggetto del seminario di antroposofia, organizzato alla Zelata, seminario che si tenuto alla vigilia dellincontro di Dornach. Una spontanea sintonia che testimonia lesigenza di costruire il movimento biodinamico su nuove fondamenta. Anche nel Verteterkreis, il gruppo internazionale dei fiduciari del movimento che si riunisce per pensare al futuro, siamo stati coinvolti da questo clima. Per il prossimo anno stiamo pensando di lavorare al delicato tema della conciliazione tra la libera e creativa iniziativa richiesta per fare biodinamica e i disciplinari, gli standard che permettono di certificare allesterno la qualit del nostro lavoro. Talvolta lequilibrio duro da trovare, specie con le infinite variabili e gli imprevisti cui soggetta la produzione agricola. Un ottimo tema per il convegno 2012, per non lasciare soli i produttori davanti ai problemi quotidiani.

Venere Mercurio Marte Giove

EST

25 APRILE ORE 6.10

la situazione dal punto di vista planetario non sembra per niente favorire i lavori in campagna. Lopposizione tra Giove e Saturno a fine marzo, non favorir per niente lavvio della buona stagione, poich con forti impulsi di terra e acqua impronter il clima al fresco e allumido, come avvenne anche la fine estate e lautunno dello scorso anno. Posso azzardare che tendenzialmente il mese di marzo, offre qualche speranza in pi di clima asciutto, grazie agli impulsi di luce, ma in ogni caso vi rammento che Pasqua cadr lultima domenica di aprile e questo di norma indica un protrarsi delle condizioni invernali. Per quanto riguarda le semine, i giorni prima della luna piena sono adatti a imprimere spinta vegetativa, quantit, (insalate e foglie da cespo escluse), diversamente per trattenere la pianta, qualit, sceglieremo i giorni prima della luna nuova, sempre nel giorno favorevole a ci che vogliamo raccogliere, evitando con cura i momenti sconsigliati evidenziati con il tratteggio. Raccomando di operare i trapianti sempre in tempo di piantagione, possibilmente nei giorni adatti, e per gli innesti sono ottimi i giorni 9, 10, 27 marzo. Per gli appassionati delle osservazioni del cielo, segnalo lalba del 25 aprile, luned dellAngelo, poich poco prima del sorgere del sole si potranno ammirare Giove, Marte, Mercurio e Venere, appena sopra lorizzonte verso est, purtroppo per noi, tutti nella umida costellazione dei Pesci. Un saluto a tutti e auguri di buon lavoro. Giorgio Bortolussi, orticoltore biodinamico

Assemblea dei membri IBDA (Ass. Internazionale dellAgricoltura Biodinamica)

RAPPRESENTANTI DEI PAESI MEMBRI hanno rinnovato lincarico settennale

al Consiglio uscente. Unica sostituzione: a Nikolai Fuchs (dimissionario) subentra Jean Michel Florin, membro del direttivo della Sezione Agricoltura del Goetheanum. Nel 2010 si sono associati anche Argentina, Brasile e Slovenia. Svizzera e Svezia hanno interamente ceduto i diritti relativi ai loro marchi di produzione allIBDA. Parimenti ha fatto il Forschungsring di Darmstadt. Lanelito di IBDA di assumere tutti i marchi biodinamici per garantire il libero commercio dei prodotti Demeter tra tutti i paesi membri, perch marchi di produzione creano confini.

Riunione IGAT (Ass. Int. Medicina Antroposofica Veterinaria)

DALLE SEZIONI

T S

EMA DELLINCONTRO: esiste un collegamento tra le malattie specie

Piemonte
Il 15 febbraio, nellazienda fruttivitivinicola a marchio demeter Andrea Quagliolo di Castellamonte (To), Carlo Triarico ha tenuto il primo corso di introduzione alla biodinamica sul tema: Cos la biodinamica e in cosa si differenzia dall agricoltura biologica e convenzionale?, organizzato da sezione Piemonte e consorzio Natura & Alimenta di Torino. Su: biodinamica.org Il 19 marzo: Come comunicare in modo convincente? cosrso destinato a imprenditori e a chi si trova a fare incontri con fornitori, clienti, colleghi e e a quanti si vedono impegnati a parlare in pubblico. Info: tel. 0124 308019 gmusso@naturaealimenta.it laprovanina@libero.it

Trentino-Alto Adige
Incontri serali per lapprofondimento del Corso di agricoltura: si svolgono ogni secondo e quarto mercoled del mese alle ore 20. Prossimi incontri: 11 e 12 marzo, workshop con Karl Tress su: Biodynamisches Wirtschaften. 1 e 2 aprile, seminario con Michael Kassner su Welche Verantwortung hat der Mensch fr die Erde heute?. Info: tel. 0471 052 800 348 22 59 471 info@waldorfschule.it

Emilia Romagna
Ogni sabato del mese, la sezione organizza incontri sui temi dellagricoltura biodinamica negli spazi della Fondazione Le Madri, La Farnia, Rolo (RE). Marzo e aprile: Paolo Pistis su orto, giardino, calendario delle semine; Matteo de Lisi sullolivo; Fabio Fioravanti sulle erbe spontanee. Info: Gianni Catellani tel. 0522 666246 www.fondazionelemadri.it

specifiche dei nostri animali e la tripartizione secondo Steiner? Sono state prese in esame le malattie dei ruminanti, del maiale, del cavallo, dei piccoli roditori, degli uccelli e dei polli, del cane e del gatto Leggere su: www.biodinamica.org

Circolo dei preparati biodinamici


ECONDO Manfred Klett la funzione principale dei preparati

Friuli-Venezia Giulia
Achille Minisini e Saverio Pertoldi hanno condotto un corso propedeutico allagricoltura al Circolo culturale Parsifal, Mortegliano (Ud). Continuano gli incontri sulle piante orticole sono: il 7 marzo, presentazione di un radicchio autocton, la Rosa di Gorizia coltivato da unassociata; il 4 aprile e il 2 maggio, Maura Arh, ricercatrice slovena su Le erbe spontanee commestibili nel proprio orto. Da marzo, il mercoled pomeriggio, appuntamento in serra, az. Giacomelli, Pradamano, per allestire un piccolo vivaio di piante orticole e lavorare nellorto di riproduzione delle sementi.

Marche
18 e 20 marzo, az. agr. Demetra di Alessandro Acqua, S. Severino Marche (Mc) tel. 339 6683743: corso teorico-pratico di agricoltura biodinamica di 20 ore che prosegue con il corso di 16 ore, il 2 e 3 aprile, a Villa Cicchi, via Salaria sup. 137, Ascoli Piceno tel. 0736 252272; 30 aprile, ore 15.00, da Luigi Vezzoli, S. Giovanni in Ghiaiolo, Urbino (Pu) tel. 0722 331322: dissotterramento preparati; 7 maggio, ore 10.00, Emporio AE, via Borsellino 14, Fano (Pu), Giovanni Dinelli, dip. scienze e tecnologie agroambientali, UniBo, su: Progetto BioPane. I corsi sono organizzati in collaborazione con lass. culturale THALEIA. Info: tel 368288361 giorgiobortolussi@yahoo.it

Su www.biodinamica.org
Lincontro con le piante nel ritmo delle stagioni, di Karin Mecozzi (erborista, esperta qual. di fitoterapia, karin.mecozzi@aruba.it) Ultimi echi dal convegno con le relazioni di Martin von Mackensen e Lucy Milenkovic, di Alceo Orsini, di Karin Mecozzi e Bas Petroli Le notizie dallestero di Lucy Milenkovic Grandi e sentiti ringraziamenti a Susy Nascimbene: la storica segretaria della sede di Milano che ha accompagnato la crescita del movimento biodinamico per 28 anni, andata in pensione. Al suo posto arrivata Sara Sponchiado, alla quale facciamo tanti auguri.

Lombardia
Il sabato dal 12 marzo al 2 aprile: corso di secondo livello in agricoltura biodinamica, per chi ha gi frequentato un corso di primo livello. Il sabato dal 9 Aprile al 4 giugno, presso ass. Kore, Barzan (Lc): corso introduttivo teorico e pratico allagricoltura. Relatore dei corsi Michele Baio. Info: tel 039 9240264 michelebaio@email.it

quella di richiamare e di riavvicinare gli esseri dellevoluzione che ci siamo lasciati dietro: i preparati sono il nuovo potenziale non quantificabile della trasformazione della sostanza. attraverso uno studio delle forze formative della natura che il Forschungsring di Darmastadt, con Uli J. Koenig e Dorian Schmidt, ha promosso due gruppi di studio: uno indaga lazione degli involucri animali sui preparati e laltro la diversa qualit di preparati dinamizzati a macchina o a mano. Stanno inoltre valutando alternative alluso della torba come isolante e la pi valida sarebbe la fibra di cocco. Rudolf Steiner aveva scelto la torba perch ha caratteristiche di freezer eterico che congela la vita verso linterno, il cocco crea una vitalit concentrata del preparato, che si mantiene e conserva la sua efficacia anche dopo 3 settimane, mantenendo. Al Dottenfeldehof stanno sperimentando un preparato di equiseto per le patate: sui campi di patatei, che lavorano a mano (col cavallo!), eseguono 3 spruzzature invernali e 2 sulla forma vegetativa di un decotto di 25 gr x ha (cotto per unora, lasciato in infusione per un giorno, filtrato e diluito in 120 litri dacqua). Il risultato una patata biodinamica ottima, molto digeribile che assume caratteristiche di carota. Ancora sul convegno e altri incontri leggere su: www.biodinamica.org

Leonelli : Le api e luomo / segue dalla prima


la protegge dal mondo esterno; la mantiene pura. Una delle grandi domande come fanno le api a difendere le loro riserve alimentari da altri animali oppure dai batteri o dai parassiti. Oggi si visto che lape nella sua saggezza riesce a mantenere tutto puro grazie alla produzione e allelaborazione di sostanze che hanno un potere battericida. Questo potere battericida del miele, per esempio, non solo dovuto alla presenza di un enzima, ma anche al fatto che il miele sia cos povero di acqua e quindi abbia unalta pressione osmotica; il che vuol dire che se l dentro capita un batterio, i liquidi interni alla cellula batterica vengono risucchiati fuori e la cellula muore proprio per questo gioco di pressioni osmotiche. Agisce come un sale, da un certo punto di vista: il sale ha una forte pressione osmotica e tira via i liquidi da altri corpi. Per gli antichi tutto questo si esprimeva nellimmagine della natura celeste del miele, della sua purezza. Non lo si usava solo come alimento, ma anche come offerta per i defunti. Vicino al defunto si lasciava, nella tomba, del miele come viatico per la sua vita oltre la morte. Laltro prodotto fondamentale delle api la cera. Voi sapete che la cera viene prodotta dalla parte ventrale delladdome in scagliette che escono da aperture che si succedono nelladdome stesso. Scagliette che lape prende, elabora e mastica fino a trasformarle nella sostanza con cui costruir le cellette del favo. Anche la cera ha rapporto con lumanit fin dallantichit. Pensate solamente alluso delle tavolette di cera per scrivere; oggi noi scriviamo su carta, un prodotto vegetale, ma un tempo si scritto su cera, dal momento che la cera si lascia incidere ( interessante questo rapporto tra la cera e la scrittura). La si usata nella pittura (c una tecnica pittorica che usavano molto gli antichi, detta encausto), nella scultura, nelle fusioni col bronzo, ecc. Luso della cera un altro esempio di una relazione non solo nutritiva, tra il mondo delluomo e il mondo dellape; relazione che si espressa in parte ancora nella medicina, perch la cera ebbe anche degli usi medici, ma in particolare nelle arti e, tra le arti, quella che fu una volta unarte, la scrittura. E poi lilluminazione, cio la luce. Luso della cera come fonte di illuminazione rappresenta forse, come ci ricorda Matthias Thun, luso pi amato dagli uomini, soprattutto in epoca medioevale. Le fonti dilluminazione erano lolio, la cera, o le resine che impregnavano il materiale delle torce: si accendevano le resine o lolio provenienti dalle piante o la cera proveniente dallanimale. Diciamo che proprio il cristianesimo, cio lepoca cristiana, ha dato alla cera, alla candela e ai ceri il lustro maggiore, limpiego pi grande, pi solenne, pi esteticamente gradevole. Basta andare a visitare oggi una chiesa di giorno: si vede quanto buio c in essa e che cosa poteva voler dire laccensione dei molti ceri allepoca. Abbiamo una singolare immagine che sempre Virgilio trasmette dalla coscienza antica. Vi parlo di Virgilio, della coscienza antica, appunto perch testimoniano di come lanima umana, prima dellepoca della sua lucidit intellettuale, cogliesse quelle che noi oggi descriviamo come realt chimiche, biochimiche, zoologiche, biologiche. Abbiamo visto come vi fosse un rapporto singolare tra api e defunti: il miele veniva usato per imbalsamare, come offerta votiva ai defunti, la cera per creare le candele utilizzate nelle cerimonie religiose. In due testi di Virgilio emerge la coscienza profonda di questa relazione: nel IV libro delle Georgiche e nel famosissimo VI libro dellEneide. NellEneide egli racconta la discesa agli inferi di Enea per cercare il padre Anchise, e di come questi gli esponga la grande legge della reincarnazione, per cui ogni essere umano ogni mille anni torna sulla terra, e di come da lui discender la stirpe degli imperatori di Roma. Agli inferi Enea si imbatte nel fiume Let, in cui scorre unacqua che fa dimenticare la vita passata, vede le anime dei defunti correre verso questo fiume e sente Virgilio paragonare queste anime allo sciame delle api. Le anime dei defunti sono come le api che sciamano. Se poi per leggete il libro IV delle Georgiche troverete che l viene detto in modo molto pi esplicito non tanto che le anime dei defunti sono come le api che sciamano, ma che le api che sciamano sono in realt le anime dei morti che volano verso il Sole. In Virgilio c lesplicita formulazione della consapevolezza della religiosit antica, della veggenza arcaica che non solo concepiva unanalogia tra le api e le anime dei defunti che volano verso il Sole dopo la morte, per poi ritornare sulla Terra, ma addirittura supponeva unidentit. Cera quindi il sentimento, che lape avesse rapporto con lanima umana specie quando essa va oltre la soglia della morte. Lo sciamare delle api era il risalire delle anime umane, cadute prima nel corpo terrestre, nella pesantezza della terrestrit, il loro risalire, con la morte, verso il Sole, che la loro patria originaria. Qui il legame profondo tra le api e luomo appare ben oltre il solo piano dellutilit (il miele, la cera, la propoli) e oltre il valore profetico, piuttosto il segno del relazione con i defunti. Tanto vero che la divinit per antonomasia dellAde, del mondo dei morti, Proserpina o Persefone che nel mondo greco ha un altro nome, Melilotes, che lessere dellape. Riprendendo la domanda di Thun a proposito delle api. Da dove viene lape? Lape domestica o selvatica? Potremmo proporre la stessa domanda a proposito del cane: il cane da dove viene? domestico o selvatico? Non erano forse tutti lupi? Ecco, in realt la risposta a questa domanda implica la presenza delluomo. Lape in realt una creatura che, nellaspetto in cui noi la conosciamo, risente profondamente dellintervento delluomo. Rudolf Steiner stesso ci ricorda che lape la trasformazione di un animale pi selvatico e primitivo, la vespa, la vespa dei fichi. Una trasformazione sapiente, tra le prime azioni dei misteri antichi che mirava a favorire quei caratteri che rendono lape cos speciale. Luomo ha dovuto sempre intervenire nei confronti della natura. Alla saggezza di questi interventi noi dobbiamo le nostre buone mele, i nostri buoni alberi da frutta, i cavalli, le mucche da latte e cos via. Per intervenire sulla natura con saggezza bisogna essere non solo degli ingegneri genetici ma dei sacerdoti, porsi in armonia col divino, con la totalit presente, passata e futura e non solo con lutilit.

Leonelli: testimonianze / segue dalla prima


biodinamici, in un certo senso il ramo pi umile del movimento antroposofico, fin quando ha potuto. Fiorisce in me riconoscenza e gratitudine per limmensa fortuna di averlo avuto come maestro. Una figura fondamentale per la vita, che mi ha accompagnato per almeno met dellesistenza, e che senza dubbio ha influito profondamente sul divenire del mio cammino. Caro dott. Leonelli, mi mancher da morire. Ma come ben sappiamo non vero che si vive una volta sola, quindi ci ritroveremo ancora in qualche dove, in qualche tempo, o anche fuori dal tempo, perch le anime quando si cercano, prima o poi si trovano. Sono stata in Val dAosta a visitare la tomba del dott. Leonelli, da casa mia ci arrivo a piedi: il cielo azzurro, le imponenti montagne innevate un pensiero vola alto. a cura di Gigliola Rosini pronunciate dal dott. Leonelli durante la sua conferenza, e nulla avevano a che fare con lagricoltura. Da allora ho avuto la fortuna e il privilegio di risentirlo molte volte, di conoscerlo poi personalmente e di divenire sua paziente. Sempre presente e premuroso in tutti i momenti pi importanti, sempre disponibile a porgere il suo aiuto nei momenti difficili, stato per me un maestro e una guida, e lo stato senza mai esprimere un giudizio n mai indicarmi una direzione: era uno specchio, un cristallo capace di restituirmi limmagine di ci che realmente ero, nel bene e nel male, e rispettoso della mia libert al punto di non suggerire quasi mai una risposta alle mie domande: E lei, cosa ne pensa? Era questa la sua risposta, e non gli sar mai abbastanza grata per laiuto che cos mi ha dato nel percorrere la mia strada. Negli anni in cui mi sono dedicata a trascrivere alcune delle sue conferenze - mi sembrava importante che le sue parole non andassero disperse non mi ha mai incoraggiata in questopera, e non ha mai rivisto questi lavori: tanto che ho attraversato momenti di scoramento e di dubbio sul senso di quanto stavo facendo, perch era davvero grande il divario tra la sua parola detta a la parola scritta. Quando gli chiedevo cosa ne pensasse, quando gli esprimevo i miei dubbi non mi ha mai dato nemmeno allora una risposta. Mi ascoltava, e taceva. Una volta mi disse: Ci penser, ma non torn mai sullargomento fino alla scorsa primavera, quando con una mail mi comunic di aver ultimato la revisione delle sue lezioni per i medici, ringraziandomi per averle trascritte. Dopo questo incoraggiamento mi rimisi subito al lavoro, e lo scorso novembre gli inviai la trascrizione di un suo ciclo di conferenze chiedendogli se lo volesse rivedere. La sua risposta stata: Grazie del lavoro che ha fatto. Non sono pi cos certo di poter ancora ultimare la sua sistemazione, ma ricevo volentieri la sua trascrizione. stato il suo commiato. Sara Pucciarelli Mai avrei immaginato di ritrovarmi a scrivere di lui in un simile contesto. Che dire di Giuseppe Leonelli? Quale persona fosse ben noto a chi lo ha conosciuto e forse ora pi chiaro che mai. Vorrei invece condividere quanto di lui pi ho ammirato e tanto di pi in quanto siamo stati profondamente diversi. La sua capacit di trattare un argomento, fornendo contemporaneamente pi chiavi di lettura, dava a tutti il modo di essere partecipi di unesperienza che, grazie a un patrimonio culturale non comune, spaziava sempre ben oltre i confini del tema. Cos come la capacit di raccogliere, alla fine di unesposizione, le domande dei presenti e di riuscire a portare le risposte in un unico, armonico discorso era segno di un lucido intelletto e, soprattutto, di profonda compartecipazione e compassione. Quanti di noi lo hanno sentito rispondere anche a domande non espresse, ma che angustiavano lanima! E sempre lo ha accompagnato lestrema attenzione a non entrare, se non in punta di piedi, nella sfera del giudizio e della libert personali, pronto a farsi da parte con estrema umilt quando pensava che il suo stesso carisma stesse diventando un problema. Lepoca dei maestri finita, ripeteva ogniqualvolta potesse sorgere il dubbio, e ci invitava a considerarlo uno di noi, un compagno di viaggio. Per questo, in una delle lettere che gli scrissi lo scorso anno, gli mandai la benedizione del viaggiatore di San Patrizio: Sia la strada al tuo fianco il vento sempre alle tue spalle che il sole splenda caldo sul tuo viso e che la pioggia cada dolce nei campi attorno e finch non ci incontreremo di nuovo possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano. Mi piace pensare che Giuseppe Leonelli userebbe queste stesse parole per salutarci. Silvestro Bertelli Motta frase: Mi sto preparando ad affrontare i mesi di vita che mi rimangono. Nella sua voce profonda, come ricorderanno tutti coloro che lo hanno conosciuto, non cera paura, non cera disperazione, solo consapevolezza e una grande calma interiore. Un grandissimo insegnamento! Agli inizi di dicembre dello scorso anno avevo iniziato a scrivergli una lettera per informarlo degli ultimi avvenimenti antroposofici siciliani e, in particolare, dello studio che stavamo conducendo, con il gruppo di Catania, di una sua conferenza intitolata la via Rosicruciana e la via del Buddha*. Lo studio della suddetta conferenza ricca di spunti e di idee, fu per tutti noi motivo di profonda riflessione, e dur diversi mesi. Dopo che tale studio si era concluso, qualcosa frullava dentro di me, finch capii con molta chiarezza, quanto la vita che il Leo aveva condotto, molto attiva ma senza protagonismi, fosse stata ispirata e coerente con lo spirito di uno dei due personaggi della sua conferenza. Non sono riuscito a inviargli quellultima lettera, ma sono sicuro che il contenuto in qualche modo gli gi arrivato. Un grande abbraccio Leo. Giuseppe Ferraro
* La conferenza fu tenuta a Treviso il 29 Ottobre 2004 in occasione del convegno annuale della Societ antroposofica in Italia, pubblicata sulla rivista Antroposofia n. 3 Maggio Giugno 2009

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Pozzallo 15 Gennaio 2011


L GRANDE LEO fu per me un maestro e un caro

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O INCONTRATO PER LA PRIMA VOLTA

O INCONTRATO PER LA PRIMA VOLTA il dott.

Leonelli nel marzo del 1988, durante il mio primo corso di agricoltura biodinamica, che fu anche il mio primo contatto con lantroposofia. Quel corso fu per me una svolta biografica importante, per i 20 anni successivi mi dedicai completamente alla biodinamica: ma gli unici ricordi limpidi che conservo di quei giorni sono due o tre frasi

Giuseppe Leonelli al convegno di biodinamica a Bocca di Magra nel 1988 e ancora ricordo come fossi rimasto colpito dalla sua persona e dalla qualit della sua conferenza, che chiudeva la giornata. Era il mio primo contatto con il mondo antroposofico e la sua presenza ha accompagnato il mio percorso, come agricoltore biodinamico al gruppo scuola della Zelata e come medico del primo corso di formazione in medicina antroposofica a Roncegno (dal 1994 al 1996) a oggi.

amico. Ho studiato con lui per molti anni. Ci trovavamo nel suo studio il marted insieme al dott. Sergio Francardo e al dott. Roberto Tempera. Negli ultimi anni, dopo che Roberto Tempera era uscito dal gruppo di studio per sua volont, si era unita a noi la dott.ssa Maria Pia Gius. Per me sono stati anni di trasformazione e di crescita interiore. Ci che accadeva nella mia anima, senza che io ne avessi consapevolezza, era molto di pi di ci che apprendevo intellettualmente. Lasciai Milano nellagosto del 2005 e da allora non lho pi rivisto, se non dopo la sua morte. Leo mi telefon per raccontarmi della malattia e delle scelte terapeutiche che aveva fatto. Mi colp una sua

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