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18/10/13

Mitologia greca e latina, Nemesi, Neottolemo

MITOLOGIA CLASSICA

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Mitologia greca e latina : lettera N

Nemesi, Neottolemo.

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NEMESI: dea della giustizia e della vendetta, punizione anche degli amanti crudeli. In Omero Nemesi non ancora personificata; nominata in Esiodo, e la Teogonia la dice figlia della Notte e flagello dei mortali; con Pindaro e coi tragici diventa apportatrice di sventura e dispensatrice di guai a coloro che conseguono troppa felicit. Ma diventa, pi che una vera dea, una potenza divina astratta, tutrice dell'ordine e dell'equilibrio dell'universo, che assegna all'uomo la sua sorte, cio la felicit o la sventura secondo la giustizia e il merito, ripristinando cos l'ordine morale quando viene turbato. Una leggenda la presenta come una vergine amata da Zeus e che fugge l'inseguimento del dio. Taluni dicono che Zeus un giorno si innamor di Nemesi e la insegu per terra e per mare. Bench essa mutasse continuamente forma, egli riusc infine a violarla assumendo l'aspetto di un cigno, e dall'uovo che Nemesi depose nacque Elena di Troia. Altri narrano che quando Zeus si innamor di Nemesi, costei si tuff nell'acqua e divenne un pesce; Zeus la insegu trasformandosi in castoro. Nemesi balz allora sulla riva e continu a trasformarsi in questo o in quell'animale selvatico, ma non riusc a liberarsi dal dio che subito assumeva la forma di animali ancor pi forti e agili. Infine essa si alz in volo in sembianza d'oca selvatica, ma Zeus divenne cigno e, trionfante, la copr a Ramnunte, in Attica. Nemesi scroll rassegnata le penne e si rec a Sparta, dove Leda, moglie di Tindareo, trov un uovo in una palude, lo port a casa e lo ripose in un cofano: e quando l'uovo si dischiuse nacque Elena. Altri ancora dicono che Zeus, fingendo di essere un cigno inseguito da un'aquila, si rifugi nel grembo di Nemesi e la violent; a tempo debito Nemesi depose un uovo che Ermete mise tra le cosce di Leda, mentre sedeva su uno sgabello, a gambe larghe. Leda diede cos alla luce Elena e Zeus pose nel cielo l'immagine del Cigno e dell'Aquila a ricordo della sua astuzia. Secondo la versione pi comune, tuttavia, Zeus in veste di cigno si un a Leda stessa sulle rive del fiume Eurota; poi Leda depose un uovo dal quale nacquero Elena, Castore e Polideuce, e fu deificata in seguito col nome di dea Nemesi. Il marito di Leda, Tindareo, si giacque con lei nel corso della medesima notte, e bench taluni sostengano che tutte e tre le creature uscite dall'uovo (e anche Clitennestra, nata, come Elena, da un secondo uovo) fossero figlie di Zeus, altri dicono che soltanto Elena fosse di origine divina, mentre Castore e Polideuce erano figli di Tindareo; altri amcora, che Castore e Clitennestra erano figli di Tindareo, ed Elena e Polideuce figli di Zeus. Centro principale del suo culto fu Ramnunte nell'Attica, dove era venerata come figlia di Oceano e come madre di Elena e di Eretteo. Nemesi porta un ramo di melo in mano e una ruota nell'altra, e in capo una corona adorna di cervi; uno scudiscio pende dalla sua cintura, e la sua bellezza e paragonabile a quella di Afrodite. Le feste Nemesie erano celebrate ogni anno ad Atene il 5 Boedromione (settembre) presso Maratona in riva al mare.

NEOTTOLEMO: figlio di Achille e di Deidamia, figlia di Licomede re di Sciro, il quale provvide all'educazione del nipote. Nell'et ellenistica ebbe dagli eruditi il nome di Pirro, dal nome di Pirra portato da Achille durante il suo soggiorno a Sciro, quando viveva nascosto tra le figlie del re Licomede, per non partecipare alla guerra di Troia. Allorch l'indovino Eleno ebbe predetto ai Greci che Troia non sarebbe stata presa in assenza di Neottolemo e Filottete, furono mandati a Sciro Odisseo, Fenice e Diomede per indurre Neottolemo a partecipare all'assedio. Fu invece difficile convincere Filottete che, sofferente per la sua vecchia ferita, giaceva sull'isola di Lemno; secondo Sofocle Odisseo cerc di ingannarlo con l'aiuto del giovane Neottolemo che aveva condotto con s a Lemno, ma Neottolemo, troppo onesto, non volle prendere parte all'inganno. L'apparizione improvvisa di Eracle comunque salv la situazione e Filottete accompagn i Greci a Troia. Qui Neottolemo, ricevute in dono da Odisseo le armi di Achille, si dimostr per valore degno figlio dell'eroico genitore, uccidendo molti Troiani tra cui
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Port alini: dal met eo ai t elefoni

Mitologia greca e latina, Nemesi, Neottolemo

Euripilo, figlio di Teleo. Neottolemo fu uno dei guerrieri greci che entrarono in Troia rinchiusi nel famoso cavallo di legno, e, presa la citt, sgozz Priamo ai piedi dell'altare di Zeus dove si era rifugiato, dopo ave trucidato il figlio di lui Polite. Il suo spirito crudele si rivel anche quando sacrific Polissena sulla tomba di Achille e precipit Astianatte, figlio di Ettore, dall'alto di una torre. Nella spartizione delle prede ebbe in sorte Andromaca vedova di Ettore, che ritenne come concubina e dalla quale ebbe un figlio, Molosso, eroe eponimo dei Molossi. Neottolemo salp da Troia non appena ebbe offerto sacrifici agli di e all'ombra del padre suo, e riusc a sfuggire alla terribile tempesta che colp Menelao e Idomeneo, seguendo il profetico consiglio del suo amico Eleno e facendo scalo in Molossia. Dopo aver ucciso re Fenice e maritata la propria madre a Eleno che divenne re dei Molossi, Neottolemo fond una nuova capitale e infine raggiunse Iolco. Col egli succedette sul trono a suo nonno Peleo, che era stato scacciato dai figli di Acasto; ma, sempre per consiglio di Eleno, non indugi a oziare in patria. Bruci le sue navi e marci nell'entroterra finch raggiunse il lago Pambrotide in Epiro, presso l'oracolo di Dodona, dove fu accolto con molti onori da un gruppo di suoi lontani parenti. Mentre bivaccavano al riparo di tende sorrette da lance con la punta conficcata nel suolo, Neottolemo ramment le parole di Eleno: "Quando ti troverari in una casa con le fondamenta di ferro, le pareti di legno e il tetto di tela, fermati, sacrifica agli di e fonda una citt!" Cos fece Neottolemo e in Epiro ebbe altri due figli da Andromaca, Pielo e Pergamo. La sua fine tuttavia fu ingloriosa. Recatosi a Delfi, chiese soddisfazione per la morte del padre suo Achille che, a quanto si diceva, Apollo aveva ucciso con una freccia nel proprio tempio a Troia. Quando la Pizia gli rifiut freddamente tale soddisfazione, Neottolemo furibondo diede fuoco al tempio. Poi si rec a Sparta, sempre pi corrucciato, per chiedere la mano di Ermione, promessagli da Menelao a Troia, ma che il nonno Tindareo aveva invece maritata a Oreste, figlio di Agamennone. Poich Oreste in quel periodo era inseguito dalle Erinni e colpito dalla divina maledizione, a Neottolemo pareva pi che giusto che Ermione divenisse sua moglie. Nonostante le proteste di Oreste, gli Spartani accolsero la sua richiesta e il matrimonio ebbe luogo a Sparta. Ma Ermione si rivel sterile; Neottolemo allora ritorn a Delfi e, entrato nel santuario annerito dal fumo dell'incendio, chiese di nuovo spiegazioni all'oracolo. Gli fu ordinato di offrire vittime propiziatorie al dio e, mentre cos faceva, si imbatt in Oreste ai piedi dell'altare, Oreste l'avrebbe ucciso all'istante se Apollo non fosse intervenuto, ben sapendo che Neottolemo doveva morire quel medesimo giorno, ma per mano di un'altra persona. Ora, per antica usanza, le carni delle vittime sacrificate a Delfi venivano consumate dai sacerdoti del tempio; Neottolemo, che non conosceva questo particolare, non pot tollerare di vedersi portar via di sotto gli occhi quei bei quarti di bue grasso e tent di impedirlo con la forza. Al che Macherio, uno dei sacerdoti, uccise Neottolemo con il suo coltello sacrificale. Neottolemo fu sepolto sotto la soglia del tempio di Delfi, e gli furono tributati onori divini.

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