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Duns Scoto

Duns Scoto

Il beato Giovanni Duns Scoto, detto Doctor Subtilis

Giovanni Duns Scoto conosciuto anche come Doctor Subtilis (Duns, 1266 Colonia, 8 novembre 1308) stato un filosofo, teologo e scolastico scozzese. stato beatificato da Giovanni Paolo II, il 20 marzo 1993.

Biografia
Duns Scoto nasce nel 1266 nella cittadina scozzese di Maxton, contea di Roxburg. Frequenta le prime scuole presso i frati minori di Haddington. Lo zio paterno, Elia Duns, vicario generale dei francescani, lo educa alla vita religiosa presso il convento di Dumfries. A 15 anni, viene ammesso al noviziato; nel 1291, dopo un decennio di meditazione, consacrato sacerdote dal vescovo di Lincoln, Oliviero Sutton. Fra il 1283 e il 1290 soggiorna in Francia. A Parigi segue le lezioni di maestri prestigiosi: il giurista Egidio Romano e il teologo Enrico di Gand. Approfonditi gli studi di filosofia, ritorna in patria e si prepara alla carriera universitaria. Ad Oxford, nella qualit di baccelliere, commenta le Sentenze di Pietro Lombardo; svolge l'attivit di docente anche a Cambridge. Nel 1301 di nuovo a Parigi; due anni dopo deve interrompere l'insegnamento per disposizione della corona. Agli inizi del Trecento, il tema delle origini e della natura del potere alimenta un serrato confronto fra i curialisti e i regalisti: gli uni difendono la teocrazia, gli altri la avversano. Nella polemica tra i due indirizzi si riflette l'aspra contesa che oppone Bonifacio VIII e Filippo IV il bello, re di Francia. Scoto coinvolto nella vicenda. Un decreto reale gli ingiunge di lasciare Parigi, avendo egli manifestato la volont di conservare buoni rapporti con Roma. Alla fine del 1304, per l'intervento di Gonsalvo Hispano, generale dell'ordine francescano, torna nella capitale francese; col titolo di maestro, insegna teologia all'universit. Anche il secondo soggiorno parigino ha durata breve. Al re non gradita la presenza di un intellettuale che non si fa paladino della sua causa. Scoto si trasferisce a Colonia, ove nominato "lettore" presso lo Studio francescano. Muore nel 1308, dopo un solo anno di insegnamento.

Duns Scoto

Pensiero
Il limite della filosofia
Duns Scoto conosciuto come il filosofo dell'haecceitas (dal lat. "haec", sottinteso "res", ovvero letteralmente "questa cosa"), ossia della "questit", l'essere individuata, una determinata cosa, come "questa e non altra" hic et nunc, qui ed ora, in un dato spazio-tempo. L'haecceitas il limite che la ragione non pu esplorare: la filosofia arriva a determinare l'individuazione come principio, ma non pu indagare razionalmente il singolo individuo. Parlando delle idee platoniche, il filosofo nota come fra due copie di uno stesso oggetto (es. due libri uguali) la filosofia non pu dire nulla se non che siano in due spazi e/o tempi diversi. Ci vale anche per le idee-attributi fra soggetti: la filosofia parla di noi solo per ci che abbiamo in comune. Del resto partiva con Talete dall'arch che ci che comune a tutti gli enti e culminava in Parmenide con la massima generalit dell'essere e in Platone con i 5 generi sommi. Dell'albero delle idee restano inesplorabili i due estremi: l'Uno plotiniano sopra e l'individuo-persona in fondo, esseri simili ed opposti. Per Scoto il limite non della filosofia, ma di ogni sapere (anche della scienza); alcuni filosofi ancora oggi concordano nell'inesplorabilit dell'Uno e dell'Io, o almeno che ci sia un'intimit di ognuno che non pu essere indagata, il sensus sui, il sapere e sentire che esisto di cui parler Tommaso Campanella. L'individuo per la filosofia un limite di pensiero e di essere: fin dall'inizio la filosofia non tent di penetrare l'individuo; ma esso un limite strutturale e ontologico del sapere filosofico. Poich la filosofia non parla dell'individuo, non dipende dall'individuo e perci vale in misura eguale per tutti gli individui, come proprio di un sapere universale e necessario. Scoto not che non possibile trattare il soggetto in maniera oggettiva, perch un pensiero con tale pretesa farebbe del soggetto un oggetto, facendo coincidere i due contrari. Qualunque sapere che penetrasse il soggetto, perderebbe la propria universalit e necessit, divenendo vero per alcuni ma non per tutti. La filosofia entrando a parlare dell'individuo cadrebbe nel mondo dell'opinione (la categoria pi bassa del sapere secondo Platone). Per soggetto e individuo si intende ci che rende un individuo unico e diverso dagli altri in corpo e comportamento; ammesso che vi sia qualche aspetto del corpo e del comportamento che lo rendono unico, quanto meno per ogni ente anche non cosciente l'individuo che la filosofia non pu penetrare la cosiddetta "haecceitas", la "questit", ci che lo rende "un questo" (e non un altro) che per Aristotele hic et nunc, qui ed ora. Nel caso di ogni individuo la filosofia non pu rispondere alle domande riguardo perch viviamo proprio in quest'epoca, in questo luogo (nazione, citt, etc.) e non in un altro, perch siamo cos e non altrimenti. Le propriet minime che sono di ogni ente secondo la definizione aristotelica sono l'essere hic, nunc, s stesso ossia non-essere gli altri enti. Queste propriet rendono ogni ente diverso da tutti gli altri (individuandolo) e nello stesso tempo sono ci che in comune a tutti gli enti. Possono esservi altre propriet che differenziano gli enti fra loro (ad esempio due pietre o due esseri umani), ma queste sono le uniche tre che differenziano ogni ente da tutti gli altri. Un essere umano ha tratti che lo distinguono da tutto ci che vive, ma sempre un essere. Platone escluse la possibilit di pensare e di essere del perch dell'essere: non si pu dare un perch all'essere poich non esiste, ma Scoto abbassa il limite della conoscenza di causa dall'essere all'ente: non solo non possiamo dire perch c' l'essere parmenideo, ma nemmeno perch l'essere individuale sia cos e non altrimenti, cio perch gli enti siano qui, perch siano ora, perch siano cos. Con Platone il non-essere in senso relativo la filosofia ha introdotto nel pensiero la possibilit di pensare e parlare di enti; con Scoto ha capito di non poterne dare una necessit. Simile era stato il passaggio dialettico da Parmenide a Platone che affermava la necessit di essere dell'essere, ma l'impossibilit di necessitarne il contenuto. Anche gli enti sono forme necessarie, ma il loro contenuto (essere cos e non altrimenti) non si riesce a necessitare.

Duns Scoto L'essere e l'individuo sono temi di cui la ragione pu affermare l'esistenza, ma ha poco da dire perch la ragione che pretende di parlare dell'incondizionato cade in contraddizione. Il limite di non dipendere dall'individuo anche il punto di forza di un sapere universale e necessario.

Mariologia
Giovanni Paolo II nella Catechesi del 5 giugno 1996 lo definisce il "Dottore dell'Immacolata" perch con la sua dottrina ha offerto alla Chiesa la chiave per superare le obiezioni circa l'Immacolata Concezione di Maria. Per questo suo apporto alla dottrina cattolica, papa Paolo VI lo aveva chiamato il Dottore Sottile e Mariano (PAOLO VI, Alma parens, AAS 58 [1966], 612). La dottrina sullImmacolata Concezione non altro che una conseguenza di tutto il sistema teologico di Scoto. la prova che conferma tutto quanto egli ha detto su Cristo, centro della creazione e perfettissimo Mediatore nonch Redentore. La dottrina dellImmacolata evidenzia la somma bont di Dio che dona senza merito questo privilegio alla Madre del suo Figlio; il dogma scotista fa risaltare il ruolo centrale e lonnipotenza del Redentore nella storia della salvezza, lazione santificante dello Spirito Santo e quindi lefficacia salvifica dei sacramenti della Chiesa. LImmacolata di Scoto evidenzia altres la fiducia che Dio ha riposto nella bont intrinseca della natura umana: il peccato non riuscito a distruggere o annientare lopera uscita dalla sapienza del Dio creatore. La predestinazione di Cristo e dellumanit prima di ogni merito o demerito, base per comprendere la dottrina scotista, rivela il volto di Dio Padre che progetta con amore ogni singola persona umana. Un progetto che ha la sua origine prima della creazione del mondo e che rifiuta ogni possibile idea di interruzione della gravidanza. Scoto, in effetti, risolve la problematica tomista della discesa dellanima nel feto umano, affermando che in ogni concezione vi immediatamente anche lanimazione. Ogni essere umano sempre concepito come persona, senza ritardi di tempo, di materia o di forma. Al centro di tutto il suo pensiero vi il Cristo, senso e significato di tutto ci che esiste, e a fianco del Cristo vi Maria, la Madre, la collaboratrice affinch si realizzasse il progetto di amore di tutta la Trinit. Cooperatice dello Spirito Santo nellevento dellincarnazione, Maria la pi grande opera di Dio (summus opus Dei) nella storia dellumanit dopo il Verbo Incarnato. Quanto Dio ha operato in lei garanzia della sua infinita e onnipotente misericordia, del suo amore per le sue creature. Guardando al mistero mariano si scopre come lagire di Dio rispettoso della libert umana sia soprattutto un continuo dono gratuito della grazia. Come il peccato sia una realt secondaria, perch quello che conta primariamente il rapporto di amore, di perdono, di liberazione dal peccato, dal male e dalla morte. LImmacolata Concezione licona del Sommo Bene che Dio vuole realizzare per tutte le sue creature. La mariologia di Scoto oggi quanto mai attuale e in sintonia con le esigenze del mondo moderno, il dialogo con le chiese e le altre religioni, con la cultura, le scienze umane e lantropologia. In Maria Immacolata, vera Madre di Dio, la donna riscopre la sua alata dignit nel progetto di Dio quale compagna indispensabile con la quale luomo pu realizzare il suo progetto nella storia. La mariologia di Scoto si fonda essenzialmente sul dato scritturistico e patristico, ma si innalza attraverso la riflessione scientifica che non pu mai essere in discordanza con il cammino ecclesiale, perci il Sottile ci indica una metodologia infallibile e moderna: bene attribuire a Maria tutto ci che pi eccelso se questo non ripugna allautorit della Chiesa o allautorit della Scrittura. Il famoso detto De Maria numquam satis viene ridimensionato dalla fedelt che si deve verso la Parola rivelata e la dottrina della Chiesa, attraverso uno studio sincero e sapiente. Scoto ha aperto una via e ha saputo risolvere con sottigliezza di pensiero molte questioni della mariologia medievale che ancor oggi sono di chiara attualit e in piena sintonia con il magistero della Chiesa.

Duns Scoto

Opere
Prima del 1295: Parva logicalia : Quaestiones super Porphyrii Isagogem Quaestiones in librum Praedicamentorum Quaestiones in I et II librum Perihermeneias Octo quaestiones in duos libros Perihermeneias Quaestiones in libros Elenchorum Lectura Quaestiones super libros De anima Quaestiones super libros Metaphysicorum Aristotelis (Questioni sulla Metafisica, prima e intorno al 1300) Expositio super libros Metaphysicorum Aristotelis Ordinatio o Opus Oxoniense (Opera di Oxford) (verso 1300 - 1304) Collationes oxonienses et parisienses (verso 1303 - 1305) Reportatio parisiensis o Opus Pariense (Opera di Parigi) (1304 - 1305?) Quaestiones Quodlibetales (1306 - 1307) Tractatus de Primo Principio (Trattato sul principio primo) Theoremata (di incerta attribuzione) Quaestiones Quodlibetales (Questioni varie) De Rerum Principio (Sul principio delle cose)
Le "Quaestiones" di Giovanni Scoto (manoscritto del sec. XIV-XV): iniziale decorata

Va sottolineato che di alcuni di questi scritti stata messa in dubbio l'autenticit.

Voci correlate
Aodh Mac Aingil, divulgatore delle sue opere

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Beato Giovanni Duns Scoto [1] Scheda su Beato Giovanni Duns Scoto [2], da Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei Santi, SantieBeati.it Cattedra di studi mariologici Beato Giovanni Duns Scoto [3] Mariologia di Scoto [4] Centro Duns Scoto [5] Associazione Duns Scoto [6]

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Note
[1] [2] [3] [4] [5] [6] http:/ / scoto. net/ http:/ / www. santiebeati. it/ dettaglio/ 76460 http:/ / www. accademiamariana. org/ cattedra/ http:/ / www. accademiamariana. org/ scoto/ http:/ / www. centrodunsscoto. it/ http:/ / www. duns-scoto-roccarainola. it/ index. asp

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