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Seminario “Territori, Turismo e Identità”

Università degli Studi di Teramo - Poster Session - 17 settembre 2009

Sintesi dell’intervento di Cristina Fabi

I Sistemi Turistici Locali (STL) rappresentano un argomento nuovo, particolare per la loro forte connotazione
e unicità territoriale, ed ancora relativamente poco studiato.

La Regione Marche ha previsto la creazione dei sistemi con delibera della Giunta Regionale n. 578 del 19
marzo 2002; all’art. 1 si «provvede a identificarli come strumenti di integrazione fra pubblico e privato per lo
sviluppo e la valorizzazione coordinata delle risorse locali, nonché a sostenere, in base alle leggi di settore
ed alla programmazione regionale, i relativi progetti per lo sviluppo turistico» (DGR 19/03/2002). In
sostituzione della prima delibera, l’11 luglio 2006 la Regione Marche adotta il nuovo Testo Unico delle norme
regionali in materia di Turismo, che all’art. 8, comma 1 definisce i sistemi turistici locali. La Giunta Regionale
stabilisce i criteri e le modalità per il riconoscimento dei STL con delibera 1533 del 28-dicembre-2006, ciò
implica una ricostituzione di tutte le organizzazioni già esistenti.

Il STL Marca Fermana, che comprende gran parte del territorio della nuova Provincia di Fermo, è nato nel
2002 con la firma di un Accordo di Programma tra soggetti pubblici e privati, finalizzato alla promozione
di un sistema turistico locale capace di fornire un’offerta integrata diretta alla promozione ed allo
sviluppo turistico dell'intero comprensorio. In seguito all’istituzione sono stati creati due diversi organi: da una
parte il STL che stabilisce gli indirizzi, dall’altra è stata creata l’associazione Marca Fermana con il ruolo di
braccio operativo, per attuare gli indirizzi stabiliti e gestire i fondi a disposizione. Dopo un solo anno di
attività, l’accordo fra i due organi è venuto meno ed il Comune di Fermo ha inglobato - con diverse difficoltà -
il STL e tutte le attività; questo fino al 2007, anno in cui si è provveduto alla ricostituzione di un nuovo
organismo riconosciuto dalla Regione Marche nel marzo del 2008.

La ricerca – realizzata per lo svolgimento della tesi di laurea, e sotto la supervisione della Prof. Vardanega –
si concentra sull’analisi delle reti sociali a partire da un assunto: un STL è uno strumento di sviluppo dal
basso che coinvolge i portatori d’interesse di un determinato territorio, e la loro cooperazione costituisce una
rete. L’elemento qualificante è dato principalmente dagli attori pubblici e privati disposti a collaborare per un
obiettivo comune. Le informazioni necessarie allo studio del network sono state raccolte mediante interviste
telefoniche ai referenti degli enti e delle associazioni afferenti al network stesso, mentre i dati sono stati
elaborati attraverso l’uso del programma UCINET (grazie alla collaborazione e all'assistenza del Dr. Mario
Basevi, allora assegnista dell'Università dell'Aquila).

Nella rappresentazione grafica del network (illustrata nel poster), si è cercato di tenere conto del forte
legame fra la rete ed il territorio: per l’analisi della territorialità dei contatti abbiamo utilizzato la riproduzione
su mappa delle relazioni. Tutte le relazioni segnalate sono state riportate nelle due mappe territoriali,
distinguendo due macrogruppi: quello dei soggetti pubblici e quello dei soggetti privati. Tale distinzione si è
resa necessaria in quanto molte associazioni si concentrano nel territorio del Comune di Fermo.

Questi i principali caratteri della rete: per quanto riguarda la distanza, si osserverà come ogni attore sia
collegato agli altri o direttamente, o mediante un solo passaggio intermedio costituito da “intermediari”; la
rete è inoltre fortemente centralizzata intorno al “nodo” rappresentato dal Comune di Fermo, ma presenta
diverse cliques – o clusters – definite da particolari caratteristiche dei rapporti (vicinanza territoriale,
informalità, alta frequenza e collaborazione).

Come in ogni rete, la presenza di sottogruppi è un fatto del tutto naturale, e può avere una valenza positiva o
negativa per la sussistenza del sistema. Di fatto, i cluster rappresentano una modalità di auto-organizzazione
e gerarchizzazione spontanea degli attori, e dunque un fattore di integrazione. Attraverso il legame fra il
nodo centrale del cluster e il nodo di Fermo, infatti, anche gli attori più periferici vengono integrati nel
sistema.
D'altra parte, in questo caso, i cluster sono portatori di interessi diversi, che possono essere entrare in
conflitto, minando la compattezza della rete nel suo insieme. Proprio per la sua configurazione territoriale, il
fermano presenta infatti zone molto diverse fra di loro: viene infatti chiamato dal mare ai monti azzurri. Dal
punto di vista della progettazione turistica, si tratta spesso di località molto differenti che perseguono obiettivi
diversi, difficili da far confluire in un unico progetto di sviluppo. Lo stesso vale, naturalmente, per le diverse
associazioni di categoria, dal momento che attorno al turismo ruotano settori ed interessi economici molto
diversi.

L'analisi della rete ha individuato nei connettori (che in concreto sono rappresentanti politici o responsabili di
associazioni di categoria) i luoghi potenziali della mediazione, coloro che possono aiutare ad integrare realtà
economiche o territoriali, che altrimenti parteciperebbero marginalmente alle attività del STL.

D'altra parte, però – data la natura spesso personale delle relazioni che definiscono i clusters – i
cambiamenti istituzionali e politici che possono coinvolgere questi soggetti (l'elezione di un nuovo sindaco,
ad esempio) rischiano di stravolgere l'organizzazione della rete stessa.

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