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MIZUBAKU DAIBOUKEN (Sega Saturn) Nellappropinquarmi a Mizubaku Daibouken, onde rifuggire dallapoteosi delle cetere, dovrei acquietare ogni

palpito ed esimermi dalla pinguedine del mio barbugliare. Ma lo sfavillante tumulto che in ogni baleno si spiega e in ogni frangente si svolge, riuscirebbe a molcere anche quei che mai cedettero o sussultarono dirimpetto al rifulgere e al rutilare. Dunque, mi si conceda di piegarmi allinvitto fascino di cui, 18 anni dopo, limmutato luminare splende. E di lasciarmi avviluppare dal pinto variegarsi di stralci di trama dei qual sublime strascicho lo sciabordare dellemozione. Scignere nodi di quellordirsi di tinte perdere il palpitare del loro immane perficere, mentre il contemplante coglie e non toglie, tende e non prende. Nel fluvido fluttuare del liquido fremire, lagente diviene proprio fine, eclissi nellcloga, operante nellopera, nulla in uno smisurato altro. Il pervasivo sciogliere si traduce in empatico empire, sebbene la dolcezza delle forme contrasti con una meccanica ludica sbilanciata verso lazione e il divertimento. Sorprendentemente, lincantesimo non si rompe, trovando nuova sostanza nellarmonico organicismo del quadro. Il quale, moventesi di un moto soavemente controllato, si snoda a guisa di sogno tra livelli che appaiono come visioni agli occhi dellincredulo spettatore. Ecco, il nostro discernere si sta gi spingendo oltre, offuscando unopera che non ammette esterno, n punto di vista, n scissione o valutazione. Per comprendere Mizubaku Daibouken, dobbiamo lasciarci andare ad un compatto sentire che si inerpica sino alle pi alte vette delloperare umano. Solo allora lacquoso nostro cogliere acquisir il fluido dispiegarsi tipico di ogni sessione di gioco. Il titolo Taito inonda con la propria risoluta poeticit ogni antro, facendone dattilo o spondeo, cretico o trocheo. E nellincedere della metrica liquefazione, della programmatica mutevolezza, della tecnologica naturalit, il controller risulta ultimo baluardo di un fievole materialismo, vacillante di fronte allimmenso, umido spandersi di un mondo. Colori chiari che si sciolgono in altri, immagini tanto corpose quanto effimere, movenze fluide e mirabilmente spontanee. Mizubaku Daibouken intriso di un inafferrabile finalismo, di un risvolto teleologico che non si risolve in una funzione, ma in unindefinita tendenza, in un vagheggiare senza mai cogliere. Il continuo visualizzarsi di stati danimo, affreschi di una tangibilit sussunta al virtuale, riconduce il videogioco allarte, la macchina alla creazione. E se la smisurata fecondit immaginifica non vi bastasse, qualora non foste ancora soddisfatti dopo essere giunti allapice dellesperienza estetica, considerate che il disinteressato tendere, il continuo gettare il cuore oltre lostacolo per non scoprirvi altro che se stessi, il filo conduttore dellintera esistenza umana.

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