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ATLANTE DI ZOOLOGIA DEGLI ANIMALI INCOGNITI E RARI.
DISEGNI DI GIORGIO BERTOLINI

A cura di Carlo Severati.
Allestimento di Massimo Alessandrini.
Inaugurazione: mercoled 7 maggio 2014, dalle ore 18.00.
Dal 7 maggio al 17 maggio 2014. Orario: 18.00 - 20.00. Chiuso domenica e festivi.

Il ciclo di lavori presenti in questa mostra ha limmediata capacit di proiettarci in differenti mondi:
anzitutto in quello del disegno e delle sue infinite declinazioni dove ogni cosa, avendone le capacit,
permessa, e in molti altri apparentemente assai lontani tra di loro. Nel compiere questa operazione
Giorgio Bertolini si serve di tutto ci che ruota intorno al concetto di citazione, inteso come viaggio
metalinguistico attraverso le potenzialit della rappresentazione, della sua storia e di storie parallele o
affini a essa. In questi disegni a china su carta a essere evocato il mondo dellincisione, per secoli il
mezzo che ha consentito la diffusione su larga scala delle immagini attraverso la loro riproduzione in
serie: paesaggi, vedute, scene mitologiche o di storia antica, illustrazione di testi e spedizioni
scientifiche. Si tratta di un mondo nel quale spesso coesistevano due distinte figure, quella
dellinventore che lavora con la fantasia e la cultura visiva e quella dellincisore che traspone il disegno,
attraverso la sua abilit manuale, sulla lastra. Nel caso di Bertolini le due figure coincidono o meglio
potrebbero probabilmente coincidere se non fosse che lartista prepara il lavoro per lincisore ma non lo
fa realizzare, si appaga del progetto, dellinvenzione da se medesimo dispiegata e organizzata con
estrema cura senza passare alla fase calcografica, alla stampa delle tavole. Il motivo forse da
ricercare nel fatto che si tratta, come recita lelaborato frontespizio, delle tavole di un Atlante di zoologia
illustrato, frutto delle scoperte scientifiche di un naturalista che ha molto viaggiato fino ad esplorare
terre lontanissime e remote e che ha portato con s, come spesso accadeva, un artista al seguito per
riportare diligentemente sulla carta le sue mirabolanti scoperte. Giorgio Bertolini appunto lartista al
seguito - questa linventio, lassunto di partenza dal quale egli muove per la sua trascinante e
raffinatissima parata di creazioni e calembour iconografici, bozze di tavole che non verranno mai
incise. E naturalmente, come spesso accade, il disegnatore non possiede uno sguardo rigorosamente
oggettivo come vorrebbe il committente, e quindi, fatalmente, allinterno delle tavole scientifiche
riaffiorano figure e temi emergenti dalla sua storia e dai suoi studi - non citazioni testuali ma immagini
prodotte mediante una sorta di insorgenza spontanea, frutto di automatismi della memoria. Tutto ci
accade quindi senza la mediazione di un programma iconografico preordinato ma con la leggerezza di
chi ha negli occhi e nella mente, da sempre, le immagini dellarte che ha amato. Il viaggio grafico
diventa cos un modo per omaggiare, tra molte righe e in maniera assolutamente autoironica, anche i
propri numi tutelari: darwiniani varani alati? Si, ma parenti del drago sfortunato che leroe cristiano va
puntualmente ad uccidere per salvare la fanciulla indifesa (Paolo Uccello); oppure, tra gli animali che
popolano la bottega del pittore, il coniglio sotto la scala e il gatto mammone (Drer e Lorenzo Lotto
nellAnnunciazione di Recanati). Gli elefantini della tavola XXI arrampicati perigliosamente sullalbero
evocano la figura del piccolo Annone, donato dal re di Portogallo a Leone X nel 1514 e raffigurato nei
disegni di vari artisti (Raffaello, Giulio Romano). Anche nella tavola XVII dove compare il missionario
(Matteo Ricci?) davanti alle anatre con tre zampe, il soldato di scorta sembra uscire dal seguito dei
Magi dellAdorazione degli Uffizi (Mantegna). Si tratta di un viaggio che Giorgio Bertolini compie nel
mondo incantato delle sue passioni, larte ma anche la musica, come nelle due tavole (la III contenuta
solo nel libro) dedicate alle travagliate esibizioni del pianista-esecutore che, con fortune alterne, cerca
di irretire il serpentecompositore: nella prima di esse non c tastiera e lo spartito quasi vuoto
pezzo tremendamente difficile da suonare o, appunto, da non suonare (Cage). Alla fine come se
Bertolini nel suo viaggio giocasse a depistarci tutti lasciandoci per la possibilit, come per Pollicino, di
ritrovare la strada del ritorno attraverso le tracce lasciate dagli infiniti mondi della natura e dellarte.
Alberto Giuliani

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