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ACCADEMIA DI ROMANIA IN ROMA UNIVERSIT AL. I.

CUZA IAI













CUCUTENI
TESORI DI UNA CIVILT
PREISTORICA DEI CARPAZI



Atti del Convegno italo-romeno
Roma, 18 ottobre 2007



A cura di

Nicolae Ursulescu, Raluca Koglniceanu, Cristina Creu





Accademia di Romania Editura Universitii Al. I. Cuza
ROMA IAI

2008



S O M M A R I O


Presentazione / 5
Foreward / 7
Cuvnt nainte / 9
Attila LSZL, Il mondo di Cucuteni. Lo spazio e il tempo di una civilt preistorica / 11
Luminia BEJENARU, Le comunit della civilt Cucuteni e lambiente: dati
archeozoologici / 29
Dumitru BOGHIAN, Di alcune fonti di materia prima per lutensileria litica delle comunit
del complesso culturale Precucuteni-Cucuteni / 39
Alberto CAZZELLA, I manufatti semilunati forati della cultura Cucuteni e il problema dei
rapporti culturali su lunga distanza / 71
Nicolae URSULESCU, La religione della popolazione di Cucuteni / 83
Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI, Santuari della civilt di
Precucuteni-Cucuteni / 107
Cornelia-Magda LAZAROVICI, Larte della ceramica di Cucuteni / 149
Marco MERLINI, Segni di scrittura su oggetti della ceramica
Precucuteni e Cucuteni? / 173
Raluca KOGLNICEANU, Dove sono gli abitanti? Si pu parlare di pratiche funerarie
nella civilt di Cucuteni? / 201
Cristina CREU, La presenza della civilt Cucuteni nella letteratura archeologica italiana
/ 217
Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara ISTINA, La civilt Cucuteni nei musei di
Moldavia (Romania) / 227

CATALOGO DELLA MOSTRA CUCUTENI DALLO SCAVO AL MUSEO / 247
Indice generale / 297
Abbreviazioni /308







PREFAZIONE



Il passato affascina sempre come un grande mistero che
ci si rivela difficilmente, ma mai completamente, cos che, il
nuovo, sia come informazione, sia come interpretazione, abbia
sempre il suo posto. Allo stesso modo, il nuovo e linedito
possono rivelarsi attraverso la riscoperta dei dati poco
veicolati e dimenticati, o attraverso la scoperta di quelli
completamente sconosciuti nellambiente di studio e di ricerca,
con vari interessi. questo il caso anche degli argomenti con
tema nazionale, che arrivano alla conoscenza delle comunit
scientifiche allestero.
Per la storia vecchia dellEuropa, la civilt Cucuteni
rappresenta un valore degno di essere promosso, larcheologia
romena contribuendo sostanzialmente alla definizione dei suoi
delineamenti ed alla diffusione dellinformazione scientifica.
Gli sforzi ed i risultati di tante generazioni di archeologi
meritano, in ogni occasione, di essere fatti conoscere
allestero. Nella presente circostanza si tratta dellambiente
di ricerca italiano, al quale si rivolge con predilezione questo
volume, pubblicato in italiano. Il libro ha una struttura
bipartita, con un primo segmento dedicato allinformazione
scritta, seguito da un altro, dove linformazione trasmessa
attraverso limmagine. Questa organizzazione del contenuto
plasmata sulla struttura degli eventi organizzati dallAccademia
di Romania in Roma, in occasione del Giornata Cucuteni, il 18
ottobre 2007. In questo contesto, le istituzioni dItalia e
della Romania, responsabili della definizione delle attivit
scientifiche (Accademia di Romania in Roma, Universit La
Sapienza di Roma, Universit Al. I. Cuza di Iai, Complesso
di Musei Iulian Antonescu di Bacu) hanno optato per un
convegno e proiezioni di documentari-artistici, con il titolo
Cucuteni, Tesori di una civilt preistorica dei Carpazi e anche
per una mostra fotografica, intitolata Dallo scavo alla mostra.
Limportanza di aver organizzato un evento allestero,
dedicato alla civilt di Cucuteni, emerge anche dal fatto che
questa cultura della preistoria generalmente poco menzionata
nella letteratura specialistica dellEuropa occidentale. I
riferimenti alla civilt Cucuteni sono rari negli scritti degli
archeologi italiani, essendo questa presentata pi sotto forma
espositiva che interpretativa.
La seconda parte del libro riproduce i quadri espositivi
della mostra fotografica organizzata nellautunno 2007, offrendo
al pubblico italiano una serie dimmagini sulla ricerca e sugli
aspetti fondamentali della civilt Cucuteni e anche sulla messa
in risalto museografica dei suoi reperti. In questo modo, il
pubblico italiano avr la possibilit di crearsi unimmagine
generale sugli splendori darte creati pi di 6000 anni fa da
questa popolazione preistorica dei Carpazi. In particolare, i
vasi dipinti con una maestria senza pari e le statuine che
rappresentano diverse divinit hanno fatto s che il ricordo di
questi uomini, dotati di un notevole senso artistico, entri
anche nella coscienza della contemporaneit, che ha riscoperto i
loro tesori darte ed il loro messaggio simbolico di unevidente
modernit.
I curatori





FOREWORD



The past fascinates continuously It is a great mystery
that unfolds to us difficultly and never completely. The new,
both as information and as interpretation, always finds a place.
The new, the inedited can appear through the rediscovery of the
little circulated and forgotten data or through the discovery of
those completely unknown to a research environment with
different aims. This is the case with the national themes that
reach to the scientific communities from other countries.
For the ancient history of Europe, the Cucuteni
civilization represents a value that deserves to be promoted.
The Romanian research contributed substantially to the
definition of this civilizations features and to the
dissemination of the scientific information. The efforts and the
results of many generations of archaeologists deserve to be
known outside the borders too. In this case, it is the Italian
research environment to which this volume, published in the
Italian language, addresses with predilection.
The book has a bi-partite structure: a first segment is
dedicated to the written information, followed by a second one
inside which the information is communicated through images.
This internal structure is modulated on the structure of the
events organized at the Accademia di Romania in Roma, on the
occasion of the Cucuteni Day, on the 18
th
of October 2007. In
this context, the Italian and Romanian institutions responsible
for the organization of the event (Accademia di Romania in Roma,
La Sapienza University of Rome, Al. I. Cuza University of
Iai, Iulian Antonescu Museum Complex from Bacu) opted for a
series of communications and projections of documentary-artistic
films under the title of Cucuteni. Tesori di una civilt
preistorica dei Carpazi (Cucuteni. Treasures of a prehistoric
civilization from the Carpathians) and for a photographic
exhibition, entitled Dallo scavo alla mostra (From the
excavation to the exhibition).
The opportunity of the organization, outside the country,
of an event dedicated to the Cucuteni civilization is due also
to the fact that this important prehistoric civilization is,
generally, weekly represented in the Western Europes scientific
literature. The data on the Cucuteni culture are quite rare in
the writings of the Italian archaeologists and can usually be
encountered more in an expositive form than in an interpretative
approach.
The second part of the volume reproduces the plates of
the photographic exhibition from the autumn of 2007 and offers
to the Italian public a series of images on the research and on
the fundamental aspects of the Cucuteni civilization, as well as
on the museum exploitation of its vestiges. This way, the
Italian public will have the possibility of getting an overall
image of the artistic splendors, created, more than 6,000 years
ago, by this prehistoric population from the Carpathians.
Especially, the pottery painted with unequalled craft and the
figurines representing different deities made that the record of
these gifted human beings penetrate in the memory of the
contemporaneity too, which rediscovered their treasures of art
and their symbolic message, of an obvious modernity.
The Editors





CUVNT NAINTE



Trecutul fascineaz continuu.Este un mare mister care ni
se nfieaz cu greu, ns niciodat complet, astfel nct
noul, fie ca informaie, fie ca interpretare, i are
ntotdeauna locul su. De asemenea, noul i ineditul pot aprea
prin redescoperirea datelor puin vehiculate i uitate sau prin
descoperirea acelora complet necunoscute ntr-un mediu de studiu
i cercetare cu interese diferite. Acesta este i cazul
subiectelor cu tem naional, care ajung la cunotina
comunitilor tiinifice din exterior.
Pentru istoria veche a Europei, civilizaia cucutenian
reprezint o valoare demn de a fi promovat, arheologia
romneasc contribuind substanial la definirea trsturilor
sale, ct i la propagarea informaiei tiinifice. Eforturile
i rezultatele attor generaii de arheologi merit, de fiecare
dat, a fi cunoscute n strintate. n situaia de fa este
cazul mediului de cercetare italian, cruia i se adreseaz cu
predilecie acest volum, publicat n limba italian. Cartea are
o structur bipartit, viznd un prim segment dedicat
informaiei scrise, urmat de un altul n care informaia este
comunicat prin imagine. Aceast organizare de coninut este
mulat dup structura evenimentelor organizate la Accademia di
Romania in Roma, cu prilejul Zilei Cucuteni, din 18 octombrie
2007. n acest context, instituiile din Italia i Romnia
responsabile de conceperea activitilor tiinifice (Accademia
di Romania in Roma, Universit La Sapienza di Roma, Universit
Al. I. Cuza di Iai, Complesso Museale Iulian Antonescu di
Bacu), au optat pentru o sesiune de comunicri i proiecii de
filme documentar-artistice, sub titlul Cucuteni. Tesori di una
civilt preistorica dei Carpazi, precum i pentru o expoziie
fotografic, intitulat Dallo scavo alla mostra.
Oportunitatea organizrii unui eveniment extern dedicat
civilizaiei Cucuteni reiese i din faptul c aceast important
cultur preistoric este, n general, slab reflectat n
literatura de specialitate din apusul Europei. Datele existente
despre civilizaia cucutenian sunt destul de sporadice n
scrierile arheologilor italieni, fiind prezentate mai mult sub
form expozitiv i mai puin interpretativ.
Partea secund a volumului reproduce planele expoziiei
fotografice din toamna anului 2007, oferind publicului italian o
serie de imagini despre cercetarea i aspectele fundamentale ale
civilizaiei cucuteniene, precum i despre valorificarea
muzeografic a vestigiilor sale. Astfel, publicul italian va
avea posibilitatea de a-i forma o imagine de ansamblu asupra
splendorilor artistice create, cu peste 6000 de ani n urm, de
aceast populaie preistoric din Carpai. ndeosebi vasele
pictate cu miestrie inegalabil i statuetele reprezentnd
diferite diviniti au fcut ca amintirea acestor oameni,
nzestrai cu talent de la natur, s ptrund i n contiina
contemporaneitii, care le-a redescoperit comorile de art i
mesajul simbolic, de o evident modernitate.
Editorii






IL MONDO DI CUCUTENI.
LO SPAZIO E IL TEMPO DI UNA CIVILT PREISTORICA

Attila LSZL


Key words: Civilt Cucuteni, eneolitico, storia della ricerca, diffusione, evoluzione, cronologia.
Cucuteni culture, Aeneolithic, research history, diffusion, evolution, chronology.
Cultura Cucuteni, eneolitic, istoricul cercetrilor, rspndire, evoluie, cronologie.

Riassunto. Lo studio stato concepito come unintroduzione alle comunicazioni presentate al
simposio. Lo studio presenta in modo sintetico la storia della ricerca della civilt Ariud-
Cucuteni-Tripolie, nel contesto dellarcheologia preistorica europea del fine del XIX secolo e
allinizio del secolo successivo. Poi ci sono delle discussioni riguardanti lorigine, levoluzione,
larea di diffusione, labitato, il modo di vivere ed i rapporti con i vicini di questa civilt. Al finale
sono formulate delle conclusioni concernenti la posizione cronologica della civilt di Cucuteni
nella luce delle datazioni calibrate a radiocarbonio.
Abstract. The study was conceived as an introduction to the communications presented at
symposium. The paper presents briefly the history of the research of the Ariud-Cucuteni-
Tripolie civilisation, within the context of European prehistorical archaeology at the end of the
19th century and the beginning of the next century. The new data on the origin, development,
diffusion, habitat, lifestyle and relations with the neighbors of this civilisation are discussed.
Finally, conclusions are drawn on the chronological position of the Cucuteni culture, within the
perspective of the calibrated radiocarbon datings.
Rezumat. Studiul a fost conceput ca o introducere la comunicrile prezentate la simpozion.
Lucrarea prezint succint istoricul cercetrii civilizaiei Ariud-Cucuteni-Tripolie, n contextul
arheologiei preistorice europene de la sfritul secolului XIX i nceputul secolului urmtor. Se
discut noile date privind originea, evoluia, aria de rspndire, habitatul, modul de via i
legturile cu vecinii acestei civilizaii. In ncheiere, sunt formulate unele concluzii cu privire la
poziia cronologic a culturii Cucuteni n lumina datrilor radiocarbon calibrate.


Unintroduzione nella presentazione di ogni civilt non pu evitare di precisare
lo spazio e il tempo in cui quella civilt apparsa, sviluppata e poi, decaduta e sparita.
Nel caso delle civilt preistoriche, senza scrittura e senza fonti scritte, il tempo ha un
altro significato. Una volta scomparse, queste civilt sono state dimenticate e
finalmente arrivato il momento di richiamare alla luce le loro tracce.
In Italia, ad esempio, si sapeva dei fonti storici scritti sugli etruschi e sulla loro
civilt, della catastrofe che aveva annientato le citt di Pompei ed Herculaneum, ed
stato solo una questione di tempo che le rovine diventano conosciute e visibile per
luomo del mondo moderno. Ma come e quando potuto essere conosciuta la vita
delluomo preistorico, non menzionata nei documenti storici, ma lo stesso conservata
nella memoria collettiva dellumanit sotto la forma dei miti (come ci sono, ad esempio, le

Universit Alexandru Ioan Cuza Iai, Facolt di Storia, B-dul Carol I nr. 11, Iai, Romania.
arch_atticus@yahoo.com



Attila LSZL



12
numerose varianti sullesistenza di una et doro allinizio della storia dellumanit)?
Questa sarebbe unaltra storia, pi lunga, che significherebbe raccontare la lotta didee
per riconoscere stessa lesistenza di una Preistoria dellumanit
1
. Questa preistoria
appena ha cominciato ad essere conosciuta durante il secolo XIX, come conseguenza
dellaccumulazione dei documenti archeologici i principali sorgenti nella conoscenza di
quei tempi lontani. Il neolitico, come periodo distinto della preistoria, e le prime civilt
neolitiche europee prenderanno una forma precisa soltanto negli ultimi decenni del
secolo XIX
2
. In questo tempo cominciano ad essere conosciute i primi siti neolitici anche
nel territorio dItalia, come la Caverna delle Arene Candide sulla costa di Liguria (1864)
oppure, nel sud, labitato fortificato da Stentinello, vicino a Siracusa, in Sicilia (1890)
3
.
Nella stessa epoca dinizio dellarcheologia preistorica, ma ad una distanza di pi
di mille chilometri dItalia, sono stati scoperti i vestigi della civilt che presente nella
nostra esposizione e negli interventi del simposio organizzato in questa occasione.
A differenza dItalia, paese mediterraneo, circondato dal mare, attraversato
dalla catena dei Monti Appennini e al nord avendo la barriera delle cime delle Alpi, le
regioni continentali dellEuropa centrale e orientale offre degli spazi ampiamente aperti
in tutte le direzioni, degli spazi dove hanno potuto svolgersi delle civilt preistoriche con
arie di diffusione impressionanti. Una di queste, conosciuta sin dagli ultimi decenni del
secolo XIX, era il gran cerchio culturale della ceramica lineare, chiamata cos per i suoi
recipienti con delle belle decorazioni, con dei motivi spirali-meandrici, realizzati
mediante varie tecniche (incisione, puntura, pittura), specifici a ciascuna cultura
componente ed alle fasi di evoluzione
4
. Nellambito delle culture con ceramica dipinta,
si definita ed individualizzata, poco a poco, la civilt che con il tempo adotter la tripla
denominazione attuale Ariud-Cucuteni-Tripolie, secondo il nome di tre siti
rappresentativi, localizzati sul territorio di Transilvania, di Moldavia e di Ucraina.
I primi vestigi di questa civilizzazione sono apparsi negli anni '70 dello XIX
secolo ai piedi esteriori dei Carpazi Nord-Orientali, in Galizia, provincia che era
appartenuta allora ad Austria, nellambito della monarchia austro-ungherese. I siti di
Bilcze Zlote, Horodnica e Koszilowce, situati nel bacino di Nistro superiore, sono stati
ricercati dagli archeologi Adam Kirkov, Anton Schneider, Izidor Kopernicki, Wladyslaw
Przybyslawski, Leon Sapieha, Goldfryd Ossowski e Wlodzimierz Demetrykiewicz di
Cracovia, il centro della suddetta provincia. Secondo labito dellepoca, cio fare dei
paragoni con delle scoperte antiche celebri, il sito di Bilcze Zote, dove, sotto il soffitto
della grotta Werteba, sono state scoperte numerose vittime sotterrate, a volte e stato

1
Sulla storia dellarcheologia e della preistoria: Trigger 1989; Daniel, Renfrew 1989.
2
V., ad esempio, Lubbock 1865; Nadaillac 1881; Worsaae 1881; Mortillet, Mortillet 1883; Mortillet
1888; Hoernes 1892; Gtze 1900; Mller 1905.
3
Su questa problematica v. Laviosa-Zambotti 1943b.
4
Sulla ceramica lineare v., ad esempio, Reinecke 1896; 1900; Wilke 1905; 1910; Schliz 1910.




Il mondo di Cucuteni



13
chiamato anche Pompei sul Nistro
5
. In Bucovina, in quei tempi una provincia sotto
lautorit dAustria, si fa conosciuto il sito di Schipenitz, dal bacino del Prut superiore,
ricercato dallarcheologo viennese Josef Szombathy e da Raimund F. Kaindl, sito che a
volte stato chiamato addirittura la Troia di Bucovina
6
.
L'abitato eponimo di Cucuteni, dal nord di Moldavia, sul territorio dellAntico
Regno di Romania, stato scoperto nell'anno 1884
7
. I risultati delle prime ricerche
sono stati conosciuti nel mondo scientifico internazionale anche dagli anni '80-'90 dello
XIX secolo, specialmente grazie all'attivit e alle pubblicazioni in francese di Grigore
Buureanu e George Diamandy, pionieri dell'archeologia romena
8
.
In quanto riguarda labitato eponimo dal sud-est di Transilvania, Ariud (Ersd),
questo menzionato anche dal 1869, per, le prime ricerche in questa zona, nel
bacino superiore dell'Olt, sono state effettuate appena nell'ultimo decennio del XIX
secolo e all'inizio del XX secolo
9
. In questepoca si fanno osservate le ricerche del
collezionista e dellarcheologo amatore Julius Teutsch nei siti di Bod, Ariud, Feldioara
e Hrman, alcuni risultati di queste ricerche essendo pubblicate nelle riviste prestigiose
di archeologia di Budapest, Vienna e Berlino
10
.
Il terzo abitato eponimo, Tripolie, trovato sulla riva destra di medio Nipro, in
Ucraina, allora una parte dImpero Russo, diventato conosciuto dopo le ricerche di
Vikentij V. Chvojko (Chvoika), iniziate negli anni 1896-1897
11
.
La scoperta della civilt con ceramica dipinta nel centro e nellest Europa, incluso
della cultura Ariud-Cucuteni-Tripolie, ha arricchito non soltanto le nostre conoscenze
riguardando l'evoluzione culturale locale e regionale, ma in pi ha aggiunto una macchia
di colore anche alle discussioni riguardanti alcuni problemi controversi della preistoria
europea, come lorigine, la patria primitiva e la diffusione delle stirpi indoeuropee, oppure
i rapporti culturali e cronologici tra Europa, Egea ed il Vicino Oriente. Cosi si spiega, per
esempio, l'interesse manifestato da Gustav Kossinna, che risuscito di realizzare, tra i
primi, nel anno 1909, una presentazione generale, bene documentata, della cultura
(Cucuteni-) Tripolie, che nella sua interpretazione lha considerata leredit archeologica
est-europea degli indo-germani meridionali
12
. Un altro scienziato tedesco, Hubert

5
Demetrykiewicz 1898, 118-119; Kossinna 1909, 227-230, 236-239. V. Anche ETC, I, 24-28; II,
s.v., con la letteratura pi vecchia.
6
Szombathy 1894; 1895-1896; 1899, 50-54; Kaindl 1894; Kossinna 1909, 239. V. ETC, I, 25-26;
II, 616-617.
7
Sulla storia delle ricerche: Petrescu-Dmbovia 1966, 5-13; 1987; Monah, Cuco 1985, 15-24;
Monah, Monah 1997, 21-34; Mantu 1998, 15-28; Petrescu-Dmbovia, Vleanu 2004, 11-38.
8
Diamandy 1889; 1890; Butzureano 1891; v. anche Ursulescu, Vleanu 2007 (30-62: Annessi 1-5).
9
Per la storia delle ricerche: Lszl A.1987; 2007, con bibliografia.
10
Teutsch 1900; 1903; 1904; 1907.
11
Chvojko 1901; Kossinna 1909, 236-245, Tav. XXVII-XXXIV. V. anche ETC 2004, I, 26-27; II,
537-538, 571-573.
12
Kossinna 1909, 225-245, Tav. XXIII-XXXIV. Tav. XXXIV: Mappa della diffusione della civilt
neolitica (Tripolie) con ceramica dipinta.



Attila LSZL



14
Schmidt, dopo aver fatto scavi archeologici nellAsia Minore, Siria e Turcmenia, sperava
di capire meglio i rapporti tra le civilt neolitiche ed eneolitiche (Steinkupferzeit) di Europa
sud-estica, il Vicino Oriente ed Asia Centrale, tramite lo studio diretto della civilt con
ceramica dipinta tipo Cucuteni
13
. Al suo nome si collegano i primi scavi metodici
nell'abitato eponimo di Cucuteni, in 19091910, e la realizzazione di una monografia del
sito, pubblicata in 1932
14
. Hubert Schmidt ha il merito che, cominciando dai dati
stratigrafici, combinati con unanalisi stilistica minuziosa della ceramica (particolarmente
della ceramica dipinta), ha posto le basi di suddivisione cronologica in fasi e tappe della
cultura di Cucuteni, la quale stata raffinata poi dalle nuove generazioni di archeologi.
In Transilvania, ad Ariud, i primi scavi sistematici sono stati fatti da Ferenc
Lszl, tra 1907 e 1913 e, poi, in 1925
15
. Rispetto alla concezione storicizzante di Hubert
Schmidt
16
, Lszl aveva piuttosto una visione etnologica, volendo ricostituire il modo di
vita e la mentalit degli uomini preistorici (tipo di abitato, case, lavori, spiritualit, ecc.)
17
.
La via cosi aperta stata continuata nel periodo tra le due guerra mondiali ed
anche dopo la seconda guerra mondiale, da numerosi archeologi, tra i quali Hortensia
e Vladimir Dumitrescu, Radu Vulpe, Ion Nestor, Anton Niu, Zoltn Szkely, Mircea
Petrescu-Dmbovia, Eugenia Zaharia, Silvia Marinescu-Blcu ed altri
18
. I primi tre
archeologi, discepoli di Vasile Prvan, sono stati membri della Scuola Romena di
Roma (attuale Accademia di Romania in Roma) ed hanno pubblicato delle
contribuzioni pregevoli anche relative alla preistoria ed alla protostoria dItalia
19
. Non
abbiamo loccasione dinsistere sulla contribuzione delle pi giovani generazioni di
archeologi, tra i quali anche i partecipanti al presente simposio, o sulle ricerche fatte
lungo il secolo dagli archeologi ucraini e russi, nella zona Tripolie della civilt qui
presentata
20
. Grazie alle ricerche di pi di un secolo, la cultura Ariud-Cucuteni-Tripolie
ci appare oggi come una delle pi intensamente studiate e conosciute civilt della

13
Schmidt 1907; 1924; idem 1932, 1: Deswegen war es mein Wunsch, die Originale dieser
prhistorischen Gefssmalerei in Rumnien zu studieren und damit im Zusammenhange den Ganzen
Kulturkreis der jungneolithischen bemalten Keramik der Unteren Donau- und Balkanlnder kennen zu
lernen.
14
Idem 1911; 1924; 1932.
15
Lszl F. 1911;1914; 1924/1927.
16
Seger 1932, 376-377: Es ist bemerkenswert, dass Schmidt bei der Begrndung seiner
Theorien mehrfach mit Wanderungs-Hypothesen gearbeitet hat. Wie er die lteste Spiralornamentik
Griechenlands aus Vorstssen donau-balkanlndischer Elemente herleitete, so hielt er auch die Trger
der ltesten Kulturen Chinas und Japans fr Einwanderer teils aus Nordeuropa, teils aus dem Dnjepr-
Donau-Balkan-Gebiet.
17
Lszl A. 2007, 29-30: F. Lszls vision, to a large degree (paleo)ethnological, is close to the
nowadays New Archaeology outlook according to which prehistoric archaeology would be the
anthropology of the past or the past tense of the cultural anthrolology and is different from the Hubert
Schmidts rather historicizing conception, which sought to define stages of evolution and establish the
traces of some contacts and migrations, sometimes at great distances.
18
V. supra, n. 7, con bibliografia.
19
Lszl A. 2004.
20
V., ad esempio, con importanti contributi recenti, i volumi: Petrescu-Dmbovia et alii (eds.)
1987; Dumitroaia, Monah (eds.) 1996; ETC; Dumitroaia et alii (eds.) 2005; Ursulescu, Lazarovici (eds.)
2006; Ursulescu (ed.) 2007.




Il mondo di Cucuteni



15
preistoria europea. Nella scienza preistorica italiana questa cultura e stata largamente
trattata prima volta di Pia Laviosa-Zambotti, in 1943, nel suo libro su le pi antiche
culture agricole europee
21
. Nonostante lesistenza, normale, di alcuni problemi che
aspettano ancora delle chiarimenti, le caratteristiche generali della cultura Ariud-
Cucuteni-Tripolie possono essere definite oggi con sufficiente precisione.
Se guardiamo la mappa della diffusione della cultura, osserviamo che allovest
del territorio si appoggia sull'arco dei Carpazi Orientali, e all'est si stende sopra
l'altopiano di Moldavia e l'altopiano Podolico, fino al bacino del Nipro, cio, fino al confine
della pianura dell'Europa dell'est (Fig. 1-2). L'abitato della popolazione della civilt
Ariud-Cucuteni-Tripolie si stende, cosi, sopra un paesaggio variato, che contiene,
dall'ovest all'est, depressioni tramontane, zone alle pendici dei Carpazi, zone collinari e
di pianura, con certe particolarit per quanto riguarda le condizioni climatiche, la
vegetazione e la fauna
22
. Questa diversit del paesaggio non stata un ostacolo per la
formazione e la diffusione di una civilt unitaria nella sua essenza, su un territorio di
quasi 350.000 km
2
. Questo fatto mostra la grande capacit di adattamento al medio
naturale della popolazione che ha creato questa cultura. La diversit del paesaggio ha
indotto, forse, anche una complementarit delle zone prevalentemente agricole con le
altre, dove lallevamento degli animali, lo sfruttamento delle risorse minerali (sale, metalli)
e la pratica di alcuni mestieri potevano avere un importanza primordiale
23
. In questo
senso, la diversit ecologica (ed economica), come promotore dei rapporti di cambio,
poteva costituire anche un fattore di coesione/di convergenza. Questa diversit e
complementarit del paesaggio caratterizzano specialmente la parte occidentale del
territorio, tra Carpazi e Nistro, cio la zona della cultura (Ariud-) Cucuteni, l'abitato dalla
parte orientale del territorio (la zona Tripolie), avendo un aspetto molto pi monotono.
Guardata nel complesso, la cultura Ariud-Cucuteni-Tripolie stata una civilt
sedentaria, agraria, quello che risulta tanto dai dati archeologici, archeobotanici ed
archezoologici, che riguardano l'economia, quanto dai dati che si riferiscono alla
mentalit, religione e culto, centrato sull'idea della fertilit della terra e della fecondit
degli uomini e degli animali
24
. Il carattere agricolo della societ risulta anche dalla
osservazione biogeografia, secondo cui il limite meridionale della zona extracarpatica
della cultura la stessa con il limite tra la zona di terra nera e la steppa nord-
occidentale del Mar Nero, l'ultima zona ecologica non essendo attirante per la
popolazione della civilt di Cucuteni-Tripolie
25
.
Questa zona vicina stata abitata da popolazioni di pastori, pi o meno mobili,

21
Laviosa-Zambotti 1943a, 345-351 e passim.
22
Monah, Cuco 1985, 25-30; Monah, Monah 1997, 35-41.
23
Monah 1991; Mare 2002, passim; Monah et alii (eds.) 2007, con bibliografia.
24
Crciumaru, Monah 1987; Haimovici 1987; Monah 1992; 1997; 2001; Lszl, Haimovici 1995;
ETC, I, 115-299, 343-430; Pakevi 2005; Monah, Monah 2008.
25
Kossinna 1909, 244-245. V. anche ETC, 194 (mappa).



Attila LSZL



16
con strutture economiche e sociali specifiche, che sfruttavano, con successo, le risorse
offerte dalle distese senza confini delle steppe al nord di Mar Nero. L'interazione tra la
popolazione agricola, sedentaria, Cucuteni-Tripolie e le popolazioni mobili, di pastori,
delle steppe periferiche (i gruppi parzialmente successivi Novodanilovka, Suvorovo,
Srednyj Stog II, Cernavoda I, Michailovka, Usatovo ecc.), un processo organico e
continuo, bene documentato anche dalla fase Cucuteni A, tramite la penetrazione nella
zona di questa cultura della cosi chiamata ceramica straniera, di tipo C, e degli scettri
di pietra in forma di teste di animali, rappresentando, probabilmente, oggetti di
prestigio appartenendo ad una elite di guerrieri. Lindole pacifica e/o guerriere di queste
relazioni nel tempo saranno chiarite ancora meglio, ma gli specialisti riconoscono quasi
tutti che, finalmente, stata addirittura lespansione delle stirpi con uneconomia
maggiormente pastorale, uno dei fattori che hanno determinato lo spegnimento di
questa civilt agricola per eccellenza
26
.
Per la genesi e l'evoluzione della cultura di Cucuteni, le radici locali e i legami
con i vicini di sud ed ovest, con il mondo delle civilt del sud-est e del centro
dellEuropa sono pi importante che le connessioni orientali (fig. 3).
Le osservazioni pi vecchie dell'archeologo di Odessa, Ernst von Stern,
riguardando l'esistenza di una fase pi vecchia della cultura di Tripolie, caratterizzata
dalla ceramica con decorazioni mediante incisioni ed impressioni, che precede
lapparizione della ceramica dipinta, sono state confermate stratigraficamente con gli
scavi di Radu Vulpe a Izvoare, in 1936. Come predecessore diretto della cultura
Cucuteni, con la sua splendida ceramica dipinta, la cultura Precucuteni, stata definita
cosi, dove lo stile ornamentale della ceramica determinato dalla spirale e i suoi derivati
come motivo principale, ma realizzate tramite incisioni ed impressioni
27
. Nonostante che
mediante la cultura di Cucuteni, in un senso ristretto, sintende una cultura con ceramica
dipinta, vogliamo accentuare che, dal punto di vista storico (dellantropologia culturale),
la cultura di Precucuteni unimportante parte organica della civilt (della complesso)
di Ariud-Cucuteni-Tripolie. Il prefisso pre- dovrebbe avere un significato cronologico
piuttosto che un senso distintivo dal punto di vista storico-culturale.
La cultura Precucuteni si formata, probabilmente, nel sud-est di Transilvania e
nella parte centrale ed occidentale di Moldavia, dalla simbiosi della cultura della
ceramica lineare (con teste di note musicali) e dalla cultura Boian (la fase Giuleti),
con possibile contributo di altre culture (Bugo Meridionale, Hamangia, eventualmente
Vina e Tisa). La genesi della cultura di Cucuteni (vista, in generale, dal punto di vista
dell'origine della ceramica dipinta di tipo Cucuteni A) avvenuta in una zona pi larga

26
Da ampia bibliografia

su queste relazioni: Dumitrescu Vl. 1955; 1957; 1972; 1980; Roman
1971; Dodd-Opriescu 1978; 1980; 1983; Cuco 1985; Manzura 1994; 1994a; Govedarica 1998; 2004;
Govedarica, Kaiser 1996; Rowlett, Shaw 2005; Tsvek, Rassamakin 2005; Alaiba 2006; Dergacev 2007.
27
Vulpe 1937; 1957; Marinescu-Blcu 1971; 1974; 1981.




Il mondo di Cucuteni



17
oppure pi piccola della fase Precucuteni III (Tripolie A), dove questa cultura riuscita
ad entrare in contatto con la cultura Gumelnia (fase A1) e il suo aspetto Stoicani-
Aldeni (-Bolgrad), eventualmente anche con la cultura Petreti, dove la tecnica della
pittura della ceramica, prima della cottura, era gi conosciuta
28
.
Sulle basi delle osservazioni stratigrafiche e dei tratti stilistici della ceramica,
nellevoluzione della cultura di Cucuteni, tre fasi principali sono state stabilite: A, A-B e
B (Fig. 4). La pittura policroma con motivi spiralo-meandrici della ceramica della fase
Cucuteni A svilupparsi, nelle fasi A-B e B, verso uno stile pi sofisticato, con pittura bi-
o monocolore, in cui gli specialisti hanno differenziato pi gruppi stilistici, notati con le
lettere dell'alfabeto greco (, , , , , ). Ogni fase della cultura Cucuteni stata
divisa in pi sottofasi, di cui sincronizzazione con le tappe della periodizzazione
elaborata per la cultura Tripolie non sempre facile
29
.
Nel corso della sua evoluzione, la cultura Cucuteni ha mantenuto dei legami
permanenti con i suoi vicini, tra i quali abbiamo gi menzionato alcuni. A loro
possiamo aggiungere le culture Tiszapolgr e Bodrogkeresztr verso ovest,
Trichterbecher verso nord e Cernavoda verso sud-est. Le prime due potrebbero
avere la responsabilit per il fine dellevoluzione del gruppo Ariud dal sud-est di
Transilvania, come entit gi distinguibile nellambito della civilt Ariud-Cucuteni-
Tripolie, ad un livello cronologico che corrisponde al passaggio della fase Cucuteni A
alla fase stilistica Cucuteni A-B di Moldavia
30
.
I rinvenimenti che sono attribuiti adesso alla civilt Ariud-Cucuteni-Tripolie sono
stati inquadrati correttamente, dall'inizio, nel Tardo Neolitico, epoca in cui l'uomo ha
cominciato a lavorare i primi metalli (eneolitico, calcolitico, Steinkupferzeit), anche se per
quello che riguarda lantichit di questa cultura, sulla scala del tempo, misurato in anni
solari, per molto tempo c stata una grande incertezza. Alla fine dello XIX secolo, si
pensava che l'abitato di Cucuteni fosse esistito in 400 a.C. (nello stesso senso, Carl
Gooss ha datato il celebre sito di Turda/Tordos nel secolo IV. a.C.) Altri ricercatori
hanno affermato supposti vincoli tra le scoperte della ceramica dipinta (del tipo Cucuteni-
Tripolie) dalla Galizia e la pittura di vasi greci ed etruschi, oppure tra le scoperte di tipo
Ariud (Ersd) in Transilvania e la ceramica dipinta micenea
31
. Qualche decennio pi
tardi, sulla base di alcuni (pi supposti) contatti culturali e cronologici con larea dellEgeo
e dellOriente, Hubert Schmidt ha datato la cultura Cucuteni tra circa 2500 e 1200 a.C.
32

28
Dumitrescu H. 1957; Dumitrescu Vl. 1963; Marinescu-Blcu 1971; 1974, 109; Niu 1973;
Dumitrescu Vl., Bolomey, Mogoanu 1983, 108-118; Monah, Cuco 1985, 31-40; Monah, Monah 1997,
43-44; Mantu 1998, 32-35.
29
Dumitrescu Vl. 1963; Niu 1973; 1980; 1984; Monah, Monah 1997, 45-47; Mantu 1998, 35-44, 61-91.
30
Dumitrescu H. 1955; 1961; Dumitrescu Vl. 1972a; Petrescu-Dmbovia 1972; Lzurc 1991;
Lszl A. 1993; 2006; Monah, Monah 1997, 49-51; Tsvek 1996; Mantu 1998, 46-50, 135-160.
31
Diamandy 1889, 599; Demetrykiewicz 1898, 119; Teutsch 1903 ecc. V. anche Lszl 2007, n.
26-31.
32
Schmidt 1932, 95-105.



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18
Questo inquadramento cronologico ha sofferto, in seguito, alcune modifiche, in
particolare in ci che riguarda il fine della cultura, datato pi presto, avanti dallinizio
dellet del bronzo (della cultura di Monteoru, circa 1700 a.C.)
33
.
L'introduzione dei metodi fisico-chimici di datazione (archeomagnetismo, termo-
luminescenza e, piuttosto, radiocarbonio) ha mostrato per, una pi grande profondit, in
tempo, di questa civilt. La sua durata pu essere apprezzata anche con laiuto di questi
metodi a circa un millennio (oppure un millennio e mezzo insieme alla cultura Precucuteni),
periodo di tempo che vicino alla valutazione di Hubert Schmidt, per, in ci che riguarda la
posizione sulla scala temporale, questo periodo adesso spostato indietro con circa 2000
anni!
34
Come sappiamo, le datazioni convenzionali con C-14 hanno un margine di errore
(x anni radiocarbonio BP), e neanche le datazioni a radiocarbonio rettificate, utilizzando gli
anni BC/AD (a.C./d.C.) non offrono dei dati esatti, ma definisce intervalli di tempo pi corti o
pi lunghi, in funzione dalla forma di curva di calibrazione, dalla qualit delle mostre e la
precisione delle misurazioni. Per questo, ma anche per l'evoluzione graduale della cultura,
le datazioni ottenute per fasi diverse non sono assolutamente successive, ma si
sovrappongono parzialmente nel tempo (Fig. 5). Tenendo conto di queste osservazioni,
l'inizio della cultura Precucuteni pu essere situato alla fine del VI millennio e l'inizio del V
millennio B.C. e la sua fine verso la met del V millennio B.C., data che marca l'inizio della
fase Cucuteni A. Questa fase durata circa 500 anni, fino alla fine del V millennio, forse
anche pi tardi in alcune zone periferiche della cultura. Le datazioni per le fasi Cucuteni A e
A-B non si distaccano chiaramente, poich la formazione e la diffusione dalle zone
nucleare, dove sarebbe apparso il nuovo stile di pittura della ceramica, sono stati graduali,
nel corso degli ultimi secoli del V millennio e i primi secoli del IV millennio B.C. Le stesse
formazioni e diffusioni graduali si possono osservare anche in relazione allo stile della fase
Cucuteni B, che pu essere datato nei limiti dei primi due terzi del IV millennio B.C. Dopo
questo periodo, la cultura di Cucuteni-Tripolie sparisce come un'entit autonoma, come
individualit inconfondibile nel paesaggio culturale dell'Europa preistorica.
Uno dei fattori che hanno determinato la fine di questa civilt stato la
conquista del suo territorio da parte di popolazioni venute dalle steppe del nord di Mar
Nero (Gorodsk-Usatovo / Horoditea-Erbiceni-Folteti-Cernavoda II), situazione aggravata
dalla apparizione e dallo stabilire nell'ovest della zona Cucuteni (-Tripolie) della
popolazione della cultura delle anfore sferiche, originaria dal nord di Europa centrale.
Per, la civilt Cucuteni-Tripolie non sparita senza lasciare tracce, alcune sue creazioni
(come la ceramica dipinta e le forme plastiche antropomorfe) sono state perpetuate, per
un certo tempo, anche nel mondo pastorale della cultura successore Gorodsk-Usatovo /
Horoditea-Folteti del tardo calcolitico linizio dellet del bronzo
35
.

33
Nestor 1933, 48-51, 94-95. V. anche Mantu 1998, 93-95.
34
Monah 1987; Lszl A. 1993; 2006; Mantu 1998, 93-110, 246-257, fig. 26-32.
35
V. supra, n. 26. V. anche Dumitrescu Vl. 1965; Niu 1977.




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Fig. 2. Larea delle fasi della civilt Precucuteni (apud Marinescu-Blcu 1974)


Fig. 3. Civilt Cucuteni e le civilt vicine (apud Mantu 1998)




Il mondo di Cucuteni



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LE COMUNIT DELLA CIVILT CUCUTENI E LAMBIENTE:
DATI ARCHEOZOOLOGICI

Luminia BEJENARU



Keywords: Archeozoologia, ambiente, civilt Cucuteni
Archaeozoology, Environment, Cucuteni Culture
Arheozoologie, mediul natural, cultura Cucuteni

Riassunto. I resti di mammiferi domestici e selvatici scoperti nei siti della civilt Cucuteni sono
descritti attraverso la frequenza della loro presenza, distinta per specie identificate. Le specie
domestiche discusse sono: i bovini, gli ovicaprini, il maiale e il cane. Nei siti Cucuteni stato
identificato dal punto di vista archeozoologico un numero di 16 specie di mammiferi selvatici,
ma il loro numero stato ampiamente influenzato dalla dimensione dei campioni. Il cervo
compare come la specie pi frequentemente cacciata, eccetto per i siti di Hoiseti e Feteti,
dove prevalgono i resti di cinghiale.
Abstract. Domestic and wild mammal remains discovered in the Cucuteni sites in Romania are
described in terms of their frequency, based on the number of identified specimens. The
domestic species discussed are cattle, sheep, goat, pig and dog. Sixteen wild mammal species
were archaezoologically identified in the Cucuteni sites, but the samples size has an important
effect on the number of wild species identified. The red deer was the most frequently hunted
species, excepting the settlements of Hoiseti and Feteti, where the wild boar remains
dominate.
Rezumat. Resturile de mamifere domestice i slbatice descoperite n siturile de cultur
Cucuteni sunt descrise prin frecvena lor pe specii identificate. Speciile domestice discutate
sunt: bovinele, ovicaprinele, porcul i cinele. Un numr de 16 specii de mamifere slbatice au
fost identificate din punct de vedere arheozoologic n siturile Cucuteni, dar numrul lor a fost
influienat n mare msur de mrimea eantioanelor. Cerbul apare drept cea mai frecvent
specie vnat, excepie fcnd siturile de la Hoiseti i Feteti, unde domin resturile de
mistre.

Introduzione
Larcheologia ambientale, preoccupata dalle relazioni delle societ umane del
passato con lambiente, si appella alle scienze della terra, comprese quelle biologiche,
incentrate soprattutto sullinvestigazione delle modifiche nel tempo e della
modellazione dei sistemi complessi di tipo ecologico-socio-economico. Vari discipline
sono coinvolti nella documentazione e interpretazione delle relazioni tra le popolazioni
umane antiche e lambiente in cui vivevano: geomorfologia, geofisica, archeobotanica,
archeozoologia, biologia umana, ecologia.
Nei siti archeologici si possono trovare numerose prove attinenti allambiente. I
processi culturali identificati nei siti archeologici, come risultato del comportamento

Universit Alexandru Ioan Cuza di Iai, Facolt di Biologia, Bd. Carol I no. 22, 700505, Iai,
Romania, lumib@uaic.ro



Luminia BEJENARU



30
umano, presuppongono la presenza di alcuni resti materiali, compresi quelli di natura
biologica, come le piante e gli animali. Le parti dure degli animali (ossa, denti, processi
cornei, corna di cervidi, conchiglie) possono resistere nel tempo; esse sono scoperte
durante gli scavi archeologici e raccolte insieme ad altri tipi di artefatti. I resti faunistici,
che caratterizzano gli habitati locali, possono essere utilizzati in vari tipi di studi.

Quadro naturale generale
La cronologia della cultura Cucuteni, basata sui dati del
14
C, indica per larea di
diffusione sul territorio della Romania limiti compresi tra il 5690 50 B.P. (4687-4395
BC), datazione ottenuta a Poduri-Dealul Ghindaru per la fase Cucuteni A1-A2, e il 4950
60 B.P. (3837-3637 BC), datazione ottenuta a Valea Lupului per la fase Cucuteni
B2
1
. In concordanza con queste date, la civilt Cucuteni corrisponderebbe dal punto di
vista paleoclimatico al periodo di transizione dallAtlantico al Sub-Boreale. Il periodo
paleoclimatico, chiamato Atlantico (8900-5700 B.P.) nella terminologia in uso
nellOccidente europeo, definito dai paleoclimatologi come il pi caldo e umido
dellolocene europeo, mentre il Sub-Boreale (5700-2600 B.P.) ritenuto un periodo di
transizione verso il clima attuale
2
. Si considera che nei millenni V-IV a.C., nellarea di
diffusione della cultura Cucuteni, la temperatura media annuale sia stata di circa 2
o
C
pi alta di quella odierna e le quantit di precipitazioni pi elevate rispetto al periodo
attuale
3
. La vegetazione nel periodo indicato era prevalente di foreste caducifoglie,
dominate dal faggio, dal rovere e dal carpine, mentre per le altitudini pi alte da foreste
di resinosi misti di faggio. Le teorie recentemente formulate da Frans Vera sostengono
che le superfici boschive siano state modificate attraverso la pratica dellagricoltura
(coltivazione delle piante e allevamento degli animali) e per lazione degli erbivori della
fauna nativa, come luro, il bisonte, il cervo, il cerbiatto, lalce, il castoro, il cinghiale.
In un complesso studio archeobotanico riguardante il tell calcolitico di Poduri-
Dealul Ghindaru, realizzato da Felicia Monah in collaborazione con Dan Monah, sono
presentate, sulla base delle identificazioni di macroresti vegetali, 45 specie che
riflettono la maggior parte delle piante coltivate nella zona e le specie pi utilizzate
dalla flora spontanea
5
. Come piante di coltura, sono state identificati: cereali (grano,
orzo), legumi (piselli), piante aromatiche (coriandolo), alberi e arbusti (susino, vite).
Dalla flora spontanea sono segnalate numerose specie erbose, nonch alberi e arbusti

1
Bem 1999, 349-351.
2
Davis et ali 2003, 1701-1716
3
Dolukhanov 1997, 300.
5
Monah, Monah 2008, 186.



La civilt Cucuteni e lambiente: dati archeozoologici

31
(tiglio, melo/pero, ciliegio, nocciolo, lampone, rosa canina, sambuco, corniolo). Una
categoria importante per la ricostituzione delle associazioni di piante e delle tecnologie
agricole quella delle erbaccie, chiamate piante ruderali e segetali, che sono state
scoperte nei depositi di cereali e in altri ambienti archeologici. Le specie ruderali sono
erbe specifiche per i luoghi di allevamento e pascolo degli animali, per i sentieri o per le
masserie, mentre quelle segetali sono le erbaccie delle coltivazioni agricole
6
.

Dati archeozoologici
I numerosi insediamenti della civilt Cucuteni sono stati analizzati dal punto di
vista archeozoologico e il presente lavoro ne fa riferimento come segue.
Per il livello culturale Cucuteni A: Biceni-Cetuia (com. di Cucuteni, distretto
di Iai)
7
; Trueti (distretto di Botoani)
8
; Trpeti (distretto di Neam)
9
; Drgueni
(distretto di Botoani)
10
; Dumeti (distretto di Vaslui)
11
; Blai (distretto di Iai)
12
;
PreutetiHalt (distretto di Suceava)
13
; Hoiseti (distretto di Iai)
14
; Feteti (distretto di
Suceava)
15
; Poduri-Dealul Ghindaru (distretto di Bacu)
16
. Per il livello culturale
Cucuteni B: Biceni-Cetuia (com. di Cucuteni, distretto di Iai)
17
; Ghelieti-Nedeia
(distretto di Neam)
18
; Feteti (distretto di Suceava)
19
; Poduri-Dealul Ghindaru
(distretto di Bacu)
20
.

Come risulta dalla tabella 1, le percentuali dei resti di mammiferi selvatici
variano da un sito allaltro, in cui le frequenze sono rapportate al numero totale di resti
di mammiferi identificati.
Le frequenze registrate per il livello Cucuteni A, con una media di circa il 25%,
variano tra il 9,25% a Dumeti e il 55,2% a Trueti. Per il livello Cucuteni B, la media
delle proporzioni dei resti di mammiferi selvatici del 20%, abbastanza vicina al valore
del livello anteriore.

6
Ibidem, 96-160.
7
Haimovici 1969, 317-319.
8
Idem 1999a, 31-37.
9
Necrasov, tirbu 1981, 174-196.
10
Bolomey, El Susi 2000, 159-177.
11
Haimovici 1989, 83-89.
12
Idem 1997, 31-37.
13
Idem 2003, 95-105.
14
Cavaleriu et aiil 2006, 269-272.
15
Cavaleriu, Bejenaru 2007, 303-306.
16
Cavaleriu et aiil 2008, sotto stampa.
17
Haimovici 1969, 317-319.
18
Haimovici 1999b, 193-194.
19
Cavaleriu, Bejenaru 2007, 303-306.
20
Blescu, Radu 2002.




Luminia BEJENARU



32
Lelenco dei mammiferi selvatici comprende 16 specie identificate nei siti della
fase Cucuteni A e 11 in quelli corrispondenti alla fase Cucuteni B. Le specie pi frequenti
sono quelle grandi, cacciate per il consumo, come il cervo (Cervus elaphus), il cinghiale
(Sus scrofa ferus), il capriolo (Capreolus capreolus) e persino luro (Bos primigenius). Il
cervo occupa il primo posto tra le specie cacciate in otto dei siti di Cucuteni A e in tutti
quelli della fase B. In due siti Cucuteni A (Feteti e Hoiseti) il cinghiale appare come la
specie pi cacciata, con il maggior numero di resti. Naturalmente, cerano anche altri
mammiferi cacciati per il consumo, come la lepre (Lepus europaeus), il castoro (Castor
fiber), lorso (Ursus arctos) e lalce (Alces alces). Specie come la lince (Lynx lynx), il
gatto selvatico (Felis sylvestris), il tasso (Meles meles), la martora (Martes sp.) erano
cacciate soprattutto per la loro pelliccia e forse per il loro sradicamento come predatori.
Dal punto di vista ecologico, lelenco dei mammiferi cacciati suggerisce lo
sfruttamento di un determinato tipo di biotopo. I mammiferi identificati sono stati
raggruppati, secondo le caratteristiche ecologiche, in: specie forestali (Cervus elaphus,
Sus scrof ferus, Castor fiber, Ursus arctos, Lynx lynx, Felis sylvestris, Sciurus vulgaris,
Bison bonasus, Alces alces), specie presenti al limitare di boschi (Capreolus capreolus,
Lepus europaeus i Bos primigenius) e specie euritope (Canis lupus, Vulpes vulpes,
Meles meles). Tra le specie cacciate, quelle forestali sono dominanti in tutti i campioni, in
cui il numero totale di resti variano, per il livello culturale A, tra il 50% a Feteti e l89% a
Cucuteni e Blai (Fig. 1).



Fig. 1. La distribuzione dei resti di mammiferi selvatici secondo le caratteristiche ecologiche
delle specie: specie forestali (1), specie al limitare di boschi (2), specie euritope (3).



La civilt Cucuteni e lambiente: dati archeozoologici

33
Come risulta dalle tabelle 2 e 3, le proporzioni dei resti di mammiferi domestici
variano anchesse da un sito allaltro, entro limiti pi ampi per la fase A, comprese tra il
44,4% a Trueti e il 90,75% a Dumeti. La media per questa categoria di animali
registra valori del 74,5% per la fase Cucuteni A e del 79,9% per Cucuteni B. Le
differenze osservate tra gli insediamenti potrebbero essere correlate con vari
adeguamenti delle economie locali allambiente. Probabilmente i campi aperti, con la
vegetazione caratteristica e il clima pi asciutto, erano pi favorevoli allallevamento
degli animali rispetto alle zone boschive.
I mammiferi domestici identificati negli insediamenti della civilt Cucuteni e le
loro frequenze sono indicate nelle tabelle 2 e 3. Questi sono: il bovino domestico (Bos
taurus), il maiale (Sus domesticus), la pecora (Ovis aries), la capra (Capra hircus) e il
cane (Canis familiaris). I resti di bovini domestici dominano i campioni con una
frequenza media di circa il 45% nel livello culturale A. Nel tell di Poduri-Dealul
Ghindaru, i risultati archeozoologici preliminari indicano che, nel corso dellevoluzione
culturale dal livello A
2
al B
1,
si nota una modifica della paleoeconomia animale, nel
senso che la percentuale dei bovini aumenta e quella degli ovicaprini si abbassa
21
. Nei
campioni di Hoiseti e Feteti, la frequenza del maiale pi alta, raggiungendo in
media il 27%, mentre i bovini e gli ovicaprini seguono abbastanza da vicino in termini di
percentuale dei resti. Lambiente pi umido, determinato prevalentemente dalle grandi
superfici boschive, non era probabilmente idoneo allallevamento dei bovini e degli
ovicaprini, ma era adatto per il maiale. In cinque campioni, il maiale occupava la
seconda posizione tra gli animali domestici (17,7%), mentre gli ovicaprini, il terzo. In
altri tre campioni, il rapporto numerico dei resti di maiale e ovicaprini si rovescia,
registrando medie del 9,5%, rispettivamente del 15,8%.
I resti di cane sono generalmente poco frequenti (mediamente l1,7% per il
livello culturale A), variando tra lo 0,2% a Ghelieti e il 3,88% a Feteti (il campione,
per, molto ridotto). La percentuale bassa dei cani nei campioni della civilt Cucuteni
indica che questa specie era utilizzata prevalentemente per la caccia, la guardia dei
greggi e degli insediamenti. Occasionalmente per poteva essere anche mangiato,
come avrebbero indicato alcune tracce di bruciatura e di taglio, identificate al livello del
cranio
22
.


21
Ibidem.
22
Bolomey, El Susi 2000, 159-177.




Luminia BEJENARU



34

Considerazioni finali
Lallevamento degli animali ha costituito una componente importante
nelleconomia delle comunit della civilt Cucuteni, in cui le specie predominanti erano
costituite dai bovini, dal maiale e dagli ovicaprini. La caccia dei mammiferi appare
anchessa ben rappresentata; sono preferite le specie grandi, come il cervo, il
cinghiale, il capriolo e luro.
Attraverso lagricoltura, comprendente sia la coltivazione delle piante che
lallevamento degli animali, la popolazione di Cucuteni a influenzato la vegetazione
delle zone in cui viva. probabile che il disboscamento sia stato praticato
intenzionalmente. Varie modalit di allevamento degli animali, come la nutrizione
supplementare, la transumanza e il sacrificio stagionale delleccesso di animali
avrebbero potuto costituirsi in pressioni sulla vegetazione. Un ruolo importante nella
riconfigurazione della vegetazione lhanno avuto per proprio gli animali erbivori grandi,
sia domestici (bovini, ovicaprini) che selvatici (uro, cervo, capriolo, cinghiale), specie la
cui presenza nei campioni archeozoologici abbastanza alta.

Traduzione di Gabriela Dima




























La civilt Cucuteni e lambiente: dati archeozoologici

35





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DI ALCUNE FONTI DI MATERIA PRIMA PER LUTENSILERIA
LITICA DELLE COMUNIT DEL COMPLESSO CULTURALE
PRECUCUTENI-CUCUTENI

Dumitru D. BOGHIAN



Key words:Romania, complesso culturale Precucuteni-Cucuteni, selce, scheggiatura, atelier
Romania, Precucuteni-Cucuteni cultures, flint, knapping, workshop
Romnia, complex cultural Precucuteni-Cucuteni, silex, debitaj, atelier

Riassunto: Lautore si proposto di rivalutare lo stadio delle ricerche sullutensileria litica
lavorata delle comunit Precucuteni-Cucuteni vista dal punto di vista delle recenti acquisizioni
interdisciplinari, nellambito di un flusso tecnologico (chane opratoire). Sono discussi i principali tipi
e fonti di selce utilizzata da queste comunit, mettendo in discussione la circolazione della
materia prima e degli artefatti litici dispersisi su distanze molto grandi, nellambito dello scambio
eneolitico. In legame con le variet di selce, stata affrontata qui anche la questione della
scheggiatura domestica e di quella specializzata.
Abstract: This paper aims to revalue the present state of research on the chipped lithic assemblage
belonging to Precucuteni Cucuteni communities from the perspectives of new interdisciplinary results, in
the global perspective of a technological flux (chane opratoire). The main sources and types of flint
utilized by these communities are discussed, underlining the circulation of raw material and of finished
lithic artifacts on long distances, within chalcholithic exchange system. Concerning the flint varieties, the
problem of the daily chipping and of the specialized one has also been approached.
Rezumat: Autorul i propune s reevalueze stadiul cercetrii utilajului litic cioplit al comunitilor
Precucuteni-Cucuteni din perspectiva rezultatelor interdisciplinare recente, n cadrul unui flux tehnologic
(chane opratoire). Sunt discutate principalele tipuri i surse de silex utilizate de aceste
comuniti, subliniindu-se circulaia materiei prime i a artefactelor litice finite pe distane foarte
mari, n cadrul schimbului eneolitic. n legtur cu varietile de silex, a fost abordat i
problema cioplirii cotidiene i a celei specializate.

La ricerca sulla produzione litica delle comunit del complesso culturale
Precucuteni-Cucuteni ha una particolare importanza nella ricostituzione del modo di pensare e
di vivere della popolazione eneolitica nello spazio di interferenza compreso tra lEuropa dellEst
e quella centrale o tra il mondo balcanico e il nord del continente. La decifrazione delle
modalit di realizzazione dellutensileria litica, che forniva attrezzi e armi per lo svolgimento
della maggior parte delle attivit praticate da queste comunit, completa la nostra visione
sullalto livello tecnologico raggiunto nelleneolitico nel complesso quadro delle culture
carpatico-danubiane.

Universit tefan cel Mare Suceava, Facolt di Storia, Str. Universitii nr. 13, 720229
Suceava, Romania; dumitrub@atlas.usv.ro.


Dumitru BOGHIAN



40
I. Esigenze nello studio dellutensileria litica
I progressi realizzati a livello mondiale nella ricerca multilaterale dellindustria
litica delle comunit preistoriche e protostoriche
1
hanno portato a riconsiderare la
metodologia nello studio dellutensileria eneolitica appartenente alle comunit
Precucuteni-Cucuteni/Tripolie. In questo senso, lanalisi della produzione litica delle
comunit del complesso culturale Precucuteni-Cucuteni deve essere realizzata e
compresa correttamente, nellambito di un flusso tecnologico (chane opratoire)
eneolitico, particolare in notevole misura rispetto a quelli anteriori e posteriori.
Sfortunatamente, fino a ora nessuna delle civilt preistoriche e protostoriche
dello spazio carpatico-danubiano stata presa in considerazione sotto questo tipo di
approccio. Allo stesso tempo, a causa delle difficolt finanziarie cui deve far fronte la
ricerca archeologica, non sono stati neppure applicati, tranne in poche eccezioni, i
metodi moderni di prelevamento dei reperti litici (compresa la setacciatura asciutta e
umida, la registrazione rigorosamente topografica di tutti gli artefatti litici, le tecniche
del rimontaggio, della tracciologia e della tafonomia, lo studio dei depositi organici su
attrezzi e armi in uso ecc.).
Questa catena operazionale presuppone la specializzazione di coloro che si
dedicavano a questa attivit e presuppone anche una serie di operazioni
standardizzate per il ritrovamento / lacquisizione della materia prima, la sua
lavorazione / trasformazione in pezzi prefabbricati e finiti, soprattutto tramite
ritoccamento, il funzionalit / luso degli artefatti e il loro logoramento / distruzione /
abbandono, ognuna di queste operazioni suddivisa in tappe e sottosequenze.
Per quanto riguarda il settore dellacquisizione delle materie prime litiche, esso
deve essere trattato dal punto di vista delle modalit di approvvigionamento, in un
sistema coerente, secondo le zone-fonte, le distanze, la circolazione, la qualit e la
quantit delle rocce, le regole di introduzione di queste nei siti e della discussione sugli
scambi protostorici.
Per quanto riguarda la trasformazione dei materiali litici, necessario
analizzarne le tecniche e i metodi di produzione (lavorazione primaria dei ciottoli in
vista della loro trasformazione in nuclei, le tecniche di scheggiatura e di ritoccamento,
le modalit di presa dei manici e delle code, a seguito dei quali diventavano utensili di

1
Leroi-Gourhan 1965; Tixier, Inizan, Roche 1980; Cauvin 1983; Pelegrin, Karlin, Bodu 1988, 55-
62 ; Byrd 1989; Jensen 1988; 1994; Grace 1989; 1996; Shea 1992; Yerkes, Nardulias 1993; Wescott
1999; Close 2002; Odell 2003; Anderson 2004; Shanks 2004; Walker 2004; mit et alii 1998, 209-216;
Andrefsky Jr. 2005.



DI alcune fonti di materia prima

41
lavoro e prodotti per certi mercati e per diverse direzioni di scambio, nellambito dei vari
contesti socio-economici).
La lavorazione della pietra, soprattutto della selce, presuppone la successione
di un certo numero e tipo di gesti tecnologici e, forse, rituali, secondo la formazione,
dellesperienza, della cultura tecnologica dellartigiano, essendo parte del
comportamento di tipo savoir faire delluomo eneolitico.
Il settore delluso degli attrezzi e delle armi litici (e non solo questo) studiato
indirettamente, con i metodi della tribologia tracciologia, della tafonomia, e
direttamente, con i metodi dellarcheologia sperimentale, al fine di identificare le
occupazioni e le operazioni dove sono stati utilizzati e le tracce rimaste (anche) a
seguito del loro utilizzo. Queste sono, spesso, relative a causa dei limiti dellanalisi
tecnica, del grado di preparazione degli specialisti, dellimpossibilit di conoscere in
modo approfondito le operazioni e i gesti tecnologici delle popolazioni preistoriche e
protostoriche, delle differenze di cultura tecnologica e di esperienza degli artigiani e
delle comunit, della complementariet tra lutensileria / le armi litiche e quelle
osteologiche e di legno (viste in tutte le fasi delle operazioni di ottenimento, lavorazione
e uso degli attrezzi di pietra ecc.).
Con la ricostituzione della catena operazionale (del processo tecnologico) si
tenta di ridare vita (gli obiettivi, gli intenti, i procedimenti e le realizzazioni umane
eneolitiche) alle vestigia archeologiche altrimenti immobili, tecnicistiche e, in gran
misura, inaccessibili.
Luso del concetto di chane opratoire nello studio dellutensileria litica della
civilt Precucuteni-Cucuteni permette di chiarire le antiche tipologie e di evitare di costruirne
delle altre, pi o meno scientifiche, andando oltre la semplice classificazione degli oggetti di
pietra e si svela delle dimensioni sociali dietro a questi artefatti.
In queste condizioni, sempre pi stringente la costruzione / lideazione di progetti
interdisciplinari di ricerca archeologica e la loro messa in opera, che tenga conto del
prelevamento e dello studio degli artefatti litici per ottenere nuovi risultati archeometrici, che
siano utilizzati in ricostituzioni storiche complesse.

II. Fonti di materie prime litiche delle comunit Precucuteni e Cucuteni
La conoscenza delle fonti di materia prima litica utilizzati dalle comunit
Precucuteni-Cucuteni per confezionare attrezzi e armi specifici ha una particolare
importanza per stabilire il livello tecnologico da loro raggiunto, per comprendere le


Dumitru BOGHIAN



42
quantit e le propriet delle rocce veicolate / utilizzate (da cui dipendevano le modalit
di scheggiatura, di ritoccamento, di levigazione, di perforazione, la funzionalit e la
produttivit degli attrezzi e delle armi), nonch per lo studio degli scambi e del
dinamismo di queste comunit.
Allo stesso tempo, si possono stabilire le modalit di approvvigionamento
(ottenimento diretto, locale, scambio a brevi o grandi distanze ecc.) e gli spazi dove
circolavano le rocce e i prefabbricati, nonch il modo in cui erano introdotti negli
insediamenti e la diffusione dei prodotti finiti. Direttamente legata alle fonti e ai tipi di
materia prima e alle propriet delle rocce , come abbiamo gi mostrato, la definizione
dei vari tipi di scheggiatura utilizzati dalle comunit Precucuteni-Cucuteni quello
abituale (quotidiano, allinterno di ogni sito) e quello specializzato (nelle zone con
risorse litiche e atelier).
Naturalmente, ci sono difficolt oggettive nel determinare i tipi di roccia utilizzati
da queste comunit eneolitiche (si vedano le rocce calcinate, quelle patinate); spesse
volte si tenta empiricamente di determinare questi tipi, macroscopicamente, senza
consultare i petrologi. In queste condizioni, sempre pi perentorio un approccio
interdisciplinare dello studio delle materie prime litiche utilizzate dalle comunit
Precucuteni e Cucuteni (attraverso la collaborazione tra archeologi e geologi / petrologi
/ petroarcheologi) e lestensione delle determinazioni microscopiche, fisico-chimiche e
spettometriche (non-distruttive), come quelle del progetto Archeoinvest dellUniversit
Al. I. Cuza di Iai
2
, lestensione delle ricerche tribologico tracciologiche, funzionali e
sperimentali, nonch lo sviluppo di una scuola che formi specialisti in questo settore.
Gli sforzi degli specialisti, anche se non sempre coerenti, sono riusciti a rendere
evidenti alcuni fonti di materia prima litica, utilizzati dalle comunit Precucuteni-
Cucuteni nellarco del loro sviluppo, le tecnologie di fabbricazione (tagliamento /
scheggiatura, ritoccamento, perforazione e levigazione / finitura) e la tipologia degli
attrezzi e delle armi di pietra
3
.
Ci nonostante, resta a raggiungere tutta una serie di obiettivi che riguardano il
superamento delle visioni classiche di ricerca dellutensileria litica, la promozione su
grande scala degli studi tribologico-tracciologici, funzionali e sperimentali, la definizione

2
http://arheoinvest.uaic.ro; http://arheoinvest.uaic.ro/lab_geoarh_sectii.htm.
3
Mari nescu-Bl cu 1974; 1981, Mari nescu-Bl cu, Crciumaru, Muraru 1985, 643-687; 1981, 7-
33; Mari nescu-Bl cu, Bolomey, Crciumaru, Muraru 1984, 41-46; Cuco, Muraru 1985, 605-642; 1987,
193-200; Boghian 1995, 7-42; 1996a, 4-36; 1996b, 277-342; Korobkova 1987; 1974; Skakun 1985, 33-45;
1990, 43-45; 1996a, 223235; 1999, 133-135; 2000; Skakun, Maleeva, A. Samzun 2002, p. 238-239;
Sorokin 1991a; 1991b, 401-419 ; 2002, 67-84; Cotoi, Grasu 2000; Cotiug, Cotoi 2004, 337-351; urcanu
2006, 131-154; Bodi 2005, 373-384; 2006.



DI alcune fonti di materia prima

43
con precisione, attraverso indagini microscopiche, analisi fisico-chimiche e spettrali
(con bollettini di analisi), delle fonti litiche, dato che le determinazioni macroscopiche
non sono pi sufficienti, la creazione di litoteche e banche dati con i tipi e le variet di
rocce utilizzate da queste comunit eneolitiche, cos come si conoscono in molti stati
sviluppati del mondo.
*
Passando alla discussione vera e propria sulle materie prime litiche, facciamo
constatare che, tra le rocce sedimentarie utilizzate in misura prevalente dalle comunit
Precucuteni-Cucuteni (oltre il 90% dellinsieme degli artefatti specifici), per la
fabbricazione della loro utensileria da scheggiatura, si notano: le silici (chert, incidenti
silicei in massa di argilla) e la selce, le chaille, gli opali, i diaspri, le meniliti (Fig. 1) e le
quarziti
4
. La maggior parte delle rocce utilizzate, indipendentemente dalla loro natura,
proveniva da aree-fonti che si trovavano allinterno della zona di Precucuteni-Cucuteni
(fonte est-carpatica, nei letti dei fiumi pi grandi o pi piccoli), potendo essere
considerati sia materie prime locali o delle vicinanze di questo spazio (Fig. 2, 3), come
materie prime e artefatti di importazione.
Le silici di qualit superiore, soprattutto la selce e le sue variet, hanno delle
qualit fisico-meccaniche particolari (rottura concoide facile e tagliente, coefficiente di
durezza alto 7 su scala Mohs) e sono presenti e relativamente abbondanti nella zona
di diffusione di queste comunit.
Purtroppo le fonti di selce dello spazio di Precucuteni-Cucuteni sono
pochissimo conosciute nella letteratura estera geologico-petrografica e la zona di
questo complesso culturale compare come una macchia bianca sulle mappe delle
risorse litiche utilizzate dalle comunit neolitiche ed eneolitiche
5
.
Tra le variet di selce utilizzate prevalentemente dalle comunit eneolitiche est-
carpatiche, si notano: la selce detta del Prut e quella detta del Nistro e la selce detta
volhyno-podoliana, considerate locali nella zona Precucuteni-Cucuteni, trasportate, a
volte, su notevoli distanze (come materia prima e prodotti finiti) e la selce di
importazione, detta balcanica (in realt della Dobrugia e del nord-est bulgaro), di cui
parleremo per esteso nel presente lavoro.
II. 1. La selce detta del Prut
La selce detta del Prut fa parte della categoria delle rocce silicee locali e
comuni nellambiente Precucuteni-Cucuteni, dove stata sfruttata sin dal Paleolitico e

4
Sorrell 1973, 206-209; Anastasiu 1977, 306-320; Gridan 1983, 77-90; Mutihac, lonesi 1974.
5
http://www.flintsource.net/.


Dumitru BOGHIAN



44
diffusa, sin da allora, su un ampio territorio
6
. Si trova in affioramenti aperti, lungo il
corso medio del Prut (tra Liveni, Rdui-Prut, Mitoc, Ripiceni e tefneti), dove
ancora oggi pu essere raccolta sotto forma di ciottoli di varie dimensioni, con o senza
cavit / geodi di quarzo o carbonato di calcio
7
.
Non da escludere che alcuni affioramenti si trovino anche lungo alcuni
affluenti a destra o a sinistra del corso medio del Prut (per esempio, la cosiddetta selce
di Ibneti, i depostiti della regione di Nisiporeni
8
). Ciottoli a rulli di selce del Prut, di
dimensioni medie e grandi, sono stati trasportati a valle dalle acque del fiume e si
riscontrano, in proporzioni diverse, nella ghiaia del fiume, fino a Galai.
det mesozoica (cretacica-cenomaniana) e miocena (bugloviana), con vari
colori, secondo gli strati di calcari e di sabbia in cui si trova, le cui sfumature variano
dal bianco-latte al grigio chiaro con pigmentazioni biancastre, grigio-giallastri, bruno-
grigiastro, al nero traslucido oppure opaco, con o senza pigmentazioni (Fig. 4A, 7A/2-
3a-b).
stato intensamente sfruttato sin dal Neolitico (dalle comunit delle culture
Cri-Starevo e della ceramica lineare tarda), mentre il fiorire di alcuni insediamenti
della civilt Cucuteni nella depressione del Prut medio / Pianura della Moldavia (della
Jijia e di Bli) lo si deve, senzaltro, anche allesistenza e alla gestione superiore di
questa risorsa litica.
Le comunit l insediate sono diventate fornitrici di materia prima e, soprattutto,
di prefabbricati e prodotti finiti per altri gruppi umani delle zone circostanti, vicine
(soprattutto nella zona subcarpatica, carpatica e nella parte centrale e di sud della
Moldavia, a destra e a sinistra del fiume) o lontane (nelle depressioni intracarpatiche
abitate dalle comunit di Ariud: Ariud, Puleni, Malna ecc.)
9
(Fig. 8-9, 11-13) o a
notevoli distanze, negli ambienti delle culture Tiszapolgr e Bodrogkeresztr, nella
pianura della Tisa e del Danubio medio
10
.
La selce del Prut prevalente nellambito dellutensileria litica scheggiata nei
siti di questa zona: Isaiia, Trgu Frumos, Trueti, Drgueni, Cuconetii Vechi,

6
Punescu 1970; 1998, p. 47-60; 1999, 45-48; Chirica et alii 1996; Ryzhov et alii 2005, 17-25;
Stepanchuk, Petrougne 2005, 38-45.
7
Rdulescu, Anastasiu 1979, 147-149; Albu et alii 1960; Muraru 1990, 149-159; 2000, 59-60;
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2006, 19, fig. I.
8
http://ro.wikipedia.org/wiki/Raionul_Nisporeni.
9
In base ai materiali forniti da Sandor Jozsef Sztancsuj (Museo Nazionale Siculo), che
ringraziamo anche in questo modo; http://www.muzeul-carpatilor-rasariteni.ro/carheo/pauleni/ pauleni.htm;
Malna-Bi (Lszl 1998, Tav. XXI/1-5, 10).
10
Bir 1998, 97-98 (cultura Herpaly); Kasztovszky et alii 2002, 43-44.



DI alcune fonti di materia prima

45
Vorniceni, Roman, Cucuteni, Feteti
11
e in altri siti vicini (100-150 km) alla fonte. La
quantit di questa roccia diminuisce nei siti subcarpatici e carpatici, in alcuni casi sotto
il 50% del totale del materiale litico, dove stato sostituito da silicolito, chaille, diaspri,
arenarie ecc
12
(Fig. 5).

II. 2. La selce detta del Nistro
della stessa et mesozoica (cretacico-cenomaniana), assomiglia moltissimo
alla selce del Prut e proviene dagli stessi depositi di selce, ma, essendo tagliati dai
percorsi dei due fiumi, sono chiamati diversamente. Riteniamo perci che si possa
introdurre una terminologia unica, nella forma di selce pruto-nistriana.
In questo senso, macroscopicamente, presenta gli stessi colori (sfumature)
della selce del Prut (bianco opaco, grigio chiaro, nero-grigiastro, nero con
pigmentazioni biancastre ecc.), la stessa buona rottura concoide, omogeneit e
durezza, fatto che ne ha determinato una facile lavorazione (Fig. 4B, 6A/2-3).
I depositi di selce si trovano su entrambe le sponde del corso superiore del
Nistro (si vedano le cave sotto forma di fosse-pozzo in alcuni punti della regione Ivano
Frankovsk) e di quello medio (il sito di Bila Gora, vicino al villaggio di Studenica (nella
provincia di Kamjanec-Podilsk, regione di Hmelnicsk)
13
, Komariv, Cormani, Ojevo,
Polivanov Jar III (regione di Cernui)
14
. Allo stesso tempo, non da escludere luso di
depositi di selce che si trovavano lungo i percorsi di alcuni affluenti a sinistra e a destra
del Nistro, come laffioramento cenomaniano di Naslavcea (valle del fiumicello
Chiru, a 3 km a monte dalla confluenza con il fiumicello Brnova, a ovest da s.
Naslavcea (provincia di Ocnia, ex provincia di Edine), dove si possono vedere grandi
blocchi di selce grigia e bruna
15
.
Pezzi litici lavorati di questo tipo di materia prima sono stati scoperti sia nei siti
della zona est che nella zona ovest del complesso culturale Precucuteni-Cucuteni, a
riprova della circolazione dei prodotti e, soprattutto, dei prodotti finiti, associati a volte
nei depositi (Fig. 8-9, 11-13).


11
Boghian, Tudose 1994, 147-157; Boghian et alii 2003, 323-325; 2004, Tav. 4-10/1-2; 2005 Fig.
14-18; Florescu, 1999, 232; Muraru, 2000, 59-60; Sorochin, 2002, 67-84; adurschi et alii 2004; Popovici et
alii 1992, 24, Fig. 29.2-3, 6, 30.1-9; Vleanu, 2004, 136-137.
12
Cuco 1999, 59-60, 188-189.
13
Bibikov 1953, 78-80; 1966, 3-6; Videjko 2004, 47-48.
14
Zbenovici 1989, 47; Passek 1950, 40-56; 1961; erny 1967, 60-67; Vinokur e talii 1984, 57, 135,
154, 157; Videjko 2003, 48-51; Petrun 2004, 199-218.
15
http://geo.dnt.md/2/.


Dumitru BOGHIAN



46
II. 3. La selce detta volhyno-podoliana
Questa variet di selce proviene dal nord-ovest dellaltopiano che porta lo
stesso nome (si vedano le scoperte nella zona del villaggio di Bodaki, sul fiume Gorini,
regione di Ternopil, quelle della provincia di Dubno e i depositi della regione di
Jitomir)
16
.
Ha varie sfumature: grigio striato (bandato), grigio scuro, bruno, nero, a volte
traslucido (Fig. 6A/1, 4-6, 7A/1a-b). Si trova sotto forma di ciottoli e concrezioni di
grandi dimensioni, a volte oltre i 30 cm, che hanno permesso di ottenere lame di grandi
dimensioni (per i pezzi di prestigio), assomiglianti a quelli della selce detta balcanica.
Questa variet di selce si trova sotto forma di prodotti finiti, associati a volte in
accumulazioni di beni, fino agli insediamenti e alle necropoli eneolitiche del sud-est
della Slovacchia e del nord-est dellUngheria (Tiszapolgar e Bodrogkeresztur)
17
,
nellambito del gruppo orientale della cultura dei bicchieri con la bocca a forma
dimbuto (Trichterbecher-Kultur/Funnel Beaker Culture, scambiati per pezzi di ambra
18
)
o nei siti intracarpatici dellaspetto regionale Ariud
19
, proprio tra i pezzi inclusi nel
deposito/tesoro di Ariud (15 pezzi litici)
20
(Fig. 10). Considerato il dinamismo delle
comunit Cucuteni della fase B, anche nella parte settentrionale (Podolia e Volhynia),
al limite con quelle di Trichterbecher-Kultur, crediamo che ci sia stata persino una
concorrenza pacifica e, soprattutto, non pacifica per la conquista, la gestione e lo
sfruttamento dei benefici di una simile risorsa (forse anche di altre risorse).

II. 4. La selce detta balcanica
una selce comune per lintera piattaforma cosiddetta prebalcanica (piuttosto
mesica del nord della Bulgaria e Dobrugia), essendo del cretaceo superiore
(Campanian-Maastrichtiano) e

del paleogene (Luteziano)
21
. I giacimenti sono molto
diffusi nel nord-est della Bulgaria e nel sud-est della Romania, soprattutto nella
Dobrugia centrale e meridionale e si trovano nelle aperture dei vari massicci e rocce
calcaree e nei letti di alcuni fiumi.
Dal punto di vista macroscopico, di colore bruno-giallastro (ocra), giallo come
il miele, con macchie bianche, grigi, marrone-rossastri, marrone-giallastri, grigi scuro,

16
Skakun 1990, 43-45; 1996e, 223235; 1999, 133-135; Videjko 2003, 49; Petrun 2004, 199-218.
17
Bir 1998, p. 97-98 (cultura Herpaly); Kasztovszky et alii 2002, 43-44.
18
Hoika 1998, www.comp-archaeology.org/HoikaSAA1998.htm.
19
In base ai materiali forniti da S.J. Sztancsuj (Museo Nazionale Siculo), a quale ringraziamo
anche in questo modo.
20
Sztncsuj 2005, 91, Fig. 2.
21
Mutihac 1990; Dragastan et alii 1998; Hait, Tomescu 1997, 132-135.



DI alcune fonti di materia prima

47
granulazione fine della silice, con struttura omogenea e disomogenea, varie densit e
variet diverse, a seconda dei modelli delle macchie e delle strisce (Fig. 7B). Per
questa variet stato utilizzato anche il sintagma selce di Madara, dai giacimenti di
questa localit, vicino a umen (NE della Bulgaria)
22
, anche se vi sono conosciute oltre
50 fonti simili.
Alcuni giacimenti hanno potuto offrire ciottoli di ottima qualit e di dimensioni
notevoli, per un taglio specializzato, ottenuti forse per attivit di miniera, come sarebbe
quella chiamata di Ravno, a nord e nord-est di Razgrad; altri, scomparsi a seguito della
distruzione dei massicci calcarei per lottenimento della calce, sono stato gestiti, in
questo periodo, dalle comunit Boian-Gumelnia, in continuit con tradizioni precedenti,
che datano dallinizio del Neolitico, quando da questa zona si approvvigionavano con
prodotti finiti (soprattutto lame), le comunit meridionali della Romania, orientali della
Bulgaria e del nord-est della Grecia
23
, nonch quelle del est e sud-est della
Transilvania, Moldavia e Ucraina, trattandosi di scambi su distanze medie e lunghe, tra
vari ambienti culturali (Fig. 8-9, 11-13).

III. Lo sgrossamento litico Precucuteni-Cucuteni
Secondo le caratteristiche delle variet di selce utilizzata, sono stati adoperati,
dalle comunit eneolitiche est-carpatiche, vari tipi di scheggiatura e/o ritoccamento.
Cos, per ottenere prefabbricati lamellari e schegge regolari, si utilizzava pi raramente
la scheggiatura diretta, con laiuto dei percussori morbidi, e spesso la scheggiatura
indiretta, con laiuto di un percussore e di un punzone (chasse-lame) di legno duro,
osso (?) o corno
24
, che permetteva un controllo efficiente del risultato della
scheggiatura. Sembra che la scheggiatura indiretta sia stata ben conosciuta e
applicata ampiamente in tutti gli insediamenti Cucuteni, presupponendo una certa
specializzazione locale.
In parallelo, negli insediamenti posti nelle zone di alcuni importanti giacimenti di
selce: Prut-Nistro, zona podolo-volhyniana (per le comunit Precucuteni-Cucuteni-
Tripolie), Vistula, i depositi / giacimenti di selce bandata dalla parte sud della Polonia
(presso le comunit Trichterbecherkultur), la piattaforma prebalcanica e della Dobrugia
(presso le comunit Gumelnia - Karanovo VI - Kodjadermen - Dikili Tash) esistevano
artigiani specializzati, che, grazie alle particolari risorse (ciottoli di grandi dimensioni) e

22
Elster, Renfrew 2003, 490-495.
23
Gatsov 2006, 43-52; Baykal-Seeher 1990; Nachev, Kanchev 1984; 1986, 81-83; Seferiades
1995, 95-128; Sirakova 1998; Sirakov, Tsonev 1998, 241-264; Manolakakis 2005; Bruchev et alii 2004, 16.
24
Pelegrin et alii 1991, 63-73.


Dumitru BOGHIAN



48
a una tecnologia ed esperienza superiori, scheggiavano con molta pi cura la materia
prima, soprattutto attraverso pressione. In questo senso si utilizzavano, probabilmente,
com stato dimostrato anche in via sperimentale e etnologica, stampelle pettorali o
da spalla / pression la bequille e/o un sistema di leve / pression au levier (con laiuto
di una sbarra grossa, di lunghezza massima di 3 m, attraverso la quale si premeva un
punzone di corno di cervo o di rame, applicato sul piano di pressione / di scheggiatura,
su un nucleo attentamente preparato, trattato termicamente - riscaldato)
25
. Allo stesso
tempo, si utilizzavano vari accessori per il fissaggio dei nuclei, affinch lottenimento
dei prefabbricati si facesse in condizioni di precisione e di sicurezza.
In questo modo, si realizzava una produzione specializzata, con lame
particolarmente regolari, di grandi dimensioni, che potevano essere, come beni
pregiati, oggetto di scambio sotto varie forme: locale, regionale e sovraregionale, come
sono noti nei Balcani (le lame delle ricche tombe della necropoli di Varna
26
e quelle per
lame da falce, pugnali e tribulum
27
), o, in Oriente (la scheggiatura delle grandi lame
cananee per tribulum, risalenti allet dellEneolitico e allet del Bronzo
28
).
Di questi tipi specializzati di scheggiatura parlano anche i nuclei con un solo
piano di scheggiatura (piramidali / quasi piramidali e conici / quasi conici) e con due
piani di scheggiatura (cilindrici / quasi cilindrici e prismatici / quasi prismatici), con
tracce (negative) estremamente regolari degli stacchi lamellari standardizzati. Tutte
queste acquisizioni hanno avuto come conseguenza anche una gestione superiore
delle risorse litiche di buona qualit, appunto per uneconomia superiore della
scheggiatura
29
, per cui si ottenevano facilmente prefabbricati standardizzati,
soprattutto lame particolarmente regolari, di grandi dimensioni, che presuppongono
esperienze tecnologiche particolari di alcuni scheggiatori eneolitici.

In discussione delle tecniche di scheggiatura eneolitica bisogna rilevare anche
la complementariet tra lutensileria litica e quella osteologica, di corno
30
, legnosa o
metallica (martelli/percussori morbidi di corno di cervo, leve, punzoni / chasse-lame,
presse, ritoccatori).

25
Texier 1982, 57-64; Pelegrin 1999, 606-607; Inizan, Lechevallier 1996, 145-152.
26
Manolakakis 1996, 119-123; 2000/2001, 69-75; http://www.mae.u-paris10.fr/Cahiers/FMPro?-
db=cahiers.fp5&-format=detailfasc.htm&-lay=cahiers&Theme=Th%E8me%202*&recid=32934&fiind=#
images.
27
Semenov 1949, 151-154; 1954; 1974; Skakun 1981, 59-64; 1982, 94-97; 1984, 83-92; 1985,
33-42; 1987; 1992, 289-303; 1993a, 161-169; 1993b, 4-24; 1993c, p. 52-54; 1993d, 139-145; 1996a, 152-
164; 1996b, 142-158; 1996c, 223-235; 1996d, 124-128.
28
Anderson, Inizan 1994, 85-103.
29
Perls, 1991, 35-45.
30
Lompre, Negroni 2006; http://www.mmsh.univ-aix.fr/ecoledoctorale/trjca/alomprenegroni.htm.



DI alcune fonti di materia prima

49
Simili nuclei, soltanto preparati o in vari stadi di esecuzione, sono stati rinvenuti in
tutti i siti Precucuteni e Cucuteni, indicando una ben costituita pratica di scheggiatura
lamellare. Molti nuclei presentano un cambiamento dellorientazione dei piani di
scheggiatura, arrivando a un aspetto amorfo e sono finiti per essere trasformati in
percussori, macinini, proiettili. Altri sono stati scheggiati intenzionalmente per acquisire
un aspetto fusiforme accentuato o a forma di matita pi grossa, essendo utilizzati come
pressatori e ritoccatori, nel processo di lavorazione della selce e di altri materiali litici.
Dato il grado di specializzazione della scheggiatura Precucuteni e Cucuteni, si
pu mostrare che siamo alla presenza di un mestiere specializzato, che si praticava sia
in atelier veri e propri, molto probabilmente nellambito di alcune famiglie e tramandato
di generazione in generazione, sia nelle zone fonte di materia prima: Bodaki (regione
di Ternopol), Polivanov Jar III/1 (abitazione 1 58 nuclei prismatici, 14 prefabbricati
(abbozzamenti) per asce/scuri, percussori, ritoccatori, 470 lame), Kriniiki, Kormani,
Ojevo, vanec-orb, Volokoe, Gaidamackji Jar, Nezvisko
31
; sia in ogni insediamento:
Tg. Frumos (fase Precucuteni III), Hbeti (abitazioni 1 e 20), Trueti (i rifiuti della
scheggiatura delle fosse 41, 60 e 74, le ultime due vicino allabitazione XVI), Drgueni
(abitazione 16 bis) ecc., indicando rapporti dinamici tra le fonti di materia prima e gli
insediamenti pi vicini o pi lontani.

IV. Conclusioni
Per concludere, si pu mostrare che le nuove ricerche interdisciplinari,
effettuate in altre parti del mondo, hanno contribuito moltissimo allampliamento del
nostro orizzonte sul livello tecnologico raggiunto dalle comunit neolitiche ed
eneolitiche in generale. La promozione con pi coraggio delle ricerche interdisciplinari
anche nellarcheologia rumena, compresa la ricerca dellutensileria litica prodotta dalle
comunit Precucuteni Cucuteni, e non solo, attraverso la creazione di scuole
petroarcheologiche e di tracciologia sperimentale (ovviamente teniamo in
considerazione anche le altre direzioni), con specialisti ben formati, che agiranno in
conformit a progetti di ricerca specifica, contribuir senzaltro alla migliore conoscenza
di questo settore complesso, con implicazioni sui molteplici piani della vita eneolitica.




31
Videjko 2003, p. 48-51.


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70




Fig. 13. Reperti litici realizzati da variet di selce, scoperti a Trgu Frumos
(Precucuteni III) (apud Boghian et alii 2005)



I MANUFATTI SEMILUNATI FORATI DELLA CULTURA
CUCUTENI E IL PROBLEMA DEI RAPPORTI CULTURALI SU
LUNGA DISTANZA

Alberto CAZZELLA*

Key words: Crescentic artefacts, Cucuteni, Europe Anatolia, long distance connections
Manufatti semilunati, Cucuteni, Europa Anatolia, rapporti su lunga distanza
Piese semilunare, Cucuteni, Europa-Anatolia, legturi la mare distan

Riassunto: I manufatti semilunati della cultura di Cucuteni hanno somiglianze in oggetti che
cominciano a essere usati nel V IV millennio cal. BC in diverse regioni europee e che
continuano a essere attestati nei millenni successivi, anche in Anatolia. In particolare per quel
che riguarda la prima fase, la presenza di manufatti semilunati (pesi da telaio?) in regioni anche
molto lontane tra loro costituisce lo spunto per accennare al problema dei fenomeni di
circolazione di modelli tecnici su lunga distanza.
Abstract: The crescentic artefacts of the Cucuteni culture are similar to objects used from the
5
th
and 4
th
millennium BC in various European regions; they are still used in some areas,
including Anatolia, in the following millennia. As regards particularly the first phase, the
presence of crescentic artefacts (loom weights?) in very far regions is a stimulus to deal with the
problem of the phenomena implying the long distance diffusion of technical models.
Rezumat: Piesele seminlunare de lut ale culturii Cucuteni au analogii n obiecte utilizate cu
ncepere din mileniile V-IV n diverse regiuni ale Europei; n unele zone, inclusiv Anatolia, ele au
fost folosite i n mileniile urmtoare. Prezena pieselor semilunare (greuti pentru rzboiul de
esut?) n regiuni foarte ndeprtate constituie, ndeosebi pentru prima lor faz de utilizare, un
motiv pentru a sublinia problema circulaiei modelelor tehnice la mare distan.

In recenti lavori, il Prof. Ursulescu ha dato un importante contributo alla
discussione sui manufatti semilunati forati in ceramica, rinvenuti in alcuni siti della
cultura di Cucuteni, affrontando sia il tema della loro ampia diffusione e della loro
cronologia, sia quello della loro funzione
1
. In questa sede vorrei riprendere in esame
l'argomento, in parte proseguendo la ricerca gi iniziata, in parte formulando ipotesi
divergenti. Questi elementi in genere sono stati interpretati come pesi, in particolare
per il telaio, mentre il Prof. Ursulescu non esclude una loro funzione simbolica. Il

* Facolt di Scienze Umanistiche Universit di Roma "La Sapienza", via Palestro 63, Roma
00185; a.cazzella@virgilio.it
1
Ursulescu 1997; 2000. Per un primo studio di carattere comparativo ad ampio spettro, anche se
condizionato dalle conoscenze e dalle impostazioni metodologiche del momento, si pu ricordare
Cornaggia Castiglioni 1956, pp. 60-62. Desidero ringraziare il Prof. Ursulescu per l'ampia disponibilit
dimostrata nell'incoraggiare questa ricerca.




Alberto CAZZELLA



72
motivo principale alla base di questa ipotesi alternativa appare legato alla rarit del loro
rinvenimento. Daltra parte, proprio la loro ampia diffusione, come si vedr
successivamente in dettaglio, in altri contesti europei e del Vicino Oriente, diversi per
caratteri generali e in parte anche per cronologia, e in alcuni casi il contesto di
rinvenimento, potrebbero far pensare che si tratti di un elemento connesso con un uso
pratico (il rapporto con il telaio resta il pi probabile, ma non del tutto certo), che ebbe
inizio in un determinato momento, da definire con maggiore precisione, ma che in
alcune aree continu a lungo. Un'accettazione ampia in senso spaziale e temporale di
elementi simbolici, in rapporto con ambienti culturali molto diversi, lontani nel tempo e
nello spazio, mi sembra pi improbabile.
Come accennato, la parte di Europa in cui tale elemento si ritrova nellambito di
un periodo relativamente corrispondente (fig. 1), ampia. Il Prof. Ursulescu ha gi
raccolto molti dati, che prover a sintetizzare, aggiungendo qualche altro rinvenimento
analogo.
I cinque esemplari della cultura di Cucuteni da Prhutsi (distretto di Suceava),
Roma (distretto di Botoani) e Trgu Ocna (distretto di Bacu) sono attribuibili alla fase
B, che indicativamente si dovrebbe collocare nella prima met del IV millennio in
cronologia radiometrica calibrata. Sono lunghi fra i 15 e i 20 cm; quattro su cinque
pesano oltre 600 g, mentre uno non raggiunge i 400 g. Quest'ultimo stato realizzato
con aggiunta di paglia e presenza di cereali; il colore giallastro non fa pensare a una
cottura particolarmente buona, mentre i tre esemplari da Roma sono di colore
rossastro, realizzati con aggiunta di chamotte e di elementi vegetali, con presenza
anche di semi di cereali. In quest'ultimo sito i tre pesi semilunati sono stati trovati in un
angolo della struttura 2, di circa 70 mq, priva di focolare, insieme con altri pesi di forma
diversa (piramidali, circolari appiattiti).
Manufatti in parte simili ai pesi semilunati, ma con base piana e in alcuni casi
fori longitudinali invece che trasversali, sono riferibili alla fase II-III di Slcutsa
2
, in
Oltenia, indicativamente contemporanea.
Quest'ultimo tipo stato rinvenuto nellambito della penisola balcanica anche a
Suplevac
3
, in Pelagonia, in un periodo corrispondente, e a Maliq, fase I
4
, in Albania,
insediamento che dovrebbe essere un po' pi antico, da porre almeno intorno alla met
del V millennio. Nella fase II del medesimo sito albanese, da collocare nella seconda

2
Ursulescu 1997, 77, pone in evidenza le differenze rispetto al tipo semilunato.
3
Tasi 1979, 103, tav. XII, 7.
4
Prendi 1976, 63, tav. XII, 20.




Manufatti semilunati forati della cultura Cucuteni

73
met del V millennio inizio del IV (il livello IIa datato 4460-4250 cal. BC)
5
,
documentato anche il tipo semilunato
6
.
Alcuni manufatti a base piana dalla Tessaglia conservati presso il museo di
Volos sono stati riferiti al periodo Dimini da F. Prendi
7
: se l'attribuzione cronologica
fosse corretta risalirebbero alla prima met del V millennio e potrebbero costituire
l'attestazione pi antica insieme con quella di Maliq I. Al III millennio riferibile invece il
rinvenimento dell'Antico Elladico IIb da Tirinto, nel Peloponneso
8
.
Pesi semilunati si ritrovano in Bulgaria in un periodo ancora pi recente, in siti
riferibili alla media (Nova Zagora, strato V) e alla tarda et del Bronzo (Razkopanica)
9
.
La documentazione di pesi semilunati diviene pi consistente andando verso
nord-ovest, con scarse presenze intermedie. Si hanno attestazioni (con peso stimato
che arriva quasi a 800 g) nell'Ungheria sud-occidentale a Bak
10
, contesto collocabile
tra la fine del V e gli inizi del IV millennio cal. BC, e una segnalazione dal Carso
sloveno, a Kevderc
11
, assegnata per a un momento pi recente, da collocare nella
seconda met del III millennio. Pi problematica l'attribuzione di un rinvenimento
dalla grotta delle Gallerie
12
, nella Venezia Giulia. Pesi semilunati si ritrovano in siti del
Veneto (Castelnuovo di Teolo)
13
e del Trentino (La Torretta di Isera 2)
14
, riferibili al
Neolitico Tardo.

Una particolare frequenza si ha per il sito tardo-neolitico della Lagozza
(datazioni radiometriche nell'ambito del IV millennio): Guerreschi cita 27 esemplari
15
, di
cui 9 interi, con un peso medio di 700 g, ma nei primi scavi se ne trov circa un
centinaio, e in particolare due gruppi concentrati di 12 e 30 esemplari
16
. Sembrano
essere stati prodotti con aggiunta di paglia e cotti in modo sommario, con superficie
chiara e sezione scura. Meno numerosi sono i rinvenimenti nel sito, riferibile allo stesso
aspetto culturale, dell'Isolino di Varese
17
.

5
Guilaine, Prendi 1991.
6
Prendi 1982, 35-36, fig. 10.
7
Ibidem, 46, n. 30.
8
Weisshaar 1981, 237, fig. 77, 7 e 82, 7.
9
Kull 1988, n. 860, cita esemplari da Stara Zagora e Razkopanica.
10
Ursulescu 2000, 20.
11
Borrello 1984, 39.
12
Al di l del problema della difficolt di stabilire una precisa attribuzione cronologica, dal momento
che la grotta stata utilizzata per un lungo periodo di tempo e mancano sicuri riferimenti stratigrafici, va notato
che l'esemplare, frammentario, si distingue per la forma sub-rettangolare, con un foro presso un angolo e per la
qualit depurata dell'impasto: Gilli, Montagnari Kokelj 1993, 152, fig. 24, 169.
13
Biagi 1984.
14
Pedrotti 2001, 159.
15
Cornaggia Castiglioni 1955, 5-8; Guerreschi 1967, 185-189.
16
Guerreschi 1967, 185.
17
Idem 1977, 93, 410, tav. S.




Alberto CAZZELLA



74
Ben datati, grazie alla dendrocronologia, sono alcuni esemplari dalla Germania
meridionale (Reute-Schorrenried, Bodman, siti posti tra il Lago di Costanza e il
Federsee, datati tra 3740 e 3650)
18
, che si aggiungono all'esemplare pi settentrionale
da Melchendorf, presso Erfurt, ricordato dal Prof. Ursulescu
19
.
Altri esemplari provengono da grotte liguri (grotta dei Pipistrelli, grotta
dell'Olivo)
20
e da siti della Francia sud-orientale (Grotte de Pertus II, livello H;
rinvenimenti di superficie di Beauregard)
21
per cui il contesto di rinvenimento non ben
definito, ma che non sono incompatibili con un'attribuzione al Neolitico Tardo. Una
situazione analoga si ha per il sito di Pescale
22
, in Emilia.
Per quel che riguarda l'Italia centrale, i rinvenimenti sono scarsi: si possono
ricordare gli esemplari tardo-neolitici frammentari da Podere Casanuova presso
Pontedera, non lontano dalla foce dell'Arno (databili alla fine del V inizi del IV
millennio BC)
23
. Un frammento probabilmente attribuibile a un peso semilunato
proviene da Quadrato di Torre Spaccata
24
, presso Roma, insediamento tardo-neolitico
contemporaneo a Podere Casanuova, e uno pi sicuro dalla Grotta dei Piccioni
25
, in
Abruzzo, riferibile allo stesso periodo. Quest'ultimo viene definito in argilla cruda. Dai
livelli tardo-neolitici di Grotta dei Piccioni provengono altri tipi di pesi (tronco-piramidali,
irregolarmente conici, discoidali con foro presso il margine, almeno in alcuni casi in
argilla cruda)
26
.
Nei livelli eneolitici della medesima grotta
27
(databili tra la seconda met del IV
e gli inizi del III millennio BC) stato rinvenuto un peso a base piana, privo per delle
estremit rialzate caratteristiche degli esemplari di Slcutsa. Forse a questo si pu
ricollegare un frammento, mal cotto, dal riempimento del fossato eneolitico di Conelle
di Arcevia
28
, nelle Marche, riferibile allo stesso arco cronologico.
Ritornando pi ad est, si possono ricordare i manufatti semilunati dallAnatolia e
dalle isole antistanti, che coprono un arco di tempo ampio, almeno fino al Bronzo
Tardo, ma apparentemente a partire da un momento pi avanzato rispetto alla penisola

18
Borrello et alii 2002; Koeninger, Schlichtherle 2001, 41, fig. 1, 2, 4, 5A.
19
Ursulescu 2000, 21.
20
Almagro et alii 1955, 17, fig. 17; Borrello 1984, 39.
21
Courtin 1974, 78.
22
Malavolti 1951-52, 18, tav. II, 5.
23
Aranguren, Perazzi 1984, 308, fig. 4, 1: un frammento di elemento semilunato dalla struttura
beta; Aranguren et alii 1991, 176, 181: un frammento di forma non determinabile, accostato dagli autori al
precedente, dalla struttura delta 1.
24
Anzidei, Carboni 1995, fig. 50, 9.
25
Cremonesi 1976, 149, 183, 199, fig. 51, 2.
26
Ibidem, 198-199.
27
Ibidem, fig. 57.
28
Recchia 2003, 512, tav. 3.




Manufatti semilunati forati della cultura Cucuteni

75
balcanica, corrispondente con il locale Bronzo Antico, il cui inizio non dovrebbe risalire
oltre la seconda met del IV millennio. Tra i siti riferibili a quest'ultimo periodo
(prevalentemente a un momento non iniziale) si possono citare Afrodisia, livelli del
Bronzo Antico I, Troia II e Thermi IIIb, nell'isola di Lesbo, tutti con presenze
quantitativamente esigue
29
. Il sito meglio documentato quello di Demircihyk,
nell'Anatolia nord-occidentale, soprattutto in relazione a due momenti: quello pi antico
sopra citato e la media et del Bronzo (corrispondente indicativamente con i primi
secoli del II millennio BC). Per il primo momento la documentazione proviene
essenzialmente da un ambiente della fase E1
30
, dove sono stati rinvenuti insieme molti
pesi tronco-piramidali e otto semilunati. La situazione pu ricordare in parte quella
descritta per la struttura 2 di Roma (Romania).
Per il Bronzo Medio
31
i rinvenimenti sono pi distribuiti nei vari contesti e livelli
del sito, ma 12, di cui 5 frammentari, provengono da una struttura absidata. Appare
particolarmente interessante notare che le dimensioni degli esemplari del Bronzo
Medio sono pi piccole di quelle dei manufatti di forma simile del Bronzo Antico dal
medesimo insediamento e dai siti del V-IV millennio della penisola balcanica. Il peso
degli esemplari interi del Bronzo Medio oscilla tra i 110 e i 328 g, con la concentrazione
maggiore tra 100 e 200. B. Kull
32
analizza per confronto i pesi coevi da Karahyk:
anche qui la distribuzione di frequenza ha il suo massimo in relazione con lo stesso
intervallo, ma l'oscillazione complessiva pi ampia, non verso i valori maggiori, ma
verso quelli inferiori. Anche i pesi semilunati da Mersin X
33
, di cui si conosce solo la
lunghezza, e in particolare uno, lungo 4,7 cm, appaiono piuttosto piccoli. Tuttavia va
notato che anche i pochi pesi sopra ricordati dai siti del Bronzo Antico collegati alla
costa o insulari, come Afrodisia e Thermi, sembrano essere tendenzialmente pi piccoli
di quelli europei del V-IV millennio. La riduzione delle dimensioni, e quindi del peso,
potrebbe collegarsi con una modificazione delle tecniche di tessitura (se resta valido il
collegamento con tale attivit) o dei filati utilizzati, presumibilmente pi sottili in
rapporto con gli elementi semilunati: tale riduzione forse inizi negli ultimi secoli del IV

29
Afrodisia: Joukowsky 1986, 379-380, 560, tab. 132, fig. 403, 12; Troia: Blegen et alii 1950, fig.
369, riquadro in alto a destra, ultima fila in basso; Thermi: Lamb 1936, 159, tav. XXIV,31.61.
30
Korfmann 1983, 32, fig. 45.
31
Kull 1988, 200-205.
32
Ibidem, fig. 191.
33
Garstang 1953, 217, fig. 137. I pesi da telaio della seconda met del II millennio a Troia,
secondo un recente studio (Becks, Guzowska 2004), sono di tipo diverso e si ricollegherebbero con
modelli egei.




Alberto CAZZELLA



76
millennio nell'area egea orientale e si svilupp tra la fine del III e i primi secoli del II
millennio in Anatolia.
Considerazioni conclusive. Senza voler affrontare il problema, che pu
essere secondario, di definire quale sia la regione dove per la prima volta fu utilizzato
questo elemento (l'apparente priorit dell'area greco-albanese pu essere dovuta solo
alla casualit dei rinvenimenti), pu essere interessante notare che tra la seconda
met del V millennio e gli inizi del IV si era ormai affermato in unarea molto ampia. La
rarit della sua attestazione potrebbe in parte avere dovuto a fattori di conservazione:
non si pu escludere che, almeno in alcune regioni, i manufatti fossero in argilla cruda
e che si siano conservati solo in caso di incendio: spesso, quando sono descritti i
caratteri tecnici, si parla di manufatti mal cotti.
In ogni caso, anche se la distribuzione irregolare non dipende dal fattore
conservazione, si pu fare il confronto con quanto noto per altri manufatti in ceramica
legati a probabili attivit pratiche, con una diffusione e una cronologia in parte
corrispondenti. Il primo elemento cui si pu fare riferimento per un confronto costituito
dal coperchio di bollitoio troncoconico. E documentato, in base alle mie conoscenze, in
unarea che va dalla Romania e dalla Bulgaria, allEuropa centrale della LBK, allItalia,
in un arco cronologico che inizia nel V millennio, ma che prosegue ampiamente in
seguito
34
.
Un altro elemento, leggermente pi recente come prima affermazione (IV I
met del III millennio BC) e con una distribuzione in parte differente, il vaso "a
barilotto" (Bronzo Antico dellEgeo orientale, con possibili affinit funzionali fino alla
Palestina ghassuliana; Sziliget in Ungheria, con possibili affinit funzionali con altri
manufatti da contesti Baden, come i vasi a pianta ovale; Piano Notaro, nella Sicilia
orientale)
35
. Il persistere dell'uso di recipienti simili per produrre il burro fino a tempi
recenti documentato per l'Anatolia, con l'utilizzazione, per, di contenitori in legno
36
.
Per tutti tre i tipi di elementi citati si ha attualmente una distribuzione a macchie
di leopardo, senza poter seguire con certezza i passaggi intermedi dei modelli tecnici
che ispirarono la produzione degli oggetti presi in considerazione. Del resto, nelle aree
stesse in cui sono documentati, si tratta spesso di pochi esemplari, mentre le attivit

34
Una breve sintesi sul problema in Cazzella 2000, 108-109.
35
Una breve sintesi sul problema in Sfriads 1985, 218 e in Cazzella, Maniscalco (in stampa).
36
Sfriads 1985, nota 3 a p. 218, tav. XIV, 5, 6. Tra l'altro pu essere interessante notare che
nell'Anatolia degli anni '30, secondo Lamb 1938, 256, pesi di tipo semilunato erano ancora in uso per il
telaio.





Manufatti semilunati forati della cultura Cucuteni

77
cui erano presumibilmente collegati (la lavorazione del latte mediante esposizione a
calore, la produzione del burro ed eventualmente, per i pesi semilunati, qualche forma
particolare di tessitura), una volta introdotte, erano verosimilmente attuate con una
certa frequenza. Daltra parte sembra improbabile che tali attestazioni in pi regioni
siano solo il frutto di fenomeni di convergenza, dal momento che si tratta di elementi
piuttosto caratterizzati e che larco cronologico iniziale, anche se non del tutto
corrispondente nelle diverse regioni, pu avere momenti di sovrapposizione che vanno
a favore dellipotesi dellesistenza di fenomeni di trasmissione culturale, di cui ci
restano tracce molto deboli. Inoltre non si pu non notare un possibile collegamento
con l'affermazione in Europa dellinnovazione che ebbe maggiore rilevanza storica, al
di l del problema dellorigine autonoma o meno nella penisola balcanica, quella della
metallurgia, che tuttavia lasci tracce ben pi consistenti. Meno chiaro, ma da non
escludere, il collegamento con altri elementi, oltre allutilizzazione dei derivati del latte
ed eventuamente della lana, della c.d. rivoluzione dei prodotti secondari, che non deve
necessariamente dipendere totalmente da innovazioni originarie del Vicino Oriente
37
.
Tali elementi, insieme con altri, costituiscono comunque un indizio importante di
un fenomeno che ancora ci sfugge nel dettaglio, ma difficile da negare, di
comunicazione tra gruppi culturali che, attraverso passaggi mediati, pu aver
consentito come effetto finale una trasmissione su lunga distanza: non si tratta di
tornare a un'impostazione teorico-metodologica di tipo diffusionista, ma di affrontare
con consapevolezza critica l'esistenza di processi di circolazione di modelli tecnici che
sono stati acquisiti in contesti culturalmente differenziati e di comprenderne il ruolo.
In sintesi, tornando al tema specifico, mi sembra quindi probabile che i pesi
semilunati siano manufatti di carattere pratico e che la loro utilizzazione in unampia
parte dellEuropa e in Anatolia sia legata a unattivit (o meglio una particolare modalit
di svolgimento di un'attivit) che si afferm in modo ampio a partire dalla seconda met
del V millennio e che in alcune aree prosegu a lungo
38
. Sebbene sia riscontrabile solo
in pochi contesti, lontani nel tempo e nello spazio, il ricorrere stesso di numeri non
casuali come 8 o 12 pu far pensare a una relazione con qualche attivit pratica che
richiedeva una quantit precisa di manufatti
39
. D'altra parte non si pu escludere che la

37
Sherratt 1981, 1983, 1987.
38
Presenze riferibili all'et del Ferro si hanno, ad esempio, in Anatolia e nella penisola iberica:
Joukowsky 1986, 380, tab. 132; Borrello 1984, 39.
39
Si ricordano i siti per cui si hanno numeri definiti di gruppi di elementi semilunati: 3 a Roma; 12
alla Lagozza (il numero di 30, citato per un altro rinvenimento in uno spazio molto ristretto, sembra
eccessivo per un'unica ipotetica attrezzatura); Demircihyk, 8 in una struttura del Bronzo Antico e 12 in
una del Bronzo Medio.




Alberto CAZZELLA



78
scelta della forma specifica degli elementi in esame sia stata condizionata anche da
fattori simbolici, che possono comunque aver avuto una forte incidenza anche su
attivit utilitaristiche. Resta il problema di verificare se l'attivit pratica connessa con gli
elementi semilunati fosse effettivamente la tessitura e se sia possibile capire in che
modo potessero essere utilizzati. Diversi anni fa Cornaggia Castiglioni
40
realizz una
replica sperimentale di telaio con pesi semilunati, ispirandosi ai rinvenimenti relativi alla
cultura della Lagozza dell'Italia settentrionale. Non sono in grado di esprimere un mio
parere sulla validit di tale ricostruzione, ma questa strada dovrebbe forse essere
nuovamente percorsa per approfondire l'aspetto della loro possibile utilizzazione come
pesi da telaio.
Contro questa ipotesi stata citata anche la presenza in alcune regioni di altri
tipi di manufatti interpretati come pesi da telaio. D'altra parte la compresenza in alcuni
casi nel medesimo vano con pesi di diversa forma sembra invece andare nella
direzione di un'analoga funzione: non si pu escludere che in alcuni contesti
esistessero ambienti specificamente destinati a questa attivit, con realizzazioni anche
diversificate. Premesso che l'interpretazione come pesi da telaio, del resto anche per
oggetti di altra forma, non del tutto certa, uneventuale compresenza di manufatti di
pi forme in rapporto con la tessitura potrebbe essere ricollegabile con modi diversi di
attuarla (fibre differenti? lavorazioni differenti?).
Come sopra accennato, anche il fenomeno della riduzione delle dimensioni e
del peso nel Bronzo Medio dell'Anatolia si collega bene con l'ipotesi di qualche
cambiamento nelle fibre utilizzate o nelle tecniche di filatura avvenuto in quest'area agli
inizi del II millennio, ma con sperimentazioni gi precedentemente. A questo proposito
potrebbe essere interessante fare un riscontro con una eventuale diversificazione dei
pesi delle fuseruole nel tempo e nello spazio, con un possibile incremento diacronico
degli esemplari pi leggeri, forse in questo caso a partire dal Vicino Oriente.








40
Guerreschi 1967, fig. 53.





Manufatti semilunati forati della cultura Cucuteni

79



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Alberto CAZZELLA




82






Fig. 1 Distribuzione dei manufatti forati semilunati e a base piana in Europa
nel V-IV millennio cal. BC (da Ursulescu 2000, p. 29, fig. 4, modificato).
: manufatti semilunati; x: manufatti a base piana; ?: attribuzione incerta.
1: Roma; 2: Prhutsi; 3: Trgu Ocna; 4: Slcutsa; 5: Suplevac; 6: Maliq; 7: Museo di
Volos; 8: Bak; 9: Grotta delle Gallerie; 10: Castelnuovo di Teolo; 11: La Torretta di
Isera; 12: Lagozza di Besnate; 13: Isolino di Varese; 14: Reute-Schorrenried; 15:
Bodman; 16: Melchendorf; 17: Grotta dei Pipistrelli; 18: Grotta dell'Olivo; 19: Grotte de
Pertus II; 20: Beauregard; 21: Pescale; 22: Podere Casanuova; 23: Quadrato di Torre
Spaccata; 24: Grotta dei Piccioni; 25: Conelle di Arcevia.



LA RELIGIONE DELLA POPOLAZIONE DI CUCUTENI
Nicolae URSULESCU*

Key words: Civilt di Cucuteni, Eneolitico, fedi religiosi.
Cucuteni culture, Aeneolithic, religious beliefs.
Cultura Cucuteni, eneolitic, credine religioase.

Riassunto: Argomenti consistenti attestano lesistenza di un sistema religioso della
popolazione eneolitica del complesso culturale Precucuteni-Cucuteni (circa 5000-3500 CAL
BC), avendo come idea centrale la venerazione dei due elementi primordiali (Il Cielo e la Terra),
con lincarico di coppia divina. In questo senso sono citate le manifestazioni cultuali identiche (il
culto dei focolari e delle fornaci, gli altari, linsieme di pezzi di culto utilizzati in varie cerimonie,
gli idoli, la magia dei numeri), scoperti in siti situati a gran distanza gli uni dagli altri.
Abstract: Arguments are brought in favor of the existence of a religious system within the
population of the Precucuteni-Cucuteni Chalcolithic cultural complex (approximately 5000-3500
CAL BC), having as a central idea the veneration of the two primordial elements (the Sky and
the Earth) as a divine couple. Identical cult manifestations (the cult of hearths and ovens, the
altars, the cult pieces assemblages used for certain ceremonies, the idols, the magic of
numbers) in sites located at a large distance are cited in this sense.
Rezumat: Se aduc argumente n favoarea existenei unui sistem religios al populaiei
complexului cultural eneolitic Precucuteni-Cucuteni (circa 5000-3500 CAL BC), avnd, ca idee
central, venerarea celor dou elemente primordiale (Cerul i Pmntul), ca un cuplu divin. n
acest sens, sunt citate manifestri de cult identice (cultul vetrelor i al cuptoarelor, altarele,
ansamblurile de piese de cult utilizate la anumite ceremonii, idolii, magia numerelor),
descoperite n situri situate la mare distan ntre ele.

Non ci siamo proposti di discutere qui, se non tangenzialmente, i problemi
teorici della religione preistorica, ma di presentare innanzi tutte le prove delle forme
concreti di manifestazione di una civilt elevata dal punto di vista artistico. Tuttavia,
non possiamo evitare di menzionare che lintera esistenza di questa popolazione
preistorica stata dominata di un forte filone religioso, cos come si pu notare
secondo le scoperte archeologiche
1
. Bisogna iniziare il nostro percorso con la
premessa che luomo preistorico non faceva differenze chiare tra gli aspetti che oggi
noi, con il nostro spirito analitico, classifichiamo in materiali e spirituali
2
. Il modo di
pensare delluomo primitivo era dominato dallidea dellonnipotenza delle divinit in
qualsiasi atto quotidiano.
Adesso abbiamo a disposizione argomenti consistenti per attestare lesistenza
di un sistema religioso presso la popolazione eneolitica del complesso culturale

* Universit Al. I. Cuza, Facolt di Storia, Bulevard Carol I, nr. 11, 700506 Iai, Romania; E-mail:
n.ursulescu@gmail.com
1
Monah 1995, 10-18; 1997.
2
Ursulescu 2004b, 25-30.



Nicolae URSULESCU



84
Precucuteni-Cucuteni. Questo gran complesso domin, attraverso la sua civilt
evoluta, la zona dellEst Europa per quasi un millennio e mezzo (circa 5000-3500
a.C.)
3
. Il suo sistema religioso pu essere individuato sin dalle prime fasi di evoluzione
del complesso culturale, cio sin dal periodo di massimo sviluppo della civilt
Precucuteni (il passare dalla II fase alla III fase). Si tratta di quelle scoperte di
contenuto simile, che attestano lesistenza di alcune idee e pratiche religiose che si
ripetevano, essenzialmente, nelle comunit situate ad una grande distanza una
dellaltra, essendo quindi generalmente accettate dalla popolazione di tutto il territorio
del complesso culturale
4
.
Lidea principale di questo sistema, simile nel caso daltre civilt
contemporanee, consisteva nella venerazione delle forme astratte di rappresentazione
dei due elementi primordiali ed essenziali della natura (la Terra ed il Cielo). Questi due
elementi non erano percepiti separatamente, ma, secondo le scoperte archeologiche,
si pensava che loro, formando una coppia divina, attraverso ununione sacra
(hierogamia), garantissero le condizioni necessarie alla riproduzione di tutte le specie
animali e vegetali (in altre parole, la fertilit e la fecondit), quindi la loro continuazione,
assicurando, in questo modo, i mezzi di sussistenza.
Questa idea religiosa centrale rinvestiva, attraverso i simboli, una grande
variet di rappresentazioni. La diversit era dal fatto che, anche se erano rispettati certi
canoni (attestati attraverso i costumi ed i prodotti simili, diffusi in territori molto larghi),
limmaginazione e la creativit della popolazione della civilt di Cucuteni hanno sempre
trovato nuove forme despressione, come variazioni sul tema di base. Sullo sfondo
apparentemente comune ed uniforme delle rappresentazioni religiose (espresse pi
che altro attraverso la ceramica e gli idoli), compaiono particolarit locali o
cronologiche, creando cos stili diversi, che sono stati definiti soprattutto dal punto di
vista artistico
5
. Il rispettare lessenza delle idee religiose non implicava, dunque,
ancora, in quei tempi, lesistenza di canoni rigidi, non imponeva la limitazione delle
forme despressione, della simbolistica, il che ha favorito la creazione dalcuni
capolavori di carattere unico, di gran valore e forza despressione artistica
6
.
Cos come dicevamo allinizio, non bisogna cercare il lato sacro, religioso,
solamente in certi oggetti o situazioni archeologiche. Esso presente, in realt, nel
modo di pensare e nella mentalit delluomo preistorico e si manifesta attraverso tutte

3
Idem 2007, 5-20.
4
Idem 2003, 5-25.
5
Dumitrescu 1974a, 545-554.
6
Idem 1979.



La religione della popolazione di Cucuteni

85
le sue azioni e realizzazioni, anche se a volte appare nascosto sotto una forma
puramente materiale. In tal modo, labitato, le attivit quotidiane, i principali momenti di
passaggio della vita (la nascita, liniziazione, la morte) avevano un consistente
fondamento religioso e si esprimevano attraverso modalit diverse di realizzazione
della comunicazione tra comunit / individuo e le divinit.
Analizzando gli elementi menzionati sopra, per ci che riguarda lo spazio
destinato allabitato, questo era, in molti casi, delimitato, sin dal momento dellabitare in
quel spazio, sia attraverso semplici palizzate, sia attraverso fossati di piccole
dimensioni, come spazio sacro, dove non dovevano entrare le forze malefiche
dallesterno. Solo col tempo, questi lavori schematici di delimitazione, realizzati allo
scopo religioso, riuscirono ad avere anche unutilit pratica, di difesa, scavando dei
fossati pi profondi e pi larghi, eventualmente raddoppiati da vallum, con un ruolo
reale di fortificazione
7
.
Consideriamo rilevante il fatto che, nella sistemazione delle abitazioni, il luogo
per le installazioni domestiche destinate al fuoco veniva scelto sin dallinizio,
probabilmente in un punto percepito come sacro, di solito una fossa riempita con i resti
rimasti dalle cerimonie di culto oppure con le vestigia di una costruzione precedente. I
resti che si trovavano in una fossa, del genere, erano considerati un dono alle divinit
ctoniche, prima di tutto alla Grande Dea - Madre della Terra. Il focolare collocato sopra,
che conservava il fuoco dorigine divina, diventava il principale luogo di culto della
casa, un axis mundi, garantendo il legame tra i due elementi primordiali: la Terra ed il
Cielo
8
. Il legame spirituale che implicava la sistemazione dei focolari sopra le fosse di
sacrificio alle divinit, di carattere sacro, portava il rischio che, dal punto di vista
pratico, i focolari siano soggetti, nel tempo, allassestamento del terreno, dovendo di
seguito essere ricostruite per poter continuare ad essere funzionali. Menzioniamo a
riguardo ad un solo esempio concludente: si tratta del focolare riguardante la fornace
collocata nellabitazione no. 8 dellabitato di Trgu Frumos (distretto di Iai), costruita
su un letto di travi, sopra la fossa no. 25, di grandi dimensioni, riempita, al momento del
livellamento del terreno allo scopo di costruire labitato, di un ricco inventario di
vestigia. Poich ulteriormente la riempitura della fossa si gradualmente assestata, il
focolare stato rifatto nove volte (fig. 1)
9
. Per concludere, gli impedimenti di natura

7
Marinescu-Blcu 1976, 55-64; Florescu 1969, 111-124; Lazarovici 1990, 93-117.
8
Eliade 1992, 49-51; Ursulescu, Tencariu 2004, 129-144.
9
Ursulescu et alii 2002, 47, fig. 5; Ursulescu, 2004a, 50-51, fig. 2; Ursulescu, Boghian, Cotiug
2005, 225-226.



Nicolae URSULESCU



86
pratica erano secondari rispetto ai fini religiosi, destinati a portare la protezione divina
per i membri della rispettiva famiglia.
interessante anche la posizione dalcuni oggetti di culto ai margini dei focolari,
com il caso degli idoli, delle lastre fittile del tipo stella, delle colonne in miniatura
oppure anche degli altari, indicando lesistenza di forme particolari di esprimere il
sentimento religioso, attraverso sistemazioni dedicate alle divinit, in posti dove erano
celebrate certe cerimonie di culto, di carattere domestico o collettivo. Tra questi,
menzioniamo la colonna in miniatura, in argilla, con il capitello a forma di fungo (fig.
2/1-2), innalzato sul bordo che delimitava il focolare dellabitato n. 6 di Isaiia (distretto
di Iai)
10
; tali colonne (o semplici pilastri in legno), che non avevano di certo un ruolo
funzionale, sono stati interpretati come colonne del cielo, con il ruolo di assicurare il
legame tra la terra ed il cielo
11
. Similmente, vicino il focolare e la fornace dellabitato n.
7 di Isaiia, erano collocate tre lastre fittile, contenenti una schematizzazione
antropomorfa, poich finisce verso la parte superiore con un leggero sellare, da dove
nascono dei rilievi a forma di corna (fig. 2/3-5)
12
.
In quanto riguarda gli altari, ci riferiamo qui alle costruzioni pi rilevanti di
questo tipo laltare di Trueti
13
(distretto di Botoani) e quello di Trgu Frumos
14

(distretto di Iai), ciascuno di carattere unico. Anche se i due altari (fig. 3/1-2) sono stati
realizzati in maniera diversa, nonostante tutto entrambe conducono, nellambito
dellinsieme della composizione, alla stessa idea di base, in altre parole lidea della
coppia di divinit, con due rappresentazioni antropomorfe, estremamente
schematizzate. I due altari sono stati lavorati con un impasto grezzo, e, visto che al
momento del disfacimento delle abitazioni sono stati volutamente distrutti e in parte
dispersi, le indagini hanno rivelato il loro stato estremamente frammentario, la loro
ricostituzione essendo per questi motivi difficile. Un'altra caratteristica comune consiste
nel fatto che i due altari provengono dai pi grandi abitati conosciuti fino ad oggi, per il
loro periodo di datazione, sul territorio della Romania: il primo altare (quello di
Trueti), di un insediamento appartenente alla fase Cucuteni A, e laltare di Trgu
Frumos, di un sito di fase Precucuteni III, con una differenza di circa 200-300 anni tra
loro. Nei due insediamenti, le costruzioni dove si trovavano gli altari hanno avuto
probabilmente un ruolo molto importante, forse di santuari comunitari, ipotesi suggerita

10
Ursulescu, Tencariu 2006, 69, pl. VIII/2-3.
11
Niu 1948; Dumitrescu 1970, 20-21; Eliade 1992, 32-35, 49-51.
12
Ursulescu, Tencariu 2006, 69-70, pl. VIII/7-9.
13
Petrescu-Dmbovia, Florescu, Florescu 1999, 528-530, fig. 372/6.
14
Ursulescu, Boghian, Cotiug, 2003, 27-40.



La religione della popolazione di Cucuteni

87
anche dalla posizione centrale delle due costruzioni - n. XXIV a Trueti
15
e n. 11 a
Trgu Frumos
16
.
Laltare di Precucuteni collocato a Trgu Frumos (fig. 3/2) si trovava nella
vicinanza di focolare dellabitazione (fig. 3/3) ed era circondato da un bordo dargilla
cotta (fig. 3/4), a forma della lettera U (circa 1, 20 m x 1 m). Il bordo e le due lastre
della statua sono stati coperti di vernice bianca, sulla quale sono stati dipinti motivi
lineari e geometrici in rosso e forse anche in marrone nerastro, precedendo in tal
modo la nascita della pittura tricroma della fase Cucuteni A.
Ogni lastra era composta di una parte frontale ed unaltra dorsale, con una
cavit tra loro, in cui una volta probabilmente cera un supporto di legno. Nello stato
attuale, laltare ha unaltezza di 26 cm ed una larghezza di entrambe le lastre di 47 cm.
Ciascuna delle lastre sembra rappresentare limmagine molto stilizzata di un busto
umano, con le spalle leggermente in rilievo. Sul lato superiore, le parti spezzate
indicano lesistenza probabile delle alcune teste umane che non si sono, per,
conservate. Il motivo decorativo principale delle due piastre era formato di rombi
circoscritti, nel mezzo dei quali si trovava un cerchio riempito di colore. Il motivo dei
rombi circoscritti considerato un segno simbolico comune a pi culture neolitiche ed
eneolitice dellEuropa centrale e del sud-est e dAnatolia
17
, suggerendo, attraverso il
cerchio di mezzo, una rappresentazione femminile, cos come stato interpretato
questo motivo sulla ceramica Cucuteni Tripolie
18
.
Se linterpretazione come simbolo femminile del motivo dipinto sullaltare di
Targu Frumos corretta, allora questa pu essere la prova della venerazione di una
coppia di divinit femminili, prefigurando, cos come si pensato
19
, la coppia Demetra
Core, che assicurava il perpetuarsi della natura, della vegetazione e quindi della vita.
Laltare di Trueti (fig. 3/1) di grandi dimensioni (1 x 1 m) ed ha una
composizione pi elaborata. La base dellaltare presenta, in bassorilievo, nove figure
umane, disposte in tre gruppi uguali. Queste sono state interpretate come oranti delle
due divinit rappresentate sulla parte superiore dellaltare, con due teste, a forma di
coppa e con gli omeri inarcati. Visto che le due teste fossero di dimensioni diverse, si

15
Petrescu-Dmbovia, Florescu, Florescu 1999, 528 e fig. 5.
16
Ursulescu 2001, 44-45.
17
Ruttkay 1999, 271-291.
18
Markevi 1981, 161-166.
19
Lvque 1972, 175-176; Makkay 1971, 139-141; Monah 1992, 192; 1997, 214.



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88
pensato che potessero rappresentare la coppia divina (La Grande Dea con il suo
equivalente maschile)
20
o la coppia madre figlia
21
.
Nei luoghi di culto, perlopi attorno ai focolari ed alle fornaci, si organizzavano
cerimonie, dove si faceva uso dei complessi delementi di culto, come quelli scoperti a
Poduri (distretto di Bacu), Trpeti e Ghelieti (distretto di Neam), Isaiia e Buznea
(distretto di Iai) ecc.
In due delle abitazioni appartenenti agli insediamenti Precucuteni di Poduri
22
e
di Isaiia
23
, datate attorno a 4800 CAL BC, sono stati scoperti due vasi che
contenevano complessi di culto di un contenuto simile. In ciascuno dei vasi sono state
trovate 21 statuette femminili in argilla, di varie dimensioni e con certe particolarit di
modellamento, insieme a 13 seggiolini in argilla (fig. 4). 15 statuette erano decorate,
sia attraverso la pittura (a Poduri), sia attraverso le incisioni (ad Isaiia). In pi, il
complesso di Isaiia conteneva anche 21 piccoli coni, con un canale verticale verso la
parte superiore (che non arrivava per alla base), ed anche 63 perline, di cui 42 erano
completamente perforate, formando una collana, mentre che 21 avevano un orifizio
solo da un lato (che non attraversava dunque lintero diametro) (fig. 5). Vista la
perforazione parziale dei coni e delle 21 perline, si pensato che un cono ed una
perlina potessero essere riuniti, con laiuto di un gambo in legno, in modo da suggerire
una rappresentazione fallica, con la testa mobile
24
(fig. 6/1). Seguendo
questinterpretazione, il complesso di culto conterrebbe 21 coppie di divinit femminili
(gli idoli) e maschili (i coni).
Le statuette femminili, con le loro varie dimensioni, rappresentavano,
probabilmente, le et delle divinit, dallinfanzia fino alla piena maturit (fig. 6/2). Solo
una parte di loro (probabilmente quelle mature, che avevano creato la vita), avevano il
privilegio di essere sedute sui 13 seggiolini (fig. 6/3). Il legame con la fertilit provato
anche dalla presenza di piccole corna sul lato superiore dello schienale delle sedie,
simboleggiando la forza virile del toro.


20
Petrescu-Dmbovia 1963, 173-186; Dumitrescu 1979, 79.
21
Vedi n. 19.
22
Monah 1997, 191-192; Monah et alii 2003, 43-47 (con la bibliografia anteriore); Mantu,
Dumitroaia 1997, 179-181.
23
Ursulescu 2001b, 51-69; 2002, 40-43; 2003, p. 5-25; 2004a, 47-57; 2004c, 79-95; 2004d, 325-
331; 2004e, 343-348; Ursulescu, Tencariu 2006.
24
Le statuette con le teste mobile sono bene conosciute nel ambiente della civilt Vina oppure in
quegli che hanno incorporato elementi della questa civilt (Vlassa 1966, 9-16; Dumitrescu 1941, 97-102;
1960, 443-453; Lazarovici 1979, 94-97; Monah et alii 2003, 150 nr. 64; 162 nr. 103; Dumitroaia et alii
2005, 132, nr. 110).



La religione della popolazione di Cucuteni

89
Il carattere di culto di questi complessi dimostrato anche dai segni simbolici
trovati su alcuni degli elementi componenti. I due seggiolini di Isaiia avevano: luno
sulla parte frontale, una decorazione simbolica con punti improntati, a forma di spirale,
e di dietro un disegno strano con linee incise (fig. 7/1a-b ); laltro una decorazione
con punture, separate da una linea incisa, con altre due linee disposte obliquamente,
situate su una delle teste (fig. 7/2), rappresentando, probabilmente, unimmagine
stilizzata di unorante.
Ricordiamo anche la scoperta, nello spazio della stessa costruzione santuario
di Isaiia, dove si trovava il complesso degli oggetti di culto, di due tavolette fittili
frammentarie in argilla, superficialmente modellate e cotte, coperte di linee incise, che
formavano una decorazione simbolica (fig. 8), difficile da interpretare. Sembrerebbe
che tali tavolette fossero destinate ad un unico utilizzo, durante le cerimonie di culto,
per essere poi distrutte. Lutilizzo di tali tavolette fittili attestato in pi culture
dellEuropa del Sud-Est: ricordiamo qui, tra le scoperte pi conosciute, quelle di
Trtria
25
(Transilvania, Romnia) o quelle di Karanovo
26
e Gradenica
27
(Bulgaria), di
cui si pensato che potrebbe rappresentare un tentativo precoce di utilizzare un
sistema di comunicazione attraverso la scrittura
28
.
Tali complessi di culto sono stati scoperti non solo in stato di conservazione,
posati in recipienti di argilla, tra due cerimonie, ma anche in stato espositivo, allinterno
degli abitati, cos come indica la scoperta contemporanea dellarea Tripolie di
Sabatinovka
29
(Ucraina) e, probabilmente, quella di Trpeti
30
(distretto di Neam).
Limportante che, in entrambe le situazioni, compare la stessa composizione
numerica dei complessi, con 21 statuette e 13 seggiolini, elementi che ci hanno portato
a pensare allesistenza di una magia dei numeri. Questa ipotesi fondata sul valore
simbolico delle cifre 3 e 7, che si ritrovano riunite nei complessi dei 21 elementi di
culto, come invocazione del potere onnipotente della divinit, ed anche nel simbolo di
13, ugualmente come numero della divinit, situato oltre il 12, che, come la cifra 6,
rappresentava il normale. Quindi, questi valori numerici potevano diventare simboli
divini nel caso dellesistenza, nella popolazione di Cucuteni, di un sistema numerico
fondato sulla cifra 6, cos come si attesta, un po pi tardi, in Mesopotamia
31
.

25
Vlassa 1963.
26
Mikov, Georgiev, Georgiev 1969.
27
Nikolov 1974, 29-30, pl. 68-69 e 70, 89, 109, 110.
28
Winn 1981; Masson 1984; Makkay 1990; Haarmann 1995; Merlini 2004.
29
Makarevi 1960.
30
Marinescu-Blcu 1974, 107.
31
Ursulescu 2001b; 2003; 2004d.



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90
In altri complessi di culto, come quelli di Ghelieti
32
(distretto di Neam) e
Buznea
33
(distretto di Iai), si attesta la deposizione dalcuni elementi di culto (idoli e
vasi) verso i punti cardinali, in un numero di 4 o 6 direzioni, che possono significare
modelli diversi per rappresentare lo spazio, in funzione di stagione
34
.
Cosi, in un angolo dellabitazione n. 5 dellabitato di Ghelieti (fase Cucuteni B)
sono state collocate, a forma di cerchio, sei vasi dipinti, che circondavano la
deposizione propriamente detta, rappresentata da un vaso piriforme, parzialmente
interrato nel pavimento, coperto da un vaso pi grande, girato con lorlo in gi (fig. 10
A). Attaccate alle pareti interne del vaso parzialmente interrato erano disposte, in
posizione verticale
35
, quattro statuette in argilla (di cui due erano certamente dipinte, le
altre due probabilmente dipinte), orientati verso i quattro punti cardinali (fig. 10 A). Si
pensato, a buona ragione, che labitazione in causa (con una posizione centrale
nellinsediamento) fungeva da santuario, tenendo conto del fatto che, allinterno del suo
perimetro, sono state scoperte altre due deposizioni di culto
36
e gli artefatti rinvenuti
avevano caratteristiche diverse rispetto allinventario consueto di una casa con utilizzo
quotidiano.
A Buznea, in una costruzione di circa 10 x 6 m (fig. 10 B), situata
approssimativamente al centro di un abitato (contemporaneo di quello di Ghelieti),
vicino al focolare semilunato, erano collocate in cerchio sei bicchieri dipinti (fig. 10 B)
37
,
in mezzo con una ciotola dipinta, con lorlo in gi. Sotto la ciotola quattro statuette
erano disposte, in posizione orizzontale, una in continuazione dellaltra (a testa a
testa), nelle quattro direzioni cardinali.
Altri insiemi di culto erano riparati in modellini in argilla, rappresentando santuari
in miniatura, come a Ghelieti
38
. In una miniatura del genere si ripete la disposizione
cardinale delle quattro statuette, questa volta una di loro essendo maschile (fig. 11).
Lo svolgimento di tali cerimonie di culto, che implicavano una regia delle scene
componenti, indica anche lesistenza di alcuni officianti specializzati, del tipo sciamano,

32
Cuco 1973; 1993; 1999, 48-49.
33
Boghian, Mihai 1984.
34
Monah 1997, 43.
35
La posizione verticale e leggermente pensile (rispetto al fondo dei vasi) delle quattro statuette
attesta il fatto che queste, probabilmente, sono state depositate in un involucro di paglia, che li proteggeva
(Monah 1997, 41 e nota 101; Cuco 1999, 48), situazione probabile anche per ci che riguarda le
deposizioni rituali in vasi di culto di Poduri e Isaiia. La deposizione in paglia di cereali aveva,
probabilmente, lo scopo di favorire la trasmissione di alcuni elementi magici, legati alla fertilit.
36
Cuco 1973, 213; 1999, 49: un vaso conteneva 497 astragali e laltro unascia scettro, un
lisciatoio, uno scalpello ed alcune zanne di cinghiale.
37
Boghian, Mihai 1987, fig. 5/1-4, 6/2, 8/3.
38
Cuco 1993; Monah 1997, 47-48 e fig. 12.



La religione della popolazione di Cucuteni

91
che abitavano, probabilmente, in quelle costruzioni che fungevano da santuari,
identificabili soprattutto grazie alla grande diversit di oggetti rituali raccolti allinterno.
Nelle cerimonie di culto alcune fosse avevano un ruolo importante. Inizialmente
scavate in altri scopi, essendo riempite in seguito con i resti dei sacrifici animali o
perfino anche umani, effettuate durante le cerimonie, queste fosse diventavano luoghi
sacri (bthroi), destinati alla deposizione di sacrifici per le divinit. Menzioniamo a
riguardo la fossa K di Traian (distretto di Neam), dove sono state trovate centinaia di
conchiglie di chiocciole, disposte in strati sovrapposti
39
, oppure la fossa n. 26 di Trgu
Frumos (distretto di Iai), con i resti di circa 20 crani di bovini, nella prossimit dei quali
sono stati trovati numerosi oggetti di culto
40
.
I dati archeologici non forniscono sempre, per, gli elementi necessari che ci
permettono di capire la vita spirituale delle comunit Cucuteni in tutti i suoi aspetti e
complessit. Il caso pi rilevante a riguardo costituito dal rito funerario, che resta
quasi un mistero, soggetto pi che mai a tante ipotesi. molto difficile spiegare perch
gli scavi effettuati, da quasi 125 anni, intraprese negli insediamenti del complesso
culturale di Cucuteni-Ariud-Tripolie non hanno finora scoperto un cimitero delle
comunit di allora, portando a luce soltanto alcuni (pochissime!) funerali (o deposizioni
funerarie), di carattere cultuale
41
. Sempre a Traian (distretto di Neam), in un
insediamento di fase Cucuteni A-B, sono state scoperte, allinterno dellabitato, tre
fosse con scheletri umani o soltanto pezzi di questi (ma in connessione anatomica),
con un ricco corredo di vasi dipinti ed altri oggetti di culto
42
. Questa situazione curiosa
si pu spiegare oggi solo attraverso le analogie etnoarcheologiche con i costumi
funerari praticati dalle diverse popolazioni e che non lasciano traccia visibile per
larcheologia, come sarebbero la deposizione dei defunti sulle piattaforme del silenzio
oppure lincinerazione e la dispersione della cenere. certo, nonostante questo, che
una civilt talmente evoluta, cos come risulta dalle sue realizzazioni artistiche, non
avrebbe potuto trascurare, spiritualmente, un problema cos importante per gli uomini
di sempre, come quello del passaggio verso un'altra vita.
In quanto riguarda il carattere della religione della popolazione di Cucuteni, le
numerose statuette antropomorfe e zoomorfe, cos come la variet delle manifestazioni
riguardante il culto, conducono allipotesi di una religione politeista, con un pantheon di

39
Dumitrescu H. et alii 1953, 61; Marinescu-Blcu 1974, 107.
40
Ursulescu, Boghian, Cotiug 1999, 120; Haimovici, Coroliuc 2000, 169-206; Cotiug, Haimovici
2004, 322
41
Dumitrescu H. 1954; 1957; 1958; Mova 1960; Bolomey 1983; 2000; Necrasov 1987; Mantu,
Botezatu, Kromer 1994; Monah 1995, 16.18; Bailey 2005.
42
Dumitrescu H. 1954; 1959, 192-193; 1961, 91-101.



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divinit, dominate dalla Grande Dea Madre della Terra, venerata nelle sue pi varie
rappresentazioni
43
.
Ritroviamo nella civilt di Cucuteni una serie di elementi religiosi che, insieme
agli elementi delle altre civilt preistoriche del bacino mediterraneo, hanno contribuito
alla costituzione della religione e del pantheon del mondo classico greco-romano. Sono
da menzionare, tra questi, la Grande Dea Madre della Terra (Gea, nel mondo greco),
le divinit solari ed uraniane (i futuri Zeus, Apollon, Phoebus), la coppia divina Madre
Figlia (le future Demetra Core), le divinit androgine
44
, la coppia divina e la
hierogamia.
Perfino in alcune leggende greche ci sono elementi prefigurati negli oggetti di
culto di Cucuteni
45
. Lesempio il pi rilevante a riguardo rappresentato dalla tavoletta
in osso scoperta a Bilcze Zote (Ucraina sottocarpatica, nellarea tripoliana),
raffigurando una testa di toro sulla fronte del quale disegnata, in punture, una figura
femminile (Fig. 9/1)
46
. Colpisce la somiglianza tra questa tavoletta e la scena del ratto
di Europa da parte di Zeus, trasformato in toro. interessante il fatto che questidea si
ritrova anche in un gruppo statuario fittile, frammentario, che rappresenta una testa di
toro con una statuetta femminile tra le corna, scoperto nellinsediamento di Cscioarele
(Fig. 9/2)
47
, appartenente alla cultura Gumelnitsa, di Valacchia, contemporanea della
civilt di Cucuteni.
Concludiamo con lidea che, anche dal punto di vista religioso, la civilt di
Cucuteni ha lasciato un tesoro spirituale importante, che sar valorizzato, sotto forme
diverse, dalle civilt pi recenti.










43
Monah 1997.
44
Ursulescu, Batariuc 1987
45
Lvque 1972, 175-176.
46
Monah 1997, 211, fig. 232/6.
47
Dumitrescu Vl. 1974b, 577-583, fig. 1-3; Monah 1997, 211, fig. 45/7.



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La religione della popolazione di Cucuteni

97

































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Nicolae URSULESCU



98




Fig. 2. Isaiia. 1-2: Colonna scoperta in abitazione n. 6; 3-5: lastre fittili scoperte in
abitazione n. 7.




La religione della popolazione di Cucuteni

99

































Fig. 3. Altari scoperti a Trueti (1) e Trgu Frumos (2-4).



Nicolae URSULESCU



100
Fig. 4. Insiemi di culto di Poduri (1) e Isaiia (2).



La religione della popolazione di Cucuteni

101






ELEMENTI

PODURI

ISAIIA
Numero delle statuette 21 21
Numero dei seggiolini 13 13
Numero delle statuette con decorazioni 15 15
Statuette con collana 2 2
Scaglionamento delle statuette secondo
altezza
X X
Corni sullo schienale dei seggiolini X X
Coni parzialmente forati 1 21
Palline parzialmente forate 1 21
Perline fittili - 21





Fig. 5. Tabella comparativa degli insiemi di culto di Isaiia e Poduri.



Nicolae URSULESCU



102




Fig. 6. Isaiia. Linsieme di culto: rappresentazioni fallici, con testa mobile (1); i 21 idoli
(2) e i 13 seggiolini (3).





La religione della popolazione di Cucuteni

103

































Fig. 7. Isaiia. Linsieme di culto: segni simbolici su due seggiolini e su una statuetta.



Nicolae URSULESCU



104





Fig. 8. Isaiia. Tavolette fittili con decorazione simbolica incisa.



Fig. 9. 1. Bilcze Zlote; 2. Cscioarele.





La religione della popolazione di Cucuteni

105





Fig. 10. Depositi cultuali di Ghelieti (A) e Buznea (B).




Nicolae URSULESCU



106

Fig. 11. Ghelieti. Due miniature di santuario di Ghelieti.



I SANTUARI DELLA CIVILT PRECUCUTENI-CUCUTENI

A Nicolae Vlassa
a 22 anni dal suo passaggio
nel mondo dei saggi

Gheorghe LAZAROVICI*, Cornelia-Magda LAZAROVICI*



Keywords: Romania, Eneolitico, Precucuteni, Cucuteni, santuari, complessi di culto
Romania, Aeneolithic, Precucuteni, Cucuteni, sanctuaries, cult complexes
Romnia, eneolitic, Precucuteni, Cucuteni, sanctuare, complexe de cult

Riassunto: La vita religiosa ha giocato un ruolo importante nella vita delle communit
Precucuteni e Cucuteni. Ci sono dei santuari comunitari / templi e santuari domestici. La
menzione dei contesti di scoperta sono molto importanti per capire la loro funzionalit. Dentro i
santuari esistono strutture speciali (statue, troni, panchine, focolari, altari, macini ecc.),
completate da un inventario mobile (complessi di culto, idoli, vasi ecc.), quale indica la
complessit dei rituali. E stata sottolineata lesistenza di uno script e di una simbolistica
religiosa e la presenza della numerologia sacra.
Abstract: The religious life played an important role in the life of the Precucuteni and Cucuteni
communities. There are communitarian sanctuaries / temples and household shrines. The
mentioning of the contexts of discovery it is very important in order to understand their
functionality. Inside the sanctuaries there are special structures (statues, thrones, benches,
hearths, altars, cassettes, grinding stones etc.), completed by a mobile inventory (cult
complexes, idols, vessels etc.) which indicate the complexity of the cult rituals. It was also
underlined the presence of a script and religious symbols as well as the presence of sacred
numerology.
Rezumat: Viaa religioas a jucat un rol important n viaa comunitilor Precucuteni i Cucuteni. Se
ntlnesc sanctuare comunitare/temple i sanctuare casnice. Pentru nelegerea funcionalitii lor,
este deosebit de important precizarea condiiilor de descoperire. n sanctuare exist amenajri
speciale (statui, tronuri, banc, vetre, altare, casete, rnie etc.), completate de un inventar mobil
(complexe de cult, idoli, vase etc.), ce arat complexitatea ritualurilor de cult. S-a pus n eviden i
existena unei scrieri i simbolistici religioase, ca i prezena numerologiei sacre.

Generalit e definizioni
La cultura Cucuteni, una delle grandi civilt europee dellEt del Rame, ha
offerto anche alla spiritualit preistorica dellEuropa numerosi oggetti e capolavori,
connessi con la vita religiosa. Studiare i templi, i santuari, il loro contenuto, il contesto
storico, culturale e religioso, ma soprattutto il ruolo, il luogo e la funzionalit del

Universit Eftimie Murgu Reia, Romania; Universit Lucian Blaga Sibiu, Romania,
ghlazarovici@yahoo.com
** C.-M. Lazarovici, Istituto di Archeologia, Iai, Romania, magdamantu@yahoo.com



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



108
santuario o delle parti di un santuario una necessit attuale. Nella stessa misura,
sono importanti i depositi di oggetti a carattere di culto, sacro o di inventario religioso.
Molti colleghi mostrano riserbo nel parlare di templi
1
, ma questi esistono sin dal
neolitico preceramico PPN A e B del Vicino Oriente, a Gbekli Tepe, Nevali ori e
ayn
2
(9.000-8.000 B.C.)
3
. Le manifestazioni artistiche in pietra (sculture,
bassorilievi, segni, simboli ecc.) sono l cos avanzate che, a buona ragione, alcuni
archeologi si chiedevano metaforicamente se le famose scoperte fatte finora a atal
Hyk rappresentavano una periferia o un centro
4
. Lavorati prima in pietra e poi in
argilla, i santuari o parti dei santuari (gli altari, gli elementi di culto) sono noti sin dai
tempi pi remoti, come gi affermato in precedenza, dal PPN, senza scendere nelle
tenebre dei tempi paleolitici, da quando cio sono stati portati alla luce i primi santuari
con i famosi dipinti della civilt franco-cantabrica.
Colonne doppie, monumentali, in pietra, al centro del santuario si trovano sin da
Gbekli Tpe, decorate con i bassorilievi degli animali cacciati (Fig. 1), sicch non c
da meravigliarsi che, a Gura Baciului (distretto di Cluj, Romania), nel centro della
stazione, ci fossero due fosse, molto probabilmente prodotte dalle colonne o dagli
alberi del mondo.
Lo studio dei santuari dalla Mezzaluna Fertile del PPN ha cambiato radicalmente
le nostre opinioni riguardanti la naologia, ma anche larte monumentale dellEuropa e del
Vicino Oriente. Lepenski Vir un riflesso di queste manifestazioni e non rappresenta pi
un fenomeno fuori del comune, bens una parte di un mondo pi ampio.
Nei santuari del PPN si sono conservate statue monumentali (Nevali ori),
colonne monumentali (Gbekli Tepe) o impianti (focolari, altari, ingressi: Ain Ghazal).
Quello che si riscontra nei santuari europei sud-orientali del Neolitico e dellEt del
Rame si collega a una mitologia che circolava insieme alle civilt. La numerologia
sacra appare sin dagli albori della civilt paleolitica, a Cosui, Mitoc e altri
5
. Ci sono
santuari o altari con statue monumentali nel Mesolitico europeo (Lepenski Vir: altari,
tavole, statue) o nel Neolitico antico (atal Hyk; Achilleion, Maari, Gura Baciului
ecc.), ma anche nel neolitico sviluppato (Vina, Para) e soprattutto nel tardo neolitico
(Kormadin, Uivar, Gomolava, Predionica, Vest-Mgor, Hodmezvsarhely, Vrbianska
uka) e nellEt del Rame (Gumelnia: Tangru, Cscioarele, Dolnoslav, Topolnica),

1
Le nostre definizioni Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, 63.
2
Hauptmann 1993; 1999; 2002; Hauptmann, Schmidt 2007, 33, 65.
3
Hauptmann, zdoan 2007, 28.
4
zbaaran, Cutting 2007, 113 sq.
5
Vartic 2008.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



109
senza menzionare le decine di santuari (Sabatinovka, Trueti, Trgu Frumos, Isaiia,
Buznea ecc.) e i modelli di santuari della civilt Cucuteni, gli altari e i depositi votivi,
estremamente numerosi in questa ultima civilt (Gheleti, Poduri, Isaiia, Scnteia
ecc.), il che attesta una liturgica preistorica
6
. A volte, il grande numero di santuari in
alcuni siti ci fa pensare allesistenza di alcune citt / borghi sacri, come quelle di atal
Hyk, Lepenski Vir, Trueti o Para, dove il grande numero di santuari, raffrontati con
altri siti, permette o lascia presupporre simili interpretazioni.
In uno studio anteriore dedicato alla naologia abbiamo analizzato una serie di parti
o elementi dei santuari, come: lingresso, laltare, la colonna, la statua monumentale, le
panchine, il focolare, il forno, su quali abbiamo fornito brevi interpretazioni
7
.
Tutto questo ci autorizza a parlare di una naologia o del bisogno della sua
esistenza, a discutere sulla funzionalit degli oggetti e delle parti dei santuari e degli
altari. Queste discussioni permettono ai colleghi di approfondire la descrizione del
luogo e lassociazione degli oggetti di culto, linventario rituale e soprattutto la sua
funzionalit, anche se spesso tali questioni sembrano sfuggire alla nostra
comprensione. necessario che siano formulate ipotesi coraggiose, ma queste
devono essere dimostrate con acribia.
Problemi di cronologia assoluta e relativa.
Le culture Precucuteni e Cucuteni sul territorio della Moldavia, della
Bassarabia, della Bucovina e dellUcraina sono considerate da alcuni ricercatori come
componenti della stessa civilt. Non il caso ora di insistere troppo sullorigine e sui
gruppi di questa civilt, ma dalla fase III della cultura Precucuteni si pu osservare
unevoluzione verso Cucuteni. Nella Transilvania, in assenza di indagini recenti di
grandi proporzioni, le cose non sono molto chiare. In base agli scavi di Ariud, Bod,
Puleni e di alcune scoperte isolate o di scavi antichi (Ciucsngeorgiu, Bancu, Olteni I,
Trgu Mure) sembra che qui le fasi Cucuteni A1 e A2 siano pi dinamiche, mentre
mancano i materiali caratteristici per Precucuteni II; materiali Precucuteni II-III
compaiono invece come importazioni nellarea della cultura di Petreti.
Allo stesso tempo, la presenza dinamica della cultura Petreti - gruppo Foeni nel
centro (a Zau)
8
e nel nord-est della Transilvania (ad Archiud
9
, nella zona di Bistria, con

6
Nostri rifferimenti Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2006; 2007, s. v. le rispettive localit.
7
Lazarovici Gh. 2000; nuovi analisi a Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2006; 2007, Capitolo Va.
8
Draovean 1997; Draovean et alii 2000; Gligor 2007b ; 2007c; Lazarovici Gh. 2007 relazione,
Fig. 20 a) Zau G8 stesso complesso di Ly-8931, Ly-8933, 5070 4930 CAL a.C. appartiene a una fossa
Turda o Turda-Foeni, che comincia a -2,75 m o appartiene allabitazione 2, -2,35-2,60 m; il campione
della zona dellimpasto di terra sopra la fossa.
9
Maxim 1999, p. 100-101, pl. XIX/1.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



110
evoluzione verso Petreti A; a Ciucsngeorgiu (distretto di Harghita), come importo
10
una
ciotola con impasto, decorazione e forma Foeni, probabilmente importo in Ariud-Cucuteni
A1) indica che gli inizi della cultura Cucuteni in Transilvania sono stati piuttosto precoci.
Secondo i dati C14 di Transilvania, concernenti a Foeni (Fig. 2), la prima tappa
sarebbe avvenuta intorno al 4650 CAL BC, mentre la seconda intorno al 4500 CAL BC
11
.
Per le datazioni della fossa di Alba Iulia-Lumea Nou su un arco di tempo cos lungo ci
sarebbe una spiegazione, se si trattasse di un ossuarium; allora, la deposizione di
scheletri scarnati o parzialmente calcinati (lo studio antropologico non stato ancora
concluso) pu aver avuto luogo nel tempo, se si trattava di una costruzione speciale,
isolata o chiusa. I dati ricordati sono post-Hodoni e Foeni, contemporanei con linizio
della cultura Gumelnia, fase A, a Cscioarele (4.600-4.400 CAL B.C.)
12
o Slcua
(levoluzione della cultura Salcua nellintervallo 4600/4500 4000 CAL B.C.)
13
; la pittura
in bianco Foeni pu aver giocato anche l un ruolo importante, insieme ad altri elementi
del sud e a quelli tardi di Vina e di Turda. Daltronde, Precucuteni I in Transilvania
associata alle prime tappe Turda in pi siti
14
. Bisogna vedere il sincronismo tra Boian
fase Spanov (4.700-4.500)
15
e Precucuteni. Daltronde, le date di Precucuteni II
siscrivono nellintervallo 4.800 - 4.600 CAL B.C.
16
. Dunque, se dovessimo considerare
possibile lorigine della civilt Cucuteni A1 da Gumelnia, questipotesi non sarebbe
possibile, perch le date Gumelnia sono pi tarde, post-Boian.
Le scoperte in Transilvania possono rappresentare un gruppo separato, il gruppo
Ariud, anteriore rispetto a quello Cucuteni A1 o Protocucuteni, cos come si asseriva nella
letteratura pi antica (I. Ferenczi faceva simili riferimenti nelle sue note su Ciucsngeorgiu)
o si tratta di un inizio pi precoce e pi dinamico in Transilvania, dove avviene una sintesi
con Precucuteni II, il che giustificherebbe il termine di gruppo Ariud, per resta da
analizzare e da vedere esattamente come stanno le cose. Il gruppo Ariud comprende
numerosi elementi Precucuteni II, ma manca uno studio analitico in questo problema.
Generalit sui santuari
I santuari delle civilt Precucuteni e Cucuteni, ma soprattutto gli altari, mostrano
lesistenza di pratiche religiose, molto meno magiche di quanto si sia soliti affermare. Si
tratta dunque di un inizio di rito liturgico.

10
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. Va.11.
11
Gligor 2007a; 2007b.
12
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. Vc.4
13
Mantu 2000, table 2.
14
Luca 1997; 2001; Luca et alii 2004
15
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2006, p. 515, fig. IV.c2.
16
Ibidem, p. 545, fig. IV.d2.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



111
Prendiamo, per esempio, i modelli di Popudnja, che parlano chiaramente del
macinio cultico (il macinino o i 6-7 macinini e i riti a essi collegati), rito incontrato in
numerosi santuari comunitari (Sabatinovka, Para), santuari o altari domestici (Balta
Srat, Larissa: riti di fondazione e di abbandono).
Nei santuari di Sabatinovka, Trueti, Isaiia compare il forno e il fuoco rituale, il
trono, la panca, le cassette di cereali e un numero di macinini o idoli tutti elementi
che si ritrovano nei modelli di santuari di Cucuteni, ma anche di Neolitico balcanico
antico fino a quello recente (Anzabegovo, Verbianska uka, Maari, Ovarovo,
Sitagroi, ecc.).
Ci sarebbe anche un altro problema legato alla scrittura e alla simbolistica
religiosa o alla numerologia sacra, la prima illustrata da numerose tavolette (Perieni,
Glvneti, Trtria, Ortie, Turda, Phaphos, Karanovo, Lozna ecc.)
17
. Anche a
questo riguardo, le scoperte in Moldavia cominciano sin dal Neolitico antico (le
tavolette di Perieni e Glvneti)
18
, continuando fino allEt del Rame
19
.
Sabatinovka II (Fig. 3)
Il santuario di Sabatinovka II, scavato da Makarevi e Danilenko, parzialmente
danneggiato da successivi lavori, stato ricostituito graficamente, essendo ripreso
come tale negli studi di specialit
20
. Per la numerologia dei suoi pezzi, ha offerto
lopportunit di numerose analisi: sulla panca cerano 16 statuine femminili, due dipinte
di rosso (come quelle di Poduri), un piatto o unaltra cosa (piatto o tavola daltare,
anchessa dipinta), 20 vasi interi o ricostituibili, 55 strumenti di selce, 32 statuine, circa
dieci troni
21
. Il pavimento era costruito su travi. Particolarmente importanti per luso
dellinterno di un santuario sono la panca con idoli e il trono monumentale, se le
ricostituzioni sono corrette.
Trueti
A Trueti stato scoperto il maggior numero di santuari, di cui uno o due ci
sembrano templi, a giudicare dalle statue monumentali, mentre gli altri sono santuari
comunitari
22
. Ma una simile divisione pu essere forzata.

17
Merlini 2005; 2008 capitolo 11.B.d.3.
18
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007.
19
Ibidem.
20
Makarevi 1960, 282, 290, fig. 1; Gimbutas 1984, 74, 25; 1991, 261, fig. 7/59; Makkay 1971, 138;
Zbenovi 1996a e la vecchia bibliografia; Monah 1997, 35, 255, fig. 3-1; ETC 2004, 320, 460-461; Lazarovici Gh. et
alii 2001, 262, fig. 265; Lazarovici C.-M. 2004, 48, fig. 2; Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, 76, fig. 17.
21
Zbenovi 1996a, 32.
22
Petrescu-Dmbovia 1953; 1963, 172-186; 1976; Gimbutas 1984, 77, fig. 43; Monah, Cuco
1985, 156: Sandars 1985, 201; Florescu A.C. 1957, 203 sq.; Lazarovici C.-M. 2004, 47, 49 sq., fig. 1;



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



112
Santuario 1 (= Tempio 1) (Fig. 4) compariva spesso con il nome di laltare di
Trueti
23
(notato L XXIV o L 24). Ha il pi ricco inventario tra i santuari finora scoperti
ed daltronde anche il pi antico rinvenimento di questo tipo. stato citato molto
spesso, perci menzioniamo le interpretazioni, senza commentarle. Le dimensioni del
santuario sono di 9 x 5 m, che rientra nella categoria delle costruzioni di medie
dimensioni (ci sono altri sei complessi delle stesse dimensioni: 45 mq)
24
. Nel suo
inventario sono menzionate, a parte laltare monumentale, piastre di statua
monumentale (nellangolo di nord-est), piastra con cornice da altri pezzi o da altri parti
dellaltare, un focolare con della margine rialzata, un supporto di vaso e frammenti
ceramici. Magda Lazarovici ha fatto una prima ricostruzione del complesso, mettendo i
reperti descritti in pubblicazioni nelle zone indicate sulle piante originali
25
.
Quasi tutte le interpretazioni combaciano parzialmente. Per quanto riguarda gli
idoli-colonna del corpo dellaltare monumentale, secondo alcune opinioni sarebbero a
forma di phallus, il che non da escludere. doveroso ricordare che questi sono
nove, tre sotto ogni figurina e tre sopra il ventre. Questo dimostra chiaramente che
queste comunit possedevano gi delle conoscenze sul concepimento e sulla
gravidanza. I primi tre, i pi piccoli, sono dei primi tre mesi. Interessante ci sembra che
nessuno degli oggetti dinventario ceramico si sia conservato interamente. Nella
prossimit del complesso cera una costruzione adiacente
26
di soli 6 mq, che sarebbe
potuto essere interpretata come spazio per lo sciamano o per il sacerdote.
A giudicare dalle statue monumentali di questo Santuario 1 e del Santuario 2, le
due costruzioni dovrebbero essere considerate templi, dedicati ad alcune divinit
Donna-Toro, Uomo-Toro per il Tempio 1 e la Trinit o lOrante per il Tempio 2.
Santuario 2 (= Tempio 2), Trinit o Orante (notato L 40)
27
(Fig. 5)
Noi preferiamo lidentificazione della scoperta come Trinit (tre figure con le
teste uguali), mentre altri considerano le teste laterali come braccia di unorante.

Florescu A.C. 1959, 183 sq.; Monah 1997, 37-38, n. 72; Petrescu-Dmbovia 1953, 7 sq.; 1954, 7 sq.;
Mantu 2002; Lazarovici C.-M. 2004, 50, fig. 3.
23
Petrescu-Dmbovia 1953, 7 sq.; 1954, 7 sq.; Monah 1997, 38, 9/1; Mantu 2002; Lazarovici C.-
M. 2004, 47, fig. 1.
24
Petrescu-Dmbovia 1957, 10; Florescu A.C. 1959, 183 sq.; Petrescu-Dmbovia et alii 1999,
67, fig. 48, 205; Monah 1997, 37, n. 72, 8/1; Lazarovici C.-M. 2004, 47, 49 sq., fig. 1.
25
Lazarovici C.-M. 2004, 47, fig. 1; Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. Vd. 96 e la
bibliografia.
26
Petrescu-Dmbovia et alii 1999, 67, fig. 48.
27
Petrescu-Dmbovia 1953, 7 sq.; 1954, 7 sq.; 1955, 165 sq.; Petrescu-Dmbovia, Florescu A.
1959, 147-154; Petrescu-Dmbovia, Florescu A., Florescu M. 1962, 227-233; Petrescu-Dmbovia 1963,
172 sq.; 1966; Monah 1997, 38, fig. 9/1; Mantu 2002; Lazarovici C.-M. 2004, 47, fig. 1.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



113
Le dimensioni del santuario sono di 9 x 5 m e appartiene alla fase Cucuteni A.
Nel complesso sono state scoperti 11 oggetti ed elementi architettonici. A parte la stele
che si ritiene raffiguri un orante
28
, con le dimensioni di 0,7-0,74 m (spessore in basso 7
cm, in alto 4 cm), orientata verso est, qui sono stati trovati anche i seguenti oggetti: una
cornice angolare liscia, sabbiosa, che ha laspetto dei focolari portatili di Para, un
nucleo e un percussore di selce, pezzi utilizzati per staccare schegge grandi, taglienti,
necessarie ai sacrifici (sempre per analogia al Santuario 1 di Para), un frammento di
macinino (pezzi frammentari simili compaiono in molti santuari; il frammento
simboleggia la rottura rituale), uno scalpello di corno e un idolo zoomorfo. Come
oggetti, sono menzionati dei coperchi dipinti, vasi non dipinti, supporto dipinto, vaso
binocolo con incisioni. Le ciotole dipinte della fase Cucuteni B sarebbero potute
arrivare qua attraverso i disturbi della piattaforma. Linventario costituirebbe un
argomento a favore delle necessit di uso cultico. Paragonato al Tempio 1, collocato
verso lestremit del sito, il Tempio 2 posto approssimativamente al centro. Poich
non abbiamo una cronologia interna sufficientemente chiara riguardante la stratigrafia
orizzontale, difficile precisare se il santuario sia collocato proprio in centro, dato che
non conosciamo quali fossero i primi complessi.
Daltronde, i santuari non sono collocati in posizione centrale in tutti i siti. Ma, a
Hbeti, labitazione 1, la pi grande, si trovava nella zona centrale e occupava una
superficie circa 16 x 8,5 m
29
o 18 x 12 m (misure secondo la scala, anche se la sua
area copre una superficie pi ampia)
30
. La sua posizione e le sue dimensioni ci
farebbero pensare a una casa della trib o a un santuario, anche se mancano altre
prove in questo senso.
Santuario 3 (L 60) (Fig. 6)
31
.
Per le sue dimensioni, la prima della serie di costruzioni di ampie dimensioni
di Trueti
32
. Linventario del complesso consisteva in: un focolare, un idolo
monumentale rovesciato, orientato sud-ovest nord-est, unascia grande, piatta, una
ciotola con decorazione a incisioni e dieci vasi frammentari. Lidolo monumentale, alto
di 60 cm, del tipo provvisto di una coppa sulla testa per la deposizione dei doni.
Infatti, a Trueti questi approfondimenti sul capo per la deposizione dei doni

28
Petrescu-Dmbovia et alii 1999, 88-89, fig. 67, 372/2 ; Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007,
fig. Vd.97.
29
Dumitrescu Vl. et alii, 1954, 20, Tav. 7.
30
Dumitrescu Vl. 1967, 18; Lazarovici C.-M.,. Lazarovici Gh 2007, fig. Vd.46-48.
31
Petrescu-Dmbovia 1999, 117-121, fig. 86-87; Mantu 2002; Lazarovici C.-M. 2004.
32
Maxim-Kalmar, Tarcea 1999, 660.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



114
rappresentano una regola; nella stazione ci sono altri due reperti simili (nel santuario
domestico L 61 e sul capo dellaltare del Santuario 1).
Il reperto pi interessante per la tavola altare (Fig. 7), collocata in zona
centrale, con tre scompartimenti, rifatta pi volte e che ha una perforazione per
linserimento di una colonna di legno. O la colonna era asimmetrica, o si trattava di due
colonne, come supponiamo noi, altrimenti la colonna sarebbe stata al centro. Il fatto
che tutti tre gli idoli (uno in questo santuario e due in L 61) avessero un foro interiore ci
fa presumere che fossero fissati su una colonna ad altezza duomo o fossero posti un
po pi in alto. Non da escludere la possibilit che lidolo sia stato sul margine del
focolare, dove cera il foro, o che abbia avuto una coppia. Il fatto che nellaltro santuario
ci fossero due idoli non esclude la nostra ipotesi.
Attraverso il nostro tentativo di ricostituire, per simmetria (a causa del focolare
triplice), laltare con le colonne ha come modello quello scoperto nellabitazione 61. In
questo modo ha laspetto di un altare e non solo di un focolare. Daltronde, c una
buona analogia a Kirokitia (Cipro), nel Neolitico preceramico (Fig. 8), dove c un altare
di pietra a pi scompartimenti, come a Trueti, per il fuoco o per lofferta di vari
prodotti alle divinit (nel caso di L 61 alla coppia di dei, forse lo stesso in L 60).
Le analogie non sono dovute tanto a dei contatti, ma piuttosto a dei miti o a una
liturgia del culto che circolava a quei tempi o che era persino anteriore. Lanalogia si
riferisce soprattutto alla funzionalit ed legata anche a una certa numerologia cultica.
Lidea delle due colonne, dei due pilastri antichissima, si ritrova nei primi
santuari PPN
33
(Fig. 1), vicino ai quali spesso c un focolare.
Nel santuario di Para
34
(Fig. 9), due colonne guardano lapertura di fronte alla
statua monumentale, in cui le colonne terminano con teste di toro e con delle
protuberanze tra le corna, interpretate da noi, in base al collocamento e alle
decorazioni, come la Luna e il Sole.
Dellesistenza di questi altari di grandi dimensioni, su cui erano portati, deposti
o tenuti gli oggetti di culto, abbiamo buone analogie in Ungheria, a Vest Mgor
35
e
in Romania, a Pianul de Jos
36
.



33
Hauptmann, Schmidt 2007.
34
Lazarovici Gh. 2006.
35
Hegeds, Makkay 1987, 94, fig. 12-13: Lazarovici Gh. et alii 2001, 293, fig. 267.
36
Paul 1965, 5 sq., fig. 1-4, pl. I-II; 1992, 104-106, LII/2-3; DEAVR 1980, 297; Gimbutas 1984,
78, 81, fig. 34; Monah 1997, 34; Lazarovici Gh. et alii 2001, I.1, p. 268, 234.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



115
Santuario 5 (L 38, Fig. 10)
Nella cosiddetta abitazione 38 di Trueti
37
stata scoperta una stele di grandi
dimensioni (altezza 55 cm; larghezza 34,2 cm), impiegata forse anche come altare
domestico.
In base allinventario pubblicato, Magda Lazarovici
38
ricostituito il complesso e
la posizione degli oggetti. Daltronde, la stele ha richiamato lattenzione per il fatto che
stata collocata su una pedana
39
, mentre accanto si trovavano i resti di un forno, forse
con la volta, un frammento di macinino, un nucleo e lame di selce, una lesina in osso,
frammenti ceramici, vasi, un vaso binocolo
40
ecc.
Il complesso stato parzialmente danneggiato in uno degli angoli. Siccome una
costruzione adiacente sembra indicare labitazione di una persona con funzioni sociali,
potrebbe trattarsi di un santuario domestico. La stele lelemento principale collegato
al culto o il suo attributo principale. Le decorazioni della stele sono particolarmente
interessanti, che richiederebbero uno studio a parte.
Questa sarebbe quella che N. Ursulescu ha definito come una casa del
sacerdote, che a volte serviva come luogo di culto. Certo, queste ipotesi dovranno
essere analizzate nel contesto dellinventario della costruzione, delle analisi paleo-
zoologiche e di altri dettagli.
Santuario 4, con gli idoli-colonna doppi, L 61 (Fig. 11)
Il santuario aveva due vani, luno con focolare e piastra di focolare, laltro con
panca, focolare e due idoli sul pilastro, formando una colonna. A uno sguardo attento
osserviamo che soltanto per luno di idoli sono stati raffigurati i seni, il che ci fa dedurre
che si tratta di una coppia uomo-donna. Quello con il corpo da donna aveva una coppa
sopra la testa per la deposizione dei doni; possibile che anche il secondo
(frammentario) ne abbia avuta una, come nel Santuario 1 (quello dellaltare). Una
prova dellesistenza di due idoli, uno maschile e laltro femminile, con tracce di
pilastri/colonne di legno su cui poggiavano, abbiamo dal santuario 3 (L 60).
Tra le altre sistemazioni, ricordiamo la presenza di un focolare in ogni vano:
quello a est aveva anche una piastra di focolare, motivo per cui riteniamo che la
camera abbia avuto anche un ruolo funzionale, di abitazione.

37
Dumitrescu Vl. 1979, 105, fig. 167; Miclea, Florescu R. 1980, 80, fig. 157; Gimbutas 1984;
1987, 106; Mantu, Dumitroaia 1997, 210, nr. 122; Monah 1997, 38, fig. 9/6; Petrescu-Dmbovia et alii
1999, 527, 372/1.
38
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. Va.31.
39
Monah 1991a, 261, 9/6; Petrescu-Dmbovia et alii 1999, 85-88.
40
Petrescu-Dmbovia et alii 1999, 85-88.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



116
Mrgineni Cetuia (Fig. 12)
In unabitazione senza piattaforma stata scoperta la testa di un idolo
monumentale, provvista di una cavit
41
, simile agli altari e agli idoli monumentali di pi
santuari di Trueti.
Sempre l cera un forno a due camere, con piastra in argilla perforata. E
possibile che lidolo sia stato montato sopra il forno, data la traccia di un piedestallo
circolare su cui sarebbe stato fissato. Dallabitazione provengono frammenti ceramici e
unascia di rame di tipo Vidra. Il forno potrebbe essere collegato al bruciamento rituale
di alcuni pezzi speciali o un forno a protome. Ma, in generale, simili forni sono
collegati al culto del fuoco, alla protezione del fuoco
42
e la piccola cavit sopra il forno
permetteva la deposizione di doni.
In base ad alcuni reperti monumentali o a rappresentazioni particolari, una serie
di scoperte deve essere legata a rituali cultici, rituali che hanno una parte importante in
molte delle abitazioni neolitiche. Le scoperte di Mrgineni sono collegate soprattutto al
culto del focolare e del forno, con analogie nella zona di Tripolie
43
.
Per non essere perse di vista in future analisi, vanno ricordate: labitazione 4 di
Slcua-Piscul Corniorului
44
e quella notata VII/8 di Durankulak
45
.
Altre volte, abbiamo a che fare soltanto con alcune rappresentazioni di santuari,
come la casa con pilastri di Turda
46
.
Il santuario di Scnteia (Fig. 13-14)
Il santuario di Scnteia (L 1) aveva un pavimento di terracotta (spesso circa 3-4
cm), sistemato direttamente sulla terra. Allinterno della camera (circa 4 x 4 m), sono
stati scoperti resti di un focolare (1,10 x 0,75 m), costruito sempre direttamente sul
suolo, in prossimit del quale cera unarenaria di grandi dimensioni, piatta (75 x 50
cm). Linventario del santuario era molto particolare: 75 idoli antropomorfi, femminili e
maschili (59 femminili, 10 maschili, mentre il sesso dei rimanenti sei idoli era
indefinibile)
47
, 30 idoli zoomorfi, sette protome zoomorfe, un frammento di un vaso

41
Monah 1991b, 298, 302-303; 1997, 36, fig. 3/4, 5; Monah, Cuco 1985, 117 ; Lazarovici C.-M.,
Lazarovici Gh. 2007, fig. Vd.88.
42
Tsvek 2001, 24; Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. Vd.88.
43
Tsvek 2001, 24.
44
Marangou 1992, 374, 25.c.
45
Todorova 2002, I, 13, fig. 5b.
46
Roska 1928.
47
Mantu 1993, 52; Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, Vd.87.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



117
antropomorfo, un ago di rame, cinque frammenti di tavoli del tipo altare, un frammento
di una calotta cranica, accanto di una grande quantit di ceramica e attrezzi di selce
48
.
La grande piastra di arenaria di prossimit del focolare pu essere interpretata
come una stele. Per la sua forma e le sue dimensioni, crediamo che rappresenti una
divinit stilizzata.
Daltronde, simili steli di piastre di arenaria sono state scoperte anche a Gura
Baciului
49
, nel complesso con sepoltura di incinerazione e sono state interpretate da
noi come altare domestico, molto probabilmente appartenente a una sacerdotessa.
Sempre qui stata scoperta una tavoletta con segni su uno dei lati, precedentemente
considerata come modello in miniatura di un pane
50
. Dobbiamo insistere di pi su
questo reperto, perch il contesto e lassociazione con il grande numero di idoli, la
presenza della stele ci spingono a considerare tutto il complesso come un altare
domestico, legato al culto della fertilit e della fecondit. I segni sul reperto sono
raggruppati in due registri, luno inferiore, laltro superiore.
Scomponendo i segni, si osserva che fanno parte della struttura di segni della
scrittura sacra danubiana. Questi segni sono frequenti in epoca neolitica, soprattutto
nel tardo Neolitico. Alcuni di questi (il segno no. 50: X) compaiono sin dal mesolitico
51

o di Neolitico antico
52
e sincontrano frequentemente sui piccoli altari di culto. E
lelemento di base a suggerire il corpo umano nei suoi vari aspetti, combinato con il
braccio o la gamba per suggerire lidea del movimento, significati di culto
(linvocazione) o stati (la direzione del movimento); combinato con I, forse con
significati numerologici.
Il segno X fa parte dei segni di base della scrittura danubiana, con varianti a
Winn (codice 66-69, 75, 78, 81-84 ecc.). Questo compare su tavolette (tabella 15
posizioni 2, 8, 16), essendo un elemento legato ai crittogrammi (se pensiamo al reperto
di Lepenski Vir
53
).
I segni sul reperto sono raggruppati in due registri, cos come compaiono anche
sulle tavolette di Trtria. I segni sono stati codificati e inseriti nella banca dati
(Sanctuar.db), e tramite la seriazione sono stati ottenuti gli oggetti e le situazioni simili.
La figura 15a rappresenta la scrittura dei segni del primo registro.

48
Mantu, urcanu 1999, 13.
49
Lazarovici Gh., Lazarovici C.-M. 2006.
50
Mantu, urcanu 1999, 124-125; Lazarovici C.-M. 2006, 60-61, fig. 5/1-2.
51
Winn 1981, 259-260, fig. 1.
52
Ibidem, 120, nr. Cod 66, con le varianti formati tramite rotazione, come +.
53
Ibidem, 259-263, fig. 1.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



118
La maggior parte dei segni ha un carattere astratto, questi saranno correlati pi
avanti. Il registro inferiore contiene segni simili, 49f e 50, ma in altre posizioni (cat. 49,
49a), dato che alcuni sono noti sin dalle fasi tarde Starevo-Cri, dalle tavolette di
Perieni e Glvneti (Fig. 15b, posizioni 18, 20). La maggior parte risale al neolitico
tardo. La loro associazione ha significati culturali-religiosi.
I segni del secondo registro sono anchessi frequenti sulle tavolette. Questi segni
sono utilizzati come mezzo di comunicazione, alcuni essendo simboli, gli altri segni
derivati dai simboli, frequentemente rinvenuti sugli oggetti di culto (altari, idoli, tavolette,
vasi di culto) e possono essere considerati segni della scrittura danubiana scrittura a
carattere religioso; il loro significato dipende dalloggetto, dal posto, dalla posizione.
La banda incrociata (cat. 50) suggerisce spesso il corpo umano o parti di lui. Il
segno catalogato sotto il no. 49 pu significare un bambino
54
.
Certo, molti dei segni si dovranno analizzare pi approfonditamente nei contesti
in cui i loro simboli iniziali trasmettono lidea di base e il significato del segno. La loro
presenza su tavolette o piastrelle si collega, in parte, ai significati profondi
delliniziazione nei segreti della ragione, essendo forse regole o comandamenti, nel
caso in cui dovessimo pensare solo ai dieci comandamenti della Bibbia. I segni del
secondo registro sono anchessi frequenti sulle tavolette.
Fossa 62 (Fig. 16)
Tra i pi interessanti complessi di culto di Scnteia si deve ricordare la fossa
62. Nella fossa sono stati depositati pi vasi di grandi dimensioni, come un vaso
globulare con piede e coperchio, un frammento di coppa con piede grande, un mestolo
(Fig. 16.3), una coppa piccola, un bicchiere con piede, un idolo zoomorfo, altri idoli
frammentari e frammenti di vasi
55
. Dal modo in cui i vasi sono stati rinvenuti, si nota
che la maggior parte era gi rotta e soltanto una parte di loro stata depositata nella
fossa (il vaso grande era privo di frammenti del piede, del corpo e del coperchio, la
coppa con piede era rotta a met, il cucchiaione aveva il manico rotto, una statuina
aveva il braccio sinistro rotto, allaltra mancavano il petto e la testa). La rottura o lo
spaccamento rituale non una novit, simili situazioni si sono incontrate, per esempio,
a Trtria, nella fossa rituale
56
.



54
Lazarovici Gh. 2003a; 2004a; 2004b.
55
Mantu, urcanu 1999, cat. 89, 106, 108, 140, 344, 357 ; Mantu, Dumitroaia 1997, cat. 46.
56
Lazarovici Gh., Merlini 2005.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



119
I santuari e i complessi di culto di Isaiia
57

A Isaiia (comune di Rducneni, distretto di Iai) stato recentemente scoperto
un insediamento della cultura Precucuteni, con materiali della fasi Precucuteni II (Fig.
17). Per il grande numero di complessi e oggetti di culto, Isaiia sembra essere stato un
centro di culto. Le costruzioni di culto pi rappresentative sono il Santuario 1A della
prima tappa e il Santuario 1
58
della seconda tappa. Il secondo ha un contenuto simile a
quello di Poduri
59
.
In questo sito stata trovata una famosa deposizione rituale (Fig. 25), simile a
quella di Poduri, il che ci permette di trarre alcune conclusioni riguardanti la liturgica
neolitica, legata a una mitologia e a una simbolistica sacre. Quello che molto
importante rilevare per la investigazione di Isaiia la collocazione esatta degli oggetti
sul piano del santuario.
Il Concilio delle dee di Poduri e la sua replica di Isaiia, presentano le migliori
analogie con le scoperte di Ovarovo in Bulgaria
60
o con quelle casuali di nord della
Grecia
61
, che presentano probabilmente il ruolo dei personaggi femminili, associati a
deit, nellambito di cerimonie legate alla fertilit e alla fecondit, ma che, a nostro
avviso, offrono anche dati su una liturgia neolitica. molto importante rilevare che le
scoperte menzionate sopra illustrano lesistenza di miti e di liturgie con elementi
comuni negli spazi balcanici.
Una particolare attenzione va rivolta al contenuto cultico dei due santuari, dato
che i loro inventari si completano a vicenda, offrendo unimmagine pi chiara sulla
liturgia, sulla liturgia neolitica, attivit che possiamo ipotizzare se si pensa ai templi e
ai santuari neolitici, al loro contenuto e a quello che vi succedeva dentro.
La costruzione di Isaiia aveva due fasi di abitazione (Fig. 18-19), sistemate
sullo stesso luogo, con piccole modifiche del piano, riprendendo da molti punti di vista
una situazione simile a quella di Para.
Santuario 1A o Abitazione 1A
La costruzione aveva una forma romboidale, con le dimensioni di 8 x 7,8 m.
62

Nel Santuario 1a (L 1A), vicino al focolare, cera una tavola - altare circolare con

57
Ursulescu et alii 2002; 2006; Ursulescu 2004a; Ursulescu, Tencariu 2006.
58
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. IVd.20a.
59
Ursulescu et alii 2002; 2004 ; Ursulescu, Tencariu 2006, 30-33; Lazarovici C.-M., Lazarovici
Gh. 2007, fig. IVd.20b: 21 statuette femminile, con i loro accoliti stilizzati, 13 troni, 21 coni e 42 perle, tutti
fittili (Ursulescu 2004b; Ursulescu et alii 2002).
60
Todorova 1976.
61
Idole 1985, Taf. 18/19.
62
Ursulescu, Tencariu 2006, 30-33.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



120
quattro piedi, un vaso di tipo askos e una tavoletta frammentaria di terracotta con
disegni, segni e simboli
63
.
Casualmente e stato scoperta, nella zona del santuario 1 - 1A, un altro
frammento di tavoletta con incisioni, interpretabili come dei segni
64
(Fig. 22). In una
prima tappa abbiamo tentato di codificare e seguire il significato dei segni, il che non
ha offerto molte analogie. Recentemente, a seguito della rianalisi di alcuni reperti con
segni di Turda, abbiamo constatato che alcuni hanno sensi mitologici (il doppio
serpente, luccello, lelefante ecc.)
65
. Interpretando in questo senso i due frammenti di
tavolette, esse ricevono un nuovo contenuto, un significato. Secondo noi e Marco
Merlini
66
, si tratta di pi famiglie (ci riferiamo a maschio, femmina e cuccioli) di elefanti.
Lelefante come animale mitologico, considerato il re dei mammiferi, compare a
volte sui vasi (nella cultura Vuedol), mentre a Turda stilizzato sul fondo di un
vaso
67
, sicch la situazione riscontrata a Isaiia ha degli antecedenti.
Sulla seconda tavoletta (Fig. 23), anche se le figure non sono altrettanto chiare,
perch la tavoletta rotta, crediamo che siano rappresentati pi animali. Il primo
sembra essere una testa di bisonte o di orso, il secondo una tartaruga, seguita da altre
teste; purtroppo, la tavoletta rotta nella zona di queste teste.
Sulla tavoletta rettangolare con figure di Trtria rappresentato sempre un
tema mitologico: si tratta di un gregge di capre, nei pressi di una foresta, sorvegliato da
un pastore, il che potrebbe rappresentare un antecedente dellallegoria del Buon
pastore di Bibbia. La presenza degli animali sulle tavolette di Trtria e Isaiia potrebbe
rappresentare il prestigio del sacerdote / della sacerdotessa che cura il gregge,
allegoria della comunit da lui/lei guidata. Certo, le ipotesi sono ardite, ma considerarli
semplici segni senza un significato altrettanto pericoloso
68
.
Santuario 1 (Fig. 24)
Della seconda tappa, nellAbitazione 1 cerano, vicino a un focolare
rettangolare, due tavole-altare e il insieme-tesoro con pezzi di culto
69
.

63
Ursulescu, Tencariu 2006, 81 sq., fig. 5-8, 11-13; Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig.
IVd.24 ; Noi riteniamo che la tavoletta sia un pittogramma mitologico legato alla genesi del mondo.
64
Ursulescu 2001b, 53-54, fig. 3/1.
65
Per il catalogo della mostra la Scrittura Danubiana la Scrittura Turda.
66
Riferimenti nella tesi di dottorato, Sibiu 2008.
67
Per il catalogo della mostra La Scrittura Danubiana la Scrittura Turda, cat. 130; Roska 1928,
282, fig. 185; 1941, 135/39; Winn 1981.
68
Pi ampiamente, in uno studio in lavorazione con Marco Merlini su Segni, simboli e temi
mitologici.
69
Ursulescu 2004b, 326-327; Ursulescu, Tencariu 2006.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



121
Se esistessero solo questo insieme e quello di Poduri, saremmo sempre
giustificati a parlare delle pratiche dei santuari e dei templi neolitici
70
. Spesso abbiamo
parlato di troni, ma a Isaiia, al di l dei significati numerologici sui quali si spesso
soffermato N. Ursulescu
71
, alcuni tra i piccoli troni di alcune statuine possono indicare
divinit o sacerdotesse che rappresentano o suggeriscono le immagini o gli attributi
delle ancelle delle divinit nei santuari.
Due dei troni di Isaiia (seggiolini no. 3 e 6) (Fig. 21) contengono segni e punti
legati sia alla scrittura sacra che alla numerologia sacra. Il trono / il seggiolino
ricoperto/a di 64-65 punti, organizzati a spirale. Questa disposizione a spirale non
unica nella civilt Cucuteni Tripolie, dal momento che sincontra anche sulla volta di
un modello di forno cultico di Berezovka (Ucraina) e di un altro di Slatina (Bulgaria),
raffigurante, si ritiene, un serpente
72
. Sono tre file di spirali e sullo schienale del trono
seguono altre file di tre punti con la numerologia 5, 4, 3. Sulla prima spirale ci sono
nove punti, la seconda fila della spirale ha 13 punti e la terza fila 28 o 29, dato che uno
dei punti pi piccolo, forse con funzione di separazione, per un totale di 64/65 segni.
Il gruppo contiene inoltre, dal centro verso lalto, 4 gruppi di 7 punti, per un
totale di 28, sempre un numero sacro, legato al calendario lunare o al ciclo femminile. Il
margine del trono ha 28 + 1 intagli (lultimo pi piccolo). Ai primi (quelli sulla sinistra) in
senso orario, il 4 6 3, cio la cifra 13, ne seguono 9 e poi gli ultimi 7 (quelli a
destra). Sulla parte superiore dello schienale ci sono 6 + 1 intagli (il settimo disposto
orizzontalmente o si tratta forse di un difetto desecuzione?). La parte dorsale del
seggiolino ha una serie di segni, alcuni con legatura, che deve essere analizzata a
parte. Su un altro seggiolino sono 12 intagli
73
. Un altro trono (il seggiolino) 6, ha 25
intagli sul margine, dei puntini sulle metope 19, 15 e 21 intagli sullo schienale
74
. Altri
troni hanno vari segni (triangoli, angoli, Y ecc.); lo studio e le analisi, fatte da N.
Ursulescu, riguardanti la numerologia sacra, richiedono ampi spazi di presentazione,
che esulano dal tema presente, ma parlano di una mitologia e numerologia sacra, che
si ripete su un grande numero di oggetti.


70
Liturgica = Leiturgike gr. definita come la scienza del culto divino pubblico o la totalit degli
atti di culto dei servizi divini sacramentali nella Chiesa Cristiana: Branite, Branite 2001, 266-267. Si veda
il nostro studio riguardante caratteristiche, pratiche e installazioni comuni a molti santuari: Lazarovici Gh.
2001b; 2001c; 2003a; 2003b; 2004a; 2004b; Lazarovici Gh., Lazarovici C.-M. 2006a.
71
Ursulescu 2001b, 65; 2008, 209 sq. ; Ursulescu, Tencariu 2007, 108-119.
72
Ovinnikov 1996, 118, fig. 1-2 (apud Nikolov 1990).
73
Ursulescu, Tencariu 2007, 108, seggiolino 3.
74
Ursulescu, Tencariu 2007, 112, seggiolino 6.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



122
Abitazione 5
Questa una costruzione di grandi dimensioni (circa 70 mq), che, nelle due
tappe della sua esistenza, ha conosciuto trasformazioni notevoli dal punto di vista della
sistemazione dellinterno, con pi strutture ad evidente funzione di culto.
Attirano unattenzione particolare le sistemazioni della seconda tappa: un forno
grande, rettangolare, con gli angoli arrotondati, con due cassette appoggiate, alte tra i
10-12 cm (una semicircolare, struttura 3, con allinterno un pilastro-colonna, laltra
rettangolare, struttura 4); in prossimit cera un bancale (questo e il forno erano
costruiti sopra la fossa 62); una cornice rettangolare di argilla, con gli angoli arrotondati
(struttura 5), che custodiva una ciotola, un vaso grande per provvigioni, un piede di un
vaso antropomorfo; vicino alla cornice sono stati rinvenuti i resti di una cassetta-
deposito rettangolare, antropomorfizzata
75
.
Le cassette, laltare, i pezzi monumentali ricordano quelli scoperti nel santuario
di VstMgor (Ungheria), ma anche i grandi vasi antropomorfi di Toptepe
(Turchia)
76
. La cassetta (0,45 x 0,32 m; alto 0,36 m), interpretato come un altare
deposito, altare granaio, insieme ai pezzi adiacenti al forno menzionato, sono da
collegare a un rito agrario e allofferta di doni.
La prima tappa di funzionamento del santuario si conclude con un rituale di
abbandono, quando i piedi antropomorfizzati di un vaso del tipo ciotola sono stati
sparsi in varie parti dellabitazione 5 (inclusa la fossa 59). Un vaso simile, parzialmente
ricostituibile, stato trovato nella fossa 62, il che si pu interpretare sempre come un
rito di abbandono, legato allo stesso momento.
Altre costruzioni di culto.
Nellabitazione no. 7 ci sono notevoli oggetti di culto
77
, che superano i bisogni di un
altare domestico, anche se le nostre conoscenze in merito sono ancora insufficienti.
Labitazione no. 7 ha avuto un focolare e un forno a forma di ferro di cavallo, sito nella
zona centrale dellabitazione. Accanto a queste installazioni sono state scoperte tre piastre
di argilla: una davanti al focolare e le altre due vicino al forno
78
. Le piastre sono di forma
pi o meno rettangolare e loro la parte superiore si termina in quello che a prima vista
sembrano delle corna. Queste piastre possono essere considerate come le stele, che
finiscono con un bucranio. Loro sono state collegate al reperto scoperto nel santuario di

75
Ursulescu et alii 2002; 2006; Ursulescu 2004a; Ursulescu, Tencariu 2006, p. 47, 49, 52.
76
Hegeds, Makkay 1987, 94, fig. 12-13.
77
Ursulescu et alii 2003, 158-159.
78
Ursulescu, Tencariu 2007, pl. VIII/7 -9; Lazarovici C-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. IVd.23c-d.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



123
Vst - Magor
79
e possono essere associate anche ai sei reperti simili scoperti
nellabitazione Karanovo II (gi Starevo IIIb) di Stara Zagora-Bagni, in Bulgaria
80
.
Una colonna di argille, a forma di phallus, stata scoperta al margine ovest del
focolare di L 6 (Fig. 20). Resti di unaltra colonna, spezzata, in disuso, sono stati scoperti
nella fossa 40. La colonna ha una pi stretta analogia nelle rappresentazioni della cultura
Boian (alla quale si aggiungono quelle menzionate a Para, Kormadin ecc.).
Le piastre e le colonne di terracotta di abitazioni 6 e 7 attestano lesistenza di
costruzioni di culto con significati e simboli complessi, particolari.
Altrettanto interessante linventario della fossa 17, vicina allabitazione 7, che
conteneva un vaso supporto, una statuina frammentaria e 42 piccoli coni di argilla,
simili ai pezzi del vaso con il complesso di culto dellabitazione-santuario no. 1
81
.
Il santuario di Trgu Frumos
Il sito di Trgu Frumos-Baza Ptule ha tre tappe di abitazione, attribuite alla
fase Precucuteni III; finora sono state interamente o parzialmente investigate 14
abitazioni. Una di loro stata considerata abitazione-santuario
82
(Fig. 26), ma noi
crediamo che si tratti di un santuario vero e proprio o di un tempio .
Il santuario di Trgu Frumos comprendeva, accanto alla statua monumentale,
anche una panca di piastre di argilla, costruita su una struttura di travi, forse utilizzata
per la deposizione o lesposizione dei doni o dellinventario mobile durante le
cerimonie
83
.
Cos, a Trgu Frumos - Baza Ptule, la costruzione che ci interessa, segnata L
11, aveva un pavimento-piattaforma di argilla impastata di paglia, coprendo parzialmente
una struttura in legno. Nella parte nord-est dellabitazione cera un focolare di grandi
dimensioni (del diametro di 1,20-1,30 m). Sotto la panca vicino al focolare cera una
fossa, che conteneva oggetti di culto, correttamente interpretati come doni.
I resti di altare, privi delle teste, sono stati intenzionalmente distrutti, simile a
quello di Para Tempio 2
84
.
Laltare (Fig. 28-29), circondato da un bordo in argilla, a forma di ferro di
cavallo, consiste di due piastre di terracotta, di 26 x 20 cm, e dello spessore di 4 cm,

79
Ursulescu, Tencariu 2004, 143 e nota 20.
80
Georgiev 1972, 11, fig. 2.
81
Ursulescu et alii 2003, 158.
82
Ursulescu, Boghian 1995; 1996; Ursulescu, Boghian, Cotiug 1999; Ursulescu, Boghian,
Cotiug 2000; Ursulescu et alii 2001; Ursulescu 2002, 3-7; 2008, 209, 215, fig. 5-15; Boghian et alii 2002;
2003; Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, fig. IVd.7, d.19.
83
Ursulescu, Tencariu 2004, 139.
84
Ursulescu et alii 2001, 252-254; Ursulescu, Tencariu 2004, 137-139; Lazarovici C.-M.,
Lazarovici Gh. 2007, fig. IVd.22.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



124
che si univano alla parte superiore in una specie di cornice, arcata verso linterno, dove
si congiungevano con unaltra piastra. La statua, installata su una struttura in legno,
riproduce due sagome umane, appena abbozzate, le cui omeri potrebbero essere
suggerite dalle piccole protuberanze poste nella parte superiore, dove comincia la
cornice
85
. La costruzione della statua monumentale su una struttura in legno un buon
esempio per linterpretazione di altre statue monumentali di santuari domestici che
avevano un foro allinterno (si veda sopra Trueti L 60, L 61).
La fossa 26 di Trgu Frumos conteneva quattro bucrani (uno di Bos
primigenius, tre di Bos taurus), altri 43 crani bovini, un grande numero di ossa di vari
animali (bovini, suini, canidi, equini, cervidi, orso, castoro, lupo). Questo ci ricorda la
fossa con cinque scheletri di bovini e cervo di Zau (distretto di Mure)
86
. Dei numerosi
frammenti ceramici di vari vasi, uno proviene da un vaso antropomorfo
87
.
Altre fosse di Trgu Frumos, sempre collegate a un rituale di culto, sono le fosse
36 e 37, che riflettono rituali di fondazione, entrambe contenenti sul fondo un bucranio e
nel resto un ricco materiale osteologico, frammenti di ceramica e plastica
antropo
ni, le origini dei quali
risalgon riente.
struzioni con un ricco inventario cultico.
morfa
88
.
Tra le fosse con ruoli e funzionalit diverse, da ricordarne una di Trgu
Frumos, che presenta una struttura di focolare nella parte superiore. Quattro pilastri a
croce, che sembrano orientati verso i punti cardinali, trovati nellimmediata vicinanza
della fossa, ricordano i focolari dei santuari o le steli custodite da colonne, situazioni
incontrate in varie civilt. Per esempio, quattro colonne guardano un focolare di cinque
lapidi, una centrale e quattro intorno, in cui le lapidi raggruppate ricordano una figura
umana a forma di croce latina
89
. Quattro colonne, su due teste di bisonti, sono state
rinvenute presso gli amerindi
90
. Simili rappresentazioni umane non sono uniche, esse
compaiono nel Mesolitico, a Lepenski Vir e nella civilt Gumelnia, a Hrova (secondo
le informazioni forniteci gentilmente da Dr. Popovici), utilizzando pezzi scultorei
monumentali, associati a focolari o a frammenti di grandi vasi, legati ai rituali di
fondazione o che riflettono una mitologia legata alle costruzio
o sicuramente agli albori della civilt nel Vicino O
Altre co

85
Ursulescu, Tencariu 2004, 137,139.
86
Lazarovici C.-M., Lazarovici Gh. 2007, 438, fig. IIIe.37.
87
Ursulescu et alii 2000, 106.
88
Boghian et alii 2002, 315.
89
Rollefson, Kafafi s.a.
90
Hayden 2003, 69, 3/15.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



125
Poduri
A Poduri-Dealul Ghindaru (distretto di Bacu), stata scoperta, in livello
Precucuteni II tardo, una costruzione (abitazione 36) con due focolari, che conteneva due
comple

probab
luna sullo schienale) e due oggetti piccoli (una
sfera d
no lidea di un abito sacro, dimostrando la
ritrattis
odici presso Makkay, Winn, Gimbutas,
Gh. Lazarovici, Magda Lazarovici, Merlini ecc.).
ssi di culto, ritenuta santuario
91
. Presso di ogni focolare cera un insieme di culto.
Intorno al focolare 1 stato trovato il gruppo denominato la Sacra Famiglia
(Fig. 30), che comprendeva un vasetto antropomorfo in miniatura e sette statuine. Le
statuine (una statuina chiamata La Matrona e altre sei statuine piccole, tutte
femminili) erano esposte intorno al focolare, tre a nord-est del focolare, molto
ilmente rimaste a seguito di un cerimoniale, accanto a un trono di terracotta
92
.
Accanto al focolare 2, in un vaso rotto, protetto da un altro vaso-coperchio,
erano custoditi 36 reperti (probabilmente depositati tra la paglia), di cui 21 statuine
femminili (alcune dipinte, altre no), 13 troni di terracotta (uno con grandi corna, un altro
con corna piccole, un trono con semi
i argilla e un oggetto conico)
93
.
Lautore della scoperta ha denominato il complesso il Concilio delle dee o il
Conclave delle dee, termine che coprirebbe una loro certa esposizione, escludendo la
possibilit che costituissero linventario di una sacerdotessa, anche se si suppone
che appartenessero allinventario di un santuario. A nostro avviso, le statuine sono in
realt idoli, dal momento che rappresentano dee. Esse sono state dipinte in rosso (in
alcune la pittura particolarmente interessante), ma in alcuni casi la pittura si conserva
soltanto in certe zone. La pittura sul corpo, le collane di argilla al collo di alcune di
esse, o altre con cinture dipinte suggerisco
tica del pantheon precucuteniano
94
.
Sulla numerologia sacra e le similitudini con Isaiia ha scritto spesso N.
Ursulescu (si vedano sopra le note su Isaiia). Una delle statuine, chiamata la
Pensierosa aveva alcuni segni e simboli sacri su alcune parti del corpo (per i segni e
le varianti della scrittura danubiana, si vedano i c
Putineti I

91
Per il momento ci sono pochissimi e poco chiari riferimenti sul complesso e sul contesto della
scoperta, dato che tale complesso si trova al margine della superficie investigata, a -4,35 m di profondit.
Monah 2003a, 43-44 e bibl.
92
Monah et alii 2003, 43-44.
93
Monah 1982, 11-13; 1997, 35; Monah et alii 1983, 8; Monah 1984; Mantu, Dumitroaia 1997,
179-181.
94
Monah 2003, p. 47.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



126
Il semitugurio 2 dellinsediamento di Putineti I (Repubblica di Moldova), della
fase Precucuteni III, ha avuto molto probabilmente un ruolo di culto, in quanto, sul
pavimento di questa costruzione, stato trovato un inventario estremamente ricco,
consistente di 427 conchiglie di chiocciola, 40 o 49 figurine antropomorfe e 16 o 17
modelli lo schienale terminante in forma di corna
95
, il che
ricorda
di troni di terracotta, con
alcuni pezzi scoperti nei insiemi di culto di Poduri e di Isaiia.
Il santuario di Izvoare (?)
A Izvoare stato rinvenuto un torso di idolo dallaltezza di 26 cm, il che
indiche e 1 m (Fig. 31). Purtroppo, non disponiamo di una sua
descriz
, lesistenza di alcuni santuari a due piani, di alcuni elementi
architettonici che dovrebbero attrarre lattenzione degli a
imili elementi.
Traduzione di Gabriela Dima



rebbe un oggetto di oltr
ione dettagliata.
Considerazioni finali
Dai dati sopra esposti si pu osservare il grande numero e la particolare
importanza dei santuari comunitari o domestici delle civilt Precucuteni-Cucuteni. Non
abbiamo avuto lintenzione di analizzare, anche se necessario un dibattito
riguardante la funzionalit degli oggetti e delle istalalazioni del santuario, in contesto
pi ampio. Se da un lato, pochissime sono le informazioni a disposizione, dallaltro la
qualit, lo stato di conservazione e una localizzazione precisa dei reperti sono
specificati sporadicamente (N. Ursulescu a Isaiia). Solo in pochi casi ci sono cataloghi
con la descrizione delle dimensioni e delle caratteristiche dei reperti. Lo studio recente
sui modelli di santuari o forni non rende necessario un nostro lavoro di analisi. Essi
mostrano, per
rcheologi quando scoprono
s








95
Markevi 1971, 356; Bodean 2001, 80, fig. 39, 41. Bodean 2001, 80 nella nota 26, menziona
che in un manoscritto di Markevi del 1971, egli ricorda 40 statuine antropomorfe e 17 seggiolini.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



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I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



133


Fig. 1. Santuario di Gbekli Tepe - Complesso B e colonna a forma di Tcon
rappresentazioni di animali selvatici.


Atmospheric data fromStuiver et al. (1998); OxCal v3.5 Bronk Ramsey (2000); cub r:4 sd:12 prob usp[chron]
Cronological position of Zau
6000CalBC 5500CalBC 5000CalBC 4500CalBC
Calibrated date
Tartaria Lady A3B1 R 1630 631065BP
Satchinez Vinca A 2 Deb 2579 627040BP
Parta CB I Lv 2142 624080BP
Zau CCTLNNI Ly.8934 623055BP
Tartaria BrdH17_18 A3B1 621565BP
Zau CCTLNNI Ly.8932 618555BP
Liubcova Vinca B2 Bln 2133 617585BP
Zau CCTLNNI Ly.8933 610455BP
Orastie Turdas I B Deb 5765 607070BP
Zau CCTLNNI Ly.8931 605055BP
Uivar I 112_Hd-22737 603622BP
Uivar I 106_Hd-22735 602228BP
Uivar II 115_Hd-22688 594741BP
Daia Romana Petresti A Bln 1197 5900100BP
Hodoni Vinca C1 deb 1963 588060BP
Hodoni Vinca C1 Deb 2018 587060BP
Uivar IV 052_Hd-22759 586232BP
Foeni Gr. Foeni Deb 5771 585585BP
Foeni Gr. Foeni Deb 5725 583540BP
Orastie Turdas I B Deb 5762 582560BP

Fig. 2. Cronologia delle tappe tarde Vina-Foeni.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



134


Fig. 3. Sabatinovka II (apud Zbenovi 1996).





Fig. 4. Trueti - L 24, santuario con altare monumentale
(ricostituzione Gh. Lazarovici).



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



135




Fig. 5. Trueti, santuario di L 40
(ricostituzione M. e Gh. Lazarovici).






Fig. 6. Trueti, santuario di L 60
(ricostituzione M. e Gh. Lazarovici).



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



136


Fig. 7. Trueti, altare del Santuario 4 (L 60)
( ricostituzione M. e Gh. Lazarovici).



Fig. 8. Kirokitia (Cipro): altare con tre scompartimenti.




Fig. 9. Para. Santuario 1: la statua e le colonne di fronte alla statua.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



137




Fig 10. Trueti. Santuario 5 ( L 38), Cucuteni A.





Fig. 11. Trueti: santuario domestico (L 61), Cucuteni A.




Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



138






Fig. 12. Mrgineni: abitazione con forno, con testa antropomorfa (apud D. Monah).





Fig. 13. Scnteia - L1. Santuario con i resti del focolare e una stele (?) di arenaria.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



139



Fig. 14. Scnteia: piano della costruzione con tratteggio del perimetro e del pavimento.


1
23


Fig. 16. Scnteia - fossa 62: reperti dellinventario della fossa.




Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



140






1. Vasi di culto, con segni sacri; Para
P126
1
2. Piastra rotonda registro 1;
Karanovo
1 1 1
3. Fondo di vaso con segni; c. Vina,
Srem
2
4. frammento con segni; liniar
Stichband
2
5. Frammento di vaso, Zeus di
Turda; c. Turda
1
6. Fondo di vaso con segni; Turda
1
7. Idolo con segni; Turda
1
8. Disco nero; Turda
1
9. Frammento con segni; sepolture
kurgan
1
10. Frammento con segni; Trpeti
1
11. Fuseruola; Svetozarevo
1
12. Idolo con segni sacri; Para - P40
1
13. Fondo di vaso con segni;Vrac-At
2 1
14. Fondo di vaso con segni;
Gradenica
1 1
15. Frammento con segni; Turda
1 1
16. Tavoletta,Tangru
1 1
17. Fuseruola; Turda
1
18. Piccolo altare;Turda
1
19. Piccolo altare; Vrnik
1
20. Disco, Ghirbom, c. Petreti
1
21. Fuseruola; Dikili Tash
1
22. Piccolo altare; Rudna Glava
2 3
23. Idolo con segni; Turda
1
24. Tavoletta rotonda registro 2;
Karanovo
1

Fig. 15a. Segni simbolici.





I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



141





1. Para
1
2. Para P18
1
3. Karanovo
2 1 1
4. apaevka
1
5. Gradenica
1
6. Para P40
1
7. Svetozarevo
1
8. Tangru
1
9. Trpeti
1
10. Turda 138.1
1
11. Turda
4 1
12. Liniar
Stichband
2 1
13. Vrac-At
2 2
14. Srem, c. Vina
2 1 1
15. Cifer-Pac
1
16. Daia Romn
1
17. Glvnetii
Vechi, tavoletta
-faccia b, c. SC
1
18. Nandru 2
1
19. Perieni,
tavoletta, SC
1
20. Svetozarevo 2
1
21. Ghirbom
1

Fig. 15b. Segni simbolici.



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



142



Fig. 17. Isaiia: piano delle abitazioni (apud Ursulescu et alii).



Fig. 18. Isaiia: ubicazione dei santuari 1A e 1 (apud Ursulescu et alii).



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



143




Fig. 19. Isaiia, ricostituzione dei santuari 1A e 1 (ricostituzione da Manole &
Gheorghiu).




Fig 20. Isaiia, colonna phallus Fig. 21. Isaiia. Seggiolini 2 (davanti /dietro) e 6




Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



144

Fig. 22a. Isaiia. Tavoletta 1: famiglia 1 di elefanti.

Fig. 22b. Isaiia. Tavoletta 1: famiglia 2 di elefanti.

Fig. 22c. Isaiia. Tavoletta 1: famiglia 3 di elefanti.

Fig. 23. Isaiia. tavoletta 2: orso e tartaruga.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



145


Fig. 24. Isaiia - santuario 1. O = tracce di palli; R = macina; M = frammenti di tavola-
altare; P = piede di tavola-altare o di scatola; C = scatola fittile; I = idoli; V =
frammenti di vasi; VATRA = focolare (apud Ursulescu, Tencariu)



Fig. 25. Il tesoro di Isaiia, Santuario 1b.




Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



146

A
B

Fig. 26. Trgu Frumos. A. Piano del santuario (L11); B. Il complesso dellabitazione no.
8, con forno e la fossa di culto (apud Ursulescu, Boghian, Cotiug)
B. 1 = vegetazione; 2 = livello post-neolitico; 3-5 = i tre livelli Precucuteni; 6 = argilla.



I santuari della civilt Precucuteni-Cucuteni



147

Fig. 27. Trgu Frumos L 11: altare monumentale (apud Ursulescu, Boghian, Cotiug)


Fig. 28. Trgu Frumos L 11: altare monumentale (dettagli e sezioni)




Fig. 29. 'Ain Gazahl: focolare antropomorfo e quattro colonne in legno



Gheorghe LAZAROVICI, Cornelia-Magda LAZAROVICI



148



Fig. 30. Poduri-Dealul Ghindaru L 36: il tesoro di oggetti di culto (apud Monah).




Fig. 31. Izvoare: frammento di idolo monumentale (apud R. Vulpe 1957)



LARTE DELLA CERAMICA CUCUTENI

Cornelia-Magda LAZAROVICI



Key words: Romania, Eneolitico, Cucuteni, ceramica, formi, decorazione
Romania, Aeneolithic, Cucuteni, pottery, shapes, decoration
Romnia, eneolitic, Cucuteni, ceramic, modelare, forme, decor

Riassunto: Moltissimi vasi Cucuteni hanno un grande valore artistico, tanto per la forma quanto
per la decorazione, illustrando la maestria dei vasai. Lungo la evoluzione della civilt di
Cucuteni si notano cambiamenti nella forma e nella decorazione della ceramica (il ruolo giocato
dai colori usati, i motivi ornamentali e la loro disposizione). La ceramica Cucuteni pu essere
considerata un apice dellarte preistorica europea.
Abstract: A large number of the Cucuteni vessels have a great artistic value, both in shape and
decoration, illustrating the skill of the potters. Changes in shape and decorations (the role
played by the colors that were used, the ornamental motifs and their arrangement) could be
noticed along the evolution of the culture. The Cucuteni pottery can be considered a
masterpiece of the European prehistoric art.
Rezumat: Foarte multe vase din cultura Cucuteni au o mare valoare artistic, att n ceea ce
privete forma, ct i decorul, ilustrnd miestria meterilor olari. De-a lungul evoluiei culturale
se constat schimbri n privina formelor i decorurilor (rolul jucat de culorile folosite, motivele
ornamentale i dispunerea lor). Ceramica Cucuteni poate fi considerat o culme a artei
preistorice europene.

I. Dati generali riguardanti la civilt Cucuteni
La civilt Cucuteni parte di un vasto complesso culturale (oltre 350.000 km
2
),
dal centro della Transilvania fino alla zona di foresta-steppa dellUcraina. Il nome
legato alla scoperta, alla fine dellOttocento, di pi siti con ceramica dipinta nei villaggi
di Ariud e Cucucteni (entrambi in Romania) e Tripolie (Ucraina). Cos, il complesso
culturale Ariud-Cucuteni-Tripolie (Tav. I), conosciuto anche con il nome di Cucuteni-
Tripolie, ha ricevuto il nome da quello delle localit dove stato trovato per la prima
volta questo tipo di ceramica.
Sul territorio rumeno, la civilt stata suddivisa in tre fasi (A, A-B, B), in base
alle differenze riscontrate nella forma, nella decorazione e nella modalit di
ornamentazione dei vasi
1
.
La civilt Cucuteni si sviluppata nellintervallo 4600-36000/3500 Cal BC (fase
A: 4600-4100; A-B: 4100-3800; B: 3800-3600/3500)
2
.

Istituto di Archeologia, str. Lascr Catargi 18, Iai, Romania, magdamantu@yahoo.com


1
Schmidt 1932; Dumitrescu Vl. 1963a; 1963b; 1967a; 1972.
2
Mantu 1998.



Cornelia-Magda LAZAROVICI



150
Le comunit di questa cultura si sono diffuse gradualmente verso est, arrivando
al Nistro alla fine della fase Cucuteni A (Tripolie B I); durante la fase Cucuteni A-B
(Tripolie B II) raggiungevano al Nipro, mentre durante la fase Cucuteni B (Tripolie C I -
I) varcano questo fiume. Allinfuori dello spazio or ora ricordato, le comunit Cucuteni
sono attestate anche a nord, nellaltopiano di Podolia e Volhynia.
La maggior parte degli specialisti ritiene che si possa parlare di un confine
ipotetico (sul Nistro) che divide il complesso in due zone, in base alla percentuale
rappresentata dalla ceramica dipinta. Cos, nella zona Cucuteni, la ceramica dipinta
prevalente, arrivando a oltre il 70% (Romania e Bassarabia)
3
, mentre nella zona
Tripolie, dove si usa unaltra periodizzazione (dovuta a T. Passek e ad altri
ricercatori
4
), in cui sono comprese anche le scoperte precedenti (Precucuteni) e quelle
post Cucuteni, la ceramica incisa quantitativamente notevole, mentre quella dipinta
rappresenta soltanto il 40%
5
.
Sul territorio rumeno, la maggior parte degli insediamenti pu essere attribuita
alla fase Cucuteni A (522), mentre quelle della fase A-B (124) sono di meno rispetto a
quelle dellultima fase di evoluzione, Cucuteni B (234) (statistica riferita allanno 1985)
6

(Fig. 1).

II. La modellazione, la decorazione e la cottura dei vasi
La ceramica Cucuteni si distingue per una grande variet di forme; la sua
principale caratteristica rappresentata dalla decorazione dipinta. Lo studio di questa
categoria dellinventario archeologico delle comunit Cucuteni pone in rilievo il fatto
che i maestri vasai, dei veri artisti, utilizzavano abilmente le materie prime offerte
dallambiente. La loro arte intreccia conoscenze profonde riguardanti largilla da
modellare, i processi di modellazione e di decorazione, la cottura.
1. La scelta e la preparazione dellargilla per la modellazione
Le analisi petrografiche realizzate su alcuni materiali dimostrano che,
generalmente, stata utilizzata unargilla ad alto contenuto di ferro e mica, che
permetteva di ottenere varie sfumature di rosso (cottura ossidante) o il colore nero
(cottura riducente). Simili argille sono frequenti nella zona dei Subcarpazi della
Moldavia, ma anche nellaltopiano della Moldavia
7
. Soltanto nella fase Cucuteni B, in
alcuni siti stata utilizzata per la modellazione unargilla bianca (Vleni, presso di
Piatra Neam), che si presuppone di origine locale, preferita ad altre perch permetteva
di dipingere su sfondo chiaro
8
. difficile per ora precisare la provenienza della materia

3
Mantu 1998 e bibliografia.
4
Passek 1935; 1938; 1949; 1961; Dumitrescu Vl. 1940; Vinogradova 1983; Videjko 2005.
5
Mantu 1998 e bibliografia.
6
Monah, Cuco 1985, 42-43.
7
Ellis 1984.
8
Ibidem.



Larte della ceramica Cucuteni

151
prima per ogni singolo sito, dato che le caratteristiche geologiche menzionate hanno
una vasta area di ricorrenza e attualmente sono poche le analisi incentrate su questo
aspetto dellindagine
9
.
Seguiva la sminuzzatura dellargilla, che era poi lasciata per un periodo a
lievitare. Largilla, tagliata a torte, era bagnata, colpita ripetutamente con un maglio e
depositata nellatelier o in altri spazi. Informazioni particolarmente interessanti
riguardanti questo processo provengono dal sito di Dumeti ntre praie, dallatelier di
lavorazione della ceramica nellabitazione 3
10
, in cui i rinvenimenti hanno una grande
importanza al fine di chiarire il processo di modellazione, di pittura e di cottura della
ceramica. In questo atelier, in alcuni reparti appositamente sistemati, sono state trovate
torte di argilla. Seguiva limpastatura e la pulitura dellargilla da eventuali impurit, per
ottenere un impasto omogeneo.
Un altro momento quello dellaggiunta di sgrassanti (per evitare la crepatura
della ceramica durante lessiccazione o la cottura): sono stati utilizzati soprattutto
frammenti di ceramica macinati o materiali organici
11
.
2. La modellazione, la pittura e la cottura della ceramica
La maggior parte dei vasi di Cucuteni stata modellata utilizzando nastri di
argilla. Le indagini archeologiche dimostrano per anche luso di un sistema rotativo
primitivo (Fig. 2a). A cominciare dalla fase Cucuteni A-B e poi nella fase Cucuteni B ci
sono prove indirette circa il suo utilizzo (lallineamento longitudinale dei grani piccoli
dellimpasto; tracce circolari di fune sul fondo; luniformazione delle forme ceramiche
nella fase Cucuteni B) e dirette: il rinvenimento di parti provenienti da un sistema
rotativo nei siti Vrvreuca VIII e XV della Bassarabia; a Ghelieti-Nedeia e a Hlpeti
(distretto di Neam) sono stati scoperti modelli circolari di terracotta con la parte
inferiore conica. Un simile sistema rotativo noto anche nel periodo preistorico
dellEgitto, il che sta indicando perci che tale tecnica conobbe un suo affinamento in
quelle comunit che presentavano un certo grado di sviluppo.
Sui vasi modellati si applicava lingobbio (bagno liquido con il colore bianco,
ottenuto di carbonato di calcio macinato) o lo slip (bagno liquido in cui si aggiungevano
largilla e il colore) allo scopo di rifinire il vaso in vista della decorazione a pittura. Le
due modalit avevano il ruolo di creare una superficie liscia, senza asperit, che
costituiva il fondo per la pittura.
La pittura era eseguita con pennelli di varie dimensioni (Fig. 2b), utilizzando le
vernici ottenute da colori naturali: ematite (rosso, bruno, persino nero), ossido
manganesifero (nero bruno con varie sfumature) e il carbonato di calcio (bianco). I
rinvenimenti nellatelier di Dumeti, cui si fatto cenno sopra, dimostrano lesistenza e

9
Ibidem.
10
Alaiba 2007.
11
Ellis 1984.



Cornelia-Magda LAZAROVICI



152
luso di questi materiali. Nellabitazione-atelier no. 3 sono stati trovati due astucci da
pittura, conservati in due vasi (Fig. 3a)
12
. Il primo vaso (Fig. 3b) conteneva: due
pennelli ovoidali in terracotta (probabilmente con pelo di maiale), un levigatore da un
ciottolo, 38 noduli sferici di calcare, 1048 noduli interi e 149 frammenti di ossido
manganesifero, neri, coperti di calcare (Fig. 3c), 48 frammenti prismatici di ematite
rossa. Il secondo vaso, con decorazione dipinta a strisce, conteneva solo noduli sferici
di ossido manganesifero, pi piccoli di quelli del vaso precedente, ocra rossa in polvere
(materiale di questo tipo stato rinvenuto anche a Calu adesso Piatra oimului e a
Scnteia-Dealul Bodeti
13
) o in frammenti prismatici (rinvenimenti simili a Hbeti,
nella fossa 22; a Scnteia, frammenti di ematite sono stati frequentemente scoperti in
vari complessi e anche nel strato archeologico; nellabitazione 11 di Scnteia sono stati
trovati anche alcuni grani di ossido manganesifero).
Lessiccazione dei vasi accadeva allinterno dellatelier, o forse allesterno, in
posti riparati.
La maggior parte dei vasi indica una cottura ossidante. Si utilizzavano sia delle
fosse semplici, sia dei forni a una o due camere, che permettevano di raggiungere
temperature molto elevate e di tenere sotto controllo la cottura, operazione molto
importante per ottenere vasi di qualit (Fig. 4).

III. Le forme e la decorazione della ceramica
Nella fase Cucuteni A compaiono forme di vasi tra le pi svariate (Fig. 5a-d). La
fase inizia con una ceramica di colore scuro o rosso, decorata con scanalature e motivi
geometrici bianchi o rossi (Fig. 6a-b). Dalla tappa Cucuteni A2, sar la ceramica con
pittura tricroma a predominare su tutte le altre. I motivi decorativi pi utilizzati sono le
spirali (Fig. 6d e 7), i meandri (Fig. 7f), cui si aggiungono elementi decorativi secondari
come gli ovoli, gli archi di cerchio ecc. Il pi delle volte i motivi, sottolineati col nero,
sono realizzati su ingobbio di colore chiaro. I colori predominanti sono il bianco e il
rosso, mentre il nero ha solo lo scopo di evidenziare i motivi decorativi. Sin da questo
livello alcuni vasi hanno decorazioni tettoniche, con pi registri decorativi (Fig. 6e, 7c, f-
i). Nella parte finale della fase A (A4) si potuto osservare anche il sorgere di un
aspetto locale, quello di Drgueni Jura (Fig. 8a-d), dove ricompare la decorazione a
scanalature e incisioni, accanto alla pittura, che sia bicroma che tricroma; a volte la
pittura stata applicata dopo la cottura. Sempre in questa zona (ma anche in altri siti)
sono state identificate nuove forme di ceramica e di stili decorativi che segnano il
passaggio verso la fase Cucuteni A-B.

12
Pntea 1983-1984; Maxim-Alaiba 1983-1984, 99; Alaiba 2005, 59; 2007; Lazarovici C.-M.,
Lazarovici Gh. 2007, 201-203.
13
Mantu et alii 2001.



Larte della ceramica Cucuteni

153
Nella fase Cucuteni A-B si notano trasformazioni per quanto concerne la forma
dei vasi (Fig. 10) (numerosi vasi con corpo bombato e appiattito, crateri, bicchieri con
collo alto, i supporti sono in numero pi piccolo, meno alti, compaiono i vasi-coperchio
del tipo a elmo svedese), ma anche della loro decorazione (Fig. 11). Aumenta il ruolo
decorativo del colore nero-cioccolato nella realizzazione della decorazione, a volte
coprendo zone intere della superficie del vaso (come nella fase Cucuteni B); a volte i
tre colori hanno il medesimo valore decorativo. Appare una grande variet di gruppi
stilistici decorativi, tanto che alcuni studiosi ritengono che in questo modo si sia venuta
la rompere della monotonia decorativa della prima fase. Cos, in tappa A-B1 si
incontrano gli stili decorativi AB, e ; nella tappa A-B2, accanto a questi compaiono
anche quelli e le prime serie di
14
. Alcuni stili decorativi (, ) hanno alla base la
ceramica tricroma su fondo bianco o rosso di Cucuteni A. La decorazione spesso
tettonica, essendo organizzata a fregi e, a volte, a metope. Il meandro utilizzato pi
spesso, in alcuni gruppi essendo il motivo preferito. La spirale combinata con altri
motivi, aumentando la variet della decorazione. Ogni motivo ha un medesimo valore
ornamentale, i motivi si susseguono secondo un andamento ritmico ben organizzato.
La decorazione ottenuta rappresenta modelli di organizzazione geometrico-spiralica,
dando come risultato un insieme equilibrato. Ora compaiono nuovi elementi decorativi,
con valore simbolico e di culto, come le rappresentazioni umane dipinte (un vaso di
Ghelieti e altre sei rappresentazioni a Traian-Dealul Fntnilor), che sostituiscono
quelle realizzate a bassorilievo nella fase Cucuteni A (Fig. 9).
Nella fase Cucuteni B, compaiono anche delle trasformazioni nella forma dei
vasi (Fig. 12); alcuni ricercatori parlano persino di una loro standardizzazione
15
: le
anfore sono strutturate in un altro modo (Fig. 13a-c), appaiono numerosi vasi bi-
troncoconici (Fig. 13d-e); per i crateri, le proporzioni dei vari componenti sono cambiati,
alcuni aventi il diametro massimo uguale allaltezza (Fig. 13f); i vasi con piede corto ed
espanso sono particolarmente eleganti; i piatti diventano quasi piatti (Fig. 13g-h, 14a),
le ciotole hanno un profilo diverso rispetto al periodo precedente (Fig. 14b). Alcune
forme ceramiche suggeriscono limmagine di una busta
16
(Fig. 14c-d). Per quanto
riguarda la decorazione, questa si mantiene tettonica, essendo presenti sia le metope
(principali e, a volte, altre pi piccole) che i fregi.
Questa fase ha due gruppi policromi e , insieme a uno bicromo, . Cambia
nuovamente il ruolo decorativo dei colori: in alcuni sottogruppi il bianco diventa soltanto
colore di copertura/fondo; nel gruppo il bianco sostituito dalla copertura crema o dal
colore dellargilla dei vasi, mentre i motivi sono dipinti soltanto in nero. Nel gruppo la
decorazione particolarmente lineare o realizzata a strisce di colore, che indica

14
Dumitrescu Vl. 1979, 41-44.
15
Ellis 1984.
16
Dumitrescu Vl. 1979, 55-56.



Cornelia-Magda LAZAROVICI



154
sobriet e delicatezza; nel gruppo si torna a una policromia, in cui spesso la
decorazione molto carica
17
. La spirale utilizzata pi raramente (Fig. 14c, f), il
meandro sembra essere scomparso, ma compaiono nuovi motivi, come le croci (Fig.
13b, f), i cerchi concentrici (Fig. 14g), il cerchio con croci, i motivi zoomorfi (Fig. 14h) o
avimorfi (Fig. 13g). I motivi zoomorfi e avimorfi si trovano soprattutto su alcuni tipi di
vasi: crateri alti, vasi bitroncoconici, anfore e piatti o ciotole e sono dipinti in stile (solo
in nero) e (il corpo reso in rosso ma bordato di nero), in un solo registro decorativo,
mentre il resto dello spazio riempito con altri motivi. Osserviamo che i motivi
antropomorfi sono ormai pi numerosi rispetto alla fase precedente (Fig. 13c,15a-d); si
usa lo stesso modo schematico di rappresentazione, ma in insiemi diversi, con
elementi decorativi vegetali, zoomorfi, naturali, che rappresentano, secondo noi, veri
miti trasmessi attraverso larte
18
.
Secondo A. Niu, nella tappa B1 lo stile pittorico basato sul gruppo , mentre
in B2 accompagnato anche dal gruppo
19
.
La civilt CucuteniTripolie lunica del sud-est europeo che ha conosciuto la
decorazione dipinta antropomorfa e zoomorfa. da notare che la decorazione
zoomorfa, antropomorfa o aviforme integrata e subordinata a quella geometrica (Fig.
15e-f). Per le rappresentazioni zoomorfe osserviamo sia luso dello stile libero, gli
animali corrono ininterrottamente lungo il registro decorativo che di quello metopico: il
registro diviso in metope, allinterno delle quali sono dipinti degli animali.
Loriginalit della decorazione dipinta dellultima fase consiste nella
combinazione di quella geometrica e di quellantropomorfa, zoomorfa, con
rappresentazioni di uccelli, serpenti, con simboli e segni (Fig. 14e-f, 15b-d, f)
(situazione osservata anche in altre zone: Hacilar, Yangshao, Mesopotamia ecc.), che
possono essere collegati allesistenza di miti, trasmessi di generazione in generazione.
I gruppi di 4 (2+2) o 6 (3+3) rappresentazioni antropomorfe sul vaso di Poduri (Fig.
13c, 15a) sono collegati alla struttura del panteon e delle concezioni cosmogoniche,
alla numerologia sacra
20
. La maggior parte delle rappresentazioni sui vasi Cucuteni
sono figure femminili, ma compaiono anche figure maschili (Il dio nero, secondo A.
Golan), provvisti di una maschera. Sui vasi reso a volte lalbero della vita (Fig. 13a).
Alcuni degli animali rappresentati hanno un certo connotato: il toro, il cane, il cervo
rappresentano espressioni del gruppo di lotta, che appaiono anche nella glittica
mesopotamica
21
; pi tardi, il lupo e il cane avrebbero simboleggiato, presso i Daci, il
guerriero. Loro sono associati alla fertilit, ma potrebbero anche rappresentare

17
Ibidem, 56.
18
Lazarovici C.-M. 2006.
19
Niu 1984.
20
Monah et alii 2003.
21
Niu 1975, 66.



Larte della ceramica Cucuteni

155
lanimale totemico. Il cervo rappresenta un simbolo del rinnovamento ciclico, della
forza, della velocit, mentre il serpente collegato alla rigenerazione (la dea serpente
presso M. Gimbutas
22
), che proteggeva la vita degli uomini. La rappresentazione delle
spirali ha pi interpretazioni: alcuni studiosi la mettono in relazione agli elementi
vegetali, altri con lo scorrere del tempo.

IV. Le caratteristiche della ceramica di Cucuteni. Conclusioni
Alcuni dei dati presentati sopra ci aiutano a formulare le caratteristiche pi
importanti della ceramica di Cucuteni. Si tratta di vasi con forme estremamente varie,
armoniose, con una perizia e unarte nel disegno del tutto particolari che dimostra che
gli artigiani vasai avevano un senso straordinario nel cercare larmonia dei colori.
Osserviamo anche la simmetria dello svolgimento dei motivi, che riposa e
diletta lo sguardo. La simmetria stata pi difficile da realizzare nel caso della
decorazione dipinta policroma, dove si voluto sia lo svolgimento dei motivi, la loro
iscrizione simmetrica negli appositi spazi che larmonia cromatica della decorazione
realizzata
23
. Il numero impressionante di vasi che hanno tutte queste qualit in uno
spazio geografico ampio indica il fatto che i vasi erano realizzati da artigiani
specializzati, con qualit particolari. Cos, in base allenorme quantit di vasi presenti in
quasi ogni insediamento, consideriamo che la modellazione e la decorazione dei vasi
avvenivano soprattutto in atelier locali, ma possiamo presupporre anche che alcuni
siano stati oggetti di scambio tra le comunit. Lunit perfetta della modalit di
decorazione della ceramica dimostra lesistenza di comunit che apprezzava il bello,
che aveva un gusto estetico speciale. La pittura e gli elementi decorativi utilizzati
indicano legami con la loro vita religiosa, poich molti dei vasi sono stati utilizzati come
un mezzo di comunicazione con il mondo terreno e sotterraneo. Poche delle
rappresentazioni antropomorfe maschili o femminili presentano tratti somatici, dunque
non possiamo avventurarci in troppe supposizioni circa laspetto fisico della
popolazione di Cucuteni o dei loro maestri vasai.
La grande variet delle forme, la particolare qualit della ceramica, larmonia
della decorazione, la combinazione dei motivi sono soltanto alcuni degli attributi della
ceramica di Cucuteni, che la separano nettamente da altre civilt coeve. Tutto questo
attesta un alto grado di sviluppo dellarte della lavorazione della ceramica, a volte
associata a pratiche di culto
24
; molti dei vasi possono essere considerati delle vere e
proprie opere darte.
Traduzione di Gabriela Dima


22
Gimbutas 1991.
23
Dumitrescu Vl. 1979, 80.
24
Tsvek 2005.



Cornelia-Magda LAZAROVICI



156


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Cornelia-Magda LAZAROVICI



158



Fig. 1. Larea della cultura Cucuteni in Romania,
differenziata per i tre fasi di sviluppo (A, A-B, B).




Larte della ceramica Cucuteni

159


B


A

F
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g
.

2
.

A
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S
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s
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.





Cornelia-Magda LAZAROVICI



160

A

B

C
Fig. 3. Dumeti. A. I due vasi che conservano gli astucci di pittura; B. Il vaso con il
primo astuccio; C. Dettaglio con chicchi di ossido manganesifero del primo astuccio




Larte della ceramica Cucuteni

161


a) b)



c) d)


Fig. 4. Vari tipi di forni Cucuteni con una e due camere:
a) Ariud; b) Dumeti; c) Glvnetii Vechi; d) Hbeti.




Cornelia-Magda LAZAROVICI



162



a b


c d
Fig. 5. Forme di vasi della fase Cucuteni A:
a-b) vasi dipinti; c) vasi con decorazione a impressione; d) vasi grezzi.




Larte della ceramica Cucuteni

163



a b

c d e f



g h i
Fig. 6. Vasi delle tappe Cucuteni A1/A2 da Ariud (a) e Bod (b); vasi delle tappe Cucuteni
A2-A4 da Mrgineni (c), Bodeti (d, e), Trueti (f, h), Ruginoasa (g), Scnteia (i).




Cornelia-Magda LAZAROVICI



164



a b c



d e f



g h i
Fig. 7. Vasi delle tappe Cucuteni A2-A4 da Poieneti (a), Scnteia (b-g, i), Dumeti (h).




Larte della ceramica Cucuteni

165



a b


c d
Fig. 8. Vasi delaspetto culturale Drgueni-Jura (tappa Cucuteni A4) da Drgueni (a-
b), Duruitoarea Nou (c), posto sconosciuto di Bassarabia (d)




Cornelia-Magda LAZAROVICI



166

a
b
Fig. 9. Vasi di culto con della fase Cucuteni A, con rappresentazione della coppia
divina, realizzate a bassorilievo, da Scnteia (a) e Dumeti (b).




Larte della ceramica Cucuteni

167


b
)


a
)

F
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g
.

1
0
.

F
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c
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A
-
B
.





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168



a b c


d e f


g h i
Fig 11. Vasi della fase Cucuteni A-B da Cucuteni-Dmbul Morii (a, b), Calu/Piatra
oimului (c, d), Ghelieti (e, f), Traian (g), Vorniceni (h, i).




Larte della ceramica Cucuteni

169


F
i
g
.

1
2
.

F
o
r
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c
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c
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p
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a

C
u
c
u
t
e
n
i

B
.





Cornelia-Magda LAZAROVICI



170



a b c

d e


f g h
Fig. 13. Anfore della fase Cucuteni B: zona Tripolie (a, b), Poduri (c); Vasi bitronconici:
zona Tripolie (d), Iai (e); vaso di tipo cratere della Bassarabia (f); piatti con
uccelli da Buznea (g) e con trifogli da Valea Lupului (h).




Larte della ceramica Cucuteni

171



a b


c d e


f g h
Fig. 14. Piatto con serpenti e carnivori dalla Bassarabia (a); ciottola con serpenti da
tefneti-Stnca Doamnei (b); vasi che assomigliano una borsa dalla Ucraina (c) e da
Miorcani (d); vaso con decorazione per metope da Valea Lupului (e); f-h: anfore da
ipeni (Ucraina), Ghelieti e Vrvreuca (Bassarabia).




Cornelia-Magda LAZAROVICI



172


a b c


d e



f g h
Fig. 15. Vasi Cucuteni B da Poduri (a); b-d: Brnzeni III, Petreni e Sofia (Bassarabia); e:
Museo di Iai; f: Trgu Ocna-Podei; g: Srata Monteoru.
Figure umane della zona Tripolie (h).




SEGNI DI SCRITTURA SU OGGETTI DELLA CERAMICA
PRECUCUTENI E CUCUTENI?

Marco MERLINI



Key words: Scrittura, Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie, archeo-semiotica, simboli
Script, Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie, archaeo-semiotics, symbols
Scriere, Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie, arheo-semiotic, simboluri

Riassunto: Attraverso i risultati di un database archeo-semiotico, contente 30 oggetti iscritti,
per un corpus di 37 iscrizioni e 163 segni, lautore documenta tracce di esistenza di un arcaico
script nel complesso culturale Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie. Sono anche discussi alcuni
tratti fondanti del codice di questo script e le sue possibili relazioni con il pi conosciuto Danube
script, che si sviluppato nel Sud-est europeo in epoca neo-eneolitica.
Abstract: Through the results of an archeo-semiotic database, recording 30 inscribed artifacts,
with a corpus of 37 inscriptions and 163 signs, the author documents clues of existence of an
archaic script in the Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie cultural complex. Basic facts
concerning the code of this script and the possible relationship with the most known Danube
script, which developed in Neo-Aeneolithic Southeastern Europe, are addressed.
Rezumat: Prin intermediul unei baze de date arheo-semiotice, care conine 30 de obiecte
inscripionate, cu un corpus de 37 de inscripii i 163 de semne, autorul documenteaz indicii ale
existenei unei scrieri arhaice in cadrul complexului cultural Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie.
Sunt discutate unele trsturi fundamentale ale acestei scrieri i posibilele sale relaii cu mai bine
cunoscuta Scriere Danubian, care s-a dezvoltat n Sud-Estul Europei n perioada neoliticului i
eneoliticului.

E sempre pi riconosciuta lesistenza di una qualche forma di scrittura
sviluppatasi nel Sud-est europeo in epoca neo-eneolitica. Il Danube script, originatosi
nei Balcani centrali intorno al 5900-5800 a.C., ebbe uno sviluppo indigeno. Dilag
rapidamente nella valle del Danubio e dei suoi affluenti, in Ungheria meridionale,
Macedonia, Romania, Bulgaria, Grecia settentrionale, le sponde del mare Adriatico
1
.
La banca dati che ho sviluppato (DatDas, Databank of the Danube script) raccoglie 947
iscrizioni complesse, vale a dire composte di due o pi segni.
Il Danube script fior sin verso il 3500-3400 a.C., quando avvenne un
rivolgimento sociale: devastanti invasioni di nuove popolazioni, secondo alcune
interpretazioni; sovrapposizione di nuove lite, secondo altre. Con questo
sconvolgimento, lo script dellEuropa neolitica andato perduto. Quel che ne resta,
impenetrabile ad ogni tentativo di decifrazione. Non si sa nulla, infatti, della lingua di

EURO INNOVANET, mi9887@mclink.it


1
Merlini 2001; 2004.



Marco MERLINI



174
riferimento. Inoltre, troppo antico perch lasci sperare nella fortuita scoperta di una
Stele di Rosetta che ne permetta la trasposizione in una scrittura conosciuta.
Pur se il Danube script scomparso e non sar forse mai decifrabile, lanalisi
semiotica permette lindividuazione di alcune sue caratteristiche. Questa scrittura
arcaica stata inventata non tanto per far di conto nelle transazioni commerciali o per
memorizzare documenti amministrativi, ma soprattutto per fissare su pietra o su argilla
i messaggi religiosi di quelle popolazioni. Non per nulla veniva anzitutto impiegato nei
rituali sacri
2
. In una fase successiva, si evidenzia anche un impiego profano del
Danube script. Linventario dei segni composto principalmente di segni lineari e
astratti. Pittogrammi e ideogrammi sono in numero molto limitato. Lantica scrittura
europea probabilmente di tipo logografico: composta soprattutto da segni che
esprimono concetti e ha un rapporto marginale con loralit (Fig. 1).
E esistito uno script cugino nel complesso culturale Precucuteni-Cucuteni-
Ariud-Tripolie? Non intendo la possibilit che le decorazioni simboliche sul vasellame
costituiscano una sorta di pittografia o ideografia, cio che venissero espresse
credenze e miti attraverso larte come codice comunicativo. E non penso neppure alla
presenza piena di significato, in una decorazione, di segni geometrici in accoppiata a
iconografie, quale ad esempio la goccia ovale usualmente congiunta a immagini di
serpenti nella cultura Tripolie A. Non mi propongo neanche di testare leventuale
portata di scrittura di mono-simboli incisi o dipinti sulle anatomie strategiche di figurine,
quali losanghe, spirali o croci. E evidente che il rutilante ornamento emblematico delle
ceramiche non ha una semplice funzione estetica, ma esprime precisi messaggi forse
in unarcaica lingua artificiale e composta di termini incomprensibili ai non iniziati.
Tkauk ha interpretato alcuni di questi simboli sulle ceramiche dipinte, una serie di
pittografie magico-sacrali e le ha decodificate come calendari oppure come narrazioni
mitiche aventi divinit, spiriti, maghi, le altre forze del mondo come protagonisti
3
.
Sotto verifica intendo invece mettere lipotesi se le popolazioni Precucuteni-
Cucuteni-Ariud-Tripolie stoccassero e trasferissero informazioni attraverso modalit
tipiche di una forma di scrittura quali segni lineari, astratti, ordinati in sequenza,
organizzati magari su pi piani di lettura
4
(Fig. 2).
La banca dati DatDas possiede un sub-database (DatPCAT, Database for the
Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie cultural complex) contenente 30 oggetti iscritti

2
Gimbutas 1991, Haarmann 1995; Merlini 2001; Lazarovici Gh. 2003.
3
Tkachuk 2000; 2004.
4
Merlini 2007b.



Segni di scrittura



175
afferenti al complesso culturale Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie, per un corpus
totale di 37 iscrizioni e 163 segni. Non sono stati vagliati manufatti con un solo segno,
anche se considerato di scrittura da diversi studiosi, come lideogramma rituale a tri-
segno che appare su statuette Precucuteni II di Isaiia e Poduri, o quello a quadri-segno
inciso su una statuetta Precucuteni III di Trgu Frumos. Sono state inserite nel
database unicamente iscrizioni composte di almeno due segni.
Vediamo di analizzare in estrema sintesi alcuni di questi oggetti iscritti a partire
da una Matrix of semiotic rules and markers for inspecting the sign system of the
Danube civilization che ho pubblicato, in versioni in progress, in diverse occasioni
5
. Tale
matrice ha lintento di distinguere le iscrizioni dellantico sistema di scrittura, senza
ovviamente capirne il significato e tanto meno leggere, da segni associati ad altri codici
di comunicazione, quali le decorazioni emblematiche, i simboli religiosi, i marchi
didentit delle divinit, calendari, costellazioni, movimenti dei corpi celesti (sole, luna e
pianeti), simboli di affiliazione famigliare o di clan, eccetera. Vanno rilevate la
propensione e sofisticazione comunicativa delle popolazioni che vivevano nel Sud-est
europeo durante il periodo neo-eneolitico. Definisco Danube Communication System
questo complesso sistema semiotico di espressione della Civilt del Danubio. Lo script
era solo uno dei codici comunicativi impiegati. Se per noi contemporanei molto
eccitante pensare allesistenza di una forma di scrittura (seppur arcaica e dal tratto
rudimentale) in epoche cos antiche, probabilmente essa non era tenuta nella stessa
considerazione da quelle popolazioni. Essa permetteva una buona articolazione e
specificazione dei concetti. Essendo per in statu nascenti, richiedeva ancora pi di una
messa a punto, i suoi ingranaggi erano macchinosi e non aveva la potenza
dellessenzialit posseduta dal linguaggio simbolico. Il codice dei simboli veicola, infatti,
significati potenti in modo sintetico e questa efficacia di messaggio misura della sua
essenza. Per i credenti cristiani, la forma elementare di una croce evoca un mito
complesso e ad alta emozionalit. Esso pu essere articolato, per via orale o scritta, in
una catena di personaggi e di eventi. Per quei due segmenti che si intersecano a 90
gradi immediatamente richiamano alla mente la figura e il dramma di Ges Cristo.
La cultura Precucuteni-Tripolie A il primo periodo di un vasto complesso
culturale con ceramica dipinta (Precucuteni-Ariud-Cucuteni-Tripolie), che si estese su
unarea geografica di oltre 350.000 km,
6
con unevoluzione che dur pi di un millennio
7
.

5
Merlini 2005a; 2005b; 2007a.
6
Ellis 1984, 12-14; Monah 1992, 392.
7
Mantu 1998, 187, fig. 51.



Marco MERLINI



176
Nel 2000, sono state trovate due tavolette iscritte nel sito archeologico di Isaiia,
prossimo alla citt Hui (in Moldavia, Romania). Una stata scoperta in una
costruzione dedicata al culto e appartiene alla prima fase di esistenza della struttura.
Siamo nella cultura Precucuteni II, verso il 5000 a.C.
8
(Fig. 3a). La data della seconda
tavoletta meno certa, ma il suo gruppo di segni ha una sorprendente somiglianza con
quello del primo (Fig. 3b).
Le tavolette sono di argilla locale cotta ad elevata temperatura. Purtroppo sono
in stato frammentario. I segni sono stati incisi. Vicu Merlan, uno degli scopritori, li
descrive come "incisioni lineari simili a note musicali". Il loro recupero in un luogo
votato alla liturgia testimonierebbe l'antico uso di una "arcaica scrittura pittografica" o di
una "rudimentale scrittura" da parte di una casta sacerdotale. I segni potrebbero "aver
trasmesso preghiere"
9
. Secondo Nicolae Ursulescu, alla direzione dello scavo di Isaiia,
le tavolette non costituiscono la prova di una "antica scrittura", ma di una "incipiente
scrittura" (pre-scrittura), fortemente influenzata dal dinamismo culturale orientale, in
particolare "sumero"
10
. Esse sarebbero coeve con le famose tavolette di Trtria che,
al contrario, possederebbero tutte le propriet distintive della scrittura.
Lipotesi di una scrittura o pre-scrittura nel sito Precucuteni di Isaiia non
peregrina, essendo stato in quel periodo un crocevia di scambi e di cultura grazie alla
sua posizione prossima alla confluenza dei fiumi Jijia e Prut, lultimo il principale
corso d'acqua della Pianura Moldava. La presenza di unimportante costruzione
comunitaria di culto attesta una ricca vita spirituale. Nel santuario, le tavolette inscritte
sono state rinvenute insieme a una piccola tavola-altare e a un askos, che rappresenta
la pi antica testimonianza di tal fatta nellEuropa sud-orientale.
Lanalisi semiotica basata sulla "Matrix ci permette di stabilire che i segni
presenti sulle tavolette di Isaiia presentano alcune caratteristiche tipiche di una sorta di
scrittura, anche se il loro profilo non sempre facilmente discernibile. Anzitutto, alcuni
dei pochi segni chiaramente rilevabili sono geometrici, astratti, altamente schematici,
lineari e non molto complessi. Tali segni sono poi chiaramente identificabili nella loro
intenzionalit e individualit. Alcuni di loro presentano silhouette che si riscontrano in
altre scritture (quali per esempio una y e una y invertita). Inoltre, i segni sono associati
in gruppo e seguono un allineamento lineare. Infine, a differenza delle decorazioni, i
segni di Isaiia non tendono a saturare l'intero spazio disponibile.

8
Ursulescu, Merlan 2002, 73-76.
9
Merlini 2004.
10
Ursulescu 2002a; 2002b, 8.



Segni di scrittura



177
In conclusione, le prove indiziali sembrano indicare che, a Isaiia, la presenza di
segni di scrittura o pre-scrittura ha maggiori probabilit di quella di un design
decorativo o di un linguaggio simbolico. Combinando segni astratti e codice iconico
secondo modalit ben conosciute nella rock art, le iscrizioni possono rappresentare un
mitogramma: un complesso di segni di scrittura e di simboli iconografici tesi a indurre lo
spettatore a ricordare e a recitare un mito, una storia o unepopea, cos come per
mettere in atto le relative pratiche rituali. I mitogrammi di Isaiia avevano probabilmente
lo scopo di registrare, conservare e trasmettere porzioni di conoscenza spirituale. I
segni di scrittura non solo trasferivano informazioni, ma erano caricati di potere
magico. Quale messaggio potrebbe essere espresso da segni geometrico-astratti
coniugati alla sagoma di elefanti o mammut? (Fig. 4).
I segni trovati a Isaiia non si fermano alle tavolette. Alcuni segni geometrico-
astratto-lineari sono incisi su piccoli sedili (troni?) su cui venivano sedute alcune delle
21 statuette che costituiscono un vero e proprio pantheon femminile. Sotto il sedile
associato alla figurina pi importante, vi unevidente combinazione di segni,
composta da una serie di X e da segmenti lineari. Il calcolo delle probabilit favorisce
la presenza di un messaggio scritto. Infatti, a ben vedere, questi segni sono presenti
negli inventari di altre scritture arcaiche, sono organizzati in gruppo, mostrano un
coordinamento asimmetrico e seguono un allineamento lineare. Sono inoltre collegati
da legature (l'unione di pi segni elementari a comporre un unico segno complesso),
tecnica gi ampiamente impiegata nel Danube script (Fig. 5a).
Sulla superficie di seduta dello stesso sgabello, si pu scorgere una spirale
antioraria, ottenuta mediante la tecnica della perforazione multipla, di indubbia natura
simbolica. Il significato sacrale della spirale antioraria troppo noto e complesso per
richiedere poco pi di un richiamo. Ricordo rapidamente la matrice della creazione,
levoluzione ininterrotta della vita, i movimenti del sole e della luna, il ciclo incessante di
indebolimento e rafforzamento di astro e pianeta di riferimento, aria, acqua, tuono, fuoco,
luce, vortice, poteri di generazione, la crescita e lespansione, la nascita e la morte.
La circonferenza esterna dello sgabello mostra sette tacche. Anche la portata
numerologica del numero sette profonda quanto conosciuta, basti ricordarne il potere
di evocazione della divinit. Un compito futuro quello di avviare uno studio specifico
volto a collegare il senso simbolico della spirale antioraria, il significato sacro del numero
sette e la sopra menzionata iscrizione basata su una sequenza di X e di segmenti lineari.



Marco MERLINI



178
Su un secondo sgabello, troviamo un simile (nell'idea, ma non nella
realizzazione) cluster di segni, composto da motivi a X e da segmenti lineari (Fig. 5b).
Su un terzo sgabello, innumerevoli incisioni puntiformi sono divise e marchiate
al tempo stesso da un segno lineare presente anche nellinventario del Danube script,
cos come in altri antichi sistemi di scrittura: . Esso il segno DS 008.2 del Danube
script. Guardando con attenzione i punti incisi, si pu notare che essi non sono disposti
in ordine casuale, ma sono allineati in parallelo lungo una linea direzionale diagonale. Il
bordo della sedia ha quattro tacche. Anche in questo caso, qual il messaggio che
correla il pittogramma di un orante (la ), il quattro come un numero sacro e una
nuvola di punti organizzata attraverso uno schema regolare e direzionale?
Su un quarto sgabello frammentato vediamo una " " che, a un attento esame
ravvicinato, sembra intenzionale e non una semplice abrasione. La il segno DS
002.8 del Danube script (Fig. 6).
Script, simboli e numerologia sono i tre canali contemporaneamente al lavoro
nella comunicazione religiosa di Isaiia. Se la precedente affermazione sullesistenza di
un Danube Communication System poteva apparire un po astratta, la vediamo
concretamente al lavoro nel sito Precucuteni di Isaiia.
Unemblematica sequenza di segni lineari incisa in fila circolare sulla faccia
superiore di uno sgabello Tripolie
11
. Esso fa parte della raccolta Platar e, per stile,
potrebbe venire dallarea del Bugo Meridionale. Sono stati rinvenuti altri sgabelli inscritti
nello stesso periodo e regione. La maggior parte di loro sembra possedere segni
numerici. Secondo Mikhailo Videjko, lo sgabello che presento appartiene alla "Antica
Tradizione", ad un sistema di segni fortemente arcaico in uso nel periodo Tripolie A - BI -
BI/II
12
. Sono stati identificati circa 100 segni e loro combinazioni quali afferenti al sistema
comunicativo dell"Antica Tradizione". La maggior parte di loro sono analoghi a quelli della
cultura Vina, Ceramica Lineare, Karanovo e di altre culture e gruppi culturali
appartenenti alla civilt del Danubio e concorrenti allo sviluppo del Danube script. Dopo
questo periodo dinamico, la tradizione di iscrizioni lineari subisce uneclisse e gli stessi
motivi geometrici vengono utilizzati-riciclati come elementi decorativi
13
(Fig. 7).
Un vaso mignon inscritto appartenente alla cultura Precucuteni II stato
rinvenuto a Trpeti (in Moldavia, Romania)
14
. I segni sono incisi sulla sua superficie

11
Videjko 2004a, vol. I, 445.
12
Videjko 2004a.
13
Ibidem.
14
Marinescu-Blcu 1981, fig. 90/2 a-2b; Ursulescu 1998, 103, fig. 27/6.



Segni di scrittura



179
esterna. Una serie di osservazioni semiotiche circostanziali portano a sostenere che
questa combinazione di segni sia molto pi probabilmente da ascrivere a una forma di
script, piuttosto che un ornamento o un messaggio simbolico. Anzitutto, i segni sono
intenzionali, geometrici, astratti, altamente schematici e di silhouette elementare,
anche se non necessariamente retti-lineare. Essi sono organizzati in gruppi ben distinti
fra loro e sono disposti lungo due registri orizzontali di lettura. Mostrano
unorganizzazione spaziale asimmetrica. Seguono un allineamento lineare. Alcuni di
loro sono congiunti da legature. Infine, essi non soffrono di horror vacui (Fig. 8). In
conclusione, linsieme di segni sotto analisi non forma una figura dalla portata estetica
o simbolica, quanto funzionale. L'ipotesi pi ragionevole ci troviamo di fronte ad
alcuni frammenti di un mitogramma. Se i segni di Trpeti sono ben identificabili nella
loro individualit e sembrano far parte di un sistema di scrittura, diversi di loro non sono
inseribili nellinventario dei segni afferenti al Danube script. Ci implica la necessit o di
aggiornare, migliorare ed estendere linventario dei segni del Danube script oppure di
andare alla ricerca di un altro tipo di scrittura a lui cugina.
Diverse caratteristiche tipiche di uno script possono essere individuate su un
frammento di vaso Precucuteni trovato a Traian, in Moldavia, Romania
15
. Infatti, si tratta di
segni intenzionali, geometrici, astratti, fortemente schematici, retti-lineari e non molto
complessi. Tutti i cinque segni identificabili sono inseribili nellinventario del Danube script.
Nelliscrizione di sinistra, possiamo notare una "y", una losanga fissata a un tratto verticale e
una , segno di cui abbiamo gi fatto conoscenza. Nelliscrizione di destra, sono
distinguibili una X inscritta dentro un cerchio e un segmento lineare che potrebbe non
essere propriamente un segno di scrittura, ma un separatore della X inscritta da altri segni
che purtroppo non sono rilevabili. L'uso di un tratto verticale volto a separare segni o gruppi
di segni, se confermato, un forte indicatore della presenza di un testo scritto. Inoltre, i
segni sono disposti in due gruppi che a un tempo mostrano un coordinamento spaziale
asimmetrico, ma al tempo stesso sono allineati sulla stessa riga. Pertanto, essi non
formano un design armonioso, quanto funzionale. Va poi sottolineato che i segni seguono
un allineamento lineare. Infine, i due gruppi di segni non soffrono di horror vacui (Fig. 9).
Uniscrizione incisa in profondit su un vaso trovato a Bernaivka (Ucraina),
datato 5400-5300 a.C.
16
. E' posizionata sulla superficie esterna, nella zona compresa
tra la parte superiore e quella inferiore. Si compone di un segno a forma trapezoidale
unito a una linea verticale che parte dallangolo superiore sinistro, due linee parallele in

15
Ursulescu 1998, 112, fig. 30/7.
16
Videjko 2004a, vol. 1, 460.



Marco MERLINI



180
alto e una V sulla destra (Fig. 10). Videjko ritiene che si tratti di un'iscrizione formata da
quattro segni elementari collegati dalla tecnica della legatura. Attribuisce anche questa
iscrizione alla gi menzionata "Antica Tradizione" del sistema di segni tipica del
periodo Tripolie A (5400/5300 - 4700/4600 a.C.)
17
.
Liscrizione di Bernaivka trova un parallelo in unaltra incisa su un manico di
ceramica attribuito allo stesso insediamento e al medesimo periodo
18
. La compresenza
spaziale, temporale e sulla stessa tipologia di oggetti di iscrizioni identiche dimostra
l'esistenza di una precisa e definita lista di segni condivisi nella forma e nel significato,
di un modello standard cui uniformare la sagoma dei segni, di precise regole di
associazione dei segni, di loro scrittura e lettura. Insomma, un forte indicatore della
presenza di un sistema di scrittura (Fig. 11).
Uneloquente conferma dellesistenza di un sofisticato e complesso sistema di
segni costituito da una statuetta Tripolie A in argilla dalle forme prorompenti, i seni
prominenti e posteriore incontenibile. Essa presenta una catena di segni posizionati in
fila sul davanti (cinque segni) e sul retro (tre segni)
19
. Sul davanti si pu notare, in
sequenza, uno zig-zag sotto i seni, una spirale serpentiforme sul ventre, una losanga
punteggiata sul grembo, un quadrilatero bi-punteggiato sui fianchi e lideogramma del
germoglio vegetale che prorompe dalla vulva. Sul retro, sono individuabili una losanga,
una V e cerchi concentrici aperti. Nessun segno stato utilizzato due volte. Essi sono
allineati sulle parti strategiche del corpo, come se si fossero voluti sottolineare i nomi di
punti energetici del corpo umano e il relativo flusso di energia. Siamo di fronte a segni
tesi a indicare la catena dei punti bio-energetici, anche se in un modo diverso
dall'agopuntura cinese e lo yoga ind. Anche in altre statuette, il punto all'interno di una
losanga incisa sul grembo femminile indica la presenza di una nuova vita nellutero.
Chevrons e righe lungo il corpo, unite allassenza di braccia, indicano che la figurina ha a
che fare con la potenza magica del serpente (Fig. 12).
Un cartrige circolare, basato su una quadripartizione generata da una grande
+ sul modello delle quattro direzioni, appare su una figurina femminile, rinvenuta nello
strato Cucuteni A1 - A2 degli scavi di Scnteia
20
. Essa stata incisa due volte con
questo stesso marchio: sul retro e sul petto (Fig. 13).
La medesima iscrizione a sviluppo circolare appare su coevi "pani di argilla",
amuleti rotondi o sigilli scoperti a Scnteia, nel santuario 1, a Cucuteni (datato 4400-

17
Videjko 2004a.
18
Videjko 2004a, vol. 1, 459.
19
Pogoeva 1983, Tav. 7/12.
20
Lazarovici C.-M. 2006, 60, fig. 3a.



Segni di scrittura



181
4300 a.C.) e a Okopi. Non inutile sottolineare che lapparizione della stessa iscrizione
su una diversa tipologia di oggetti (statuette e sigilli/amuleti), in diversi insediamenti
della stessa regione e cultura (la Cucuteni A1-A2) un forte indicatore della presenza
di un sistema di scrittura e della sua diffusione in un contesto territoriale e cronologico
coeso. La riproduzione di un modello di scrittura condiviso e appreso non coinvolge
unicamente un segno, ma un intero testo.
Secondo la scopritrice della statuetta, Magda Lazarovici, il cartrige potrebbe
rappresentare il "simbolo della dea o potrebbe essere legato al suo ruolo in diverse
cerimonie rituali"
21
. Applicando le regole e gli indicatori della "Matrix", possiamo
arrivare al sospetto che questo segno composito non sia solo un marchio di
identificazione della divinit. A ben vedere, siamo di fronte a un tipico caso di
multifunzionalit del segno V, capace di sfruttare la possibilit di modificare la propria
forma e di orientarsi verso l'alto e verso il basso, a sinistra e a destra. Anche la portata
decorativa del design esclusa. Basti notare che i quattro segni basati sulla V sono
completamente differenti. L'uso di associare V (come , > e < ) e segni lineari
all'interno di sezioni angolari originate da + o X giganti allinterno di un layout circolare
ha radici nel Primo Neolitico (VII millennio a.C.). Questo modello dispositivo
proseguito nel corso dei millenni. Si pu trovare anche nella cultura Coofeni 3400-
3200 a.C. come nellEt del bronzo. Tuttavia, in questo caso, i quattro segni a V
inseriti dentro le sezioni angolari sono identici, indicando un contesto ornamentale.
A prima vista, la sequenza di segni che appaiono su un
vaso Tripolie B proveniente da apaevka, Ucraina
22
d l'impressione di una
decorazione a causa di unapparente simmetria, anche se secondo un design molto
complesso e con una X sistemata come baricentro a supporto di un ritmo simmetrico.
Tuttavia, un attento controllo rivela che la simmetria illusoria. In realt, i segni in
quinta posizione a partire dalla X sono invertiti: a destra abbiamo una >, mentre a
sinistra una <. Siamo fuori di uno schema decorativo (Fig. 14).
Una notevole figurina Cucuteni B iscritta, seppur in parte frammentata, stata
scoperta a Calu / Piatra oimului (Moldavia, Romania)
23
. E' di genere femminile ed
nuda. Sopratutto, sul petto dipinta uniscrizione bi-segno composta da una e una
. indicativo notare che entrambi i segni sono presenti allinterno dell'inventario del
Danube script quale fissato dai dati registrati dalla banca dati DatDas. Il formato

21
Lazarovici C.-M. 2004.
22
Videjko 2004a, 122; Lazarovici C.-M. 2006, 85, fig. 30/1.
23
Monah 1997, 387, fig. 135.



Marco MERLINI



182
dell'iscrizione in diagonale, ma la sequenza dei segni deve essere letta in senso
orizzontale. Durante le fasi Cucuteni A e B, vi una forte tradizione ornamentale a Calu /
Piatra oimului. In particolare, linee angolari od orizzontali decorano i fianchi di statuette
femminili. Monah equivoca i due segni di scrittura presenti su questa figurina come motivi
artistici angolari
24
(Fig. 15).
Una statuetta femminile antropomorfa scoperta ad Aleksandrovka e riconducibile
alla cultura Tripolie B
25
particolarmente significativa, perch i codici simbolico, di
scrittura e ornamentale giocano simultaneamente sul suo corpo. Secondo alcuni
studiosi, segni a "T" possono essere osservati su di essa
26
. Tuttavia, secondo la "Matrix
delle regole e degli indicatori", queste "T" vanno considerate quali decorazioni
emblematiche.
Il secondo codice, quello simbolico, rappresentato da un serpente
schematizzato che arrotola intorno all'ombelico della statuetta. E questo un potente
simbolo fallico connesso con la rigenerazione ciclica della natura
27
; un simbolo
collegato con l'idea della fertilit umana e animale, la vita in divenire e la vita come
rinascita
28
. Nella mitologia rumena e bulgara, il serpente casalingo rappresenta l'anima
degli antenati
29
. La sua immagine astratta e sintetica derivante da una spirale stata
anche utilizzata per esprimere il movimento cosmico o giornaliero del sole e la nozione
di tempo
30
. Come osserva M. Lazarovici
31
, il simbolo del serpente raramente
utilizzato sulle statuette antropomorfe della fase Cucuteni A. E invece presente su vasi
dipinti dalla fase Cucuteni B e successive, in associazione con l'uovo
32
, cerchi
concentrici , simboli solari o embrioni di vita (?)
33
. Non per caso, sulla figurina
di Aleksandrovka, l'ombelico reso come un segno solare.
Il terzo codice comunicativo, quello di scrittura, verificabile sul lato della
statuetta. Esso diventa evidente, quando la figurina viene ruotata di 90 gradi con la
testa a destra. L'iscrizione allineata su due righe orizzontali divise da una linea. La
riga superiore allinea sei segni: I, , I, , I, e . La riga inferiore dispone otto segni
lungo una sequenza lineare: , /, I, \, ', I, ', /. Gli apostrofi potrebbero essere dei

24
Monah 1997, 124; Merlini 2004b.
25
Pogoeva 1985, 142, fig. 88; Lazarovici C.-M. 2005, 148, fig. 4.7.
26
Lazarovici C.-M. 2005.
27
Eliade 1976, I, 16.
28
Gimbutas 1991, 251.
29
Evseev 1998, 450.
30
Rybakov 1965; Kruta 1992.
31
Lazarovici C.-M. 2005.
32
Niu 1975, fig. 26/2-3a; Markevi 1981, fig. 17 / 5, 40 / 4; Masson et alii 1982, fig. LXXVIII/158, 174.
33
Niu 1975, fig. 26/1-3a, 22 / 4.



Segni di scrittura



183
marcatori diacritici. Dal disegno pubblicato, possibile distinguere anche un secondo il
testo, inciso sul lato sinistro del ventre della statuetta. Esso composto da una
sovrastante una . Il primo segno si ritrova anche su una statuetta femminile di Isaiia,
una volta che la statuetta da Aleksandrovka sia ruotata di 90 gradi con la testa a
sinistra (Fig. 16).
Evito qui lanalisi semiotica dei segni e delle iscrizioni concernenti gli altri oggetti
iscritti appartenenti al complesso culturale Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie e che
sono registrati dal database DatPCAT. In sintesi, essa permette di stabilire che le
iscrizioni prese in considerazione possiedono una serie di elementi distintivi tipici di un
arcaico sistema di scrittura e che non sono confondibili con altri canali comunicativi quali
decorazioni emblematiche o simboli. I segni incisi sono intenzionali. Sono chiaramente
individuabili nella loro individualit. Sono geometrici, elementari nella forma e spesso
retti-lineari. Sono talora uniti da legature. Seguono spesso un allineamento lineare. Sono
talvolta organizzati su pi registri orizzontali di lettura. Singoli segni o gruppi di segni
sono in certe circostanze divisi da lineette verticali o punti, volti a disgiungere concetti o
parole. Non soffrono di horror vacui come le decorazioni. In conclusione, i
raggruppamenti di segni presi in considerazione non compongono un design armonico,
ma sono organizzati in modo funzionale per fissare e trasmettere messaggi attraverso
modalit tipiche della scrittura. Inoltre, alcuni segni e diverse regole di composizione
delle iscrizioni possiedono caratteristiche in comune con altre scritture arcaiche.
Limpiego di un sistema di scrittura ben si coordina con il tipo di civilt eneolitica
che fior oltre il confine orientale della civilt del Danubio. Infatti, il complesso culturale
Precucuteni-Ariud-Cucuteni-Tripolie si caratterizza per uno sfruttamento altamente
produttivo del sistema agricolo, un elevato numero di proto-citt, cio insediamenti
contenenti migliaia di persone, eretti secondo un layout pianificato e fortificati
34
, una
complessa architettura per le abitazioni comunitarie e gli edifici di culto, una
organizzazione semi-gerarchica della societ, una religione dal credo sofisticato e dalle
liturgie ricercate, la fusione e forgiatura del metallo, il controllo delle materie prime
come il sale, selce e rame, un commercio su lunghe distanze, un sistema di calcolo,
un'attenta osservazione del movimento dei corpi celesti, messaggi su ceramica
attraverso simboli multicolori. Basti considerare che le comunit Precucuteni-Ariud-
Cucuteni-Tripolie utilizzavano anche un sistema di registrazione e di conto incardinato
su piccoli gettoni dargilla di foggia geometrica quali cerchi, tronchi di cono, quadrati i

34
magli 2001, per quanto riguarda gli insediamenti della regione Uman.



Marco MERLINI



184
tokens come in Mesopotamia, seppur su scala meno vasta. Nella sola cultura
Tripolie, tokens sono stati rinvenuti negli scavi di diversi siti databili fra il 4700 e il 3000
a.C., quali Voroshylivka (Tripolie BII, ca. 4000-3800 a.C.), Konivka (Tripolie BII),
Maydanets'ke (Tripolie CI, ca. 3700-3500 a.C.)
35
(Fig. 17).
Un corpus di 30 oggetti iscritti, 37 iscrizioni e 163 segni rinvenuti in 16
insediamenti abbastanza per dimostrare la presenza di una qualche forma di scrittura
fra le comunit Precucuteni-Cucuteni-Ariud-Tripolie. E per insufficiente per
documentarne in modo particolareggiato le caratteristiche e ricavarne un inventario
completo dei segni. Allo stato presente dellarte, non sono neppure in grado di
discernere se la scarsa quantit di iscrizioni dovuta al fatto che il lavoro di ricerca
nella fase iniziale, a un uso molto limitato dellalfabetizzazione in quelle antiche societ,
alla natura esoterica dello script, oppure al disinteresse per questo tipo di segni che per
lungo tempo ha distinto gli studiosi, che quindi non si sono peritati di pubblicarli.
Siamo comunque in grado di fissare alcuni punti fermi. Lo script Precucuteni -
Ariud - Cucuteni - Tripolie concentra ben il 30,8% della totalit dei segni impiegati nel
Sud-est europeo durante leneolitico e let del rame. La fase di start-up di questo vasto
complesso culturale il periodo Precucuteni - Tripolie A vede gi un utilizzo massiccio
della scrittura (43,6% del totale dei segni afferenti al complesso culturale). Le fasi
Cucuteni A1-A2 e Cucuteni A3-A4 - Tripolie B forniscono un contributo pi o meno
equivalente e, sommate, dispiegano al massimo le potenzialit della scrittura (52,1%).
Marginale la quota della fase Cucuteni A-B - B - Tripolie C (4,3%), anche se questo
periodo raccoglie ben il 24,1% della totalit dei segni adoperati durante la tarda Et del
rame nel Sud-est europeo. Il trend concernente limpiego della scrittura sembra dunque
in sincronia con levoluzione del complesso culturale. E intenso nel momento formativo,
in sintonia con una societ gi perfettamente evoluta. E massimo nel tempo della sua
maturit. Decresce e infine crolla in concomitanza con la sua fine (Fig. 18).
Studiando laspetto Tripolie di questo complesso culturale, Videjko sostiene che
siano stati utilizzati diversi sistemi di segni durante i suoi oltre 2500 anni di sviluppo.
Essi avrebbero caratteristici locali e sarebbero stati collegati alla sfera sacrale. La gi
menzionata Antica Tradizione" (Tripolie A - BI - BI / II, 5400/5300-4000 a.C.) sarebbe
collegata con il Danube script. "La Nuova Tradizione" (Tripolie BII-CII, 4000-2750 a.C.)
si sarebbe basata sia su alcuni segni anteriori, sia sullo sviluppo di un sistema originale

35
Bibikov 1953, Tav. 71; magli, Ryov, umova 1979, 425; Zayets, Ryov 1992, fig. 135; Gusev
1995, 227, fig. 70; magli 2001, 18, 48, 96, fig. 7; Videjko 2004b, 470-471.



Segni di scrittura



185
di segni dipinti su ceramica. L'antico script sacrale sarebbe stato dimenticato tra il 5000
e il 4000 a.C. e quindi reinventato con alcune caratteristiche locali
36
.
Interessante larticolazione geografica dello script Precucuteni-Ariud-
Cucuteni-Tripolie. La Romania concentra il 53,4% dei segni, lUcraina il 39,9% e la
Repubblica di Moldova il 6,7%. Incrociando le dimensioni cronologica e geografica dei
dati, emerge con evidenza come la spinta allalfabetizzatone proceda da Occidente a
Oriente. Lo script presente in Romania e nella Repubblica di Moldova soprattutto nel
suo periodo formativo e nella fase di start-up del complesso culturale. In Ucraina,
interviene soprattutto nel Eneolitico medio e finale.
Trpeti il sito con il maggior numero di segni. Essi si concentrano nel
Eneolitico / prima et del rame. Altri due centri chiave sono Isaiia e apaevka; il primo
nel Eneolitico / prima et del rame e il secondo nel Eneolitico intermedio e finale.
Aleksandrovka in Ucraina (nella media et del rame) e Lozna in Romania (nel
Eneolitico / prima et del rame) si segnalano come siti di rilevanza regionale. Lo script
significativamente presente, nel Eneolitico / prima et del rame, anche a Drgueni e
Scnteia in Romania, a Putineti e Rusetii Noi nella Repubblica di Moldova e nellarea
di Bugo Meridionale in Ucraina. Nei periodi intermedio e finale dellet del rame, la
situazione appare non solo in regressione, ma anche molto pi smagliata e senza pi
significativi centri motori tranne la sopraccennata Aleksandrovka.
La caratterizzazione in primo luogo religiosa dello script fissata dalla tipologia
degli oggetti iscritti. Le figurine antropomorfe rappresentano il 46,3% del totale. Seguono
il vasellame (25,0%), placche e tavolette (11,0%), fusaiole (3,7%) e sigilli (2,2%). Nel
Eneolitico / prima et del rame la tipologia prevalente quella delle statuette
antropomorfe, che concentrano il 68,3% dei segni. Quando il loro genere
determinabile, sempre femminile. Le figurine sono incise su una gran variet di parti
anatomiche. Il 52,4% reca iscrizioni sulla schiena e in genere si tratta di figurine di
genere femminile. Braccia e glutei registrano entrambi l11,1%. Il 9,5% ha iscrizioni sui
fianchi e sono tutte di genere femminile. Il 9,5% iscritta sulla fronte. Solo il 3,2% delle
statuette inciso sulladdome e, nella stessa misura, sul petto; tutte loro sono di genere
femminile. La presenza di segni sulle statuette antropomorfe decresce di peso durante la
media et del rame (25,4%) per crollare durante il periodo finale del rame (6,3%).
Altamente significativo anche il caso del vasellame iscritto, sia per lelevata
incidenza che per la continuit di presenza in tutta la sequenza cronologica. E questa

36
Videjko 2004c.



Marco MERLINI



186
la pi importante tipologia di oggetti inscritti nellet intermedia del rame, concentrando
il 61,9% della totalit dei segni.
Il prominente uso di segni di scrittura su oggetti votati al culto implica la loro
associazione con un preciso sistema di credenze e limpiego in cerimonie religiose.
Come dimostrato dalla presenza di santuari comunitari (talvolta dallarchitettura
monumentale) e di altari casalinghi (con una dotazione estremamente varia di oggetti
liturgici), le pratiche religiose rappresentano una componente importante della vita
nelle comunit Precucuteni-Ariud-Cucuteni-Tripolie
37
. Il panteon invocato dallo script
sembra essere dominato dal divino femminile, padrone della vita e della morte.
L'immagine del divino femminile spesso associata con la Luna, lUccello, il Serpente,
lOrsa e la Vacca
38
. In accoppiata allo script, nella sfera sacrale un ruolo importante
era svolto dalla numerologia, la scienza dei numeri sacri
39
.

Allinterno di questo contesto e ritornando alle due pi diffuse tipologie di oggetti
iscritti, i segni incisi sulle figurine antropomorfe potrebbero esprimere un desiderio, una
richiesta, un voto, ecc eventualmente evocando una divinit; iscrizioni pi lunghe sul
vasellame possono riflettere formule rituali o magiche.
Il segno pi frequente la X (21 presenze), seguito dalla I (16). Vengono poi in
successione la <, la \, la /, la e la II. Poco presente il segno prevalente del Danube
script: la V, a conferma delloriginalit dello script Precucuteni-Ariud-Cucuteni-Tripolie.
Data lincompletezza dellinventario dei segni di scrittura utilizzati dal complesso
Precucuteni-Ariud-Cucuteni-Tripolie, ogni comparazione con linventario dei segni del
Danube script appare rischiosamente speculativa. Comunque, un tratto visibilmente
comune fra le due scritture cugine limpiego prevalente di segni dalle silhouette
astratte. Pittogrammi e ideogrammi sono presenti in numero molto limitato. Questa
propensione allastrattezza fa parte del patrimonio visuale di tutto il Sud-est europeo
derivante dalla rivoluzione geometrica che vede protagonista, in epoca paleolitica e
mesolitica, la regione compresa fra lUcraina, la Moldavia, la Romania, la Serbia, la
Croazia, lItalia, la Macedonia, la Bulgaria e la Grecia. La rivoluzione geometrica inizia
ad emergere intorno al 29.000 t.p. (tempo presente), decolla verso il 20.000 t.p. e trova
compimento allincirca 9.000 anni fa. La scrittura neolitica viene dunque preceduta da
una rivoluzione cognitiva e simbolica imperniata su un codice astratto (forme
geometriche caricate di significato simbolico), sullideazione di motivi geometrici

37
Lazarovici C.-M. 2003.
38
Burdo 2001.
39
Gimbutas 1984, 135; Ursulescu 2001.



Segni di scrittura



187
complessi a partire da un elemento grafico semplice e, infine, sulla loro disposizione
nello spazio secondo uneccezionale organizzazione logica. La rivoluzione geometrica
fa emergere luomo dalle caverne e dai ripari, lo sostiene nella costruzione di case e
templi, lo aiuta a comprendere e a interpretare la natura e il cosmo, gli permette di
raccogliere, ammassare e trasmettere la conoscenza accumulata
40
.
Un altro elemento condiviso dalle due arcaiche scritture del Sud-est europeo
consiste nella tecnica di modificare alcuni segni-radice tramite tre modalit
41
. In primo
luogo, essi possono essere ruotati, invertiti a specchio, posti a testa in gi oppure girati
e rovesciati al tempo stesso. In tal modo, una pu diventare una , una , una
, oppure una . In secondo luogo, i segni radice possono essere duplicati o
moltiplicati. In terzo luogo, le grafie possono essere arricchite da apposti piccoli segni
diacritici quali segmenti, crocette o archetti per cui una V diventa, ad esempio, una V+,
una V/ oppure una \I/ (la cd. regola delle variazioni multiple dei segni-radice). Le
trasformazioni di una grafia possono essere semplici (quando sono modificati da un
solo diacritico) o complesse (quando sono modificati da pi diacritici)
42
.
Come nel caso del Danube script, siamo probabilmente in presenza di una
scrittura di tipo logografico: composta soprattutto da segni che esprimono concetti e ha
un rapporto marginale con loralit. Questa caratteristica condivisa da altre scritture
arcaiche quali le pittografie dellantica Sumer, la scrittura elamita, la scrittura della valle
dellIndo, i geroglifici del disco di Phaistos, la scrittura cinese delle ossa oracolari, i glifi
olmechi
43
. Insomma, le frasi non paiono tracciate in modo sintatticamente completo.
Alcune sembrano seguire un set di regole, altre persi per strada alcuni elementi
ricordano una sorta di stenografia. Un segno sta probabilmente per un concetto o una
parola. Le indicazioni grammaticali vengono omesse o lasciate alla comprensione di
contesto oppure segnalate dai segnetti diacritici. Tipico dello script Precucuteni-Ariud-
Cucuteni-Tripolie quanto del Danube script anche lavere come fondamento
lespressione e la concatenazione di concetti astratti tramite segni astratti.
La lunghezza media delle iscrizioni piuttosto elevata, fissabile in media a 4,41
segni luna. Le iscrizioni sono pi brevi nellEneolitico / prima et del rame. Crescono
nella media et del rame, per poi contrarsi di nuovo nellet finale del rame.

40
Merlini 2004.
41
Winn 1981, 60 sq.; Gimbutas 1991, 309; Haarmann 1995, 38 sq.; Merlini 2001; 2003; 2004.
42
Haarmann 1995, 38; 2008, 31.
43
Merlini 2004.



Marco MERLINI



188
Questi primi dati sui tratti salienti dello script Precucuteni-Ariud-Cucuteni-
Tripolie devono servire soprattutto a stimolare la ricerca e lo scavo di altri oggetti
iscritti... nei depositi dei musei romeni, ucraini e della Repubblica di Moldova. Infatti,
fino a pochi anni fa, la possibile esistenza di una forma di scrittura in questo complesso
culturale stata considerata cos improbabile che, quando veniva rinvenuto in uno
scavo un manufatto con segni chiaramente non ornamentali o simbolici, o non veniva
pubblicato o, se lo era, veniva riprodotto attraverso disegni che rettificavano
simmetricamente e armoniosamente, a fini decorativi, segni che apparivano zampe di
gallina perch incisi o dipinti da artigiani considerati indolenti o con scarsa esperienza.





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Segni di scrittura



191


Fig. 1. I segni angolari impiegati dal Danube script.



Marco MERLINI



192








Fig. 2. Larea dove si sviluppata la Civilt del Danubio (incorniciata di rosso) e,
allinterno di questa, la regione incubatrice del Danube script (incorniciata di verde). La
freccia sintetizza un quesito: il complesso culturale Precucuteni-Cucuteni-Ariud-
Tripolie ha sviluppato uno script cugino? (Immagine Prehistory Knowledge Project).



Segni di scrittura



193



a b

Fig. 3. Frammenti di tavolette iscritte rinvenute a Isaiia (Moldavia, Romania): cultura
Precucuteni II, circa 5000 a.C.
a - tavoletta A, b - tavoletta B (Foto Merlini 2007).






Fig. 4. Silhouettes di elefanti o mammut si combinano con segni sulla tavoletta B di cultura
Precucuteni II e proveniente da Isaiia (Moldavia, Romania). (Concept Lazarovici Gh.,
elaborazione grafica Merlini 2006).



Marco MERLINI



194

a b

Fig. 5. Segni su sgabelli (troni?) rinvenuti a Isaiia (Moldavia, Romania).
(Foto Merlini 2007).




Fig. 6. Il segno inciso in isolamento sotto uno sgabello (trono?) da Isaiia
(Moldavia, Romania). (Foto Merlini 2007).



Segni di scrittura



195


Fig. 7. Una sequenza emblematica di segni lineari incisa in circolo sulla seduta di uno
sgabello (trono?) appartenente alla cultura Tripolie A (collezione Platar).
(Foto cortesia Videjko).




Fig. 8. Un vaso mignon iscritto, ritrovato a Trpeti (Moldavia, Romania), appartenente
alla cultura Precucuteni III. (Marinescu-Blcu 1981, fig. 90/2a-2b).





Fig. 9. Diversi tratti distintivi di uno script sono rinvenibili su un frammento di ceramica
proveniente da Traian (Moldavia, Romania). (Ursulescu 1998, 112, fig. 30/7).



Marco MERLINI



196


Fig. 10. Un gruppo di segni inciso su un vaso scavato a Bernaivka (Ucraina) e
datato 5400-5300 a.C. (Videjko 2004a, vol. 1, 460).





Fig. 11. Un gruppo di segni simile a quello della figura precedente si trova sul manico
di un vaso appartenente allo stesso sito e al medesimo periodo.
(Videjko 2004a, vol. 1, 459).



Segni di scrittura



197


Fig. 12. Una statuetta della cultura Tripolie A presenta una sequenza di segni allineati
in verticale sul davanti e sul retro. (Videjko 2004a, vol. 1, 460).





Fig. 13. Un cartridge circolare basato sul pattern delle quattro direzioni appare su una
statuetta femmminile di Scnteia, nonch su sigilli/amuleti di Okopi, Cucuteni e
Scnteia (Moldavia, Romania). (Elaborazione grafica Merlini da Lazarovici M., 2006,
60, fig. 3, 61, fig. 5/1, foto Merlini 2004).



Marco MERLINI



198



Fig. 14. La sequenza di segni presente su un vaso Tripolie B trovato a apaevka
(Ucraina). (Elaborazione grafica Merlini, apud Videjko 2004a: 122).





Fig. 15. Una iscrizione a due segni caratterizza una figurina Cucuteni B scoperta a
Calu / Piatra oimului (Moldavia, Romania). (Foto Merlini 2007).




Segni di scrittura



199


Fig. 16. I codici simbolico, di scrittura e ornamentale giocano simultaneamente sul
corpo di una Tripolie B statuetta femminile rinvenuta ad Aleksandrovka (Ucraina).
(Elaborazione grafica Merlini, apud Pogoeva 1985, 142, fig. 88).





Fig. 17. Tokens in argilla databili alla fine della cultura Tripolie A (Ucraina)
(Videjko 2004b, vol. 1, 470).






Marco MERLINI



200






Fig. 18. Distribuzione cronologica dei segni del complesso culturale
Precucuteni-Ariud-Cucuteni-Tripolie.



DOVE SONO GLI UOMINI?
SI PU PARLARE DI PRATICHE FUNERARIE
NELLA CIVILT DI CUCUTENI?

Raluca KOGLNICEANU


Key words: human bones, funerary practices, Cucuteni, Romania
ossa umane, pratiche funerarie, Cucuteni, Romania
oase umane, practici funerare, Cucuteni, Romnia

Riassunto. La civilt di Cucuteni non cessa di meravigliare con suoi aspetti, talmente
spettacolari. Tuttavia esiste un altro elemento che, nel tempo, ha incuriosito i ricercatori: si tratta
delle manifestazioni funerarie. I resti scheletrici finora rinvenuti sono molto pochi rispetto al
numero degli insediamenti indagati e presentano caratteristiche particolari che suggeriscono
lipotesi che non si trattasse di pratiche funerarie, ma piuttosto di altre forme di manifestazioni
spirituali, forse di sacrifici nel quadro di un culto connesso allagricoltura.
Abstract. The Cucuteni civilization doesnt stop amazing us with its material and spiritual
culture. But there is one other element that, in time, arose the interest of the researchers, which
is the funerary practices. There are discoveries of human bines, but these are quite rare
compared to the number of investigated settlements and also present some particular features
that would suggest that we are not dealing with examples of funerary manifestations, but more
probably with a different type of spiritual manifestation, connected probably with some
agricultural cult.
Rezumat. Cultura Cucuteni nu nceteaz s uimeasc prin aspectele sale att de
spectaculoase, dar absena cvasi-total a manifestrilor funerare a strnit curiozitatea
cercettorilor. Descoperiri de oase umane exist, ns acestea sunt puine la numr, n raport
cu numrul aezrilor investigate i prezint particulariti care sugereaz c nu ar fi vorba de
practici funerare, ci mai degrab de ilustrarea unui alt tip de manifestri spirituale, poate
sacrificii n cadrul unui cult agricol.

La civilt Cucuteni, cosi spettacolare in tanti aspetti che riguardano sia la sua
parte materiale, profana, sia quella della vita spirituale nella sua complessit, si fa
notare attraverso un elemento distintivo: non sembra fornire dati rilevanti riguardo alle
sue manifestazioni funerarie. Infatti, nonostante le indagini effettuate in numerosi siti, i
resti umani sono rari.

1. Dati concreti
In modo da poter valutare con pi esattezza la situazione dei rinvenimenti di
resti umani nellambito della cultura di Cucuteni, abbiamo suddiviso le scoperte in tre

Universit Al. I. Cuza, Facolt di Storia, Bulevard Carol I, nr. 11, 700506 Iai, Romania; E-mail:
raluca.kogalniceanu@gmail.com



Raluca KOGLNICEANU



202
tipi principali, che presenteremo in seguito, prima di procedere con le osservazioni di
carattere generale (Fig. 1):
a) resti sparsi nei livelli antropici (?) allinterno degli insediamenti:
- a Poduri (distretto di Bacu), nel livello Cucuteni A2, sono stati scoperti resti
umani
1
, alcuni dei quali sembrano presentarsi sotto forma di raggruppamenti di resti
bruciati sulla piattaforma di una delle abitazioni
2
.
- a Scnteia (distretto di Iai), nellinsediamento della fase Cucuteni A3, sono
stati scoperti finora 173 frammenti di resti umani. Questi si trovavano tra le abitazioni o
allinterno delle stesse e in una fossa. La maggior parte dei frammenti (127) presenta
tracce di bruciatura. Pi della met (89 frammenti) sono resti di bambini (Infans I e
Infans II). Inoltre si notato che prevalgono le ossa lunghe ed i frammenti di cranio
3
.
- a Hbeti (distretto di Iai), nellinsediamento Cucuteni A3
4
, stato scoperto
un frammento di cranio
5
.
- a Drgueni-Ostrov (distretto di Botoani), cinque elementi scheletrici umani
(un femore, un cranio, una mandibola, una tibia ed un osso pelvico) provenienti da un
minimo di 4 individui (un uomo adulto, un uomo sotto i 18-25 anni, una donna adulta ed
una giovane sotto i 17 anni) sono stati rinvenuti nel livello di frequentazione riferibile
alla fase Cucuteni A4, tra le abitazioni, tra le rovine di una casa ed in una fossa per
limmondizia (la tibia). Uno dei resti presenta tracce di incisioni fatte deliberatamente
6
.
- da Bodeti-Frumuica (distretto di Neam), del livello Cucuteni A, provengono
sette, otto frammenti, di cui si individuano tre crani, tutti di donna. Questi frammenti
sono stati rinvenuti intorno ai focolari
7
.
- a Liveni (distretto di Botoani) nel livello Cucuteni B si scoperto un femore,
proveniente da un uomo maturo. Su due porzioni dellosso sono state osservate tracce
di denti possibilmente umani lasciate su un osso fresco
8
.
- a Cucuteni (distretto di Iai) frammenti di cranio e crani interi
9
.

b) resti umani deposti in fosse, a volte insieme a ceramica e a volte sotto le
abitazioni:

1
Mantu et alii 1994a, 89; Mantu et alii 1994b, 226; Popovici 1999, 32.
2
http://www.cimec.ro/scripts/arh/cronica/detaliu.asp?k=1287
3
Mantu et alii 1994a, 90; 1994b, 227; Lazarovici et alii 2003, 297.
4
Mantu et alii 1994a, 88; 1994b, 225; Popovici 1999, 32.
5
Mantu et alii1994a, 88; 1994b, 225; Popovici 1999, 32.
6
Bolomey 1983, 159-163; Marinescu-Blcu et alii 1984, 45; Bolomey 2000, 153-155.
7
Bolomey 1983, 163; Mantu et alii1994a, 88; 1994b, 225; Popovici 1999, 32.
8
Haimovici 2003, 97-100.
9
Mantu et alii 1994a, 87-88; 1994b, 225.



Pratiche funerarie nella civilt di Cucuteni?



203
- a Poduri (distretto di Bacu), nel livello Cucuteni A1, in prossimit dellangolo
sud di unabitazione, stato scoperto uno scheletro incompleto di bambino. Le ossa
erano raggruppate su una superficie di circa 0,5 x 0,4 m. Il cadavere del bambino
sembra esser stato deposto sul fianco destro, in posizione rannicchiata. Tra le ossa
umane sono stati trovati anche quattro frammenti di ossa di animali, ma non si precisa
se tra le ossa umane e quelle di animali ci fosse una connessione
10
. Sempre nello
stesso luogo, nello strato Cucuteni A2, si scoperto un cranio proveniente da un
bambino di 3-4 anni, con il volto orientato verso ovest e deposto su una lente di cereali
carbonizzati del diametro di circa 1 m
11
. Sempre nel livello Cucuteni A2 stata
scoperta una fossa (T2) dove erano deposti resti umani. Questa stata delimitata da
alcune pietre disposte a semicerchio o cerchio ( possibile che una parte del cerchio
sia stata scavata durante una campagna di scavi precedente). In mezzo al cerchio di
pietre stata deposta la met di un cranio umano riferibile a un bambino
12
.
Nello stesso insediamento, sul tragitto di un possibile fossato, stata
identificata una fossa (T1) in cui sono state rinvenute ossa umane. stata osservata la
deposizione del tutto particolare delle ossa, che sembravano essere in posizione
secondaria, dato che sono state scoperte da su in gi, prima le ossa lunghe delle
gambe, alcune vertebre e costole ed alcuni frammenti che sembrano provenienti dalle
ossa della regione sacrale, mentre il cranio si trovava nel fondo della fossa; in base alle
dimensioni delle ossa, sembra che si trattasse di un bambino. Il livello di provenienza
di questa sepoltura non precisato chiaramente
13
.
- a Doboeni (distretto di Covasna), in una cava di sabbia, sono state scoperte
pi fosse, due delle quali contenevano scheletri umani in posizione rannicchiata e
frammenti di vasi Cucuteni. Le fosse 1, 2 e 3 presentano delle caratteristiche simili: la
profondit relativa di 1,20 m, il diametro del fondo di 1,10 e 1,80 m, e la presenza sul
fondo di uno strato di cenere e in un caso di un focolare tondo formato di sassi piccoli,
insieme a pezzi di ceramica di tipo Cucuteni A o A-B. Le fosse 4, 5, e 8 sono state
distrutte dai lavori effettuati nella cava di sabbia. Nella fossa n. 6, a forma di sacco, con
una profondit di 2,20 m ed un diametro del fondo di circa 1,20 m sono stati scoperti, uno
vicino allaltro, deposti su uno strato di cenere di 5 cm di spessore, due scheletri
rannicchiati, con un vaso collocato ai piedi. Il volto dei defunti era orientato verso est. Da
questi scheletri sono state recuperate poche ossa, che sono state attribuite ad una

10
http://www.cimec.ro/scripts/arh/cronica/detaliu.asp?k=3201
11
Mantu et alii 1994a, 89; 1994b, 226; Popovici 1999, 32;
http://www.cimec.ro/scripts/arh/cronica/detaliu.asp?k=606 ;
http://www.cimec.ro/scripts/arh/cronica/detaliu.asp?k=1105
12
http://www.cimec.ro/scripts/arh/cronica/detaliu.asp?k=1468
13
http://www.cimec.ro/scripts/arh/cronica/detaliu.asp?k=1468



Raluca KOGLNICEANU



204
donna (o a pi di una) adulta. Un frammento di bacino presentava tracce di bruciatura.
La fossa n. 7 conteneva un altro scheletro, sempre in posizione rannicchiata. Di recente,
questi resti sono stati attribuiti alla fase A della cultura di Cucuteni. In prossimit di
questa zona (a 300 metri dai rinvenimenti gi menzionati) si era scoperta in precedenza
una tomba di bambino, deposto nella fossa, sempre in posizione rannicchiata
14
.
- a Cernatu de Sus (distretto di Covasna), nello strato Cucuteni A, si scoperto
un cranio di un individuo adulto ed un femore, insieme a numerosi vasi
15
. Anche se
mancano altre informazioni, questa scoperta sembra presentare elementi simili alle
altre situazioni inquadrate da noi nella categoria b).
- a Ariud (distretto di Covasna), nellinsediamento della fase Cucuteni A, stata
scoperta una fossa (Fossa 2 /1971) a forma di sacco, con una profondit relativa di circa
2,60 m. La fossa si suddivide in due parti, in verticale (la fossa 2a sotto e la fossa 2b
sopra), separate da un pavimento di frammenti ceramici bruciati, cenere e carbone,
spesso 10-12 cm. La fossa 2a, che non stata bruciata, aveva sul fondo uno strato di
cenere e carbone di 2-3 cm, in cui si trovavano una punta di freccia in selce, ossa di
animali ed alcuni frammenti di ceramica. Questa fossa conteneva, nella parte nord,
anche lo scheletro di un bambino di 3-4 anni, deposto in posizione rannicchiata sul fianco
destro, con la testa orientata verso nord e il volto verso ovest. Dietro la schiena,
allaltezza del bacino, sono state deposte delle pietre. Nella parte nord-est della fossa
stato trovato un pezzo grande della margine rialzata di un focolare in argilla e sei grandi
frammenti provenienti da un vaso per derrate. Vicino e sotto questo frammento sono
state trovate le ossa di un giovane di 13-15 anni (un femore, una tibia ed una fibula).
Nella parte est della fossa sono state trovate, raggruppate, ossa di bambino (un radio,
due ulne, una clavicola, una mandibola inferiore ed alcune vertebre e costole). Dal resto
della fossa sono state recuperate anche altre ossa umane (due scapole, due omeri,
vertebre cervicali ed un epistrofeo, due femori). Immediatamente sotto il pavimento in
ceramica cera uno strato grosso di conchiglie di acqua dolce. La fossa 2b conteneva
pezzi di argilla bruciata, cenere, carbone, frammenti di ceramica combusta, ed anche un
vaso intero collocato con lorlo in gi, circondato da una collana in perle di conchiglia
16
.
- a Traian-Dealul Fntnilor (distretto di Neam), nel livello Cucuteni A-B sono
state scoperte pi fosse di carattere particolare. In una prima fase sono state scoperte
tre fosse circolari (, i ), di cui due contenevano anche resti scheletrici umani.

14
Szkely 1957, 149-151; Bolomey 1983, 165-166; Necrasov et alii 1990, 194-195; Mantu et alii
1994a, 89; 1994, 226; Popovici 1999, 27.
15
Szkely 1965, 273.
16
Zaharia, Szkely 1985-1986, 104-105; Mantu et alii 1994a, 89; Popovici 1999, 27.



Pratiche funerarie nella civilt di Cucuteni?



205
La fossa , scoperta nel complesso di abitazioni n. 1, aveva una profondit
relativa di 1,60 m ed un diametro del fondo di 2 m. Sul fondo della fossa sono state
deposte, in uno spazio ristretto, 20 vasi dipinti e non dipinti, interi e frammentari, ed
una spatola in osso. Sopra segue uno strato di terra misto a cenere, carbone, ossa di
animali, frammenti di ceramica. Ad 1,50 m distanza sono stati deposti vasi, che
contenevano pezzetti di concotto. Allo stesso livello dei vasi sono state osservate
porzioni di bruciatura, carbone fino, ossa di animali e cenere. Alcuni dei vasi
presentavano tracce di affumicatura
17
.
La fossa (Tomba I/1952) stata scoperta al margine di un complesso di
abitazioni, a poca distanza dalla prima fossa, gi menzionata qui sopra. La sua
profondit, dal punto dello scavo, di 1,70 m, il diametro di 2x2,10 m. La fossa stata
scavata allinterno dellabitazione, sotto la piattaforma, nellimmediata vicinanza di un
focolare. Il suo contenuto, partendo dallalto in basso, il seguente: sul fondo della
fossa, uno strato di 3-4 cm di cenere e bruciatura. Uno scheletro stato deposto al
margine sud della fossa, sopra alcuni vasi fratturati. Il defunto stato deposto sul
fianco destro, con la testa orientata verso ESE 127
0
e le gambe verso NNW 308
0
e con
lo sguardo verso WNW 315
0
. A causa dello spazio ridotto la parte inferiore del corpo
stata girata, cos che si trova in una posizione rovesciata, con le rotule di entrambe le
gambe appoggiate sulla terra. Sopra lo scheletro sono stati rotti alcuni vasi: questi,
circa 28 in tutto, interi e frammentari, sono stati disposti a volte gli uni sopra gli altri e
contenevano cenere, carboni, ossa bruciate (costole di pecora o capra, di agnello
oppure di capretto, una spina di pesce, un osso di uccello, lumache). Altri oggetti
rinvenuti nella fossa sono: un frammento di macina e un macinello. Sopra di questi
materiali cera molta cenere
18
. Lanalisi antropologica effettuata sui resti umani ha
concluso che si trattasse di uninumazione primaria di un adolescente di 14 anni,
probabilmente di sesso maschile
19
.
La fossa (la Tomba II/1952) stata scoperta allinterno di un complesso di
abitazioni. Il cadavere era stato deposto direttamente sulla terra, al centro della fossa, sul
fianco sinistro, con la testa orientata verso est e le gambe verso ovest. 14 vasi interi o
frammentari circondavano lo scheletro e si trovavano deposti anche sopra di esso. In un
grande vaso, rovesciato sopra lo scheletro, sulla zona del petto, si trovavano cenere,
frammenti di ossa e lumache. Questo complesso conteneva anche alcune pietre di
fiume, frammenti di una macina collocati vicino ad una testa ed un macinello. Le ossa
che si trovavano nei vasi erano di animali giovani, pecora e capra. Nella fossa sono state

17
Dumitrescu 1954, 400, 402; 1957, 98-99.
18
Dumitrescu 1954, 402, 404-406; 1957, 99-102.
19
Necrasov, Nicolescu-Plopor 1957, 66, 68.



Raluca KOGLNICEANU



206
trovate anche lumache
20
. Anche in questo caso le indagini antropologiche hanno stabilito
che si trattasse di uninumazione primaria, riferibile ad un bambino di 6-7 anni
21
.
La tomba 1/1956 stata scoperta nella vicinanza dei resti di unabitazione. Si
tratta di una fossa con materiale situato tra 1 e 1,30 m in profondit. Il contenuto della
fossa consiste in frammenti di 23 vasi Cucuteni A-B e ossa umane. Mancano il cranio
ed alcune ossa dello scheletro. La posizione dei resti umani del tutto particolare: la
parte inferiore del corpo stata deposta con il viso in gi, nella parte NNW della fossa.
Le altre ossa sono state trovate in altre zone della fossa, non in totale disarticolazione,
ma raggruppate in porzioni del corpo, che ha fatto ipotizzare allo scopritore
leventualit che il cadavere fosse stato sezionato
22
. Secondo lanalisi antropologica,
si trattava di un individuo probabilmente di sesso maschile, di pi di 25 anni
23
.

La tomba 2/1956, scoperta nella vicinanza della tomba appena descritta, consiste
in una fossa approssimativamente rotonda (1,10 x 0,90 m) e contiene lo scheletro di un
bambino, senza cranio, con sotto e sopra dei numerosi frammenti ceramici. La ceramica
era suddivisa in due gruppi distinti: uno di questi, composto da otto vasi, conteneva una
fruttiera sulla quale era stato deposto il cranio di una persona adulta. Le ossa del
bambino sono relativamente in disordine, per la persistenza di alcune connessioni
anatomiche pu suggerire, come nel caso precedente, unamputazione del corpo
24
.
Lanalisi antropologica ha concluso che in questo caso si tratta di uno scheletro
incompleto di un bambino di 8-9 anni e del cranio di una donna di circa 60 anni
25
.

c) alcuni casi di tombe nel senso vero della parola:
- a Scnteia (distretto di Iai), verso lestremit est dellinsediamento Cucuteni
A3, sono stati scoperti i resti di due individui, disposti ad una distanza di circa mezzo
metro luno dallaltro. T1 era rappresentato solo da un cranio e da frammenti di ulna,
mentre T2 era uno scheletro disposto in connessione anatomica, supino, con la testa
orientata verso est
26
. I resti appartengono ad un bambino di circa 4 anni (T1) e ad una
giovane donna tra 18-20 anni (T2)
27
.
- a Girov (distretto di Neam), fase Cucuteni A4, allinterno di unabitazione,
sono stati trovati gli scheletri di tre bambini (di 6 mesi, 5 anni e 11-12 anni) e di una

20
Dumitrescu 1954, 406-407; 1957, 102-103.
21
Necrasov, Nicolescu-Plopor 1957, 66, 71.
22
Dumitrescu 1958, 408-412; 1959, 192-193.
23
Necrasov, Nicolescu-Plopor 1957, 66, 72-73.
24
Dumitrescu 1958, 412-414; 1959, 193.
25
Necrasov, Nicolescu-Plopor 1957, 66, 75, 77.
26
Il disegno accenna che non da escludersi lipotesi che lindividuo sia stato deposto
inizialmente disteso sul fianco destro, con le ginocchia leggermente piegate.
27
Mantu et alii 1994a, 90-93; 1994b, 226-229; Lazarovici et alii 2003.



Pratiche funerarie nella civilt di Cucuteni?



207
donna. Il cranio della donna indica che si tratta di una persona di 40-50 anni che
sembra esser stata sottoposta ad un intervento di trapanazione nella regione inferiore
destra dellosso occipitale. Sembrerebbe che la donna fosse sopravvissuta a questo
tipo di intervento
28
.
- a Traian Dealul Fntnilor (distretto di Neam), Cucuteni A-B, verso la parte
ovest dellinsediamento, a poca profondit, sono stati trovati due scheletri supini, senza
corredo, il che rende difficile linquadramento culturale. Entrambi gli scheletri erano
orientati con la testa verso NNE e appartenevano ad un uomo di circa 25 anni ed ad
una donna della stessa et
29
.
- a Cucuteni (distretto di Iai) soni stati scoperti dieci scheletri in posizione
rannicchiata. Per quanto riguarda i primi sei, linquadramento culturale incerto.
Sembrerebbe che gli ultimi quattro, scoperti da M. Petrescu-Dmbovia, nel 1978,
potessero appartenere alla cultura di Cucuteni.
Due degli scheletri sono stati scoperti rannicchiati sul fianco sinistro. Le tombe
erano senza corredo, per nelle loro vicinanze e a volte sotto queste tombe sono stati
rinvenuti frammenti ceramici Cucuteni A. Sfortunatamente non si conoscono altri dati
30
.
- a Costeti (distretto di Iai) soni state scoperte pi tombe sul lato nord
dellinsediamento Cucuteni, alcune con lo scheletro in posizione rannicchiata, altre in
posizione supina. Alcune tombe sono state attribuite al periodo medievale. La loro
datazione incerta a causa della mancanza di corredo funerario
31
.
- a Mrgineni (distretto di Bacu), verso il margine dellinsediamento Cucuteni
A2, stata scoperta una tomba con lo scheletro situato ad un livello non molto
profondo. Non si conoscono altri dati
32
.

2. Interpretazioni
Una prima spiegazione necessaria quella che riguarda la definizione delle tre
categorie in cui abbiamo deciso di suddividere le scoperte. Nella prima categoria
abbiamo inquadrato le ossa sparse scoperte nei livelli di frequentazione. Molte di
queste sono state identificate come resti umani nel corso dellanalisi archeozoologica:
per questo motivo il punto esatto della scoperta non stato annotato. Anche se
esistono alcuni casi di resti umani rinvenuti in contesti particolari, come la fossa o in
zona dei focolari, ovvio che non si pu parlare di inumazioni.

28
Monah, Cuco 1985, 99-100; Bolomey 1983, 164; Necrasov et alii 1990, 194-195; Mantu et alii
1994a, 89-90; 1994b, 226; Popovici 1999, 27-28.
29
Necrasov, Nicolescu-Plopor 1959, 204, 206, 209, 211; Bolomey 1983, 166.
30
Mantu et alii 1994a, 87-88, 1994b, 225; Popovici 1999, 26-27.
31
Mantu et alii 1994a, 88; 1994b, 226; Popovici 1999, 27.
32
Mantu et alii 1994a, 89; 1994b, 226; Popovici 1999, 29.



Raluca KOGLNICEANU



208
Per le seguenti due categorie abbiamo considerato le deposizioni intenzionali di
resti umani, in fosse, per i quali esistono spesso anche le connessioni anatomiche
(totali o parziali). La differenza tra le categorie b) e c) il carattere apparentemente
speciale delle deposizioni della categoria b). Attraverso il termine tomba si intende
lo spazio, il luogo appositamente preparato per la deposizione del defunto
33
. Vogliamo
precisare che in questa categoria delle tombe non includiamo le deposizioni di defunti
legati a possibili sacrifici. Questo sarebbe lelemento che distingue maggiormente le
due categorie di scoperte, b) e c).
In modo da sintetizzare le scoperte, abbiamo elaborato la seguente tabella:

Fase culturale
Tipo della
scoperta
Sesso / Et
Localit
a) b) c) a) b) c) a) b) c)
1. Liveni B M
2. Drgueni A4 M, F
3. Cucuteni ? ? ? ?
4. Costeti ? ?
5. Hbeti A3 ?
6. Scnteia A3 A3
M, F,
B
F; B
7. Frumuica A F
8. Girov A4 B + F
9. Traian A-B A-B?
M; B;
M; B
(+ F)
M; F
10. Mrgineni A2? ?
11. Poduri A2
A1;
A2; ?
?
B; B;
B

12. Doboeni A F; B
13. Cernatu
de Sus
A ?
14. Ariud A
B (+M
+ B)


A, A2, A3, A4, A-B, B = fasi dellevoluzione della cultura di Cucuteni
= scoperte di tipo a); = scoperte di tipo b); = scoperte di tipo c)
M = maschio; F = femmina; B = bambino


33
Srbu 2003, 21.



Pratiche funerarie nella civilt di Cucuteni?



209
Nella letteratura archeologica esistono gi numerose discussioni
riguardando il significato delle scoperte di ossa umane nellarea della cultura di
Cucuteni. Si parlato del culto del cranio
34
, di antropofagia
35
, cannibalismo
36
,
sacrifici umani
37
(a volte legati ad un rituale agrario
38
), la pratica della
manipolazione rituale delle ossa umane
39
. Tutte queste interpretazioni sono
possibili. Si pu notare che il numero di scoperte di ossa umane sparse abbastanza
elevato: infatti, le scoperte pi numerose sono quelle di questo tipo. Alcune di queste
ossa presentano tracce di denti (Liveni) oppure di taglio (Drgueni), ed altre
numerose ossa presentano tracce di bruciatura (Scnteia, Poduri). A questa categoria
appartengono sia resti umani riferibili a uomini, donne e bambini, questi ultimi i pi
rappresentati. Si pu notare anche la prevalenza delle ossa del cranio, ma questo
aspetto pu essere dovuto anche al fatto che molte delle scoperte sono state effettuate
in un periodo in cui non si prestava molta attenzione allo studio delle ossa, che non
venivano raccolte durante gli scavi. Le scoperte appartenenti al gruppo a) sembrano
provenire da tutte le fasi della civilt di Cucuteni, ma dal punto di vista della diffusione
spaziale sembrano mancare dalla zona sud-est della Transilvania.
Una caratteristica del gruppo b) la presenza della cenere e dei carboni nelle
fosse che contenevano anche resti umani, indicando unazione che implicava lutilizzo
del fuoco. Anche in questi casi prevalgono i bambini, ma non mancano le donne, n gli
uomini. Dal punto di vista cronologico questi sembrano provenire solamente dalle fasi
A e A-B, e dal punto di vista geografico le scoperte di questo tipo si riscontrano
esclusivamente nella met sud dellarea romena (esclusivamente nella zona di sud-est
della Transilvania e nelle sue immediate vicinanze, oltre i Carpazi, in Moldavia).
Per quanto riguarda lultima categoria, questa limitata alla zona centrale
dellarea rumena e contiene resti sia di uomini, sia di donne e di bambini.
Sfortunatamente le scoperte relative a questo gruppo sono anche le meno certe dal
punto di vista della loro appartenenza culturale (con leccezione delle scoperte di
Scnteia) ed in un certo caso (Girov) potrebbe trattarsi di una morte accidentale e non
di uninumazione vera e propria (i dati riguardanti questa scoperta non chiariscono il
contesto in cui sono stati rinvenuti gli scheletri).

34
Bolomey 1983, 164; Lazarovici et alii 2003, 301.
35
Marinescu-Blcu et alii 1984, 45; Haimovici 2003, 97-100.
36
Zaharia, Szkely 1985-1986, 105.
37
Lazarovici et alii 2003, 300-301.
38
Dumitrescu 1954, 408-411; 1957, 105-106.
39
http://www.cimec.ro/scripts/arh/cronica/detaliu.asp?k=1468



Raluca KOGLNICEANU



210
Che cosa succedeva ad una persona, quando moriva? difficile da dirsi. Finora
sono state formulate due ipotesi nellambito degli studi che cercano di spiegare il
fenomeno Cucuteni da questo punto di vista.
La prima stata formulata da Drago Gheorghiu
40
, che cerca di stabilire un
rapporto significativo tra statuette femminili e immagini funerarie, immagini degli
antenati. Lo studioso ritiene che i modelli incisi e dipinti sulle statuette femminili del
complesso Precucuteni Cucuteni mostrerebbero, in realt, un modo di fasciare il
corpo umano, come una specie di mummia, per prepararlo allinumazione, e che le
statuette funzionerebbero come mezzo di trasmissione nel tempo di questa pratica.
Purtroppo, questa teoria fallisce per una mancanza di logica elementare: se i cucuteniani
avessero accordato tanta importanza al corpo umano dopo la morte, questo corpo
sarebbe stato trovato; per abbiamo appena dimostrato che le scoperte non solo sono
minime, ma il pi spesso sono stati rinvenuti corpi mutilati, smembrati.
Un altro tentativo di spiegare la mancanza delle pratiche funerarie nellarea
cucuteniana stato fatto da Douglas Bailey
41
. Considerando (come J. Chapman
42
) le
pratiche funerarie come elemento decisivo per la negoziazione dellidentit,
dellappartenenza ad un gruppo, dellinclusione e dellesclusione, la loro mancanza
nella civilt di Cucuteni potrebbe essere motivata dallesistenza di altri metodi di
negoziare gli stessi valori, come le deposizioni cerimoniali o la frantumazione
volontaria di certi oggetti. Continuando sul filo dello stesso argomento, lo studioso
presuppone che la mancanza di informazioni riguardanti il trattamento formale del
corpo dei defunti nelle comunit cucuteniane sarebbe dovuta al fatto che queste non
avevano bisogno di manipolare il corpo umano durante una cerimonia di inumazione
con valenze sociali, cos come facevano altre comunit contemporanee, giacch
facevano uso per tali momenti delle statuette in argilla. Nonostante ci, lo studioso non
esclude completamente la possibilit della pratica di altri metodi del trattamento del
corpo umano dopo la morte, oppure lesistenza di cimiteri ancora non scoperti.
Generalmente, nel periodo preistorico, la popolazione poco rappresentata dal
punto di vista dei rinvenimenti di resti di scheletri umani, per il caso della civilt di
Cucuteni particolare per due motivi. Primo, perch il numero elevato di siti
archeologici investigati potrebbe escludere le eventuali lacune nelle indagini effettuate
sul terreno. Secondo, perch nelle civilt sviluppatesi anteriormente nello stesso

40
Gheorghiu 1991, 10; 1997, 727-734.
41
Bailey 2005, 338-339.
42
Chapman 2000.



Pratiche funerarie nella civilt di Cucuteni?



211
spazio geografico (Starevo-Cri) oppure in altre civilt contemporanee e vicine (Boian
o Gumelnia), linumazione largamente documentata, con la presenza di veri e propri
cimiteri, citt dei morti. Il numero ristretto di scoperte, insieme al carattere particolare di
molte di esse, ci spingono ad affermare che, allo stato attuale della ricerca, non
possiamo parlare di pratiche funerarie nella cultura di Cucuteni. I casi di deposizioni
intenzionali del corpo umano intero o disarticolato hanno, nella maggior parte delle
situazioni, un aspetto che suggerisce che si tratti piuttosto di qualcosaltro che di
uninumazione usuale, nel senso pi comune del termine. Se questa realt dovuta ad
un modo alternativo di manipolare i cadaveri, che non sia linumazione propriamente
detta, difficile da dirsi. Tuttavia, resta certo il fatto che lantropofagia, il cannibalismo
non possono spiegare il numero ristretto di resti umani scoperti e non crediamo
nemmeno che si possa parlare di noncuranza rispetto al corpo umano dopo la morte.
Ci deve esser stato un modo da eliminare un corpo umano privo di vita dal paesaggio
quotidiano, se non per motivi religiosi, almeno per ragioni di igiene. Per che cosa
succedeva realmente al corpo di un individuo dopo la sua morte resta tuttora un
grande punto interrogativo.



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Pratiche funerarie nella civilt di Cucuteni?



213




Fig. 1. La distribuzione spaziale dei rinvenimenti di ossa umane
nella civilt di Cucuteni nel territorio della Romania
= scoperte di tipo a); = scoperte di tipo b); = scoperte di tipo c)
1. Liveni, 2. Drgueni, 3. Cucuteni, 4. Costeti, 5. Hbeti,
6. Scnteia, 7. Frumuica, 8. Girov, 9. Traian, 10. Mrgineni,
11. Poduri, 12. Doboeni, 13. Cernatu de Sus, 14. Ariud




Raluca KOGLNICEANU



214


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Pratiche funerarie nella civilt di Cucuteni?



215




b.

a. c.


Fig. 4. Fosse con resti umani scoperte a Traian-Dealul Fntnilor (distretto di Neam)
a) T1/1952, b) T2/1956, c) T3/1956
(secondo Dumitrescu 1954, fig. 3; Dumitrescu 1958, fig. 3; Dumitrescu 1958, fig. 5-1)







Raluca KOGLNICEANU



216







Fig. 5. I complessi di Scnteia (distretto di Iai) (Mantu et alii 1994b, fig. 1)










LA PRESENZA DELLA CIVILT CUCUTENI NELLA LETTERATURA
ARCHEOLOGICA ITALIANA

Cristina CREU*

Keywords: Civilt Cucuteni, Romania, letteratura archeologica italiana
Cucuteni civilisation, Romania, Italian archaeological literature
Civilizaia Cucuteni, Romnia, literatura arheologic italian

Riassunto: La civilt Cucuteni rappresenta un soggetto poco conosciuto nella letteratura
archeologica italiana, per, tuttavia, ci sono studi che fanno riferimento ad alcuni aspetti
caratteristici. Queste menzioni si trovano in varie pubblicazioni, come dizionari, atlanti,
enciclopedie, manuali di preistoria, studi sintetici sulleneolitico europeo, studi incentrati su soggetti
particolari.
Abstract: The Cucuteni civilization represents a less known subject in the Italian archaeological
literature; yet there are some works that mention some of the main features of this culture. These
references can be found in different publications such as dictionaries, atlases, encyclopaedia,
manuals of prehistory, synthesis over the European Eneolithic, articles treating of specific subjects.
Rezumat: Civilizaia cucutenian reprezint un subiect puin cunoscut n literatura arheologic
italian; cu toate acestea, exist totui cteva lucrri care fac referire la unele aspecte caracteristice
culturii n discuie. Meniuni de acest fel se regsesc n publicaii diverse, precum dicionare, atlase,
enciclopedii, manuale de preistorie, sinteze asupra eneoliticului european, articole cu tematic
restrns.

La letteratura di specialit relativa alla cultura Cucuteni particolarmente varia,
proveniente innanzitutto dal campo della ricerca romena e ucraina in questo ambito, svolta
su un percorso di pi di un secolo di attivit. La cultura Cucuteni conosciuta e valorizzata
dalla comunit scientifica europea, prevalentemente in lavori che riguardano soggetti
delleneolitico sud-est europeo. Il presente articolo ha come argomento la presenza della
civilt Cucuteni nella letteratura archeologica italiana
1
, con lintenzione di evidenziare i dati
archeologici che hanno interessato i ricercatori italiani, le fonti usate e la modalit in cui
linformazione stata integrata nei loro lavori.

* Universitatea Al. I. Cuza Iai, Facolt di Storia, B-dul Carol I, nr. 11, 700506 Iai, Romania;
crecri2002@yahoo.com
1
Ci siamo concentrati sui lavori scritti/coordinati da ricercatori italiani e curati in Italia. In alcuni volumi
enciclopedici si trovano, talvolta, anche capitoli realizzati da archeologi stranieri. Non sono state prese in
considerazione le traduzioni in italiano delle pubblicazioni straniere, che, daltronde, sono numerose.



Cristina CREU



218
Le informazioni sulla civilt Cucuteni possono essere trovate in pubblicazioni
diverse, secondo la loro concezione, la complessit e le loro dimensioni: 1) dizionari,
atlanti, enciclopedie; 2) manuali di preistoria o archeologia; 3) lavori sintetici sulleneolitico
europeo; 4) studi di piccole dimensioni, incentrati su soggetti particolari.
Negli atlanti e nei dizionari editati in Italia, consultati di proposito per questo
contributo
2
, le informazioni sono poche. Esse corrispondono allo schema usuale per i tipi
di pubblicazioni del genere, con precisazioni riguardanti la localizzazione spaziale (con o
senza la mappa geografica), la determinazione temporale ed alcuni dati che si riferiscono
alla cultura materiale, considerati rilevanti dagli autori.
Le enciclopedie sono pi ricche in informazioni. Abbiamo identificato finora tre
lavori in cui si pu notare come i contributi scientifici centrati sulla cultura Cucuteni sono
diversi gli uni dagli altri, sia come forma di presentazione, sia come contenuto e
importanza, sia dal punto di vista della nazionalit dei loro autori. Procedendo in ordine
cronologico, lenciclopedia del 1978, intitolata Archeologia. Culture e civilt del passato nel
mondo europeo ed extraeuropeo, contiene uno studio elaborato da Bogdan Brukner, un
ricercatore da Serbia, sul neolitico nellEuropa centrale ed orientale. Sorprendentemente,
la cultura Cucuteni descritta nelle spiegazioni che accompagnano le immagini, mentre il
lavoro propriamente detto ne fa solo alcuni vaghi riferimenti. In Il mondo dellarcheologia
(2002)
3
si fanno quattro brevi riferimenti alla cultura Cucuteni, cio negli studi intitolati: Lo
sviluppo delle societ complesse
4
; Dalle prime comunit di villaggio alle soglie
dellurbanizzazione in Europa dal Neolitico allet del ferro
5
; Dal Paleolitico al Neolitico
6
e
Larchitettura domestica: let dei metalli
7
. La pi consistente presentazione della cultura in
causa si trova nellEnciclopedia Archeologica del 2004. Lo spazio dedicato alla cultura

2
Tra i numerosi atlanti e dizionari in lingua italiana, pochi sono quelli scritti in Italia, la maggior parte
essendo rappresentata da traduzioni. Sono state identificate e consultate le seguenti pubblicazioni: Dizionario
di archeologia (Milano, 2001) e Atlante di archeologia (Torino, 1996).
3
Esistono due varianti di questo lavoro. Una di queste varianti la presenta come volume nel progetto
Enciclopedia Archeologica, curato dallIstituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani. Laltra
variante presenta Il mondo dellarcheologia come lavoro a se stante, facendo menzione in sussidiario del
progetto Enciclopedia Archeologica, come collana. Abbiamo scelto lultima variante sia nella presentazione
che nella citazione.
4
Peroni 2002, 550-559.
5
Guidi 2002, 764-768.
6
Bachechi 2002, 3-4.
7
Damiani 2002, 5-7.



La presenza della civilt Cucuteni nella letteratura archeologica italiana



219
Cucuteni di una pagina e mezzo, lautore del lavoro essendo un ricercatore romeno:
Marin Dinu, docente dellUniversit di Iai
8
.
Tra i manuali di archeologia o preistoria abbiamo individuato due in cui ci sono
riferimenti alla cultura Cucuteni. Uno di questi il manuale di Alberto Cazzella, dove si
menzionano alcuni dati sugli insediamenti della cultura Cucuteni, in un case study intitolato
Gli insediamenti calcolitici della Penisola Balcanica, collocato alla fine del capitolo
Larcheologia degli insediamenti
9
. Il secondo manuale stato realizzato da Daniela Cocchi
Genick, che, nel terzo volume (tomo primo), centrato sullet del rame, dedica uno studio
di met pagina alla cultura Cucuteni, menzionando alcuni dati concisi sulla
periodizzazione, sugli insediamenti, sui manufatti e sul rito funerario
10
.
In ci che riguarda la seguente categoria di pubblicazioni, quelle dedicate
alleneolitico in Europa, abbiamo identificato due lavori risalenti agli anni 40, appartenenti
alla stessa autrice, cio a Pia Laviosa Zambotti, una ricercatrice interessata dalla
preistoria europea. Tra le sue pubblicazioni sono state trovate due che fanno riferimenti
alla cultura Cucuteni. Nel primo lavoro lautrice introduce solamente in unillustrazione
limmagine di un vaso della cultura Cucuteni
11
; invece, nel secondo volume menziona pi
volte le culture Ariud, Cucuteni e Tripolie, con riferimento alle caratteristiche della
ceramica dipinta, dimostrando la precedenza temporale della cultura di Dimini
12
.
Ovviamente, la dimostrazione fatta in base ai dati conosciuti allora, mentre la
conclusione la seguente:
La civilt di Ersd I al pari di quelle di Cucuteni A e di Tripolie A sono, dal nostro
punto di vista, da considerare come propaggini estreme del processo che si viene
costituendo nel centro dellEuropa dalla fusione della cultura di Dimini con quella del
Tibisco (N.N.: Tisa) e di cui la facies a ceramica dipinta dei Settecomuni (N.N.:
Transilvania) dovrebbe costituire uno dei focolari intermedi di propagazione. Che questa
nostra ipotesi si fondi su dati di fatto attendibili, parrebbe dimostrato sia dallesame
stratigrafico che da quello tipologico.
13


8
Dinu 2004, 40-41.
9
Cazzella 1989, 170-172.
10
Cocchi Genick 1996, 63-65.
11
Laviosa Zambotti 1947, Fig. XIX/3.
12
Eadem 1943, 346-351.
13
Ibidem, 347.



Cristina CREU



220
Gli ultimi due lavori che intendiamo presentare si riferiscono a soggetti puntuali: le
figurine antropomorfe e la ceramica dipinta. In uno studio dedicato alle figurine antropomorfe
preistoriche, Alberto Cazzella presenta diverse opinioni sullinterpretazione delle figurine
preistoriche, illustrando con esempi, in funzione del contesto della scoperta di queste figurine.
Nella sua analisi sono menzionati anche i reperti della cultura Cucuteni
14
.
Un altro lavoro quello di Ugo Rellini, La pi antica ceramica dipinta in Italia, dove,
nel primo capitolo, analizza la problematica della ceramica dipinta nellEuropa del Sud-Est e
fa riferimento alla stratigrafia dellinsediamento di Cucuteni
15
. Lo scopo di questanalisi di
stabilire un rapporto adeguato tra il fenomeno della ceramica dipinta in Italia e quello relativo
ai casi simili europei, cos come risulta anche dal seguente frammento:
Daltronde, le ultime e importanti scoperte nella Rumenia assicurano, in molte stazioni, la
coesistenza della bella ceramica cromica col rame e talora perfino con i primi bronzi.
Disgraziatamente, in Italia, meno un caso o due discutibile, cui accenno pi avanti,
la prova sicura dellassociazione della ceramica dipinta col metallo ci manca, ma non per
questo possiamo crederla pi antica di quella affine della Romania.
16

I soggetti pi spesso incontrati nei lavori sopra menzionati fanno riferimento alla
periodizzazione, alla ceramica dipinta, alla plastica antropomorfa ed agli insediamenti
interamente indagati. In ci che segue cercheremo di sottolineare gli aspetti pi
frequentemente abbordati con riferimenti agli argomenti presentati.
La periodizzazione delle culture neolitiche ed eneolitiche dellEuropa centrale e
sud-orientale meno rigorosa nellAtlante pubblicato a Torino, dove si trovano solamente
due gruppi di culture che appartengono al neolitico medio ed al neolitico tardo, la cultura
Cucuteni essendo integrata nel secondo gruppo
17
. Invece, unaltra periodizzazione, questa
volta, molto precisa, appartiene al ricercatore Renato Peroni
18
, che suddivide il neolitico e
leneolitico in quattro parti ognuno: neolitico antico (7000-5500 a. C. ca.), medio (5500-
4700 a. C. ca.), pieno (4700-4200 a. C. ca.), recente (4200-3500 a. C. ca.) ed eneolitico
iniziale (3500-3000 a. C. ca.), medio (3000-2800 a. C. ca.), recente (2800-2500 a. C. ca.),

14
Cazzella 1987.
15
Rellini 1934, 95-100.
16
Ibidem, 95.
17
Schreiber 1996, 14.
18
Peroni 2002, 554.



La presenza della civilt Cucuteni nella letteratura archeologica italiana



221
finale (2500-2300 a. C. ca). La cultura Cucuteni si ritrova tra le culture comprese
nellintervallo 4700-3000 a. C. ca
19
.
Secondo lopinione di B. Brukner, la ceramica dipinta rappresenta lelemento
distintivo del complesso di culture Ariud, Cucuteni e Tripolie e pu essere considerata
uninfluenza presa dallo spazio culturale Vina-Turda
20
. Daniela Cocchi Genick menziona
le varie forme di vasi e fa brevi apprezzamenti sui colori e sui motivi decorativi: Anche
questa cultura caratterizzata da una vasta produzione di ceramica dipinta, con un ampio
repertorio di fogge vascolari, nel quale compaiono anche vasi antropomorfi, e una vasta
gamma di motivi decorativi in bianco, rosso e nero tra cui predominano quelli meandro-
spiralici.
21

Anche se gli studi parlano di figurine antropomorfe decorate in vari modi, le
illustrazioni sono povere. Pi esattamente, stata una sorpresa di trovare in tutto il
materiale consultato solo tre immagini differenti della stessa statuetta
22
.
Unaltra illustrazione presente due volte il piano dellinsediamento di Trueti
23
.
Lopzione per questo insediamento nel manuale di preistoria di Alberto Cazzella
giustificata dallautore con il fatto che si tratta di uno degli scavi sud-est europei effettuati in

19
Nellambito della ricerca romena, il neolitico e leneolitico, relativi allarea delineata dai Carpazi, dal
Danubio e dal Mar Nero, sono percepiti come ununica epoca storica, denominata neo-eneolitico. Le ragioni per cui
leneolitico non rappresenta unepoca in se stessa risultano dal seguente frammento: In ci che riguarda lo spazio
del nostro paese, non indicato il nome dellet del rame, usato talvolta per lEuropa Centrale, perch esso non
corrisponde dal punto di vista storico ed ergologico per questo spazio e, in pi, mancano le caratteristiche proprie di
unepoca per essere disegnata come tale. (Petrescu-Dmbovia 2001a, 120-121).
Secondo Mircea Petrescu-Dmbovia (2001a, 120-121) il neo-eneolitico datato tra 6600 e
3800/3700 a. C. ca. e comprende tre periodi: il neolitico antico, il neolitico evoluto (o recente) e leneolitico
(suddiviso in antico ed evoluto). Invece Nicolae Ursulescu (2002a, 54-57, tab.3) suddivide questepoca in
neolitico ed eneolitico, ciascuno suddiviso poi in tre periodi. Risulta la seguente periodizzazione: il neolitico
anticipato (protoneolitico), il neolitico antico, il neolitico recente, leneolitico antico, leneolitico evoluto e
leneolitico finale. La datazione espressa in date
14
C non calibrate assegna ai limiti del neo-eneolitico le date
di 6500 e 1800 a. c. ca.
In entrambe le periodizzazioni la cultura Cucuteni appartiene alleneolitico evoluto ed datata tra
4600 e 3700 a. C. ca (Petrescu-Dmbovia 2001b, 164) oppure, nel caso delle date
14
C non calibrate, tra 3750
e 2500 a. c. ca (Ursulescu 2002a, 118, 141-157).
Informazioni dettagliate sulla periodizzazione e la datazione della cultura Cucuteni si trovano in un
libro scritto da Cornelia Magda Mantu (1998), dove alle tre fasi della cultura vengono attribuite le seguenti
datazioni:
- date
14
C calibrate - Cucuteni A - 4400-3850 a. C. ca; Cucuteni A-B 3850-3600 a. C. ca; Cucuteni B
3600-3300 a. C ca;
- date
14
C non calibrate - Cucuteni A 3700-3150 a. c. ca; Cucuteni A-B 3150-2950 a. c. ca;
Cucuteni B 2950-2650 a. c. ca. (Mantu 1998, Fig. 51).
20
Brukner 1978, 116.
21
Cocchi Genick 1996, 65.
22
Cazzella 1987, 11, Fig. 4; Cocchi Genick 1996, 64, Fig. 11 B; Enciclopedia 2004, vol. Europa, 40,
Fig. 69.
23
Cazzella 1989, 172, Fig. 5.9; Cocchi Genick 1996, 64, Fig. 11 C.



Cristina CREU



222
maniera estensiva
24
. Questinsediamento insieme agli insediamenti di Hbeti, Izvoare e
Traian sono menzionati con una certa frequenza nei testi citati, dove si fanno, in genere,
apprezzamenti sulla superficie dellarea e sul numero di abitanti. Inoltre sono menzionati
anche gli insediamenti pi grandi dello spazio di Tripolie
25
. Alcuni riferimenti, di solito molto
brevi, riguardano le abitazioni; un esempio si pu notare nelle seguenti righe:
Con linizio delleneolitico si continuarono a costruire, in Europa centrale e
orientale, le abitazioni rettangolari con tetto sorretto da pali lignei, che caratterizzavano il
periodo precedente. Tale continuit risulta presente negli insediamenti relativi alle culture
eneolitiche che si erano sviluppati, senza nette cesure, dalle fasi finali del Neolitico: cultura
dei bicchieri imbutiforme nellEuropa centrale e settentrionale, Cucuteni B in Romania,
Tripolie in Ucraina, ecc.
26

Daltronde, le pubblicazioni degli autori italiani sono completate da numerose
traduzioni di lavori dei ricercatori stranieri, membri delle scuole archeologiche tedesca,
francese, inglese ed americana. Quasi sempre queste pubblicazioni rappresentano le fonti
degli autori italiani; tra i nomi pi frequentemente citati ricordiamo: Vere Gordon Childe,
Hermann Mller-Karpe, Alasdair Whittle, Stewart Piggot, Graham Clark, Marija Gimbutas.
I riferimenti ai lavori dei ricercatori romeni si riscontrano raramente. Abbiamo
trovato solo tre casi dautori romeni citati negli studi degli studiosi italiani: si tratta di
Vladimir Dumitrescu, citato da Ugo Rellini
27
, di Ion Nestor, citato da Pia Laviosa
Zambotti
28
e di Eugen Coma, citato da Daniela Cocchi Genick
29
.

Informazioni ampie sulla cultura Cucuteni si trovano nella letteratura archeologica in
lingua italiana tramite gli studi degli autori romeni, che sono stati soci della Scuola Romena
in Roma o hanno partecipato a varie manifestazioni scientifiche in Italia. Menzioniamo,
innanzi tutto, Vladimir Dumitrescu, che, nel periodo fra le due guerre, ha pubblicato, nella
rivista della Scuola Romena in Roma, uno studio ampio con riguardo alla ceramica dipinta
dellEuropa orientale
30
, mentre nel periodo postbellico ha tradotto in italiano, in ottime

24
Cazzella, 1989, 170.
25
Guidi 2002, 764.
26
Damiani 2002, 5.
27
Rellini 1934, 95-98, la nota (I).
28
Laviosa Zambotti 1943, 346,348-349, 394-395, le note 22, 29, 30, 77, 78, 79.
29
Cocchi Genick 1996, 62.
30
Dumitrescu 1930.



La presenza della civilt Cucuteni nella letteratura archeologica italiana



223
condizioni grafiche, la sua monografia darte neo-eneolitica della Romania
31
, anche quella
darte preistorica della Romania
32
. Uno studio breve riguardando la ceramica dipinta della
cultura Cucuteni stato pubblicato negli Atti dell Accademia Nazionale dei Lincei
33
, mentre
negli Atti di un simposio si trattato dello stadio di allora della datazione del neolitico in
Romania per le date
14
C
34
. Un altro socio della Scuola Romena nella capitale dellItalia,
Melua Marin (diventata ulteriormente docente dellUniversit di Bari)
35
, ha redatato uno
studio importante riguardando la plastica della cultura Cucuteni
36
. Dopo un quarto secolo,
Silvia Marinescu-Blcu ha scritto sullo stesso soggetto, per limitato solamente alla prima
parte del complesso culturale Precucuteni-Cucuteni
37
. Di recente, Nicolae Ursulescu ha
pubblicato in italiano e francese alcuni studi, in cui analizza aspetti delle fedi religiose
nellambito del complesso culturale Precucuteni-Cucuteni, anche i rapporti tra il neolitico in
Italia ed in Romania
38
.
Abbiamo precisato qui solamente alcuni titoli per richiamare lattenzione sul fatto che,
tuttavia, esiste, in lingua italiana e nelle riviste italiane, una letteratura abbastanza ampia
dedicata alla cultura Cucuteni, dovuta maggiormente ai contributi degli autori romeni.
Conclusioni. La civilt Cucuteni conosciuta in Italia soprattutto dai ricercatori
interessati dalla preistoria dellEuropa centrale e del Sud- Est.
Le loro fonti sono, solitamente, indirette.
I discorsi in cui si fanno riferimenti alla civilt Cucuteni hanno pi un valore
espositivo che interpretativo.
I soggetti pi frequentemente riscontrati si riferiscono ala ceramica dipinta, alla
plastica antropomorfa ed agli insediamenti interamente indagati.
Le traduzioni in italiano dei lavori sintetici che fanno riferimento alla cultura
Cucuteni sono abbastanza numerose.




31
Idem 1970.
32
Idem 1972.
33
Idem 1973.
34
Idem 1974.
35
Lassandro 1995; Ursulescu 1996; Alaiba 2002.
36
Marin 1948.
37
Marinescu-Blcu 1974.
38
Ursulescu 1995; 2000; 2002b; 2003; 2004.



Cristina CREU



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Cristina CREU



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meridionale dallantichit al medioevo. Paralleli storici e culturali. Atti del II
Convegno di Studi italo-romeno (Bari, 19-22 ottobre 1998), Quaderni di
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2002a nceputurile istoriei pe teritoriul Romniei, seconda edizione [1998], Iai.
2002b Les commencements de lincinration dans le Nolithique de la Roumanie
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2003 Complessi di culto nella civilt Precucuteni dellest di Romania, Annali della
Facolt di Lettere e Filosofia, Universit degli Studi di Bari, XLV (2002), p.
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2004 Santuari e luoghi di culto nel Neolitico della Romania e dellItalia
Meridionale, in: Italia e Romania. Storia, Cultura e Civilt a confronto. Atti
del IV Convegno di Studi italo-romeno (Bari, 21-23 ottobre 2002), Quaderni
di Invigilata Lucernis 21 (a cura di Stefania Santelia), Bari, p. 47-57.







LA CIVILT CUCUTENI NEI MUSEI DI MOLDAVIA (ROMANIA)

Lcrmioara STRATULAT*, Lcrmioara Elena ISTINA*



Key words: Romania, Moldavia, eneolitico, Cucuteni, museo
Romania, Moldavia, Aeneolithic, Cucuteni, museum
Romnia, Moldova, eneolitic, cultura Cucuteni, muzeu

Riassunto: Cerchiamo, con laiuto della vostra immaginazione, di fare una breve visita in alcuni
musei di Moldavia che nella mostra di base hanno oggetti appartenenti alla cultura Cucuteni.
Inizialmente si voleva presentare la problematica generale della cultura Cucuteni ed il modo di
esposizione nei musei di Moldavia, per ogni provincia ha il proprio specifico riguardante sia le
scoperte nel territorio, che limportanza storica. Perci, la nostra presentazione sar una visita
per ogni museo.
Abstract: You are cordially invited to visit the museums of Moldova, by using your imagination
and with the help of this presentation. Wed like to guide you from a distance through the
exhibitions of the Cucuteni culture, with all the particularities given by every specific location.
Our intention was to offer you a general presentation of the Cucuteni culture and the manner of
exhibiting it throughout the museums of Moldova. But, since every county has its particularities,
given by the local discoveries and their value, we decided to show you the manner in which the
Cucuteni culture is exhibited in every museum.
Rezumat: ncercm s realizm, cu ajutorul imaginaiei dumneavoastr, un ghidaj de la
distan cu privire la expunerea culturii Cucuteni n muzeele din Moldova. Iniial s-a dorit o
prezentare general a problematicii culturii Cucuteni i a modului de expunere n muzeele din
Moldova, ns fiecare jude are specificul propriu, att prin descoperirile din teritoriu, ct i ca
importan istoric. De aceea, am optat pentru o prezentare a culturii Cucuteni pe muzee.

La ricerca sulla cultura Cucuteni, nei pi di 120 anni dalla sua scoperta nel
1884, ha notevolmente arricchito il patrimonio culturale dei numerosi musei. Questo
impressionante patrimonio culturale nazionale mobile stato ed valorizzato da parte
delle istituzioni specializzati mediante mostre permanenti, mostre temporanee,
convegni, tavole rotonde.
Nella presente comunicazione cercheremo, con laiuto della vostra
immaginazione, a fare una breve visita in alcuni musei della Moldavia, che annoverano
nella mostra di base oggetti appartenenti alla cultura Cucuteni.
Inizialmente si voleva presentare la problematica generale della cultura
Cucuteni e le sue modalit espositive nei musei della Moldavia, per ogni provincia ha

Complesso Nazionale di Musei Moldova di Iai, Piaa tefan cel Mare i Sfnt nr. 1, Iai,
700023, tel/fax: 0232.218383, lacram064@yahoo.com
**Complesso di Musei Iulian Antonescu di Bacu, str. 9 Mai, nr. 7, Bacu, 600037, tel/fax:
0234.512.444, lacramioaraist@yahoo.com



Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



228
il proprio specifico riguardante sia le scoperte nel territorio, sia limportanza storica.
Perci, la nostra sar una visita puntuale in ogni museo.
Non a caso, per poter seguire pi facilmente il filo della presentazione, ci siamo
proposti di presentare, innanzi tutto, le mostre permanenti nei musei della Moldavia, per
soffermarci in seguito sullunico museo romeno specializzato nellesporre esclusivamente
la cultura Cucuteni. Alla fine faremo una breve presentazione delle mostre temporanee
con tema Cucuteni, allestite dai musei della Moldavia negli ultimi anni.
Cominceremo la presentazione con la mostra allestita dal Complesso di Musei
Bucovina di Suceava, mostra permanente che si compone di 27 aule, delle quali otto
aule espongono patrimonio archeologico. Cos, nella prima aula sono presentati
artefatti provenienti dal periodo paleolitico e neolitico antico, presentazione seguita da
materiali datati nella cultura Cucuteni, fasi A, A-B e B (Fig. 1). Come si pu notare,
sono esposti materiali rappresentativi per questa cultura, cio ceramica, statuine,
attrezzi e armi (di pietra, ossa, corna, rame) ecc. provenienti di Trueti, Drgueni,
Mihoveni, Preuteti, Bosanci, Plvlari, ipeni ecc.
Si pu notare che la proporzione in cui presente la cultura Cucuteni in questa
mostra non necessariamente dominante, il fatto essendo determinato dallo straordinario
sviluppo che ha conosciuto questa zona nel periodo medioevale, quando per un lungo
periodo di tempo la capitale dello stato medioevale di Moldavia si trov nel territorio del
distretto di Suceava, aspetto che messo in risalto dalla mostra permanente.
La mostra permanente allestita dal Museo del distretto di Botoani possiede 16
aule generali, delle quali in nove sono esposti artefatti archeologici, in tre di queste
essendo esposta la cultura Cucuteni (Fig. 2). I materiali Cucuteni provengono dai
seguenti cantieri archeologici: Trueti-uguieta, Roma-Cotrgaci, Drgueni-Ostrov e
-Lutrie, Corlteni, tefneti-Strcea e -Stnca Doamnei, Mitoc-Valea lui Stan.
La mostra presenta i materiali in vetrine, ma anche esposti allaperto; accanto
agli altri oggetti, spiccano tre focolari in situ, tra i quali si fa notare uno portatile a forma
di croce, scoperto a Drgueni.
Nel distretto di Neam, la cultura Cucuteni presentata nelle mostre di Roman
e di Piatra Neam. Il museo di Roman possiede un palazzo di patrimonio del 1870
(Palazzo Nevruzzi), entrato nella propriet del museo nel 1985. Lui ha 16 aule come
spazio espositivo, delle quale nove espongono materiali archeologici, due aule
racchiudendo artefatti Cucuteni (Fig. 3). Gli oggetti provengono dalle ricerche
archeologiche di Vleni e Gdini (distretto di Neam) e Brad (distretto di Bacu).



La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



229
Assieme allesposizione classica, per epoche, il museo di Roman possiede
anche una mostra di sito nella quale sono presentati i materiali scoperti nel sito
pluristratigrafico di Brad. Questa mostra stata allestita nel 1997 e ha vinto il premio
della Fondazione Soros come miglior progetto espositivo dellanno.
La mostra allestita dal Complesso Nazionale di Musei Moldova di Iai ha aperta
per la visita la sequenza che riprende levoluzione della societ umana dal paleolitico al
primo millennio d. C., presentata in sette aule, delle quali due sono dedicate alla cultura
Cucuteni (Fig. 4). Nella prima aula sono esposti materiali archeologici appartenenti alla
fase A, dai seguenti cantieri archeologici: Trueti (distretto di Botoani), Cucuteni-
Cetuia e -Dmbul Morii, Scnteia (distretto di Iai), Poieneti e Brlleti (distretto di
Vaslui). Nella seconda aula ci sono oggetti datati nelle fasi A-B e B della cultura
Cucuteni, scoperti nei siti di Vleni (distretto di Neam), Iai, Bosia, Cucuteni-Cetuia e
-Dmbul Morii, Valea Lupului, Costeti, Buznea, Vldeni (distretto di Iai), Corlteni e
Trueti (distretto di Botoani).
Il Complesso di Iai ha in subordine anche il Museo di Cucuteni, museo che
presenta in situ una tomba principesca dellet di ferro. Nelle vetrine sono esposti
anche materiali archeologici scoperti nel sito eponimo di Cucuteni, investigato fin dalla
fine del XIX secolo.
Nellambito dellUniversit Al.I. Cuza di Iai, presso la Facolt di Storia, al
Centro Interdisciplinare di Studi Archeostorici (Fig. 5), c uno spazio espositivo con
materiali provenienti dai cantieri archeologici coordinati dai docenti universitari di Iai:
Trgu Frumos-Baza Ptule, Isaiia-Balta Popii, Hoiseti-La Pod (distretto di Iai).
Il Complesso Museale Iulian Antonescu di Bacu offre per la visita, allinterno
della mostra permanente, due mostre tematiche, allestite dalla Sezione Archeologia-
Storia (Fig. 6). Al primo piano allestita la mostra con il tema La civilt materiale e
spirituale della zona centrale-occidentale della Moldavia dal paleolitico al Medioevo,
con 34 vetrine, delle quali 9 espongono materiali archeologici Cucuteni. Accanto alle
esposizioni di oggetti, stata allestita anche la ricostruzione, a scala naturale, di un
mulino neolitico, scoperto a Poduri (distretto di Bacu), una ricostituzione unica in
Romania. Il suo interno pu essere visitato, qui trovandosi quattro macinini, un focolare
e vasi per provviste. Unaltra ricostituzione quella di un santuario neolitico scoperto
nel sito di Mrgineni-Cetuie (distretto di Bacu).
Al secondo piano c la mostra intitolata Il tesoro archeologico e storico della
zona centrale e sud-occidentale della Moldavia, mostra che annovera 37 vetrine, delle



Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



230
quali cinque hanno artefatti Cucuteni. I materiali esposti nel museo di Bacu
provengono dai siti di Aldeti, Arini, Poduri-Dealul Ghindaru, Mrgineni-Cetuia,
igneti, Fulgeri-La 3 cirei, Trgu Ocna-Podei, Brad-La Stnc. Da Brad proviene
anche il tesoro del periodo Cucuteni A-B, che contiene 480 oggetti, tra i quali un vaso
di tipo askos, unascia, due braccialetti, due anelli, tre piattini ornamentali e 287 grani,
tutti di rame, due piattini ornamentali in oro e 182 canini di cervo.
Nel distretto di Bacu funziona anche il Museo di Storia di Oneti, che espone,
in due aule, vetrine organizzate in modo evolutivo. Nella prima aula ci sono 29 vetrine
con materiali archeologici, delle quali in 18 vetrine sono oggetti appartenenti alla
cultura Cucuteni (Fig. 7), esposti per fasi. I materiali provengono dai siti di Gura Vii,
Viioara, Trgu Ocna-Podei, Gutina, siti che si trovano nei dintorni della citt di
Oneti.
La mostra permanente allestita dal Museo del distretto di Vrancea, in Focani,
presenta cronologicamente, nelle prime quattro aule, la vita degli uomini dai pi antichi
tempi fino al Medioevo, poi in altre quattro aule sono esposti momenti storici fino alla
fine del XIX secolo. La cultura Cucuteni poco rappresentata in questa mostra,
contando su una sola vetrina (Fig. 9), dove esposta ceramica della fase Cucuteni A
(coppe, ciotole, cucchiaioni ecc.).
Il Museo di Storia del distretto di Galai presenta nelle 12 vetrine della mostra
permanente il patrimonio culturale appartenente alla cultura Cucuteni, che presentato
nella prima aula espositiva, propria allentrata nel museo (Fig. 10). Il materiale
archeologico proviene soprattutto dalle ricerche archeologiche fatte a Bereti, nei siti
Dealul Bulgarului e Dealul Bzanului, datati nella fase Cucuteni A. Questo museo
presenta nella mostra anche materiale che proviene dallaspetto culturale Stoicani-
Aldeni, dai cantieri archeologici di Suceveni e Stoicani.
A Piatra Neam stato realizzato, in un palazzo, che appartenuto alla Banca
Nazionale, il primo museo che espone esclusivamente materiali Cucuteni. Dal 5 febbraio
2004, questo palazzo ha ricevuto la destinazione di sede del museo. In tal modo qui
stato creato un museo specializzato sullultima grande civilt eneolitica dellantica Europa,
che pu essere considerato un punto turistico di attrazione (Fig. 11).
Allinaugurazione, il museo ha pubblicato un catalogo, graficamente molto ben
realizzato
1
.

1
Gh. Dumitroaia et alii 2005.



La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



231
Al pianoterra, allinterno del tema Larte della cultura Cucuteni, sono esposti
vasi provenienti dai seguenti siti di pi province:
- distretto di Neam: Izvoare, Bodeti, Piatra oimului, Ghelieti;
- distretto di Bacu: Poduri-Dealul Ghindaru (oggetti che appartengono al
Museo di Storia e Archeologia Piatra Neam e alla Fondazione Cucuteni per il terzo
millennio di Bucarest) e Trgu Ocna-Podei;
- distretto di Botoani: Trueti
- distretto di Vaslui: Dumeti-ntre Praie;
- distretto di Iai: Buznea-La Silite e Trgu Frumos-Baza Ptule;
- regione di Cernui (adesso in Ucraina): ipeni (materiale appartenente al
Museo di Suceava).
Al piano superiore esposta la splendida plastica antropomorfa e zoomorfa
Cucuteni, sotto il titolo Cucuteni Arte e religione (Fig. 13).
Allinizio (2004), questa mostra e stata realizzata dal Museo di Storia e
Archeologia di Piatra Neam, in collaborazione con pi istituzioni che detengono un
patrimonio Cucuteni: lIstituto di Archeologia di Iai, lIstituto di Archeologia Vasile
Prvan di Bucarest, il Complesso di Musei Iulian Antonescu di Bacu, il Museo dei
Carpazi Orientali di Sfntu Gheorghe, il Museo di Storia della Bucovina di Suceava, il
Museo di Storia della Moldavia di Iai, il Museo di Storia di Oneti, il Museo di Storia
del distretto di Botoani, il Museo di Storia tefan cel Mare del distretto di Vaslui,
Museo Nazionale di Storia della Romania di Bucarest, il Seminario di Archeologia della
Facolt di Storia dellUniversit Al.I. Cuza di Iai, Fondazione Cucuteni pentru
Mileniul III di Bucarest.
Inoltre, il museo ha anche uno spazio dove sono allestite mostre temporanee,
con lo stesso soggetto Cucuteni, in questo momento ospitando la mostra: Capolavori
Cucuteni dal sito di Scnteia, distretto di Iai, la mostra che ha visitato fino adesso
molte citt romene: Cluj, Timioara, Sibiu, Caransebe, Satu Mare, Gherla, Dej.
Questa mostra stata allestita dallautrice delle ricerche, Cornelia-Magda Mantu-
Lazarovici.
Possiamo costatare che fra tutte le istituzioni della Moldavia che hanno mostre
permanenti, il Museo di Storia e Archeologia di Piatra Neam ha il maggior spazio
espositivo riservato alla cultura Cucuteni, essendo fino ad oggi lorganizzatore del
primo museo esclusivo Cucuteni nellarea occupata da questa civilt in Romania.



Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



232
Il patrimonio culturale mobile esistente nei magazzini e che non stato esposto
nelle mostre permanenti presentato nelle differenti mostre temporanee, allestite di
solito su criteri tematici in ogni museo. Per esempio:
- la mostra Le comunit Cucuteni del nord-est della Romania, allestita dal
Complesso di Musei Bucovina di Suceava e dal Museo di Storia del distretto di
Botoani (2004);
- la mostra Il fascino della cultura Cucuteni, allestita dal Museo del distretto di
Botoani (2005);
- la mostra La cultura Cucuteni, allestita dal Complesso di Musei Bucovina di
Suceava, in collaborazione con il Complesso di Musei del distretto di Neam, il Museo
di Storia della Moldavia di Iai, il Museo del distretto di Botoani, il Museo tefan cel
Mare del distretto di Vaslui, lUniversit tefan cel Mare di Suceava, il Complesso di
Musei Iulian Antonescu di Bacu (2006);
- la mostra Cucuteni un universo sempre inedito, allestita dal Complesso di
Musei Iulian Antonescu di Bacu, in collaborazione con il Complesso di Musei del
distretto di Neam, la Fondazione Cucuteni per il terzo millennio, lIstituto di
Archeologia di Iai, il Museo del distretto di Botoani, lUniversit Al. I. Cuza di Iai,
lUniversit tefan cel Mare di Suceava (2006).
Queste mostre sono state accompagnate, al momento dellinaugurazione, dalla
pubblicazione di cataloghi della mostra (Fig. 13).
Questa civilt preistorica, di un eccezionale valore per lintera umanit, sicuramente
merita una migliore valorizzazione anche fuori delle frontiere della Romania e ci si pu
fare solo mediante un impegno comune. Insieme si pu progettare strategie per la
promozione della civilt Cucuteni, che appartiene, come valore, non solo al fondo di tesoro
romeno, ma anche al patrimonio universale
2
.




2
Ringraziamo ai colleghi per lamabilit con quale ci hanno messo a disposizione informazioni,
illustrazioni e la permissione di fotografare nelle mostre permanenti. Senza laiuto delle seguenti istituzioni,
questo progetto non sarebbe stato possibile: Complesso di Musei Bucovina di Suceava (Direttore C-tin
Emil Ursu, Dott. I. Mare, Dott. B.P. Niculic); Museo di Botoani (Direttore Lucica Prvan, Maria
Diaconescu); Complesso di Musei di Neam (Direttore Dott. Gh. Dumitroaia, Dott. D. Nicola); Museo di
Roman (Dott. V. Ursachi, A. Ciobanu); Complesso Nazionale di Musei Moldova di Iai (Dott.ssa Senica
urcanu, Dott.ssa Adriana Moglan); Universit Al.I. Cuza Iai, Facolt di Storia (Docente N. Ursulescu, F.
Tencariu), Museo di Oneti (Direttore Dott. I. Vasiliu); Museo tefan cel Mare di Vaslui (Dott. L. Chiriac,
C. Lazanu); Museo di Focani (Direttore H. Dumitrescu, Aurora E. Apostu); Museo di Galai (Direttore C.D.
Cldraru).



La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



233
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Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



234



Fig. 1. Complesso di Musei Bucovina di Suceava



La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



235


Fig. 2. Museo di Storia del distretto di Botoani



Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



236




Fig. 3. Museo di Storia di Roman



La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



237



Fig. 4. Complesso Nazionale di Musei Moldova di Iai




Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



238



Fig. 5. Universit Al.I. Cuza di Iai - Facolt di Storia
(Centro Interdisciplinare degli Studi Archeostorici)



La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



239



Fig. 6. Complesso di Musei Iulian Antonescu di Bacu



Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



240



Fig. 7. Museo di Storia di Oneti




La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



241




Fig. 8. Museo tefan cel Mare di Vaslui




Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



242




Fig. 9. Museo del distretto di Vrancea in Focani



La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



243




Fig. 10. Museo di Storia di Galai




Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



244



Fig. 11. Complesso di Musei del distretto di Neam.
Museo di Arte Eneolitica Cucuteni in Piatra Neam





La civilt Cucuteni nei musei di Moldavia (Romania)



245



Fig. 12. Complesso di Musei del distretto di Neam
Museo di Arte Eneolitica Cucuteni in Piatra Neam




Lcrmioara STRATULAT, Lcrmioara Elena ISTINA



246



Fig. 13. Pubblicazioni e poster per mostre dedicate alla civilt Cucuteni
















































Dallo scavo al museo



248






Le immagini di questo Catalogo sono state realizzate e lavorate di Felix A.
Tencariu, essendo prese parzialmente dai seguenti lavori:

- DUMITRESCU Vladimir, Arta culturii Cucuteni, Bucureti, 1979.
- Idem, Arta culturii Cucuteni, Bucureti, 1974.
- DUMITROAIA Gheorghe et alii, Primul muzeu Cucuteni din Romnia,
BMA XV, Piatra Neam, 2005.
- MANTU Cornelia-Magda, DUMITROAIA Gh., TSARAVOPOULOS Aris
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- MONAH Dan et alii, Poduri-Dealul Ghindarului. O Troie n Subcarpaii
Moldovei, BMA XIII, Piatra Neam, 2003.




Dallo scavo al museo

249


Tav. I. Mappa della diffusione della civilt Cucuteni e delle civilt vicine
sud-est e centroeuropei




Dallo scavo al museo





250




Tav. II. Mappa dei siti della civilt Cucuteni di Romania, menzionati nel libro












Dallo scavo al museo

251


Distretto di Botoani
1. Corlteni
2. Dobrceni
3. Drgueni
4. Lozna
5. Mitoc
6. Roma
7. Sveni
8. tefneti
9. Trueti

Distretto di Suceava
10. Bosanci
11. Drgueni
12. Feteti
13. Mihoveni
14. Prhui
15. Plvlari
16. Preotesti

Distretto di Neam
17. Bistria
18. Bodeti-Frumuica
19. Dragomireti
20. Gdini
21. Ghelieti
22. Girov
23. Hlpeti
24. Izvoare
25. Piatra oimului (gi Calu)
26. Ruceti
27. Trgu Neam
28. Trpeti
29. Traian (Dl. Viei e Dl. Fntnilor)
30. Urecheni
31. Vleni (vicino Roman)
32. Vleni (vicino Piatra Neam

Distretto di Iai
33. Blai
34. Bosia
35. Buznea
36. Crniceni
37. Costeti
38. Cucuteni
39. Hoiseti
40. Iai
41. Isaiia
42. Ruginoasa
43. Scnteia
44. Trgu Frumos
45. Valea Lupului
46. Vldeni

Distretto di Vaslui
47. Brlleti
48. Dumeti
49. Hui
50. Igeti
51. Poieneti

Distretto di Bacu
52. Aldeti (com. di Filipeti)
53. Arini (com. di Giceana)
54. Bogdneti
55. Brad
56. Corbasca
57. Fulgeri
58. Gura Vii
59. Gutina
60. Lichitieni
61. Mrgineni
62. Parincea
63. Poduri
64. Trgu Ocna
65. igneti
66. Vermeti
67. Viioara (vicino Oneti)
68. Vultureni

Distretto di Vrancea
69. Boneti

Distretto di Galai
70. Bereti

Distretto di Covasna
71. Ariud
72. Cernat
73. Doboeni
74. Malna-Bi
75. Olteni

Distretto di Braov
76. Bod
77. Feldioara
78. Hrman

Distretto di Harghita
79. Bancu
80. Ciucsngeorgiu
81. Puleni / Ciomortan





Dallo scavo al museo





252



Tav. III. Ricercatori della civilt Cucuteni




Dallo scavo al museo

253



Tav. IV. Ricercatori della civilt Cucuteni



Dallo scavo al museo





254



Tav. V. Ricercatori della civilt Cucuteni



Dallo scavo al museo

255


Tav. VI. Ricercatori della civilt Cucuteni





Dallo scavo al museo





256



Tav. VII. Pubblicazioni rappresentative per la civilt Cucuteni



Dallo scavo al museo

257


Tav. VIII. Pubblicazioni rappresentative per la civilt Cucuteni




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Tav. IX. Musei con reperti dalla Romania appartenenti alla civilt Cucuteni




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Tav. XIII. Insediamenti rappresentativi della civilt Cucuteni in Moldavia





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Dallo scavo al museo





264



Tav. XV. Insediamenti rappresentativi dellaspetto Ariud in Transilvania




Dallo scavo al museo

265



Tav. XVI. Isaiia - Balta Popii (distretto di Iai): abitazioni della cultura Precucuteni





Dallo scavo al museo





266



Tav. XVII. Poduri - Dealu Ghindaru (distretto di Bacu): scoperte della civilt Cucuteni





Dallo scavo al museo

267



Tav. XVIII. Malna-Bi (distretto di Covasna): scoperte delaspetto Ariud della civilt
Cucuteni




Dallo scavo al museo





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269




Tav. XX. Vaso con supporto e colonnine. Izvoare (distretto di Neam): fase Cucuteni A




Dallo scavo al museo





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Tav. XXII. Vaso con supporto e coperchio. Scnteia (distretto di Iai): fase Cucuteni A




Dallo scavo al museo





272




Tav. XXIII. Fruttiera. Preuteti (distretto di Suceava): fase Cucuteni A




Dallo scavo al museo

273




Tav. XXIV. Cratere a protome. Tg. Ocna - Podei (distretto di Bacu): fase Cucuteni B




Dallo scavo al museo





274




Tav. XXV. Vaso di tipo anfora e scodella con decorazioni zoomorfe. Valea Lupului
(distretto di Iai): fase Cucuteni B



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Dallo scavo al museo





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Tav. XXVII. Supporto tipo binocolo. Vorniceni (distretto di Botoani): Cucuteni A-B





Dallo scavo al museo

277



Tav. XXVIII. Vaso di tipo anfora. Cucuteni (distretto di Iai): fase Cucuteni B





Dallo scavo al museo





278



Tav. XXIX. Coppa su piede-supporto. Mrgineni (distretto di Bacu): fase Cucuteni A





Dallo scavo al museo

279



Tav. XXX. Altari antropomorfi. Trueti (distretto di Botoani): fase Cucuteni A





Dallo scavo al museo





280


Tav. XXXI. 1. Elemento decorativo di un forno, a forma di coppa antropomorfa.
Mrgineni (distretto di Bacu): fase Cucuteni A; 2. Proposta di ricostruzione





Dallo scavo al museo

281



Tav. XXXII. 1. Frammenti di frontone di una casa. Ariud (distretto di Covasna);
2. Disegno del frammento di frontone; 3. Proposta di ricostruzione




Dallo scavo al museo





282



Tav. XXXIII. Ceramica della fase Cucuteni A
1, 3, 10: Poduri; 2, 7, 16: Drgueni; 4: Ariud; 5, 11: Frumuica; 6, 8: Blai;
9: Scnteia; 12: Dumeti; 13: Trueti: 14-15: Mrgineni



Dallo scavo al museo

283


Tav. XXXIV. Ceramica della fase Cucuteni A
1: Blai; 2: Giurgeti; 3, 14: Ariud; 4: Scnteia; 5, 10: Frumuica; 6, 8-9: Drgueni;
7: Hoiseti; 11: Bereti; 12: Izvoare; 13: Ghelieti; 15: Poduri




Dallo scavo al museo





284


Tav. XXXV. Ceramica della fase Cucuteni A-B
1: Calu / Piatra oimului; 2, 5: Vorniceni; 3-4, 7, 11-12: Traian-Dealul Fntnilor;
6, 8-9: Ghelieti; 10: Cucuteni-Dmbul Morii




Dallo scavo al museo

285


Tav. XXXVI. Ceramica della fase Cucuteni B
1, 4-5: Tg. Ocna-Podei; 2: Valea Lupului; 3: Ghelieti; 6: Miorcani; 7: Crniceni; 8-9:
Poduri; 10-11: Feteti




Dallo scavo al museo





286


Tav. XXXVII. Ceramica della fase Cucuteni B
1: Valea Lupului; 2, 9: tefneti; 3-4: Buznea; 5: Ghelieti; 6: Corbasca;
7: Trgu Ocna-Podei; 8: Poduri; 10: Mrgineni




Dallo scavo al museo

287

Tav. XXXVIII. Statuine antropomorfe: Precucuteni, Cucuteni A e A-B
1: Dobrceni; 2, 13, 20: Scnteia; 3: Igeti; 4, 15, 21: Vorniceni; 5, 11: Trueti; 6-7, 10,
14: Hoiseti; 8, 16: Sveni; 9, 18, 22-23: Dumeti; 12: Drgueni; 17: Poduri;
19: Frumuica; 24: Ariud.



Dallo scavo al museo





288



Tav. XXXIX. Statuine antropomorfe: fase Cucuteni A-B e B
1, 5: Vorniceni; 2-4, 7-9: Ghelieti; 6: TraianDealul Fntnilor.



Dallo scavo al museo

289


Tav XL. Figurine antropomorfe. Cucuteni B
1, 17: Ghelieti; 2: Parincea; 3: Lipcani; 4, 13: Ruceti; 5, 9-12, 15: Feteti;
6: Lichitieni; 7: Mrgineni; 8: Poduri; 14: Drgueni (Suceava); 16: Mihoveni




Dallo scavo al museo





290


Tav. XLI. Civilt Cucuteni: statuette e vasi zoomorfi
1-2, 4-5: Mihoveni; 3: Cucuteni; 6: Trueti; 7: Ariud; 8: Hoiseti; 9-11: Frumuica; 12:
Mrgineni; 13: Cucuteni-Dobrin; 14: Ruginoasa; 15: tefneti; 16: Ripiceni;
17: Traian-Dealul Fntnilor; 18: Izvoare; 19: Drgueni (Botoani).



Dallo scavo al museo

291

Tav. XLII. Manufatti e attrezzi Cucuteni
A. Osso e corno. 1, 9, 15-16, 20: Poduri (Bacu); 2, 5: Bodeti-Frumuica (Neam); 3, 13: Trpeti
(Neam); 4, 8, 12: Traian-Dl. Fntnilor (Neam); 6: Izvoare (Neam); 7: Traian-Dl. Viei (Neam); 10: Isaiia
(Iai); 11, 17: Mrgineni (Bacu); 14: tefneti (Botoani); 18: Urecheni (Neam); 19: Vorniceni (Botoani)
B. Pietra. 1, 6: Poduri (Bacu); 2: Vultureni (Bacu); 3, 10: Bodeti-Frumuica (Neam); 4: Ruceti
(Neam); 5: Feteti (Suceava); 7: Vorniceni (Botoani); 8: Trgu Frumos (Iai); 9: Izvoare (Neam)
C. Selce. 1-3, 12: Tg. Frumos (Iai); 4, 11: Ghelieti (Neam); 5: Poduri (Bacu); 6: Tg. Neam
(Neam); 7-8: Ghelieti (Neam); 9, 14, 16, 18: Bodeti-Frumuica (Neam); 10: Ariud (Covasna);
13: Tg. Ocna (Bacu); 15, 17: Vorniceni (Botoani)
D. Fittile. 1, 2: Roma (Botoani); 3: Prhui (Suceava); 4: Mihoveni (Suceava); 5: Feteti
(Suceava); 6: Mrgineni (Bacu); 7: Piatra oimului (Neam); 8: Bodeti-Frumuica (Neam)



Dallo scavo al museo





292

Tav. XLIII. Manufatti e attrezzi Cucuteni in rame
1: Slobozia (Adjud); 2: Bistria; 3: Bogdneti; 4: Hlpeti; 5: Mrgineni;
6: Dragomireti; 7: Plvlari; 8: Calu/Piatra oimului; 9: Posto della scoperta sconosciuto;
10: Trgu Frumos; 11: Ariud; 12-13, 15, 23: Poduri; 14, 16-18, 24-25: Traian-Dealul
Fntnilor; 19: Trpeti; 20: Ghelieti; 21: Frumuica; 22: Izvoare



Dallo scavo al museo

293



Tav. XLIV. Tesori con oggetti di culto della cultura Precucuteni.
1. Isaiia (distretto di Iai); 2. Il Concilio delle Dee: Poduri (distretto di Bacu)




Dallo scavo al museo





294


Tav. XLV. Modelli di santuari con gruppi di statuette. Ghelieti (distretto di Neam):
fase Cucuteni B



Dallo scavo al museo

295




Tav. XLVI. Fase Cucuteni B: 1. Insieme di culto di Ghelieti (distretto di Neam);
2. Insieme di culto di Buznea (distretto di Iai)



Dallo scavo al museo





296



Tav. XLVII. Fase Cucuteni A. 1.Tesoro di oggetti di prestigio: Brad (distretto di Bacu);
2. Insieme di statuette maschili (sei) e femminili (sei): Dumeti (distretto di Vaslui)




INDICE GENERALE
297
INDICE GENERALE

Abruzzo 74, 80
Achilleion (sito)108
Adriatico (mare) 79, 173, 192
Afyon Karahisar (sito) 80
Afrodisia (sito) 75, 80
Agrigoroaiei, Ion (storico) 131
Ain Ghazal (sito)108, 131, 147
Alaiba, Ruxandra (archeologo) 16, 19, 151,
152, 156, 223, 225
Alba Iulia-Lumea Nou (sito) 110, 128
Albania 72, 76, 80, 192
Alba Palmieri (archeologo) 128
Albu, C.N. (geologo) 44, 50
Aldeti (sito) 230, 251
Aleksandrovka (sito) 182-183, 185, 199
Alexoaiei, Ioan (archeologo) 56
Almagro, Martin (archeologo) 74, 79
Alpi (montagna) 12
Anastasiu, Nicolae (geologo) 43-44, 50, 54
Anatolia 20, 71, 74-79, 87, 128, 130
Anderson, Patricia C. (archeologo) 40, 48,
50, 55
Andrefsky, William Jr. (geologo) 40, 50
Antonescu, Silvia (archeologo) 130
Anzabegovo (sito) 111
Anzidei, Anna Paola (archeologo) 74, 79
Apollon (dio) 92
Apostu, Aurora E. (archeologo) 232
Appennini (montagna) 12
Aranguren, Bianca Maria (archeologo) 74, 79
Arene Candide (sito) 12
Archiud (sito) 109
Arini (sito) 230, 251
Ariud (Ersd) (sito e aspetto culturale) 11-
17, 21-22, 25, 44, 46, 56, 65-67, 91,
95, 109, 110, 129, 149, 161, 163,
173-175, 183-188, 192, 200, 204,
208, 212-214, 219, 221, 251, 254,
264, 267-268, 281-283, 287, 290-292
Arno (fiume) 74
Asia 14
Austria 12, 13
Azov (mare) 60

Bacu (distretto e localit) 31, 35, 72, 88,
125, 202-203, 207, 211, 213, 227-
232, 239, 251, 258,261, 266, 273,
278, 280, 291, 293, 296
Bachechi, Luca (archeologo) 218, 224
Baden (cultura) 76
Bahlui (fiume) 233
Bailey, Douglas W. (archeologo) 91, 93, 210
Bak (sito) 73, 82
Bakal (sito) 60
Balcani 14, 173, 189, 219, 225
Balta Srat (sito)111
Banato (provincia storica) 94
Bancu (sito) 109, 251
Bari (localit) 21, 223, 226
Bassarabia (provincia storica) 109, 150-
151, 165, 170-172
Bagelen, Nezih (archeologo) 128
Batariuc, Victoria (archeologo) 92, 96
Baykal-Seeher, Ayse (archeologo) 47, 50
Biceni-Cetuia (sito) 31
Blescu, Adrian (archeozoologo) 31, 33, 35
Blai (sito) 31-32, 35, 37-38, 270, 282, 283, 251
Bli (localit) 44
Brbulescu, A. (geologo) 51
Brlleti (sito) 229, 251
Brnova (fiumicello in Bassarabia) 45
Beauregard (sito) 74, 82
Becks, Ralf (archeologo) 75, 79
Bejenaru, Luminia (archeozoologo) 29, 31,
35, 96
Beldiceanu, Nicolae (archeologo) 252
Bem, Ctlin (archeologo) 30, 35
Bereti-Dealul Bzanului e -Dealul
Bulgarului (siti) 230, 251, 283
Berezovka (sito) 121
Berlino (localit) 13, 260
Bernaivka (sito) 179-180, 196
Bertolone, Mario (archeologo) 80
Best, Jan G.P. (archeologo) 80
Biagi, Paolo (archeologo) 73, 79
Bibikov, Sergej N. (archeologo) 45, 50, 184, 188
Bila Gora (sito) 45, 57
Bilcze Zote (sito) 12, 25, 92, 104
Bir, Katalin (archeologo) 44, 46, 50, 52
Bistria (localit e distretto) 109
Bistria (sito) 251, 292
Blegen, Carl W. (archeologo) 75, 79
Bod (sito) 13, 109, 163, 251
Bodaki (sito) 46, 49, 55-56, 63
Bodean, Sergiu (archeologo) 126, 127
Bodeti-Frumuica (sito) 163, 202, 208, 213,
231, 233, 251, 253, 282, 283, 287,
290-292
Bodman (sito) 74, 82
Bodi George (archeologo) 35, 42, 50-51,
127, 132
Bodrogkeresztr (cultura) 17, 26, 44, 46
Bodu, P. (archeologo) 40, 54
Bogdneti (sito) 251, 292
Boghian, Dumitru D. (archeologo) 39, 42,
45, 50-51, 68-70, 90, 93, 96, 123-
124, 127, 131-132,146-147, 233
Boian (cultura) 16, 26, 35, 47, 93, 110, 123, 211
Bologna (localit) 80
Bolomey, Alexandra (archeozoologo) 17, 20,
31, 33, 35, 42, 53, 61, 91, 93, 202,
204, 207, 209, 211, 248
Bonenfant, Pierre (archeologo) 56
Boneti (sito) 251
Bordeaux (localit) 53
Borduani-Popin (sito) 52



INDICE GENERALE



298
Borrello, Maria Anjelica (archeologo) 73-74, 79
Borziac, Ilie (archeologo) 51
Bosanci (sito) 228, 251
Bosia (sito) 229, 251
Bosnia-Herzegovina 192
Botezatu, Dan (antropologo) 94
Botoani (distretto e localit) 31, 56, 72, 86,
202, 214, 228-229, 231-232, 235, 251,
258, 261, 275-276, 279, 290-291
Brad-La Stnc (sito) 228-230, 251, 296
Branite, Ecaterina (autrice) 121, 127
Branite, Ene (autore) 121, 127
Braov (distretto e localit) 213, 251
Brnzeni (sito) 25, 172
Brewer, S. (archeologo) 35
Bruchev, I. (geologo) 47, 51
Brukner, Bogdan (archeologo) 218, 221, 224
Bubanj (cultura) 81
Bucarest (localit) 231, 258
Bucovina (provincia storica) 13, 20, 23, 109,
228, 231-234
Budapest (localit) 13
Budnar M. (fisico) 56
Bugo Meridionale (fiume) 26, 59, 63, 132,
178, 185
Buhui (localit) 211
Bulgaria 43, 46-47, 52-56, 73, 76, 89, 119,
121, 123, 127, 173, 186, 192
Burdo, Natalja B. (archeologo) 186
Burzenland (= ara Brsei, zona storica)
23-24
Buureanu (Butzureano), Grigore C. (archeologo)
13, 19, 252
Buzdugan, Costachi (archeologo) 56
Buznea-La Silite (sito) 88, 90, 93, 105,
109, 170, 229, 231, 251, 286, 295
Byrd, Brian F. (archeologo) 40, 51

Calu, vedi Piatra oimului
apaevka (sito) 141, 181, 198
aplivka 61
Caransebe (localit) 231
Carboni, Giovanni (archeologo) 74, 79
Carcaliu (sito) 21
Carpazi (montagna) 12, 15, 20, 22-24, 39-
40, 43-47, 52, 54, 57, 59, 94, 96, 130,
132, 209, 212, 221, 231
Caskey, John L. (archeologo) 79
Castelnuovo di Teolo (sito) 73, 79, 82
atal Hyk (sito) 108, 109
Cauce (sito in grotta) 129
Cauvin, Marie-Claire (archeologo) 40, 51
Cavaleriu, Romeo (archeozoologo) 31, 35
ayn (sito) 108
Cazzella, Alberto (archeologo) 71, 76, 79,
81, 219, 220-222, 225
Cldraru, C.D. 232
Crbuna (sito) 25
Cscioarele (sito) 92, 93, 94, 104, 108, 110
Crciumaru, Marin (archeologo) 15, 19, 42, 53
Crniceni (sito) 251, 285
Cedic, Valentin (archeologo) 127
ceramica lineare (cultura) 12, 16, 22, 23,
26, 44, 76, 140-141, 178
Cernatu de Sus (sito) 204, 208, 213, 251
Cernavoda I (cultura) 16, 17, 26, 35
Cernui (regione) 45, 231
erny, Ekaterina K. (archeologo) 45, 51, 156,
189
Chapman, John (archeologo) 35, 210, 211
Chetaru, Nicolae (archeologo) 51
Chiarle, Gianfranco (archeologo) 224
Childe, Vere Gordon (archeologo) 222, 252
Chiriac, Laureniu (archeologo) 232
Chirica, Vasile (archeologo) 22, 44, 51, 56,
130-132
Chiril, Letiia (archeologo) 132
Chiru (fiumicello in Bassarabia) 45
Chvojko, Vikentij V. (archeologo) 13, 19
Cifer-Pac (sito) 141
Ciobanu, Adrian (archeologo) 232
Ciomortan, vedi Puleni
Ciubotaru, Dan Leopold (archeologo) 127
Ciucsngeorgiu (sito) 109, 110, 251
Cipro 114, 136
Civilt del Danubio 175, 178, 183, 192
Clark, Graham (archeologo) 222
Clarke, David (archeologo) 81
Close, Angela E. (archeologo) 40, 51
Cluj (distretto e localit) 108, 231
Cocchi Genick, Daniela (archeologo) 219,
221, 222, 225
Cojocaru, Victor (archeologo) 96
Coma, Eugen (archeologo) 222
Conelle di Arcevia (sito) 74, 81, 82
Constantinescu-Iai, Petre (storico) 20
Corbasca (sito) 251, 286
Core (dea) 87, 92
Corlteni (sito) 228-229, 251
Cormani (sito) 45
Cornaggia Castiglioni, Ottavio (archeologo)
71, 73, 78, 79
Coroliuc, Anca (archeozoologo) 51, 91, 94,
127, 132
Cosui (sito) 108
Costanza (Lago di ~) 74, 79
Costeti (sito) 207-208, 213, 229, 251
Cotiug, Vasile (archeologo) 42, 50-51, 91,
93, 96, 123, 127, 132, 146-147
Cotoi, Ovidiu (archeologo) 42, 51
Coofeni (cultura) 181
Coudenneau, A. (archeozoologo) 53
Courtin, Jean (archeologo) 74, 80
Covasna (distretto) 203, 204, 212, 214,
267-268, 251, 281
Cracovia (localit) 12
Cremonesi, Giuliano (archeologo) 74, 80
Creu, Cristina (archeologo) 217




INDICE GENERALE
299
Crmaru, Aristotel (archeologo) 233
Croazia 186, 192
Cuconetii Vechi (sito) 44
Cuco, tefan (archeologo) 13, 15-17, 19, 22,
27, 35, 42, 45, 51, 62, 90, 93, 111, 116,
130, 150, 157, 207, 212, 233
Cucuteni (sito e cultura) 11-35, 37-47, 49-51,
53, 55-57, 59, 62, 71, 72, 81, 83-84,
86-96, 107-111, 113, 121, 126-130,
137, 149-158, 161-170, 172-175, 180-
190, 192, 197-198, 200-204, 206-213,
217-225, 227-233, 244-246, 248-249,
251-256, 259-263, 266-267, 269-280,
282-292, 294-296; -Cetuie (sito)
229, 233, 262; -Dmbul Morii (sito)
168, 229, 284; -Dobrin 290
Cucuteni C (categoria ceramica) 19
Cultura delle anfore sferiche 18
Cultura dei bicchieri con la bocca a forma
dimbuto (bicchieri imbutiforme) 46, 222
Cultura di Bugo Meridionale 16
Cultural Complex CCTLNI 128
Cutting Marion (archeologo) 108, 130

Dacia 225
Daia Romn (sito) 133, 141
Daicoviciu, Hadrian (archeologo) 127
Damiani, Isabella (archeologo) 218, 222, 224
Daniel, Glyn E. (archeologo) 12, 19
Danilenko, Valentin N. (archeologo) 111
Danube civilization 175, 189, 192
Danubio (fiume) 14, 23-26, 39, 40, 44, 50,
55, 94, 173, 178, 221
Davis, Basil (palinologo) 30, 35
Dej (localit) 231
Demetra (dea) 87, 92
Demetrykiewicz, Wlodzimierz (archeologo)
12-13, 17, 19
Demircihyk (sito) 50, 75, 77, 80
Deprahaim G. (archeozoologo) 54
Dergacev, Valentin A. (archeologo) 16, 19
Desna (fiume) 60
Diaconescu, Drago (archeologo) 129
Diaconescu, Maria (archeologo) 56, 232
Diamandy, George (pubblicista e archeologo
amatore) 13, 17, 19
Dikili Tash (sito e cultura) 47, 55, 140
Dima, Gabriela (linguista) 34, 126, 155
Dimini (sito) 73, 219
Dimitrijevi, Stojan (archeologo) 81
Dinu, Marin (archeologo) 219, 224, 255
Dobrceni (sito) 251, 287
Dobosi Viola (archeologo) 52
Doboeni (sito) 203, 208, 213, 251
Dobrev N. (geologo) 51
Dobrugia (provincia storica) 26, 43, 46-47, 51
Dodd-Opriescu, Ann (archeologo) 16, 19
Dolnoslav (sito) 108
Dolukhanov, Pavel M. (archeologo) 30, 35
Dragastan, Ovidiu (geologo) 46, 51
Dragomireti (sito) 251, 293
Draovean, Florin (archeologo) 50, 109,
127, 129, 156
Drgueni (sito) 25, 31-32, 35, 37-38, 44,
49, 53, 61-62, 93, 165, 185, 202,
208-209, 211-213, 228, 233, 248,
251, 275, 282-283, 287, 290
Drgueni (Suceava; sito) 251, 289
Drgueni Jura (aspetto culturale) 152,
165, 233
Dubno (provincia) 46
Ducci, Silvia (archeologo) 79
Dudeti (cultura) 26
Dumeti (sito) 31-33, 35, 37-38, 151, 156, 159-
161, 164, 166, 231, 251, 282, 287, 296
Dumitrescu, Horia (storico) 232
Dumitrescu, Hortensia (archeologo) 14, 17,
19, 91, 127, 156, 205-206, 209, 211,
215, 233, 253
Dumitrescu, Vladimir (archeologo) 14, 16-
18, 20, 27, 84, 86, 88, 92-93, 113,
115, 127, 130, 149-150, 153, 155-
156, 222-223, 225, 233, 248, 253
Dumitroaia, Gheorghe (archeologo) 14, 20,
22-24, 50, 55-56, 88, 93-94, 115, 118,
125, 129-130, 157, 230-233, 248
Durankulak (sito) 116, 131
Duruitoarea Nou (sito) 165

Edine (provincia) 45
Egitto 151
Eliade, Mircea (storico) 85-86, 94, 182, 188
Ellis, Linda (archeologo) 150-151, 153, 156,
175, 188
El Susi, Georgeta (archeozoologo) 31, 33, 35
Elster, Ernestine E. (archeologo) 47, 51
Emilia (regione) 74
Erfurt (localit) 74
Europa 12-16, 18, 20-24, 35-36, 39, 52, 55-
56, 71-72, 76-77, 81-82, 84, 87, 89, 92-
96, 107-108, 127-132, 156-157, 173,
176, 188-190, 217-225, 230, 248
Evseev, Ivan (etnologo) 182

Fasani, Leone (archeologo) 224
Federsee (lago) 74
Feldioara (sito) 13, 251
Fenton, J. (archeozoologo) 36
Ferenczi, Istvan (archeologo) 110
Ferrari, A. (archeologo) 79
Feteti (sito) 29, 31-33, 35, 37-38, 45, 251,
285, 289, 291
Filipeti (localit) 251
Florescu, Adrian C. (archeologo) 35, 51, 85,
94-95, 111-112, 127, 131, 157, 233, 255
Florescu, Marilena (archeologo) 35, 45, 51,
95, 112, 131, 157, 233
Florescu, Radu (archeologo) 115, 127, 130



INDICE GENERALE



300
Focani (localit) 213, 230, 232, 242
Foeni (sito e gruppo culturale) 109-110,
127, 128, 133
Francia 74
Frangipane, Mirella (archeologo) 128
Frangov G. (geologo) 51
Frumuica, vedi Bodeti
Fulgeri-La 3 cirei (sito) 230, 251
Funnel Beaker (cultura) 46, 52

Gaidamackji Jar (sito) 49
Gaivoron (sito) 63
Galai (distretto e localit) 44, 230, 232,
243, 251
Gallerie, grotta delle ~ (sito) 73, 80, 82
Galizia (provincia storica) 12, 17, 19
Gamacchio, Piero (archeologo) 224
Garstang, John (archeologo) 75, 80
Gatsov, Ivan (archeologo) 47, 52
Gdini (sito) 228, 251
Gea (dea) 92
Georgiev, Georgi I. (archeologo) 95, 123, 127
Georgiev Vladimir I. (linguisto) 95
Grard, F. (archeologo) 128
Germania 74, 80
Ghelieti-Nedeia (sito) 25, 31, 33, 35, 38,
62, 88, 90, 93, 105, 106, 109, 151,
153, 168, 171, 231, 251, 262, 283-
286, 288-289, 291-292, 294-295
Gheorghiu, C. (geologo) 50
Gheorghiu, Drago (architetto) 143, 210
Gherla (localit) 231
Ghirbom (sito) 140-141
Giappone 14
Gilli, Eric (archeologo) 73, 80
Gimbutas, Marija (archeologo) 19, 27, 111,
114-115, 125, 127, 155-156, 174,
182, 186-188, 222
Girov (sito) 206, 208, 209, 213, 251
Giurgeti (sito) 283
Glvnetii Vechi (sito) 111, 118, 141, 157
Gligor, Mihai (archeologo) 109-110, 127
Gbekli Tepe (sito) 108, 133
Gogltan, Florin (archeologo) 127
Golan, Ariel (archeologo) 154
Gomolava (sito) 108
Gooss, Carl (archeologo) 17
Gorodsk-Usatovo (cultura) 18, 22
Gorini (fiume) 46, 63
Gostar, Nicolae (archeologo) 127, 156, 233
Gtze, Alfred (archeologo) 12, 20
Govedarica, Blagoje (archeologo) 16, 20
Grace, Rice (traseologo) 40, 52
Gradenica (sito) 89, 95, 140-141, 189
Grasu, Constantin (geologo) 42, 51
Grecia 14, 47, 51, 76, 119, 129, 173, 186, 192
Grenoble (localit) 56
Gridan, Teofil (geologo) 43, 52
Grigorievka (sito) 63
Grime G. (fisico) 56
Groenen, Marc (archeologo) 56
Gucal, A.F. (archeologo) 57
Gudea, Nicolae (archeologo) 128
Guerreschi, Giampierro (archeologo) 73, 78, 80
Guidi, Alessandro (archeologo) 218, 222, 224
Guilaine, Jean (archeologo) 73, 80
Guiot J. (palinologo) 35
Gumelnia (cultura) 17, 26, 35, 47, 92-93,
108, 110, 124, 211
Gura Baciului (sito) 108, 117
Gura Vii (sito) 230, 251
Gusev, Sergej O. (archeologo) 184, 188
Gutina (sito) 230, 251
Guzowska, Marta (archeologo) 75, 79

Haarmann, Harald (linguisto) 89, 94, 174,
187-188
Hacilar (sito) 154
Haimovici, Sergiu (archeozoologo) 15, 20-
21, 31, 35, 50-51, 56, 91, 93-94, 127,
132, 202, 209, 211, 214
Hait, Costel (sedimentologo) 46, 52
Hamangia (cultura) 16, 26
Hammond, N. (archeologo) 81
Hnsel, Bernhardt (archeologo) 20
Harghita (distretto) 251
Hauptmann, Harald (archeologo) 108, 114,
127-128
Hayden, Brian (etnologo) 124, 128
Hbeti (sito) 20, 25, 49, 113, 127, 130,
152, 156, 161, 202, 208, 213, 222, 233,
253, 263
Hrman (sito) 13, 251
Hrova (sito) 124
Hegeds, Katalin (archeologo) 114, 122, 128
Herculane Cheile Turzii (orizzonte) 26
Herculaneum (sito) 11,
Herpaly (cultura) 44, 46
Higgins, J. (archeologo) 189
Hlpeti (sito) 62, 151, 251, 292
Hmelnicsk (regione) 45
Hodder, Ian (archeologo) 81
Hodmezvsarhely (sito) 108
Hodoni (sito) 110, 133
Hoernes, Moritz (archeologo) 12, 20
Hoffstadt, Jutta (archeologo) 79
Hoika, Jrgen A. J. (archeologo) 46, 52
Hoiseti (sito) 29, 31, 32, 33, 35, 37, 38, 50
229, 251, 283, 287, 290
Horoditea - Erbiceni - Folteti - Cernavoda II
(cultura) 18
Horoditea-Folteti-Tripolie C/II (cultura) 28
Horodnica (sito) 12
Hotin (localit) 61
Hotnitsa-Vodopada (sito) 55
Huisman, Naomi (archeozoologo) 35
Hunedoara (distretto e localit) 130
Hui (sito), 251




INDICE GENERALE
301
Hvojko (Chvoiko) Vikentij (archeologo) 13

Ialomia (distretto) 52
Iai (localit e distretto) 11, 29, 31, 35, 42,
50-51, 83, 85-86, 88, 90-91, 93-94, 96,
107, 119, 132, 170, 172, 201-202, 206-
207, 212-213, 216-217, 219, 227, 229,
231-232, 237-238, 251, 258, 270-271,
274, 277, 291, 293, 295
Ibneti (localit) 44
Igeti (sito) 251, 287
Igntescu, Sorin (archeologo) 35, 233
Inizan, M.-L. (archeologo) 40, 48, 50, 52, 57
lonesi, Liviu (geologo) 42, 53
Iraq 50
Isaac, G. (archeologo) 81
Isaiia-Balta Popii (sito) 44, 86, 88-90, 95-
96, 98, 100-104, 132, 174, 176, 193,
194, 229, 251, 265, 291, 293
Isolino di Varese (sito) 73, 80, 82
Istina, Lcrmioara (archeologo) 50, 127,
132, 227
Italia 11-12, 14, 21, 51, 74, 76, 78-79, 81,
95, 109, 111, 119-121, 125-126, 132,
142-145, 186, 192, 217, 220, 222-
223, 225-226
Ivano-Frankovsk (regione) 45
Izvoare (sito) 16, 24-25, 126, 148, 222, 231,
233, 251, 253, 269, 283, 290-292

Jakubovski, V. I. (archeologo) 57
Jastrzebski, Slawomir (archeologo) 27
Jensen, Helle Juel (traseologo) 40, 52
Jijia (fiume) 44, 176
Jitomir (regione) 46
Joukowsky, Martha (archeologo) 75, 80
Jugoslavia 81

Kafafi, Zeidan (archeologo) 124, 131
Kaindl, Raimund F. (storico) 13, 20
Kaiser, Elke (archeologo) 16
Kamjanec-Podilsk (provincia) 45
Kanchev, Kano (archeologo) 47, 53
Kanev (sito) 60
Karahyk (sito) 75
Karanovo (sito) 89, 95, 111, 123, 140-141
Karanovo VI (cultura) 47
Karlin, C. (archeologo) 40, 54
Kasztovszky, Zs. (geologo) 44, 46, 52
Kevderc (sito) 73
Kirkov, Adam (archeologo) 12
Kirokitia (sito) 114, 136
Kliev (sito) 190
Kodjadermen (cultura) 47
Koeninger, Joachim (archeologo) 74, 80
Koglniceanu, Raluca (archeologo) 132, 201
Komariv (sito) 45
Konivka (sito) 184
Kopernicki, Izidor (archeologo) 12
Korfmann, Manfred (archeologo) 75, 80
Kormadin (sito) 108, 123
Kormani (sito) 49
Korobkova, Galina (traseologo) 42, 52
Kossinna, Gustav (archeologo) 13, 15, 20
Koszilowce (sito) 12
Kozlowski, Janusz K. (archeologo) 55
Kriniiki (sito) 49
Krivodol (cultura) 81
Kromer Bernd (antropologo) 94
Kruta, Venceslas (archeologo) 178, 182, 189
Kull, Brigitte (archeologo) 73, 75, 80
Kusura (sito) 80
Kutan (sito) 50

La Torretta di Isera (sito) 73
Lachenal, T. (traseologo) 53
Lagozza (sito e cultura) 73, 77-79
Lagozza di Besnate (sito) 80, 82
Lakov A. (geologo) 51
Lamb, Winifred (archeologo) 75, 76, 80
Lanzinger, M. (storico) 80
Larissa (sito) 111
Lassandro, Domenico (storico) 223, 225
Lszl, Attila (archeologo) 11, 13-15, 17,
18, 21, 27, 44, 52, 65
Lszl, Ferenc (archeologo) 14, 21, 254, 268
Laviosa-Zambotti, Pia (archeologo) 12, 15,
21, 219, 222, 225
Lazanu, Ciprian (archeologo) 51, 132, 232
Lazarovici, Cornelia-Magda (archeologo)
14, 19, 24, 44, 52, 57, 64, 93, 96,
107-117, 119-125, 128, 135-136,
149, 152, 154, 156, 180-182, 186,
189, 197, 202, 206, 209, 212, 231 (v.
anche Mantu C.-M.)
Lazarovici, Gheorghe (archeologo) 44, 52,
64, 85, 87-88, 94, 107-125, 128-129,
134-136, 152, 156, 174, 189, 193
Lzurc, Elena (archeologo) 17, 21
Lechevallier, M. (archeologo) 48, 52
Lemano (lago) 79
Lengyel (cultura) 95
Lepenski Vir (sito) 108-109, 117, 124
Leroi-Gourhan, Andre (archeologo) 40, 52
Lesbo (isola) 75, 80
Leuzinger, Urs (archeologo) 79
Levante (regione) 51
Lvque, Pierre (storico) 87, 92, 94
Lichitieni (sito) 251, 289
Lichter, Clemens (archeologo) 128, 130
Lige (localit) 21, 55, 93, 96
Liguria (regione) 12
Lipcani (sito) 289
Liubcova (sito) 133
Liveni (sito) 44, 202, 208, 209, 211, 213, 214
Liverani, Marco (archeologo) 128
Lompre, Aliette (traseologo) 48, 53
Lozna (sito) 111, 185, 251



INDICE GENERALE



302
Luca, Sabin Adrian (archeologo) 110, 129
Luncavia (sito) 64
Lubbock, John (archeologo) 12
Luka Vrubleveckaja (sito) 50, 54, 63, 188
Luxmoore, R. (biologo) 36

Macedonia 173, 186, 192
Machnik, Jan (archeologo) 20
Madara (sito) 47
Maari (sito) 108, 111
Makarevi, Mikhail L. (archeologo) 89, 94,
111, 129
Makkay, Jnos (archeologo) 87, 89, 94,
111, 114, 122, 125, 128, 129
Malavolti, Fernando (archeologo) 74, 80
Maleeva, V.I. (archeologo) 42, 56
Maliq (sito e cultura) 72-73, 80, 82
Malna-Bi (sito) 44, 52, 65, 251, 264, 267
Maniscalco, Laura (archeologo) 76, 79
Manolakakis, Laurence (archeologo) 47-48, 53
Mantu, Cornelia-Magda (archeologo) 13, 17,
18, 21, 22, 26-28, 88, 91, 94, 110,
112, 113, 115-118, 125, 129, 149,
150, 152, 156, 157, 175, 189, 202-
204, 206, 207, 212, 216, 221, 225,
233, 248 (V. anche Lazarovici C.-M.)
Manzura, Igor (archeologo) 16, 21
Marangou, Christine (archeologo) 116, 129
Mar Egeo 13, 17, 20, 75, 76, 79, 81, 192
Mar Mediterraneo 80, 81, 94, 192
Mar Nero 15, 16, 18, 25, 26, 59, 221
Marche (regione) 74
Mare, Ion 15, 232, 233
Marin, Demetrio (filologo) 225
Marin, Melua (archeologo) 223, 225
Marinescu-Blcu, Silvia (archeologo) 14, 16,
17, 22, 26, 35, 36, 42, 52, 53, 61, 85,
89, 91, 93, 94, 156, 178, 189, 195, 202,
209, 211, 212, 223, 225, 233, 248
Markevi, Vsevolod I. (archeologo) 87, 94,
126, 182, 189
Marzatico, F. (storico) 80
Masson, Emilia (filologo) 89, 94
Masson, Vadim (archeologo) 182, 189
Matas, Constantin (archeologo) 233, 253
Matthiae, P. (archeologo) 128
Maxim-Alaiba, Ruxandra, vedi Alaiba
Maxim, Zoia (archeologo) 109, 113, 129
Maxim-Kalmar, vedi Maxim Zoia
Maydanets'ke (sito) 184
Mrgineni-Cetuia (sito) 116, 138, 163,
207, 208, 213, 229, 230, 251, 278,
280, 282, 285, 289-292
Medele, Florin (archeologo) 129
Melchendorf (sito) 74, 82
Mellink, M. (archeologo) 128
Melniciuc, Aurel (archeologo) 56
Merlan, Vicu (archeologo) 132, 176, 190
Merlini, Marco (linguisto) 89, 94, 111, 118-
120, 125, 129-130, 173-176, 182,
187, 189, 193-194, 197-199
Merpert, Nikolaj J. (archeologo) 189
Mersin (sito) 75, 80
Mesopotamia 79, 89, 128, 154, 184
Michailovka (sito) 16
Miclea, Ion (artista) 115, 130
Mihai, Constantin (archeologo) 90, 93
Mihoveni (sito) 96, 228, 251, 289-291
Mikov, Vassil (archeologo) 89, 95
Minea, Bogdan (archeologo) 51
Miorcani (sito) 171, 285
Mitoc (sito) 44, 64, 108, 228, 251
Modena (localit) 80
Moglan, Adriana (archeologo) 232
Mogoanu, Florea (archeologo) 17, 20
Moldavia (provincia storica) 12-13, 15-17, 19,
23-24, 26, 35, 47, 51, 54, 93, 95, 109,
130-131, 150, 156-157, 176, 178-179,
181, 186, 188, 193-195, 197-198, 209,
227-233, 237, 258, 262-263
Moldova (Repubblica di) 125, 127, 185,
188, 192
Monah, Dan (archeologo) 13-15, 17-18, 20,
22, 25, 27, 30, 31, 36, 50, 55-56, 83,
86, 88, 90-93, 95-96, 111-112, 114-
116, 125, 130, 138, 148, 150, 154, 157,
175, 181-182, 189, 207, 212, 233, 248
Monah, Felicia (biologo) 13, 15, 17, 19, 22,
25, 30-31, 36, 130, 157, 233
Mondant, C. (archeologo) 190
Montagnari Kokelj, Emanuela (archeologo)
73, 80
Monteoru (cultura) 18
Mortillet, Adrien (archeologo) 12, 22
Mortillet, Gabriel de (archeologo) 12, 22
Moscati, Sabatino (storico) 224
Moscoloni, Maurizio (archeologo) 81
Mossoul (localit) 50
Mova, Tamara G. (archeologo) 91, 95
Mller, Sophus (archeologo) 12, 22
Mller-Karpe, Hermann (archeologo) 222
Munaev R.M. (archeologo) 189
Mnchen (localit) 128
Munoz, Amilibia (archeologo) 79
Munteanu, Roxana (archeologo) 130, 157,
231, 233
Muraru, Adrian (geologo) 42, 44-45, 51, 53
Mure (distretto) 124; (fiume) 129
Mutihac, Vasile (geologo) 43, 46, 53

Nachev, Ivan (geologo) 47, 54
Nachev, I.K. (geologo) 54
Nadaillac, Jean Fr. (archeologo) 12, 22
Nandru (sito) 141
Nardulias, Nick P. (fisico) 40, 57
Naslavcea (sito) 45
Neagu, Theodor (geologo) 51




INDICE GENERALE
303
Neam (distretto) 31, 57, 88-91, 93, 151,
202, 204, 206-207, 215, 228-229,
231-232, 244-245, 251, 269, 291,
294-295
Necrasov, Olga (antropologo e archeozoologo)
31, 36, 91, 95, 204-207, 212
Negroni, Sabine (traseologo) 48, 53
Nessebr (localit) 21
Nestor, Ion (archeologo) 14, 18, 222, 254
Nevali ori (sito) 108, 128
Nevruzzi (palazzo) 228
Nezvisko (sito) 49
Nicola, Dorin (archeologo) 130, 157, 231-233
Nicolescu-Plopor, Dardu (antropologo)
205-207, 212
Niculescu, Gheorghe (chimico) 156
Niculic, Bogdan (archeologo) 232
Nikolov, Bogdan (archeologo) 89, 95
Nikolov, Vassil (archeologo) 121, 130
Nikolova, Lolita (archeologo) 128, 189
Nipro (fiume) 13-15, 25-26, 56, 59-60, 63,
150, 157
Nisiporeni (sito) 44, 57
Nistro (fiume) 12-13, 15, 25-26, 43, 45, 47,
50-51, 54, 56, 59-61, 63, 65-66, 132,
150, 157, 188
Niu, Anton (archeologo) 14, 17-18, 22, 86,
95, 154, 157, 182, 190, 255
Nova Zagora (sito) 73
Novodanilovka (sito) 16

Ocnia (provincia) 45
Odell, George H. (fisico) 40, 54
Odessa (localit) 16
Ojevo (sito) 45, 49
Okopi (sito) 181, 197
Olivo (grotta) 74, 82
Olt (fiume) 13, 26
Olteni (sito) 66, 109, 251
Oltenia (provincia storica) 26, 72
Oneti (localit) 230-232, 240
Ortie (sito) 111, 129, 133
Ossowski, Goldfryd (archeologo) 12
Ovarovo (sito) 111, 119, 131
Ovcinnikov, Eduard (archeologo) 121, 130
zbaaran, Mihriban (archeologo) 108, 130
zdoan, Mehmet (archeologo) 108, 128

Padova (localit) 79-80
Palestina 76
Pan, I. (geologo) 51
Parincea (sito) 215, 251, 289
Paris/Parigi 19, 252
Para (sito) 108-109, 111-112, 114, 119,
123,133,136, 140-141; -Casa Cerbului 129
Pakevi, Galina (archeobotanista) 15, 22
Passek, Tatjana S. (archeologo) 45, 54, 150,
156, 157
Paul, Iuliu (archeologo) 114, 130
Prhui / Prhutsi (sito) 72, 82, 251, 291
Puleni-Dmbul Cetii (sito) 44, 57, 65, 109, 251
Punescu, Alexandru (archeologo) 44, 54
Pntea, Cristian (storico) 152, 157
Prvan, Lucica (storico) 232
Prvan, Vasile (archeologo) 14
Pedrotti, Annaluisa (archeologo) 73, 80
Pelagonia 72
Peltier A. (archeologo) 54
Pelegrin, Jacques (archeologo) 40, 47, 48, 54
Peloponneso 73
Penisola Balcanica 21, 39, 43, 46-48, 55,
59, 64-66, 72, 75, 77, 219
Penisola Iberica 77
Penjak, S.I. (archeologo) 57
Perazzi, Paola (archeologo) 74, 79
Perieni (sito) 111, 118, 141
Perls, Catherine (archeologo) 48, 54
Peroni, Renato (archeologo) 218, 220, 224
Pertus (grotte) 74, 82
Pescale (sito) 74, 80, 82
Petreni (sito) 17
Petrescu-Dmbovia, Mircea (archeologo) 13-
14, 17, 19-23, 27, 35, 51, 53, 57, 86-88,
93, 95-96, 111-113, 115, 127, 129-131,
156-157, 207, 221, 224, 233, 255
Petreti (cultura) 17, 26, 109-110, 127, 130,
133, 140
Petru S. (archeologo) 56
Petrun (Petrougne), Viktor F. (geologo) 44-
46, 54, 56
Phaistos (sito) 187
Phaphos (sito) 111
Phoebus (dio) 92
Piano Notaro (sito) 76
Pianul de Jos (sito) 114, 130
Pianura della Moldavia 44, 62, 176
Piatra Neam (localit) 150, 213, 228, 230-
231, 233, 244, 245, 253, 258-259
Piatra oimului / Calu (sito) 52, 168, 181-182,
198, 231, 251, 263, 284, 291-292
Piccioni (grotta) 74, 80, 82
Piggot, Stewart (archeologo) 222
Pipistrelli (grotta) 74, 79, 82
Pisa (localit) 79
Plvlari (sito) 64, 228, 251
Podere Casanuova (sito) 74, 79, 82
Podolia (provincia storica) 15, 43, 46-47, 59, 150
Poduri-Dealul Ghindaru (sito) 22, 25, 30-33,
35-38, 88, 90, 95, 100-101, 109, 111,
119, 121, 124-126, 130, 148, 154, 157,
170, 172, 175, 202-203, 208, 209, 213,
229-231, 233, 248, 251, 282-283,
285-287, 289, 291-293, 263, 266,
291, 293
Pogoeva, Ajna P. (archeologo) 180, 182,
190, 199
Poieneti (sito) 164, 229, 251
Polivanov-Jar (sito) 45, 49



INDICE GENERALE



304
Polonia 47
Pompei (sito) 11, 13
Pontedera (sito) 74, 77
Popescu I. (geologo) 50
Popovici, Dragomir (archeologo) 45, 56,
124, 130, 202-204, 207, 212, 233
Popudnja (sito) 111
Popuoi, Eugenia (archeologo) 233
Precucuteni (cultura) 16-19, 22, 26-28, 35, 39,
40-43, 45, 47, 49-51, 53, 57, 59, 62, 68-
70, 83-84, 86-88, 94-96, 107, 109-110,
119, 125-129, 131-132, 146, 150, 156,
173-176, 178-179, 183-189, 192-193,
195, 200, 210, 223, 226, 233, 253, 265,
287, 293
Predionica (sito) 108
Prendi, Frano (archeologo) 72-73, 80
Preoteasa, Constantin (archeologo) 130, 157,
231, 233
Preuteti (sito) 31, 32, 35, 37-38, 228,
233, 251
Provence (regione) 80
Prut (fiume) 13, 20, 26, 43-45, 47, 53-54,
56, 59-61, 64-66, 131, 176, 212
Przybyslawski, Wladyslaw (archeologo) 12
Putineti (sito) 125, 185

Quadrato di Torre Spaccata (sito) 74, 79, 82

Raczky, Pl (archeologo) 128
Radmilli, Antonio M. (archeologo) 79
Radu, Valentin (archeozoologo) 31, 33, 35
Rassamakin, Jurij Ja. (archeologo) 16, 24
Ravnikar M. (fisico) 56
Ravno (sito) 47
Rawson, Marion (archeologo) 79
Razgrad (localit) 47
Razkopanica (sito) 73
Rdui-Prut (localit) 44, 50, 61, 64
Rdulescu, Dan (geologo) 44, 54
Rducneni (localit) 96, 119, 132
Ruceti (sito) 251, 289, 291
Recchia, Giulia (archeologo) 74, 81
Reinecke, Paul (archeologo) 12, 23
Rellini, Ugo (archeologo) 220, 222, 225
Renfrew, Colin (archeologo) 12, 19, 47, 51
Reia (localit) 107
Reute-Schorrenried (sito) 74, 82
Richard, A. (archeologo) 190
Ripiceni (sito) 44, 290
Ripoll, Eduardo (archeologo) 79
Robu, Ioana (archeologo) 132
Roche, H. (archeologo) 40, 57
Rollefson, Gary O. (archeologo) 124, 131
Roma-Balta lui Ciobanu e -Cotrgaci (siti in
Romania) 54, 72, 75, 82-83, 228,
251, 291
Roma (Italia) 14, 71, 74, 77, 79, 222
Roman (localit) 45, 228-229, 232, 236
Roman, Cristian (archeologo) 129
Roman, Petre 16, 23
Romania 11, 13-14, 20-23, 29-30, 35-36, 39,
46-47, 52-54, 56, 76, 81, 86, 89, 93-96,
107-108, 114, 127-128, 130-131, 149-
150, 156-158, 173, 176, 178-179, 181,
185-186, 189, 192-195, 197-198, 201,
212-213, 217, 220-223, 225-227, 229,
231-233, 248, 250, 254, 258
Roska, Martin (archeologo) 116,120, 131
Rou, Lucian (archeologo) 127
Rowlett, Ralph M. (archeologo) 16, 23
Rudna Glava (sito) 140
Ruginoasa (sito) 163, 251, 290
Rusetii Noi (sito) 25, 185
Ruttkay, Eva (archeologo) 87, 95
Rybakov, Boris A. (archeologo) 182, 190
Ryzhov, Sergej (archeologo) 44, 54, 60,
184, 190

Sabatinovka (sito) 63, 89, 109-111, 134
Samzun, A. (archeologo) 42, 56
Sandars, Nancy K. (archeologo) 111, 131
Santelia, Stefania (storico) 21, 81, 226
Sapieha, Leon (archeologo) 12
Sapozhnikov I. (archeologo) 54
Satchinez (sito) 133
Satu Mare (localit) 231
Slcua (cultura) 26, 72, 74, 81-82, 110
Slcua-Piscul Corniorului (sito) 116
Srata Monteoru (sito) 23, 172
Sveni (sito) 251, 287
Scarlat, Letiia (v. Chiril, L.)
Scnteia (sito) 94, 109, 116, 118, 129, 138-
139, 152, 163-164, 166, 180, 185,
197, 202, 206, 208-209, 212-213, 216,
229, 231, 251, 271, 282-283, 286
Schipenitz (v. ipeni)
Schlichtherle, Helmut (archeologo) 74, 79, 80
Schliz, Alfred (archeologo) 12, 23
Schmidt, Hubert (archeologo) 14, 17, 18, 23,
149, 157, 252
Schmidt, Klaus (archeologo) 108, 114, 128
Schneider, Anton (archeologo) 12
Schreiber, Wilhelm (archeologo) 220, 224
Sebe, localit 130
Sfriads, Michel (archeologo) 47, 54, 76, 81
Semenov, Sergej A. (traseologo) 48, 54
Seger, Hans (archeologo) 14, 23
Serbia 186, 192, 218
Setnic, Eduard (archeologo) 56
Sfntu Gheorghe (localit) 52, 66, 212, 231,
258, 261
Shanks, Orin C. (biologo) 40, 55
Shaw, Matthew (archeologo) 16, 23
Shea, John J. (traseologo) 40, 55
Sherratt, Andrew G. (archeologo) 77, 81
Shumova, Valentina A. (archeologo) 184, 190
Sibiu (localit) 107, 231




INDICE GENERALE
305
Sicilia 12, 76, 79
Sidra Jan (archeozoologo) 54
Silvestrini, Elisabetta (etnologo) 225
Simeoni, Elisabetta (etnologo) 225
Siracusa (localit) 12,
Sirakov, Nikolay (archeologo) 47, 55
Sirakova, Svoboda (archeologo) 47, 55
Siret (fiume) 54, 131
Siria 14
Sitagroi (sito) 51, 111
Srbu, Valeriu (archeologo) 208, 212
Skakun, Natalja (archeologo) 42, 46, 48, 55-56
Skarovka (sito) 25
Slatina (sito) 121
Slobozia (sito, presso di Adjud) 292
Slovacchia 46
Sofia (localit) 172
Sorokin (Sorochin), Victor I. (archeologo) 42,
45, 56, 233
Sorrell, Charles A. (geologo) 43, 56
Spanov (sito) 110
Sperling, Jerome (archeologo) 79
Spinei, Victor (archeologo) 93, 96
Srednyj Stog II (cultura) 16
Srem (sito) 140-141
Stara Zagora (sito) 73, 123
Starevo-Cri (cultura) 44, 118, 123, 211
Starovi, Andrej (archeologo) 189, 190
Stentinello (sito) 12
Stepanchuk V., (geologo) 44, 54, 56
Stern, Ernst von (archeologo) 16
Stevenson A.C. (palinologo) 35
Stoicani (sito) 130, 230
Stoicani-Aldeni-Bolgrad (aspetto culturale)
17, 230
Stordeur D. (archeologo) 54
Stratulat, Lcrmioara (archeologo) 227
Studenica (sito) 45
Subcarpazi (unita geografica) 35, 44-45,
51, 62, 92-93, 95, 130, 157, 233, 248
Suceava (localit e distretto) 31, 35, 39, 64,
72, 96, 213, 228, 231-232, 234, 251,
272
Suceveni (sito) 230
Sumer 176, 187
Suplevac (sito) 72, 82
Suvorovo (cultura) 16, 20
Svetozarevo (sito) 140, 141
Szkely, Zoltn (archeologo) 14, 204, 209,
212, 214, 254
Sziliget (sito) 76
Szombathy, Josef (archeologo) 13, 23
Sztncsuj, Sndor Jzsef (archeologo) 44,
46, 56, 66, 67

magli, Mikolaj (archeologo) 183, 184, 190
mit, . (fisico) 40, 56
umen (localit) 47

adurschi, Paul (archeologo) 45, 56
ag (localit) 129
eua (sito) 128
ipeni (sito) 13, 25, 171, 228, 231
omuzul Mare (fiume) 35, 233
tefneti (sito) 44, 251, 286, 290-291;
-Stnca Doamnei 171, 228; -Strcea 228
tirbu, Maria (antropologo) 31, 36

Talianki (sito) 25
Tangru (sito) 108, 140, 141
Tarcea, Lucian (programmatore) 113, 129
Tasi, Nikola (archeologo) 72, 81
Trtria (sito) 89, 96, 111, 117-118, 120,
129, 133, 176
Trgovite (localit) 212
Trgu Frumos (sito) 44, 49, 51, 68-70, 85-87,
91, 96-97, 99, 109, 123-124, 132, 146-
147, 175; -Baza Ptule 50-51, 94, 123,
127, 131-132, 229, 231, 251, 291-292
Trgu Mure (sito) 109
Trgu Neam (sito) 251, 291
Trgu Ocna-Podei (sito) 62, 72, 82, 172, 230-
231, 251, 273, 285-286, 291
Trpeti (sito) 22, 25, 31-32, 36-38, 53, 62, 88-
89, 140-141, 178-179, 185, 189, 195,
251, 262, 291-292
Telegin, Dmitrij Ja. (archeologo) 27
Tencariu, Felix-Adrian (archeologo) 85-86,
88, 96, 119-124, 127, 131-132, 145,
232, 248
Ternopil/Ternopol (regione) 46, 49, 55
Tessaglia (provincia storica) 73, 93
Teutsch, Julius (archeologo) 13, 17, 23
Texier, Pierre-Jean (archeologo) 40, 48, 56-57
Thermi (sito) 75, 80
Thissen, Laurens (archeologo) 128
Tibisco (cultura) 21, 219
Timi (distretto) 127, 129
Timioara (localit) 231
Timoiuk Boris O. 57
Tirinto (sito) 73, 81
Tisa/Tissa (fiume) 44, 51
Tisa/Tisza (cultura) 16, 26, 128
Tiszapolgr (cultura) 17, 26, 44, 46
Tkachuk, Taras M. (archeologo) 174, 190
Todorova, Henrieta (archeologo) 116, 119, 131
Tomescu, Al. Mihai (palinologo) 46, 52
Topolnica (sito) 108
Toptepe (sito) 122
Torma Zsofia (archeologo) 131
(La) Torretta di Isera (sito) 82
Traian (sito) 91, 93, 168, 179, 195, 208,
211-213, 222, 251; -Dealul Fntnilor
153, 204, 207-208, 212, 215, 222,
263, 284, 288, 290-292; -Dealul Viei
57, 127, 156, 291



INDICE GENERALE



306
Transilvania (provincia storica) 12-14, 16-
17, 19, 21, 26, 47, 89, 96, 109-110,
129, 149, 209, 219, 254, 264
Trecanni, Giovanni (pubblicista) 218
Trentino (regione) 73, 80
Trestiana (sito) 233
Trichterbecher (cultura) 17, 19, 46-47
Trieste (localit) 80
Trigger, Bruce (archeologo) 12, 24
Tripolie (sito e cultura) 11-24, 25, 27-28, 35,
40, 47, 51, 54-57, 87, 89, 91-95, 116,
121, 127-128, 130-132, 149-150,
154, 156-157, 170, 172-175, 178,
180-190, 192, 195, 197-200, 211-
212, 219, 221-222, 231, 233
Troia (sito) 13, 75, 79, 81, 95, 130, 157, 233, 248
Trueti-uguieta (sito) 25, 31-33, 35, 37-
38, 44, 49, 51, 86-87, 95, 99, 109,
111-113, 115-116, 124, 127, 129,
130-131, 134-137, 157, 163, 221
228-229, 231, 233, 251, 255, 279,
282, 287, 290
Tsaravopoulos, Aris (archeologo) 22, 129, 157,
248
Tsonev, Tsonko (archeologo) 47, 55
Tsvek, Elena V. (archeologo) 16-17, 24,
116, 131, 155, 157
Tudose, Senica (v. urcanu S.)
Tulcea (distretto) 21
Turcmenia 14
Turchia 52, 122, 128, 192
Turda/Tordos (sito e cultura) 17, 26, 95-96, 109-
111, 116, 120, 129, 131, 140-141, 221

igneti 230, 251
urcanu, Senica (archeologo) 42, 45, 51, 57,
117-118, 129, 232

Ucraina 12-13, 47, 54, 56-57, 60, 89, 92, 109,
121, 149, 156, 171, 179, 181, 185-186,
192, 196, 198-199, 217, 222, 231
Uivar (sito) 108, 133
Uman (regione) 183
Ungheria 46, 72, 76, 114, 122, 173, 192
Ungureanu, Aurelia (archeozoologo) 56
Urecheni (sito) 251, 291
Urfa (regione) 128
URSS 20, 156, 189
Ursachi, Vasile (archeologo) 232
Ursu, Constantin Emil (archeologo) 232
Ursulescu, Nicolae (archeologo) 13-14, 19, 24,
35, 51, 57, 71-74, 81-89, 91-92, 95-96,
115, 119-128, 131-132, 142, 145-147,
156, 176, 178-179, 186, 189-190, 195,
221, 223, 225, 232-233
Usatovo (cultura) 16

Valacchia (provincia storica) 26, 92
Valea Lupului (sito) 30, 170, 171, 229, 251,
274, 284, 286
Vartic, Ion (pubblicista) 108, 132
Vasiliu, Ioan (archeologo) 232
Vaslui (distretto e localit) 31, 35, 156, 229,
231-232, 241, 251, 296
Vdastra (cultura) 26
Vleanu, Cornel Mdlin (geologo) 13, 19,
23-24, 45, 51, 57, 131-132, 233
Vleni (sito) 62, 150, 229, 251
Vrvreuca (sito) 151, 171
Veneto (regione) 73
Venezia Giulia (regione) 73
Vera, Frans (archeozoologo) 30, 36
Vermeti (sito) 251
Vest-Mgor (sito) 114, 108, 122, 123
Vicino Oriente 13-14, 50-51, 72, 77-78, 108, 124
Videjko, Mikhajlo Ju. (archeologo) 45, 46,
49, 57, 150, 157, 178-181, 184, 185,
190, 195-199
Vidmar T. (fisico) 56
Vidra (sito) 116
Vienna (localit) 13, 260
Viioara (sito) 230, 251
Vina (cultura) 16, 26, 88, 96, 108, 110, 130,
132-133, 140, 141, 178, 190, 221
Vincent A. (archeozoologo) 54
Vinogradova, Natalja M. (archeologo) 150, 157
Vinokur, Iona I. (archeologo) 45, 57
Visentini, P. (archeologo) 79
Vistula (fiume) 47, 59
Vlad, Ana Maria (fisico) 156
Vlassa, Nicolae (archeologo) 88-89, 107
Vldeni (sito) 229, 251
Volhynia (provincia storica) 43, 46-47, 59-
60, 63-64, 150
Volos (localit) 73, 82
Volokoe (sito) 49
Vorniceni (sito) 45, 56, 168, 276, 284, 287,
288, 291
Voroshylivka (sito) 184
Vrancea (distretto) 230, 242, 251
Vrbianska uka (sito) 108, 111
Vries, Nanny M.W. de (storico) 80
Vrac-At (sito) 140-141
Vrnik (sito) 140
Vuedol (cultura) 21, 119
Vulpe, Alexandru (archeologo) 22, 224
Vulpe, Radu (archeologo) 14, 16, 24, 148,
233, 253
Vultureni (sito) 251, 291

Walker, Elizabeth A. (archeologo) 40, 57
Wechler, Klaus-Peter (archeologo) 27
Weisshaar, Hans Joachim (archeologo) 73, 81
Werteba (grotta) 12
Wescott, David (archeologo) 40, 57
Whittle, Alasdair (archeologo) 222
Wilke, Georg (archeologo) 12, 24




INDICE GENERALE
307
Winn, Shan Michael M. (archeologo) 89,
117, 120, 125, 132, 187, 190
Worsaae, Jens Jacob Asmussen
(archeologo) 12, 24

Yangshao (cultura) 154
Yerkes, Richard W. (fisico) 40, 57

Zaharia, Emilia (archeologo) 233
Zaharia, Eugenia (archeologo) 14, 204, 209,
212, 254
Zaharia, Neculai (archeologo) 233
Zahlhaas, Gisela (archeologo) 128
Zau (sito) 109, 133, 124
Zayets, Ivan I. (archeologo) 184, 190
Zbenovi, Vladimir G. (archeologo) 27, 45,
57, 111, 132, 134
Zeus (dio) 92
Zorko B. (fisico) 56
vanec-orb (sito) 49







308
ABBREVIAZIONI



AAC Acta Archeologica Carpathica, Krakw.
AMM Acta Moldavie Meridionalis, Museo di Storia tefan cel Mare di Vaslui.
AMN Acta Musei Napocensis, Museo di Storia della Transilvania, Cluj-Napoca.
AnB Analele Banatului, Museo di Storia del Banato, Timioara.
ArhMold Arheologia Moldovei, Istituto di Archeologia di Iai.
AUI Analele tiinifice ale Universitii Al. I Cuza din Iai (serie nou).
AVA Allgemeinen und Vergleichenden Archologie, Bonn.
BAI Bibliotheca Archaeologica Iassiensis, Istituto di Archeologia di Iai.
BAM Bibliotheca Archaeologica Moldaviae, Istituto di Archeologia di Iai.
BAR British Archaeological Series, Archaeopress, Oxford.
BHAB Bibliotheca Historica et Archaeologica Banatica, Museo della Storia di
Banato, Timioara
BMA Bibliotheca Memoriae Antiquitatis, Complesso Museale della Provincia di
Neam, Piatra Neam.
BMN Bibliotheca Musei Napocensis, Museo di Storia della Transilvania, Cluj-
Napoca.
BSPF Bulletin de la Socit Prhistorique Franaise, Paris.
CCDJ Cultur i civilizaie la Dunrea de Jos, Museo di Basso Danubio,
Clrai.
CercArh Cercetri Arheologice, Museo Nazionale di Storia della Romania,
Bucaresto.
CercIst Cercetri Istorice, Museo di Storia della Moldova, Iai.
Cronica Cronica cercetrilor arheologice din Romnia. Campania , Bucaresto.
Dacia Dacia. Recherches et dcouvertes archologiques en Roumanie,
Bucarest.
Dacia, N.S. Dacia. Revue d`Archologie et d`Histoire ancienne, Nouvelle Srie,
Istituto di Archeologia Vasile Prvan di Bucaresto (1957-).
DIVR Dicionar de istorie veche a Romniei (coord. D. M. Pippidi), Bucaresto.
Dolgozatok Dolgozatok az Erdly Nemzeti Myeum rem- s Rgisgtrbl, Cluj.
ERAUL Etudes et Recherches Archologiques de lUniversit de Lige.
ETC nciclopedija tripilskoj civilizacii (red. M. J u. Videjko), t. I-II, Kiev.
JBLM Jahrbuch des Bukowiner Landes-Museums, Czernowitz/Cernui.
JMV Jahresschrift fr mitteldeutsche Vorgeschichte, Halle/Salle.
KSIA Kratkie soobenija Instituta Arkheologii AN USSR, Moskva.
KSIIMK Kratkie soobenija Instituta Istorii Materialnoj Kultury AN SSSR,
Moskva-Leningrad.
MAGW Mitteilungen der Anthropologischen Gesellschaft in Wien.
Mannus Mannus. Zeitschrift fr Deutsche Vorgeschichte, Wrzburg-Leipzig.
Materiale Materiale i cercetri arheologice, Bucaresto.
MemAnt Memoria Antiquitatis. Acta Musei Petrodavensis, Complesso Museale di
Distretto di Neam, Piatra Neam.
MIA Materialy i issledovanija po arkheologii SSSR, Moskva-Leningrad.
PAS Prhistorische Archologie in Sdosteuropa, Sdosteuropa-Gesellschaft,
Mnchen.
PZ Praehistorische Zeitschrift, Berlino New York.
RSP Rivista di Scienze Preistoriche, Firenze.

309
SA Sovetskaja arheologija, Moskva.
SAA Studia Antiqua et Archaeologica, Universit Al. I. Cuza di Iai.
SCIV(A) Studii de istorie veche (i arheologice), Istituto di Archeologia Vasile
Prvan di Bucaresto.
TD Thraco-Dacica, Istituto Romeno di Thracologia, Bucaresto.
ZfE Zeitschrift fr Ethnologie, Berlino.

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