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MANUALE DEL PROCESSO CIVILE


PARTE 1: I PROCESSI GIURISDIZIONALI-DISPOSIZIONI GENERALI
SEZIONE 1: IL GIUDICE
Capitolo 1 La Giurisdizione
Nel nostro ordinamento la tecnica privilegiata di risoluzione della controversia il ricorso al giudice, la cui funzione
essenziale per realizzare la tutela dei diritti.
Giurisdizione indica il potere del giudice, mentre competenza indica la misura di questo potere. Lart.102co.1 Cost.
stabilisce che "la funzione giurisdizionale esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme
sull'ordinamento giudiziario" e lart.1 del codice di procedura civile precisa che "la giurisdizione civile, salvo speciali
disposizioni di legge, esercitata dai giudici ordinari, secondo le norme del presente codice". Entrambe queste norme
rinviano a due nozioni fondamentali, quella di giurisdizione e quella di giudice.
La giurisdizione, emanazione della sovranit, una delle funzioni fondamentali dello Stato. Le funzioni e gli organi che
attuano la sovranit si articolano nella triplice classificazione: legislazione, amministrazione e giurisdizione. I diversi
organi del "potere" sono stati, a loro volta, denominati "poteri", configurando un potere legislativo, un potere
amministrativo (o governativo) e un potere giudiziario. Perci, lo Stato rivendica il monopolio della giurisdizione, non
ammettendo che istituti o persone diverse possano istituire giudici, come avveniva in passato. Da ci ne consegue che,
se la giurisdizione esercizio di un potere sovrano, lo Stato pu investirne solo un giudice suo funzionario che pu
esercitare l'autorit dello stesso Stato.
Cos, si sono formati tanti autonomi ed indipendenti sistemi giurisdizionali quanti sono gli Stati nazionali. Il
coordinamento fra i diversi sistemi si deve realizzare su base territoriale: ogni Stato deve riconoscere gli altri Stati
come sovrani, entro i limiti dei rispettivi territori. Cos, sovranit, territorio e giudizio sono 3 nozioni collegate: la
giurisdizione si estende tanto quanto la sovranit. Per evitare poi, l'isolamento e per soddisfare le esigenze legate al
commercio e al traffico internazionali, allo Stato non rimaneva che ricorrere allo strumento convenzionale. Infatti, nel
XX secolo si registrato un ricorso sempre pi forte alle convenzioni internazionali, in tema di procedura civile ed
assistenza giudiziaria.
Dalla seconda met del XX secolo si registrata una forte evoluzione. A causa del processo di globalizzazione, oggi vi
sono giudici i cui poteri non sono riconducibili alla sovranit statale e le cui sentenze hanno l'efficacia diffusa e
territorialmente non limitata. Si assistito di conseguenza a piccole progressive diminuzioni della sovranit dello stato
e del suo monopolio sulla giurisdizione.
All'idea di "giudice" coessenziale quella di organo indipendente e imparziale: il giudice non appartiene a nessuno.
Tali non possono essere i giudici funzionari interni allo Stato, ad esso legati da un rapporto di dipendenza burocratica,
soprattutto nel vasto contenzioso che oggi contrappone i privati allo Stato.
Il giudice ha la propria legittimazione nella propria base culturale e nella sua professionalit. Per questo aspetto, il
giudice trova la sua legittimazione nel processo, anzi nel "giusto" processo. Il giudice deve quindi possedere tre
caratteristiche fondamentali: professionalit, indipendenza ed imparzialit.
Lindipendenza del potere giudiziario un corollario del pi generale principio della separazione dei poteri, che, a sua
volta, il concetto base dello Stato di diritto.
L'indipendenza deve essere distinta dall'imparzialit, che una caratteristica propria del giudice e dei suoi ausiliari. Il
P.M., i difensori e i rispettivi ausiliari sono, invece, operatori giudiziari indipendenti, ma non imparziali. L'indipendenza
del giudice pu contribuire a garantirne limparzialit, che il cardine della giustizia e indica che il giudice si colloca in
una posizione equidistante nei confronti delle parti, non ha un interesse personale nella causa e non si gi
pronunciato sulla fattispecie in una diversa fase del processo (C.Cost. n.155/1996).
La giurisdizione presuppone un illecito, cio la violazione di un dovere imposto da una norma. La giurisdizione
reazione allillecito ed ha una funzione sanzionatoria, ripristinatoria dellordine giuridico violato e, a volte, una
funzione sostitutoria nell'ipotesi in cui l'attivit del giudice si sostituisca a quella della parte inerte o inottemperante.
Si distingue la giurisdizione penale, che preposta allirrogazione delle sanzioni penali, e la giurisdizione civile, che
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preordinata alla tutela dei diritti soggettivi sostanziali. Entrambe queste giurisdizioni, nel sistema giudiziario italiano,
sono attribuite ai giudici ordinari, istituiti secondo le norme dell'ordinamento giudiziario e muniti delle garanzie
previste dalla Costituzione (artt.104 ss.).
La Costituzione, allart.102, vieta l'istituzione di nuovi giudici straordinari e di giudici speciali, ci nonostante la
Costituzione riconosce alcune giurisdizioni speciali: le giurisdizioni amministrative; contabili e militari; la giurisdizione
costituzionale; giurisdizione tributaria.
Il nostro ordinamento attribuisce al giudice civile, oltre alla giurisdizione civile c.d. contenziosa, un insieme di funzioni
che vanno sotto il nome di giurisdizione volontaria. La giurisdizione civile contenziosa, preposta alla tutela dei diritti
soggettivi, costituzionalmente garantita: "tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti". Le forme di
tutela possibili sono 3:
- tutela cognitiva: diretta ad individuare le regole di comportamento in una determinata situazione: tutte le volte in
cui tra le parti si controverta se un dato comportamento sia doveroso o meno, il giudice determina i rispettivi diritti e
doveri;
- tutela esecutiva: si realizza attraverso il processo di esecuzione; si ha nel caso in cui la tutela cognitiva si rivela
insufficiente, cio il soggetto condannato persiste nel suo comportamento, nonostante la condanna subita;
- tutela cautelare: viene realizzata attraverso procedure dette procedimenti cautelari e serve per evitare che durante
il processo, scompaia o diminuisca l'interesse delle parti ad ottenere la tutela giurisdizionale.
Riguardo alla tutela cognitiva, oggi la pretesa dello Stato di esercitare il monopolio della tutela giurisdizionale appare
superata. Invece, la tutela esecutiva e quella cautelare tuttora mantengono un carattere statuale, cio vengono
assicurate dal giudice nazionale.
Nel delineare le grandi linee dellorganigramma della giustizia civile, bisogna distinguere 2 livelli di giurisdizioni:
1) a livello europeo deve essere considerato il sistema di giustizia istituito a Lussemburgo. Ai giudici dellU.E.
sono attribuiti compiti e funzioni molto diversi tra loro. Essi sono giudici internazionali, giudici costituzionali,
giudici amministrativi ed anche e soprattutto giudici civili. Gli organi investiti della giurisdizione europea
sono attualmente 3: camere giurisdizionali (o tribunali specializzati), il tribunale e la corte di giustizia. I
giudici dellU.E. hanno un mandato a tempo (6 anni) e sono scelti fra giuristi di grande livello.
A livello europeo deve essere considerata anche la Corte Europea dei diritti dell'uomo, la c.d. Corte di
Strasburgo, che svolge soprattutto una funzione di "controllo". Anche i giudici di Strasburgo hanno un
mandato temporaneo e vengono scelti fra giuristi di alta professionalit.
2) A livello nazionale i giudici a cui devoluta la giurisdizione civile sono strutturati secondo questo schema:
a) i giudici di primo grado sono 2:
il giudice di pace: organo monocratico, perch formato da un solo membro; giudice onorario: non legato da uno
stabile rapporto di impiego con l'amministrazione della giustizia; il suo compenso era portato al lavoro svolto. Il
giudice di pace dura in carica 4 anni ed riconfermabile per un uguale periodo. La sua professionalit garantita solo
dal possesso della laurea in giurisprudenza, completata da corsi di formazione e di aggiornamento. L'ambito
territoriale della sua giurisdizione detto mandamento.
Il tribunale organo monocratico con riserva di collegialit: infatti, di norma giudica in composizione monocratica,
ma la decisione collegiale in alcune cause specifiche. Il tribunale formato da un presidente e da un numero
variabile di giudici. Di solito, si tratta di giudici "togati", legati da uno stabile rapporto di servizio all'amministrazione
della giustizia, la cui professionalit assicurata dal reclutamento attraverso pubblico concorso e soprattutto dalla
Scuola superiore della Magistratura, che ha il compito istituzionale del tirocinio e della formazione dei vincitori del
concorso e anche del successivo aggiornamento professionale dei magistrati. E articolato al suo interno in pi sezioni
alle quali destinato un presidente di sezione e un numero variabile di giudici. Alla sezione affidata la trattazione di
determinati affari. Sono state anche istituite sezioni distaccate in sedi diverse per la trattazione delle sole cause
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attribuite al tribunale in composizione monocratica. L'ambito territoriale della giurisdizione del tribunale viene detto
circondario, mentre l'ambito territoriale della sezioni distaccate detto circoscrizione.
b) In secondo grado, l'appello contro le sentenze dei giudici di pace, si propone al tribunale, che l'unico
organo che svolge funzioni sia di primo che di secondo grado. L'appello contro le sentenze del tribunale va
proposto invece alla Corte d'appello, che organo collegiale che giudica nella composizione di 3 magistrati (il
presidente e 2 consiglieri), salvo l'integrazione da parte di esperti nelle relative sezioni specializzate. L'ambito
territoriale della giurisdizione della Corte detto distretto.
c) In ultime istanza previsto il ricorso alla Corte di Cassazione, organo collegiale formato solo da magistrati
togati, di solito 5 o 9. Al suo interno, essa strutturata in sezioni di cui attualmente 5 dedicate al civile. La
Corte, presieduta dal Primo Presidente e formata dal Presidente aggiunto, dai Presidenti di sezione e dai
Consiglieri, si serve di magistrati di alta professionalit. La valutazione della professionalit assicurata da
corsi di aggiornamento professionale indetti dalla Scuola superiore e dal sistema dei concorsi per l'accesso
alle funzioni di legittimit e per il conferimento degli incarichi direttivi. Per, prevista anche la nomina
diretta "per meriti insigni" a consigliere di professori ordinari di Universit in materie giuridiche o di avvocati
che abbiano 15 anni di esercizio e siano iscritti negli albi speciali per le giurisdizioni superiori. La Corte di
Cassazione ha sede in Roma e giurisdizione sull'intero territorio nazionale.
La causa civile pu avere prolungamenti davanti a Corti diversi; ad es., la c.d. pregiudiziale comunitaria e la c.d.
pregiudiziale costituzionale.
Capitolo 2 I limiti della giurisdizione Civile
La giurisdizione del giudice italiano presenta 2 tipi di limiti: un limite esterno tutte le volte in cui si profila il difetto di
giurisdizione del giudice italiano, per essere la controversia devoluta ad un giudice europeo o ad un giudice di altro
Stato; un limite interno, nell'ipotesi di difetto di giurisdizione del giudice adito per essere, la cognizione della
controversia, riservata ad altro giudice dello Stato italiano.
In seguito all'apertura dei mercati e alla moltiplicazione degli scambi, le questioni di giurisdizione pi frequenti e pi
complesse riguardano oggi proprio i limiti esterni della giurisdizione.
Oggi complesse normative di diverse origini (internazionali, europee e nazionali) provvedono al coordinamento
dell'esercizio della giurisdizione nei diversi ordinamenti, bilanciando gli elementi di estraneit con i criteri di
collegamento. Cos, il limite esterno della nostra giurisdizione risulta da diversi sistemi di regole di riparto della
giurisdizione, detti anche sistemi di riparto della competenza giurisdizionale.
Le 2 componenti dei rapporti fra giudici italiani e giudici europei sono: il sistema giurisdizionale di Lussemburgo e
quello di Strasburgo.
Riguardo il sistema giurisdizionale del Lussemburgo, mentre il giudice italiano munito, nel civile, di giurisdizione
generale e completa, ma residuale, il giudice dellU.E. ha una giurisdizione limitata, sia riguardo le materie che devono
essere attribuite dallordinamento o europeo, sia riguardo le forme civilistiche di tutela.
La Corte di Strasburgo la Corte d'Europa dei diritti dell'uomo. Essa giudica non solo sulla regolamentazione
legislativa, ma anche sullo svolgimento concreto del processo. La giurisdizione di Strasburgo ha carattere di
sussidiariet e svolge la funzione di controllo delle sentenze nazionali di ultima istanza. Infatti, il riparto di
giurisdizione viene fatto sulla base della regola del previo esaurimento delle vie di ricorso interne.
Per quanto riguarda invece il riparto tra giudici italiani ed esteri bisogna distinguere a seconda che il problema di
riparto si fonda nello spazio giudiziario europeo o fuori di esso. Se si tratta di giudici di altri Stati membri dell'Unione
Europea, si fa riferimento ai criteri uniformi di attribuzione della giurisdizione ai giudici degli stati membri, fissati dal
Regolamento CE n.44/2001 del Consiglio. Se si tratta del rapporto fra giudici italiani e giudici di Stati che non fanno
parte dellU.E., in mancanza di specifiche convenzioni internazionali, i criteri di riparto vengono desunti dalla l.
n.218/1995 sul diritto internazionale privato.
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Proroga significa attribuzione della giurisdizione ai giudici di uno Stato, che altrimenti ne sarebbero privi. Deroga
indica l'esclusione della giurisdizione dei giudici di altro Stato, che altrimenti ne sarebbero muniti. Quindi, si tratta di
accordi delle parti con effetto attributivo (proroga) o preclusivo (deroga) della giurisdizione.
Nello spazio giudiziario europeo, le parti possono convenire di attribuire la giurisdizione a giudici diversi da quelli
previsti dal Regolamento. Per, la clausola attributiva della giurisdizione deve essere stipulata in forma scritta o
confermata per iscritto. La forma scritta comprende qualsiasi comunicazione con mezzi elettronici, purch permetta
una registrazione durevole della clausola (art.23).
Il riparto di giurisdizione fra giudici di diversi Stati non sempre si risolve nell'indicazione di un unico giudice statuale,
ma spesso si hanno giudici diversi. Ci favorisce la pratica del c.d. forum shopping, cio la scelta del foro ad opera
della parte. Di solito, l'attore, o meglio il suo avvocato, che, considerati vantaggi e svantaggi di ogni foro possibile,
sceglie quello a lui pi utile. Il fenomeno del forum shopping ammesso dalle regole comuni in tema di giurisdizione
ed espressione della libera determinazione delle parti; per, in alcuni casi, questa scelta pu tradursi in pratiche
scorretta e utilizzazioni abusive del processo. Ci soprattutto quando la scelta del foro viene fatta in base a criteri di
collegamento c.d. esorbitanti, cio a collegamenti non significativi tra la controversia e il giudice prescelto. Perci, c'
la necessit di uniformare e armonizzare le diverse giurisdizioni e di limitare e orientare la possibilit di scelta del foro.
In quest'ottica gi c la tendenziale esclusivit che il Regolamento Bruxelles I attribuisce alla proroga della
giurisdizione; poi ci sono altre norme comuni previste dal Regolamento come, ad es., quella sulla pregiudizialit, la
litispendenza e la connessione internazionale.
Sono forme di collaborazione internazionale fra giudici di diversi ordinamenti:
- si ha litispendenza quando la stessa causa pende contemporaneamente davanti a giudici diversi. Essa
caratterizzata da 3 elementi: personae, petitum e causa petendi. Pi cause identiche vanno identificate in base a
questi elementi soggettivi e oggettivi della domanda. Se la stessa causa pende davanti a giudici di due diversi Stati si
in presenza della litispendenza internazionale. A questo punto, il giudice successivamente adito sospende d'ufficio il
processo finch sia stata accertata la competenza del primo giudice. Per stabilire il giudice preventivamente adito, in
tutta Europa, il momento iniziale della pendenza della lite viene ricollegato a seconda della procedura o alla notifica
della domanda giudiziale o al suo deposito. Quando si tratta di litispendenza fra giudice italiano e giudice di altro
Stato, che non membro dellU.E., si applica lart.7 l. n.218/1995. In questo caso, la litispendenza non rilevabile
d'ufficio, ma deve essere eccepita da una delle parti.
- Il giudice adito deve procedere all'esame delle questioni a lui devolute secondo un ordine logico. Le questioni
pregiudiziali sono un antecedente necessario che condiziona la risoluzione della questione principale a lui sottoposta.
A volte, la questione pregiudiziale pende avanti a un giudice diverso da quello adito per la questione principale: se si
tratta di un giudice di altro Stato, si parla di pregiudizialit internazionale. Il giudice italiano pu sospendere il
giudizio civile pendente avanti a lui, tutte le volte in cui un giudice straniero deve risolvere una controversia
pregiudiziale dalla cui definizione dipende la decisione della causa pendente in Italia. Una volta divenuta efficace in
Italia la sentenza straniera, il processo sospeso dovr essere riassunto entro 6 mesi.
- La connessione caratterizzata dalla presenza di cause diverse che presentano, per, qualche elemento in comune,
che pu riguardare o i soggetti oppure il petitum e la causa petendi. In presenza di pi cause connesse proposte
davanti a diversi giudici di Stati U.E., il giudice successivamente adito pu sospendere il processo e dichiarare il proprio
difetto di giurisdizione.
La giurisdizione deve essere accertata riguardo alla domanda proposta dalla parte e nel momento della sua
proposizione. L'eventuale difetto di giurisdizione del giudice italiano perch la controversia devoluta ad un giudice
di altro Stato (ex art.11 l.218/1995) rilevabile d'ufficio, in ogni stato e grado del processo, in 3 ipotesi: 1) se il
convenuto contumace, cio non si costituito in giudizio; 2) se si tratta di azioni reali aventi ad oggetto beni
immobili situati all'estero; 3) se la giurisdizione italiana esclusa per effetto di una norma internazionale.
Il giudice pu rilevare d'ufficio il difetto di giurisdizione, finch sul punto non si sia formato il giudicato interno.
Il regolamento di giurisdizione nato come strumento a disposizione della p.a. per paralizzare l'attivit
giurisdizionale, poi si evoluto in strumento di economia processuale per ottenere nel pi breve tempo possibile la
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risoluzione delle questioni di giurisdizione. detto regolamento preventivo di giurisdizione, perch permette alle
parti di investire direttamente della questione la Corte di Cassazione, senza attendere che il giudice di primo grado si
pronunci e che poi vengano esperite le impugnazioni ordinarie, che, solo in ultima istanza, approdano in Cassazione.
Il regolamento di giurisdizione non un mezzo di impugnazione, perch non presuppone una decisione da contestare
n implica soccombenza. Riguardo all'ambito di applicazione, il regolamento possibile solo nei processi a cognizione
piena, con esclusione dei processi sommari e di quelli cautelari. Riguardo ai processi a cognizione piena si pone il
problema di determinare i tempi di proponibilit del regolamento: il termine iniziale e il termine finale. Riguardo al
termine iniziale, il regolamento non proponibile finch non penda la causa rispetto alla quale bisogna stabilire a chi
spetti la giurisdizione; e la causa non pende finch non notificata la citazione o depositato in cancelleria il ricorso con
cui inizia il processo. Riguardo al termine ultimo, il regolamento non pu proporsi "finch la causa non sia decisa nel
merito in primo grado" (art.41). Con il regolamento possono essere sollevate le questioni relative al limite esterno
della giurisdizione del giudice italiano; esso pu essere utilizzato anche per regolare i rapporti fra giudici ordinari e
giudici speciali, soprattutto il giudice amministrativo; ed anche i rapporti fra giudice ordinario e pubblica
amministrazione. L'istanza di regolamento di giurisdizione va proposta dalla parte, rappresentata da avvocato
abilitato a difendere in cassazione, munito di procura speciale, con ricorso alle Sezioni Unite della Cassazione. Il ricorso
va notificato e depositato secondo le previsioni generali. La decisione, previa requisitoria scritta dal pubblico
ministero, pronunciata con ordinanza.
Capitolo 4 La Competenza
Nel nostro sistema giurisdizionale esistono molti organi decentrati nel territorio ce hanno la qualifica di giudice
ordinario, occorre quindi individuare il giudice ordinario che sia investito della singola causa civile. La decisione si
articola in tre direzioni: in primo luogo si pone la questione della ripartizione verticale (tra giudice di pace e tribunale)
e quella orizzontale (tra i rispettivi uffici dislocati nelle varie sedi). In secondo luogo molti uffici hanno sedi distaccate.
E infine lufficio giudiziario pu essere formato anche da pi sezioni e da pi giudici, in questi casi sorge anche il
problema dellassegnazione delle cause allinterno dellufficio giudiziario. Secondo quanto stabilito dalla legge il
giudice deve essere precostituito, ossia individuato in base a parametri determinati dalla legge, eliminando ogni forma
di discrezionalit, nel rispetto del criterio di imparzialit. I criteri in base ai quali viene individuato il giudice sono tre:
due in senso verticale (per materia e per valore) ed uno in senso orizzontale (per territorio). La competenza per
materia riguarda la natura delle controversie; la competenza per valore, il valore economico di essa (sono affidate al
giudice di pace le controversie di valore inferiore ai 2582 euro, salvo che sia previsto diversamente). La competenza
per territorio consiste nel fatto che, una volta stabilito se debba essere adito il tribunale o il giudice di pace, si deve
decidere il foro al quale rivolgersi sul territorio dello stato. I criteri di competenza per territorio sono: il foro generale
(il luogo dove il convenuto ha la residenza o il domicilio, se questi sconosciuti la dimora). Il foro generale delle persone
giuridiche il luogo in cui esse hanno la sede ho uno stabilimento o un rappresentante autorizzato a stare in giudizio.
Oltre al foro generale sono previsti due fori speciali: facoltativi ed esclusivi. Una volta determinato il giudice
competente, ferma linderogabilit della competenza per materia e per valore, le parti possono derogare alla
competenza per territorio.
Al tema della competenza si collegano gli istituti della litispendenza e della connessione.
La litispendenza consiste nella pendenza della stessa causa davanti a giudici diversi. Per giudici diversi si intendono di
diversi uffici giudiziari (es. Tribunale di Roma e Napoli). La causa si ritiene pendente dalla notificazione della citazione,
mentre momento finale della pendenza il passaggio in giudicato della sentenza. Una volta stabilita la litispendenza il
giudice adito dopo deve dichiararla con sentenza e cancellare la propria causa dal ruolo. Avverso la sentenza che
dichiara o nega la litispendenza si pu fare ricorso mediante regolamento di competenza.
La continenza una specie di litispendenza parziale, perch consiste in una semplice differenza quantitativa del
petitum tra cause coincidenti nelle persone e nella causa petendi. La continenza rilevabile anche dufficio e il giudice
preventivamente adito se competente su entrambe le cause decider su entrambe, quindi, il secondo dovr declinare
la competenza e rimettergli la causa, viceversa se ad essere competente dovesse essere il secondo giudice. La
sentenza che decide la continenza impugnabile mediante regolamento di competenza.
Per ragioni di economia processuale e per evitare sentenze contrastanti, il codice prevede, mediante listituto della
connessione, di cumulare pi cause nello stesso processo che abbiano lo stesso oggetto (cumulo oggettivo) o lo
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stesso soggetto (cumulo soggettivo). Tale tipo di connessione viene detta propria per contrapporla a quella impropria
che si ha quando pi cause dipendano dalla decisione di una identica questione. Lincompetenza per ragioni di
connessione non pu essere rilevata dalle parti o dufficio dopo la prima udienza.
Secondo un criterio generale tutte le questioni di competenza vanno rilevate solo nella fase iniziale del processo. Si
distingue a seconda che si tratti di incompetenza per materia, valore o territorio inderogabile (in tali essa pu essere
rilevabile sia dal convenuto che dufficio dal giudice entro la prima udienza) o che si tratti di incompetenza per
territorio derogabile (in tal caso il convenuto deve formulare tale eccezione nella comparsa di risposta).
Il regolamento di competenza uno strumento ideato per ottenere rapidamente una decisione vincolante sulla
competenza. Esso rivolto contro le sentenze che decidono la competenza ed un mezzo di impugnazione. Pu
essere dufficio ed ad istanza di parte. Quando si propone regolamento di competenza i termini per limpugnazione
ordinaria si sospendono in attesa che si sia deciso su di esso. Se invece proposta per prima limpugnazione ordinaria,
le altre parti possono proporre il regolamento di competenza e in questo caso limpugnazione ordinaria resta sospesa.
Il procedimento per il regolamento di competenza simili a quello per il ricorso in cassazione e ricalca a grandi linee il
suo schema.
In ogni caso le regole di competenza sono strumenti per attuare il principio del giudice naturale precostituito per
legge. Una volta individuato lorgano competente, bisogna ripartire le varie cause tra la se centrale e quelle distaccate,
bisogna stabilire se la causa deve essere decisa da un organo collegiale o monocratico, occorre decidere la sezione
qualora il tribunale sia diviso in sezioni, infine bisogna assegnare la causa ad un determinato giudice persona fisica.
Tutte queste operazioni riguardano la ripartizione delle cause allinterno dellufficio giudiziario competente e vengono
dette di competenza interna. Alle sedi centrali sono riservate le cause in cui il tribunale giudica in composizione
collegiale e quelle di lavoro e previdenza; mentre alle sedi distaccate vanno le cause in cui si giudica in composizione
monocratica. Di regola il tribunale decide in composizione monocratica, la collegialit circoscritta alle cause in cui
necessario lintervento del PM, le cause fallimentari e quelle sulla responsabilit dei magistrati. Sullerrore nel riparto
tra giudice collegiale e monocratico non pu essere proposto regolamento di competenza. Riguardo il problema
dellassegnazione delle cause ad una o pi persone fisiche, il legislatore conferisce ai capi poteri discrezionali per
quanto concerne la distribuzione degli incarichi allinterno degli uffici giudiziari, mediante criteri predeterminati
attraverso circolari del CSM che sono andate a costituire quello che oggi viene definito sistema tabellare.
Capitolo 5 Poteri Doveri e Responsabilit Del Giudice E Dei Suoi Collaboratori
Il giudice per pronunciare sulla causa deve seguire le norme di diritto, salvo che la legge gli attribuisca il potere di
decidere secondo equit. Ci avviene mediante lapplicazione da parte del giudice non soltanto della legge italiana, ma
anche di quella comunitaria, delle consuetudini, degli usi e delle norme deontologiche. Riguardo il rapporto tra il
giudice e la legge si sono sviluppati storicamente due filoni di pensiero: un primo che vede il giudice come portavoce
fedele della legge; il secondo filone invece attribuisce al giudice un potere creativo del diritto. Anche se nelloperato
del giudice c sempre un elemento di riflessione e di ponderazione, nella maggior parte dei casi il giudice svolge un
lavoro di tipo vincolato, che consiste nellindividuazione della norma applicabile al caso concreto e nella conseguente
applicazione. Soltanto in alcuni casi di minoranza si aprono al giudice spazi interpretativi nellambito dei quali il lavoro
del giudice e di tipo discrezionale.
Come gi anticipato il giudice, solitamente, decide secondo diritto, ma a volte lordinamento gli conferisce il potere di
decidere secondo equit che pu aversi in due forme: formativa, quando la regolamentazione del caso viene affidata
completamente al potere equitativo del giudice; integrativa quando il giudice si limiti ad integrare equitativamente
quelle che sono le disposizione date dallordinamento e le loro eventuali lacune. E stabilito inoltre che le parti, a
condizione che la controversia verta su diritti disponibili, possano concordare che il giudice decida secondo equit, si
parler in tal caso di equit concordata. Lequit necessaria quella invece del giudice di pace che decide secondo
equit tutte le cause dal valore inferiore ai 1100 euro.
E imparziale il giudice che non ha alcun interesse personale nella causa e non si precedentemente pronunciato sulla
stessa. Il principio dellimparzialit del giudice stato elevato a principio di rango costituzionale e sono stati istituiti gli
istituti dellastensione e della ricusazione a garanzia di esso. Lastensione pu essere obbligatoria o facoltativa,
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facoltativa qualora il giudice abbia idee religiose, politiche ecc che possano incidere sulla decisione della controversia
che chiamato a dirimere, invece obbligatoria tutte le volte che il giudice abbia legami di parentela o affettivi o di
inimicizia con le parti o abbia un interesse nella controversia. La ricusazione si ha in tutti i casi in cui sia configurabile
astensione obbligatoria del giudice e questultimo non si sia astenuto. Essa si propone con ricorso prima delludienza
nella quale il magistrato avr il primo contatto con le parti. Il ricorrente in caso di rigetto potr essere condannato a
sanzione pecuniaria e la decisione non impugnabile.
In tema di responsabilit del giudice bisogna distinguere tra responsabilit penale, civile e disciplinare. Se il fatto,
infatti costituisce reato il giudice ne risponder come ogni cittadino in sede penale, dove il danneggiato potr
costituirsi come parte lesa per un eventuale risarcimento del danno; se il fatto non costituisce reato, lazione di
risarcimento va indirizzata non contro il giudice ma contro lo stato e pi precisamente presso il presidente del
consiglio dei ministri. Nella causa il giudice potr intervenire, competente il tribunale in composizione collegiale
vicino al distretto in si svolta la condotta dannosa. La responsabilit sanzionabile circoscritta ai casi di dolo e colpa
grave. Solo dopo aver risarcito il danno lo stato potr rivalersi sul giudice nei casi esclusivi di dolo del giudice. La
responsabilit civile si collega a quella disciplinare nel senso che il titolare dellazione disciplinare terr conto di un
eventuale condanna al risarcimento.
Lattivit del giudice richiede la collaborazione di altri soggetti, sia inseriti nella struttura dellufficio in cui il giudice
esercita la giurisdizione (cancelliere ed ufficiale giudiziario) sia al di fuori di essa (consulenti tecnici, custodi). Al
cancelliere sono attribuiti diversi compiti quali: lattivit di documentazione, redigere processo verbale di ci che
avviene in udienza ed al di fuori di essa, formare e conservare i fascicoli di parte e dufficio, provvedere alle
comunicazioni e notificazioni prescritte dalla legge al giudice. Egli un dipendente statale.
Anche lufficiale giudiziario un dipendente dello stato ed ha compiti riguardanti la notifica degli atti, lassistenza del
giudice in udienza e funzioni di documentazione. Egli ha, inoltre, attribuzioni di primo piano nel processo di esecuzione
dove assume la figura del protagonista sempre sotto il controllo del giudice. Quando poi necessario il giudice pu
ricorrere al consulente tecnico ed al custode, essi per a differenza dei primi non sono svolgono unattivit
continuativa ma i loro incarichi sono temporanei e remunerati singolarmente.

SEZIONE 2
Capitolo 6 LAzione
SEZIONE II
Le Parti

Le Parti

Oltre al giudice ed ai suoi ausiliari, molti sono i soggetti che compaiono nel processo, alcuni portatori di interessi ed
altri no. Quelli che sono portatori di interessi si definiscono parti ed allo status di parti sono ricollegati una serie di
diritti, doveri, oneri, facolt. Le parti possono essere inoltre necessarie, quali lattore ed il convenuto, ed eventuali
quali gli interventori. Alla parte spetta il compito principale di dare limpulso al processo, poich il giudice non pu
pronunciarsi se non su istanza di parte e non oltre di essa. Il principio dellazione quindi fondamentale nel diritto
processuale civile ed garantito sia a livello europeo dalla carta dei diritti fondamentali delluomo si a livello nazionale
dallart 24 della cost. secondo il quale chiunque pu agire in giudizio per la tutela dei propri diritti soggettivi ed
interessi legittimi.
Al diritto di azione si contrappone il diritto di difesa. E a questi due diritti si ricollega nel rapporto tra attore,
convenuto e giudice il diritto delle parti ad ottenere un provvedimento e quindi una pronuncia del giudice stesso.
Affinch si abbia per diritto allazione sono necessari due generi di presupposti: presupposti processuali e condizioni
dellazione. I presupposto processuali comprendono la giurisdizione e la competenza e la capacit processuale della
parte . Essi consistono in una serie di requisiti minimi costitutivi del dovere del giudice di emanare un provvedimento
sul rito. Le condizioni dellazione, invece, sono requisiti aggiuntivi che permettono al giudice di decidere anche nel
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merito la controversia. Sono da considerarsi condizioni dellazione la legittimazione ad agire e linteresse ad agire.
Riguardo alla prima, occorre dire che legittimato ad agire colui il quale si afferma titolare del diritto per cui chiede la
tutela e legittimato a contraddire colui che si affermi titolare del diritto contrapposto. La legittimazione straordinaria
consiste nel fatto che in alcuni casi tassativamente previsti dal legislatore si possa avere la sostituzione processuale,
ossia agire in giudizio rivendicando in nome proprio un diritto altrui ( il caso del creditore che faccia valere i diritti del
proprio debitore nei confronti di terzi, che il debitore stesso abbia trascurato). Il difetto di legittimazione ad agire
rilevabile in ogni stato e grado del procedimento anche dufficio.
Riguardo invece allinteresse ad agire, esso un altro presupposto del provvedimento di merito. Infatti per proporre o
contraddire una domanda occorre avervi interesse. La necessit che si abbia interesse nel proporre o contraddire
domanda risponde al principio di economia processuale. Si stabilisce che linteresse debba essere diretto, cio
spettare proprio alla persona che agisce e deve essere legittimo e quindi riconosciuto e tutelato dalla legge. Il difetto
di interesse ad agire rilevabile in ogni stato e grado del processo, anche dufficio.
Il nostro sistema processuale improntato il principio della domanda e quindi alliniziativa della parte privata. Tuttavia
in tutti i casi in cui vi sia in gioco un interesse della collettivit il potere delliniziativa attribuito anche allorgano
pubblico quale il PM. Gli uffici del PM sono istituiti quali uffici del procuratore della repubblica presso i tribunali le
corti dappello e la cassazione. Il PM un organo indipendente da qualunque potere, ma a differenza del giudice non
imparziale in quanto portatore nel processo di interessi, e pi precisamente degli interessi della comunit. Tuttavia
nonostante non sia imparziale, poich il suo scopo quello di fare giustizia e di applicare la legge anchegli
considerato organo di giustizia. A differenza del processo penale, nel processo civile il PM pu esercitare lazione
soltanto nei casi tassativi previsti dalla legge e la legittimazione gli pu essere attribuiti a seconda dei casi in maniera
esclusiva o sussidiaria. Quando il PM non possa intraprendere lazione ma soltanto intervenire si parla di PM
interveniente e il suo intervento pu essere a seconda dei casi facoltativo o obbligatorio. In sede di merito il PM
possiede gli stessi poteri che spetterebbero alle parti private se egli pu proporre lazione, se pu intervenire deve
mantenersi nellambito della domanda delle parti. In sede di legittimit, lintervento del PM rester circoscritto
allesposizione di una autorevole opinione. Il PM sta in causa personalmente e non ha bisogno di avvocato e non mai
soccombente. Il magistrato che svolge la funzione di PM soggetto alle regole sullastensione ma non pu essere
ricusato ed inoltre soggetto alla stessa disciplina sulla responsabilit prevista per i magistrati.
La parte agisce in giudizio come titolare del diritto al provvedimento ed destinataria degli effetti della decisione del
giudice. La capacit di essere parte requisito minimo per assumere la qualit di parte e coincide con la capacit di
giuridica. La capacit processuale coincide con la capacit agire e quindi con la disponibilit dei diritti che si fanno
valere in giudizio, ossia con il raggiungimento della maggiore et, sempre che il soggetto non sia interdetto o
inabilitato. Le persone che non hanno il libero esercizio dei diritti non possono stare in giudizio se non rappresentate,
assistite o autorizzate secondo le norme che regolano la loro capacit. Secondo le regole sulla rappresentanza legale
(necessaria) il minore rappresentato dai genitori, il fallito dal curatore, linterdetto dal tutore ecc. Il rappresentante
sta in giudizio in nome del rappresentato ma gli effetti della decisione ricadono sempre sul rappresentato a differenza
della sostituzione processuale. La rappresentanza volontaria si distingue da quella necessaria perch non generata da
incapacit ma da accordo volontario tra il rappresentante ed il rappresentato che deve essere attribuita mediante
procura e necessariamente per iscritto. Nelle ipotesi in cui la capacit processuale non si del tutto assente ma soltanto
limitata si parler di assistenza come nel caso dellinabilitato e del minore emancipato. In alcune altre ipotesi invece la
capacit di stare in giudizio subordinata al rilascio di unautorizzazione da parte del giudice tutelare ad es..
A differenza del PM le parti non possono stare personalmente in giudizio ma devono ricorrere alla figura del
difensore. In Italia la professione forense si basa su tre fondamentali caratteristiche: personalit, professionalit ed
indipendenza.
Il tradizionale carattere personale della prestazione professionale venne consacrato sin dal 1939 quando si proib la
formazione di societ fra professionisti che avesse come scopo la consulenza legale e lassistenza. Questo divieto
stato recentemente abrogato permettendo la formazione di societ di avvocati ma vietando comunque, per
preservare il carattere personale della prestazione, che i soci di capitale e i non abilitati possano partecipare alla
societ di avvocati. Finora tuttavia in Italia lesercizio della professione in forma associativa non ha avuto particolare
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diffusione. Con riguardo alla professionalit, essa garantita dalla laurea in giurisprudenza e dalla successiva
iscrizione allalbo degli avvocati in seguito ad un periodo di tirocinio ed al superamento dellesame di abilitazione.
E stabilito con riguardo allindipendenza che lavvocato eserciti la propria attivit in piena libert, autonomia ed
indipendenza. A garanzia di ci sono previsti una serie di strumenti quali: lincompatibilit della professione di
avvocato con quella di impresa commerciale, il modello della libera professione, linserimento dellavvocato in un
ordine professionale autonomo. Con riguardo alla remunerazione sono poi previsti, in base al valore delle cause, dei
tariffari minimi e massimi per la retribuzione dellavvocato. Il legislatore ha inoltre introdotto la figura del patrocinio a
spese dello stato per i non abbienti, i quali possono scegliere il proprio avvocato tra quelli iscritti in appositi elenchi
per lesercizio di questa funzione.
Il difensore svolge una duplice funzione nei confronti del rappresentato: la rappresentanza processuale o tecnica,
ossia il compimento di tutti gli atti necessari al raggiungimento del provvedimento voluto e lassistenza ossia la
consulenza a favore della parte. Lavvocato legittimato ad esercitare la propria professione ovunque, se per al di
fuori dalla circoscrizione del tribunale presso il quale iscritto ha il dovere di eleggere domicilio. Davanti alla
cassazione ed alle corti superiori necessaria per gli avvocati liscrizione presso appositi albi ottenibile dopo dieci anni
di esercizio e dopo aver superato uno speciale esame. Solo in casi espressamente previsti dalla legge permesso alle
parti di difendersi personalmente: quando la parte sia avvocato, nelle controversie di lavoro di valore non superiore ai
129 euro, davanti al giudice di pace per le cause di valore non superiore ai 516 euro. Fonte del potere rappresentativo
la procura alle liti che pu essere generale o speciale, conferita mediante procura per atto pubblico o scrittura
privata autenticata anche dallavvocato stesso qualora in calce agli atti processuali indicati. Il rapporto tra la parte ed il
difensore trova origine nel contratto di prestazione di opera intellettuale. Sia lavvocato che la parte hanno il dovere di
comportarsi con lealt e probit.
Il processo fonte di spese, a questo proposito si pongono soprattutto tre tipi di problemi: lanticipazione la
ripartizione finale e la distrazione delle spese. Riguardo allanticipazione regola generale che ogni parte provvede
allanticipazione delle spese per gli atti processuali che compie. Riguardo invece alla ripartizione finale delle spese,
essa decisa con la sentenza del giudice che chiude il processo secondo la regola generale della soccombenza: chi
perde paga le spese, salvo che vi sia soccombenza reciproca e quindi le spese vengano compensate, o qualora una
delle parti seppur vittoriosa abbia violato il dovere di lealt il giudice pu condannare la parte al pagamento delle
spese. Con riguardo infine alla distrazione, sappiamo che il difensore pu chiedere al giudice che siano distratte le
somme del proprio compenso e delle spese anticipate dal proprio cliente qualora questi sia condannato alle spese.
Infine va precisato che in caso di lite temeraria, ossia qualora si attesti la indiscussa inesistenza del diritto, la parte pu
essere condannata oltre che al pagamento delle spese anche al risarcimento del danno.
Si ha litisconsorzio quando nel processo vi una pluralit di parti. La sua previsione diretta applicazione del principio
delleconomia dei giudizi e della non contraddittoriet dei giudizi. Il litisconsorzio pu essere attivo (pi attori), passivo
(pi convenuti) e misto (pi attori e pi convenuti). Rispetto al momento in cui si verifica la presenza di pi parti, il
litisconsorzio pu essere: originario o successivo. Rispetto al rapporto che lega le parti tra di loro, il litisconsorzio pu
essere: necessario quando la decisione non pu essere pronunciata che in confronto di pi parti, cio quando il
rapporto sostanziale che si fa valere unico rispetto a pi soggetti; facoltativo quando per ragioni di opportunit
pratica pi azioni vengono esercitate nello stesso processo, sicch esse potrebbero anche essere esercitate
separatamente. Il litisconsorzio facoltativo, oltre che con la decisione del giudice, pu venir meno con lestromissione
(dichiarare lesclusione di una parte dal processo) e con la separazione delle cause (su accordo delle parti o quando la
riunione renda il processo troppo gravoso).
A differenza del litisconsorzio in cui il processo nasce gi con una pluralit di parti, lintervento si verifica quando, in un
processo gi iniziato, subentra un soggetto estraneo, diverso dalle parti originarie. Con lintervento il subentrante
acquista la qualit di parte. Lintervento pu essere di tre specie:
- intervento volontario: lintervento dovuto alliniziativa spontanea del terzo, che, potendo in qualche modo
risentire delle conseguenze indirette della sentenza emessa nel processo in cui non sia a parte, ha interesse allo
svolgimento ed allesito del processo medesimo. Lintervento volontario, a sua volta, pu essere: intervento principale
quando linterveniente afferma un diritto proprio in contrasto sia con lattore che col convenuto; adesivo autonomo
quando linterveniente, pur facendo valere un diritto autonomo, assume una posizione uguale o parallela a quella di
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una delle parti; adesivo dipendente che quello del terzo che, avendo interesse alla vittoria di una delle parti in causa,
e per non subire gli effetti riflessi di una sentenza sfavorevole, partecipa al giudizio per sostenere tale parte.
- intervento coatto su istanza di parte: secondo il dettato dellart 106 ciascuna parte pu chiamare nel processo un
terzo al quale ritiene comune la causa o dal quale pretende essere garantita. Vi sono due tipi di chiamata in causa:
intervento coatto su istanza di parte in senso proprio: si ha quando una delle parti ritenga la sua causa comune ad un
terzo; chiamata in garanzia: ricorre quando il convenuto chiama in causa il proprio garante per averne aiuto nella
difesa e, in caso di soccombenza, per esercitare nei suoi confronti lazione di regresso.
- intervento coatto per ordine del giudice: il giudice, quando ritiene che il processo si debba svolgere anche nei
confronti di un terzo, al quale la causa comune, pu disporre il suo intervento.
Durante lo svolgimento del processo, possono intervenire delle vicende che portano al mutamento di una o pi parti. I
casi che possono verificarsi sono due:
a) successione nel processo a titolo universale: si ha successione nel processo quando una parte viene meno per morte
o per altra causa (es fusione di societ). In tal caso, il successore a titolo universale subentra nel rapporto processuale
prendendo il posto del defunto/estinto. Se vi sono pi successori, essi entrano nel giudizio nella veste di litisconsorti
necessari.
b) successione nel diritto controverso a titolo particolare: se il diritto controverso trasferito a titolo particolare
occorre distinguere due ipotesi: se il trasferimento e per atto tra vivi, il processo prosegue tra le parti originarie e i
suoi effetti si estendono anche al successore; se il trasferimento avviene mortis causa il processo proseguito dal
successore universale, tuttavia il successore particolare pu essere chiamato in causa o intervenire.

SEZIONE III
Gli Atti Processuali

Sono atti processuali tutti quelli posti in essere dai soggetti del processo. Essi sono disciplinati dalle norme di rito ed i
loro effetti riguardano la costituzione, modificazione o estinzione di un rapporto processuale. In linea di principio gli
atti processuali si distinguono in tre categorie: atti compiuti dalle parti, atti compiuti dagli organi giudiziari ed atti
compiuti dal PM. Non rivestono la qualifica di atti processuali gli atti compiuti da soggetti processuali, ma fuori dal
processo, nonch gli atti compiuti nel processo ma da persone che non hanno la qualit di parte. La sequenza degli atti
processuali forma il procedimento e tende ad un risultato finale, ossia lemanazione del provvedimento del giudice. Gli
elementi degli atti processuali sono:
- la volont: essendo atti giuridici, gli atti processuali sono atti volontari, ossia sono espressione della volont del
soggetto che li pone in essere. La volont quella di compiere latto al fine di raggiungere determinati effetti.
- il contenuto e la causa: il contenuto degli atti processuali varia considerevolmente a seconda del soggetto che li pone
in essere, della fase processuale cui latto si inserisce e della funzione che chiamato ad assolvere. In particolare, la
libert nella determinazione del contenuto degli atti processuali collegata ai diritti, poteri, oneri che il legislatore
attribuisce ai soggetti processuali, e varia da atto ad atto. La causa lo scopo proprio dellatto, e cio il fine che latto
processuale diretto a realizzare. In relazione agli organi giurisdizionali la rilevanza della causa minima, trattandosi
per lo pi di atti dovuti. Ci vale anche per gli atti di parte, il cui compimento spesso previsto come onere.
- la forma: la forma un complesso di requisiti che gli atti processuali devono presentare con riferimento al modo di
espressione delle attivit, al luogo ed al tempo in cui tali attivit devono compiersi e, infine, al modo in cui le stesse
devono essere portate a conoscenza dei destinatari. La forma di un atto, normalmente stabilita dalla legge. Per i casi
in cui manca una previsione particolare, la legge pone il principio della libert della forma, per cui il soggetto, in tal
caso, pu compiere latto con la forma che ritiene pi idonea al raggiungimento del loro scopo. Al fine di semplificare
le forma processuali, avvalendosi della moderna tecnologia, stata predisposta la disciplina del cd processo digitale.
Laspetto maggiormente innovativo sta nel fatto che espressamente ammessa la possibilit di formare, comunicare
e notificare gli atti del processo civile mediante documenti informatici. Lattivit di trasmissione, comunicazione o
notificazione dei documenti effettuata per via telematica attraverso il sistema informatico civile, il quale
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strutturato con modalit che assicurano: lindividuazione dellufficio giudiziario e del procedimento, lindividuazione
del soggetto che inserisce, modifica o comunica latto, lavvenuta ricezione della comunicazione dellatto, lautomatica
abilitazione del difensore e dellufficiale giudiziario. Il flusso documentale proveniente dagli utenti del sistema
informatico civile viene archiviato allinterno del fascicolo informatico (copia informatica del fascicolo cartaceo).
In particolare, per quanto riguarda il modo di espressione, si ricordi che:
- regola generale che gli atti del processo devono essere compiuti nella lingua italiana;
- le attivit processuali possono esprimersi mediante due mezzi: la parola e lo scritto;
Per quanto riguarda il luogo gli atti processuali, di regola, vanno compiuti pubblicamente (in udienza), nella sede
dellautorit giudiziaria, entro il termine stabilito.
Per quanto riguarda il tempo, gli atti processuali sono per lo pi sottoposti a termine che pu essere: iniziale (indica il
momento del tempo a partire dal quale un atto pu essere compiuto), finale (indica il momento del tempo oltre il
quale latto non pu essere pi compiuto; si parla di termine perentorio se la sua decorrenza implica la decadenza
dalla facolt di compiere latto, ordinatorio negli altri casi: si tenga presente che la natura ordinatoria del termine si
presume, mentre necessaria espressa previsione affinch il termine sia perentorio; questultimo non pu essere
abbreviato o prorogato, mentre il termine ordinatorio pu essere prorogato ma soltanto prima della scadenza).
Riguardo, poi, alla funzione dei termini si distingue tra: termini con funzione dilatoria(quando latto va compiuto non
prima che sia decorso un certo tempo) ed acceleratoria (che tendono ad accelerare il processo).
Nel processo civile gli atti delle parti private assumono notevole rilevanza. Il codice di rito regola come atti di parte
tipici:
- latto di citazione: con cui si propone la domanda giudiziale nel processo di cognizione;
- il ricorso: latto scritto rivolto al giudice tendente ad ottenere un provvedimento in forma normalmente di decreto
emesso, di solito, senza contraddittorio. In alcuni procedimenti introduttivo dellatto di citazione.
- la comparsa di risposta: latto con il quale il convenuto, a cui stato notificato latto di citazione, si costituisce in
giudizio e propone tutte le sue difese in ordine ai fatti posti dallattore a fondamento della propria domanda.
- la comparsa conclusionale: latto con il quale la parte espone in modo preciso i provvedimenti richiesti al giudice
indicando le ragioni di fatto e di diritto poste a fondamento della richiesta.
- il controricorso: latto rivolto al giudice per contrastare la richiesta di un dato provvedimento formulata dal
ricorrente.
- il precetto: lintimazione stragiudiziale ad adempiere lobbligo risultante dal titolo esecutivo entro un certo tempo
con lavvertimento che in mancanza si proceder ad esecuzione forzata.
Gli atti innanzi esaminati presentano caratteristiche comuni in relazione al contenuto ed alla sottoscrizione. Essi infatti
devono contenere: lindicazione dellufficio giudiziario competente, delle parti, delloggetto e devono essere
sottoscritti tanto nelloriginale quanto nelle copie da notificare.
Per preclusione si intende la perdita od estinzione del diritto di compiere un atto processuale, dovuta: al mancato
esercizio del diritto nel momento prestabilito; alla incompatibilit con una attivit gi svolta; al fatto di avere gi in
precedenza esercitato tale diritto. La decadenza, invece, produce la perdita del potere di compiere un atto
processuale come conseguenza del mancato compimento di esso nellambito temporale previsto dalla legge o dal
giudice entro cui poteva essere utilmente realizzato. Quando la decadenza si verifica irrevocabile.
Gli atti giuridici processuali con cui il giudice assolve alla sua funzione giurisdizionale di decisione delle controversie
sono definiti provvedimenti. I provvedimenti del giudice si distinguono in:
- sentenza: il tipico provvedimento decisorio che statuisce sul merito della causa e definisce, quindi, la controversia.
Essa pronunciata in nome del popolo italiano e deve contenere lindicazione del giudice e delle parti, le conclusioni
delle parti, la concisa esposizione dello svolgimento del processo e dei motivi della decisione, il dispositivo, la data e la
sottoscrizione del giudice. E stato soppresso lobbligo del giudice di indicare nel testo della sentenza le attivit
essenziali che sono state svolte nel corso del giudizio. Lobbligo della motivazione, previsto anche dalla Costituzione
(art 111), garantisce la ponderazione della decisione e permette di ricostruire liter logico che il giudice ha seguito
nellapplicare la legge. Diversi sono i tipi di sentenze che il giudice pu prendere nel processo civile. In primo luogo, la
sentenza pu essere: di mero accertamento (se si limita ad accertare e quindi dichiarare lesistenza di una data
situazione giuridica), di condanna (se impone ad una parte un determinato comportamento), costitutiva, modificativa
o estintiva (se costituisce, modifica o estingue un rapporto giuridico). Sotto altri profili si distingue tra: sentenza
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definitiva e non definitiva e sentenza di accoglimento e di rigetto.
- lordinanza: un provvedimento di natura prevalentemente ordinatoria che il giudice emana nel corso del
procedimento per regolarne lo svolgimento e per risolvere le questioni che sorgono nel corso di esso. Pu essere
pronunciata in udienza o fuori udienza: in tale ultimo caso comunicata alle parti a cura della cancelleria. E
succintamente motivata.
- il decreto: un provvedimento che normalmente corrisponde ad una attivit preparatoria del processo o di vari atti
del processo, utilizzato di solito senza il contraddittorio tra le parti. E pronunciato dufficio o su ricorso, normalmente
non motivato ed inoltre non n revocabile n impugnabile.
La notificazione il meccanismo attraverso il quale si fa conoscere un atto processuale ad un soggetto, mediante la
consegna al destinatario medesimo di una copia conforme alloriginale dellatto da notificare. La notificazione viene
dunque definita un atto strumentale rispetto allatto da notificare, in quanto ha essenzialmente lo scopo di far
conoscere tale atto allinteressato. A volte, poi, il legislatore prevede che latto cd principale produca i suoi effetti
proprio con notificazione. La notificazione solitamente compito dellufficiale giudiziario e del suo aiutante, del messo
del giudice di pare e dei difensori. Per la legge sulla privacy poi stabilito che qualora la notificazione non possa essere
effettuate nelle mani del destinatario essa verr effettuata mediante consegna di busta sigillata della quale non si
possano dedurre i contenuti.
Lattivit di notificazione si svolge attraverso un vero e proprio procedimento, nel quale possono individuarsi diverse
fasi: la fase di impulso, di esecuzione e della documentazione (relata di notifica). Il codice disciplina, poi, diverse
ipotesi di notificazione: notificazioni in mani proprie, nella residenza dimora o domicilio, presso il domiciliatario, a
mezzo servizio postale, a mezzo posta elettronica e per pubblici proclami.
Lart 140 disciplina a sua volta le modalit di notifica nel caso in cui non sia possibile eseguire la consegna per
irreperibilit o per incapacit o rifiuto delle persone presenti nella dimora, residenza o domicilio del destinatario. La
notifica al destinatario irreperibile eseguita con le seguenti modalit: in primo luogo lufficiale giudiziario deve
depositare copia dellatto da notificare presso la casa del comune dove la notificazione deve essere eseguita; in
secondo luogo lavviso dellavvenuto deposito presso la casa comunale deve essere affisso in busta chiusa e sigillata
alla porta dellabitazione o dellufficio o dellazienda del destinatario; infine lufficiale giudiziario deve dare notizia
della notifica al destinatario mediante raccomandata con avviso di ricevimento. Le notificazioni alle persone
giuridiche, alle societ ed alle associazioni non riconosciute possono eseguirsi nella loro sede mediante consegna di
copia dellatto al rappresentante o alla persona incaricata di ricevere le notificazioni o in mancanza di essi, oltre che ad
altra persona addetta alla sede stessa, anche al portiere dello stabile in cui la sede della persona giuridica. In via
alternativa e non sussidiaria direttamente alla persona fisica che rappresenta lente. La notificazione alle societ non
aventi personalit giuridica si fa alla persona fisica che rappresenta lente. Al di fuori delle forme innanzi viste, il
giudice pu prescrivere, con decreto steso in calce allatto, che la notificazione sia eseguita in modo diverso da quello
stabilito dalla legge, quando lo consigliano circostanze particolari o esigenze di maggiore celerit. Lart 160 disciplina le
ipotesi in cui la notifica nulla: se non sono osservate le disposizioni riguardanti la persona alla quale deve essere
consegnata la copia dellatto da notificare; se vi incertezza assoluta sella persona alla quale fatta la consegna; se vi
incertezza assoluta sulla data in cui avvenuta la consegna.
E da aggiungere che la notifica si perfeziona, per il soggetto notificante, al momento della consegna del plico
allufficiale giudiziario e, per il destinatario, dal momento in cui lo stesso ha la legale conoscenza dellatto.
Per effettuare le notifiche, gli ufficiali giudiziari possono o devono avvalersi del servizio postale. Se la notifica deve
essere eseguita nellambito del comune, lufficiale giudiziario pu avvalersi del mezzo postale a meno che: il giudice
disponga che la notifica sia effettuata personalmente, la parte richieda che la notifica sia effettuata personalmente. Se
la notifica deve essere eseguita fuori dal comune, lufficiale giudiziario deve avvalersi del servizio postale. La notifica si
considera perfezionata per il soggetto notificante al momento della consegna del plico allufficiale giudiziario e, per il
destinatario, al momento della consegna del plico, che risulta dalla data indicata sullavviso di ricevimento.
A causa delle difficili condizioni in cui si svolto il servizio notifiche, specie presso gli uffici giudiziari pi grandi, il
legislatore intervenuto per consentire agli stessi difensori delle parti la possibilit di eseguire notifiche, senza
lintermediazione degli ufficiali giudiziari. La legge consente agli avvocati di avvalersi di due nuovi modi facoltativi per
notificare gli atti processuali civili e gli atti stragiudiziali: la notifica a mezzo del servizio postale; la notifica mediante
consegna diretta della copia purch il destinatario sia un altro avvocato iscritto nello stesso albo del notificante e la
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consegna avvenga nel domicilio del destinatario. Sono poi da ritenersi nulle le notificazioni effettuate dagli avvocati
che presentino le seguenti categorie di vizi: mancanza di requisiti soggettivi; mancanza dei requisiti oggettivi;
inosservanza delle disposizioni di legge; incertezza sulla persona a cui stato consegnato latto; incertezza sulla data in
cui stato consegnato latto. Lart 11 stabilisce, inoltre, che la nullit della notifica nelle ipotesi indicate rilevabile
dufficio. In ogni caso, per poter effettuare la notifica, necessario che lavvocato sia munito di procura alla lite,
abbia ottenuto una preventiva autorizzazione del consiglio dellordine, sia dotato di un registro cronologico
regolarmente vidimato e tenuto conforme al modello previsto dal ministero di grazia e giustizia.
Recentemente il legislatore, con la legge 193/2009, ha introdotto la notificazione a mezzo di posta elettronica
certificata al fine di contribuire notevolmente a ridurre i tempi del processo civile. Le modalit con le quali eseguire
tale tipo di notifica sono le seguenti: lufficiale giudiziario deve trasmettere copia dellatto sottoscritta con firma
digitale allindirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante da pubblici elenchi; la notifica si intende
perfezionata nel momento in cui il gestore rende disponibile latto nella casella di posta elettronica certificata del
destinatario; come per la notifica mediante consegna di documento cartaceo, lufficiale giudiziario deve redigere
relata di notifica; per dare alla parte che ha attivato il procedimento di notifica la possibilit di verificare lavvenuto
perfezionamento della stessa, previsto che al documento informatico originale siano allegate le ricevute di invio e di
consegna previste dalla normativa regolamentare concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici
trasmessi in via telematica. La
comunicazione latto con cui il cancelliere porta a conoscenza delle parti e degli altri soggetti processuali,
determinati fatti rilevanti per il processo. La comunicazione si concreta in una notizia abbreviata del fatto o dellatto e
proviene sempre dal cancelliere. Segnatamente il cancelliere, con biglietto di cancelleria in carta non bollata, fa le
comunicazioni che sono prescritte dalla legge o dal giudice o dal PM, al consulente, agli altri ausiliari dei giudici e ai
testimoni e d notizia di quei provvedimenti per i quali disposta dalla legge tale forma abbreviata di comunicazione.
Il biglietto consegnato dal cancelliere al destinatario che ne rilascia ricevuta.
Latto processuale che manca del tutto o in parte degli elementi richiesti dalla legge invalido. Linvalidit, come
categoria generale, comprende ogni forma di vizio dellatto, da quello che produce una mera irregolarit, a quello che
determina la nullit o addirittura linesistenza dellatto stesso. Per gli atti processuali si riscontrano le categorie:
dellinesistenza, della nullit e dellirregolarit.
Con il termine inesistente si fa riferimento a quando latto processuale manchi anche di quel minimo di elementi
necessari perch possa essere riconosciuto come tale. Tipico esempio di atto inesistente dato dalla sentenza
mancante della sottoscrizione del giudice, allo stesso modo, sar inesistente la sentenza emessa da chi non aveva la
potest di emanarla. A differenza della nullit assoluta latto inesistente non idoneo a produrre effetti processuali e
sostanziali.
E nullo latto che manca di uno o pi elementi fondamentali previsti dalla legge e di conseguenza non idoneo a
raggiungere lo scopo per cui stato compiuto. Mentre linesistenza attiene ai casi di mancanza di requisiti
indispensabili per lidentificazione dellatto processuale, la nullit consiste, invece, in carenze e vizi che incidono
sullattitudine dellatto a produrre i suoi effetti tipici. La nullit emerge nella disciplina codicistica come oggetto di una
pronuncia da parte del giudice. Nel diritto processuale la dichiarazione di nullit del giudice opera con effetto
retroattivo ab origine. I principi fondamentali in tema di nullit sono: non pu essere pronunciata nullit per
inosservanza di forma di nessun atto del processo, se la nullit non prevista per legge; pu tuttavia essere
pronunciata quando latto manca dei requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo pur mancando
la previsione di nullit; la nullit non pu essere pronunciata se latto ha raggiunto lo scopo a cui era destinato anche
in mancanza di requisiti formali indispensabili; la nullit normalmente rilevabile su eccezione di parte (nullit
relativa), in ipotesi tipiche e tassative la nullit rilevabile dufficio in qualunque stato e grado di giudizio.
Latto irregolare in tutti i casi in cui il difetto di un suo requisito non comporta la nullit, e di conseguenza, non fa
venir meno la idoneit dellatto stesso a conseguire il suo risultato. Rientrano nella categoria dellirregolarit: i casi di
difformit dellatto dal modello legale che non danno luogo a nullit; le ipotesi residuali di difformit che rimangono
prive di sanzioni. Latto irregolare sanabile in ogni stato del procedimento.
La nullit colpisce anche gli atti successivi allatto nullo e da esso dipendenti. Pertanto la nullit di un atto
endorprocessuale, non sanata, si trasmette alla sentenza. Tuttavia, la legge, in applicazione del principio della
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conservazione degli atti processuali, prevede due limiti allestensione della nullit: limite esterno, in forza del quale la
nullit di un atto non si estende agli atti precedenti n a quelli successivi da esso indipendenti; limite interno, in forza
del quale la nullit di un parte dellatto non impedisce che le altre parti, che ne sono indipendenti, producano i propri
effetti.
PARTE 2: I PROCESSI GIURISDIZIONALI
PROCESSO ORDINARIO DI COGNIZIONE
PARTE 2
I PROCESSI GIURISDIZIONALI
PROCESSO ORDINARIO DI COGNIZIONE

Il processo di cognizione quel processo in cui il giudice chiamato: ad accertare la situazione giuridica esistente tra
le parti in lite; ad individuare la norma giuridica che deve essere applicata nella fattispecie portata al suo esame; a
decidere, con sentenza, definendo la questione controversa tra le parti. Si parla, quindi, del processo di cognizione per
indicare lattivit con cui si accertano le condizioni ed i presupposti di diritto e di fatto per pervenire allaccoglimento o
al rigetto della domanda. Tale genere di processo vale come modello nel codice di rito anche per quegli altri tipi di
procedimenti che presentano analogie con esso e per i quali la legge si limita a stabilire alcune disposizioni particolari.
Il processo di cognizione innanzi al tribunale si distingue in tre fasi: la fase preparatoria o introduttiva, caratterizzata
dalla domanda di parte; la fase istruttoria che, a sua volta, si distingue in trattazione (attivit svolta per esporre e
discutere le domande e le eccezioni) istruzione probatoria (attivit, soltanto eventuale, di acquisizione di prove o di
altri elementi di giudizio); la fase decisoria, infine, caratterizzata dallemissione della sentenza da parte del giudice che
decide generalmente in composizione monocratica.
Il processo di cognizione pu essere cos sintetizzato nel suo svolgimento: lattore introduce il processo citando in
giudizio il convenuto; la causa viene iscritta al ruolo e viene designato il giudice istruttore; viene svolta dalle parti
lattivit istruttoria per affermare le rispettive ragioni e fornire le prove delle loro rispettive pretese; esaurita
listruttoria le parti concludono presentando le loro richieste; infine la causa viene riservata a sentenza del giudice o
del collegio.
La prima fase quella dellintroduzione della causa e consiste in una serie di atti qualificati che hanno appunto lo
scopo di instaurare il processo realizzando il contratto tra soggetti e giudice. Il processo ha dunque inizio con la
proposizione della domanda giudiziale con cui il soggetto esercita il potere di agire e diviene attore. La domanda , in
primo luogo, destinata al soggetto che, regolarmente citato, si dir convenuto; in secondo luogo, destinata al
giudice. Latto di citazione un atto doppiamente recettizio, in quanto si rivolge a due destinatari: il soggetto o i
soggetti nei cui confronti lattore propone la domanda di tutela; il soggetto al quale lattore si rivolge per ottenere la
tutela che , appunto, il giudice. Duplice anche la funzione stessa dellatto: la vocatio in ius (chiamata in giudizio del
convenuto) e leditio cationi (domanda al giudice).
La domanda giudiziale si propone mediante latto di citazione, con cui lattore chiama in giudizio unaltra parte. Latto
di citazione, in particolare, deve contenere: lindicazione dellufficio giudiziario davanti a cui la domanda proposta;
nome, cognome, residenza dellattore e del convenuto, nonch delle persone che hanno la loro rappresentanza e
assistenza; loggetto della domanda (petitum); esposizione dei fatti e degli elementi di diritto che costituiscono le
ragioni della domanda (causa petendi); indicazione dei mezzi di prova e dei documenti di cui lattore intende valersi;
nome e cognome del procuratore dellattore e lindicazione della procura; linvito al convenuto di costituirsi in giudizio
e di comparire alludienza fissata.
Latto di citazione una volta steso deve essere sottoscritto dalla parte, se sta in giudizio o dal suo difensore. A questo
punto latto di citazione perfetto, ma non ancora efficace, dovendo essere portato a conoscenza innanzitutto della
controparte e cio del convenuto, affinch mediante la notifica si creino le condizioni per il contraddittorio. Deriva che
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la notifica atto insostituibile per la produttivit degli effetti della citazione. Dal momento in cui la domanda giudiziale
stata notificata al convenuto, si verifica la cd litispendenza. In questo momento prende vita il processo e si genera il
cd rapporto processuale, da cui traggono scaturigine i connessi effetti processuali e sostanziali della domanda. I primi
si fissano nel fenomeno gi indicato della litispendenza. Quanto agli effetti sostanziali essi vanno fissati nella idoneit
della domanda ad interrompere la prescrizione e nellimpedire la formazione di decadenze.
Allinizio di ogni anno giudiziario, con riguardo a ciascun giudice, vengono individuati determinati giorni destinati
esclusivamente alla prima udienza di comparizione. Nella scelta della data si deve tener conto di due esigenze: quella
del convenuto che deve avere il tempo di preparare la sua difesa, e quella dellattore che ha interesse nella celerit del
processo. La legge nel contemperare tali esigenze, fissa dei termini minimi che devono trascorrere tra la data di
notifica e la prima udienza: che sono di 90 giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di 150 se allestero. In
presenza di particolari ragioni di urgenza il presidente del tribunale pu disporre labbreviazione dei termini fino alla
met.
La citazione nulla: se vi omissione o incertezza sullindicazione del giudice; se sia assegnato al convenuto un
termine di comparizione inferiore a quello stabilito dalla legge; se stata omessa lindicazione della data di
comparizione. Quanto alla sanatoria occorre distinguere quando la nullit colpisce la vocatio in ius o leditio cationi.
Quando si tratti del primo caso: se il convenuto non si costituisce, il giudice dispone dufficio la rinnovazione dellatto
di citazione entro un termine perentorio; se il convenuto si costituisce i vizi sono automaticamente sanati. Nel
secondo caso, invece, delleditio cationi: se il convenuto non si costituisce, il giudice fissa un termine perentorio per
rinnovare la citazione; se il convenuto si costituisce, il giudice fissa un termine perentorio per integrare la domanda.
La costituzione in giudizio latto con cui la parte si presenta, tramite il suo difensore, presso lorgano giudiziario
davanti al quale pende il processo dando limpulso necessario affinch il processo possa iniziare. Lattore deve
costituirsi entro dieci giorni dalla notificazione della citazione, depositando in cancelleria la nota di iscrizione al ruolo
ed il proprio fascicolo, contenente loriginale della citazione, la procura e i documenti offerti in comunicazione. Anche
in tema di costituzione in giudizio del convenuto si stabilisce che: il convenuto ha lonere di costituirsi almeno 20
giorni prima delludienza di comparizione: la costituzione tardiva comporta la decadenza della facolt di proporre le
domande riconvenzionali e la eventuale chiamata in causa del terzo; nella comparsa di risposta, il convenuto deve
prendere posizione sui fatti posti dallattore a fondamento della domanda ed ha lonere di contestare specificamente i
fatti dedotti dallattore. In caso di mancata specifiche contestazione, difatti, il giudice pu ritenere ammessi i fatti
allegati, e quindi ritenerli effettivamente esistenti anche senza necessit di assumere mezzi di prova. Se nessuna delle
parti si costituisce nei termini stabiliti il processo si estingue. Se invece entro il termine stabilito si costituita solo una
delle parti laltra pu farlo fino alla prima udienza. Se neppure a tale udienza si costituisce, dichiarata contumace.
Con la presentazione della nota di iscrizione al ruolo il cancelliere iscrive la causa in apposito registro. Egli forma un
fascicolo dufficio; detto fascicolo contiene le copie di tutti gli atti di parte e gli originali degli atti dufficio. I fascicoli di
parte sono custoditi in ununica cartella col fascicolo dufficio e possono essere ritirati soltanto con lautorizzazione del
giudice istruttore, il quale ha il potere di ordinare in ogni momento il deposito del fascicolo in cancelleria. Formato il
fascicolo dufficio, il cancelliere lo presenta al presidente del tribunale; questi, con decreto scritto in calce alla nota di
iscrizione al ruolo, designa il giudice istruttore della causa. Il giudice designato investito di tutta listruzione della
causa e della relazione al collegio, quando non debba anche decidere. Il cancelliere, subito dopo la designazione del
giudice istruttore da parte del presidente del tribunale, deve trasmettere allistruttore il fascicolo dufficio, al fine di
consentire al giudice di prendere visione delle carte processuali. Il giudice istruttore entro 5 giorni dalla presentazione
del fascicolo, pu differire la data della prima udienza fino ad un massimo di 45 giorni; in tal caso il cancelliere ha il
dovere di comunicare alle parti costituite la nuova data della prima udienza. Diversa dalla costituzione in giudizio la
comparizione alludienza. Si tratta di due comportamenti processuali differenti: la costituzione atto formale
necessario per la partecipazione giuridica della parte al processo; la comparizione indica, invece, la presenza effettiva
della parte a quella specifica attivit processuale che ludienza. Dunque la parte, anche se costituita, pu decidere di
non essere presente. Se nessuna delle parti presente alla prima udienza, il giudice istruttore deve fissare unaltra
udienza e il cancelliere ne dar comunicazione alle parti; se nessuna delle due parti compare alla successiva udienza il
giudice dispone la cancellazione della causa ed il processo si estingue. Se alla secondo udienza il convenuto a non
presentarsi egli sar dichiarato contumace ed il processo prosegue in sua assenza; se alla seconda udienza lattore a
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non comparire il processo si estingue salvo che il convenuto non disponga che il processo vada avanti anche in assenza
dellattore.
Listruzione della causa quella fase del procedimento finalizzata alla raccolta degli elementi di giudizio che
consentono la decisone. Organo giudiziario di tale fase il giudice istruttore che funge da coordinatore e propulsore,
al fine di giungere alla decisione. Latto del decidere consta di due momenti distinti, un giudizio di diritto (conoscenza
delle norme di diritto applicabili e loro conseguente applicazione alla situazione di fatto) ed uno di fatto (acquisizione
di tutti gli elementi utili per la ricostruzione della situazione e quindi del prove utili al convincimento del giudice). La
fase istruttoria si compone di tue sottofasi: la trattazione della causa e listruzione probatoria.
Lart 175 stabilisce che il GI esercita tutti i poteri intesi al pi sollecito e legale svolgimento del processo. Egli fissa le
udienze successive e i termini entro i quali le parti debbono compiere gli atti processuali. Agisce in udienze istruttorie
non pubbliche in diretto contatto con i difensori e le parti. Al giudice istruttore spetta inoltre il compito di dirigere ed
avviare alla conclusione la fase istruttoria, per riservare poi, la causa a sentenza quando diventa matura per la
decisione. La funzione del GI sostanzialmente preparatoria stata radicalmente riformata, dal momento che al giorno
doggi qualora il GI ritiene la causa matura per la decisione non la rimette al Collegio a provvede egli stesso a
deciderla. I provvedimenti del GI hanno, di regola, forma di ordinanza che pronunciato o in udienza o al di fuori di
esse e, in tal ultimo caso, sar comunicata dal cancelliere alle parti. Le ordinanze possono avere contenuto
meramente ordinatorio ma anche contenuto decisorio. In alcuni casi particolari lordinanza del GI persino idonea a
finire la causa. Essa presenta le caratteristiche della modificabilit e revocabilit in qualunque momento del processo
sia da parte del GI che lha pronunciata che da parte del collegio. Il reclamo contro le ordinanze deve essere proposto
entro dieci giorni dalla loro pronuncia ovvero dalla loro comunicazione.
La trattazione della causa comprende tutta quella attivit preparatoria del giudizio che compiuta dal GI e dalle parti,
a mezzo dei loro difensori, a partire dalla prima udienza e fino al momento in cui la causa decisa. Nella fase di
trattazione le parti espongono e discutono le loro domande ed eccezioni e le ragioni di fatto e di diritto che ne sono a
fondamento. La fase di trattazione comprende due diversi momenti: la fase preparatoria (o della regolare costituzione
delle parti) e la trattazione vera e propria.
Per quanto riguarda la fase preparatoria, nella prima udienza il giudice deve procedere al controllo della regolare
instaurazione del processo, della costituzione e della comparizione delle parti, della validit dellatto di citazione e
della domanda riconvenzionale; il giudice inoltre deve ordinare lintegrazione del contraddittorio, dichiarare la nullit
dellatto di citazione, concedere un termine perentorio per lintegrazione della domanda riconvenzionale carente ecc..
Alla prima udienza di trattazione il giudice deve mettere nel giusto rilievo le questioni che si presentano, realizzando
una sorta di programmazione al fine di stabilire quali siano le questioni che debbano essere decise preliminarmente.
Si deve dunque capire se vi siano profili la cui decisione pu condizionare landamento dellistruttoria. Sono dunque
questioni che hanno un valore preliminare al processo, anche nel senso che investono direttamente il rito, ossia quelle
questioni attinenti alla giurisdizione, alla competenza e ad altre pregiudiziali. Ad esse il giudice affianca anche quelle
che definisce di merito aventi carattere preliminare.
La prima udienza destinata, quindi, sia al compimento delle attivit preliminari precedentemente evidenziate sia alla
vera e propria trattazione delle questioni poste allattenzione del magistrato. La trattazione della causa resta orale con
redazione di processo verbale. Durante lo svolgimento delludienza di trattazione possono verificarsi le seguenti
ipotesi: se la causa matura per la decisione il GI rimette la causa in decisione; se occorre decidere questioni
preliminari o pregiudiziali il GI pu rinviare la decisione di tali questioni al momento della decisione definitiva o
deciderle separatamente; se si deve procedere allistruzione probatoria il GI procede allammissione delle prove.
A seguito delle recenti riforme di vera e propria rimessione al collegio si pu parlare solamente riferendosi alle cause
individuate dallart 50 bis in cui il tribunale decide in composizione collegiale. Infatti per le cause attribuite al tribunale
in composizione monocratica sarebbe pi corretto parlare di rimessione in decisione al opera del giudice unico.
Allorch il GI, dopo aver invitato le parti a precisare le loro conclusioni rimette la causa al Collegio per la decisione. La
rimessione al collegio pu essere totale o parziale a seconda che il collegio debba decidere su lintera causa o soltanto
su una questione specifica. La rimessione al collegio si ha: nelle causa in cui obbligatorio lintervento del PM; nelle
cause di opposizione, impugnazione, revocazione di crediti; nelle cause devolute alle sezioni specializzate; nelle cause
di omologazione del concordato fallimentare e preventivo; nelle cause di impugnazione delle deliberazioni
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dellassemblea e del consiglio di amministrazione, nonch nelle cause di responsabilit contro gli organi amministrativi
e di controllo, i direttori generali, i dirigenti. In caso di connessione tra cause che debbono essere decise dal tribunale
collegiale e da quello monocratico, il GI ordina la riunione di fronte al collegio che decider su tutte le domande.
Quando la cause decisa dal tribunale in composizione monocratica, ossia dal giudice unico, il GI fatte precisare le
conclusioni, dispone lo scambio delle comparse e delle memorie di replica, assegnando alluopo il termine perentorio
di legge. Alla lettura di esse seguir poi la decisione.
Al fine di accelerare la tutela dei diritti, il legislatore ha introdotto la possibilit per il GI di emettere provvedimenti di
condanna in corso di causa, che anticipano in tutto o in parte gli effetti delleventuale sentenza di condanna.
Tali provvedimenti assolvono alla funzione di soddisfare esigenze di tutela immediata e sono:
- lordinanza per il pagamento di somme non contestate: su istanza di parte, il giudice istruttore pu disporre, prima
della precisazione delle conclusioni, il pagamento delle somme non contestate dalle parti costituite, tale
provvedimento limitato al pagamento di somme ed subordinato oltre che allistanza di parte al fatto negativo della
non contestazione. Ha natura semplicemente anticipatoria e costituisce titolo esecutivo anche se il processo si
estingue.
- lingiunzione di pagamento o di consegna: prima della precisazione delle conclusioni, quando ricorrano i presupposti
(prova scritta, se il diritto dipende da una controprestazione) la parte pu richiedere al GI, in ogni stato del processo,
di pronunciare con ordinanza ingiunzione di pagamento o di consegna. Pertanto presupposti per tale provvedimento
sono: listanza della parte che vanti un credito avente ad oggetto una somma di denaro liquida ed esigibile, ovvero un
determinata quantit di cose fungibili o ancora la consegna di una cosa determinata; la prova scritta del credito fatto
valere. Lingiunzione in esame conserva lefficacia anche se il processo si estingue. -
lordinanza successiva alla chiusura dellistruzione: per pronunciare tale ordinanza occorre che: la fase istruttoria sia
esaurita; vi sia una istanza della parte che ha proposto domanda; la domanda sia relativa alla condanna al pagamento
di somme, ovvero alla consegna o al rilascio di beni. Lordinanza pronunciata dal GI pu disporre il pagamento, la
consegna o il rilascio nei limiti in cui il giudice ritiene raggiunta la prova. Lordinanza costituisce titolo esecutivo ed
revocabile con la sentenza che definisce il giudizio.
Listruzione probatoria quel momento della fase istruttoria in cui si raccolgono le prove necessarie per la decisione
delle questioni individuate e discusse in sede di trattazione. Le prove forniscono la dimostrazione dellesistenza di un
fatto dedotto da una delle parti. Lassunzione delle prove costituisce una fase spesso determinante nel corso del
processo in quanto: chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento, chi
eccepisce linefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si modificato o estinto deve provare i fatti su cui
leccezione si fonda. Se la parte onerata non fornisce tale prova, soccombe nella causa (onere della prova).
Le prove possono essere classificate secondo vari criteri: in relazione al suo oggetto la prova pu essere: diretta (ha
per oggetto il fatto stesso che deve essere provato) indiretta(un fatto diverso, dal quale con procedimento logico si
pu giungere a ci che deve essere provato) contraria (che ha per oggetto linesistenza del fatto provato dalla
controparte). In relazione al momento di formazione e modalit di acquisizione la prova si distingue in precostituita
(che si forma al di fuori del processo e di solito prima di esso) costituenda (che si forma nel corso del processo). In
ordine alla diversa efficacia si distingue in: prova liberamente apprezzabile (valutata dal giudice secondo il suo
prudente apprezzamento) prova legale (quella che il giudice non pu valutare in modo diverso da quello stabilito dalla
legge). In ordine allintensit dellefficacia si hanno: prove piene (richieste normalmente dalla legge) prova di
verosimiglianza (talvolta ritenuta sufficiente) argomento di prova (che non ha valore probatorio ma offre soltanto
elementi per la valutazione di altre prove.
Organi competenti allassunzione delle prove sono: il GI; il giudice del luogo in cui la prova va assunta su delega del GI;
il collegio qualora ne ravvisi la necessit. Oggetto della prova sono tutte le circostanze di fatto dedotte dalle parti a
fondamento delle loro domande od eccezioni. Non formano oggetto di prova: le norme di diritto, il fatto notorio e le
massime di esperienza. Lassunzione delle prove deve essere disposta dal giudice con ordinanza che fissa il tempo, il
luogo e le modalit; essa presuppone un giudizio di ammissibilit e rilevanza della prova stessa. La prova ammissibile
quando configurabile come una delle prove previste dalla legge, proposta secondo le forme e le modalit prescritte
nei casi in cui non esistano specifiche limitazioni alla sua assunzione. La prova rilevante quando utile ai fini
dellaccertamento della causa. Le parti possono assistere personalmente o a mezzo dei difensori allassunzione dei
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mezzi di prova. Il giudice si pronuncia con ordinanza e viene redatto processo verbale inserito nel fascicolo dufficio.
Lassistenza allassunzione dei mezzi di prova non solo una facolt ma addirittura un onere per la parte. Acquisite le
prove il giudice deve valutarle secondo il suo prudente apprezzamento, salvo che si tratti di prove legali.
I mezzi di prova sono rappresentati da tutto ci che pu servire al giudice per acquistare la cognizione dei fatti
rilevante per la decisione. Essi rivestono un ruolo fondamentale nel processo e sono:
La prova documentale: in generale, documento ogni oggetto materiale idoneo a rappresentare o a dare conoscenza
di un fatto. Particolarmente rilevanti in esso sono: il suo contenuto e la sua provenienza. Il codice civile distingue due
tipi di prova documentale:
- latto pubblico ( il documento redatto, con le formalit stabilite dalla legge, da un notaio o da un pubblico ufficiale
autorizzato ad attribuirgli pubblica fede nel luogo dove formato, fa piena prova fino a querela di falso;
- la scrittura privata: qualunque documento scritto che non proviene da pubblico ufficiale ma sottoscritto dalla
parte, essa fa piena prova fino a querela di falso soltanto se colui contro il quale la scrittura prodotta in giudizio ne
riconosce come propria la sottoscrizione. La stessa validit della scrittura privata oggi riconosciuta al documento
informatico, attendibile grazie al nuovo metodo della firma digitale. Particolari ipotesi di scrittura privata sono: il
telegramma (ha efficacia probatoria equiparabile a quella della scrittura privata se sottoscritto dal mittente presso
lufficio di partenza o se fatto consegnare dal mittente medesimo); le scritture contabili (libri e le altre scritture
contabili delle imprese soggette a registrazione fanno prova contro limprenditore); le riproduzioni meccaniche (le
riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche e ogni rappresentazione meccanica di fatti o di cose
formano piena prova dei fatti in essi rappresentati se colui contro il quale sono prodotti non ne disconosce la
conformit ai fatti) le copie degli atti ( le copie degli atti pubblici fanno fede come gli originali).
Salva lipotesi dellautenticazione, la scrittura privata non ha in se la prova della sua provenienza. La legge pone
lonere del disconoscimento a carico di colui contro il quale la scrittura prodotta, in mancanza del quale si avr il
riconoscimento tacito o presunto. In particolare la scrittura privata prodotta in giudizio si avr per riconosciuta se la
parte contumace o se la parte contro cui prodotta, nella prima udienza successiva alla sua presentazione, non la
disconosce o dichiara di non conoscerla. In caso di disconoscimento la parte che intende invece avvalersene deve
chiederne la verificazione, ossia laccertamento dellautenticit proponendo i mezzi di prova a tal fine utili o indicando
le scritture che possono servire da comparazione.
Querela di falso: listanza diretta ad ottenere laccertamento della falsit di un atto pubblico o di una scrittura
privata riconosciuta, autenticata o verificata. La querela di falso pu essere proposta da colui contro il quale si vuol far
valere latto in qualsiasi stato e grado della causa. Pu essere proposta in via principale con citazione ovvero in via
incidentale con dichiarazione e deve contenere a pena di nullit gli elementi che siano prova della falsit. Il giudice
pu rigettare o accogliere la querela.
La confessione: a differenza delle prove documentali, le prove costituende sono quelle che vengono formate soltanto
nel corso del processo. La confessione la dichiarazione che un parte fa della verit dei fatti ad essa sfavorevoli e
favorevoli allaltra parte. Oggetto di essa possono essere soltanto i fatti della causa. Pu essere spontanea o provocata
mediante interrogatorio formale. Linterrogatorio formale difatti il mezzo di prova che tende a provocare la
confessione giudiziale della parte. Il giudice non pu fare domande su fatti diversi da quelli formulati nei capitoli, fatta
eccezione per le domande su cui concordano tutte le parti; il giudice pu sempre chiedere chiarimenti sulle risposte
date. La confessione deve essere prestata personalmente dalla parte, ma tuttavia inefficace se proviene da persona
non capace di disporre del diritto a cui si riferiscono i fatti confessati. Essa pu essere stragiudiziale (avviene al di fuori
del processo e deve essere in esso provata) giudiziale (avviene durante il processo e la sua efficacia pari a quella
delle prove legali).
Il giuramento: la dichiarazione con cui una parte asserisce come vero un fatto nella forma solenne prevista dalla
legge: esso si differenzia dalla confessione perch prestato dalla parte cui i fatti oggetto della dichiarazione giovano.
Pu essere di due specie: decisorio (quando una parte deferisce allaltra per farne dipendere la decisione totale o
parziale della causa) suppletorio (quando deferito dufficio ad una delle parti al fine di decidere la causa quando la
domanda o le eccezioni non siano pienamente provate). Il giuramento decisorio pu essere deferito in qualunque
stato della causa, ma non pu essere deferito nei seguenti casi: per la decisione di cause relative a diritti indisponibili
per le parti; se attiene ad un fatto illecito; riguardo ad un fatto per cui sia richiesta la forma scritta ab substantiam, per
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negare un fatto risultante da atto pubblico. Il giuramento prestato personalmente dalla parte; se questa non si
presenta per giurare o se, comparendo, non lo presta, soccombe relativamente al fatto oggetto del giuramento. Il
giuramento ha una efficacia di prova legale particolarmente intensa: il giudice deve, infatti, dichiarare vittoriosa la
parte che ha giurato e soccombente laltra.
La testimonianza: la narrazione dei fatti della causa al giudice, compiuta da un soggetto che non sia parte del
processo ed estraneo agli interessi contesi. La legge ha posto dei limiti alla sua ammissibilit e stabilisce che la sua
valutazione sia discrezionale da parte del giudice il quale dovr basarsi soprattutto sullattendibilit dei testi. I limiti
posti dalla legge allammissibilit della prova sono: non ammessa su di un atto del quale sia richiesta la forma scritta
ab substantiam; quando abbia per oggetto un contratto del valore superiore ai 2 euro e 58 centesimi; quando ha per
oggetto patti aggiunti o contrari al contenuto di un documenti se di stipulazione precedente o contemporanea;
quando sia richiesta la forma scritta ab probationem. Al contrario la prova testimoniale sempre ammessa quando
preesiste un principio di prova per iscritto, quando il contraente stato nellimpossibilit di procurarsi prova scritta,
quando il contraente ha perso senza colpa la prova scritta. Se il testimone regolarmente intimato non si presenta
senza giusto motivo, il giudice istruttore pu condannarlo a pena pecuniaria e successivamente anche disporne
laccompagnamento in udienza. Se la parte, poi, senza giusto motivo non fa chiamare i testimoni davanti al giudice,
questi la dichiara decaduta dalla prova, salvo che laltra parte dichiari di avere interesse nellaudizione. La qualit di
testimone, in un giudizio civile pu essere assunta solo da chi terzo rispetto alle parti in causa e non abbia alcun
interesse che potrebbe legittimare la sua partecipazione al giudizio. Linvito a comparire pu essere compiuto
mediante ufficiale giudiziario o mediante il difensore con raccomandata AR. Il testimone ha il dovere di deporre e dire
la verit. Linosservanza del dovere di non dire il falso o di non tacere il vero peraltro penalmente sanzionata con la
reclusione da 2 a 6 anni. In alcuni casi, tuttavia, il testimone pu legittimamente astenersi dal deporre (es segreto
professionale, confessori religiosi ecc). In materia di prova testimoniale, il giudice pu esercitare dufficio alcuni poteri:
come quello di chiamare altre persone se la testimonianza faccia riferimento a terzi, disporre che siano esaminati
nuovamente i testi ecc.. Lassunzione della testimonianza avviene mediante il giudice che interroga il testimone che
non pu essere interrogato dalle parti. Nel rispondere alle domande i testimoni non possono avvalersi, salvo
autorizzazione del giudice, di carte o appunti. Se vi siano divergenze tra pi testimonianze il giudice pu ordinare che i
testimoni siano messi a confronto.
Interrogatorio formale e libero: linterrogatorio formale il mezzo di prova che tende a provocare la confessione
della parte e che deve essere deferito dalla controparte, non potendo essere disposto dufficio. Il giudice istruttore
ammette con ordinanza linterrogatorio. Assumendo linterrogatorio non pu far domande su fatti diversi da quelli
formulati nei capitoli, fatta eccezione per le domande su cui concordano le parti, egli tuttavia pu sempre chiedere
chiarimenti sulle risposte date. La parte deve rispondere personalmente; se la parte non si presenta o non risponde il
giudice, valutato ogni altro elemento di prova, potr ritenere come ammessi i fatti dedotti nellinterrogatorio. Diverso
dallinterrogatorio formale linterrogatorio libero delle parti, che rientra tra i poteri del giudice, il quale pu, in
qualunque stato o grado del processo ordinare la comparizione personale delle parti per interrogarle liberamente sui
fatti di causa. Le dichiarazioni rese dalle parti non possono assumere valore confessorio, ma il giudice se ne pu
avvalere come argomenti di prova.
Lispezione: lattivit istruttoria disposta anche dufficio dal giudice diretta ad esaminare luoghi, persone, cose mobili
o immobili, oggetti cio che non possono entrare nel processo come documenti, ma solo come risultato di una
osservazione. Se la parte rifiuta di eseguire lordine senza giustificato motivo, il suo comportamento pu essere
valutato dal giudice come argomento di prova. Losservazione delloggetto da ispezionare viene documentata in un
processo verbale. Il GI pu farsi assistere anche da un consulente tecnico se sono necessarie particolari cognizioni
tecniche.
Lesibizione: il giudice, su istanza di parte, ha il potere di ordinare alla parte o ad un terzo di esibire in giudizio un
documento od un'altra cosa di cui ritenga necessaria lacquisizione e di cui sia certa o non contestata lesistenza in
natura, purch ci possa avvenire senza grave danno della parte o del terzo e senza costringere gli stessi a violare il
segreto dufficio e professionale. Lordine di esibizione accompagnato dai provvedimenti opportuni circa il tempo, il
luogo ed il modo dellesibizione; le eventuali spese devono essere anticipate dalla parte che richiede lesibizione. Se la
parte si rifiuta di esibire quanto richiesto, il giudice pu trarre da tale rifiuto argomenti di prova. Il giudice pu anche
richiedere dufficio alla PA informazioni scritte e documenti in possesso della stessa che necessario acquisire al
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processo. Le informazioni ricevute vengono inserite nel fascicolo dufficio e contribuiscono alla formazione del
convincimento del giudice per la decisione. La consulenza tecnica: non pu essere considerata un mezzo di prova,
poich la sua funzione non essenzialmente quella di accertare la verit dei fatti affermati dalle parti, ma quella di
offrire al giudice lausilio di cognizioni tecniche. Il consulente tecnico dufficio un ausiliario del giudice: infatti il
risultato della sua indagine fonte di prova, laddove loggetto dellindagine possa essere accertato solo mediante
possesso di particolari cognizioni tecniche (consulenza percipiente) mentre costituisce uno strumento di valutazione
del giudice nellipotesi in cui occorra valutare delle prove gi acquisite (consulenza deducente). Il CTU nominato dal
giudice a cui assegnata la causa tutte le volte che questi lo ritenga necessario. Egli compie le sue azioni ed esprime il
suo pare in udienza e fuori depositando relazione scritta. E assicurata la partecipazione delle parti mediante la
presenza dei propri consulenti e il CTU nel redarre la relazione dovr tener conto anche delle considerazioni di questi
ultimi.
La prova delegata: se i mezzi di prova debbono assumersi fuori dalla circoscrizione del tribunale il GI delega a
procedervi il giudice del luogo in cui deve essere assunta la prova.
Quando il GI ritiene la causa matura per la decisione, invita le parti a precisare le conclusioni quindi rimette la causa in
decisione. Da tale ultima data cominciano a decorrere i 60 gg (abbreviabili fino a 20 gg) entro i quali le parti devono
depositare le comparse conclusionali ed i 20 giorni successivi per il deposito delle memorie di replica. Nel periodo
precedente alla riforma al momento della decisione la causa veniva sempre rimessa per la decisione al collegio. Al
giorno doggi come abbiamo avuto gi modo di vedere la causa pu essere decisa sia dal collegio che dal giudice unico.
Nel caso in cui la decisone sia del collegio esso sappiamo essere composto da tre membri: il presidente (solitamente il
presidente del tribunale o della sezione del tribunale) e due giudice (di cui uno quello che ha seguito la causa nella
fase istruttoria e che deve riferire della causa agli altri due membri). Non si svolge udienza di discussione a meno che
non venga richiesta da una delle parti. Pertanto quando le parti non richiedono la discussione orale, entro i 60 giorni
successivi alla scadenza del termine per il deposito delle memorie di replica la sentenza deve essere deliberata e
depositata in cancelleria. A seguito invece di istanza di udienza di discussione il presidente del tribunale deve fissare la
data delludienza collegiale che deve tenersi entro 60 giorni dalla richiesta. In questa udienza il giudice istruttore fa la
relazione della causa e, successivamente, le parti sono ammesse alla discussione. La sentenza deve essere poi
depositata nel solito termine di 60 giorni dalludienza.
Nelle materie sottratte in seguito alla riforma alla competenza del collegio, il giudice monocratico decide con pienezza
di poteri, pari appunto a quelli spettanti allorgano collegiale. Con la novit dellabbreviazione da 60 a 30 giorni
(decorrente dalla scadenza del termine per il deposito delle memorie di replica) per il deposito in cancelleria della
sentenza. In alternativa allo schema consueto, vi la possibilit su richiesta di una delle parti di saltare la fase dello
scambio delle memorie in favore della fissazione delludienza di discussione.
I provvedimenti del giudice in sede decisoria possono essere di tre tipi:
sentenze definitive (sono le sentenze che definiscono tutto il giudizio) possono essere emanate nei seguenti casi:
riguardo questioni di giurisdizione quando si dichiari difetto di giurisdizione; quando decidono questioni pregiudiziali o
preliminari il giudice ritenga la questione preclusiva per lesame del merito; quando il giudice decide totalmente il
merito della causa.
Sentenze non definitive: quando il giudice respinge difetto di giurisdizione; quando rigetta eccezioni preliminari o
pregiudiziali; quando si pronuncia sul merito soltanto di alcune questioni.
Ordinanze: sono quei provvedimenti coi quali lorgano giudicante senza definire il giudizio, provvede soltanto su
questioni relative allistruzione della causa e si limita a dare disposizioni per lulteriore corso del processo.
Le sentenze di primo grado (solo quelle di condanna) sono provvisoriamente esecutive tra le parti. La provvisoria
esecutivit pu essere sospesa se ricorrono gravi motivi su istanza della parte interessata dal giudice dappello.
Affinch il giudice dappello possa sospendere la causa tuttavia necessario che oltre ai gravi motivi e necessario che
essi siano anche fondato, ossia che i motivi di impugnazione appaiano suscettibili di accoglimento. A seguito del
deposito della sentenza il cancelliere ne d notizia alle parti e da questo momento chiunque ne abbia interesse pu
impugnare la sentenza entro il termine di un anno. La parte che vi ha interesse pu tuttavia notificare alla controparte
la sentenza abbreviando tale termine da un anno a trenta giorni. La mancata impugnazione della sentenza comporta
la incontrovertibilit del giudicato.
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Per quanto riguarda il contenuto, gli errori materiali, le omissioni materiali ed i meri errori di calcolo dovuti ad una
semplice disattenzione o svista del giudice nella redazione del provvedimento possono essere corretti sempre su
istanza di parte con decreto od ordinanza dallo stesso giudice che ha redatto la sentenza.
Il processo civile pu subire nel corso del suo svolgimento, alcuni eventi che ne alterino la fisionomia che possono
riguardare gli elementi soggettivi (successione, intervento, parte contumace) o lo sviluppo del processo (sospensione
ed interruzione, riunione, estinzione).
La parte contumace quando, bench regolarmente citata non si costituita in giudizio. Ricordiamo che
normalmente lattore si costituisce iscrivendo la causa al ruolo, il convenuto depositando comparsa di risposta. La
legge distingue due ipotesi:
- contumacia dellattore: il caso meno frequente e quando il convenuto faccia richiesta che il processo vada avanti il
giudice proclama la contumacia dellattore ed il processo va avanti.
- contumacia del convenuto: il giudice prima di dichiararla verifica la regolarit della citazione e della sua notifica, se vi
sono irregolarit fissa un termine perentorio per la sua rinnovazione, se il convenuto non si costituisce neanche
alludienza successiva si dichiara la contumacia. Se invece la citazione non rinnovata il processo si estingue. Il
convenuto pu costituirsi fino alludienza di precisazione delle conclusione e accetta la causa nello stato in cui si trova.
Il processo va avanti normalmente.
La sospensione del processo larresto temporaneo del suo svolgimento, disposto dal giudice o su istanza di
entrambe le parti. Per queste ragioni distinguiamo:
- sospensione necessaria: che pu essere a sua volta ope legis o ope iudicis. Si dice ope legis la sospensione quando
una questione di fatto o di diritto debba essere risolta in un altro processo della stessa giurisdizione o di giurisdizione
differente, di fronte ad un altro giudice od allo stesso e sia la stessa legge ad imporre la sospensione. La sospensione
ope iudicis quando invece rimessa alla discrezionalit del giudice valutare se la causa rimessa al suo esame dipenda
dalla risoluzione di altre controversie.
- sospensione su istanza delle parti: si ha quando le parti ne facciano concorde richiesta non pu durare pi di tre mesi
e non pu essere richiesta al giudice per pi di una volta.
Per quanto riguarda gli effetti delle sospensioni sappiamo che in alcuni casi i provvedimenti che dichiarano la
sospensione del processo fissano ludienza in cui esso proseguir, altrimenti entro sei mesi a partire dal momento in
cui hanno avuto conoscenza della cessazione della causa di sospensione necessaria, o entro dieci giorni dalla scadenza
della sospensione concordata le parti chiedono al giudice di fissare la data delludienza. Durante la sospensione non
pu essere compiuto alcun atto del procedimento. La sospensione inoltre interrompe i termini in corso che
ricominceranno a decorrere alla ripresa del processo. La cd sospensione impropria si ha quando in determinate ipotesi
il processo sembra apparentemente sospesa ma in realt prosegue in sede diversa: regolamento di competenza, di
giurisdizione, incidente di legittimit costituzionale.
Anche linterruzione un arresto temporaneo del processo, ma determinato dalla necessit di assicurare il
contraddittorio, a seguito di eventi che hanno menomato la partecipazione delle parti dei rappresentanti e dei
procuratori al giudizio. Tali eventi possono riguardare: la morte della parte o linterdizione, inabilitazione o fallimento
di essa; la morte o perdita della capacit di rappresentante, la cessazione della rappresentanza; la morte o radiazione
dallalbo o la sospensione del procuratore. Se tali eventi si verificano prima della costituzione della parte determinano
ipso iure linterruzione del giudizio, se si verificano successivamente occorre che il procuratore le abbia dichiarate in
udienza o notificate alle parti. Legittimato a compiere la dichiarazione il procuratore. Se la persona costituita
personalmente o levento riguarda il procuratore linterruzione opera ipso iure. La ripresa del processo deve aversi
entro sei mesi dalla conoscenza della causa di interruzione. Decorsi i sei mesi senza che le parti abbiano riassunto il
giudizio, il processo si estingue.
Lestinzione la cessazione anticipata del processo per una causa che impedisce la sua prosecuzione, il codice ne
prevede due casi: rinuncia agli atti del giudizio, che deve essere fatto dalla parte personalmente per mezzo di
procuratore speciale e deve essere accettata dalla controparte che pu avere interesse alla prosecuzione del giudizio;
inattivit delle parti che si ha dopo decorso il termine di un anno dalla cancellazione della causa dal ruolo, ovvero
quando alle parti cui spetta proseguire, riprendere, riassumere ecc non agiscano entro il termine perentorio fissato.
Lestinzione dichiarata dal giudice con ordinanza.
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La riunione del processo pu essere ordinata quando sono pendenti pi processi relativi alla stessa causa ovvero a
cause connesse. In particolare: se pi procedimenti uguali o connessi pendono davanti allo stesso giudice, questi ne
ordina anche dufficio la riunione; se pendono davanti a diversi giudici dello stesso tribunale il presidente del tribunale
con decreto ne ordina la riunione. La separazione del processo pu essere disposta dal GI o dal collegio quando pi
azioni siano cumulate nello stesso processo in due casi: se vi istanza di tutte le parti e quando la continuazione
ritarderebbe o renderebbe pi gravoso il processo.
Il giudice di pace un giudice onorario, in quanto non selezionato tramite un concorso pubblico e non legato
allamministrazione da un rapporto organico di servizio. Il procedimento dinnanzi al giudice di pace si svolge secondo
le regole gi esaminate salvo le seguenti peculiarit: le parti possono stare in giudizio personalmente; il giudice di pace
decide secondo equit le cause di valore fino a 1100 euro escluse le cause riguardanti i cd contratti di massa (conclusi
mediante compilazione di moduli o di formulari); la domanda introduttiva pu essere proposta anche verbalmente ed
il giudice di pace ne far redigere processo verbale; le parti possono costituirsi in prima udienza anche presentando al
giudice la citazione; nel corso della prima udienza il giudice di pace invita le parti a precisare definitivamente i fatti che
ciascuna pone a fondamento della domanda, difese ed eccezioni, se la conciliazione non riesce fissa una sola volta una
nuova udienza per ulteriori produzioni e richieste di prova; pu disporre dufficio la prova testimoniale quando le parti
si siano riferite nellesposizione a persone che potrebbero conoscere la verit; quando ritiene la causa matura per la
decisione invita le parti a precisare le conclusioni e a discutere la causa e nel termine di 15 giorni deposita la sentenza
in cancelleria.
Le Impugnazioni

Le impugnazioni sono rimedi che la legge pone a disposizione delle parte per provocare un nuovo giudizio ed
eventualmente la rimozione della precedente sentenza. I mezzi di impugnazioni sono rivolti in linea generale ad un
giudice diverso da quello che ha emanato la sentenza di primo grado, ma posso in via eccezionale essere rivolte allo
stesso giudice. Inoltre in ossequio al principio di certezza giuridica le impugnazioni presentano dei limiti con riguardo
nel tempo e nei gradi. I mezzi di impugnazione tipici sono: il regolamento di competenza, lappello, il ricorso per
cassazione, la revocazione e lopposizione di terzo. Esse si distinguono in ordinarie che impediscono che la sentenza
passi in giudicato e straordinarie che non hanno limiti di tempo e non impediscono che la sentenza passi in giudicato.
Si distingue inoltre tra sentenze devolutive (proponibili per il semplice fatto che si ritenga ingiusta la sentenza di primo
grado) e rescindenti (che presuppongono la denuncia di vizi specifici).
Oggetto delle impugnazioni sono di regola le sentenze e sono soggette al principio della iniziativa di parte che domina
lintero processo civile: il controllo sulle sentenze non avviene mai dufficio ma soltanto su istanza della parte
interessata. Limpugnazione pu essere totale o parziale a seconda che investa tutta la sentenza o soltanto una parte
di essa. Condizioni dellimpugnazione in difetto delle quali si avr pronuncia di inammissibilit sono:
- la legittimazione: chi stato parte nel processo; contumace; interventore; successore ed il PM. - linteresse
allimpugnazione: ricade sulla parte soccombente nella causa, ossia la parte la cui domanda non stata accolta anche
per motivi non attinenti al merito.
- lesistenza di un provvedimento obiettivamente impugnabile.
La legge stabilisce termini perentori entro i quali le impugnazioni vanno proposte a pena di decadenza. Il termine
generale per impugnare di 30 giorni fatto salvo per il ricorso per Cassazione per il quale il termine di 60 giorni. Tali
termini (brevi) decorrono dalla data di notificazione della sentenza ad istanza di parte o del difensore. Se invece la
notifica della sentenza non stata regolarmente effettuata o manca del tutto il legislatore prevede un termine (lungo)
di un anno decorrente dalla pubblicazione della sentenza. Il termine per le impugnazioni interrotto se la parte
muore o perde la capacit. Il termine invece sospeso se la scadenza di esso cade nel periodo di sospensione dei
termini processuali (1 agosto 15 settembre) e riprender a decorrere alla cessazione di tale periodo. Per quanto
concerne il rispetto di tali termini la notifica di impugnazione si intende perfezionata nel momento in cui viene
consegnata dal notificante allufficiale giudiziario.
Indipendentemente dal decorso dei termini, la proponibilit dei mezzi di impugnazione pu essere preclusa
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dallacquiescenza della parte soccombente, vale a dire dallaccettazione della sentenza. Essa pu essere espressa o
tacita, totale o parziale. Nellipotesi in cui nel giudizio di primo grado vi sia stata una pluralit di parti il codice ha
espressamente sancito il principio dellunit del procedimento di impugnazione, disponendo che tutte le impugnazioni
proposte separatamente contro la stessa sentenza, debbano essere riunite in un solo processo.
Le impugnazioni si distinguono inoltre in principali e incidentali. La prima quella proposta inizialmente mentre la
seconda quella proposta dalla parte che, gi coinvolta nellimpugnazione principale, non si limiti a chiedere la
conferma della sentenza ma ne domandi la riforma secondo i propri interessi. Possono pertanto proporre
impugnazione incidentale: le parti convenute con limpugnazione principale, le altre parti chiamate ad integrare il
giudizio che abbiano un qualsiasi interesse ad impugnare la sentenza. Gli effetti della sentenza di impugnazione
variano secondo gli istituti e possono eliminare o prendere il posto della sentenza di primo grado. Il processo di
impugnazione pu infine estinguersi per gli stessi motivi del processo di primo grado.
Lappello il pi ampio tra i mezzi di impugnazione: con la sua proposizione si ha un riesame totale della controversia
decisa dal giudice di primo grado. La sentenza pronunciata in appello una decisione nuova che assorbe e sostituisce
la sentenza di primo grado anche nellipotesi in cui vi sia piena conferma. Lappello presenta le seguenti peculiarit: ha
natura di gravame (comporta cio un riesame totale della controversia ed sempre concesso alla parte soccombente),
ha effetto devolutivo (devolve al nuovo giudice la cognizione dello stesso rapporto sostanziale), non da vita ad un
nuovo processo ( continuazione del processo di primo grado ossia una sua verifica). Sono appellabili tutte le sentenze
pronunciate in primo grado, tuttavia occorre distinguere se si tratti di sentenze definitive oppure no. Nel primo caso
vale la regola dellimpugnazione nei termini prescritti; nel secondo caso la parte pu fare appello immediato o fare
riserva di appello (che verr proposto con lappello alla sentenza definitiva). Le sentenze del giudice di pace
pronunciate secondo equit sono appellabili soltanto per violazione di norme sul procedimento, costituzionali o
comunitarie o principi regolatori della materia. Con lentrata in vigore della riforma del giudice unico lappello contro
tutte le sentenze del giudice di pace e del tribunale si propone rispettivamente presso il tribunale e presso la corte
dappello nella cui circoscrizione si trovi il giudice che ha pronunciato la sentenza. Pu essere di due tipi: principale che
si propone mediante citazione con esposizione sommaria dei fatti e dei requisiti stabiliti dallart 163, incidentale che si
innesta nel processo di impugnazione principale. Lintervento di terzi generalmente inammissibile. Lunico
intervento ammesso nel giudizio di appello quello dei terzi che potrebbero proporre opposizione di terzo. Nel
procedimento dappello davanti al tribunale o alla corte che sia si osservano le norme stabilite per il processo di primo
grado. Ai fini dellimprocedibilit rilevante: la mancata costituzione dellappellante nei termini, ovvero se
lappellante regolarmente costituitosi non compare alla prima udienza e neanche a quella successiva fissata dal
giudice. Lappello viene invece dichiarato inammissibile: quando viene proposto dopo la decadenza per decorrenza del
termine o per acquiescenza; in difetto delle condizioni per impugnare; per mancato ottemperamento dellordine di
integrazione del contraddittorio; nel caso di estinzione di un precedente giudizio di appello. Sia linammissibilit che
limprocedibilit generano la grave conseguenza che lappello non sia pi proponibile anche se non ancora decorso il
termine utile per proporlo.
Proprio perch lappello un riesame della stessa controversia le parti non possono proporre nuove domande, alla
stregua di tale criterio nuova la domanda: se nuova la persona (attore o convenuto), se diverso il petitum, se
diversa la causa petendi. Domande nuove, qualora proposte, devono essere dichiarate inammissibili dufficio e non
rigettate. Nonostante il divieto di domande nuove possono, in via eccezionale, essere richieste seppur nuove
domande riguardo: agli interessi, i frutti e gli accessori maturati dopo la sentenza impugnata; al risarcimento dei danni
sofferti dopo tale sentenza. Il divieto dello ius novo rum viene esteso anche alle nuove eccezioni che non siano
rilevabili dufficio ed inoltre prevista linammissibilit di nuovi mezzi di prova. Tale ultimo principio pu essere
derogato nei seguenti casi: quando il collegio ritenga che i nuovi mezzi di prova siano indispensabili per la causa,
quando la parte dimostri di non aver potuto proporli precedentemente, quando venga deferito il giuramento
decisorio.
Prima della riforma in appello vi era scissione tra la fase dellistruzione e la fase delle decisione. La fase dellistruzione
era affidata al consigliere istruttore. A partire dal 1995 nel giudizio di appello stato attuato il principio della
collegialit piena abolendo la dicotomia e la figura del consigliere. Lappello tuttavia collegiale soltanto quando in
corte dappello mentre di composizione monocratica lappello presso il tribunale. Il giudice dappello pu emettere:
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sentenze definitive (di conferma, di riforma e di rinvio al giudice di primo grado per motivi di giurisdizione, di nullit
della notificazione della citazione, nullit della sentenza di primo grado, estinzione del processo, contraddittorio non
integrato), sentenza non definitiva (su questioni preliminari o pregiudiziali), ordinanza (per lassunzione di una prova o
la rinnovazione totale o parziale dellassunzione).
Il ricorso per cassazione un mezzo di impugnazione ordinario che, a differenza dellappello non d luogo ad una
nuova valutazione nel merito della causa, ma soltanto ad una revisione delle attivit processuali nonch del giudizio di
diritto. La corte di cassazione giudice di sola legittimit, ovvero giudice del diritto, essa infatti assicura luniforme
interpretazione della legge e del diritto nazionale, perch le sentenze da essa emanate vengono raccolte in massimari
e costituiscono dei precedenti. Anche il ricorso per cassazione, come gli altri mezzi di impugnazione, previsto
nellinteresse della parte che si ritenga lesa dallingiustizia della sentenza. Possono essere impugnate con ricorso per
cassazione: le sentenze del giudice ordinario pronunciate in grado di appello o in unico grado; le sentenze appellabili
del tribunale quando la parti siano daccordo per omettere lappello (ricorso per saltum); le sentenze e i
provvedimenti che incidono su diritti soggettivi e siano idonei al giudicato. La corte di cassazione altres competente
a giudicare nei casi di: ricorso contro le decisioni dei giudici speciali; conflitti di giurisdizione; ricorso per regolamento
di giurisdizione; ricorso per regolamento di competenza.
Il ricorso per cassazione ammesso solo contro gli errori di diritto contenuti nella sentenza. Tali errori possono essere
di due tipi: errores in iudicando (nellindividuazione della norma da applicare) ed errores in procedendo (di carattere
procedurale). I motivi di ricorso sono tassativamente elencati nellart 360: motivi attinenti alla giurisdizione; violazione
delle norme sulla competenza; violazione o falsa applicazione di una norma di diritto; nullit della sentenza o del
procedimento; omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione.
La domanda assume la forma del ricorso: esso rivolto alla corte e deve essere sottoscritto da un avvocato iscritto
allalbo dei difensori presso la corte di cassazione. Esso deve contenere: lindicazione delle parti; lindicazione della
sentenza o decisione impugnata; lesposizione sommaria dei fatti della causa; i motivi per i quali si chiede lintervento
della cassazione con lindicazione delle norme su cui si fondano; lindicazione della procura; la specifica indicazione
degli atti processuali su cui si fonda. Il ricorso poi inammissibile in due ipotesi: quando il provvedimento impugnato
ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della corte; quando manifestamente infondata
la censura relativa a violazione dei principi regolatori del giusto processo. Il ricorso deve essere notificato alla parte
entro 60 giorni dalla notifica della sentenza (termine breve) o entro un anno se la sentenza non stata notificata e
deve essere depositato presso la corte entro 20 giorni dallultima notifica. Se il ricorrente non ha eletto domicilio a
Roma, le notificazioni gli sono fatte presso la cancelleria della corte. Insieme con il ricorso debbono essere depositati
sempre a pena di improcedibilit: leventuale decreto di concessione del gratuito patrocinio; copia autentica della
sentenza o decisione impugnata; la procura speciale; gli atti processuali, i documenti, i contratti o accordi collettivi.
La parte contro la quale diretto il ricorso pu proporre controricorso che pu avere soltanto contenuto difensivo,
che deve essere notificato al ricorrente al domicilio eletto entro 20 giorni dalla scadenza del termine stabilito per il
deposito del ricorso e devessere depositato in cancelleria con i documenti e con la procura entro 20 giorni dalla
notificazione. La parte che non presenta controricorso non pu presentare memorie scritte ma soltanto partecipare
alla discussione orale. Se invece la parte che presenta il controricorso vuole a sua volta impugnare la sentenza per altri
motivi pu proporre ricorso incidentale. Il ricorso per cassazione non sospende la sentenza impugnata.
Il giudizio di cassazione tipicamente rescindente ossia elimina la sentenza del giudice di merito in modo da rendere
possibile un nuovo esame della controversia. Oggetto di tale giudizio rescindente la sentenza impugnata, pi
precisamente la domanda di cassazione di tale sentenza. La corte di cassazione decide normalmente a sezione
semplice (5votanti), ma la legge stabilisce che in alcuni casi particolari (motivi di giurisdizione, disposizione del primo
presidente per questioni di grande importanza) decidere a sezioni unite (9 votanti).

La sentenze della cassazione possono avere il seguente contenuto: inammissibilit, improcedibilit o rigetto;
accoglimento; rettificazione. Quando la cassazione accoglie un ricorso, cassa la sentenza impugnata, essa tuttavia pu
cassare la sentenza con rinvio o senza rinvio.
La Corte cassa senza rinvio quando a seguito della cassazione della sentenza il processo non pu proseguire e ci
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accade nei seguenti casi: quando con riguardo ai casi di giurisdizione la corte riconosce che il giudice e tutti gli altri
difettano di giurisdizione; quando la corte ritiene che per qualsiasi motivo la causa non poteva, davanti al giudice di
merito, essere proposta; quando accoglie il ricorso ed enuncia il principio di diritto al quale il giudice doveva attenersi,
ossia decide la causa nel merito senza necessit di ulteriori approfondimenti.
La corte cassa con rinvio in tutti gli altri casi, in cui, a seguito della cassazione della sentenza impugnata, il processo
prosegue davanti ad altro giudice. Il rinvio disposto normalmente ad un giudice differente ma di pari grado a quello
che ha emesso la sentenza cassata; nel caso di ricorso per saltum il rinvio pu essere fatto al giudice che avrebbe
dovuto pronunciarsi sullappello; nel caso in cui la corte riscontri una nullit della sentenza di primo grado il rinvio al
primo giudice.
Il giudizio di rinvio quel giudizio che segue alla cassazione con rinvio della sentenza impugnata per cassazione. Esso
diretto alla sostituzione della sentenza cassata con una nuova sentenza e per questo considerato come una
prosecuzione del giudizio. Il giudice di rinvio ha poteri limitatamente alle parti della sentenza che sono state cassate
ed ha potere di interpretare la sentenza della corte.
La revocazione un mezzo di impugnazione a carattere eccezionale diretto contro un vizio della volont del giudice
che ha pronunciato la sentenza impugnata, ed fondata sullesistenza di particolari circostanze che, se fossero state
conosciute dal giudice, avrebbero portato ad un giudizio diverso. La revocazione pu essere: ordinaria quando
impedisce il passaggio in giudicato della sentenza; straordinaria quando proponibile anche dopo il passaggio in
giudicato della sentenza. Sono impugnabili per revocazione le sentenze pronunciate in unico grado o in grado di
appello, non le sentenze ancora appellabili. I motivi di revocazione sono tassativamente indicati nellart 395: se la
sentenza affetta da dolo di una delle parti in danno dellaltra; se si giudicato in base a prove riconosciute o
dichiarate false; se dopo la sentenza sono stati trovati uno o pi documenti decisivi; se la sentenza affetta da errore
di fatto risultante dagli atti della causa; se la sentenza contraria ad altra avente autorit di giudicato tra le parti; se la
sentenza affetta da dolo del giudice. I termini per la revocazione sono fissati in: 30 giorni dalla notifica della
sentenza; 30 giorni dalla scoperta del dolo o della falsit, dal recupero del documento, o dal passaggio in giudicato
della sentenza che accerta il dolo del giudice. Legittimato attivo per revocazione la parte soccombente. La domanda
si propone con citazione davanti allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata, inteso come organo e
non come persona fisica. La citazione deve indicare, a pena di inammissibilit, il motivo e le prove della revocazione.
La proposizione della revocazione non sospende i termini per ricorso in cassazione o il relativo giudizio, se gi iniziato.
Lopposizione di terzo un mezzo di impugnazione straordinario, in quanto proponibile nonostante il passaggio in
giudicato della sentenza, concesso al terzo per rimuovere gli effetti pregiudizievoli che una sentenza, pronunciata tra
altre persone, pu avere nella sua sfera giuridica. Lopposizione di terzo presenta alcune caratteristiche eccezionali:
proponibile da chi non fu parte; un rimedio facoltativo in quanto la sua mancata proposizione non determina
preclusioni. Essa pu essere: ordinaria concessa ai terzi che siano titolari di un diritto assolutamente incompatibile col
diritto dichiarato nella sentenza pronunziata inter alios; revocatoria concessa ai terzi che soffrirebbero un pregiudizio
di fatto quando la sentenza sfavorevole al loro debitore sia stata pronunciata per dolo o collusione tra le parti.
La sentenza, per essere opponibile al terzo, deve essere passata in giudicato o deve essere esecutiva. La competenza
appartiene allo stesso giudice che si pronunciato su quella impugnata. Le forme da osservare sono quelle da
osservare davanti al giudice presso cui proposta. La citazione deve contenere oltre agli elementi di cui allart 163
anche lindicazione della sentenza impugnata o della data in cui il terzo e venuto a conoscenza del dolo o della
collusione e della relativa prova. Lopposizione ordinaria non soggetta a termini, quella revocatoria entro 30 gg dal
momento in cui si venuti a conoscenza del dolo o della collusione.
IL PROCESSO DI ESECUZIONE
Lesecuzione forzata nel quadro dellordinamento
Il nostro ordinamento prevede due grosse categorie di interessi protetti:
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alcune situazioni sostanziali si attuano fornendo al loro titolare dei poteri di comportamento in relazione ad un determinato
bene e facendo obbligo agli altri di non frapporsi fra il titolare della situazione sostanziale e il bene stesso.
altre invece presuppongono una attivit di un altro soggetto come nel caso del credito.
Lesecuzione forzata quello strumento che lordinamento prevede per porre rimedio allinadempimento dellobbligato quando
il titolare della situazione sostanziale protetta non pu in altro modo godere della stessa.

Esecuzione diretta ed esecuzione indiretta
In via generale, lesecuzione pu essere indiretta o diretta:
indiretta quando si cerca di indurre alladempimento un soggetto dietro la minaccia di misure coercitive quali sanzioni civili o
penali tali che ladempimento risulti meno gravoso delladempimento. Per questo motivo per lesecuzione indiretta non una
soluzione certa al 100%. Il nostro ordinamento non la prevede in via generale ma solo per certi casi determinati.
diretta quando, nei casi in cui risulta possibile, lattivit dellorgano esecutivo si sostituisce allinattivit dellobbligato.
Nel nostro sistema abbiamo tre diverse procedure esecutive:
1. lespropriazione forzata per i crediti di denaro;
2. lesecuzione per consegna o rilascio per il trasferimento del possesso di beni mobili o immobili determinati;
3. lesecuzione per obblighi di fare in via residuale per tutti i comportamenti di fare: a) che siano diversi dal pagamento e dalla
consegna; b) che siano fungibili.
I presupposti ed il contenuto delle misure giurisdizionali esecutive
Esiste una differenza fondamentale fra la tutela in via dichiarativa e la tutela in via di esecuzione.
Per ci che attiene al processo di cognizione, i suoi presupposti sono la semplice affermazione da parte di chi richiede la tutela
giurisdizionale che esiste una situazione sostanziale che ha bisogno della tutela dichiarativa. Il contenuto della pronuncia
giurisdizionale potr essere a) di natura rituale, quando ad esempio il giudice non possa decidere nel merito per problemi di
giurisdizione o competenza; b) di accoglimento; c) di rigetto.
Nel processo esecutivo, invece, il presupposto un titolo esecutivo. In altre parole si da per scontato che il diritto vantato da
colui che chiede la tutela esecutiva esista. In questo caso lorgano esecutivo pu a) non concedere lesecuzione per problemi di
rito; b) concedere la tutela esecutiva. Manca insomma la possibilit che lorgano dellesecuzione neghi la tutela giurisdizionale
richiesta.
Il titolo esecutivo
Lart. 474 dice che lesecuzione forzata non pu aver luogo se non in virt di un titolo esecutivo che deve sorreggere tutta quanta
la durata dellesecuzione forzata ed avere ad oggetto un diritto:
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certo: la certezza consiste nellindividuazione del bene oggetto di questi interventi esecutivi e del fare che deve essere compiuto.
Riguarda lesecuzione per consegna o rilascio o lesecuzione per obblighi di fare;
liquido: lequivalente della certezza riferita alle somme di denaro;
esigibile: non sottoposto, cio, a termine o condizione.
La seconda parte dellart. 474 elenca i titoli esecutivi suddividendoli in tre categorie:
1. titoli esecutivi giudiziali: tutte le sentenze di condanna e certe ordinanze (es. ordinanza di convalida di licenza o sfratto) o
decreti;
2. titoli di credito (cambiali, assegni e altri titoli cui la legge attribuisce la stessa efficacia);
3. atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato dalla legge a riceverli relativamente alle obbligazioni di somme di
denaro in essi contenuti.
Oltre a queste ipotesi ne esistono moltissime altre previste da leggi speciali.
Titolo esecutivo in senso sostanziale e titolo esecutivo in senso documentale
Per titolo esecutivo in senso sostanziale si intende la fattispecie da cui sorge leffetto giuridico di rendere tutelabile in via
esecutiva una certa situazione protetta. Il titolare di questa situazione ha diritto allintervento degli organi giurisdizionali che
hanno lobbligo di attivarsi. Il titolo esecutivo in senso sostanziale tiene conto inoltre degli eventuali elementi modificativi ed
estintivi del diritto tutelato.
Al contrario, il titolo esecutivo in senso documentale, tiene conto dei soli elementi costitutivi dato che, solitamente, eventi
modificativi od estintivi interverranno successivamente alla stesura materiale del documento rappresentativo del titolo
esecutivo.
Titoli esecutivi in senso documentale sono gli originali dei titoli di credito o le copie autenticate dei provvedimenti giudiziali o
degli atti pubblici. Queste ultime devono avere apposta una formula esecutiva onde evitare che possano essere usate per
lesecuzione copie diverse.
Lefficacia del titolo esecutivo verso terzi
Il problema che andiamo ora ad analizzare riguarda la possibilit, per un titolo esecutivo, di far valere i sui effetti a favore di un
soggetto diverso dal titolare originario o nei confronti di un diverso obbligato: in altre parole lefficacia verso i terzi.
Lart. 475 secondo comma prevede che la spedizione del titolo in forma esecutiva sia possibile anche in favore di soggetti, non
individuati nel titolo stesso come creditori, che siano successori dellavente diritto. Allo stesso modo, ma con una situazione
rovesciata, lart. 477 prevede che il titolo esecutivo contro il deceduto abbia efficacia contro gli eredi. Questa ratio
riscontrabile in tutti i casi in cui si abbia la nascita di obblighi dipendenti da quello consacrato nel titolo esecutivo e latto, in cui il
titolo esecutivo consiste, vincolante anche per il titolare dellobbligo dipendente. Lesistenza dellobbligo dipendente sar
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oggetto di accertamento solo quando lesecutato contesti la sussistenza del fatto successorio. Ricapitolando il titolo esecutivo
utilizzabile da o contro un terzo quando:
il terzo titolare di una situazione sostanziale di diritto o obbligo, sostanzialmente dipendente da quella accertata nel titolo
esecutivo;
latto che funge da titolo esecutivo ha, verso il titolare della situazione dipendente ma con riferimento alla situazione
pregiudiziale, gli stessi effetti che ha nei confronti del dante causa.
La notificazione del titolo esecutivo e del precetto
Secondo lart. 479 il titolo esecutivo in senso documentale deve essere notificato allesecutato prima dellinizio dellesecuzione
forzata. Contestualmente o successivamente deve essergli notificato anche il precetto, atto disciplinato dallart. 480, con cui si
intima allobbligato di adempiere entro un termine non inferiore a dieci giorni pena linizio dellazione esecutiva. Il precetto
perde efficacia se entro 90 giorni dalla sua notifica non iniziata lesecuzione forzata. Lopposizione al precetto non sospende
lesecuzione; la sospensione pu essere disposta solo dal giudice.
Struttura generale del processo esecutivo
Come abbiamo gi avuto modo di sottolineare, la differenza fondamentale fra processo dichiarativo (di cognizione) e processo
esecutivo, consta nelle possibili soluzioni del processo stesso. La domanda dellattore nel processo di cognizione pu essere
accolta o rigettata; nel processo di esecuzione, accertata la procedibilit, pu solo essere accolta. Leventuale opposizione
allesecuzione sar oggetto di un apposito processo di cognizione incidentale ma non potr mai essere discussa nellesecuzione.
Quindi lunica ipotesi in cui lesecuzione viene rifiutata attiene a questioni di rito. In altre parole lunico provvedimento del
giudice dellesecuzione laccoglimento dal momento che il rifiuto per motivi di rito appunto un rifiuto a provvedere.
Le condizioni minime indispensabili per emettere una misura esecutiva sono le stesse richieste per arrivare alla pronuncia sul
merito in un processo dichiarativo (giurisdizione, competenza, capacit e legittimazione delle parti, rappresentanza tecnica).
A chi obietta che nel processo esecutivo viene meno il principio del contraddittorio poich la pronuncia a senso unico si pu
semplicemente far notare che il problema inquadrato nellottica sbagliata. Lesistenza del diritto va data per scontata. A questo
punto per le parti possono intervenire alla pari sul come svolgere lesecuzione.
Passiamo ora ad analizzare la composizione dellufficio esecutivo. I giudici competenti per lesecuzione forzata sono indicati negli
art. 16 e 26 c.p.c.:
art. 16: per lesecuzione forzata sempre competente la Pretura, tranne che per lespropriazione immobiliare per la quale
competente il Tribunale.
art. 26: territorialmente competente per lespropriazione immobiliare e mobiliare il giudice del luogo dove si trova il bene; per
lespropriazione dei crediti competente il giudice del luogo dove risiede il terzo debitore; per lesecuzione forzata degli obblighi
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di fare e di non fare competente il giudice del luogo dove lobbligo deve essere adempiuto; per lesecuzione forzata per
consegna e rilascio ritorna competente il giudice dove si trovano i beni.
La competenza territoriale inderogabile dalle parti.
Lespropriazione forzata
Lespropriazione forzata il procedimento esecutivo mediante il quale si tutelano i crediti di somme di denaro. Trova il suo
fondamento in due norme del codice civile e precisamente gli artt. 2740 (responsabilit patrimoniale del debitore) e 2910
(oggetto dellespropriazione). Si svolge in tre momenti:
1. individuazione e conservazione dellelemento attivo del patrimonio del debitore mediante il pignoramento;
2. liquidazione dellelemento attivo;
3. soddisfazione del creditore con la distribuzione del ricavato.
Il pignoramento
Ai sensi dellart. 491 il pignoramento latto iniziale dellespropriazione forzata con il quale si individuano e conservano i diritti
del debitore da espropriare.
Esistono tre forme principali di pignoramento:
1. mobiliare: la richiesta fatta dal creditore procedente allufficiale giudiziario in forma libera. Onde evitare indagini incerte e
difficoltose circa la propriet dei beni da sottoporre a pignoramento, lordinamento prevede il principio dellappartenenza che
tiene conto della dislocazione spaziale dei mobili. La scelta dei mobili da pignorare segue le regole degli artt.
513,514,515,516,517. Lufficiale giudiziario, man mano che individua i beni li descrive nel verbale indicandone il valore
approssimativo. Raggiunto un valore sufficiente alla soddisfazione del creditore, lufficiale giudiziario affida i beni in custodia o li
porta via per collocarli in deposito.
2. immobiliare: lindividuazione dei beni da pignorare in questo caso pi semplice grazie allesistenza di pubblici registri. E
sufficiente che il creditore individui i beni con gli estremi richiesti dal c.c.: natura del bene; comune in cui si trova; estremi
catastali. Il creditore chiede allufficiale giudiziario di procedere al pignoramento del bene immobile, individuato e descritto dal
creditore stesso in un atto che assume forma scritta, ed da lui sottoscritto. Lufficiale giudiziario aggiunge a tale atto la sua
ingiunzione e notifica il tutto al debitore esecutato. Dopodich si trascrive latto di pignoramento nel registro immobiliare.
3. di crediti: qui lordinamento non si accontenta della semplice affermazione del creditore ma esige un pieno accertamento
delleffettiva esistenza, in capo al debitore, o del credito o della propriet del bene mobile. Il pignoramento si effettua
notificando al debitore esecutato e al terzo debitore un atto che deve contenere:
a) lindicazione del credito per il quale si procede, del titolo esecutivo e del precetto;
b) lindicazione, almeno generica, delle somme o cose dovute dal terzo debitore al debitore esecutato;
c) la citazione del terzo debitore a comparire davanti al pretore del luogo di sua residenza per rendere una certa dichiarazione.
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La posizione del terzo debitore, dal momento in cui gli viene notificato il pignoramento, quella del custode e non pu pi
adempiere nei confronti del debitore esecutato. Alludienza fissata con latto introduttivo, il terzo debitore deve confermare
laffermazione che il creditore ha fatto e cio se veramente debitore di quella somma. In caso negativo (se non si presenta o ne
nega lesistenza) occorre accertare lesistenza del credito pignorato. Il pretore non procede dufficio allaccertamento ma lo fa su
istanza di parte.
Gli effetti conservativi del pignoramento*
Fra il pignoramento e la vendita forzata intercorre necessariamente un certo periodo di tempo durante il quale il creditore corre
essenzialmente due rischi: 1) la modificazione della realt materiale del bene oggetto del diritto pignorato; 2) la modificazione
attinente alla titolarit del diritto pignorato.
Lordinamento fa fronte a queste problematiche con alcune modifiche alla disciplina di diritto comune.
Ai sensi dellart. 2912 il pignoramento comprende le pertinenze, gli accessori e i frutti del bene pignorato. Lart. successivo ci dice
che gli atti di alienazione dei beni pignorati non hanno effetto in pregiudizio del creditore procedente e degli eventuali creditori
che intervengono nellesecuzione (leccezione prevista riguarda i beni mobili posseduti in buona fede).
Lart. 2914 prevede quattro ipotesi che sostanzialmente risolvono il conflitto fra creditore procedente e il terzo attraverso gli
stessi criteri con i quali lordinamento risolve il conflitto fra due aventi causa dello stesso dante causa, cio fra due atti di
alienazione, posti in essere dallo stesso alienante, equiparando il creditore procedente, nel conflitto con gli aventi causa del
debitore esecutato, ad un avente causa del debitore stesso. Pertanto non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e
dei creditori che intervengono nellesecuzione, sebbene anteriori al pignoramento:
1. le alienazioni di beni immobili o di beni mobili iscritti in pubblici registri, che siano state trascritte successivamente al
pignoramento;
2. le cessioni di crediti che siano state notificate al debitore ceduto o accettate dal medesimo successivamente al pignoramento;
3. le alienazioni di universalit di mobili che non abbiano data certa;
4. le alienazioni de beni mobili di cui non sia stato trasmesso il possesso anteriormente al pignoramento, salvo che risultino da atte
avente data certa.
Le vicende anomale relative al pignoramento
Gli artt. che vanno dal 493 al 497 analizzano alcuni istituti che si collocano fra il pignoramento e la vendita forzata.
art. 493 (pignoramenti su istanza di pi creditori): pi creditori possono con unico pignoramento colpire il medesimo bene.
art. 494 (pagamento nelle mani dellufficiale giudiziario): il debitore pu evitare il pignoramento versando nelle mani
dellufficiale giudiziario la somma per cui si procede e limporto delle spese, con lincarico di consegnarli al creditore.
art. 495 (conversione del pignoramento): il debitore pu chiedere di sostituire alle cose pignorate una somma di denaro pari
allimporto delle spese e dei crediti del creditore pignorante e dei creditori intervenuti.
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art 496 (riduzione del pignoramento): il giudice pu disporre la riduzione del pignoramento quando il valore dei beni pignorati
superiore allimporto delle spese e dei crediti.
art. 497 (cessazione dellefficacia del pignoramento): il pignoramento perde efficacia quando dal suo compimento sono trascorsi
novanta giorni senza che sia stata richiesta lassegnazione o la vendita.
Lintervento dei creditori
Ai sensi dellart. 499 lintervento aperto a tutti i creditori a condizione che pongano in essere un atto di intervento che
contenga lindicazione del credito e quella del titolo di esso. Il creditore quindi non ha bisogno di un titolo esecutivo n di
provare lesistenza del suo credito. Questultima eventualit sorge solo qualora ci siano contestazioni al momento della
distribuzione del ricavato.
Qualora il creditore non abbia nessun titolo esecutivo, si limiter a partecipare passivamente alla distribuzione de ricavato. Se
invece provvisto di titolo esecutivo potr compiere certi atti di impulso o addirittura provvedere ad un altro pignoramento per
salvaguardarsi da un eventuale caducazione del procedimento gi in corso.
Vediamo ora i diversi tipi di intervento previsti dal nostro ordinamento per:
1. espropriazione mobiliare e di crediti, che comprende lespropriazione diretta verso il debitore, e lespropriazione verso i terzi;
2. espropriazione immobiliare;
Nella prima ipotesi richiesto un credito certo ed esigibile; nella seconda non occorre lesigibilit.
Una particolare disciplina riguarda i creditori privilegiati. Alcuni di essi infatti devono essere avvertiti della pendenza del processo
esecutivo poich la vendita forzata ha leffetto di estinguere i diritti di prelazione che gravano sul bene. Tali creditori devono
quindi avere la possibilit di intervenire nellesecuzione per partecipare alla distribuzione del ricavato secondo loriginale diritto
di prelazione.
La vendita e lassegnazione in generale
Analizziamo adesso il secondo momento del processo despropriazione, il momento in cui il diritto pignorato viene liquidato.
Naturalmente questa attivit non necessaria se il bene pignorato consiste in una somma di denaro.
Lart. 501 prevede un termine minimo per la domanda di assegnazione o vendita di dieci giorni dalla data del pignoramento
(tranne il caso in cui i beni pignorati siano deteriorabili). Tale termine dilatorio ha due funzioni:
1. consentire al debitore di reagire al pignoramento, per esempio con una istanza di conversione, di riduzione, con le opposizioni;
2. dare agli altri creditori un minimo di tempo per poter intervenire nellesecuzione.
Trascorso questo termine, lart. 529 ci dice che il creditore procedente e i creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo possono
chiedere la distribuzione del denaro e la vendita di tutti gli altri beni.
I modi per procedere alla liquidazione sono la vendita e lassegnazione:
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nella vendita il soggetto che diventa titolare del diritto pignorato al posto dellesecutato pu essere qualunque soggetto, tranne
il debitore esecutato;
nellassegnazione il diritto viene trasferito ad uno dei creditori.
Lassegnazione pu assumere due diverse configurazioni:
1. il creditore si rende assegnatario soddisfacendosi in tutto o in parte del proprio credito attraverso lattribuzione del diritto
pignorato (assegnazione satisfattiva). Ha il duplice effetto di trasferimento del diritto pignorato dal debitore al creditore e di
estinzione del credito verso il debitore).
2. il creditore per rendersi assegnatario paga una somma di denaro (assegnazione vendita). La somma versata sar oggetto di
distribuzione come se il bene pignorato fosse stato venduto.
I rapporti tra la vendita e lassegnazione sono i seguenti:
1. vi sono beni che debbono essere assegnati senza un previo tentativo di vendita: i crediti pignorati che siano scaduti o che
scadano entro 90 giorni.
2. vi sono beni che possono essere assegnati senza un previo tentativo di vendita: i titoli di credito e le cose il cui valore risulta dal
listino di borsa o di mercato.
3. vi sono beni che debbono essere assegnati dopo un tentativo di vendita fallito: gli oggetti doro e dargento non possono essere
in nessun caso venduti per un prezzo inferiore al valore intrinseco.
4. tutti gli altri beni possono essere assegnati dopo un primo tentativo di vendita fallito.
Per garantire che il prezzo di assegnazione non sia un prezzo di favore effettuato dai creditori in accordo tra loro allinterno del
procedimento di espropriazione, viene stabilito un valore minimo di assegnazione che non sia inferiore alle spese di esecuzione e
ai crediti aventi diritto a prelazione anteriore a quello dellofferente.
Quindi il valore dellassegnazione il maggiore tra questi due valori:
1. il valore di stima del bene;
2. la somma delle spese di esecuzione e dei crediti che hanno prelazione e che sono collocati anteriormente al creditore offerente.
Quando, decorsi i dieci giorni dal pignoramento (ed entro gli ottanta successivi) viene fatta unistanza di vendita o di
assegnazione, il giudice deve fissare unudienza per sentire le parti circa lassegnazione, il tempo e le modalit della vendita.
Inoltre le parti devono proporre a pena di decadenza le opposizioni agli atti esecutivi se non sono gi decadute dal diritto di
proporle.
Qualora non ci siano opposizioni, si sia raggiunto un accordo o ci sia una sentenza che le rigetti, si arriva alla fase della vendita.
Viene quindi nominato uno stimatore che provvede alla valutazione dei beni.
Le singole forme di vendita forzata
Iniziamo dallespropriazione mobiliare. I modi di liquidazione del bene mobile sono essenzialmente due:
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1. la vendita a mezzo commissionario: consiste nellaffidare la vendita del bene mobile previamente stimato ad un soggetto privato
che lo vende con trattativa privata.
2. la vendita allincanto: normalmente la vendita affidata agli istituti vendite giudiziarie. Viene stabilito un prezzo minimo per
lincanto, viene fissata la data dellincanto e nei giorni precedenti allincanto lincaricato si reca a ritirare i beni mobili dal
custode. Se la vendita fallisce abbiamo due possibilit: a) che si abbia lassegnazione su richiesta di uno o pi creditori; b) se
nessuno chiede lassegnazione, il giudice dispone una seconda vendita a prezzo libero.
Vediamo ora come si liquidano i crediti.
Per la perfezione del pignoramento, sono necessarie o una dichiarazione conforme del terzo o una sentenza che accerta
l'esistenza del diritto di credito. Dopo di che il rinnovamento si perfeziona e si pu procedere alla liquidazione del credito. Tale
liquidazione si ha necessariamente attraverso il trasferimento del credito ad un soggetto diverso da colui che ne era titolare,
ossia il debitore esecutato.
Il trasferimento del credito avviene secondo due modalit diverse a seconda che il credito sia gi scaduto o scada entro 90
giorni, oppure che scada in un periodo successivo. Nel primo caso si ha una ipotesi di assegnazione coattiva che determina, dal
punto di vista del diritto sostanziale, gli stessi effetti di una cessione credito. Naturalmente le eccezioni ottenibili dal terzo
debitore non devono contrastare con il contenuto vincolante della dichiarazione della sentenza. Nel secondo caso i crediti
possono essere assegnati, se i creditori ne fanno domanda, o venduti nel caso contrario. Se il credito venduto significa che si
trover un soggetto il quale si rende cessionario di quel credito pagando una certa somma, che ovviamente sar inferiore al
valore nominale del credito.
Ludienza con cui si stabiliscono le modalit per la vendita dellimmobile si svolge in modo analogo a tutte le altre forme di
espropriazione. Di diverso ci sono solo le modalit con cui si arriva alla liquidazione del bene e che sono:
a) la vendita senza incanto: consiste in un invito a fare la propria offerta in cancelleria in busta chiusa, offerta che rimane
sconosciuta fino a che non vengono aperte le buste. Possono partecipare tutti gli interessati tranne il debitore esecutato. Se
lofferta maggiore non supera di il valore del bene stabilito sufficiente il dissenso di un creditore per far respingere lofferta e
procedere con la vendita allincanto. Negli altri casi il giudice a stabilire se accettare il prezzo o tentare lincanto.
b) la vendita con incanto;
Il decreto con cui il giudice pronuncia il trasferimento del diritto sul bene ha leffetto di estinguere trascrizioni di pignoramenti e
iscrizioni ipotecarie. Questo costringe il creditore ipotecario a partecipare allespropriazione del bene ed a riprendersi la somma
che gli spetta anche prima del termine che egli aveva pattuito.
Il decreto di trasferimento costituisce titolo esecutivo per il rilascio, cio per ottenere la consegna del bene acquistato, nei
confronti del custode ma non nei confronti dei terzi possessori (verso i quali andranno spesi gli ordinari mezzi di tutela di diritto
comune come la rivendicazione o la restituzione).
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Qualora lincanto fallisca e non ci siano richieste di assegnazione il giudice pu, o disporre un secondo incanto con prezzo base
ribassato di 1/5, oppure procedere con lamministrazione giudiziaria del bene.
Gli effetti sostanziali della vendita e dellassegnazione*
Ai sensi dellart. 2919 c.c. la vendita forzata trasferisce allacquirente i diritti che sulla cosa spettavano a colui che ha subito
lespropriazione, salvi gli effetti del possesso di buona fede.
La vendita forzata da luogo ad un acquisto a titolo derivativo (ricordando che si ha acquisto a titolo derivativo quando sussiste in
capo al dante causa una situazione sostanziale uguale o maggiore rispetto a quella acquistata; si ha invece acquisto a titolo
originario quando in capo al dante causa non esiste un diritto uguale o maggiore di quello acquistato).
Per questo motivo se colui che ha subito lespropriazione non era effettivamente titolare del diritto pignorato, lacquirente in
vendita forzata non acquista niente in pregiudizio del terzo estraneo.
Vediamo ora il caso previsto dallart. 2812 c.c. sui diritti costituiti sulla cosa ipotecata. Abbiamo due categorie di terzi
acquirenti (e relative discipline):
1. terzi che hanno acquistato servit, usufrutto, uso o abitazione: il creditore ipotecario deve notificare il titolo esecutivo e il
precetto al solo debitore e non al terzo;
2. superficie, enfiteusi, propriet nuda o piena: il creditore ipotecario dovr notificare il titolo esecutivo e il precetto anche al terzo
acquirente che assumer il ruolo di esecutato.
Bench esista un perfetto parallelismo fra vendita di diritto comune e vendita forzata, ci sono tuttavia alcune differenze:
1. nella vendita forzata non ha luogo la garanzia per i vizi della cosa;
2. la vendita forzata non pu essere impugnata per causa di lesione;
3. nella vendita forzata abbiamo lestinzione dei diritti reali di garanzia sui beni oggetto della vendita.
La distribuzione del ricavato
Lart. 509 ci dice che la somma oggetto della distribuzione composta da quanto proviene a titolo di prezzo o conguaglio,
rendiconto o provento di cose pignorate, multa e risarcimento danni da parte dellaggiudicatario. La graduazione dei crediti la
seguente:
1. spese di procedura;
2. creditori con diritto di prelazione;
3. creditori chirografari tempestivi;
4. creditori chirografari tardivi;
5. debitore esecutato per leventuale residuo.
Vediamo ora come si forma il piano di riparto.
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Per quanto riguarda lespropriazione mobiliare esiste una duplice possibilit:
1. i creditori presentano al pretore un piano di riparto concordato tra loro, gi predisposto e sottoscritto da tutti i creditori;
2. qualunque creditore chiede che si proceda alla distribuzione della somma ricavata: il giudice predispone un piano di riparto e
qualora non ci siano contestazioni si procede con la distribuzione.
Per lespropriazione immobiliare le modalit di formazione del riparto sono diverse, perch qui il giudice procede dufficio, senza
bisogno dellistanza di parte, o di un piano concordato. Il giudice prepara un piano di distribuzione, lo deposita in cancelleria e
fissa unudienza; il cancelliere avvisa i creditori e il debitore; le parti hanno dieci giorni per consultare il piano di riparto.
Approvato il piano di riparto o risolte le contestazioni, il processo esecutivo si chiude con lemissione dei mandati di pagamento
da parte del cancelliere.
A questo punto viene da chiederci quali margini esistano per discutere la conformit al diritto di ci che stato distribuito ai vari
creditori. La distribuzione del ricavato non pu avere una efficacia stabilizzante della distribuzione stessa perch questa efficacia
costituirebbe un effetto eccedente rispetto alla sua funzione; non pu essere vista nella inattivit del debitore una forma di
accettazione tacita del piano di riparto perch ladempimento spontaneo non ha nessun effetto preclusivo in ordine allesistenza
del diritto, nessun effetto di stabilizzazione dellesistenza del diritto adempiuto; e se questo effetto non consegue ad un
comportamento attivo quale quello delladempimento spontaneo, tanto meno pu conseguire ad un comportamento omissivo
quale quello della mancata contestazione del risultato del piano di riparto.
La distribuzione del ricavato pu essere loccasione perch nascano delle controversie che riguardano il piano di riparto.
A tal proposito da notare che per quanto riguarda la contestazione della sussistenza del diritto del creditore procedente
abbiamo una sovrapposizione tra due strumenti difensivi che sono la contestazione ai sensi dellart. 512 o lopposizione ai sensi
dellart. 615.
La dottrina risolve questa concorrenza considerando oggetto delle contestazioni ex art. 512 la sussistenza, lammontare e le
ragioni di prelazioni dei crediti degli intervenuti; lammontare e le ragioni di prelazioni del credito del creditore procedente. La
sussistenza del credito del creditore procedente rientra invece nellopposizione allesecuzione ex art. 615.
Secondo un principio generale, perch il giudice possa giungere a decidere nel merito, occorre che sussista linteresse ad agire.
Da questo deriva che:
il debitore potr contestare la sussistenza dei crediti di tutti i creditori (tranne il procedente) e lammontare di tutti i crediti
poich ha interesse ad estinguere i debiti realmente esistenti;
il debitore non pu contestare lesistenza delle ragioni di prelazione;
i creditori possono contestare le ragioni di prelazione e lammontare dei crediti di altri creditori, se da ci possono trarre un
vantaggio;
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Lespropriazione di beni indivisi
Lart. 599 prevede la possibilit di pignorare beni indivisi. In altre parole sar possibile pignorare la contitolarit di un diritto
reale.
Il giudice, qualora il bene non sia fungibile e quindi divisibile in natura, dovr valutare se sia pi conveniente la vendita della
quota o procedere alla divisione giudiziale del bene.
Lespropriazione contro il terzo proprietario*
Si ha espropriazione contro il terzo proprietario nelle due ipotesi previste dallart. 602:
1. espropriazione di un bene gravato da pegno o ipoteca per un debito altrui;
2. bene la cui alienazione da parte del debitore sia stata revocata per frode.
Il processo esecutivo contro il terzo proprietario si apre con il precetto al debitore sul piano sostanziale e la notificazione di tale
precetto e del titolo esecutivo al terzo proprietario. Questultimo ha i seguenti strumenti per impedire lespropriazione:
1. il terzo proprietario pu pagare ponendo in essere ladempimento di un debito altrui;
2. lacquirente del bene ipotecato chiede la liberazione dei beni dalle ipoteche;
3. lacquirente del bene ipotecato rilascia il bene ai creditori.
Il debitore non esecutato e lesecutato non debitore sono parti necessarie. Possono intervenire i creditori del terzo esecutato e
non quelli del debitore non esecutato. Lo strumento con il quale lesecutato si difende nei confronti delle pretese del creditore
procedente lopposizione allesecuzione, con la quale si contesta il diritto del creditore istante di procedere allesecuzione
forzata
Lesecuzione in forma specifica*
Sappiamo che la tutela in via di esecuzione forzata ha luogo quando siamo di fronte alla violazione di un obbligo di
comportamento da parte di un certo soggetto. Quando tale violazione consiste nel mancato pagamento di una somma di
denaro, la tutela esecutiva si attua nelle forme dellespropriazione forzata; quando riguarda un comportamento diverso
lordinamento prevede due possibilit:
1. gli obblighi di consegna di una cosa determinata danno luogo allesecuzione per consegna o rilascio;
2. ogni altro tipo di attivit che lobbligato omette di tenere d luogo allesecuzione per obblighi di fare.
Lesecuzione per consegna e rilascio
A differenza dellespropriazione, lesecuzione per consegna o rilascio consente al creditore procedente di perseguire il bene nei
confronti del soggetto che effettivamente in quel tempo detentore.
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Da un punto di vista procedurale lesecuzione per consegna o rilascio inizia con un precetto che deve contenere la descrizione
dei beni. Lufficiale giudiziario procede con la ricerca del bene ovunque si trovi e lo consegna allistante o a persona da lui
designata.
Il modo di trasferimento del possesso dellimmobile dipende dal modo in cui si esplica il possesso su quel bene, ed a quale diritto
il titolo esecutivo si riferisce. Limmissione nel possesso pu anche essere simbolica per i luoghi aperti.
Lesecuzione per obblighi di fare
A norma dellart. 612, chi intende ottenere lesecuzione forzata di una sentenza di condanna per violazione di un obbligo di fare
o di non fare, dopo la notificazione del precetto, deve chiedere con ricorso al pretore che siano determinate le modalit
dellesecuzione.
Le spese di esecuzione sono a carico dellesecutato e il giudice deve scegliere le modalit di esecuzione che garantiscano il
risultato ma che non siano onerose pi del necessario per lesecutato.
Lopposizione allesecuzione
Loggetto dellopposizione allesecuzione la contestazione del diritto della parte istante a procedere ad esecuzione forzata.
Manca il diritto a procedere ad esecuzione forzata sia quando la situazione sostanziale esiste ma non ha diritto alla tutela
esecutiva sia quando c il diritto alla tutela esecutiva ma la situazione sostanziale inesistente:
mancanza di titolo esecutivo in senso sostanziale: lopponente pu negare il diritto a procedere a esecuzione
sostenendo che la parte istante non ha tale diritto perch esso non mai esistito o venuto meno (inefficacia
originaria o sopravvenuta del titolo esecutivo).
Lopposizione agli atti esecutivi
Sappiamo che nel processo esecutivo non c un ambiente idoneo a decidere e quindi a risolvere le questioni di rito.
Per questo motivo, mentre nel processo di cognizione il giudice pu decidere sul rito e sul merito, in quello esecutivo
serve uno strumento che permetta di aprire un processo di cognizione per decidere sul rito. Tale appunto
lopposizione agli atti esecutivi.
Ex art. 617 lopposizione agli atti esecutivi deve essere proposta entro cinque giorni: termine perentorio decorrente
dal momento in cui la parte venuta a conoscenza dellatto viziato. Vi sono differenze fra le due categorie di nullit
degli atti del processo:
nullit formali: danno luogo ad un vizio dellatto che rilevabile, di regola, dalla sola parte interessata o dal giudice
nei casi previsti dalla legge. La mancata proposizione dellopposizione determina la sanatoria del vizio dellatto
processuale.
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nullit extraformali: sono tutte rilevabili dufficio. Tutti gli atti del processo sono viziati per un loro vizio originario in
quanto posti in essere in carenza di un presupposto processuale.
Lopposizione agli atti esecutivi uno strumento che pu essere utilizzato da tutti coloro che sono parti del processo.
Vediamone ora la procedura.
Se lesecuzione proposta prima dellinizio dellesecuzione, essa va proposta con citazione. Se proposta dopo
linizio dellesecuzione, si deve depositare il ricorso presso il giudice dellesecuzione il quale fissa con decreto
ludienza di comparizione delle parti davanti a s e da un termine perentorio per la notifica del ricorso e del decreto
alle altre parti.
La sentenza che decide lopposizione agli atti esecutivi dichiarata non impugnabile dallart. 618 (a parte il ricorso
per Cassazione). Per stabilire se una sentenza va qualificata come opposizione allesecuzione (ricorribile in appello) o
opposizione agli atti esecutivi (ricorribile solo per Cassazione) fa fede la qualificazione che ha dato il giudice
allopposizione e non la reale natura della stessa.
Le nullit del processo esecutivo perdono rilevanza con la sua chiusura e non possono essere fatte valere al di fuori
del processo esecutivo.
Lopposizione di terzo
Ai sensi dellart. 619, il terzo che pretende avere la propriet o altro diritto reale sui beni pignorati pu proporre
opposizione con ricorso al giudice dellesecuzione, prima che sia disposta la vendita o lassegnazione. Il giudice fissa
con decreto ludienza di comparizione delle parti al fine di raggiungere un accordo. Se tale accordo non raggiunto
provvede allistruzione della causa (se competente) o fissa allopponente un termine perentorio per la riassunzione
della causa davanti al giudice competente.
Se i beni del terzo sono gi stati venduti (perch il giudice non ha sospeso la vendita o perch lopposizione
tardiva), i diritti del terzo si fanno valere sul ricavato.
La sospensione del processo esecutivo*
A norma dellart. 623 la sospensione pu essere:
1. prevista dalla legge: quando il processo di cognizione incidentale riguarda loggetto del processo esecutivo e non
loggetto dellesecuzione forzata (artt. 548 e 601).
2. disposta con un provvedimento del giudice davanti a cui impugnato il titolo esecutivo: quando il processo di
cognizione ha per oggetto lesistenza del credito.
3. disposta con provvedimento del giudice dellesecuzione: quando il processo di cognizione ha per oggetto il diritto a
procedere ad esecuzione forzata oppure loggetto dellesecuzione e non del processo esecutivo (in caso di
opposizione di terzo).
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La estinzione del processo esecutivo*
Le ipotesi che portano allestinzione del processo esecutivo sono analoghe a quelle previste dagli artt. 306 e ss. per il
processo di esecuzione.
1. rinuncia agli atti del processo esecutivo: la rinuncia proviene sempre e necessariamente dal creditore procedente ed
soggetta ad un regime di accettazione che diversificato. Il debitore non deve accettare tale rinuncia e non pu
pretendere la prosecuzione del processo esecutivo. Il regime dellaccettazione della rinuncia da parte dei creditori
intervenuti differente a seconda che la rinuncia avvenga prima o dopo la vendita. Fino a quando non viene emesso
il decreto di trasferimento, la rinuncia agli atti deve essere accettata dagli altri creditori intervenuti con titolo
esecutivo, che potrebbero sostituirsi al creditore procedente inattivo nel compiere gli atti necessari per il processo di
espropriazione. Dopo la vendita invece necessaria laccettazione di tutti i creditori concorrenti intervenuti, anche
senza titolo esecutivo.
2. inattivit delle parti: leccezione di estinzione deve essere proposta dalla parte prima di ogni altra sua difesa e opera
di diritto. Una volta che il giudice labbia dichiarata, la dichiarazione di estinzione retroagisce al momento in cui
maturata la fattispecie estintiva. Quindi la pronuncia con cui il giudice dichiara lestinzione del processo retroattiva
al momento in cui lestinzione si verificata. Nel processo di esecuzione, a differenza di quello di cognizione, viene
emessa sempre sentenza, sia che la questione sia accolta o respinta.

Parte VIII I procedimenti speciali
Capitolo I Il procedimento sommario di cognizione

1. Nozione, caratteri, forma della domanda e costituzione delle parti
La l. 69/2009 ha introdotto un procedimento sommario di cognizione per le controversie in cui il Tribunale
giudica in composizione monocratica e che non richiedono unistruttoria complessa.
La domanda si propone al Tribunale competente con ricorso, che deve contenere: - lindicazione del
tribunale e le generalit delle parti; - la determinazione della cosa oggetto della domanda; - lesposizione
dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda; - lindicazione dei mezzi di prova di
cui si intende valersi; - generalit del procuratore; - lavvertimento al convenuto che la costituzione oltre 10
giorni prima delludienza fissata dal giudice con decreto implica le decadenza di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c..
Depositato il ricorso, il cancelliere forma il fascicolo dufficio, il Presidente del tribunale designa il
magistrato cui affidata la trattazione. Il giudice designato fissa con decreto ludienza di comparizione,
assegnando il termine per la costituzione del convenuto. Il ricorso e il decreto vanno notificati al convenuto
almeno 30 giorni prima della data fissata per la sua costituzione. Il convenuto deve costituirsi depositando
in cancelleria la comparsa di risposta con cui propone le sue difese, indica i mezzi di prova di cui intende
avvalersi, propone a pena di decadenza eventuali domande riconvenzionali ed eccezioni processuali non
rilevabili dufficio.
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2. Procedimento
Instaurato il contraddittorio, vi una triplice alternativa. Se ritiene che le difese svolte dalle parti richiedano
unistruzione non sommaria, il giudice, fissa con ordinanza ludienza di cui allart. 183 c.p.c. e il giudizio
prosegue nelle forme ordinarie.
Nel caso in cui la sola causa relativa alla domanda riconvenzionale richieda unistruzione non sommaria, il
giudice ne dispone la separazione.
Qualora non si verifichi alcuna delle ipotesi precedenti, il giudice, alla prima udienza, sentite le parti,
procede nel modo che ritiene pi opportuno agli atti di istruzione rilevanti e provvede con ordinanza
allaccoglimento o al rigetto delle domande. Tale ordinanza provvisoriamente esecutiva.
3. Appello
Lordinanza passa in giudicato se non appellata entro 30 giorni dalla comunicazione o notificazione. In
appello sono ammessi nuovi mezzi di prova e nuovi documenti qualora il collegio li ritenga rilevanti o la
parte dimostra di non averli potuti proporre per causa a lei non imputabile.

Capitolo II Il procedimento di ingiunzione
1. Nozione e caratteri
Il procedimento di ingiunzione un procedimento a cognizione sommaria, inizialmente senza
contraddittorio, con la quale si giunge ad un decreto di condanna. Il giudice, su ricorso del creditore, ordina
con decreto al debitore di pagare una somma, versare una certa quantit di cose fungibili o una cosa
mobile determinata. In mancanza di opposizione il decreto acquista valore di sentenza passata in giudicato.
A seguito dellopposizione, si apre un normale procedimento di cognizione.
2. Il decreto ingiuntivo: condizioni di ammissibilit
Pu ottenere un decreto ingiuntivo: - chi creditore di una somma di denaro liquida ed esigibile o di una
certa quantit di cose fungibili; - chi ha diritto alla consegna di una cosa mobile determinata; - gli avvocati, i
cancellieri, gli ufficiali giudiziari e chiunque abbia prestato la sua opera in occasione di un processo, per il
pagamento dei relativi onorari; - i notai e gli altri liberi professionisti per i cui onorari esiste una tariffa
legalmente approvata.
La prova che il creditore deve fornire in ordine allesistenza del suo diritto , di regola, scritta. Sono prove
scritte idonee le polizze e promesse unilaterali per scrittura privata e i telegrammi. Per crediti relativi a
somministrazione di merci e di danaro, nonch per prestazioni di servizi, fatte da imprenditori che
esercitano attivit commerciale, sono prove idonee anche gli estratti autentici delle scritture contabili.
3. Il ricorso per decreto ingiuntivo
La domanda di ingiunzione si propone con ricorso, che deve contenere, oltre ai requisiti previsti dallart.
125 c.p.c., anche lindicazione delle prove che si producono e lindicazione del procuratore del ricorrente.
Per lingiunzione competente il giudice di pace o il tribunale che sarebbe competente in via ordinaria.
4. Procedimento
Il ricorso va depositato in cancelleria insieme con i documenti che si allegano. Il giudice emette la decisione
sulla base di questi.
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A Rigetto della domanda. Se il giudice ritiene non sufficientemente giustificata la domanda, dispone che il
cancelliere ne dia notizia al ricorrente, invitandolo a provvedere alla prova. Se il ricorrente non vi provvede
o comunque la domanda non accoglibile, il giudice rigetta il ricorso con decreto motivato. Il rigetto non
pregiudica la riproposizione della stessa domanda.
B- Accoglimento della domanda. Se il ricorso accoglibile, il giudice con decreto ingiunge allaltra parte di
adempiere nel termine di 40 giorni, con lavviso che nello stesso termine pu essere fatta opposizione e in
mancanza di questa si proceder ad esecuzione forzata. Il giudice, su istanza del ricorrente, pu ingiungere
al debitore di pagare o consegnare senza dilazione, autorizzando lesecuzione provvisoria del decreto. Ci
possibile se il credito fondato su cambiale, assegno bancario o circolare; se vi pericolo di grave
pregiudizio nel ritardo; se il ricorrente produce documentazione sottoscritta dal debitore comprovante il
diritto fatto valere. Il decreto, insieme con il ricorso, deve essere notificato allingiunto entro 60 giorni,
pena la perdita di efficacia.
5. Lopposizione
Lopposizione il mezzo con cui lingiunto impugna il decreto. Lopposizione si propone con atto di
citazione davanti al giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo, entro 40 giorni o nel diverso termine fissato
dal giudice. Il giudizio si svolge nelle forme ordinarie ma i termini per la comparizione sono ridotti della
met. Lopposizione pu essere proposta anche tardivamente se lintimato prova di non aver avuto
tempestiva conoscenza del decreto per irregolarit della notificazione, caso fortuito o forza maggiore.
Lopposizione non pi ammessa decorsi dieci giorni dal primo atto di esecuzione. Parti del giudizio di
opposizione possono essere soltanto colui che ha proposto la domanda con il ricorso e colui contro il quale
la domanda proposta, salvo lopponente sia autorizzato a chiamare in causa un terzo al quale ritiene la
causa comune. In giudizio, lopposto pu fornire ogni prova del suo diritto, non essendo pi operante il
limite della prova scritta.
A- Dichiarazione di esecutivit. Se non stata fatta opposizione nel termine stabilito p se lopponente non
si costituito il giudice dichiara esecutivo il decreto che acquista forza di giudicato. Qualora appaia
probabile che lintimato non abbia avuto conoscenza del decreto, il giudice ordina la rinnovazione della
citazione. La tardiva costituzione dellopponente comporta limprocedibilit dellesecuzione. Davanti al
giudice di pace, la costituzione possibile fino alla prima udienza.
B- Rigetto dellopposizione. Se lopposizione rigettata integralmente, il decreto acquista efficacia
esecutiva. Se accolta parzialmente, il titolo esecutivo costituito esclusivamente dalla sentenza ma gli atti
di esecuzione gi compiuti conservano i loro effetti nei limiti della somma o della quantit ridotte. Il
decreto ingiuntivo pu essere impugnato per revocazione o con opposizione di terzo.
C- Provvedimenti sulla provvisoria esecuzione nel corso del giudizio di opposizione. Il giudice pu concedere
con ordinanza lesecuzione provvisoria del decreto durante la pendenza del giudizio di opposizione, se
lopposizione non fondata su prova scritta o di pronta soluzione. Il giudice pu provvedere in tal modo
anche limitatamente alle somme non contestate salvo lopposizione sia fondata su vizi procedurali. Pu
inoltre concedere la provvisoria esecuzione quando la parte che la chiede offre cauzione per eventuale
restituzione, spese e danni. Se ricorrono gravi motivi, il giudice pu sospendere lesecuzione provvisoria, su
istanza dellopponente.
D- Accoglimento integrale dellopposizione. Se lopposizione integralmente accolta, il decreto ingiuntivo
revocato e gli atti esecutivi compiuti sono caducati immediatamente.
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Capitolo IV Il procedimento di convalida di sfratto
1. Nozione, caratteri, legittimazione e presupposti
Tale procedimento diretto ad ottenere dal giudice un provvedimento che convalidi la licenza ovvero lo
sfratto per scadenza del termine o mancato pagamento del canone.
Possono valersi di tale rimedio il locatore o il concedente in caso di locazione o affitto a coltivatore diretto,
mezzadria o colonia parziale. La legge prevede tre ipotesi: - licenza per finita locazione, che si intima prima
della scadenza del contratto per impedirne la rinnovazione tacita; - sfratto, che si intima dopo la scadenza
del contratto; - sfratto per morosit, che si intima per mancato pagamento dei canoni o degli oneri
accessori.
2. Procedimento
In tutti i casi, la procedura inizia con unintimazione, rivolta dal locatore di lasciar libero limmobile, con
contestuale citazione del convenuto per la convalida. Lintimazione deve contenere lavvertimento che in
caso di mancata comparizione, il giudice convalida lo sfratto. Tra la notificazione e ludienza devono
intercorrere non meno di 20 giorni liberi. Le parti si costituiscono depositando in cancelleria lintimazione e
la relazione di notificazione o presentando in udienza gli stessi atti al giudice. Lintimazione va notificata in
mani proprie: se ci non possibile, lufficiale giudiziario deve spedire allintimato un avviso con lettera
raccomandata. Gli effetti dellintimazione cessano se il locatore non compare alludienza fissata ed il
procedimento si estingue, salvo il conduttore non chieda laccertamento negativo della pretesa.
A- Mancata comparizione o mancata opposizione dellintimato (663 c.p.c.). Se lintimato non compare o
non si oppone, il giudice convalida la licenza o lo sfratto e dispone lapposizione della formula esecutiva
sulla citazione. Se lintimato non comparso, la formula ha effetto decorsi 30 giorni. Ai fini dellopposizione
sufficiente la presenza in udienza dellintimato. Per il prosieguo del giudizio necessario munirsi di
difensore.
B- Opposizione (665 c.p.c.). Se lintimato compare, pu fare opposizione allintimazione. Se le eccezioni
dellopponente sono fondate su prova scritta o se sussistono gravi motivi, si apre un processo di cognizione.
In caso contrario, il giudice convalida lintimazione, pronunziando ordinanza di rilascio, immediatamente
esecutiva. Tale ordinanza risolve il rapporto locatizio e contro di essa non ammissibile alcuna
impugnazione.
3. Lo sfratto per morosit
Lo sfratto per morosit presenta alcune particolarit: - la convalida subordinata allattestazione, resa in
giudizio dal locatore, che la morosit persiste; - il locatore, con lo stesso atto, pu chiedere anche
lingiunzione di pagamento dei canoni scaduti e di quelli che andranno in scadenza fino al rilascio; - se il
convenuto contesta lammontare della somma pretesa, il giudice pu ordinare il pagamento della somma
non contestata concedendo un termine non superiore a 20 giorni. In caso di mancato pagamento, convalida
lo sfratto e pronunzia decreto ingiuntivo per il pagamento dei canoni; - se il convenuto non contesta la
morosit dedotta in lite e chiede un termine per purgare la mora, nelle sole locazioni ad uso abitativo, il
giudice pu concedere un termine per il pagamento dei canoni e delle spese giudiziali: se lintimato
adempie, il procedimento si estingue; - il decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo ma ammette
opposizione.
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Capitolo IV I procedimenti cautelari
1. La tutela cautelare in generale
Durante il tempo occorrente per ottenere la tutela giurisdizionale, pu accadere che vi siano mutamenti
delle condizioni patrimoniali o di fatto del convenuto e a seguit di ci venga seriamente compromessa la
fruttuosit della tutela invocata. Per ovviare a tale pericolo, sono previsti i c.d. procedimenti cautelari.
Caratteristica dei provvedimenti cautelari la provvisoriet.
A- La fase di autorizzazione. Tale fase si svolge su domanda dellinteressato e si conclude, previo
accertamento delle condizioni proprie dellazione cautelare, con la pronuncia di un provvedimento di
accoglimento o di rigetto dellistanza. Nel primo caso, il giudice autorizza la misura cautelare, fissando
contestualmente il termine perentorio per linizio del giudizio di merito; nel secondo caso, il provvedimento
di rigetto non preclude la riproposizione dellistanza quando vi siano mutamenti delle circostanze o siano
dedotte nuove ragioni di fatto o di diritto. Competente a pronunciare sulla domanda il giudice che
sarebbe competente a conoscere il merito.
B- Il procedimento. La domanda si propone con ricorso, che deve contenere, oltre ai requisiti minimi di cui
allart. 125 c.p.c., anche lindicazione dei mezzi di prova attestanti la sussistenza dei requisiti del fumus
bonis juris e del periculum in mora (ossia del pregiudizio imminente e irreparabile), nonch il tipo di
provvedimento richiesto. Se la domanda cautelare proposta ante causam, deve essere prospettata anche
la causa di merito. Il procedimento si svolge in contraddittorio e, in casi particolari, inaudita altera parte.
Depositato il ricorso, il giudice, con decreto in calce a questo, fissa ludienza per la comparizione e il
termine per la notificazione. Il procedimento, che prevede ampi poteri istruttori, si conclude con ordinanza,
succintamente motivata, con cui si accoglie o si rigetta listanza. Quando lurgenza del provvedimento non
consente di attendere ludienza di comparizione, il giudice concede in via provvisoria il provvedimento
cautelare e fissa ludienza entro 15 giorni. In udienza, il giudice pu confermare, modificare o revocare la
misura provvisoria concessa.
Il rigetto dellistanza pu avvenire per incompetenza, difetto di giurisdizione, nullit del ricorso e difetto dei
presupposti di merito del fumus boni juris e del periculum in mora. In questultimo caso, listanza pu
essere riproposta solo se siano sopravvenuti mutamenti nelle circostanze o vengano dedotte nuove ragioni
di fatto o di diritto. Laccoglimento del ricorso reso in forma di ordinanza motivata, con la quale pu
disporsi a carico del ricorrente una cauzione e, nel caso di domanda proposta ante causam, fissato un
termine non superiore a 60 giorni entro cui deve essere iniziato il giudizio di merito, pena linefficacia della
misura. Lintroduzione del giudizio di merito solo eventuale, allorch si tratti di provvedimento emesso ai
sensi dellart. 700, ovvero di denunzia di nuova opera o di danno temuto, o comunque di un provvedimento
a carattere anticipatorio. In tali casi il giudizio di merito pu essere instaurato finch non intervenga la
prescrizione. I suddetti provvedimenti sopravvivono anche nel caso in cui il giudizio di merito si estingua.
Negli altri casi, il provvedimento cautelare diviene inefficace se il giudizio non introdotto nel termine o se
si estingue.
C- Il sistema dei controlli. E possibile ottenere dal giudice di merito la revoca del provvedimento cautelare.
Presupposto dellistanza non solo un mutamento delle circostanze ma anche lallegazione di fatti anteriori
al provvedimento, purch siano stati acquisiti in una data successiva. Listanza pu essere presentata dal
destinatario della misura cautelare al fine di ottenere la revoca della stessa o dalla parte vittoriosa. Il
giudice, a seguito dellistanza, fissa con decreto ludienza di comparizione nella quale pu confermare,
modificare o revocare il provvedimento.
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Il reclamo contro i provvedimenti cautelari (669 terdecies c.p.c.) si svolge davanti al giudice collegiale,
diverso da quello che ha emanato la misura entro 15 giorni dalla pronuncia in udienza o dalla
comunicazione. Legittimati a proporre il reclamo sono: la parte destinataria della misura cautelare; la parte
istante; le parti che pur non essendo destinatarie del provvedimento, il reclamante ritiene debbano esserlo.
In via generale, la proposizione del reclamo non sospende la misura cautelare.
D- Il regime dattuazione. Lart. 669 duodecies c.p.c. regola il regime di attuazione dei provvedimenti
cautelari, fatta eccezione per i sequestri. Se la misura cautelare si riferisce a somme di denaro, si richiama la
disciplina dellespropriazione forzata o dellesecuzione in forma generica. Se, invece, la misura cautelare
concerne obblighi di consegna, di rilascio, di fare o di non fare, lattuazione si svolge sotto il controllo del
giudice che ha emanato la cautela inteso come ufficio giudiziario. In linea di principio non necessario far
precedere allattuazione la notifica del precetto essendo sufficiente che allintimato sia notificato il
provvedimento in forma esecutiva.
2. Il sequestro
Il sequestro giudiziario diretto ad assicurare la custodia di cose mobili o immobili, o universalit di beni
dei quali sia controversa la propriet o il possesso ovvero di libri, registri ed altre cose da cui si pretende
desumere elementi di prova, quando controverso il diritto alla esibizione o comunicazione.
Il sequestro conservativo ha per oggetto beni mobili o immobili del debitore o somme o cose a lui dovute e
tende ad assicurare la garanzia generica sui beni del debitore contro il pericolo di sottrazioni o alterazioni.
E fondato sulla ragionevole apparenza del diritto, ossia la probabile fondatezza della pretesa (fumus boni
juris) e sul pericolo o il fondato timore di perdere la garanzia del credito (periculum in mora).
Nel caso di sequestro conservativo il debitore non perde la legittimazione a disporre, poich il sequestro
non incide sulla titolarit del bene, che pu essere trasferito, anche se, in pendenza del giudizio, gli atti di
disposizione non hanno effetto in pregiudizio del creditore sequestrante.
Il sequestro giudiziario invece, pu essere autorizzato non soltanto in relazione ad azioni di rivendicazione,
reintegrazione o manutenzione ma anche ad azioni di natura personale che tendano a conseguire la
restituzione o il rilascio di cosa da altri detenuta.
In caso di provvedimento di accoglimento ante causam, il giudice deve assegnare alle parti un termine non
superiore a 60 giorni per linstaurazione del giudizio di merito. Il sequestro perde efficacia se non eseguito
entro 30 giorni dal provvedimento. Il giudice, nel disporre il sequestro giudiziario, nomina il custode e
stabilisce i criteri e i limiti dellamministrazione delle cose. Per il sequestro giudiziario si usano le forme
dellesecuzione per consegna o rilascio; per il sequestro conservativo, quelle del pignoramento. Il debitore
pu ottenere la revoca del sequestro conservativo prestando idonea cauzione. Nel caso in cui il giudizio di
merito accerta la fondatezza del diritto del sequestrante: nel sequestro giudiziario su cose determinate, il
sequestrante acquista un titolo di possesso su queste; il sequestro conservativo si converte in
pignoramento nel momento in cui il sequestrante ottiene sentenza di condanna esecutiva.
3. Le azioni di nunciazione: denuncia di nuova opera e di danno temuto
La denuncia di nuova opera lazione concessa a chi abbia ragione di temere che da una nuova opera da
altri intrapresa sulla propriet o fondo vicini stia per derivare un danno alla cosa che forma oggetto del suo
diritto o del suo possesso per ottenere dal giudice un provvedimento che sospenda lesecuzione dellopera.
Lazione non pu essere proposta se lopera terminata o se trascorso almeno un anno dal suo inizio. Il
giudice pu anche permettere la prosecuzione dellopera ma in tal caso deve ordinare le opportune cautele
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per la demolizione o la riduzione dellopera e per il risarcimento del danno nel caso che allesito del giudizio
di merito sia accertata lillegittimit dellopera.
La denunzia di danno temuto diretta contro il pericolo di un danno grave e prossimo derivante da un
edificio, albero o altre cose gi esistenti nel fondo vicino per ottenere dal giudice un provvedimento che
consenta di ovviare al pericolo.
Legittimate attivamente ad entrambe sono il proprietario, il titolare di altro diritto reale di godimento o il
possessore. Legittimato passivamente il proprietario del fondo o lautore dellopera, nonch, nella
denuncia di danno temuto, anche il possessore della cosa da cui promana la minaccia. La domanda pu
essere proposta prima o durante il giudizio di merito. Se la parte obbligata dal provvedimento cautelare
non si attiene a quanto disposto dal giudice, questi pu disporre con ordinanza che le cose siano ripristinate
a spese del contravventore.
4. I procedimenti di istruzione preventiva
Si ha procedimento di istruzione preventiva allorch, per ragioni durgenza, un mezzo istruttorio viene
assunto prima dellinizio del giudizio o prima che il giudice lo abbia ammesso. Listanza di istruzione
preventiva prima del giudizio si propone con ricorso al giudice che sarebbe competente per la causa di
merito, ma in caso di eccezionale urgenza pu proporsi al tribunale del luogo in cui la prova deve
assumersi.
A- Assunzione preventiva di testimoni. Chi ha fondato motivo di temere che siano per mancare uno o pi
testimoni le cui deposizioni possono essere necessarie, pu chiedere che ne sia ordinata laudizione.
B- Accertamento tecnico e ispezione giudiziale. Chi ha urgenza di far verificare, prima del giudizio, lo stato
di luoghi o la qualit o condizione di cose, pu chiedere che sia disposto accertamento tecnico o ispezione
giudiziale.
Listanza di istruzione preventiva pu essere proposta anche in corso di causa: il giudice provvede con
ordinanza previa audizione delle parti. E inoltre possibile chiedere una consulenza tecnica, anche al di fuori
dei presupposti durgenza, finalizzata allaccertamento e alla relativa determinazione dei crediti derivanti
dalla mancata o inesatta esecuzione di obbligazioni contrattuali o da fatto illecito.
5. I provvedimenti di urgenza
La procedura del provvedimento durgenza azionabile in tutti i casi in cui non sono utilizzabili le misure
cautelari tipiche del sequestro conservativo o di quello giudiziario, della denuncia di nuova opera o di
danno temuto. I presupposti per lemanazione di tali provvedimenti sono: un fondato motivo di temere
linsoddisfazione del proprio diritto (periculum in mora), un pregiudizio imminente e irreparabile che
minacci il diritto, linesistenza di un altro provvedimento cautelare idoneo ad assicurare provvisoriamente
gli effetti della decisione sul merito. Occorrer in primo luogo accertare il fumus bonis juris. Legittimato a
chiedere lemissione di un provvedimento durgenza il titolare del diritto minacciato. Il contenuto del
provvedimento durgenza pu essere il pi vario purch idoneo a realizzare unanticipazione del
provvedimento giurisdizionale definitivo richiesto dallattore e tale da non pregiudicare la decisione di
merito.
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Capitolo V I procedimenti possessori
1. Lazione di reintegrazione o di spoglio
Lazione di reintegrazione (o di spoglio) lazione con cui il possessore, entro lanno dal sofferto spoglio,
chiede di essere reintegrato nel possesso di cui stato spogliato. Presupposto dellazione uno spoglio
violento o clandestino. Per spoglio deve intendersi larbitraria privazione del possesso compiuta
consapevolmente da un soggetto. La clandestinit consiste nel fatto che lo spoglio sia stato compiuto in
modo tale da tenerlo celato al possessore. Legittimati attivi sono: il possessore; il detentore interessato o
qualificato (es. inquilino) nei confronti di chiunque; il detentore disinteressato autonomo (es.
amministratore) pu agire contro chiunque esclusa la persona nel cui interesse detiene. Legittimato passivo
sia lautore materiale dello spoglio quanto lautore morale (es. mandante). Il termine annuale decorre
dallo spoglio, se palese, o dalla data della scoperta, se clandestino.
2. Lazione di manutenzione
Lazione di manutenzione diretta a tutelare i possessori contro quella particolare forma di lesione che
costituita dalla molestia di fatto o di diritto; essa altres concessa contro lo spoglio non violento o non
clandestino. Lazione di manutenzione permette di tutelare il possesso di un bene immobile o di
ununiversalit di mobili purch sia ultrannuale, continuo e non acquistato con violenza o con clandestinit.
Capitolo VI I procedimenti in camera di consiglio
1. I procedimenti in camera di consiglio
Con lespressione procedimenti in camera di consiglio ci si riferisce a quei provvedimenti normalmente
denominati di volontaria giurisdizione. Tale attivit diretta alla gestione di un negozio o di un affare, per la
cui conclusione necessario lintervento del giudice. Latto introduttivo ha la forma del ricorso; la decisione
adottata senza contraddittorio; il decreto reclamabile entro 10 giorni dalle parti e dal PM; il decreto
revocabile e modificabile in ogni tempo.
E competente per materia, di regola, il tribunale. La competenza per valore residuale.
Il ricorso deve avere forma scritta e pu avere forma orale solo in casi urgenti. Va depositato presso la
cancelleria ed notificato solo se vi sono controinteressati. In alcuni casi il giudice decide sentito il PM, il
giudice tutelare, il protutore ecc.. In genere, il parere obbligatorio ma non vincolante. Relativamente alle
prove, vige il principio della libera iniziativa del giudice.
Il provvedimento del giudice pu assumere la forma del decreto motivato, dellordinanza o della sentenza.
Il giudice pu stabilire un termine, scaduto il quale il provvedimento perde efficacia. Possono aversi casi di
efficacia immediata del provvedimento. I rimedi previsti contro eventuali vizi del provvedimento sono il
reclamo, la revoca o abrogazione. Possono essere oggetto di reclamo il decreto e lordinanza. Per la
sentenza varranno i tipici mezzi di impugnazione. Legittimati al reclamo sono: le parti in senso formale, il
PM e il notaio che rog latto la cui iscrizione fu rifiutata dal tribunale. Limpugnazione va proposta entro 10
giorni dalla comunicazione o notificazione.
La revoca pu aversi per vizi di legittimit o di merito. La modifica consiste in unintegrazione del
provvedimento o in una revoca parziale. Sono legittimati a chiedere la revoca o la modifica: coloro che
proposero il ricorso o avrebbero potuto farlo, il PM, i contro interessati ascoltati nel procedimento, coloro
che avrebbero dovuto essere sentiti e non lo furono. E ammissibile anche una revoca o una modifica
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dufficio. La revoca o la modifica del provvedimento non pregiudicano i diritti acquistati dai terzi in buona
fede in forza di convenzioni anteriori alla revoca o alla modifica.

Capitolo VII I procedimenti in materia di stato e capacit
1. Separazione personale tra coniugi
Il procedimento per la separazione personale tra coniugi tende ad ottenere una sentenza che ordini la
separazione di questi. La separazione giudiziale chiesta da una delle parti nei confronti dellaltra; quella
consensuale richiesta da entrambe le parti. La domanda va proposta con ricorso, contenente
lesposizione dei fatti, giudice competente quello del luogo dellultima residenza comune o del luogo in
cui il coniuge convenuto residente. Legittimato a proporre il ricorso ciascuno dei coniugi; lintervento
del PM obbligatorio. La separazione determina solo la temporanea cessazione di alcuni obblighi derivanti
dal matrimonio e tale stato permane fino alla riconciliazione o al divorzio.
A- La separazione giudiziale. Fondamento dellazione di separazione nel verificarsi di fatti tali da rendere
intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio alleducazione della prole,
anche indipendentemente dalla volont di uno o entrambi i coniugi. Il procedimento ha carattere
contenzioso e si conclude con sentenza. Si svolge in 2 fasi: una c.d. presidenziale ed unaltra davanti al
giudice designato. Nei 5 giorni successivi al deposito del ricorso in cancelleria, il Presidente fissa con
decreto il giorno della comparizione dei coniugi davanti a s. Il ricorso ed eventuali memorie difensive
devono essere integrate con le ultime dichiarazioni dei redditi affinch possano essere adottati i
provvedimenti temporanei a carattere patrimoniale. Nel ricorso deve essere indicata lesistenza di figli
legittimi, legittimati o adottati da entrambi i coniugi durante il matrimonio. Le parti devono comparire
personalmente davanti al Presidente alludienza fissata con lassistenza di un difensore. Se il ricorrente non
si presenta o rinuncia, la domanda non ha effetto. Se non si presenta il coniuge convenuto, il Presidente
pu fissare una nuova udienza. La fase c.d. presidenziale preordinata al tentativo di conciliazione. A tale
scopo, il Presidente deve sentire i coniugi prima separatamente e poi congiuntamente. Se i coniugi si
conciliano, si redige processo verbale. Se il coniuge convenuto non compare o la conciliazione non riesce, il
Presidente, sentite le parti e i difensori, d con ordinanza i provvedimenti temporanei ed urgenti che reputa
opportuni, nomina il giudice istruttore e fissa ludienza di comparizione davanti a questo. I provvedimenti
temporanei possono essere revocati o modificati dufficio dal giudice istruttore. Contro di essi inoltre
possibile reclamo con ricorso alla Corte dAppello entro 10 giorni dalla notificazione. Il giudizio davanti al
giudice istruttore continua secondo le regole ordinarie e si conclude con sentenza. Nel caso in cui il
processo debba continuare per la richiesta di addebito, per laffidamento dei figli o per questioni
economiche, il Tribunale emette sentenza non definitiva relativa alla separazione, contro la quale
possibile solo lappello immediato, deciso in camera di consiglio. La sentenza che pronuncia la separazione
forma cosa giudicata ma i coniugi, daccordo, possono farne cessare gli effetti con espressa dichiarazione o
tacitamente con il ritorno alla coabitazione.
B- La separazione consensuale. Il procedimento ha inizio con ricorso, proposto da uno o entrambi i coniugi.
Il Presidente, se il ricorso proposto da entrambi, fissa ludienza di comparizione per il tentativo di
conciliazione. Se invece, proposto da un solo coniuge, si applica lart. 706 3 comma c.p.c.. Anche il
procedimento di separazione consensuale si articola quindi in 2 fasi, di cui la prima, si articola in maniera
identica a quella della separazione giudiziale. Se la conciliazione riesce, si forma processo verbale; in caso
contrario, il Presidente d atto del consenso dei coniugi alla separazione. La separazione consensuale
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acquista efficacia con la omologazione del tribunale, che provvede in camera di consiglio su relazione del
Presidente. Lomologazione consiste in un controllo compiuto dal Tribunale in ordine alle modalit con le
quali i coniugi hanno deciso di separarsi.


2. Divorzio
Il divorzio consiste nellimpossibilit, accertata con sentenza passata in giudicato, di mantenere o di
ricostituire la comunione materiale e spirituale tra i coniugi. Dopo aver inutilmente esperito il tentativo di
conciliazione, il giudice pu pronunciare lo scioglimento del matrimonio, se stato contratto soltanto
matrimonio civile, o la cessazione degli effetti civili, se stato contratto anche matrimonio con rito
religioso. Perch il giudice possa pronunciare tali provvedimenti occorre la cessazione della comunione
materiale e spirituale tra i coniugi e lesistenza di una delle cause tassativamente previste dalla legge. Tali
cause prevedono la condanna di uno dei coniugi per determinati delitti; la mancata consumazione del
matrimonio; la possibilit che il coniuge cittadino straniero abbia ottenuto allestero lannullamento o lo
scioglimento del matrimonio e se ha contratto nuovo matrimonio allestero; il fatto che il processo per
incesto contro laltro coniuge si concluso con assoluzione per mancanza di pubblico scandalo; se stata
pronunciata sentenza di separazione da almeno 3 anni; se intervenuta sentenza di rettificazione di
attribuzione di sesso.
Anche il procedimento di divorzio si articola in 2 fasi: la prima si svolge davanti al Presidente del Tribunale e
la seconda con le forme del giudizio di cognizione. La domanda si propone con ricorso, che, oltre ai soliti
elementi, deve contenere lesposizione dei fatti e degli elementi di diritto sui quali la domanda fondata e
lindicazione di eventuali figli legittimi, legittimati o adottati durante il matrimonio. La domanda congiunta
pu essere proposta al Tribunale del luogo di residenza delluno o dellaltro coniuge. Entro 5 giorni dal
deposito del ricorso, il Presidente fissa ludienza di comparizione. Il ricorso ed eventuali memorie vanno
integrati con le dichiarazioni dei redditi. Se il ricorrente non si presenta o rinuncia, la domanda non ha
effetto; se non si presenta il convenuto il giudice pu fissare una nuova udienza. Il Presidente esperisce il
tentativo di conciliazione. Se il convenuto non si presenta o la conciliazione non riesce, il Presidente, sentite
le parti, d con ordinanza eventuali provvedimenti temporanei ed urgenti, nomina il giudice istruttore e
fissa ludienza di comparizione davanti a questi. E necessario lintervento del PM. Al termine delleventuale
istruttoria, la causa rimessa al collegio per la decisione, che avviene con sentenza, impugnabile dalle parti
o dal PM limitatamente agli interessi patrimoniali dei figli minori o legalmente incapaci. La sentenza
caratterizzata da una pronuncia principale, relativa allo scioglimento del vincolo matrimoniale e da
pronunce accessorie, relative ai rapporti dei coniugi fra loro e verso i figli.
Nel caso la domanda di divorzio sia proposta congiuntamente da entrambi i coniugi previsto un
particolare procedimento. Il ricorso, che deve indicare le condizioni relative alla prole e ai rapporti
economici, va proposto al tribunale in camera di consiglio. Il tribunale, sentiti i coniugi, se riscontra
lesistenza dei presupposti di legge e la rispondenza delle condizione allinteresse dei figli decide con
sentenza se accoglie la domanda o con ordinanza se rimette le parti davanti al giudice istruttore.
La sentenza di divorzio passata in giudicato deve essere trasmessa allufficiale dello stato civile per le
annotazioni. La sentenza ha efficacia dal giorno dellannotazione.

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3. Interdizione e inabilitazione
I procedimenti di interdizione e inabilitazione sono diretti alla costituzione di uno status nellinteresse
superiore della tutela del soggetto incapace di intendere e di volere. Il procedimento presenta
caratteristiche strutturali analoghe a quelle della separazione giudiziale: ha inizio con ricorso, si articola in 2
fasi e si conclude con sentenza. Particolarmente rilevanti sono comunque laspetto inquisitorio e i notevoli
poteri spettanti al giudice. E obbligatoria la partecipazione del PM.
4. Dichiarazione di assenza e morte presunta
La domanda si propone con ricorso, in cui vanno indicati nome, cognome e residenza dei presunti
successori legittimi dello scomparso e, se esistono, del suo procuratore o rappresentante legale, nonch,
nel caso di morte presunta, anche di tutte le altre persone che, a notizia del ricorrente, perderebbero diritti
o sarebbero gravate da obbligazioni per effetto della morte dello scomparso. La domanda va poi notificata
e pubblicata. Listruttoria libera; il giudizio si chiude con sentenza che, se di accoglimento, dichiara
lassenza o la morte presunta.
5. Misure contro la violenza nelle relazioni familiari
Quando la condotta del coniuge o di altro convivente causa di grave pregiudizio allintegrit fisica e
morale o alla libert dellaltro coniuge o convivente, il giudice, qualora il fatto non costituisca reato
perseguibile dufficio, su istanza di parte pu adottare uno dei provvedimenti previsti dallart. 342 ter c.c..
Con il suddetto decreto, il giudice ordina la cessazione della condotta pregiudizievole e dispone
lallontanamento dalla casa familiare del coniuge o del convivente che ha tenuto tale condotta, ordinando
gli, ove occorra, di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dallistante. Il giudice, inoltre, pu
disporre il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto
dellallontanamento rimangono prive di mezzi adeguati. La durata dellordine di protezione, che non pu
essere superiore a 6 mesi, pu essere prorogata solo ove ricorrano gravi motivi. Listanza si propone al
tribunale del luogo di residenza o domicilio dellistante. Il giudice designato, sentite le parti, procede agli
atti di istruzione necessari e provvede con decreto motivato immediatamente esecutivo. In casi di urgenza
pu emettere immediatamente lordine di protezione, fissando entro 15 giorni ludienza di comparizione.
Contro il decreto con cui il giudice accoglie o rigetta il ricorso ammesso reclamo al tribunale: del collegio
non pu far parte il giudice che ha emesso il provvedimento.
Capitolo VIII Altri procedimenti speciali
1. Il procedimento di scioglimento di comunione
Ogni partecipante ad una comunione ha il diritto di chiederne lo scioglimento. Se la divisione non pu
avvenire con laccordo delle parti, si giunge alla divisione giudiziale. Il procedimento ha inizio con la
citazione di tutti i soggetti interessati. Una volta instaurato il giudizio, se non sorgono contestazioni sul
diritto alla divisione, essa disposta con ordinanza dal giudice istruttore. In caso contrario, il giudice
effettua la rimessione in decisione: quindi pronuncia una sentenza, che definitiva se accerta linesistenza
del diritto alla divisione, e non definitiva, se accerta la sussistenza di tale diritto. Se, al contrario, non
sorgono contestazioni di questo tipo, hanno inizio le operazioni di divisione. Il giudice istruttore predispone
un progetto di divisione che deposita in cancelleria e fissa ludienza di discussione del progetto stesso,
ordinando la comparizione dei condividenti e dei creditori intervenuti. Se il progetto non contestato, il
giudice istruttore lo dichiara esecutivo.
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2. Il procedimento di liberazione degli immobili dalle ipoteche
Il terzo acquirente di beni ipotecati, che abbia trascritto il suo titolo e non sia personalmente obbligato a
pagare i creditori ipotecari, ha la facolt di liberare i beni da ogni ipoteca iscritta anteriormente alla
trascrizione del suo titolo dacquisto, offrendo ai creditori il prezzo stipulato nel contratto o, in mancanza, il
valore dei beni. Il procedimento ha inizio con lofferta del prezzo o del valore del bene da parte del terzo
acquirente che va notificata al precedente proprietario ed ai creditori iscritti. Dopo che il prezzo offerto
divenuto definitivo, lacquirente che ha dichiarato al precedente proprietario e ai creditori iscritti di voler
liberare limmobile dalle ipoteche, deve chiedere con ricorso al Presidente del Tribunale competente per
lespropriazione, la determinazione dei modi per il deposito del prezzo offerto. Il Presidente provvede con
decreto. In udienza, il giudice dispone la cancellazione delle ipoteche e la distribuzione del prezzo.
3. Efficacia delle sentenze straniere
La legge 218/1995 prevede lautomatico ingresso e riconoscimento delle sentenze straniere nel nostro
ordinamento, con alcune eccezioni. I requisiti per il riconoscimento sono previsti dallart. 64 della l.
218/1995. Laddove non sia possibile lautomatico riconoscimento, il soggetto interessato propone
domanda alla Corte dAppello, che giudica in unico grado.
4. Larbitrato
Larbitrato lo strumento con il quale le parti sottraggono al giudice ordinario la risoluzione di una
determinata controversia per rimetterla a privati. Il codice civile disciplina il c.d. arbitrato rituale, che ha la
propria fonte nella clausola compromissoria o nel compromesso, ossia nel negozio giuridico attraverso il
quale gli interessati affidano il giudizio ad uno o pi arbitri. Larbitrato irrituale o libero una forma di
risoluzione convenzionale delle controversie, nel senso che le parti conferiscono agli arbitri il compito di
comporre una lite mediante atto negoziale. Allarbitrato irrituale si applicano le norme sul mandato e sulla
transazione. La decisione della controversia, adottata secondo diritto, salvo gli arbitri siano stati autorizzati
a decidere secondo equit, assume la forma del lodo, immediatamente vincolante per le parti. Il giudice,
accertata la regolarit formale del lodo, lo dichiara esecutivo con decreto.
Larbitrato rituale, che costituisce la regola, d luogo ad un lodo che ha gli stessi effetti di una sentenza
pronunciata dallautorit giudiziaria. Larbitrato irrituale, che deve essere specificamente ed espressamente
previsto dalle parti in forma scritta, d luogo ad un lodo con mera efficacia contrattuale, annullabile dal
giudice competente per i seguenti motivi: - se la convenzione dellarbitrato invalida o gli arbitri hanno
pronunciato su conclusioni che esorbitano dai suoi limiti e la relativa eccezione stata sollevata nel
procedimento arbitrale; - se gli arbitri non sono stati nominati con le forme e nei modi stabiliti dalla
convenzione; - se il lodo pronunciato da chi non poteva essere nominato arbitro; - se gli arbitri non si
sono attenuti alle regole imposte dalle parti; - se non stato osservato il principio del contraddittorio.
Sono deferibili agli arbitri tutte le controversie aventi ad oggetto diritti disponibili delle parti. In base allart.
812 c.p.c. chiunque pu essere nominato arbitro purch abbia capacit legale dagire. Laccettazione degli
arbitri deve essere data per iscritto. Risponde dei danni cagionati alle parti larbitro che: - con dolo o colpa
grave ha omesso o ritardato atti dovuti ed stato perci dichiarato decaduto o ha rinunciato allincarico
senza giustificato motivo; - con dolo o colpa grave ha omesso o impedito la pronuncia del lodo entro il
termine fissato. Ciascun arbitro risponde solo del fatto proprio. Gli arbitri possono essere ricusati. La parte
che ha nominato o contribuito a nominare un arbitro, pu ricusarlo solo per motivi conosciuti dopo la
nomina. Larbitro pu essere ricusato se non ha le qualifiche espressamente convenute dalle parti; se egli
stesso, un ente, associazione o societ di cui amministratore abbia interesse nella causa; se egli o il
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coniuge parente, convivente o commensale abituale di una delle parti o dei rappresentanti legali; se egli o
il coniuge ha causa pendente o grave inimicizia con una delle parti o dei rappresentanti legali; se ha
prestato consulenza o assistenza ad una delle parti in una fase precedente della vicenda. La ricusazione va
fatta valere mediante ricorso al Presidente del Tribunale entro 10 giorni dalla notificazione della nomina o
dalla sopravvenuta conoscenza della causa di ricusazione. Il Presidente pronuncia con ordinanza, sentite le
parti e larbitro ricusato.
Lart. 820 c.p.c. prevede un termine di 240 giorni per la pronuncia del lodo, decorrente dallaccettazione
della nomina, salvo le parti non abbiano fissato un termine diverso. Il termine pu essere prorogato, solo
prima della scadenza, mediante dichiarazione scritta di tutte le parti indirizzate agli arbitri e dal Presidente
del Tribunale su istanza di una delle parti o degli arbitri. Il termine prorogato di 180 giorni: se devono
essere assunti mezzi di prova; se disposta consulenza tecnica dufficio; se pronunciato un lodo non
definitivo o un lodo parziale; se modificata la composizione del collegio arbitrale. Se una delle parti fa
valere la decadenza degli arbitri per il decorso del termine per lemissione del lodo, gli stessi devono
dichiarare estinto il procedimento. Il lodo sempre deliberato a maggioranza e redatto per iscritto. Il lodo
acquista efficacia di sentenza dalla data dellultima sottoscrizione. La dichiarazione di esecutivit conferita
con decreto del Tribunale. Il lodo soggetto allimpugnazione per nullit, per revocazione e per
opposizione di terzo.
Capitolo IX Il processo del lavoro
1. Il processo del lavoro nel nostro ordinamento
Le finalit di concentrazione, immediatezza e oralit del procedimento sono perseguite da una serie di
disposizioni che ad es. impongono al giudice di leggere in udienza il dispositivo, con la copia del quale si pu
procedere immediatamente ad esecuzione o sanciscono il divieto di udienze di mero rinvio. Nel processo
del lavoro, il giudice pu disporre dufficio lassunzione di qualunque mezzo di prova, anche fuori dei limiti
stabiliti dal codice, ad eccezione del giuramento decisorio. Gli atti e i documenti del processo del lavoro
sono esenti da imposte e tasse. Se la causa non eccede il valore di 129,11, la parte pu stare in giudizio
personalmente. Il sindacato pu essere interpellato dal giudice o dalle parti ed intervenire in udienza per
fornire informazioni e osservazioni. La disciplina delle controversie di lavoro si applica: - ai rapporti di lavoro
subordinato privato; - ai rapporti di mezzadria, colonia parziaria, compartecipazione agraria, affitto a
coltivatore diretto e altri contratti agrari; - ai rapporti di agenzia, rappresentanza commerciale ed altri
rapporti con prestazione di opera continuativa e coordinata, anche se non a carattere subordinato; - ai
rapporti di lavoro dei dipendenti di enti pubblici che svolgono esclusivamente o prevalentemente attivit
economica; - agli altri rapporti di lavoro pubblico purch non siano devoluti dalla legge ad altro giudice.
2. La competenza
Le controversie in materia di lavoro e di previdenza e assistenza obbligatorie sono di competenza per
materia del tribunale in composizione monocratica in primo grado e della Corte dAppello in secondo
grado. Ogni due anni designata la sezione alla quale vanno devolute tali controversie che sono trattate
esclusivamente presso la sede principale del tribunale. Competente per territorio il giudice nella cui
circoscrizione sorto il rapporto di lavoro o si trova lazienda o la sua dipendenza presso cui era o addetto
il lavoratore.
Quando il giudice rileva che una causa promossa con rito ordinario sia di competenza del giudice del lavoro,
lo stesso deve disporre il mutamento del rito con ordinanza, da comunicarsi anche al contumace, con cui
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fissata ludienza di discussione della causa e il termine perentorio entro il quale le parti dovranno
provvedere alleventuale integrazione degli atti introduttivi.
Quando il giudice rileva, viceversa, che una causa promossa con rito del lavoro sia in realt di competenza
del giudice ordinario: - se la causa rientra nella sua competenza, dispone la regolarizzazione formale degli
atti con lavvertimento che le prove acquisite avranno lefficacia consentita dalle norme ordinarie; - se la
causa non rientra nella sua competenza, deve rimettere con ordinanza la causa al giudice competente
fissando un termine non superiore a 30 giorni per la riassunzione.
Quando una causa relativa a rapporti di lavoro sia proposta davanti ad un giudice incompetente,
lincompetenza pu essere eccepita dal convenuto soltanto nella comparsa di risposta, ovvero rilevata dal
giudice dufficio non oltre ludienza di discussione della causa. In tal caso, il giudice rimette la causa al
tribunale in funzione di giudice del lavoro fissando un termine per la riassunzione non superiore a 30 giorni.
3. Il tentativo obbligatorio di conciliazione
Chi intende promuovere una causa con rito del lavoro deve promuovere, anche tramite lassociazione
sindacale cui aderisce e conferisce mandato, il tentativo di conciliazione, che va esperito presso la
commissione di conciliazione. Essa composta, presso lufficio provinciale del lavoro, dal direttore
dellufficio stesso in qualit di presidente, da 4 rappresentanti effettivi e da 4 supplenti dei datori di lavoro
e da 4 rappresentanti effettivi e 4 supplenti dei lavoratori, designati dalle rispettive organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative su base nazionale. La commissione tenta la conciliazione convocando le
parti per una riunione da tenersi non oltre 10 giorni dal ricevimento della richiesta. Il tentativo di
conciliazione deve essere espletato entro 60 giorni dalla presentazione della richiesta. Decorso tale
termine, il tentativo si considera ugualmente espletato. Il giudice, ove rilevi che non stato promosso il
tentativo di conciliazione o la domanda giudiziale stata presentata prima dei 60 giorni dalla promozione
del tentativo, sospende il giudizio e fissa alle parti il termine perentorio di 60 giorni per promuovere il
tentativo. Trascorso tale termine il processo pu essere riassunto entro 180 giorni. Se non
tempestivamente riassunto, si estingue.
4. Il procedimento. La fase introduttiva
Il processo si svolge oralmente. Gli unici atti scritti sono: il ricorso, la memoria difensiva del convenuto e la
sentenza. Tutte le controversie in materia di lavoro iniziano con ricorso presentato al giudice e notificato
alla parte. Il ricorso deve contenere: - lindicazione del giudice; - le generalit del ricorrente e del
convenuto, nonch lelezione di domicilio del ricorrente nel comune in cui ha sede il giudice adito; -
loggetto della domanda; - lesposizione dei fatti e degli elementi di diritto su cui si basa la domanda e le
relative conclusioni; - lindicazione specifica, a pena di decadenza, dei mezzi di prova di cui il ricorrente
intende avvalersi e dei documenti offerti in comunicazione. Il ricorso, insieme ai documenti, depositato in
cancelleria. Il giudice, entro 5 giorni dal deposito del ricorso, fissa con decreto ludienza di discussione, alla
quale le parti sono tenute a comparire personalmente: tra il giorno del deposito del ricorso e ludienza non
devono trascorrere pi di 60 giorni. Lattore deve provvedere alla notifica al convenuto del ricorso e del
decreto entro 10 giorni dalla data del decreto, in maniera tale che tra la data di notificazione e ludienza di
discussione intercorrano almeno 30 giorni. Il convenuto deve costituirsi almeno 10 giorni prima
delludienza, mediante deposito difensivo di una memoria difensiva in cui deve proporre, a pena di
decadenza, le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni non rilevabili dufficio. Deve inoltre
prendere posizione circa i fatti affermati dallattore, proporre tutte le sue difese e indicare specificamente i
mezzi di prova e i documenti dei quali intende avvalersi. Se il convenuto ha proposto domanda
riconvenzionale deve chiedere che il giudice fissi una nuova udienza di comparizione a modifica di quella in
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precedenza fissata, udienza che non pu essere fissata oltre il cinquantesimo giorno dalla presentazione
della comparsa contenente la riconvenzionale.
5. La fase istruttoria
Nelludienza di discussione fissata dal giudice obbligatorio lobbligo di comparizione personale delle parti
e dalla loro assenza pu trarre valutazioni ai fini della decisione. Il giudice interroga liberamente le parti
presenti e tenta la conciliazione della lite. Le parti hanno facolt di farsi rappresentare allinterrogatorio
libero da un procuratore che deve essere a conoscenza dei fatti di causa. La procura deve essere conferita
con atto pubblico o scrittura privata autenticata e deve attribuire al procuratore il potere di conciliare o
transigere la controversia. Nel corso delludienza di discussione le parti possono modificare le domande,
eccezioni e conclusioni gi formulate ma soltanto se ricorrono gravi motivi e previa autorizzazione del
giudice. Non consentito proporre domande nuove.
Se la conciliazione riesce, si forma processo verbale. Qualora non riesca: se il giudice ritiene la causa matura
per la decisione, il giudice invita le parti alla discussione e pronuncia sentenza, anche non definitiva, dando
lettura del dispositivo. Se invece ritiene necessaria una fase istruttoria, il giudice pu: ammettere ed
assumere prove nella stessa udienza e decidere; fissare unaltra udienza per lassunzione delle prove e la
discussione. Tale seconda udienza deve svolgersi entro 10 giorni dalla prima. Le parti possono depositare
note difensive fino a 5 giorni prima delludienza. Nel rito del lavoro, il giudice dispone di poteri istruttori
dufficio molto pi ampi di quelli normali.
6. Gli interventi nel processo del lavoro
A- intervento volontario (419 c.p.c.). Esso deve avere luogo non oltre 10 giorni prima delludienza
depositando una memoria o un ricorso. In caso di intervento volontario, il giudice ha il potere-dovere di
fissare unudienza, col rispetto di un termine non minore di 30 giorni tra la data della notificazione al
convenuto e ludienza di discussione, non meno di 10 giorni prima della quale le parti originarie potranno
depositare memorie e di disporre che entro 5 giorni, siano notificati alle parti originarie il provvedimento di
fissazione e la memoria dellinterveniente, e che sia notificato a questultimo il provvedimento di fissazione
delludienza.
B- Intervento su istanza di parte e su ordine del giudice (420 co. 9 c.p.c.). In questi casi il giudice fissa una
nuova udienza e dispone che, entro 5 giorni siano notificati al terzo il provvedimento nonch il ricorso
introduttivo e latto di costituzione del convenuto, nel rispetto de itemrini di non pi di 60 giorni tra il
provvedimento di fissazione e ludienza di discussione, e di non meno di 30 giorni tra la notificazione al
convenuto e ludienza di discussione.
7. La fase decisoria: la sentenza
Raccolte le prove, il giudice invita le parti alla discussione orale, la termine della quale ciascuna precisa le
proprie conclusioni. Nella stessa udienza, il giudice pronuncia la sentenza dando lettura del dispositivo. La
sentenza va depositata in cancelleria entro 15 giorni dalla pronuncia. Il giudice, quando presenta sentenza
di condanna del datore di lavoro al pagamento di somme di denaro deve anche determinare , oltre gli
interessi, anche il danno da svalutazione monetaria. Quando per la definizione di una controversia di lavoro
necessario risolvere in via pregiudiziale una questione di efficacia, validit, interpretazione di clausole di
un contratto o accordo collettivo nazionale, il giudice decide con sentenza non definitiva tale questione e
d disposizioni per il proseguimento impugnabile solo con ricorso immediato per cassazione entro 60 giorni
dal deposito. Le sentenze del rito del lavoro sono esecutive. Allesecuzione si pu procedere con la sola
copia del dispositivo, durante la pendenza del termine per il deposito della sentenza.
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8. Le impugnazioni
Lappello avverso sentenze in materia di lavoro va attribuito alla Corte dAppello. Il ricorso deve contenere,
oltre ai requisiti di cui allart. 414 c.p.c., lesposizione sommaria dei fatti e i motivi specifici di impugnazione,
a pena dinammissibilit. Il Presidente della Corte dAppello, entro 5 giorni dal deposito, designa il giudice
relatore e fissa, non oltre 60 giorni ludienza di discussione davanti al collegio. Lappellante, nei 10 giorni
successivi alla comunicazione del deposito del decreto, provvede alla notifica del ricorso e del decreto,
allappellato. Tra la data di notificazione e ludienza devono intercorrere almeno 25 giorni. Lappellato deve
costituirsi almeno 10 giorni prima delludienza esponendo dettagliatamente tutte le sue difese. Lappellato
pu anche proporre appello incidentale.
In udienza il giudice incaricato fa la relazione orale della causa. Il collegio, sentiti i difensori delle parti,
pronuncia sentenza dando lettura del dispositivo. La sentenza va depositata entro 15 giorni dalla pronuncia.

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