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Biografia preghiere

Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 1




Santa Margherita Maria Alacoque
Vergine

16 ottobre e 17 ottobre - Memoria Facoltativa

Verosvres, Autun, Francia, 1647 - Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690

Io, cattivo e miserabile niente, protesto al mio Dio di sottomettermi e di sacrificarmi a tutto
ci che da me desidera; immolando il mio cuore all'adempimento del suo beneplacito, senz'altra
riserva che della sua maggior gloria, e il suo puro Amore. Io gli consacro e abbandono tutto il mio
essere, e tutti i miei momenti. Io sono per sempre del mio Diletto, sua serva, sua schiava, sua
creatura; poich Egli tutto mio. Sua indegna Sposa Suor Margherita Maria morta al mondo.
Tutto da Dio e niente da me - Tutto di Dio e niente di me - Tutto per Iddio e niente per me.
(Scritto da Suor Margherita col proprio sangue)
Nel Martirologio Romano, 16 ottobre, (nel Rito Ambrosiano il 13 ottobre):
Santa Margherita Maria Alacoque, vergine, che, entrata tra le monache dell'Ordine della
Visitazione della beata Maria, corse in modo mirabile lungo la via della perfezione; dotata
di mistici doni e particolarmente devota al Sacratissimo Cuore di Ges, fece molto per
promuoverne il culto nella Chiesa. A Paray-le-Monial nei pressi di Autun in Francia, il 17
ottobre, si addorment nel Signore.
17 ottobre, n. 12, ricorrenza secondaria:
A Paray-le-Monial nel territorio di Autun in Francia, transito di santa Margherita
Maria Alacoque, vergine, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo
Santa Margherita Maria Alacoque Marguerite Marie Alacoque
(Verosvres, 22 luglio 1647; Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690)
stata una monaca e mistica francese.
Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza difficile, soprattutto perch dovette
vincere la resistenza dei genitori per entrare, a ventiquattro anni, neII'Ordine della Visitazione,
fondato da san Francesco di Sales. Margherita, diventata suor Maria, rest vent'anni tra le
Visitandine, e fin dall'inizio si offr vittima al Cuore di Ges. Fu incompresa dalle consorelle,
malgiudicata dai superiori. Anche i direttori spirituali dapprima diffidarono di lei, giudicandola una
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fanatica visionaria. Il beato Claudio La Colombire divenne preziosa guida della mistica
suora della Visitazione, ordinandole di narrare, nell'autobiografia, le sue esperienze ascetiche. Per
ispirazione della santa, nacque la festa del Sacro Cuore, ed ebbe origine la pratica dei primi Nove
Venerd del mese. Mor il 17 ottobre 1690. (Avvenire)
Etimologia: Margherita = perla, dal greco e latino
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: Santa Margherita Maria Alacoque, vergine, che, entrata tra le monache
dellOrdine della Visitazione della beata Maria, corse in modo mirabile lungo la via della perfezione;
dotata di mistici doni e particolarmente devota al Sacratissimo Cuore di Ges, fece molto per
promuoverne il culto nella Chiesa. A Paray-le-Monial nei pressi di Autun in Francia, il 17 ottobre, si
addorment nel Signore.
(17 ottobre: A Paray-le-Monial nel territorio di Autun in Francia, transito di santa
Margherita Maria Alacoque, vergine, la cui memoria si celebra il giorno precedente a
questo).
La memoria di Santa Margherita Maria Alacoque, francese, legata alla diffusione della devozione
del Sacro Cuore, una devozione tipica dei tempi moderni, e promossa infatti soltanto tre secoli fa,
quando soffi sulla Francia il vento gelido del Giansenismo, foriero della tormenta dell'Illuminismo.
All'origine della devozione al Cuore di Ges si trovano due grandi Santi: Giovanni Eudes e
Margherita Maria Alacoque. Del primo abbiamo gi parlato il 19 agosto. dicendo come questo
moschettiere dell'amore di Ges e Maria fosse il primo e pi fervido propagatore del nuovo culto.
Santa Margherita Maria Alacoque, da parte sua, fu colei che rivel in tutta la loro mirabile profondit
i doni d'amore dei cuore di Ges, traendone grazie strepitose per la propria santit, e la promessa che
i soprannaturali carismi sarebbero stati estesi a tutti i devoti del Sacro Cuore.
Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza difficile, soprattutto perch non le fu
facile sottrarsi all'affetto dei genitori, e alle loro ambizioni mondane per la figlia, ed entrare, a
ventiquattro anni, neII'Ordine della Visitazione, fondato da San Francesco di Sales. Margherita,
diventata suor Maria, rest vent'anni tra le Visitandine, e fin dall'inizio si offr " vittima al Cuore di
Ges ". In cambio ricevette grazie straordinarie, come fuor dell'ordinario furono le sue continue
penitenze e mortificazioni sopportate con dolorosa gioia. Fu incompresa dalle consorelle,
malgiudicata dai Superiori. Anche i direttori spirituali dapprima diffidarono di lei, giudicandola una
fanatica visionaria. " Ha bisogno di minestra ", dicevano, non per scherno, ma per troppo umana
prudenza.
Ci voleva un Santo, per avvertire il rombo della santit. E fu il Beato Claudio La Colombire, che
divenne preziosa e autorevole guida della mistica suora della Visitazione, ordinandole di narrare,
nella Autobiografia, le sue esperienze ascetiche, rendendo pubbliche le rivelazioni da lei avute.
"Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini", le venne detto un giorno, nel rapimento di una
visione: una frase restata quale luminoso motto della devozione al Sacro Cuore. E poi, le promesse:
"Il mio cuore si dilater per spandere con abbondanza i frutti del suo amore su quelli che mi
onorano". E ancora: "I preziosi tesori che a te discopro, contengono le grazie santificanti per trarre gli
uomini dall'abisso di perdizione".
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Per ispirazione della Santa, nacque cos la festa del Sacro Cuore, ed ebbe origine la pratica
pia dei primi Nove Venerd del mese. Vinta la diffidenza, abbattuta l'ostilit, scossa la indifferenza, si
diffuse nel mondo la devozione a quel Cuore che a Santa Margherita Alacoque era apparso "su di un
trono di fiamme, raggiante come sole, con la piaga adorabile, circondato di spine e sormontato da
una croce". E l'immagine che appare ancora in tante case, e che ancora protegge, in tutto il mondo,
le famiglie cristiane. Fonte santiebeati.it
Vita
Quintogenita di Claude Alacoque e di Philiberte Lamyne. Suo padre era notaio
reale e giudice della signoria di Terreau; sua madre era lei pure figlia di un
notaio regio. Fu battezzata nella chiesa di Vrosvres il 25 luglio. A quattro anni
and a vivere nel castello della madrina di battesimo Marguerite de Foncrenne
de Villiers. Nel 1655 ritorn in famiglia. In quello stesso anno l'11 dicembre mor
il padre. Margherita Maria fu messa in collegio presso le Clarisse-Urbaniste di
Charolles [1]. Rimane presso le Clarisse solo due anni perch si ammal
gravemente a tal punto da non poter nemmeno camminare. La guarigione giunse per un voto fatto
alla Vergine Maria. Durante l'adolescenza Margherita e la sua famiglia vissero momenti difficili. La
madre poco accorta negli affare affid l'amministrazione dei beni di famiglia a un cognato firmando
una rinuncia alle sue rendite, in cambio del mantenimento suo e dei suoi figli da parte del cognato.
Ma la vera proprietaria e i suoi figli furono assimilati a dei domestici e trattati come tali dalla
famiglia dell'amministratore .
Nel 1669 a 22 anni ricevette la Cresima e aggiunge "Maria" al nome di Margherita e il 20 giugno del
1671, a 24 anni, entr nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial. Fu ammessa alla
professione, il 6 novembre del 1672. Il 27 dicembre del 1673 segn per suor Margherita Maria l'inizio
di un nuovo periodo della sua vita religiosa nel monastero della Visitazione, segnato da doni mistici
particolari: tre rivelazioni nelle quali Ges le manifest il suo cuore. Da quel momento la figlia
spirituale di San Francesco di Sales e di Santa Giovanna di Chantal, per ben 17 anni, ebbe colloqui
con il Signore durante i quali Egli, nel chiamarla "discepola prediletta", le rivel i segreti del cuore
divino, ed ella impar dal Maestro la scienza dell'amore.
Dal momento che non veniva presa sul serio, e anzi per queste visioni veniva perseguitata dalle
consorelle, il Signore le promise di mandarle un suo "servo fedele e amico perfetto". E in effetti, di l a
poco, divenne suo nuovo direttore spirituale il gesuita San Claudio de la Colombire, e da questi fu
sostenuta nel portare a compimento la missione affidatale da Ges stesso: introdurre nella Chiesa
cattolica il culto del Sacro Cuore.
Divenuta Maestra delle novizie, all'indomani della sua morte, avvenuta nel 1690, due sue discepole
compilarono una "Vita di suor Margherita Maria Alacoque".

Culto
All'apertura canonica della sua tomba nel luglio 1830, il suo corpo fu trovato incorrotto, e tale
rimasto, conservato sotto l'altare della cappella di Paray-le-Monial.
Il 18 settembre 1864 fu beatificata da Papa Pio IX e canonizzata nel 1920, durante il pontificato di
Papa Benedetto XV. La sua memoria liturgica ricorre il 16 ottobre, mentre nel calendario delle
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ricorrenze religiose la festa in onore del Sacro Cuore di Ges ricorre il venerd successivo
all'ottava della solennit del Corpus Domini.
Nel 1928 Papa Pio XI riconobbe nell'enciclica Miserentissimus Redemptor le visioni di Margherita
Maria Alacoque, affermando che Ges "si manifest a Santa Margarita Maria".

Opere
I suoi scritti comprendono 142 lettere (1678-1690), 52 "Avvisi, esortazioni e istruzioni", preghiere,
cantici e un'autobiografia. Nella prima edizione del 1920, la pi completa data alle stampe, questi
scritti raggiungono complessivamente le ottocento pagine.



Sacro Cuore di Cristo
Il cuore la realt intima e unificante che evoca il mistero che resiste a tutte le analisi,
che la legge silenziosa pi potente di ogni organizzazione e utilizzazione tecnica
dell'uomo. Cuore indica il luogo dove il mistero dell'uomo trascende nel mistero di Dio;
l la vuota infinitudine che egli esperimenta dentro di s grida e invoca la infinita
pienezza di Dio. Evoca il cuore trafitto, il cuore angosciato, spremuto, morto.
Dire cuore significa dire amore, l'amore inafferrabile e disinteressato, l'amore che vince
nell'inutilit, che trionfa nella debolezza, che ucciso d la vita, l'amore che Dio. Con
questa parola si proclama che Dio e l dove si prega: "Dio mio, perch mi hai
abbandonato?". Con la parola cuore si nomina qualcosa che totalmente corporeo e
tuttavia tutto in tutto, al punto che si possono contare i suoi battiti e ci si pu fermare
in un pianto beato perch non pi necessario andare avanti dal momento che si
trovato Dio.
Chi pu negare che in questa parola noi ritroviamo noi stessi, il nostro destino e il modo
proprio dell'esistenza cristiana che ci imposto come peso o grazia insieme, e assegnato
come nostra missione? (Karl Rahner)
Il Sacro Cuore di Ges il cuore di Ges al quale i cristiani della Chiesa cattolica rendono culto.
Alla devozione al Sacro Cuore inoltre dedicata la Solennit del Sacratissimo Cuore di Ges, celebrata
un venerd dopo la Solennit Corpus Domini.

Sviluppo della devozione
I primi impulsi alla devozione del Sacro Cuore di Ges provengono dall'Ordine Benedettino; la
devozione ha avuto la sua espressione pi suggestiva nel gruppo di Helfta con la corrente mistica
tedesca del tardo medioevo. Sono significative a questo riguardo Santa Matilde di Magdeburgo (1207-
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1282), Santa Matilde di Hackenborn (1241-1299) e il beato Enrico Suso (1295-1366). Santa
Gertrude di Helfta, poi, (1256 ca.-1302) scrisse il celebre libro L'araldo dell'amore divino; ritenuta
l'iniziatrice della devozione al Sacro Cuore.

Le rivelazioni a Santa Margherita Maria Alacoque

La grande fioritura della devozione si ebbe poi nel corso del XVII secolo, ad opera di due santi: San
Giovanni Eudes (1601-1680), e la visitandina Santa Margherita Maria Alacoque
Santa Margherita ebbe quattro apparizioni del Sacro Cuore:
La prima avvenne il 27 dicembre 1673, festa di san Giovanni Evangelista. Ges le apparve e
Margherita si sent "tutta investita della divina presenza"; Ges la invit a prendere il posto che san
Giovanni aveva occupato durante l'Ultima Cena, e le disse:
Il mio divino Cuore cos appassionato d'amore per gli uomini che, non potendo pi
racchiudere in s le fiamme della sua ardente carit, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta
per adempiere a questo grande disegno, affinch tutto sia fatto da me.
La seconda apparizione fu del 1674: il divino Cuore si manifest su un trono di fiamme, pi raggiante
del sole e trasparente come cristallo, circondato da una corona di spine, simboleggiante le ferite
inferte dai nostri peccati, e sormontato da una croce, perch dal primo istante che era stato formato,
era gi pieno dogni amarezza.
Sempre nel 1674 vi fu la terza visione, un venerd dopo la festa del Corpus Domini. Ges si present
alla santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe brillanti come soli, e da quella sacra
umanit uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto, che rassomigliava ad
una fornace; essendosi esso aperto, Margherita scopr l'amabile e amante Cuore, la vera sorgente di
quelle fiamme. Ges si lament dell'ingratitudine degli uomini e della noncuranza rispetto ai suoi
sforzi per far loro del bene, e le chiese di supplire a questo. Ges la sollecit a fare la Comunione al
primo venerd di ogni mese, e di prosternarsi con la faccia a terra dalle undici a mezzanotte, nella
notte tra il gioved e il venerd. Vennero cos indicate le due principali devozioni, la Comunione del
primo venerd del mese e l'ora santa di adorazione.
La quarta rivelazione ebbe luogo il 16 giugno 1675, durante l'ottava del Corpus Domini. Nostro
Signore le disse che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi,
aggiungendo: "Ci che mi ancor pi sensibile che sono i cuori a me
consacrati che fanno questo". Ges chiese ancora che il venerd dopo
l'ottava del Corpus Domini fosse dedicato a una festa particolare per
onorare il suo Cuore, e che si facesse la Comunione per riparare alle
offese da lui ricevute. Inoltre indic come esecutore della diffusione di
questa devozione, il padre spirituale di Margherita, il gesuita san Claude
de la Colombiere (1641-1682).
Fu effettivamente grazie agli sforzi di questo gesuita che la devozione al
Sacro Cuore pot propagarsi ulteriormente.
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L'epoca giansenista

Durante il XVIII secolo si accese un forte dibattito circa l'oggetto di questo culto: nel 1765 la
Congregazione dei Riti precis che l'oggetto di tale culto il cuore carneo, simbolo dell'amore. I
giansenisti interpretarono tale tipo di culto come idolatria, ritenendo che non fosse possibile il culto
al cuore reale, ma solo un culto al cuore metaforico. Papa Pio VI, nella bolla Auctorem fidei,
conferm la dichiarazione della Congregazione, notando che si adora il cuore "inseparabilmente
unito con la Persona del Verbo".
Importante nello sviluppo della devozione al Sacro Cuore risultano tre encicliche:
Annum Sacrum di Leone XIII
Annum Sacrum un'enciclica di Papa Leone XIII, datata 25 maggio 1899.
Con essa, il Pontefice consacra lumanit{ al Sacro Cuore.
Con questa enciclica, alla vigilia dell'Anno Santo del 1900, il Papa
chiede a tutti i vescovi della Chiesa cattolica di consacrare il genere
umano al Santissimo Cuore di Ges. Lenciclica, piuttosto breve,
termina con una formula di consacrazione, che inizia con le parole "O
Ges dolcissimo, o Redentore del genere umano".
In un contesto strettamente religioso, lenciclica appare estremamente
sobria. Diversamente da come ci si aspetterebbe, il tema dominante
quello della "Signoria" di Cristo, della sua "Regalit". Si tratta di una
Signoria universale, su tutto il genere umano e sul cosmo, che Cristo
ha, sia in forza del suo essere Figlio di Dio, sia perch morendo in croce
ha salvato lintera umanit{. Queste sue prerogative lo rendono Re e
Signore non solo dei cattolici o dei battezzati in genere, ma di tutti gli
uomini, anche se non conoscono o non riconoscono la Signoria di
Cristo. Da qui linvito del Papa a tutti i credenti a sottomettersi
volontariamente e con amore, a nome di tutti gli uomini, a questo
Signore che regna "per mezzo della verit, della giustizia e soprattutto
della carit".
Lenciclica di Leone XIII va letta anche nel suo contesto politico. Alla
fine dellOttocento lopposizione tra Stato e Chiesa cattolica era
fortissima. Il Papa si dispiace del "muro di divisione" che stato
innalzato tra la Chiesa e la societ civile, come se il fatto di aver
estromesso la Chiesa avesse reso migliore la societ. In realt, "col
disprezzo della religione", prosegue Leone XIII, "si scalzano di
necessit le basi pi salde della prosperit pubblica". Il Papa cio non
accetta l'idea che lazione religiosa non debba avere nessun influsso
sulla convivenza civile.
+ di Leone XIII - Lettera Enciclica - Annum sacrum 25 maggio 1899
La consacrazione dellumanit{ al sacro Cuore di Ges
Con nostra lettera apostolica abbiamo recentemente promulgato, come ben sapete, lanno santo,
che, secondo la tradizione, dovr essere tra poco celebrato in questalma citt{ di Roma. Oggi,
nella speranza e nellintenzione di rendere pi santa questa grande solennit{ religiosa,
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proponiamo e raccomandiamo un altro atto veramente solenne. E abbiamo tutte le
ragioni, se esso sar compiuto da tutti con sincerit di cuore e con unanime e spontanea volont,
di attenderci frutti straordinari e duraturi a vantaggio della religione cristiana e di tutto il genere
umano.
Pi volte, sullesempio dei nostri predecessori Innocenze XII, Benedetto XIII, Clemente XIII, Pio
VI, Pio VII, Pio IX, ci siamo adoperati di promuovere e di mettere in sempre pi viva luce quella
eccellentissima forma di religiosa piet, che il culto del sacratissimo Cuore di Ges. Tale era lo
scopo principale del nostro decreto del 28 giugno 1889, col quale abbiamo innalzato a rito di prima
classe la festa del sacro Cuore. Ora per pensiamo a una forma di ancor pi splendido omaggio,
che sia come il culmine e il coronamento di tutti gli onori, che sono stati tributati finora a questo
Cuore sacratissimo e abbiamo fiducia che sia di sommo gradimento al nostro redentore Ges
Cristo. La cosa, in verit{, non nuova. Venticinque anni fa infatti, allapprossimarsi del II
centenario diretto a commemorare la missione che la beata Margherita Maria Alacoque aveva
ricevuto dallalto, di propagare il culto del divin Cuore, da ogni parte, non solo da privati, ma
anche da vescovi, pervennero numerose lettere a Pio IX, con le quali si chiedeva che si degnasse di
consacrare il genere umano allaugustissimo Cuore di Ges. Si prefer, in quelle circostanze,
rimandare la cosa per una decisione pi matura; nel frattempo si dava facolt alle citt, che lo
desideravano, di consacrarsi con la formula prescritta. Sopraggiunti ora nuovi motivi,
giudichiamo maturo il tempo di realizzare quel progetto.
Questa universale e solenne testimonianza di onore e di piet pienamente dovuta a Ges Cristo
proprio perch re e signore di tutte le cose. La sua autorit infatti non si estende solo ai popoli che
professano la fede cattolica e a coloro che, validamente battezzati, appartengono di diritto alla
chiesa (anche se errori dottrinali li tengono lontani da essa o dissensi hanno infranto i vincoli
della carit), ma abbraccia anche tutti coloro che sono privi della fede cristiana. Ecco perch tutta
lumanit{ realmente sotto il potere di Ges Cristo. Infatti colui che il Figlio unigenito del Padre
e ha in comune con lui la stessa natura, "irradiazione della sua gloria e impronta della sua
sostanza" (Eb 1,3), ha necessariamente tutto in comune con il Padre e quindi il pieno potere su
tutte le cose. Questa la ragione perch il Figlio di Dio, per bocca del profeta, pu affermare:
"Sono stato costituito sovrano su Sion, suo monte santo. Il Signore mi ha detto: Tu sei mio Figlio;
io oggi ti ho generato. Chiedi a me e ti dar in possesso le genti e in dominio i confini della terra"
(Sal 2,6-8). Con queste parole egli dichiara di aver ricevuto da Dio il potere non solo su tutta la
chiesa, raffigurata in Sion, ma anche su tutto il resto della terra, fin dove si estendono i suoi
confini. Il fondamento poi di questo potere universale chiaramente espresso in quelle parole: "Tu
sei mio Figlio". Per il fatto stesso di essere il figlio del re di tutte le cose, anche erede del suo
potere universale. Per questo il salmista continua con le parole: "Ti dar in possesso le genti".
Simili a queste sono le parole dellapostolo Paolo: "Lha costituito erede di tutte le cose" (Eb 1,2).
Si deve tener presente soprattutto ci che Ges Cristo, non attraverso i suoi apostoli e profeti, ma
con le stesse sue parole ha affermato del suo potere. Al governatore romano che gli chiedeva:
"Dunque tu sei re", egli, senza esitazione, rispose: "Tu lo dici; io sono re" (Gv 18,37). La vastit poi
del suo potere e lampiezza senza limiti del suo regno sono chiaramente confermate dalle parole
rivolte agli apostoli: "Mi stato dato ogni potere in cielo e in terra" (Mt 28,18). Se a Cristo stato
concesso ogni potere, ne segue necessariamente che il suo dominio deve essere sovrano, assoluto,
non soggetto ad alcuno, tanto che non ne pu esistere un altro ne uguale ne simile. E siccome
questo potere gli stato dato e in cielo e in terra, devono stare a lui soggetti il cielo e la terra. Di
fatto egli esercit questo suo proprio e individuale diritto quando ordin agli apostoli di predicare
la sua dottrina, di radunare, per mezzo del battesimo, tutti gli uomini nellunico corpo della
chiesa, e di imporre delle leggi, alle quali nessuno pu sottrarsi senza mettere in pericolo la
propria salvezza eterna.
E non tutto. Cristo non ha il potere di comandare soltanto per diritto di nascita, essendo il Figlio
unigenito di Dio, ma anche per diritto acquisito. Egli infatti ci ha liberato "dal potere delle
tenebre" (Col 1,13) e "ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1Tm 2,6). E perci per lui non soltanto i
cattolici e quanti hanno ricevuto il battesimo, ma anche tutti e singoli gli uomini sono diventati
"un popolo che egli si conquistato" (1Pt 2,9). A questo proposito santAgostino osserva
giustamente: "Volete sapere che cosa ha comprato? Fate attenzione a ci che ha dato e capirete
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che cosa ha comprato. Il sangue di Cristo: ecco il prezzo. Che cosa pu valere tanto? Che
cosa se non il mondo intero? Per tutto ha dato tutto".
San Tommaso, trattando della questione, indica perch e come gli infedeli sono soggetti al potere
e alla giurisdizione di Ges Cristo. Posto infatti il quesito se il suo potere di giudice si estenda o no
a tutti gli uomini, risponde che, siccome "il potere di giudice una conseguenza del potere regale",
si deve concludere che "quanto alla potest, tutto soggetto a Ges Cristo. anche se non tutto gli
soggetto quanto allesercizio del suo potere". Questa potest{ e questo dominio sugli uomini lo
esercita per mezzo della verit, della giustizia, ma soprattutto per mezzo della carit.
Tuttavia Ges, per sua bont, a questo suo duplice titolo di potere e di dominio, permette che noi
aggiungiamo, da parte nostra, il titolo di una volontaria consacrazione. Ges Cristo, come Dio e
Redentore, senza dubbio in pieno e perfetto possesso di tutto ci che esiste, mentre noi siamo
tanto poveri e indigenti da non aver nulla da potergli offrire come cosa veramente nostra.
Tuttavia, nella sua infinita bont e amore, non solo non ricusa che gli offriamo e consacriamo ci
che suo, come se fosse bene nostro, ma anzi lo desidera e lo domanda: "Figlio, dammi il tuo
cuore" (Pro 23,26). Possiamo dunque con la nostra buona volont e le buone disposizioni
dellanimo fare a lui un dono gradito. Consacrandoci infatti a lui, non solo riconosciamo e
accettiamo apertamente e con gioia il suo dominio, ma coi fatti affermiamo che, se quel che
offriamo fosse veramente nostro, glielo offriremmo lo stesso di tutto cuore. In pi lo preghiamo
che non gli dispiaccia di ricevere da noi ci che, in realt{, pienamente suo. Cos va inteso latto di
cui parliamo e questa la portata delle nostre parole.
Poich il sacro Cuore il simbolo e limmagine trasparente dellinfinita carit{ di Ges Cristo, che
ci sprona a rendergli amore per amore, quanto mai conveniente consacrarsi al suo augustissimo
Cuore, che non significa altro che donarsi e unirsi a Ges Cristo. Ogni atto di onore, di omaggio e
di piet infatti tributati al divin Cuore, in realt rivolto allo stesso Cristo.
Sollecitiamo pertanto ed esortiamo tutti coloro che conoscono e amano il divin Cuore a compiere
spontaneamente questo atto di consacrazione. Inoltre desideriamo vivamente che esso si compia
da tutti nel medesimo giorno, affinch i sentimenti di tante migliaia di cuori, che fanno la stessa
offerta, salgano tutti, nello stesso tempo, al trono di Dio.
Ma come potremo dimenticare quella stragrande moltitudine di persone, per le quali non ancora
brillata la luce della verit cristiana? Noi teniamo il posto di colui che venuto a salvare ci che
era perduto e diede il suo sangue per la salvezza di tutti gli uomini. Ecco perch la nostra
sollecitudine continuamente rivolta a coloro che giacciono ancora nellombra di morte e
mandiamo dovunque missionari di Cristo per istruirli e condurli alla vera vita. Ora, commossi per
la loro sorte, li raccomandiamo vivamente al sacratissimo Cuore di Ges e, per quanto sta in noi,
a lui li consacriamo.
In tal modo questa consacrazione che esortiamo a compiere, potr giovare a tutti. Con questo
atto, infatti, coloro che gi conoscono e amano Ges Cristo, sperimenteranno facilmente un
aumento di fede e di amore. Coloro che, pur conoscendo Cristo trascurano losservanza della sua
legge e dei suoi precetti, avranno modo di attingere da quel divin Cuore la fiamma dellamore. Per
coloro infine che sono pi degli altri infelici, perch avvolti ancora nelle tenebre del paganesimo,
chiederemo tutti insieme laiuto del cielo, affinch Ges Cristo, che li tiene gi{ soggetti "quanto al
potere", li possa anche avere sottomessi "quanto allesercizio di tale potere". E preghiamo anche
che ci si compia non solo nel mondo futuro, "quando egli eseguir pienamente su tutti la sua
volont, salvando gli uni e castigando gli altri", ma anche in questa vita terrena con il dono della
fede e della santificazione, in modo che, con la pratica di queste virt, possano onorare
debitamente Dio e tendere cos alla felicit del cielo.
Tale consacrazione ci fa anche sperare per i popoli unera migliore; pu infatti stabilire o
rinsaldare quei vincoli, che, per legge di natura, uniscono le nazioni a Dio.
In questi ultimi tempi si fatto di tutto per innalzare un muro di divisione tra la chiesa e la
societ civile. Nelle costituzioni e nel governo degli stati, non si tiene in alcun conto lautorit{ del
diritto sacro e divino, nellintento di escludere ogni influsso della religione nella convivenza civile.
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In tal modo si intende strappare la fede in Cristo e, se fosse possibile, bandire lo stesso Dio
dalla terra. Con tanta orgogliosa tracotanza di animi, c forse da meravigliarsi che gran parte
dellumanit{ sia stata travolta da tale disordine e sia in preda a tanto grave turbamento da non
lasciare vivere pi nessuno senza timori e pericoli? Non c dubbio che, con il disprezzo della
religione, vengono scalzate le pi solide basi dellincolumit{ pubblica. Giusto e meritato castigo di
Dio ai ribelli che, abbandonati alle loro passioni e schiavi delle loro stesse cupidigie, finiscono
vittime del loro stesso libertinaggio.
Di qui scaturisce quella colluvie di mali, che da tempo ci minacciano e ci spingono con forza a
ricercare laiuto in colui che solo ha la forza di allontanarli. E chi potr{ essere questi se non Ges
Cristo, lunigenito Figlio di Dio? "Non vi infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel
quale sia stabilito che possiamo essere salvati" (At 4,12). A lui si deve ricorrere, che "la via, la
verit e la vita" (Gv 14,6). Si andati fuori strada? bisogna ritornare sulla giusta via. Le tenebre
hanno oscurato le menti? necessario dissiparle con lo splendore della verit. La morte ha
trionfato? bisogna attaccarsi alla vita.Solo cos potremo sanare tante ferite. Solo allora il diritto
potr{ riacquistare lautentica autorit{; solo cos torner a risplendere la pace, cadranno le spade e
sfuggiranno di mano le armi. Ma ci avverr solo se tutti gli uomini riconosceranno liberamente il
potere di Cristo e a lui si sottometteranno; e ogni lingua proclamer "che Ges Cristo il Signore,
a gloria di Dio Padre" (Fil 2,11).
Quando la chiesa nascente si trovava oppressa dal giogo dei Cesari, a un giovane imperatore
apparve in cielo una croce auspice e nello stesso tempo autrice della splendida vittoria che
immediatamente segu. Ecco che oggi si offre ai nostri sguardi un altro divinissimo e augurale
segno: il Cuore sacratissimo di Ges, sormontato dalla croce e splendente, tra le fiamme, di
vivissima luce. In lui sono da collocare tutte le nostre speranze; da lui dobbiamo implorare e
attendere la salvezza.
Infine non vogliamo passare sotto silenzio un motivo, questa volta personale, ma giusto e
importante, che ci ha spinto a questa consacrazione: laverci Dio, autore di tutti i beni, scampato
non molto tempo addietro da pericolosa infermit. Questo sommo onore al Cuore sacratissimo di
Ges, da noi promosso, vogliamo che rimanga memoria e pubblico segno di gratitudine di tanto
beneficio.
Ordiniamo perci che, nei giorni 9, 10 e 11 del prossimo mese di giugno, nella chiesa principale di
ogni citt o paese, alla recita delle altre preghiere si aggiungano ogni giorno anche litanie del
sacro Cuore da noi approvate. Nellultimo giorno poi si reciti, venerabili fratelli, la formula di
consacrazione, che vi mandiamo con la presente lettera.
Come pegno di favori divini e testimonianza della nostra benevolenza, a voi, al clero e al popolo
affidato alle vostre cure, impartiamo di cuore, nel Signore, lapostolica benedizione.
Roma, presso San Pietro, il 25 maggio 1899, anno XXII del nostro pontificato
Formula di consacrazione da recitarsi al sacratissimo Cuore di Ges
O Ges dolcissimo, o redentore del genere umano,
riguardate a noi umilmente prostesi dinanzi al vostro altare.

Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere;
e per poter vivere a voi pi strettamente congiunti,
ecco che ognuno di noi oggi si consacra
al vostro sacratissimo Cuore.

Molti purtroppo non vi conobbero mai;
molti, disprezzando i vostri comandamenti, vi ripudiarono.

O benignissimo Ges,
abbiate misericordia e degli uni e degli altri;
e tutti quanti attirate al vostro Cuore santissimo.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 10


O Signore, siate il re non solo dei fedeli
che non si allontanarono mai da voi,
ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono;
fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna,
per non morire di miseria e di fame.

Siate il re di coloro che vivono nellinganno dellerrore
o per discordia da voi separati:
richiamateli al porto della verit{ e allunit{ della fede,
affinch in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.

Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti
nelle superstizioni del gentilesimo,
e non ricusate di trarli dalle tenebre
al lume e al regno di Dio.

Largite, o Signore,
incolumit e libert sicura alla vostra chiesa,
largite a tutti i popoli la tranquillit{ dellordine:

fate che da un capo allaltro della terra
risuoni questunica voce:

sia lode a quel Cuore divino da cui venne la nostra salute;
a lui si canti gloria e onore nei secoli.
Cos sia.


Giovanni Paolo II.
Omelia sul Sacro Cuore
Varsavia, 11 giugno 1999

Solennit del Sacro Cuore di Ges
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. La ricorrenza del centenario della Consacrazione del genere umano al Cuore divino di Ges, stabilita
per tutta la Chiesa dal mio Predecessore Leone XIII con la Lettera Enciclica Annum Sacrum (25 maggio
1899: Leonis XIII P.M. Acta, XIX [1899], 71-80) e avvenuta l'11 giugno 1899, ci spinge in primo luogo alla
gratitudine verso "Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di
noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre" (Ap 1, 5).
La felice circostanza si rivela inoltre quanto mai opportuna per riflettere sul significato e sul valore di
quell'importante atto ecclesiale. Con l'Enciclica Annum Sacrum, il Papa Leone XIII conferm quanto
era stato compiuto dai suoi Predecessori per religiosamente custodire e mettere in pi vivida luce il
culto e la spiritualit del Sacro Cuore. Con la consacrazione, poi, egli intendeva conseguire "insigni
frutti in primo luogo a vantaggio della cristianit, ma anche dell'intera umana societ" (l.c., p. 71).
Domandando che venissero consacrati non solo i credenti ma gli uomini tutti, imprimeva nuovo
orientamento e senso alla consacrazione che, gi da due secoli, era stata praticata da singoli, gruppi,
diocesi, nazioni.
La consacrazione del genere umano al Cuore di Ges fu pertanto presentata da Leone XIII come
"culmine e coronamento di tutti gli onori, che era nella consuetudine tributare al Sacratissimo Cuore"
(Annum Sacrum, cit., 72). Tale consacrazione, spiega l'Enciclica, si deve a Cristo, Redentore del genere
umano, per ci che in s e per quanto ha operato per tutti gli uomini. Poich nel Sacro Cuore il
credente incontra il simbolo e la viva immagine dell'infinita carit di Cristo, che per se stessa sprona
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 11

ad amarci scambievolmente, egli non pu non avvertire l'esigenza della personale
partecipazione all'opera della salvezza. Per questo ogni membro della Chiesa invitato a vedere nella
consacrazione un donarsi e obbligarsi verso Ges Cristo, Re "dei figli prodighi", Re che chiama tutti "al
porto della verit e all'unit della fede", Re di tutti coloro che attendono di essere introdotti "nella luce
di Dio e nel suo regno" (Formula di consacrazione). La consacrazione cos intesa da accostare
all'azione missionaria della Chiesa stessa, perch risponde al desiderio del Cuore di Ges di propagare
nel mondo, attraverso le membra del suo Corpo, la sua dedizione totale al Regno, e di unire sempre pi
la Chiesa nell'offerta al Padre e nel suo essere per gli altri. La validit di quanto avvenne l'11 giugno
1899 ha trovato autorevole conferma in ci che hanno scritto i miei Predecessori, offrendo
approfondimenti dottrinali circa il culto del Sacro Cuore e disponendo la rinnovazione periodica
dell'atto di consacrazione. Fra questi mi grato ricordare: il santo successore di Leone XIII, il Papa Pio
X, che dispose nel 1906 di rinnovarla ogni anno; il Papa Pio XI di venerata memoria, che ne fece
richiamo nelle Encicliche Quas primas, nel contesto dell'Anno Santo 1925, e Miserentissimus
Redemptor; il suo successore, il Servo di Dio Pio XII, che ne tratt nelle Encicliche Summi Pontificatus
e Haurietis aquas. Il Servo di Dio Paolo VI, poi, alla luce del Concilio Vaticano II, volle in merito
parlarne nell'Epistola apostolica Investigabiles divitias e nella Lettera Diserti interpretes, diretta il 25
maggio 1965 ai Superiori Maggiori degli Istituti che prendono il nome dal Cuore di Ges.
Anch'io non ho mancato pi volte di invitare i miei Fratelli nell'episcopato, i presbiteri, i religiosi ed i
fedeli a coltivare nella propria vita le forme pi genuine del culto al Cuore di Cristo. In quest'anno
dedicato a Dio Padre, ricordo quanto scrissi nell'Enciclica Dives in misericordia: "La Chiesa sembra
professare in modo particolare la misericordia di Dio e venerarla, rivolgendosi al Cuore di Cristo.
Infatti proprio l'accostarci a Cristo nel mistero del suo Cuore ci consente di soffermarci su questo
punto - in un certo senso centrale e nello stesso tempo pi accessibile sul piano umano - della
rivelazione dell'amore misericordioso del Padre, che ha costituito il contenuto centrale della missione
messianica del Figlio dell'uomo" (n. 13). In occasione della solennit del Sacro Cuore e del mese di
giugno, ho spesso esortato i fedeli a perseverare nella pratica di questo culto, che "contiene un
messaggio che ai nostri giorni di straordinaria attualit", perch "dal Cuore del Figlio di Dio, morto
sulla croce, scaturita la fonte perenne della vita che dona speranza ad ogni uomo. Dal Cuore di Cristo
crocifisso nasce la nuova umanit, redenta dal peccato. L'uomo del Duemila ha bisogno del Cuore di
Cristo per conoscere Dio e per conoscere se stesso; ne ha bisogno per costruire la civilt dell'amore"
(Insegnamenti, XVII, 1 [1994], 1152).
La consacrazione del genere umano del 1899 costituisce un passo di straordinario rilievo nel cammino
della Chiesa ed tuttora valido rinnovarla ogni anno nella festa del Sacro Cuore. Ci va detto anche
dell'Atto di riparazione che si soliti recitare nella festa di Cristo Re. Ancora attuali risuonano le
parole di Leone XIII: "Si deve pertanto ricorrere a chi la Via, la Verit e la Vita. Ci siamo sviati:
dobbiamo ritornare sulla Via; si sono oscurate le menti: si deve dissolvere l'oscurit con la luce della
Verit; la morte ha preso il sopravvento: si deve far trionfare la Vita" (Annum Sacrum, cit., p. 78). Non
questo il programma del Concilio Vaticano II e del mio stesso pontificato?
2. Mentre ci stiamo preparando a celebrare il Grande Giubileo del 2000, questo centenario ci aiuta a
contemplare con speranza la nostra umanit e ad intravedere il terzo millennio illuminato dalla luce
del mistero di Cristo, "Via, Verit e Vita" (Gv 14, 6). Nel constatare che "gli squilibri di cui soffre il
mondo contemporaneo si collegano con quel pi profondo squilibrio che radicato nel cuore
dell'uomo" (Cost. past. Gaudium et spes, 10), la fede scopre felicemente che "nel mistero del Verbo
incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo" (ivi, 22), poich "con l'Incarnazione il Figlio di Dio si
unito in certo modo a ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha
agito con volont d'uomo, ha amato con cuore d'uomo" (ibid.). Dio ha disposto che il battezzato,
"associato al mistero pasquale e assimilato alla morte di Cristo", potesse andare "incontro alla
risurrezione confortato dalla speranza", ma ci vale "anche per tutti gli uomini di buona volont, nel
cui cuore lavora invisibilmente la grazia" (ibid.). "Tutti gli uomini _ come ricorda ancora il Concilio
Vaticano II _ sono chiamati a questa unione con Cristo, che la luce del mondo; da lui veniamo, per lui
viviamo, a lui siamo diretti" (Cost. dogm. Lumen gentium, 3). Nella Costituzione dogmatica sulla
Chiesa magistralmente detto che "per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i battezzati
vengono consacrati a formare una dimora spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte
le opere del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di Colui che dalle tenebre li chiam
all'ammirabile sua luce (cfr 1 Pt 2, 4-10). I discepoli di Cristo, quindi, perseverando nella preghiera e
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 12

lodando insieme Dio (cfr At 2, 42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a
Dio (cfr Rm 12, 1), rendano dovunque testimonianza di Cristo e rendano ragione della speranza che in
loro della vita eterna (1 Pt 3, 15)" (ivi, 10). Di fronte al compito della nuova evangelizzazione, il cristiano
che, guardando al Cuore di Cristo, Signore del tempo e della storia, a Lui si consacra e insieme
consacra i propri fratelli, si riscopre portatore della sua luce. Animato dal suo spirito di servizio, egli
coopera ad aprire a tutti gli esseri umani la prospettiva di essere elevati verso la propria pienezza
personale e comunitaria. "Dal Cuore di Cristo infatti il cuore dell'uomo impara a conoscere il vero e
unico senso della sua vita e del suo destino, a comprendere il valore di una vita autenticamente
cristiana, a guardarsi da certe perversioni del cuore umano, a unire l'amore filiale verso Dio con
l'amore del prossimo" (Messaggio alla Compagnia di Ges, 5 ottobre 1986: Insegnamenti, IX, 2 [1986],
843).
Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella
Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e
forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che
sempre lo ha animato. Si tratta ancora oggi di condurre i fedeli a fissare lo sguardo adorante sul
mistero di Cristo, Uomo-Dio, per divenire uomini e donne di vita interiore, persone che sentono e
vivono la chiamata alla vita nuova, alla santit, alla riparazione, che cooperazione apostolica alla
salvezza del mondo. Persone che si preparano alla nuova evangelizzazione, riconoscendo il Cuore di
Cristo come cuore della Chiesa: urgente per il mondo comprendere che il cristianesimo la religione
dell'amore. Il Cuore del Salvatore invita a risalire all'amore del Padre, che la sorgente di ogni
autentico amore: "In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma lui che ha amato noi e
ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati" (1 Gv 4, 10).
Ges riceve incessantemente dal Padre, ricco di misericordia e compassione, l'amore che Egli prodiga
agli uomini (cfr Ef 2, 4; Gc 5, 11). Il suo Cuore rivela particolarmente la generosit di Dio verso il
peccatore. Dio, reagendo al peccato, non diminuisce il suo amore, ma l'allarga in un movimento di
misericordia che diventa iniziativa di redenzione. La contemplazione del Cuore di Ges nell'Eucaristia
spinger i fedeli a cercare in quel Cuore l'inesauribile mistero del sacerdozio di Cristo e di quello della
Chiesa. Far gustare loro, in comunione con i fratelli, la soavit spirituale della carit alla sua stessa
fonte. Aiutando ognuno a riscoprire il proprio Battesimo, li render pi consapevoli della loro
dimensione apostolica da vivere nella diffusione della carit e nella missione evangelizzatrice.
Ciascuno si impegner maggiormente nel pregare il Padrone della messe (cfr Mt 9, 38) perch conceda
alla Chiesa "pastori secondo il suo cuore" (Ger 3, 15) che, innamorati di Cristo Buon Pastore, modellino
il proprio cuore ad immagine del suo e siano disposti ad andare per le vie del mondo per proclamare a
tutti che Egli Via, Verit e Vita (cfr Esort. ap. post-sinod. Pastores dabo vobis, 82). A ci si aggiunger
l'azione fattiva, perch anche molti giovani di oggi, docili alla voce dello Spirito Santo, siano formati a
lasciar risuonare nell'intimit del loro cuore le grandi attese della Chiesa e dell'umanit e a rispondere
all'invito di Cristo per consacrarsi con Lui, entusiasti e gioiosi, "per la vita del mondo" (Gv 6, 51).
3. La coincidenza di questo centenario con l'ultimo anno di preparazione al Grande Giubileo del 2000,
che ha la "funzione di dilatare gli orizzonti del credente secondo la prospettiva stessa di Cristo: la
prospettiva del "Padre che nei cieli" (cfr Mt 5, 45)" (Lett. ap. Tertio Millennio adveniente, 49)
costituisce un'opportuna occasione per presentare il Cuore di Ges, "fornace ardente di amore, ...
simbolo ed espressiva immagine di quell'amore eterno col quale "Dio ha tanto amato il mondo da dare
il suo Figlio unigenito" (Gv 3, 16)" (Paolo VI, Epist. ap. Investigabiles divitias, 5: AAS 57 [1965], 268). Il
Padre " Amore" (1 Gv 4, 8.16), ed il Figlio unigenito, Cristo, ne manifesta il mistero, mentre svela
pienamente l'uomo all'uomo. Nel culto al Cuore di Ges ha preso forma la parola profetica richiamata
da san Giovanni: "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Gv 19, 37; cfr Zc 12, 10).
uno sguardo contemplativo, che si sforza di penetrare nell'intimo dei sentimenti di Cristo, vero Dio e
vero uomo. In questo culto il credente conferma ed approfondisce l'accoglienza del mistero
dell'Incarnazione, che ha reso il Verbo solidale con gli uomini, testimone della ricerca nei loro
confronti da parte del Padre. Questa ricerca nasce nell'intimo di Dio, il quale "ama" l'uomo
"eternamente nel Verbo e in Cristo lo vuole elevare alla dignit di figlio adottivo" (Tertio Millennio
adveniente, 7). Contemporaneamente la devozione al Cuore di Ges scruta il mistero della Redenzione,
per scoprirvi la dimensione di amore che ha animato il suo sacrificio di salvezza.
Nel Cuore di Cristo viva l'azione dello Spirito Santo, a cui Ges ha attribuito l'ispirazione della sua
missione (Lc 4, 18; cfr Is 61, 1) e di cui aveva nell'Ultima Cena promesso l'invio. lo Spirito che aiuta a
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 13

cogliere la ricchezza del segno del costato trafitto di Cristo, dal quale scaturita la Chiesa
(cfr Cost. Sacrosanctum Concilium, 5). "La Chiesa, infatti - come ebbe a scrivere Paolo VI - nata dal
Cuore aperto del Redentore e da quel Cuore riceve alimento, giacch Cristo "ha dato se stesso per lei,
per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola"(Ef 5,
25-26)" (Lettera Diserti interpretes, cit.). Per mezzo poi dello Spirito Santo, l'amore che pervade il
Cuore di Ges si diffonde nel cuore degli uomini (cfr Rm 5, 5) e li muove all'adorazione delle sue
"imperscrutabili ricchezze" (Ef 3, 8) e alla supplica filiale e fidente verso il Padre (cfr Rm 8, 15-16),
attraverso il Risorto, "sempre vivo per intercedere per noi" (Eb 7, 25).
4. Il culto al Cuore di Cristo, "sede universale della comunione con Dio Padre ... , sede dello Spirito
Santo" (Insegnamenti, XVII, 1 [1994], 1152), tende a rafforzare i nostri legami con la Santa Trinit.
Pertanto, la celebrazione del centenario della consacrazione del genere umano al Sacro Cuore prepara
i fedeli al Grande Giubileo, sia per ci che attiene al suo obiettivo di "glorificazione della Trinit, dalla
quale tutto viene e alla quale tutto si dirige, nel mondo e nella storia" (Tertio Millennio adveniente,
55), sia per il suo orientamento all'Eucaristia (cfr ibid.), in cui la vita che il Cristo venuto a portare in
abbondanza (cfr Gv 10, 10) comunicata a coloro che mangeranno di Lui per vivere di Lui (cfr Gv 6, 57).
Tutta la devozione al Cuore di Ges in ogni sua manifestazione profondamente eucaristica: si
esprime in pii esercizi che stimolano i fedeli a vivere in sintonia con Cristo, "mite e umile di cuore" (Mt
11, 29) e si approfondisce nell'adorazione. Essa si radica e trova il suo culmine nella partecipazione alla
Santa Messa, soprattutto a quella domenicale, dove i cuori dei credenti, riuniti fraternamente nella
gioia, ascoltano la parola di Dio, apprendono a compiere con Cristo offerta di s e di tutta la propria
vita (Sacrosanctum Concilium, 48), si nutrono del pasquale convito del Corpo e Sangue del Redentore
e, condividendo pienamente l'amore che pulsa nel suo Cuore, si sforzano di essere sempre pi
evangelizzatori e testimoni di solidariet e di speranza. Rendiamo grazie a Dio, nostro Padre, che ci ha
rivelato il suo amore nel Cuore di Cristo e ci ha consacrato con l'unzione dello Spirito Santo (cfr Cost.
dogm. Lumen gentium, 10) in modo che, uniti a Cristo, adorandoLo in ogni luogo e operando
santamente, consacriamo a Lui il mondo stesso (ivi, 34) e il nuovo Millennio. Consapevoli della grande
sfida che ci sta dinanzi, invochiamo l'aiuto della Vergine Santissima, Madre di Cristo e Madre della
Chiesa. Sia Lei a guidare il Popolo di Dio oltre la soglia del Millennio che sta per iniziare. Lo illumini
sulle vie della fede, della speranza, della carit! Aiuti, in particolare, ogni cristiano a vivere con
generosa coerenza la consacrazione a Cristo che ha il suo fondamento nel sacramento del Battesimo e
che opportunamente trova conferma nella consacrazione personale al Sacratissimo Cuore di Ges, nel
quale soltanto l'umanit pu trovare perdono e salvezza.
Tratto da L'OSSERVATORE ROMANO, Sabato 12 Giugno 1999.
Miserentissimus Redemptor di Pio XI
Miserentissimus Redemptor un'enciclica di papa Pio XI,
promulgata il 8 maggio 1928.
Ha per tema il dovere della riparazione al Sacro Cuore di Ges.

LETTERA ENCICLICA
MISERENTISSIMUS REDEMPTOR
DEL SOMMO PONTEFICE
PIO XI
SULL'ATTO DI RIPARAZIONE
AL SACRATISSIMO CUORE DI GES

Ai Reverendi Patriarchi,
Primati, Arcivescovi,
Vescovi e agli altri Ordinari locali
che hanno pace e comunione con lApostolica Sede.

Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.
Il misericordiosissimo nostro Redentore, dopo aver recato la salvezza al genere umano
sul legno della Croce, prima di salire da questo mondo al Padre, per consolare i suoi
mesti apostoli e discepoli, disse: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 14

mondo [1]. Queste parole, in verit assai gradite, sono motivo di ogni speranza e
sicurezza. Esse Ci vengono facilmente alla memoria, Venerabili Fratelli, tutte le volte
che per cos dire da questa pi alta specola guardiamo tutta lumana famiglia
afflitta da tanti gravi mali, e la Chiesa pure, tormentata senza tregua da assalti e da
insidie. Infatti, tale divina promessa, come dapprima sollev gli abbattuti animi degli
Apostoli e, cos animati, li accese fervidamente a spargere per la terra i semi della
dottrina evangelica, cos in seguito guid alla vittoria la Chiesa contro le potenze
dellinferno. Sempre, certamente, il Signore Ges Cristo assistette la sua Chiesa; ma con
pi valido aiuto e protezione specialmente quando fu travagliata da pericoli e sciagure
pi gravi, dando proprio quei rimedi che erano i pi adatti alla condizione dei tempi e
delle cose, con la sua divina Sapienza che arriva da una estremit{ allaltra con
potenza, e con soavit dispone tutte le cose [2]. Ma neppure in tempi a noi pi vicini
si accorciata la mano del Signore [3], specialmente quando qualche errore si
introdusse, e abbastanza largamente si diffuse, cos da doverne temere che si
inaridissero in qualche modo le fonti della vita cristiana per gli uomini allontanatisi
dallamore di Dio e dalla sua consuetudine. E poich alcuni del popolo forse ignorano,
altri trascurano i lamenti che lamantissimo Ges fece a Maria Margherita Alacoque
nelle sue apparizioni, come pure i desideri e le volont che manifest agli uomini, alla
fine, per il loro proprio vantaggio, Ci piace, Venerabili Fratelli, trattener- Ci con Voi
alquanto per parlare dellobbligo che Ci impone di fare ammenda onorevole al
Sacratissimo Cuor di Ges, con questa intenzione: che ciascuno di Voi insegni con
diligenza al proprio gregge quanto Noi vi avremo comunicato, e lo ecciti alla
esecuzione di quanto stiamo per ordinare.
Tra tutti gli altri documenti della infinita bont del nostro Redentore, questo
specialmente risplende: raffreddandosi lamore dei fedeli, la stessa divina carit fu
proposta ad essere onorata con speciale culto, e cos le ricchezze della sua bont furono
largamente svelate con quella forma di venerazione con cui onoriamo il Sacratissimo
Cuore di Ges nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza [4].
Infatti, come gi{ al genere umano, che usciva dallarca di No, la bont{ di Dio volle che
riducesse il segno della contratta amicizia, larcobaleno che appare tra le nubi [5],
cos negli agitatissimi tempi moderni, quando serpeggiava leresia pi scaltra di tutte,
quella eresia giansenista nemica allamore e alla piet{ verso Dio che predicava un
Dio non tanto da amare come padre quanto da temere come giudice implacabile, il
benignissimo Ges mostr ai popoli il suo Cuore Sacratissimo quale spiegato vessillo di
pace e di carit, assicurando indubbia vittoria nella battaglia. Perci, ben a ragione, il
Nostro predecessore Leone XIII di felice memoria nella sua Enciclica Annum sacrum ,
ammirando la grandissima opportunit del culto del Cuore Sacratissimo di Ges, non
esit ad affermare: Allorch la Chiesa, alle origini, era oppressa dal giogo dei Cesari,
ad un giovane imperatore apparve, in alto, una croce, auspice ad un tempo e
realizzatrice della splendida vittoria che subito dopo segu. Ora vi offerto davanti agli
occhi un segno faustissimo e divinissimo, cio il Sacratissimo Cuore di Ges, che porta
su di s la croce e che splende tra fiamme di lucentissimo candore. In lui dobbiamo
collocare ogni speranza: a lui va richiesta e da lui va attesa la salvezza .

E ci ben a ragione, Venerabili Fratelli, perch in quel felicissimo segno e nella forma
che ne emana non sono forse contenute tutta la sostanza della religione e specialmente
la norma di una vita pi perfetta, come quella che guida per una via pi facile le menti
a conoscere intimamente Ges Cristo e induce i cuori ad amarlo pi ardentemente e pi
generosamente ad imitarlo? Nessuno dunque deve meravigliarsi che i Nostri
predecessori abbiano sempre difeso questa ottima forma di culto dalle accuse dei
denigratori e labbiano sommamente lodata e promossa con il massimo impegno
secondo che i tempi e le condizioni richiedevano. Certo per divina ispirazione avvenne
che il pio affetto dei fedeli verso il Sacratissimo Cuore di Ges di giorno in giorno
andasse sempre crescendo; quindi sorsero dappertutto pie associazioni per promuovere
il culto del divin Cuore, e si diffuse lusanza, che oggi dappertutto gi{ vige, della sacra
Comunione fatta il primo venerd di ogni mese, secondo il desiderio di Ges Cristo
stesso.
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 15


certo per che fra tutte le pratiche che spettano propriamente al culto del
Sacratissimo Cuore, primeggia, degna da ricordare, la pia consacrazione con la quale
offriamo al Cuore di Ges noi e tutte le cose nostre, riconoscendole ricevute dalla
eterna carit di Dio. E avendo il Salvator nostro manifestato alla innocentissima
discepola del suo Cuore Margherita Maria, quanto Egli, mosso meno dal suo diritto che
dalla immensa carit verso di noi, desiderasse che dagli uomini gli fosse reso questo
tributo di devozione, la Santa prima di tutti lo offerse insieme con il suo Padre
spirituale Claudio de la Colombire; seguirono poi, con landare del tempo, a tributarlo
le singole persone, poi le famiglie private e le Associazioni, infine le stesse autorit, le
citt e i regni. Essendosi nel secolo scorso e in questo nostro, per le macchinazioni degli
empi, giunti a tal punto da disprezzare limpero di Cristo e da dichiarare pubblicamente
guerra alla Chiesa con leggi e mozioni dei popoli contrarie al diritto divino e naturale,
anzi con il grido di intere assemblee: Non vogliamo che costui regni su di noi [6],
appunto per la detta consacrazione erompeva quasi, e faceva forte contrasto, la voce
unanime dei devoti del Sacratissimo Cuore per rivendicarne la gloria e difenderne i
diritti: Bisogna che Cristo regni [7]: Venga il regno tuo . Ne fu finalmente
conseguenza felice che tutto il genere umano, che appartiene per diritto nativo a
Cristo, nel quale solo tutte le cose sono riunite [8], allinizio di questo secolo, dal Nostro
predecessore Leone XIII di f.m., con il plauso di tutto lorbe cristiano, fosse consacrato
al suo Sacratissimo Cuore.

Questi cos fausti e lieti inizi, come dicemmo nella Nostra Enciclica Quas primas , Noi
stessi, per somma bont di Dio, portammo a pieno compimento, quando, secondo i
moltissimi desideri e voti di Vescovi e fedeli, al termine dellAnno giubilare istituimmo
la festa di Cristo Re universale, da celebrarsi solennemente in tutto il mondo cristiano.
E ci facendo, non soltanto ponemmo in luce il sommo impero che Cristo tiene su tutte
le cose, sulla societ{ civile e domestica, sugli individui singoli, ma fin dallora
pregustammo insieme la gioia di quel giorno lietissimo, in cui il mondo intero si
sottometter di buon grado e volonteroso al dominio dolcissimo di Cristo Re. Perci
ordinammo allora contemporaneamente che, in occasione della festa istituita, si
rinnovasse questa medesima consacrazione ogni anno, per conseguire pi certo e pi
copioso il frutto della consacrazione stessa, e stringere nel Cuore del Re dei re e del
Sovrano dei sovrani i popoli tutti, con amore cristiano nella comunione di pace.

Se non che a tutti questi ossequi, e particolarmente alla tanto fruttuosa consacrazione,
che mediante listituzione della festa di Cristo Re venne, a dir cos, riconfermata,
conviene che se ne aggiunga un altro di cui, Venerabili Fratelli, Ci caro al presente
intrattenervi alquanto pi a lungo: latto cio di espiazione o riparazione, come suol
dirsi, da prestarsi al Cuore Sacratissimo di Ges. Infatti, se nella consacrazione
primeggia lintento di ricambiare lamore del Creatore con lamore della creatura, ne
segue naturalmente un altro, che dello stesso Amore increato, quando sia o per
dimenticanza trascurato o per offesa amareggiato, si debbano risarcire gli oltraggi in
qualsiasi modo recatigli; il qual dovere comunemente chiamiamo col nome di
riparazione.

Se alluno e allaltro dovere siamo obbligati per le stesse ragioni, al debito
particolarmente della riparazione siamo tenuti da un pi potente motivo di giustizia e
di amore: di giustizia, per espiare loffesa recata a Dio con le nostre colpe e ristabilire,
con la penitenza, lordine violato; di amore, per patire insieme con Cristo paziente e
saturato di obbrobri e recargli, secondo la nostra pochezza, qualche conforto. Infatti,
essendo noi tutti peccatori e gravati da molte colpe, dobbiamo onorare il nostro Dio,
non solo con il culto col quale adoriamo coi dovuti ossequi la somma sua Maest, o
mediante la preghiera riconosciamo il suo supremo dominio, o con i ringraziamenti
lodiamo la sua generosit infinita; ma inoltre necessario che diamo soddisfazione alla
giusta vendetta di Dio, per gli innumerevoli peccati e offese e negligenze nostre.
Dunque, alla consacrazione con la quale ci offriamo a Dio e diventiamo sacri a Lui, per
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 16

quella santit e stabilit che sono proprie della consacrazione, come insegna
lAngelico [9], si deve aggiungere lespiazione, con cui estinguere del tutto le colpe, a
meno che la santit della somma giustizia rigetti la nostra proterva indegnit, e
anzich gradire il nostro dono, lo rifiuti piuttosto come sgradito.

Questo dovere di espiazione incombe a tutto il genere umano poich, secondo gli
insegnamenti della fede cristiana, dopo la miseranda caduta di Adamo, esso, macchiato
di colpa ereditaria, soggetto alle passioni e degradato nel modo pi compassionevole,
avrebbe meritato dessere condannato alla eterna perdizione. Negano, s, questa verit{,
i superbi sapienti del nostro secolo i quali, rinnovando la vecchia eresia di Pelagio,
vantano una bont congenita della umana natura, che per virt sua si spinge a sempre
maggiore perfezione. Ma queste false invenzioni della superbia umana sono
condannate dallApostolo, il quale ci ammonisce che eravamo per natura meritevoli
dira [10]. E in verit{, gi{ fin dal principio del mondo gli uomini riconobbero in qualche
modo il debito di tale comune espiazione, mentre per un certo istinto naturale si
diedero, anche con pubblici sacrifici, a placare la divinit.

Se non che nessuna potenza creata era bastevole allespiazione delle colpe umane, se il
figlio di Dio non avesse assunto la natura umana da redimere. E ci lo stesso Salvatore
degli uomini annunzi per bocca del Salmista: Tu non hai voluto n vittime n
oblazioni, ma mi hai formato un corpo; non hai gradito n olocausti n sacrifici
espiatori. Allora io dissi: Ecco, io vengo [11]. E in verit egli prese le nostre infermit
e port i nostri dolori; per le nostre iniquit fu ferito [12] e i peccati nostri port egli
stesso nel proprio corpo sopra il legno [13] cancellando il chirografo del decreto
scritto contro di noi, ed Egli, affiggendolo alla croce, lo tolse di mezzo [14], affinch,
morti al peccato, vivessimo per la giustizia [15].

Sebbene la copiosa redenzione di Cristo, con sovrabbondanza ci condon tutti i
peccati [16], tuttavia, per quella mirabile disposizione della divina Sapienza secondo
la quale nel nostro corpo si deve compiere quello che manca dei patimenti di Cristo a
favore del corpo di Lui, che la Chiesa [17], noi possiamo, anzi dobbiamo aggiungere
alle lodi e soddisfazioni che Cristo in nome dei peccatori tribut a Dio , anche le
nostre lodi e soddisfazioni. Ma conviene sempre ricordare che tutto il valore espiatorio
dipende unicamente dal cruento sacrificio di Cristo, il quale si rinnova, senza
interruzione, sui nostri altari in modo incruento, poich una stessa la Vittima, uno
medesimo ora loblatore mediante il ministero dei sacerdoti, quello stesso che si offr
sulla croce, mutata solamente la maniera delloblazione [18]. Per tale motivo con
questo augusto sacrificio Eucaristico si deve congiungere limmolazione dei ministri e
degli altri fedeli, affinch anche essi si offrano quali vittime vive, sante, gradevoli a
Dio [19]. Anzi, San Cipriano non esita ad affermare che il sacrificio del Signore non si
compie con la dovuta santificazione se lofferta e il sacrificio nostro non
corrisponderanno alla passione [20]. Perci lApostolo ci ammonisce perch
portando nel nostro corpo la mortificazione di Ges [21] e sepolti e innestati con
Cristo in somiglianza con la sua morte [22], non solo crocifiggiamo la nostra carne, i
vizi e le passioni [23] fuggendo la corruzione della concupiscenza che nel mondo
[24], ma la vita di Ges si manifesti cos nei corpi nostri [25] e fatti partecipi del suo
sacerdozio eterno possiamo offrire doni e sacrifici per i peccati [26]. Non sono,
infatti, partecipi di questo arcano sacerdozio e dellufficio di offrire soddisfazioni e
sacrifici quelli solamente di cui il Pontefice nostro Cristo Ges si vale come di ministri
per offrire a Dio unoblazione monda in ogni luogo dalloriente alloccidente [27], ma
anche tutta la moltitudine dei cristiani, chiamata a ragione dal Principe degli Apostoli
Stirpe eletta, Sacerdozio regale [28], deve offrire sacrificio per i peccati per s e per
tutto il genere umano [29], quasi non altrimenti che ogni sacerdote e pontefice preso
fra gli uomini preposto a pro degli uomini in tutte quelle cose che riguardano Dio [30].

Quando poi loblazione nostra e il nostro sacrificio avranno pi perfettamente
corrisposto al sacrificio del Signore, ossia noi avremo immolato lamore proprio e le
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 17

nostre passioni, e crocifisso la nostra carne con quella mistica crocifissione di cui
parla lApostolo, tanto pi copiosi frutti di propiziazione e di espiazione raccoglieremo
per noi e per gli altri. Mirabile legame stringe infatti i fedeli tutti con Cristo, come
quello che corre fra il capo e le altre membra del corpo, e similmente quella misteriosa
comunione dei Santi, che professiamo per fede cattolica, onde gli individui e i popoli
non solamente sono uniti fra loro, ma altres con lo stesso capo che Cristo, dal quale
tutto il corpo, ben compaginato e connesso mediante la collaborazione di ogni
giuntura, secondo lenergia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo
da edificare se stesso nella carit [31]. Questa fu la preghiera che lo stesso Cristo Ges,
mediatore tra Dio e gli uomini, vicino a morte rivolse al Padre: Io in essi e tu in me,
affinch siano consumati nellunit{ [32].

Pertanto, nella stessa maniera in cui la consacrazione professa e conferma lunione con
Cristo, cos lespiazione, purificando dalle colpe, incomincia lunione stessa, e con la
partecipazione dei patimenti di Cristo la perfeziona, e con loblazione dei sacrifici a
favore dei fratelli la porta allultimo compimento. E tale appunto fu il disegno della
misericordia di Ges quando, acceso della fiamma dellamore, volle svelare a noi il suo
Cuore con i segni della sua passione, affinch noi, meditando da una parte la malizia
infinita del peccato e ammirando dallaltra la infinita carit{ del Redentore,
detestassimo pi vivamente il peccato e pi ardentemente ricambiassimo lamore.

E in verit lo spirito di espiazione o di riparazione ebbe sempre le prime e principali
parti nel culto con cui si onora il Cuore Sacratissimo di Ges, ed certo il pi consono
allorigine, alla natura, allefficacia, alle pratiche proprie di questa particolare
devozione, come confermato dalla storia e dalla pratica, dalla sacra liturgia e dagli
atti dei Sommi Pontefici. Infatti, nel manifestarsi a Margherita Maria, Cristo, mentre
insisteva sullimmensit{ del proprio amore, al tempo stesso, in atteggiamento
addolorato, si lament dei tanti e tanto gravi oltraggi a s fatti dallingratitudine degli
uomini, con queste parole, che dovrebbero sempre essere colpite nel cuore delle anime
buone n mai cancellarsi dalla memoria: Ecco disse quel Cuore che ha tanto
amato gli uomini e li ha ricolmati di tutti i benefci, ma in cambio del suo amore
infinito, anzich trovare gratitudine, incontr invece dimenticanza, indifferenza,
oltraggi, e questi arrecatigli talora anche da anime a lui obbligate con il pi stretto
debito di speciale amore . E appunto in riparazione di tali colpe Egli, tra molte altre
raccomandazioni, fece queste specialmente come a s graditissime: che i fedeli con tale
intento di riparazione si accostassero alla sacra mensa che si dice appunto
Comunione Riparatrice e per unora intera praticassero atti e preghiere di
riparazione, il che con tutta verit si dice Ora Santa : devozioni, queste, che la Chiesa
non solo ha approvato, ma ha pure arricchito di copiosi favori spirituali.

Ma come potr dirsi che Cristo regni beato nel Cielo se pu essere consolato da questi
atti di riparazione? D{ unanima che ami e comprender{ quello che dico [33],
rispondiamo con le parole di Agostino, che fanno proprio al nostro proposito.

Ogni anima, infatti, veramente infiammata nellamore di Dio, se con la considerazione
si volge al tempo passato, meditando vede e contempla Ges sofferente per luomo,
afflitto, in mezzo ai pi gravi dolori, per noi uomini e per la nostra salute , dalla
tristezza, dalle angosce e dagli obbrobri quasi oppresso, anzi schiacciato dai nostri
delitti [34], e in atto di risanarci con i suoi lividi. Con tanta maggior verit le anime
pie meditano queste cose, in quanto i peccati e i delitti degli uomini, in qualsiasi tempo
commessi, furono la causa per la quale il Figlio di Dio fosse dato a morte, ed anche al
presente cagionerebbero per s a Cristo la morte, accompagnata dagli stessi dolori e
dalle medesime angosce, giacch ogni peccato si considera rinnovare in qualche modo
la passione del Signore: Di nuovo in loro stessi crocifiggono il Figlio di Dio, e lo
espongono al ludibrio [35]. Che se a causa anche dei nostri peccati futuri, ma previsti,
lanima di Ges divenne triste sino alla morte, non a dubitare che qualche conforto
non abbia anche fin da allora provato per la previsione della nostra riparazione,
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 18

quando a lui apparve lAngelo dal cielo [36] per consolare il suo cuore oppresso
dalla tristezza e dalle angosce.

E cos anche ora in modo mirabile ma vero, noi possiamo e dobbiamo consolare quel
Cuore Sacratissimo che viene continuamente ferito dai peccati degli uomini ingrati,
giacch come si legge anche nella sacra liturgia Cristo stesso si duole, per bocca
del salmista, di essere abbandonato dai suoi amici: Smacco e dolore mi spezzano il
cuore; mi aspettavo compassione, ma non ce ne fu, qualche consolatore, e non lho
trovato [37].

Si aggiunga che la passione espiatrice di Cristo si rinnova e in certo qual modo
continua nel suo corpo mistico, la Chiesa. Infatti, per servirci nuovamente delle parole
di SantAgostino [38]: Cristo pat tutto ci che doveva patire; n al numero dei
patimenti nulla pi manca. Dunque i patimenti sono compiuti, ma nel capo;
rimanevano tuttora le sofferenze di Cristo da compiersi nel corpo . Ci Ges stesso
dichiar, quando a Saulo, spirante ancora minacce e stragi contro i discepoli [39],
disse: Io sono Ges che tu perseguiti [40], chiaramente significando che le
persecuzioni mosse alla Chiesa, vanno a colpire gravemente lo stesso suo Capo divino.
A buon diritto, dunque, Cristo sofferente ancora nel suo corpo mistico desidera averci
compagni della sua espiazione; cos richiede pure la nostra unione con lui; infatti,
essendo noi il corpo di Cristo e membra congiunte [41], quanto soffre il capo, tanto
devono con esso soffrire anche le membra [42].

Quanto poi sia urgente, specialmente in questo nostro secolo, la necessit della
espiazione o riparazione, non pu ignorarlo chiunque con gli occhi e con la mente,
come dicemmo prima, consideri questo mondo tutto sottoposto al maligno [43].
Infatti, da ogni parte giunge a Noi il grido dei popoli, i cui re o governi veramente si
sono sollevati e hanno congiurato insieme contro il Signore e contro la sua Chiesa [44].
Vedemmo in quelle nazioni calpestati i diritti divini ed umani, i templi distrutti dalle
fondamenta, i religiosi e le sacre vergini cacciati dalle loro case, imprigionati, affamati,
afflitti da obbrobriose sevizie; le schiere dei fanciulli e delle fanciulle strappate dal
grembo della Madre Chiesa, spinte a negare e bestemmiare Cristo, e condotte ai
peggiori delitti della lussuria; tutto il popolo cristiano minacciato, oppresso, in
continuo pericolo di apostasia dalla Fede, o di morte anche la pi atroce. Cose tanto
dolorose sembrano, con tali sciagure preannunziare fin dora e anticipare il principio
dei dolori che apporter{ luomo iniquo che sinnalza su tutto quello che Dio e
religione [45].

E non meno triste lo spettacolo, Venerabili Fratelli, che fra gli stessi fedeli, lavati col
battesimo nel sangue dellAgnello immacolato e arricchiti della grazia, anche si
incontrino tanti, di ogni classe, che, ignoranti delle cose divine, avvelenati da false
dottrine, vivono una vita viziosa, lontana dalla casa del Padre, senza la luce della vera
fede, senza la gioia della speranza nella futura beatitudine, privi del beneficio e del
conforto che deriva dallardore della carit{, sicch davvero si pu dire che siano
immersi nelle tenebre, e nelle ombre di morte. Inoltre cresce tra i fedeli la noncuranza
della disciplina ecclesiastica e dellavita tradizione da cui sorretta tutta la vita
cristiana, regolata la societ domestica, difesa la santit del matrimonio;
leducazione dei fanciulli del tutto trascurata o guastata da troppo effeminate cure, e
perfino tolta alla Chiesa la facolt di educare cristianamente la giovent; il pudore
cristiano lacrimevolmente dimenticato nel modo di vivere e di vestire, delle donne
soprattutto; una cupidigia insaziabile dei beni caduchi; un predominio sfrenato degli
interessi civili; una ricerca bramosa di favore popolare; un disprezzo della legittima
autorit e della parola di Dio, per cui scossa la fede stessa o messa a grave
repentaglio.

Ma al complesso di tanti mali si aggiungono lignavia e linfingardaggine di coloro che,
a somiglianza degli apostoli addormentati e fuggitivi, malfermi nella fede,
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 19

abbandonano miseramente Cristo, oppresso dai dolori o assalito dai satelliti di
Satana, e la perfidia di coloro che, seguendo lesempio di Giuda traditore, o con
sacrilega temerit si accostano alla Comunione o passano al campo nemico. E cos
corre alla mente, pur senza volerlo, il pensiero che gi siano giunti i tempi profetizzati
da Nostro Signore: E poich abbond liniquit{, si raffredder{ la carit{ di molti [46].

A tutte queste considerazioni quanti fedeli volgeranno piamente lanimo, accesi
damore per Cristo sofferente, non potranno non espiare le proprie e le altrui colpe con
maggiore impegno, risarcire lonore di Cristo, promuovere leterna salvezza delle
anime. E per certo possiamo adattare, in qualche maniera, anche per descrivere questa
et{ nostra, le parole dellApostolo: Dove abbond il delitto, sovrabbond la grazia
[47]. Infatti, cresciuta di molto la perversit degli uomini, meravigliosamente va pure
aumentando, per favore dello Spirito Santo, il numero dei fedeli delluno e dellaltro
sesso, che con animo pi volonteroso si sforzano di dar soddisfazione al Divin Cuore
per tante ingiurie recategli, ed anzi non temono di offrire se stessi a Cristo come
vittime. Poich se qualcuno va con amore fra s ripensando a quanto sin qui abbiamo
ricordato e, per cos dire, se lo ha impresso nellintimo del cuore, dovr{ senza dubbio
non solo aborrire ogni peccato come sommo male e fuggirlo, ma tutto offrirsi alla
volont{ di Dio e adoperarsi a risarcire lonore leso della Divina Maest{ con lassidua
preghiera, con luso di volontarie penitenze e con la paziente sofferenza di quelle prove
che incontrer; infine: con la vita tutta, condotta secondo questo spirito di riparazione.

Cos nacquero anche molte famiglie religiose di uomini e donne che, giorno e notte, con
ambito servizio, si propongono di far in qualche modo le veci dellAngelo confortatore
di Ges nellorto; cos pure le pie associazioni, approvate dalla Santa Sede e arricchite
di indulgenze, che con opportuni esercizi di piet e di virt si prefiggono lo scopo della
riparazione; cos, per non parlare di altre pie pratiche, luso frequente di solenni
ammende, da parte non solo dei singoli fedeli, ma delle parrocchie, delle diocesi, delle
citt.

Pertanto, Venerabili Fratelli, come la pratica della consacrazione, cominciata da umili
inizi, e poi largamente diffusasi, ebbe con la Nostra conferma lo splendore e la corona
desiderata, cos grandemente bramiamo che questa ammenda riparatrice, gi da
tempo santamente introdotta e propagata, abbia il pi fermo suggello dalla Nostra
autorit apostolica, e ne diventi universale e pi solenne la pratica in mezzo al popolo
cristiano. Perci stabiliamo e ordiniamo che tutti gli anni nella festa del Sacratissimo
Cuore di Ges la quale in questa occasione abbiamo voluto che si elevasse al grado di
doppio di prima classe con lottava in tutte le chiese del mondo si faccia con la stessa
formula, secondo lesemplare unito a questa Enciclica, una solenne ammenda al nostro
amantissimo Redentore, per riparare con essa le nostre colpe e risarcire i violati diritti
di Cristo Sommo Re e Signore amantissimo.

Da questa pratica, poi santamente rinnovata ed estesa a tutta la Chiesa, non da
dubitare, Venerabili Fratelli, che molti e segnalati beni Ci ripromettiamo, tanto per i
singoli individui, quanto per la societ religiosa, domestica e civile; avendo lo stesso
Redentore nostro promesso a Margherita Maria che avrebbe arricchito con
labbondanza delle sue grazie coloro che avessero reso al Cuor Suo questo onore . I
peccatori certamente volgendo lo sguardo a Colui che trafissero [48], commossi al
pianto di tutta la Chiesa, detestando le ingiurie recate al Sommo Re, rientreranno in
se stessi [49] perch non avvenga che ostinandosi nei peccati alla vista di Colui che
piagarono venire sulle nubi del cielo [50], piangano s troppo tardi e inutilmente
sopra di lui [51]. I giusti poi, diventeranno pi giusti e pi santi [52] e si consacreranno
con rinnovato ardore al servizio del loro Re, che vedono tanto disprezzato e
combattuto e cos gravemente ingiuriato, soprattutto si accrescer in essi lo zelo per la
salvezza delle anime, al sentire quel gemito della Vittima Divina A che pro il mio
sangue? [53] e riflettendo insieme al gaudio di questo Sacratissimo Cuore per un
peccatore che torna a penitenza [54]. E questo innanzi tutto Noi principalmente
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 20

speriamo e intensamente desideriamo che la giustizia di Dio, la quale per dieci
giusti avrebbe perdonato a Sodoma, molto pi voglia usare misericordia a tutta
lumana famiglia, al supplicarla e placarla che faranno i fedeli tutti, insieme con Cristo
Mediatore e Capo. Sia propizia ai Nostri voti e a queste Nostre disposizioni la
benignissima Madre di Dio, la quale, avendoci dato Ges Riparatore, avendolo nutrito
e presso la croce offerto vittima per noi, per la mirabile unione che ebbe con Lui e per
grazia singolarissima, divenne anche lei, come piamente detta, Riparatrice.
Confidando nella sua intercessione presso Ges, che essendo lunico Mediatore tra Dio
e gli uomini [55], volle associarsi la Madre Sua come avvocata dei peccatori,
dispensiera e mediatrice di grazia, impartiamo di cuore, auspice dei divini favori e
testimone della paterna Nostra benevolenza, a Voi, Venerabili Fratelli, e a tutto il
gregge affidato alle vostre cure, lApostolica Benedizione.

Dato a Roma, presso San Pietro, l8 maggio 1928, anno settimo del Nostro Pontificato.

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PIUS PP. XI

ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GES

Ges dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine
ripagato di oblo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi
altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una cos indegna
freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini
lamantissimo tuo Cuore.

Ricordando per che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnit e
provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti
a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche
quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te
come pastore e guida ostinandosi nella loro infedelt, o calpestando le promesse del
Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.

E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di s deplorevoli delitti, ci proponiamo di
ripararli ciascuno in particolare: limmodestia e le brutture della vita e
dellabbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la
profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi,
gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e lordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili
sacrilegi ond profanato lo stesso Sacramento dellamore divino, e infine le colpe
pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te
fondata.

Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione
dellonore divino conculcato, noi Ti presentiamo accompagnandola con le espiazioni
della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie quella soddisfazione che Tu
stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari:
promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sar{ in noi e con laiuto
della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e lindifferenza verso s grande
amore con la fermezza della fede, linnocenza della vita, losservanza perfetta della
legge evangelica specialmente della carit{, e dimpedire inoltre con tutte le nostre forze
le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti pi potremo al tuo sguito. Accogli, Te ne
preghiamo, o benignissimo Ges, per intercessione della Beata Vergine Maria
Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella
tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza,
merc il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e
con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Cos sia.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 21




[1] Matth., XXVIII, 20.
[2] Sap., VIII, 1.
[3] Is., LIX, 1.
[4] Coloss., II, 3.
[5] Gen., II, 14.
[6] Luc., XIX, 14.
[7] I Cor., XV, 25.
[8] Eph., I, 10.
[9] II, II, q. 81, a. 8. c.
[10] Eph., II, 3.
[11] Hebr., X, 5-7.
[12]Is., V, 3; IV, 5.
[13] I Petr., II, 24.
[14] Coloss., II, 14.
[15] I Petr., II, 24.
[16] Cf. Coloss., II, 13.
[17] Cf. Coloss., I, 24.
[18] Conc. Trid., sess.
XXII, c. 2.
[19] Rom., XII, 1.
[20] Ep. 63,n. 381.
[21] II Cor., IV, 10.
[22] Cf. Rom.,VI, 4-5.
[23] Cf. Gal., V, 24.
[24] II Petr., I, 4.
[25] II Cor., IV, 10.
[26] Hebr., V, 1.
[27] Malach., I, 11.
[28] I Petr., II, 9.
[29] Cf. Hebr.,V, 2.
[30] Hebr., V, 1.
[31] Eph., IV, 15-16.
[32] Ioan., XVII, 23.
[33] In Ioannis
evangelium, tract.
XXVI, 4.
[34] Is. LIII, 5.
[35] Hebr., VI, 6.
[36] Luc., XXII, 43.
[37] Ps., LXVIII, 21.
[38] In Ps. 86.
[39] Act., IX, 1.
[40] Act., IX, 5.
[41] I Cor., XII, 27.
[42] Cf. I Cor., XII, 26.
[43] I Ioann., V, 19.
[44] Cf. Ps., II, 2.
[45] II Thessal., II, 4.
[46] Matth., XXIV, 12.
[47] Rom., V, 20.
[48] Ioann., XIX, 37.
[49] Is., XLVI, 8.
[50] Matth., XXVI, 64.
[51] Cf. Apoc., I, 7.
[52] Cf. Apoc., II, 11.
[53] Ps. 19, 10.
[54] Luc., XV, 4.
[55] I Tim., II, 5.

Haurietis Aquas di Pio XII
Haurietis Aquas la XXXII enciclica di papa Pio XII, pubblicata il 15 maggio 1956,
e dedicata alla devozione al Sacro Cuore di Ges.
PIO XII

LETTERA ENCICLICA

HAURIETIS AQUAS

SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GES

Ai Venerabili Fratelli Patriarchi, Primati, Arcivescovi, Vescovi e agli altri Ordinari locali
che hanno pace e comunione con la Sede Apostolica.
Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.
Voi attingerete con gaudio le acque dalle fonti del Salvatore (1). Queste parole, con le
quali il profeta Isaia simbolicamente preannunziava le molteplici e abbondanti
benedizioni di Dio, che lera messianica avrebbe apportato, spontanee ritornano sulle
Nostre labbra, allorch diamo uno sguardo ai cento anni che sono trascorsi da quando il
Nostro Predecessore di imm. mem. Pio IX, ben lieto di assecondare i voti del mondo
cattolico, si compiaceva di estendere e rendere obbligatoria per la Chiesa intera la Festa
del Cuore Sacratissimo di Ges.
Innumerevoli, infatti, sono le grazie celesti che il culto tributato al Cuore Sacratissimo di
Ges ha trasfuso nelle anime dei fedeli; grazie di purificazione, di sovrumane consolazioni,
di incitamento alla conquista di ogni genere di virt.
Noi pertanto, memori della sapientissima sentenza dellapostolo S. Giacomo: Ogni
donazione buona e ogni dono perfetto viene dallalto e scende dal Padre de lumi (2), a
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 22

buon diritto possiamo scorgere in questo culto, divenuto ormai universale e ogni
giorno sempre pi fervoroso, il dono che il Verbo Incarnato, nostro Salvatore divino e
unico Mediatore di grazia e di verit tra il celeste Padre e il genere umano, ha fatto alla
Chiesa, sua mistica Sposa, in questi ultimi secoli della sua travagliata storia. Grazie a
questo dono dinestimabile valore, la Chiesa pu agevolmente manifestare lardente carit{
che essa nutre verso il suo Divin Fondatore e corrispondere in pi larga misura allinvito
che levangelista S. Giovanni riferisce come rivolto da Ges Cristo stesso: Nellultimo
gran giorno della festa, Ges levatosi in piedi, diceva ad alta voce: Chi ha sete, venga da
me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura, dal ventre di Lui sgorgheranno torrenti
dacqua viva . Ci Egli disse dello Spirito che dovevano ricevere i credenti in Lui(3). Agli
uditori di Ges non fu certamente difficile cogliere in quelle sue parole, che contenevano la
promessa di una sorgente di acqua viva che sarebbe scaturita dal suo seno, una chiara
allusione ai vaticini con i quali i profeti Isaia, Ezechiele e Zaccaria predicevano lavvento
del Regno Messianico, come pure alla tipica pietra che, percossa dalla verga di Mos, vers
acqua in abbondanza(4).
La carit{ divina ha in realt{ la sua principale sorgente nello Spirito Santo, ch Amore
personale sia del Padre che del Figlio in seno allaugustissima Trinit{.
Ben a ragione quindi lApostolo, quasi facendo eco alle parole di Ges Cristo, attribuisce
allo Spirito Santo leffusione della carit{ nellanimo dei credenti: La carit{ di Dio si
riversata nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci fu dato (5).
Questo strettissimo nesso, che secondo le parole della S. Scrittura intercorre tra la carit
che deve ardere nei cuori dei cristiani e lo Spirito Santo, ch Amore per essenza, ci
manifesta in modo mirabile, Venerabili Fratelli, lintima natura stessa di quel culto che
da tributarsi al Cuore Sacratissimo di Ges. Se vero, infatti, che questo culto,
considerato nella sua propria essenza, un atto eccellentissimo della virt di religione,
cio un atto di assoluta e incondizionata sottomissione e consacrazione da parte nostra
allamore del Redentore Divino, di cui indice e simbolo quanto mai espressivo il suo
Cuore trafitto; vero parimente, ed in un senso ancora pi profondo, che tale culto il
ricambio dellamore nostro allAmore Divino. Poich soltanto per effetto della carit{ si
ottiene la piena e perfetta sottomissione dello spirito umano al dominio del Supremo
Signore, allorch cio gli affetti del nostro cuore in tal modo aderiscono alla divina
volont da formare con essa quasi una cosa sola, secondo che scritto: Chi aderisce al
Signore forma un solo spirito con Lui (6).
I
Ma, mentre la Chiesa ha sempre tenuto in alta considerazione il culto al Cuore
Sacratissimo di Ges, cos da favorirne in ogni modo il sorgere e il propagarsi in mezzo al
popolo cristiano, non mancando altres di difenderlo apertamente contro le accuse di
Naturalismo e di Sentimentalismo; da lamentare che non uguale onore e stima, sia nei
tempi passati che ai giorni nostri, questo nobilissimo culto gode presso alcuni cristiani e
talvolta anche presso alcuni di coloro, che pur si dicono animati da sincero zelo per gli
interessi della religione cattolica e per la propria santificazione.
Se tu conoscessi il dono di Dio (7). Ecco, Venerabili Fratelli, il paterno monito che Noi,
chiamati per divina disposizione ad essere custodi e dispensatori del tesoro di fede e di
piet, che il divin Redentore ha affidato alla sua Chiesa, Ci sentiamo in dovere di rivolgere
a tutti quei Nostri figli; i quali, nonostante che il culto al Cuore Sacratissimo di Ges,
trionfando degli errori e della indifferenza degli uomini, abbia pervaso il Mistico Corpo del
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 23

Salvatore, nutrono ancora dei pregiudizi a riguardo e giungono persino a ritenerlo
meno rispondente, per non dire dannoso, alle necessit spirituali pi urgenti della Chiesa
e dellumanit{ nellora presente.
Taluni, infatti, confondendo o equiparando lindole primaria di questo culto con le varie
forme di devozione che la Chiesa approva e favorisce, ma non prescrive, lo stimano quasi
come alcunch di superfluo, che ciascuno pu praticare o no a suo arbitrio; altri, poi,
stimano che questo stesso culto sia oneroso e di nessuno o ben modesto vantaggio
specialmente per i militanti del Regno di Dio, preoccupati soprattutto di consacrare il
meglio delle loro energie spirituali, dei loro mezzi e del loro tempo alla difesa e alla
propaganda della verit cattolica, alla diffusione della dottrina sociale cristiana e
allincremento di quelle pratiche e opere di religione, che giudicano molto pi necessarie
per i tempi nostri; vi sono inoltre alcuni, i quali anzich riconoscere in questo culto un
mezzo efficacissimo per lopera di rinnovamento e di progresso dei costumi cristiani, sia
degli individui che delle famiglie, vi vedono una forma di devozione pervasa piuttosto di
sentimento che di nobili pensieri ed affetti, e perci pi confacente al femmineo sesso che
alle persone colte.
Vi sono anche altri, i quali, ritenendo questo culto come troppo vincolato agli atti di
penitenza, di riparazione e di quelle virt che stimano piuttosto passive , perch prive di
appariscenti frutti esteriori, lo giudicano senzaltro meno idoneo a rinvigorire la
spiritualit moderna, cui incombe il dovere dellazione aperta e indefessa per il trionfo
della fede cattolica e la strenua difesa dei costumi cristiani, in mezzo ad una societ
inquinata di indifferentismo religioso, incurante di ogni norma discriminatrice del vero
dal falso nel pensiero e nellazione, ligia ai princpi del materialismo ateo e del laicismo.
Come non vedere, Venerabili Fratelli, lo stridente contrasto tra simili opinioni e le
pubbliche attestazioni di stima per il culto al S. Cuore di Ges, professate dai Nostri
Predecessori su questa cattedra di verit? Come giudicare inutile o meno adatta per
lepoca nostra quella forma di piet{, che il Nostro Predecessore di imm. mem. Leone XIII
non esit a definire: pratica religiosa encomiabilissima ; e nella quale additava il
rimedio a quegli stessi mali, individuali e sociali, che anche oggi, e indubbiamente in modo
pi vasto ed acuto, travagliano lumanit{? Questa devozione, che a tutti consigliamo,
asseriva Egli, sar a tutti di giovamento . Ed inoltre, aggiungeva questi ammonimenti ed
esortazioni, che ben si addicono anche al culto verso il Cuore sacratissimo di Ges: Di
fronte alla minaccia di gravi sciagure che gi da molto tempo sovrasta, urgente che si
ricorra, per scongiurarle, allaiuto di colui che soltanto, ha la potenza per allontanarle. E
chi altri potr{ essere costui, se non Ges Cristo. lUnigenito di Dio? Poich non c sotto il
cielo alcun altro nome dato agli uomini, dal quale possiamo aspettarci dessere salvati
(8). A Lui dunque si deve ricorrere, che via, verit e vita (9).
N meno degno di encomio e giovevole per fomentare la piet cristiana riconosceva essere
questo culto il Nostro immediato Predecessore di fel. mem. Pio XI, il quale nellEnciclica
Miserentissimus Redemptor affermava: Non son forse racchiusi in tale forma di
devozione il compendio di tutta la religione cattolica e quindi la norma della vita pi
perfetta, costituendo essa la via pi spedita per giungere alla conoscenza profonda di
Cristo Signore e il mezzo pi efficace per piegare gli animi ad amarLo pi intensamente e
ad imitarLo pi fedelmente? (10).
A Noi poi, non certamente meno che ai Nostri Predecessori, questa sublime verit
apparsa evidente e degna di approvazione; ed allorch iniziammo il Nostro Pontificato, nel
contemplare il felice e quasi trionfale incremento del Culto al Cuore Sacratissimo di Ges
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 24

in mezzo al popolo cristiano, sentimmo il Nostro animo ricolmo di gioia e Ci
rallegrammo degli innumerevoli frutti di salvezza che ne erano derivati a tutta la Chiesa; e
questi Nostri sentimenti Ci compiacemmo di manifestare gi nella prima Nostra Lettera
Enciclica(11). I quali frutti, in questi lunghi anni del Nostro Pontificato pieni di calamit
e di angustie, ma anche ricolmi di ineffabili consolazioni non sono andati diminuendo
n per numero n per qualit n per bellezza, ma piuttosto aumentando. Infatti, varie
sono state le opere felicemente iniziate allo scopo di favorire lincremento sempre
maggiore di questo stesso culto: associazioni cio di cultura, di piet e di beneficenza;
pubblicazioni di carattere storico, ascetico e mistico pertinenti a tale scopo; pie pratiche di
riparazione; e soprattutto crediamo degne di menzione le manifestazioni di ardentissima
piet{ promosse dallAssociazione dell Apostolato della Preghiera , al cui zelo si deve
principalmente se famiglie, istituti e talvolta anche Nazioni intere si sono consacrate al
Cuore Sacratissimo di Ges; per le quali manifestazioni di culto non di rado, o mediante
Lettere, o per mezzo di Discorsi, o anche servendoCi di Radiomessaggi, abbiamo espresso
la Nostra paterna compiacenza(12).
Pertanto, commossi nel veder tanta copia di acque salutari, cio di effusione celestiale di
amore superno, che scaturendo dal Sacro Cuore del nostro Redentore, non senza
lispirazione e lazione del Divino Spirito, si riversata su innumerevoli figli della Chiesa
Cattolica, non possiamo astenerCi, Venerabili Fratelli, dal rivolgervi un paterno invito,
affinch vi uniate a Noi nello sciogliere un inno di somma lode e di fervidissime azioni di
grazie a Dio, largitore di ogni bene, esclamando con lApostolo: A Lui che pu far tutto,
ben al di l di quel che noi domandiamo, o pensiamo, secondo la virt che opera in noi, a
Lui sia la gloria nella Chiesa, e in Cristo Ges per tutte le generazioni nei secoli dei secoli.
Amen (13). Ma, dopo aver reso allAltissimo le dovute grazie, Noi desideriamo con questa
Lettera Enciclica di esortar voi e tutti gli amatissimi figli della Chiesa ad una pi attenta
considerazione di quei princpi dottrinali, contenuti nella S. Scrittura, nei Ss. Padri e nei
teologi, sui quali, quasi su solidi fondamenti, poggia il culto al Cuore Sacratissimo di Ges.
Siamo infatti pienamente persuasi che soltanto allorch, al lume della divina rivelazione,
avremo penetrato pi a fondo lintima ed essenziale natura di questo culto, saremo in
grado di convenientemente e perfettamente apprezzarne lincomparabile eccellenza e
linesauribile fecondit{ di ogni sorta di celesti grazie, e per tal modo trarre, dalla pia
meditazione e contemplazione dei benefici da esso derivati, motivo a una degna
celebrazione del primo centenario dellestensione della festa obbligatoria del Cuore
Sacratissimo di Ges alla Chiesa universale.
Allo scopo, dunque, di offrire alle menti dei fedeli un pascolo di salutari riflessioni, grazie
alle quali essi possano pi facilmente comprendere la natura di questo culto e ricavarne
pi copiosi frutti, Noi ci soffermeremo anzitutto su quelle pagine dellAntico e del Nuovo
Testamento, che contengono la rivelazione e descrizione dellinfinita carit{ di Dio per il
genere umano, la cui sublime grandezza mai potremo sufficientemente scrutare; poi
accenneremo al commento che ce ne hanno lasciato i Padri e i Dottori della Chiesa; infine,
procureremo di porre in evidenza il nesso intimo che intercorre tra la forma di devozione
da tributarsi al Cuore del Redentore Divino e il culto che gli uomini sono tenuti a rendere
allamore che Egli e le altre Persone della Santissima Trinit{ nutrono verso lintero genere
umano. Stimiamo infatti che, una volta contemplati alla luce della S. Scrittura e della
Tradizione i fondamenti e gli elementi costitutivi di questo nobilissimo culto, riuscir pi
agevole ai cristiani lattingere con gaudio le acque dalle fonti del Salvatore (14),
apprezzare cio tutta limportanza che il culto al Cuore Sacratissimo di Ges ha assunto
nella Liturgia della Chiesa, nella sua vita interna ed esterna, ed anche nelle sue opere; per
tal modo, sar pi facile ad essi raccogliere quei frutti spirituali, che segnino un
rinnovamento salutare nei loro costumi, conforme ai voti dei Pastori del gregge di Cristo.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 25

Se vogliamo in primo luogo ben comprendere il valore racchiuso in alcuni testi
dellAntico e del Nuovo Testamento in ordine a questo culto, occorre tener ben presente il
motivo del culto di latria che la Chiesa tributa al Cuore del Redentore divino. Orbene,
come voi ben sapete, Venerabili Fratelli, tale motivo duplice. Luno, cio, che comune
anche alle altre sacrosante membra del corpo di Ges Cristo, costituito dal fatto che il
suo Cuore, essendo una parte nobilissima dellumana natura, unito ipostaticamente alla
Persona del Verbo di Dio; pertanto, esso meritevole dellunico e identico culto di
adorazione con cui la Chiesa onora la Persona dello stesso Figlio di Dio Incarnato. Si
tratta di una verit di fede cattolica, essendo stata solennemente definita nei Concili
Ecumenici di Efeso e II di Costantinopoli(15). Laltro motivo, che appartiene in modo
speciale al Cuore del Divin Redentore, e che perci conferisce al medesimo un titolo tutto
proprio a ricevere il culto di latria, risulta dal fatto che il suo Cuore, pi di ogni altro
membro del suo corpo, lindice naturale, ovvero il simbolo della sua immensa carit{ per il
genere umano. insita nel Sacro Cuore, come osservava il Nostro Predecessore Leone
XIII di imm. mem., la qualit{ di simbolo e di espressiva immagine dellinfinita carit{ di
Ges Cristo, che ci stimola a ricambiarlo col nostro amore (16).
fuor di dubbio che nei Libri Sacri non si hanno mai sicuri indizi di un culto di speciale
venerazione e di amore, tributato al Cuore fisico del Verbo Incarnato, per la sua
prerogativa di simbolo della sua accesissima carit. Ma questo fatto, se doveroso
apertamente riconoscerlo, non ci deve recar meraviglia, n in alcun modo indurci a
dubitare che la carit{, la quale la ragione principale di questo culto, sia nellAntico, che
nel Nuovo Testamento, esaltata e inculcata con immagini tali, da commuovere
potentemente gli animi. Queste immagini, poich sono contenute nei Libri Sacri che
preannunziavano la venuta del Figlio di Dio, fatto uomo, possono considerarsi come un
presagio di quello che doveva essere il pi nobile simbolo e indice dellamore divino, cio
del Cuore sacratissimo e adorabile del Redentore Divino.
Per quanto riguarda lo scopo della presente Lettera non crediamo necessario addurre
molte testimonianze dei libri dellAntico Testamento, nei quali sono contenute le prime
verit divinamente rivelate; ma stimiamo sia sufficiente far rilevare che lAlleanza
stipulata tra Dio e il popolo eletto e sancita con vittime pacifiche le cui leggi
fondamentali, scolpite su due tavole, furono promulgate da Mos(17) e interpretate dai
Profeti fu un patto oltre che fondato sui vincoli di supremo dominio da parte di Dio e di
doverosa ubbidienza da parte delluomo, consolidato e vivificato, anche dai pi nobili
motivi dellamore. Infatti, anche per il popolo dIsraele la ragione suprema della sua
obbedienza doveva essere non tanto il timore dei divini castighi, che i tuoni e le folgori
sprigionantisi dalla vetta del Sinai incutevano negli animi, quanto piuttosto il doveroso
amore verso Dio; Ascolta, Israele: il Signore Dio nostro il solo Signore. Amerai il
Signore Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze. Queste
parole che io oggi ti bandisco, staranno nel tuo cuore (18).
Non deve pertanto meravigliare se Mos e i Profeti, che a buon diritto lAngelico Dottore
chiama i maggiori (19) del popolo eletto, ben comprendendo che il fondamento di tutta
la Legge era riposto in questo comandamento dellamore, hanno descritto tutti i rapporti
esistenti tra Dio e la sua Nazione ricorrendo a similitudini tratte dal reciproco amore tra
padre e figli, o dallamore dei coniugi, piuttosto che rappresentarli con immagini severe
ispirate al supremo dominio di Dio, o alla dovuta e timorosa servit di noi tutti.
Cos, ad esempio, Mos stesso, nel celeberrimo suo cantico di liberazione del popolo dalla
schiavit dellEgitto, volendo significare che essa era avvenuta per lintervento
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 26

onnipossente di Dio, ricorre a queste espressioni ed immagini, che riempiono lanimo
di commozione: Comaquila che addestra al volo i suoi piccoli e vola sovressi, stese le sue
ali (il Signore), sollev Israele, e lo port sulle sue spalle (20).
Ma forse nessun altro tra i Profeti, meglio di Osea, manifesta e descrive con accenti
veementi lamore, mai venuto meno, di Dio verso il suo popolo Nel linguaggio infatti di
questo eccellentissimo tra i Profeti minori per profondit di concetti e concisione di
espressioni, Dio manifesta un tale amore verso il Popolo Eletto, cio giusto e santamente
sollecito, qual appunto lamore di un padre misericordioso e amorevole, o di uno sposo
adirato per il suo onore offeso. un amore, che, lungi dal venir meno alla vista di
mostruose infedelt e di ignobili tradimenti, prende s da essi motivo per infliggere ai
colpevoli i meritati castighi non gi per ripudiarli e abbandonarli a se stessi ma
soltanto allo scopo di vedere la sposa resasi estranea e infedele, ed i figli ingrati, pentirsi,
purificarsi e tornare a riunirsi con Lui con rinnovati e pi solidi vincoli di amore. Quando
era fanciullo Israele, io lamai e dallEgitto ho chiamato il figlio mio Ed io ho fatto da
balia ad Efraim; ho portato essi in braccio, ma non compresero la cura chio avevo di loro.
Li ho attirati a me con attrattive piene dumanit{ e con vincoli damore Io saner le loro
piaghe, li amer spontaneamente, perch la mia collera si da loro allontanata. Sar
come rugiada, e Israele fiorir come giglio e dilater radici come il Libano (21).
Accenti simili a questi risuonano sulle labbra del profeta Isaia, allorch, impersonando gli
opposti sentimenti di Dio stesso e del Popolo Eletto, esce in queste espressioni: Sion
aveva detto: Il Signore mi ha abbandonato, il Signore si scordato di me! . Potr{ forse
una donna dimenticare il suo bambino, da non sentire pi compassione per il figlio delle
sue viscere? e se pur questa lo potr dimenticare, io non mi dimenticher mai di te! (22).
N meno commoventi sono le espressioni, con le quali lAutore del Cantico dei Cantici,
servendosi del simbolismo dellamore coniugale, dipinge con vividi colori i legami di
vicendevole amore, che uniscono fra loro Dio e la Nazione da Lui prediletta: Come un
giglio fra gli spini, cos lamica mia tra le fanciulle! Io sono del mio diletto, e il mio
diletto per me, egli che pascola tra i gigli Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come
un sigillo sul tuo braccio, perch forte come la morte lamore, inesorabile come gli Inferi
la gelosia: le sue fiaccole sono fiaccole di fuoco e di fiamme (23).
Tuttavia questo tenerissimo, indulgente e longanime amore di Dio, che, pur sdegnandosi
per le ripetute infedelt del popolo di Israele, mai giunse a ripudiarlo definitivamente,
bench siasi manifestato come veemente e sublime, non fu in sostanza che preludio di
quellardentissima carit{, che il Redentore promesso avrebbe riversato dal suo
amantissimo Cuore su tutti, e che sarebbe dovuta divenire il modello del nostro amore e la
pietra angolare della Nuova Alleanza. Solo infatti Colui che lUnigenito del Padre e il
Verbo fatto carne pieno di grazia e di verit (24), essendosi avvicinato agli uomini,
oppressi da innumerevoli peccati e miserie, pot far scaturire dalla sua umana natura,
unita ipostaticamente alla sua Divina Persona, una sorgente di acqua viva , che
irrigasse copiosamente larida terra dellumanit{ e la trasformasse in giardino fiorente e
fruttifero.
nel profeta Geremia che si ha un lontano presagio di questo stupendo prodigio, che
sarebbe stato leffetto del misericordiosissimo ed eterno amore di Dio: Dun amore
eterno ti ho amato e perci ti ho tirato a me pieno di compassione Ecco che verranno
giorni, dice il Signore, e io stringer con la casa di Israele e con la casa di Giuda una nuova
alleanza Questa sar{ lalleanza che avr stretta con la casa dIsraele dopo quei giorni,
dice il Signore: Io metter la mia legge nel loro interno e la scriver nel loro cuore, e sar il
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 27

loro Dio, ed essi saranno il mio popolo; perch far grazia alle loro iniquit{ e del
loro peccato non mi ricorder pi (25).
II
Ma soltanto dai Vangeli veniamo a conoscere con perfetta chiarezza che la nuova Alleanza
stipulata tra Dio e lumanit{ di cui si erano avuti la prefigurazione simbolica
nellalleanza sancita tra Dio e il popolo dIsraele per mezzo di Mos e il preannunzio nel
vaticinio di Geremia quella stessa che stata attuata mediante lopera conciliatrice di
grazia del Verbo Incarnato. Questa Alleanza da stimarsi incomparabilmente pi nobile e
pi solida, perch, a differenza della precedente, non stata sancita nel sangue di capri e
di vitelli, ma nel Sangue sacrosanto di Colui, che quegli stessi pacifici ed irrazionali
animali avevano prefigurato come lAgnello che toglie il peccato del mondo (26).
Ebbene, lAlleanza Messianica, pi ancora che lantica, si manifesta chiaramente come un
patto non ispirato da sentimenti di servit e di timore, ma da quella specie di amicizia, che
deve regnare nelle relazioni tra padre e figli, essendo essa alimentata e consolidata da una
pi munifica elargizione di grazia divina e di verit, conforme alla sentenza
dellEvangelista S. Giovanni: E della pienezza di Lui tutti abbiamo ricevuto, e grazia su
grazia. Perch la legge stata data da Mos; la grazia e la verit sono venute da Ges
Cristo (27).
Introdotti con queste parole del Discepolo prediletto da Ges, quegli che durante la cena
aveva posato il capo sul petto di Ges (28), nel mistero stesso dellinfinita carit{ del Verbo
Incarnato, cosa degna e giusta, equa e salutare, che noi ci soffermiamo alquanto,
Venerabili Fratelli, nella contemplazione di cos soave mistero, affinch, illuminati dalla
luce che su di esso riflettono le pagine del Vangelo, possiamo anche noi esperimentare il
felice adempimento del voto che lApostolo formulava scrivendo ai fedeli di Efeso: Cristo
dimori nei vostri cuori per mezzo della fede, e voi, radicati e fortificati in amore, siate resi
capaci di comprendere con tutti i santi quali siano la larghezza e la lunghezza e laltezza e
la profondit{, e intendere questamore di Cristo che sorpassa ogni scienza, affinch siate
ripieni di tutta la pienezza di Dio (29).
Il Mistero della Divina Redenzione, infatti, propriamente e naturalmente un mistero di
amore: un mistero, cio, di amore giusto da parte di Cristo verso il Padre celeste, cui il
sacrificio della Croce, offerto con animo amante ed obbediente, presenta una
soddisfazione sovrabbondante ed infinita per le colpe del genere umano: Cristo, soffrendo
per carit ed ubbidienza, offr a Dio qualche cosa di maggior valore, che non esigesse la
compensazione per tutte le offese a Dio fatte dal genere umano (30). Inoltre, il Mistero
della Redenzione un mistero di amore misericordioso dellAugusta Trinit{ e del
Redentore divino verso lintera umanit{, poich questa, essendo del tutto incapace di
offrire a Dio una soddisfazione degna per i propri delitti(31), Cristo, mediante le
inscrutabili ricchezze di meriti, che si acquist con leffusione del suo preziosissimo
Sangue, pot ristabilire e perfezionare quel patto di amicizia tra Dio e gli uomini, chera
stato una prima volta violato nel Paradiso terrestre per colpa di Adamo, e poi
innumerevoli volte per le infedelt del Popolo Eletto.
Pertanto il Divin Redentore nella sua qualit di legittimo e perfetto Mediatore nostro
avendo, sotto lo stimolo di una accesissima carit per noi, conciliato perfettamente i
doveri e gli impegni del genere umano con i diritti di Dio, stato indubbiamente lautore
di quella meravigliosa conciliazione tra la divina giustizia e la divina misericordia, che
costituisce appunto lassoluta trascendenza del mistero della nostra salvezza, cos
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 28

sapientemente espressa dallAngelico Dottore in queste parole: Giova osservare che
la liberazione delluomo, mediante la passione di Cristo, fu conveniente sia alla sua
misericordia che alla sua giustizia. Alla giustizia anzitutto, perch con la sua passione
Cristo soddisfece per la colpa del genere umano: e quindi per la giustizia di Cristo luomo
fu liberato. Alla misericordia, poi, poich, non essendo luomo in grado di soddisfare per il
peccato inquinante tutta lumana natura, Dio gli don un riparatore nella persona del
Figlio suo. Ora questo fu da parte di Dio un gesto di pi generosa misericordia, che se Egli
avesse perdonato i peccati senza esigere alcuna soddisfazione. Perci sta scritto: Dio,
ricco di misericordia, per il grande amore che ci portava pur essendo noi morti per le
nostre colpe, ci richiam a vita in Cristo (32).
Ma, affinch possiamo veramente, per quanto consentito a uomini mortali,
comprendere con tutti i santi, quali siano la larghezza e la lunghezza e laltezza e la
profondit(33) dellarcana carit{ del Verbo Incarnato verso il suo celeste Padre e verso gli
uomini macchiati di tante colpe; occorre tener ben presente che il suo amore non fu
unicamente spirituale, come si addice a Dio, poich Iddio spirito (34). Indubbiamente
dindole puramente spirituale fu lamore nutrito da Dio per i nostri progenitori e per il
popolo ebraico; perci, le espressioni di amore umano, sia coniugale che paterno, che si
leggono nei Salmi, negli scritti dei Profeti e nel Cantico dei Cantici, sono indizi e simboli di
una dilezione verissima ma del tutto spirituale, con la quale Dio amava il genere umano;
al contrario, lamore che spira dal Vangelo, dalle lettere degli Apostoli e dalle pagine
dellApocalisse, dov descritto altres lamore del Cuore di Ges Cristo, non comprende
soltanto la carit{ divina, ma si estende ai sentimenti dellaffetto umano. Per chiunque fa
professione di fede cattolica questa una verit inconcussa. Il Verbo di Dio, infatti, non
ha assunto un corpo illusorio e fittizio, come gi{ nel primo secolo dellera cristiana
osarono affermare alcuni eretici, attirandosi la severa condanna dellapostolo S. Giovanni:
Poich sono usciti per il mondo molti seduttori, i quali non confessano che Ges Cristo
sia venuto nella carne. Questo il seduttore e lanticristo (35); ma Egli ha unito alla sua
divina Persona una natura umana individua, integra e perfetta, concepita nel seno
purissimo di Maria Vergine per virt dello Spirito Santo(36). Niente dunque manc alla
natura umana assunta dal Verbo di Dio; in verit, Egli la possedette senza alcuna
diminuzione, senza alcuna alterazione, tanto nei suoi elementi costitutivi spirituali
quanto nei corporali, vale a dire: dotata di intelligenza e di volont, e delle altre facolt
conoscitive interne ed esterne; dotata parimenti delle potenze affettive sensitive e di tutte
le loro corrispondenti passioni. questo linsegnamento della Chiesa Cattolica,
sanzionato e solennemente confermato dai Romani Pontefici e dai Concili Ecumenici:
Integro nelle sue propriet, integro nelle nostre (37); perfetto nella Divinit ed Egli
stesso perfetto nellumanit{ (38); tutto Dio (fatto) uomo, e tutto luomo (sussistente in)
Dio (39).
Non essendovi allora alcun dubbio che Ges Cristo abbia posseduto un vero corpo umano,
dotato di tutti i sentimenti che gli sono propri, tra i quali ha chiaramente il primato
lamore, altres verissimo che Egli fu provvisto di un cuore fisico, in tutto simile al nostro,
non essendo possibile che la vita umana, priva di questo eccellentissimo membro del
corpo, abbia la sua connaturale attivit affettiva. Pertanto il Cuore di Ges Cristo, unito
ipostaticamente alla Persona divina del Verbo, dovette indubbiamente palpitare damore e
di ogni altro affetto sensibile; questi sentimenti, per, erano talmente conformi e
consonanti con la volont umana, ricolma di carit divina, e con lo stesso infinito amore,
che il Figlio ha comune con il Padre e con lo Spirito Santo, che mai tra questi tre amori
sinterpose alcunch di contrario e discorde(40).
Tuttavia, il fatto che il Verbo di Dio abbia assunto una vera e perfetta natura umana, e si
sia plasmato e quasi modellato un cuore di carne, che, non meno del nostro, fosse capace
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 29

di soffrire e di essere trafitto, questo fatto, diciamo, se non visto e considerato nella
luce, la quale emana non solo dallunione ipostatica e sostanziale, ma anche dalla verit{
della umana Redenzione, ch, per cos dire, il complemento di quella, potrebbe ad alcuni
apparire scandalo e stoltezza , come infatti tale sembr Cristo Crocifisso ai
Giudei e ai Gentili(41). Orbene, i Simboli della fede, perfettamente concordi con le Divine
Scritture, ci assicurano che il Figlio Unigenito di Dio ha assunto la natura passibile e
mortale in vista principalmente del Sacrificio cruento della croce, che Egli desiderava
offrire allo scopo di compiere lopera dellumana salute. questo del resto, linsegnamento
espresso dallApostolo delle genti: Poich sia chi santifica sia i santificati provengono
tutti da uno; per questo che non ha scrupolo di chiamarli fratelli dicendo: Annunzier il
tuo nome ai miei fratelli . E ancora: Eccomi, io e i figlioli che Dio mi ha dato . Poich
dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anchegli ugualmente ne ebbe
parte Ond chegli doveva in tutto essere fatto simile ai suoi fratelli, per diventare
misericordioso e fedele sacerdote nelle cose divine, affinch fossero espiate le colpe del
popolo. Perch appunto per essere stato provato lui e avere sofferto, per questo pu venire
in aiuto a quelli che sono nella prova (42).
I Santi Padri, veridici testimoni della divina rivelazione, ben compresero, dietro il chiaro
insegnamento dellApostolo Paolo, che il mistero dellamore divino in pari tempo il
fondamento e il culmine sia dellIncarnazione, sia della Redenzione. Infatti, nei loro scritti
sono frequenti e luminosi i passi, nei quali si legge che lo scopo per cui Ges Cristo
assunse una natura umana integra e un corpo caduco e fragile come il nostro, fu appunto
quello di provvedere alla nostra salvezza e di manifestare a noi nel modo pi evidente il
suo amore infinito, compreso quello sensibile.
San Giustino, quasi facendo eco alle parole dellApostolo, scrive: Noi adoriamo ed
amiamo il Verbo, nato dallingenito e ineffabile Dio; Egli in verit si fatto uomo per noi,
affinch, resosi partecipe delle nostre umane affezioni, recasse ad esse il rimedio (43). San
Basilio, poi, il primo dei tre Padri Cappadoci, afferma decisamente che gli affetti sensibili
di Cristo furono ad un tempo veri e santi: Bench sia a tutti noto che il Signore ha
assunto gli affetti naturali per confermare la realt{ dellIncarnazione, vera e non
fantastica; tuttavia Egli respinse da s gli affetti disordinati, che inquinano la purezza
della nostra vita, perch li ritenne indegni della sua incontaminata divinit (44). Anche
per San Giovanni Crisostomo, il pi illustre decoro della Chiesa Antiochena, le emozioni
sensibili, cui and soggetto il Redentore divino, cooperarono mirabilmente a comprovare
che Egli aveva assunto una natura umana integra sotto ogni aspetto: Infatti, se Egli non
fosse stato composto della nostra natura, non avrebbe pianto per ben due volte (45).
Fra i Padri Latini meritano di essere ricordati coloro, che la Chiesa onora oggi tra i
principali suoi Dottori. Cos SantAmbrogio vede nellunione ipostatica la sorgente
naturale delle affezioni e commozioni sensibili, cui and soggetto il Verbo di Dio fatto
uomo: Pertanto, poich Egli assunse lanima, ne assunse parimente le passioni; in quanto
Dio, infatti, comEgli era, non avrebbe potuto n turbarsi n morire (46). Anche San
Girolamo dallesistenza in Cristo di quelle affezioni sensibili trae largomento pi
persuasivo per asserire chEgli aveva realmente assunto lumana natura: Il Signor nostro,
per manifestare che aveva veramente unito alla sua Persona la natura delluomo,
soggiacque veramente alla tristezza(47).
SantAgostino poi con particolare insistenza rileva lintimo nesso che esiste tra le affezioni
sensibili del Verbo Incarnato e il fine dellumana redenzione: Ora il Signore Ges assunse
questi sentimenti della fragile natura umana, come la carne stessa che fa parte
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 30

dellinferma natura delluomo, e la morte dellumana carne, non spinto da bisogno
della sua condizione divina, ma stimolato dalla sua libera volont di usarci misericordia;
allo scopo, cio, di offrire in se stesso il modello da imitare al suo corpo, che la Chiesa, di
cui si degn di farsi capo, vale a dire, alle sue membra, che sono i suoi santi e i suoi fedeli;
in modo che se ad alcuno di loro, sotto lassalto delle umane tentazioni, accadesse di
rattristarsi e soffrire, non per ci stimasse di essersi sottratto allinflusso della sua grazia;
e comprendesse che tali affezioni non sono di per s peccati, ma solo indizi dell umana
passibilit{. Cos il suo Mistico Corpo, simile ad un coro di voci che saccorda a quella di chi
d{ lintonazione, avrebbe imparato dal suo proprio Capo (48).
Pi concisamente, ma non meno efficacemente dei precedenti, manifestano la dottrina
della Chiesa i seguenti testi di San Giovanni Damasceno: Certamente, tutto Dio ha
assunto tutto ci ch in me uomo, e tutto si unito a tutto, affinch arrecasse la salvezza
a tutto luomo. Poich, altrimenti, non avrebbe potuto essere sanato ci che non fosse
stato assunto (49). Cristo dunque, assunse tutti gli elementi componenti lumana
natura, affinch li santificasse tutti (50).
doveroso tuttavia riconoscere che n gli Autori sacri, n i Padri della Chiesa, sia nei testi
riferiti che in molti altri simili, pur affermando chiaramente la realt delle affezioni
sensibili, che commovevano lanimo di Ges Cristo, e pur mettendo in stretto rapporto
lassunzione dellumana natura con lo scopo della nostra eterna salvezza prefissosi da
Cristo, mai pongono in esplicito rilievo il nesso esistente tra quegli stessi affetti e il cuore
fisico del Salvatore, cos da indicare in esso espressamente il simbolo del suo amore
infinito.
Ma, se gli Evangelisti e gli altri scrittori ecclesiastici non ci rivelano direttamente gli
effetti vari che nel ritmo pulsante del Cuore del Redentore nostro, non meno vivo e
sensibile del nostro, dovettero indubbiamente produrre le passioni del suo animo e il
ridondante amore della sua duplice volont, divina ed umana, essi mettono per in
evidenza lamore e tutti gli altri sentimenti con esso connessi, cio: il desiderio, la letizia,
la tristezza, il timore, lira, secondo che si manifestavano attraverso il suo sguardo, le
parole, i gesti. E principalmente il Volto adorabile del Salvatore nostro dovette apparire
lindice e quasi lo specchio fedelissimo di quelle affezioni, che, commovendo in vari modi il
suo animo, a somiglianza di onde che si ripercuotono sulle opposte rive, raggiungevano il
suo Cuore santissimo e ne eccitavano i battiti. In verit, anche a proposito di Cristo vale
quanto lAngelico Dottore, ammaestrato dalla comune esperienza, osserva in materia di
psicologia umana e dei fenomeni ad essi connessi: Il turbamento prodotto dallira
raggiunge anche le membra esterne; e soprattutto si fa notare in quelle membra, nelle
quali pi apertamente si riflette linflusso del cuore, come negli occhi, nel volto e nella
lingua (51).
A buon diritto, dunque, il Cuore del Verbo Incarnato considerato come il principale
simbolo di quel triplice amore, col quale il Divino Redentore ha amato e continuamente
ama lEterno Padre e lumanit{. Esso, cio, anzitutto il simbolo dellamore, che Egli ha
comune col Padre e con lo Spirito Santo, ma che soltanto in Lui, perch Verbo fatto carne,
si manifesta attraverso il fragile e caduco velo del corpo umano, poich in Esso abita
corporalmente tutta la pienezza della Divinit (52). Inoltre, il Cuore di Cristo il simbolo
di quellardentissima carit{, che, infusa nella sua anima, costituisce la preziosa dote della
sua volont umana e i cui atti sono illuminati e diretti da una duplice perfettissima
scienza, la beata cio e linfusa(53). Finalmente e ci in modo ancor pi naturale e
diretto il Cuore di Ges il simbolo del suo amore sensibile, giacch il corpo del
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Salvatore divino, plasmato nel seno castissimo della Vergine Maria per influsso
prodigioso dello Spirito Santo, supera in perfezione e quindi in capacit percettiva ogni
altro organismo umano(54).
Edotti allora dai Sacri Testi e dai simboli di fede della perfetta consonanza ed armonia
regnante nellanima santissima di Ges Cristo, e dellaver Egli diretto al fine della nostra
Redenzione tutte le manifestazioni del suo triplice amore, noi possiamo con ogni
sicurezza contemplare e venerare nel Cuore del Divin Redentore limmagine eloquente
della sua carit{ e il documento dellavvenuta nostra redenzione, come pure quasi la
mistica scala per salire allamplesso di Dio Salvatore nostro (55). Perci nelle parole,
negli atti, negli insegnamenti, nei miracoli e specialmente nelle opere che pi
luminosamente testimoniano il suo amore per noi come listituzione della divina
Eucaristia, la sua dolorosa Passione e Morte, la donazione della sua Santissima Madre, la
fondazione della Chiesa, la missione dello Spirito sugli Apostoli e su tutti i credenti in
tutte queste opere, ripetiamo, noi dobbiamo ammirare altrettante testimonianze del suo
triplice amore; e meditare i battiti del suo Cuore, con i quali sembr che Egli misurasse gli
attimi di tempo del suo pellegrinaggio terreno, fino al supremo istante, in cui, come ci
attestano gli Evangelisti: Ges, dopo aver di nuovo gridato con gran voce, disse:
compiuto. E chinato il capo, rese lo spirito (56). Fu allora che il battito del suo Cuore si
arrest, e il suo amore sensibile rimase come sospeso fino allistante della Risurrezione
gloriosa. Unitasi quindi nuovamente lanima del Redentore vittorioso della morte al suo
corpo glorificato, il Cuore suo Sacratissimo riprese il suo battito regolare e da allora non
ha mai cessato n cesser di significare, con ritmo ormai divenuto per sempre calmo e
imperturbabile, il triplice amore che vincola il Figlio di Dio al suo celeste Padre e allintera
comunit umana, di cui , con pieno diritto, il Mistico Capo.
III
Ed ora, Venerabili Fratelli, al fine di cogliere pi abbondanti frutti da queste nostre tanto
consolanti riflessioni, indugiamo alquanto nella contemplazione dellintima
partecipazione avuta dal Cuore del Salvatore nostro Ges Cristo alla sua vita affettiva
umana e divina, durante il periodo della sua vita terrena, e della partecipazione che Esso
ha al presente ed avr{ per tutta leternit{. alle pagine del Vangelo che noi domanderemo
principalmente la luce per inoltrarci nel santuario di questo Cuore divino, dove potremo
ammirare con lApostolo delle genti: immensa ricchezza della grazia [di Dio], nella
benignit verso di noi in Cristo Ges (57).
Palpita damore il Cuore adorabile di Ges Cristo, allunisono con il suo amore umano e
divino, allorch, come ci rivela lApostolo, non appena la Vergine Maria ha pronunziato il
suo magnanimo Fiat , il Verbo di Dio: entrando nel mondo, dice: Tu non hai voluto
sacrificio n offerta, ma mi hai preparato un corpo: olocausto anche per il peccato tu non
gradisti: allora dissi: Ecco io vengo (giacch di me si parla allinizio del libro) per
compiere, o Dio, la tua volont{ E in questa volont{ noi siamo santificati per lofferta del
corpo di Ges Cristo, una volta per sempre (58).
Palpitava altres damore il Cuore del Salvatore, sempre in perfetta armonia con gli affetti
della sua volont umana e con il suo amore divino, quando Egli intesseva celestiali
colloqui con la sua dolcissima Madre, nella casetta di Nazaret, e col suo padre putativo
Giuseppe, cui obbediva prestandosi come fedele collaboratore nel faticoso mestiere del
falegname Parimente palpitava damore il Cuore di Cristo, ancora in pieno accordo col suo
duplice amore spirituale, nelle continue sue peregrinazioni apostoliche; nel compiere gli
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innumerevoli prodigi donnipotenza, con i quali o risuscitava i morti, o ridonava la
salute ad ogni sorta di infermi; nel sopportare fatiche, il sudore, la fame, la sete; nelle
lunghe veglie notturne trascorse in preghiera al cospetto del celeste suo Padre; e, infine,
nel pronunziare i discorsi, e nel proporre e spiegare le parabole, specialmente quelle che
pi ci parlano della sua misericordia, come la parabola della dramma perduta, della
pecorella smarrita e del figliuol prodigo. E veramente, anche attraverso le parole di Dio,
come osserva San Gregorio Magno, si manifestato il Cuore di Dio: Intuisci il Cuore di
Dio nelle parole di Dio, affinch pi ardentemente esperimenti lattrattiva dei beni eterni
(59).
Palpitava ancor pi damore il Cuore di Ges Cristo, quando dalle di Lui labbra uscivano
accenti ispirati ad ardentissimo amore. Cos, ad esempio, quando dinanzi allo spettacolo
di turbe stanche ed affamate, esclamava: Ho compassione di questo popolo (60); e, nel
rimirare la prediletta citt{ di Gerusalemme votata allestrema rovina a causa della propria
ostinazione, le rivolgeva questo accorato rimprovero: Gerusalemme, Gerusalemme, che
uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte io pure volli adunare i tuoi
figliuoli come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e tu non hai voluto! (61).
Palpitava ancora di amore e di santo sdegno il suo Cuore nel veder il sacrilego commercio
che si faceva nel tempio, ond che rivolse ai profanatori queste severe parole: Sta scritto:
La mia casa sar{ chiamata casa dorazione , e voi lavete ridotta una spelonca di ladri
(62).
Ma particolarmente di amore e di timore palpit il Cuore di Ges nella imminenza dellora
della Passione, allorch, provando naturale ripugnanza dinanzi al dolore e alla morte
ormai incombenti, esclam: Padre mio: se possibile passi da me questo calice! (63);
palpit poi di amore e di intensa afflizione quando, al bacio del traditore, Egli oppose
quelle sublimi parole, che suonarono come un ultimo invito rivolto dal
misericordiosissimo suo Cuore allamico, che con animo empio, fedifrago e sommamente
ostinato si accingeva a consegnarlo nelle mani dei carnefici: Amico, a che sei venuto?
Con un bacio tradisci il Figliuol delluomo? (64); palpiti invece di tenero amore e di
profonda commiserazione furono quelli che commossero il Cuore del Salvatore, allorch
alle pie donne, che ne compiangevano limmeritata condanna al tremendo supplizio della
croce, diresse queste parole: Figlie di Gerusalemme, non piangete su me, ma piangete su
voi stesse e sui vostri figliuoli Perch, se si tratta cos il legno verde, che ne sar{ del
secco? (65).
Ma soprattutto sulla croce che il Divin Redentore sente il suo Cuore, divenuto quasi
torrente impetuoso, ridondare dei sentimenti pi vari; cio di amore ardentissimo, di
angoscia, di compassione, di acceso desiderio, di quiete serena, come ci manifestano
apertamente le seguenti sue memorande parole: Padre, perdona loro, perch non sanno
quel che fanno (66); Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato? (67); Ti dico in
verit: oggi sarai meco in paradiso (68); Ho sete (69); Padre, nelle tue mani
raccomando lo spirito mio (70).
E chi potrebbe degnamente descrivere i palpiti del Cuore divino del Salvatore, indizi certi
del suo infinito amore, nei momenti in cui Egli offriva allumanit{ i suoi doni pi preziosi:
Se stesso nel Sacramento dellEucaristia, la sua Santissima Madre e il Sacerdozio?
Ancor prima di mangiare lUltima Cena con i suoi discepoli, al solo pensiero
dellistituzione del Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, la cui effusione avrebbe
sancito la Nuova Alleanza, il Cuore di Ges aveva avuto fremiti di intensa commozione, da
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Lui rivelati agli Apostoli con queste parole: Ho desiderato ardentemente di
mangiare questa Pasqua con voi, prima di patire (71); ma la sua commozione dovette
raggiungere il colmo, allorch prese del pane, rese grazie, lo spezz e lo diede loro,
dicendo: Questo il mio corpo, il quale dato a voi; fate questo in memoria di me . E cos
fece col calice, dopo aver cenato. dicendo: Questo calice il nuovo patto nel sangue mio,
che sar sparso per voi (72).
Si pu quindi a buon diritto affermare che la divina Eucaristia, sia come Sacramento che
come Sacrificio, di cui Egli stesso dispensatore e immolatore mediante i suoi Ministri
da dove sorge il sole fin dove tramonta (73), come pure il Sacerdozio, sono doni palesi del
Cuore Sacratissimo di Ges.
Ma anche Maria, lalma Madre di Dio e Madre nostra amantissima, un dono
preziosissimo del Cuore Sacratissimo di Ges. Era giusto, infatti, che Colei, che era stata la
Genitrice del Redentore nostro secondo la carne, ed a Lui era stata associata nellopera di
rigenerazione dei figli di Eva alla vita della grazia, fosse da Ges stesso proclamata Madre
spirituale dellintera umanit{.
Ben a ragione quindi, scrive di Lei SantAgostino: Indubbiamente Ella madre delle
membra del Salvatore, che siamo noi, poich con la sua carit ha cooperato affinch
avessero la vita nella Chiesa i fedeli, che di quel Capo sono le membra (74).
Non contento del dono incruento di s, sotto le specie del pane e del vino, il Salvatore
nostro Ges Cristo vi volle aggiungere, come suprema testimonianza della sua profonda,
infinita dilezione, il Sacrificio cruento della Croce. Cos facendo, Egli dava lesempio di
quella sublime carit{, che aveva indicato ai suoi discepoli come meta finale dellamore con
queste parole: Nessuno ha un amore pi grande di questo, di uno che dia la vita per i suoi
amici (75). Pertanto, lamore di Ges Cristo Figlio di Dio svela nel Sacrificio del Golgota, e
nel modo pi eloquente, lamore stesso di Dio: Da questo abbiamo conosciuto la carit{ di
Dio, perch Egli ha dato la sua vita per noi, e cos noi dobbiamo dare la nostra vita per i
fratelli (76). E in realt, il nostro divin Redentore stato confitto al legno della Croce pi
dalla veemenza interiore del suo amore che dalla brutale violenza esterna dei suoi
carnefici; e il suo volontario olocausto il dono supremo che il suo Cuore ha fatto ad ogni
singolo uomo, secondo la incisiva sentenza dellApostolo: (Il) Figlio di Dio mi ha amato
e ha dato se stesso per me (77).
Non vi pu essere dunque alcun dubbio che il Cuore sacratissimo di Ges, compartecipe
cos intimo della vita del Verbo Incarnato, e perci assunto quasi a strumento congiunto
della Divinit{, non meno delle altre membra dellumana natura(78) nel compimento di
tutte le sue opere di grazia e di onnipotenza, sia anche divenuto il simbolo legittimo di
quella immensa carit, che spinse il Salvatore nostro a celebrare nel sangue il suo mistico
matrimonio con la Chiesa: Egli ha accettato la Passione, per lardente desiderio che
aveva di unire a s la Chiesa come sua Sposa (79). La Chiesa, quindi, vera ministra del
Sangue della Redenzione, nata dal Cuore trafitto del Redentore; e dal medesimo
parimente sgorgata in sovrabbondante copia la grazia dei Sacramenti, che trasfonde nei
figli della Chiesa la vita eterna, come ben ci ricorda la sacra Liturgia: Dal Cuore trafitto
nasce la Chiesa a Cristo congiunta Tu, che dal Tuo Cuore fai sgorgare la grazia (80).
Di questo simbolismo, non ignoto nemmeno agli antichi Padri e scrittori ecclesiastici, il
Dottore Comune, facendosi loro fedele interprete, scrive: Dal lato di Cristo sgorgano
lacqua, simbolo di spirituale abluzione, e il sangue, simbolo di redenzione. Perci il
sangue ben si addice al sacramento dellEucaristia; lacqua, invece, al sacramento del
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Battesimo, che per mutua la sua virt abluente dalla virt del sangue di Cristo (81).
A questo simbolismo del lato di Cristo, trafitto ed aperto dalla lancia del soldato, non
certamente estraneo il suo Cuore stesso, che indubbiamente dovette essere raggiunto dal
colpo violento, vibrato allo scopo di accertare la morte di Ges Cristo crocifisso. Pertanto,
la ferita del Cuore Sacratissimo di Ges, ormai spirato, doveva rimanere nei secoli la
vivida immagine di quella spontanea carit, che aveva indotto Dio stesso a dare il suo
Unigenito per la redenzione degli uomini, e con la quale Cristo am noi tutti con amore s
veemente, da offrirsi come vittima dimmolazione cruenta sul Calvario: Cristo am noi, e
diede se stesso per noi, oblazione e sacrifizio a Dio, profumo di soave odore (82).
Dopo che il Salvatore nostro ascese al cielo e si assise alla destra del Padre nello splendore
della sua umanit glorificata, non ha cessato di amare la Chiesa, sua sposa, anche con
quellardentissimo amore, che palpita nel suo Cuore. Egli, infatti, ascese al cielo recando
nelle ferite delle mani, dei piedi e del costato i trofei luminosi della sua triplice vittoria: sul
demonio, sul peccato e sulla morte; e recando altres nel suo Cuore, come riposti in un
preziosissimo scrigno, quegli immensi tesori di meriti, frutti del suo triplice trionfo, che
adesso dispensa in larga copia al genere umano redento. questa la verit consolante, di
cui si fa assertore lApostolo delle genti, quando scrive: Ascendendo in alto port via
schiava la schiavit, dette donativi agli uomini Il discendente lo stesso che lascendente
sopra tutti i cieli, affinch riempisse tutte le cose (83).
La donazione dello Spirito Santo, fatta ai discepoli, il primo segno perspicuo della
munifica carit del Salvatore dopo la sua trionfale ascensione sino alla destra del Padre.
Infatti, dopo dieci giorni lo Spirito Paraclito dato dal Padre discende su gli apostoli
radunati nel Cenacolo, secondo che Ges aveva promesso nellUltima Cena: Io pregher il
Padre ed egli vi dar un altro Paraclito perch rimanga in eterno con voi (84). Il quale
Spirito Paraclito, essendo lAmore mutuo, personale, col quale il Padre ama il Figlio e il
Figlio il Padre, da ambedue inviato, e sotto il simbolo di lingue di fuoco investe gli animi
dei discepoli con labbondanza della divina carit{ e degli altri celesti carismi. Ma questa
infusione di superna carit emana altres dal Cuore del Salvatore nostro, in cui sono
riposti tutti i tesori della sapienza e della scienza (85).
La carit divina, pertanto, dono ad un tempo del Cuore di Ges e del suo Spirito. A questo
comune Spirito del Padre e del Figlio si devono in primo luogo e lorigine della Chiesa e la
sua mirabile propagazione in mezzo a tutte le genti pagane, prima dominate
dallidolatria, dallodio fraterno, dalla corruzione dei costumi e dalla violenza. la carit{
divina, dono preziosissimo del Cuore di Cristo e del suo Spirito, che ha ispirato agli
Apostoli e ai Martiri la fortezza eroica nel predicare e testimoniare la verit del Vangelo
sino alleffusione del sangue; ai Dottori della Chiesa lo zelo ardente per la chiarificazione e
la difesa della fede cattolica; ai Confessori la pratica delle pi elette virt e il compimento
delle imprese pi utili e pi ammirabili, proficue alla propria santificazione e alla salute
spirituale e corporale del prossimo; alle Vergini, infine, la rinunzia pronta e gioconda a
tutte le delizie dei sensi, allo scopo di consacrarsi unicamente allamore del celeste Sposo.
a questa divina carit, che ridondando dal Cuore del Verbo Incarnato si riversa per opera
dello Spirito Santo negli animi di tutti i credenti, che lApostolo delle genti scioglie
quellinno di vittoria, che celebra in pari tempo il trionfo di Ges Cristo Capo e dei membri
del suo Mistico Corpo su quanto ostacola linstaurazione del Regno Divino dellamore fra
gli uomini: Chi ci separer{ dallamore di Cristo? la tribolazione o langoscia o la fame o la
nudit{, o il pericolo, o la persecuzione, o la spada? Ma in tutte queste cose siamo pi che
vincitori per opera di Colui che Ci ha amato. Poich io son persuaso che n morte, n vita,
n angeli, n principati, n virt, n cose attuali n future, n potest, n altezza, n
profondit, n alcun altra creatura potr separarci dallamore di Dio in Cristo Ges Signor
Nostro (86).
Nulla dunque ci vieta di adorare il Cuore sacratissimo di Ges, in quanto compartecipe e
il simbolo pi espressivo di quella inesausta carit, che il Divin Redentore nutre tuttora
per il genere umano. Esso, infatti, bench non sia pi soggetto ai turbamenti della vita
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presente, sempre vivo e palpitante, e in modo indissolubile unito alla Persona del
Verbo di Dio e, in essa e per essa, alla divina sua volont.
Perci, essendo il Cuore di Cristo ridondante di amore divino ed umano, e ricolmo dei
tesori di tutte le grazie, conquistati dal Redentore nostro con i meriti della sua vita, delle
sue sofferenze e della sua morte, senza dubbio la sorgente di quella perenne carit, che il
suo Spirito diffonde in tutte le membra del suo Corpo Mistico.
Nel Cuore pertanto del Salvatore nostro vediamo in qualche modo riflessa limmagine
della divina Persona del Verbo, come pure limmagine della sua duplice natura, lumana
cio e la divina; e vi possiamo ammirare non soltanto il simbolo ma anche, per cos dire, la
sintesi di tutto il mistero della nostra redenzione. Adorando il Cuore sacratissimo di Ges
in esso e per esso noi adoriamo sia lamore increato del Verbo Divino, sia il suo amore
umano con tutti gli altri suoi affetti e virt, poich e quello e questo spinsero il nostro
Redentore ad immolarsi per noi e per tutta la Chiesa sua Sposa, conforme alla sentenza
dellApostolo Cristo am la Chiesa e diede se stesso per lei al fine di santificarla,
purificandola col lavacro dellacqua mediante la parola di vita, per far comparire davanti a
s, gloriosa, la Chiesa, affinch sia senza macchia, senza ruga o altra cosa siffatta, ma anzi
santa e immacolata (87).
Come Cristo ha amato la Chiesa, cos Egli lama tuttora intensamente con quel triplice
amore, di cui abbiamo parlato; ed appunto questo amore che lo stimola a farsi nostro
avvocato, per conciliarci dal Padre grazia e misericordia, essendo sempre vivo, s da
poter intercedere in nostro favore (89). La preghiera che erompe dal suo inesauribile
amore, diretta al Padre, non soffre alcuna interruzione.
Come nei giorni della sua vita nella carne (90), cos ora ch trionfante nei Cieli, Egli
supplica il Padre con non minore efficacia; ed a Colui, che ha talmente amato il mondo
da dare il suo Figliuolo unigenito, affinch chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la
vita eterna (91). Egli mostra il suo Cuore vivo e ferito dallamore, ben pi profondamente
che non lo sia stato, ormai esanime, dal colpo di lancia del soldato romano: Per questo
stato trafitto [il tuo Cuore] affinch, attraverso la ferita visibile, vedessimo la ferita
invisibile dellamore (92).
Non vi pu essere dunque alcun dubbio che, supplicato da tanto Avvocato e con s
veemente amore, il Padre celeste, che non risparmi il proprio Figlio, ma per tutti noi lo
diede (93), profonder incessantemente su tutti gli uomini le sue grazie divine.
IV
Abbiamo voluto, Venerabili Fratelli, proporre alla considerazione vostra e del popolo
cristiano, nelle sue linee generali, lintima natura e le perenni ricchezze del culto al Cuore
Sacratissimo di Ges, richiamandoci alla dottrina della divina rivelazione, come alla sua
primaria sorgente. Siamo pertanto convinti che queste Nostre riflessioni, dettateci
dallinsegnamento stesso del Vangelo, abbiano chiaramente mostrato come questo culto
sidentifichi, in sostanza, col culto allamore divino e umano del Verbo Incarnato e, anche,
col culto allamore stesso che anche il Padre e lo Spirito Santo nutrono verso gli uomini
peccatori. Poich, come osserva lAngelico Dottore, la carit{ delle Tre Divine Persone sta
al principio e alle origini del mistero dellumana Redenzione, in quanto, influendo essa
potentemente sulla volont umana di Ges Cristo, e ridondando quindi nel suo Cuore
adorabile, gli ispir un identico amore, che lindusse a dare generosamente il suo Sangue,
affinch ci riscattasse dalla servit del peccato(94): Io devo ancora essere battezzato con
un battesimo, e come sono angustiato finch esso non si compia! (95).
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per altro Nostra persuasione che il culto tributato allamore di Dio e di Ges Cristo
verso il genere umano attraverso il simbolo augusto del Cuore trafitto del Redentore, non
sia mai stato completamente assente dalla piet dei fedeli, bench abbia avuto la sua
chiara manifestazione e la sua mirabile propagazione nella Chiesa in tempi da noi non
molto remoti, soprattutto dopo che il Signore stesso si degn di scegliere alcune anime
predilette, cui svel i segreti divini di questo culto e che Egli elesse a messaggere del
medesimo, dopo averle ricolmate in gran copia di grazie speciali.
Sempre, infatti, vi sono state anime sommamente a Dio devote, le quali, ispirandosi agli
esempi delleccelsa Madre di Dio, degli Apostoli e di illustri Padri della Chiesa, hanno
tributato allUmanit{ santissima di Cristo, e in modo speciale alle Ferite, aperte nel suo
corpo dai tormenti della salutifera Passione, il culto di adorazione, di riconoscenza e di
amore.
Del resto, come non riconoscere nelle parole stesse: Signore mio e Dio mio! (96)
pronunziate dallApostolo Tommaso e rivelatrici della sua improvvisa trasformazione da
incredulo in fedele, unaperta professione di fede, di adorazione e di amore, che
dallumanit{ piagata del Salvatore si elevava sino alla maest della Divina Persona?
Se per il Cuore trafitto del Redentore dovette sempre esercitare un potente stimolo al
culto verso il suo amore infinito per il genere umano, poich per i cristiani di tutti i tempi
hanno valore le parole del profeta Zaccaria, riferite al Crocifisso dallevangelista San
Giovanni: Vedranno Chi hanno trafitto (97), doveroso tuttavia riconoscere che
soltanto gradualmente esso venne fatto oggetto di un culto speciale, come immagine
dellamore umano e divino del Verbo Incarnato. Volendo ora soltanto accennare alle tappe
gloriose percorse da questo culto nella storia della piet cristiana, occorre anzitutto
ricordare i nomi di alcuni di coloro, che ben si possono considerare come gli antesignani di
questa devozione; la quale in forma privata, ma in modo graduale sempre pi vasto, and
diffondendosi in seno agli istituti religiosi. Cos, ad esempio, sono benemeriti del sorgere e
dellespandersi del culto al Cuore Sacratissimo di Ges: San Bonaventura, SantAlberto
Magno, Santa Geltrude, Santa Caterina da Siena, il Beato Enrico Susone, San Pietro
Canisio, San Francesco di Sales. A San Giovanni Eudes si deve la composizione del primo
ufficio liturgico in onore del Cuore Sacratissimo di Ges, la cui festa solenne fu per la
prima volta celebrata, col beneplacito di molti Vescovi della Francia, il 20 ottobre 1672.
Ma fra tutti i promotori di questa nobilissima devozione merita di essere posta in speciale
rilievo Santa Margherita Maria Alacoque, poich al suo zelo, illuminato e coadiuvato da
quello del suo direttore spirituale, il Beato Claudio de la Colombire, si deve
indubbiamente se questo culto, gi cos diffuso, ha raggiunto lo sviluppo che desta oggi
lammirazione dei fedeli cristiani, e ha rivestito le caratteristiche di omaggio di amore e di
riparazione, che lo distinguono da tutte le altre forme della piet cristiana(98).
Basta questo rapido sguardo ai primordi e al graduale sviluppo del culto al Cuore
Sacratissimo di Ges, per renderci pienamente convinti che il suo mirabile progresso
dovuto anzitutto al fatto che esso fu trovato in tutto conforme allindole della religione
cristiana, che la religione dellamore. Tale culto, quindi, non pu dirsi originato da
rivelazioni private, n si deve pensare che esso sia apparso quasi allimprovviso nella vita
della Chiesa; ma esso scaturito spontaneamente dalla viva fede e dalla fervida piet, che
anime elette nutrivano verso la persona del Redentore e verso quelle sue gloriose ferite,
che ne testimoniano nel modo pi eloquente lamore immenso dinanzi allo spirito
contemplativo dei fedeli.
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Pertanto, le rivelazioni, di cui fu favorita Santa Margherita Maria, non aggiunsero
alcuna nuova verit alla dottrina cattolica. Ma la loro importanza consiste in ci che il
Signore mostrando il suo Cuore Sacratissimo in modo straordinario e singolare si
degn di attrarre le menti degli uomini alla contemplazione e alla venerazione dellamore
misericordiosissimo di Dio per il genere umano. Infatti, mediante una cos eccezionale
manifestazione Ges Cristo espressamente e ripetutamente indic il suo Cuore come un
simbolo quanto mai atto a stimolare gli uomini alla conoscenza e alla stima del suo
amore; ed insieme lo costitu quasi segno ed arra di misericordia e di grazia per i bisogni
spirituali della Chiesa nei tempi moderni.
Del resto, una prova evidente che questo culto trae la sua linfa vitale dalle radici stesse del
dogma cattolico resa dal fatto che lapprovazione della festa liturgica da parte della Sede
Apostolica ha preceduto quella degli scritti di Santa Margherita Maria; in realt,
indipendentemente da ogni rivelazione privata, ma soltanto assecondando i voti dei fedeli,
la Sacra Congregazione dei Riti, con decreto emanato il 25 gennaio dellanno 1765 e
approvato dal Nostro Predecessore Clemente XIII il 6 febbraio dello stesso anno,
concedeva allEpiscopato della Polonia e allArciconfraternita Romana del Sacro Cuore la
facolt di celebrare la festa liturgica; col quale atto la Santa Sede volle che prendesse
nuovo incremento un culto gi vigente e florido, il cui scopo era quello di ravvivare
simbolicamente il ricordo dellamore divino (99), che aveva indotto il Salvatore a farsi
vittima di espiazione per i peccati degli uomini.
A questo primo riconoscimento ufficiale, dato sotto forma di privilegio e in misura
limitata, un altro ne segu a distanza quasi di un secolo, di importanza molto maggiore.
Intendiamo parlare del decreto, gi sopra menzionato, emanato dalla Sacra
Congregazione dei Riti il 23 agosto dellanno 1856, con il quale il Nostro Predecessore Pio
IX, di imm. mem., accogliendo i voti dei Vescovi della Francia e di quasi tutto il mondo
cattolico, estendeva alla Chiesa intera la festa del Cuore Sacratissimo di Ges, e ne
prescriveva la degna celebrazione liturgica(100).
Data questa veramente meritevole di essere raccomandata al perenne ricordo dei fedeli,
poich, come ben si fa rilevare nella liturgia stessa di tale festivit: Da quel giorno il
culto al Cuore Sacratissimo di Ges, simile a un fiume ridondante, superati tutti gli
ostacoli, si sparse per tutto il mondo cattolico . Da quanto siamo venuti esponendo
appare evidente, Venerabili Fratelli, che nei testi della Sacra Scrittura, della Tradizione e
della Sacra Liturgia, che i fedeli devono studiarsi principalmente di scoprire le sorgenti
limpide e profonde del culto al Cuore Sacratissimo di Ges, se desiderano penetrarne
lintima natura e trarre dalla pia meditazione intorno ad essa alimento ed incremento del
loro religioso fervore. Grazie a questa assidua e altamente luminosa meditazione lanima
fedele non potr non giungere a quella soave conoscenza della carit di Cristo, nella quale
riposta la pienezza della vita cristiana, come, edotto dalla propria esperienza, insegna
lApostolo quando scrive: In vista di ci io piego le ginocchia davanti al Padre del Signor
nostro Ges Cristo affinch dia a voi, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere per
mezzo dello Spirito di lui fortemente corroborati nelluomo interiore, e faccia s che Cristo
dimori nei vostri cuori per mezzo della fede, e voi radicati e fortificati in amore siate resi
capaci di intendere anche questamore di Cristo che sorpassa ogni scienza, affinch siate
ripieni di tutta la pienezza di Dio (101). Di questa universale pienezza di Dio appunto
immagine splendidissima il Cuore stesso di Ges Cristo: pienezza, cio, di misericordia,
propria della Nuova Alleanza, nella quale apparvero la benignit e la filantropia del
Salvatore nostro Dio (102), poich: Dio non ha mandato il Figliuol suo nel mondo per
giudicare il mondo, ma perch il mondo sia salvato per mezzo di lui (103).
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Fu dunque costante persuasione della Chiesa, maestra agli uomini di verit, fin da
quando eman i suoi primi atti ufficiali ricordanti il culto del Cuore Sacratissimo di Ges,
che gli elementi essenziali di esso, cio gli atti di amore e di riparazione tributati allamore
infinito di Dio verso gli uomini, lungi dallessere inquinati di materialismo e di
superstizione, costituiscono una forma di piet, in cui si attua perfettamente il culto
quanto mai spirituale e veritiero, preannunziato dal Salvatore stesso nel suo colloquio con
la donna samaritana: Viene lora, ed questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre
in ispirito e verit, ch tali sono appunto gli adoratori che il Padre domanda. Iddio
spirito, e quelli che lo adorano lo devono adorare in ispirito e verit (104).
Non pertanto giusto dire che la contemplazione del cuore fisico di Ges impedisce il
contatto pi intimo con lamore di Dio e che essa ritarda il progresso dellanima sulla via
che conduce al possesso delle pi eccelse virt. La Chiesa respinge senzaltro questo falso
misticismo, come, per bocca del Nostro Predecessore Innocenzo XI di fel. mem., ha
condannato la dottrina di coloro che asserivano: Non devono (le anime di questa via
interna) compiere atti di amore verso la beata Vergine, i Santi o lumanit{ di Cristo;
poich, essendo tali oggetti sensibili, anche lamore che ad essi si porta sensibile.
Nessuna creatura, e nemmeno la beata Vergine e i Santi, devono albergare nel nostro
cuore: perch solo Dio lo vuole occupare e possedere (105).
Coloro che cos pensano, sono naturalmente del parere che il simbolismo del Cuore di
Cristo non si estenda oltre la significazione del suo amore sensibile e che quindi non possa
costituire un nuovo fondamento del culto di latria, ch riservato soltanto a ci che
essenzialmente divino. Ora, una simile concezione del valore simbolico delle sacre
immagini deve apparire ad ognuno del tutto falsa, perch essa ne coarta a torto il
trascendente significato. Diversamente da costoro, giudicano e insegnano i teologi
cattolici di cui esprime la comune sentenza San Tommaso quando scrive: Alle immagini
vien tributato il culto religioso, non secondo la considerazione loro assoluta, in quanto
cio sono delle realt a s: ma in quanto sono immagini che ci conducono fino a Dio
incarnato. Ora il movimento dellanimo che ha per oggetto limmagine, in quanto
immagine, non si arresta ad essa, ma tende fino alloggetto da essa rappresentato. Perci,
per il fatto che alle immagini di Cristo tributato il culto religioso, non risulta un culto di
latria essenzialmente diverso, n una distinta virt di religione (106). dunque alla
Persona stessa del Verbo Incarnato che termina il culto relativo tributato alle sue
immagini, siano queste le reliquie della Passione, o il simulacro che tutte le vince per
valore espressivo, cio il Cuore trafitto di Cristo crocifisso.
Dallelemento quindi corporeo, che il Cuore di Ges Cristo, e dal suo naturale
simbolismo per noi legittimo e doveroso ascendere, sorretti dalle ali della fede, non
soltanto alla contemplazione del suo amore sensibile, ma ancora pi in alto, fino alla
considerazione e alladorazione del suo eccellentissimo amore infuso; finalmente, con
unultima dolce e pi sublime ascesa, elevarci sino alla meditazione e alladorazione
dellAmore divino del Verbo Incarnato. Alla luce, infatti, della fede, per la quale crediamo
che nella Persona di Cristo esiste il connubio tra la natura umana e la divina, la nostra
mente resa idonea a concepire gli strettissimi vincoli che esistono tra lamore sensibile
del cuore fisico di Ges e il suo duplice amore spirituale, lumano e il divino. In realt{,
questi amori non devono semplicemente considerarsi come coesistenti nelladorabile
Persona del Divin Redentore, ma anche come tra loro congiunti con vincolo naturale, in
quanto allamore divino sono subordinati lumano spirituale e il sensibile, e questi due
ultimi riflettono in se medesimi la somiglianza analogica del primo. Non si pretende
perci di vedere e di adorare nel Cuore di Ges limmagine cos detta formale, cio il segno
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 39

proprio e perfetto del suo amore divino, non essendo possibile che lintima essenza di
questo sia adeguatamente rappresentata da qualsiasi immagine creata; ma il fedele,
venerando il Cuore di Ges, adora insieme con la Chiesa il simbolo e quasi il vestigio della
Carit divina, la quale si spinta fino ad amare anche col cuore del Verbo Incarnato il
genere umano, contaminato da tante colpe.
necessario quindi tener sempre presente in questo cos importante ma altrettanto
delicato argomento, che la verit del simbolismo naturale, in virt della quale il Cuore
fisico di Ges entra in un nuovo rapporto con la Persona del Verbo, riposa tutta sulla
verit{ primaria dellunione ipostatica; intorno a cui non si pu nutrire alcun dubbio, se
non si vogliono rinnovare gli errori, pi volte dalla Chiesa condannati, perch contrari
allunit{ di Persona in Cristo, nella distinzione e integrit delle due nature.
Tale fondamentale verit ci fa comprendere come il Cuore di Cristo sia il cuore di una
persona divina, cio del Verbo Incarnato, e che pertanto rappresenta tutto lamore che Egli
ha avuto ed ha ancora per noi. proprio per questa ragione che il culto da tributarsi al
Cuore Sacratissimo di Ges degno di essere stimato come la professione pratica di tutto
il Cristianesimo. La religione cristiana, infatti, essendo la religione di Ges, tutta
imperniata su lUomo-Dio Mediatore, cos che non si pu giungere al Cuore di Dio se non
passando per il Cuore di Cristo, conforme a quanto Egli ha affermato: Io sono la via, la
verit e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (107).
Ci presupposto, facile concludere che il culto al Cuore Sacratissimo di Ges non in
sostanza che il culto dellamore che Dio ha per noi in Ges, ed insieme la pratica del
nostro amore verso Dio e verso gli altri uomini. In altre parole, tale culto si propone
lamore di Dio come oggetto di adorazione, di azione di grazie e di imitazione; ed inoltre
considera la perfezione del nostro amore per Iddio e per il prossimo come la meta da
raggiungere mediante la pratica sempre pi generosa del comandamento nuovo, lasciato
dal Divino Maestro agli Apostoli quasi in sacra eredit, allorch disse loro: Io vi d il
comandamento nuovo: Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi Ecco il mio
comandamento: Amatevi scambievolmente, come io ho amato voi (108). Comandamento
veramente nuovo e proprio di Cristo, poich, come osserva lAquinate: La differenza tra il
Nuovo e il Vecchio Testamento e tutta sommata in una breve parola; come infatti detto
in Geremia: Io stringer con la casa di Israele una nuova alleanza (109). Che poi anche
nellAntico Testamento si praticasse tale comandamento sotto limpulso di un timore e di
un amore santo, da attribuirsi allinflusso del Nuovo Testamento: perci vero che
questo comandamento esisteva nellantica legge, non per come sua prerogativa, ma
piuttosto come preludio e preparazione della nuova (110).
V
Prima di por fine a cos belle e consolanti riflessioni sullautentica natura e singolare
eccellenza del culto al Cuore Sacratissimo di Ges, Noi, pienamente consapevoli
dellufficio Apostolico affidato per la prima volta al Beato Pietro, dopo che questi ebbe reso
al Salvatore divino una triplice professione di amore, crediamo opportuno rivolgere a voi
nuovamente, Venerabili Fratelli, e per mezzo vostro a quanti stimiamo Nostri dilettissimi
figli in Cristo, una parola di esortazione, affinch vi studiate di promuovere questa
eccellentissima devozione, dalla quale attendiamo copiosissimi frutti spirituali anche per i
nostri tempi.
In realt, se gli argomenti, sui quali si fonda il culto tributato al Cuore trafitto di Ges,
saranno debitamente ponderati, dovr ad ognuno apparir manifesto che non si tratta di
una qualsiasi pratica di piet, che sia lecito posporre ad altre o tenere in minor conto, ma
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 40

di una forma di culto sommamente idoneo al raggiungimento della perfezione
cristiana. Poich, se la devozione secondo il suo concetto teologico tradizionale,
espresso dallAngelico Dottore non sembra essere altro che la pronta volont di
dedicarsi a quanto riguarda il servizio di Dio (111), quale servizio di Dio pi obbligatorio e
pi necessario si pu immaginare ed in pari tempo pi nobile, e dolce, del servizio reso al
suo amore? E quale servizio si pu inoltre pensare pi gradito ed accetto a Dio di quello
che consiste nellomaggio alla carit divina, e che vien reso per amore, dal momento che
ogni servizio reso liberamente , in un certo senso, un dono, e lamore costituisce il
primo dono, fonte di ogni donazione gratuita (112)?
degna dunque di essere tenuta in grande onore quella forma di culto, grazie alla quale
luomo in grado di onorare ed amare maggiormente Dio e di consacrarsi pi facilmente e
prontamente al servizio della divina carit; tanto pi, poi, se si tiene presente che il
Redentore stesso si degnato di proporla e di raccomandarla al popolo cristiano, e i
Sommi Pontefici con atti memorandi lhanno ricolmata di grandi lodi. Farebbe pertanto
cosa temeraria e perniciosa, nonch offensiva per Iddio, chiunque nutrisse minore stima
per un cos insigne beneficio elargito da Ges Cristo alla sua Chiesa.
Stando cos le cose, non vi pu essere alcun dubbio per i fedeli, che, tributando il loro
ossequio al Cuore Sacratissimo del Redentore, essi soddisfano in pari tempo al dovere
gravissimo che hanno di servire Dio e di consacrare al loro Creatore e Redentore se stessi e
tutta la propria attivit, sia interna che esterna, e in tal modo mettono in pratica il
precetto divino: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con
tutta la tua mente e con tutta la tua forza (113). Cos facendo, i fedeli sono altres sicuri di
non avere come principale motivo della loro consacrazione al servizio divino alcun
vantaggio personale corporale o spirituale, temporale o eterno, ma la bont stessa di Dio,
cui procurano di rendere ossequio con atti di amore, di adorazione e di debite azioni di
grazie. Se cos non fosse, il culto al Cuore Sacratissimo di Ges non risponderebbe pi
allindole genuina della religione cristiana, poich allora luomo non avrebbe in tale culto
soprattutto di mira lossequio da rendere allamore di Dio; e pertanto dovrebbero essere
ritenute come giuste le accuse di eccessivo amore e di troppa sollecitudine di se medesimi,
mosse a coloro che mal comprendono o meno rettamente praticano una forma di
devozione di per s nobilissima.
Si deve ritenere da tutti fermamente che il culto al Cuore Sacratissimo di Ges non
consiste principalmente in devote pratiche esteriori, n esso deve essere ispirato anzitutto
dalla speranza di propri vantaggi, poich anche questi benefici il Salvatore divino li ha
assicurati mediante private promesse, affinch gli uomini fossero spinti a compiere con
maggior fervore i principali doveri della religione cattolica e per ci stesso provvedessero
nel modo migliore al proprio spirituale vantaggio.
Sproniamo dunque tutti i Nostri dilettissimi figli in Cristo a praticare con fervore questa
devozione, sia coloro che gi sono assuefatti ad attingere le acque salutari che sgorgano
dal Cuore del Redentore, sia specialmente coloro che, a guisa di spettatori, stanno tuttora
osservando con animo curioso ed esitante questo consolante spettacolo. Riflettano essi
attentamente che si tratta di un culto, come abbiamo sopra fatto osservare, che gi da
molto tempo si diffuso nella Chiesa e che affonda profondamente le sue radici nelle
pagine stesse del Vangelo; di un culto, che ben si accorda con linsegnamento della
Tradizione e della sacra Liturgia e che gli stessi Romani Pontefici hanno esaltato con
molteplici ed altissime lodi. N si contentarono essi di istituire la festa in onore del Cuore
augustissimo del Redentore e di estenderla alla Chiesa universale, ma si fecero inoltre gli
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 41

autori della solenne consacrazione di tutto il genere umano al Sacratissimo
Cuore(114). Infine, giova riflettere che questo culto ha in suo favore una messe di
copiosissimi e allietanti frutti spirituali che ne sono derivati alla Chiesa, cio:
innumerevoli ritorni di anime alla pratica della religione cristiana, rinvigorimento della
fede in molti spiriti, pi intima unione dei fedeli col nostro amabilissimo Redentore; tutti
questi frutti, soprattutto in questi ultimi decenni, sono apparsi in una forma esuberante e
commovente.
Nel contemplare un s meraviglioso spettacolo costituito dalla piet sempre pi estesa e
fervorosa di ogni ceto dei fedeli cristiani verso il Cuore Sacratissimo di Ges, lanimo
Nostro si sente indubbiamente ricolmo di ineffabile conforto; e, dopo aver reso le dovute
grazie al Redentore nostro per i tesori infiniti della sua bont, non possiamo tralasciare di
esprimere la Nostra paterna compiacenza a tutti coloro, sia del clero che del laicato, che
hanno cooperato efficacemente allincremento di questo culto.
Ma, Venerabili Fratelli, nonostante che la devozione verso il Cuore Sacratissimo di Ges
abbia prodotto copiosi frutti di spirituale rinnovamento nella vita cristiana, a nessuno
pu sfuggire che la Chiesa militante in questo mondo, e soprattutto lumano consorzio,
non ha raggiunto quella perfezione morale, che risponda ai voti e ai desideri manifestati
da Ges Cristo, Mistico Sposo della Chiesa e Redentore del genere umano. Non pochi,
infatti, sono i figli della Chiesa che ne deturpano con numerose macchie e rughe quel
volto, che in se medesimi riflettono; non tutti i fedeli cristiani risplendono per santit di
costumi, cui tuttavia sono divinamente chiamati; non tutti i peccatori sono ritornati alla
casa paterna, per ivi rivestire la veste pi bella(115) e ricevere lanello, simbolo della
propria fedelt{ allo sposo dellanima loro; non tutti gli infedeli sono stati inseriti come
membra nel Corpo Mistico di Cristo. N ci basta. Poich, se da un lato il Nostro animo
vivamente addolorato dallo spettacolo della tiepidezza dei buoni, sedotti dai falsi amori
del secolo che raffreddano e finalmente estinguono la fiamma della divina carit nei loro
cuori, dallaltro ancor pi rattristato nel rimirare le macchinazioni degli uomini empi, i
quali, pi che per il passato, sembrano eccitati dal nemico stesso infernale nel loro
implacabile ed aperto odio contro Dio, contro la Chiesa, e specialmente contro Colui, che
del Divin Redentore sulla terra il legittimo Vicario e il rappresentante della sua carit
presso gli uomini, secondo la ben nota sentenza del Vescovo e Dottore della Chiesa di
Milano: (Pietro) infatti interrogato su ci di cui gli altri potevano dubitare, ma il
Signore non dubita; il quale interroga non per imparare, ma per insegnare a colui che,
devono Egli salire al Cielo, lasciava a noi come vicario del suo amore (116).
In verit{, lodio contro Dio e contro i suoi legittimi rappresentanti il delitto pi nefando
di cui si possa macchiare luomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio e destinato al
godimento della sua perfetta e perenne amicizia in cielo; , infatti, nellodio contro Dio che
si ha la massima avversione delluomo dal Sommo Bene; egli viene spinto ad allontanare
da s e dai suoi simili tutto ci che viene da Dio, con Dio unisce, e al godimento di Dio
conduce: la verit, la virt, la pace, la giustizia(117).
Orbene, nel vedere che, purtroppo, il numero di coloro che si professano nemici di Dio va
oggi crescendo, e che i princpi del materialismo teorico e pratico si vanno spargendo
sempre di pi; dinanzi allo spettacolo dellesaltazione delle cupidigie pi sfrenate, come
meravigliarsi che si vada raffreddando nellanimo di molti la carit{, la quale ben sappiamo
essere la legge suprema della religione cristiana, il fondamento solidissimo della vera e
perfetta giustizia, la sorgente sovrana della pace e delle caste delizie? Del resto, il
Salvatore stesso ha ammonito: Per il moltiplicarsi delle iniquit si raffredder la carit di
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molti (118). Dinanzi allo spettacolo di tanti mali, che oggi, pi che nel passato,
travagliano individui, famiglie, nazioni e il mondo intero, dove mai Venerabili Fratelli,
cercheremo il rimedio? Si potr forse trovare una devozione pi eccellente del culto al
Cuore Sacratissimo di Ges, pi conforme allindole propria della religione cattolica, pi
idonea a soddisfare le odierne necessit spirituali della Chiesa e del genere umano? Ma,
quale atto di omaggio religioso pi nobile, pi dolce, pi salutare del culto sullodato, dal
momento che esso tutto rivolto alla stessa carit di Dio(119)? Infine, quale stimolo pi
potente della carit di Cristo che la piet verso il Cuore Sacratissimo di Ges fomenta ed
accresce per spingere i fedeli alla perfetta osservanza della legge evangelica, senza la
quale, come ammoniscono saggiamente le parole dello Spirito Santo: Opera della
giustizia sar la pace (120), non possibile instaurare la vera pace tra gli uomini?
Pertanto, seguendo lesempio del Nostro immediato Predecessore, piace anche a noi di
rivolgere a tutti i Nostri dilettissimi figli in Cristo le parole ammonitrici, con le quali
Loene XIII, di imm. mem., al tramonto del secolo scorso, esortava tutti i fedeli cristiani e
quanti sono sinceramente solleciti della propria salvezza e di quella della civile societ:
Ecco che oggi si offre agli sguardi un altro consolantissimo e divinissimo segno, vale a
dire: il Cuore sacratissimo di Ges rilucente di splendissimo candore in mezzo alle
fiamme. In esso sono da collocarsi tutte le speranze: da esso da implorare ed attendere la
salvezza dellumanit{ (121).
altres vivissimo Nostro desiderio che quanti si gloriano del nome di cristiani e
intrepidamente combattono per stabilire il Regno di Cristo nel mondo, stimino lomaggio
di devozione al Cuore di Ges come vessillo di unit, di salvezza e di pace. E, per, nessuno
pensi che con tale ossequio venga arrecato alcun pregiudizio alle altre forme di piet, con
le quali il popolo cristiano, sotto lalta direzione della Chiesa, onora il Redentore divino. Al
contrario, una fervida devozione verso il Cuore di Ges alimenter e promuover
specialmente il culto alla sacratissima Croce, come pure lamore verso laugustissimo
Sacramento dellaltare. E in verit{ possiamo asserire ci che del resto anche
mirabilmente illustrato dalle rivelazioni, di cui Ges Cristo volle favorire Santa Geltrude e
Santa Margherita Maria che nessuno capir davvero il Crocifisso, se non penetra nel
suo Cuore. N si potr{ facilmente comprendere lamore che ha spinto il Salvatore a farsi
nostro spirituale alimento, se non coltivando una speciale devozione verso il Cuore
Eucaristico di Ges, il quale ci ricorda appunto, come ben si esprimeva il Nostro
Predecessore di fel. mem. Loene XIII, latto di suprema dilezione col quale il Nostro
Redentore, profondendo tutte le ricchezze del suo Cuore allo scopo di stabilire tra noi la
sua dimora sino alla fine dei secoli istitu ladorabile Sacramento dellEucaristia (122). E,
infatti, lEucaristia non da stimarsi una particella minima del suo Cuore, tanto grande
essendo stato lamore del suo Cuore, col quale ce lha donata (123).
Finalmente, mossi dal veemente desiderio di opporre validi presidii contro le empie
macchinazioni dei nemici di Dio e della Chiesa, come pure di ricondurre sul sentiero
dellamore di Dio e del prossimo famiglie e nazioni, non esitiamo a proporre la devozione
al Cuore Sacratissimo di Ges come la scuola pi efficace della divina carit. Su questa
carit divina deve poggiare, come su solido fondamento, quel Regno di Dio che occorre
stabilire nelle coscienze dei singoli uomini, nella societ domestica e nelle nazioni,
secondo il sapientissimo ammonimento del sullodato Nostro Predecessore di pia mem.: Il
regno di Ges Cristo trae forza e bellezza dalla carit divina: amare santamente e
ordinatamente il suo fondamento e il suo fastigio. Da ci derivano necessariamente le
seguenti norme: adempiere inviolabilmente i propri doveri; non far ingiustizia ad alcuno;
stimare i beni umani come inferiori ai divini; anteporre lamor di Dio a tutte le cose (124).
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Affinch poi il culto verso il Cuore augustissimo di Ges porti pi copiosi frutti di
bene nella famiglia cristiana e in tutta lumana societ{, si facciano un dovere i fedeli di
associarvi intimamente la devozione al Cuore Immacolato della Genitrice di Dio. infatti
sommamente conveniente che, come Dio ha voluto associare indissolubilmente la
Beatissima Vergine Maria a Cristo nel compimento dellopera dellumana Redenzione, in
guisa che la nostra salvezza pu ben dirsi frutto della carit e delle sofferenze di Ges
Cristo, cui erano strettamente congiunti lamore e i dolori della Madre sua; cos il popolo
cristiano, che da Cristo e da Maria ha ricevuto la vita divina, dopo aver tributato i dovuti
omaggi al Cuore Sacratissimo di Ges, presti anche al Cuore amantissimo della celeste
Madre consimili ossequi di piet, di amore, di gratitudine e di riparazione. in armonia
con questo sapientissimo e soavissimo disegno della Provvidenza divina che Noi stessi
volemmo solennemente dedicare e consacrare la santa Chiesa ed il mondo intero al Cuore
Immacolato della Beata Vergine Maria(125).
E poich nel corso di questanno, come abbiamo pi sopra accennato, si compie
felicemente un secolo da quando, per disposizione del Nostro Predecessore di fel. mem. Pio
IX, la Festa del Cuore Sacratissimo di Ges si celebra in tutta la Chiesa, desiderio Nostro
vivissimo, Venerabili Fratelli, che questa centenaria ricorrenza sia ricordata dal popolo
cristiano, dovunque e solennemente con pubblici omaggi di adorazione, di ringraziamento
e di riparazione da offrirsi al Cuore divino di Ges. Queste manifestazioni poi di cristiano
giubilo e di cristiana piet dovranno indubbiamente essere celebrate con specialissimo
fervore in comunione tuttavia di carit e di preghiera con i fedeli della Chiesa
universale in quella Nazione, nella quale, non senza un arcano disegno di Dio, ebbe i
natali la santa Vergine che fu promotrice e aralda infaticabile di questa devozione.
Frattanto, confortati da soavissima speranza e gi{ pregustando con lanimo quei frutti
spirituali che, come confidiamo, deriveranno copiosi alla Chiesa dal culto al Cuore
Sacratissimo di Ges purch sia rettamente compreso e fervidamente praticato,
conformemente a quanto abbiamo esposto, innalziamo supplichevoli preci a Dio,
affinch si degni di assecondare questi ardentissimi Nostri voti col valido sostegno delle
sue grazie; ed esprimiamo altres il voto che, col favore dellAltissimo, la piet{ dei fedeli
verso il Cuore Sacratissimo di Ges ritragga dalle celebrazioni di questanno un sempre
maggiore incremento e pi ampiamente si espanda su tutti nel mondo intero il soavissimo
suo impero e regno: regno di verit e di vita; regno di santit e di grazia; regno di
giustizia, di amore e di pace (126).
Quale auspicio poi di questi doni celesti, sia a voi personalmente, Venerabili Fratelli, sia al
clero e a tutti i fedeli affidati alle vostre cure pastorali, e particolarmente a coloro che si
studiano con ogni mezzo di promuovere ed accrescere il culto verso il Cuore Sacratissimo
di Ges, impartiamo con tutta leffusione dellanimo lApostolica Benedizione.
Dato a Roma, presso San Pietro , il giorno 15 del mese di maggio 1956, nel diciottesimo anno del Nostro Pontificato.
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PIO XII
1 Is., XII, 3.
2 Iac., I, 17.
3 Ioann., VII, 37-39.
4 Cf. Is., XII, 3; Ez., XLVII, 1-12; Zach., XIII, 1; Ex.,
XVII, 1-7; Num., XX, 7-13; I Cor., X, 4; Apoc., VII, 17;
XXII, 1.
5 Rom., V, 5.
6 I Cor., VI, 17.
7 Ioann., IV, 10.
8 Act., IV, 12.
9 Enc. Annum Sacrum, 25 Maii 1899; Acta Leonis,
vol. XIX, 1900, pp. 71, 77-78.
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10 Enc. Miserentissimus Redemptor, 8 Maii 1928:
A.A.S., XX, 1928, p. 167.
11 Cf. Enc. Summi Pontificatus, 20 Octob. 1939:
A.A.S., XXXI, 1939, p. 415
12 Cf. A.A.S., XXXII, 1940, p. 276; XXXV, 1943, p. 170;
XXXVII, 1945, pp. 263-264; XL, 1948, p. 501; XLI,
1949, p. 331.
13 Eph., III, 20-21.
14 Is., XII, 3.
15 Conc. Ephes., can. 8; cf. Mansi, Sacrorum
Conciliorum Ampliss. Collectio, IV, 1083 C.; Conc.
Const. II, can. 9; Cf. ibid. IX, 382 E.
16 Cf. Enc. Annum sacrum: Acta Leonis, vol. XIX,
1900, p. 76.
17 Cf. Ex., XXXIV, 27-28.
18 Deut., VI, 4-6.
19 Sum. Theol., II-II, q. 2, a. 7; ed. Leon., tom. VIII,
1895, p. 34.
20 Deut., XXXII, 11.
21 Os., XI, 1. 3-4; XIV, 5-6.
22 Is., XLIX, 14-15.
23 Cant., II, 2; VI, 2; VIII, 6.
24 Ioann., I, 14.
25 Ier., XXXI, 3; 31. 33-34.
26 Cf. Ioann., I, 29; Hebr., IX, 18-28; X, 1-17.
27 Ioann., I, 16-17.
28 Ioann., XXI, 20.
29 Eph., III, 17-19.
30 Sum. Theol., III, q. 48, a. 2; ed. Leon., tom. XI,
1903, p. 464.
31 Cf. Enc. Miserentissimus Redemptor: A.A.S., XX,
1928, p. 170.
32 Eph., II, 4; Sum. Theol., III, q. 46, a. 1 ad 3; ed.
Leon., tom. XI, 1903, p. 436.
33 Eph., III, 18.
34 Ioann., IV, 24.
35 II Ioann., 7.
36 Cf. Luc., I, 35.
37 S. Leo Magnus, Epist. dogm. Lectis dilectionis
tuae ad Flavianum Const. Patr., 13 Iun., a. 449;
cf. P.L., LIX, 763.
38 Conc. Chalced., a. 451; cf. Mansi, Op. cit. VII, 115
B.
39 S. Gelasius Papa, tract. III: Necessarium de
duabus naturis in Christo, cf. A. Thiel, Epist. Rom.
Pont. a S. Hilaro usque ad Pelagium II, p. 532.
40 Cf. S. Thom., Sum. Theol., III, q. 15, a. 4; q. 18, a.
6; ed. Leon. tom. XI, 1903, p. 189 et 237.
41 Cf. I Cor., 1, 23.
42 Hebr., II, 11-14; 17-18.
43 Apol., II, 13: P.G., VI, 465.
44 Epist. 261, 3: P.G., XXXII, 972.
45 In Ioann., Homil. 63, 2: P.G., LIX, 350.
46 De fide ad Gratianum, II, 7, 56: P.L., 594.
47 Cf. Super Matth., XXVI, 37: P.L., XXVI, 205.
48 Enarr. in Ps. LXXXVII, 3: P.L., XXXVII, 1111.
49 De Fide Orth., III, 6: P.G., XCIV, 1006.
50 Ibid., III, 20: P.G., XCIV, 1081.
51 Sum. Theol., I-II, q. 48, a. 4; ed. Leon., tom. VI,
1891, p. 306.
52 Col., II, 9.
53 Cf. Sum. Theol., III, q. 9, aa. 1-3: ed. Leon., tom.
XI, 1903, p. 142.
54 Cf. Ibid., III, q. 33, a. 2 ad 3m; q.
46, a. 6: ed. Leon. tom. XI, 1903, pp. 342, 433.
55 Tit., III, 4.
56 Matth., XXVII, 50; Ioann., XIX, 30.
57 Eph., II, 7.
58 Hebr., X, 5-7, 10.
59 Registr. epist., lib. IV, ep. 31 Ad Theodorum
medicum: P.L., LXXVII, 706.
60 Marc., VIII, 2.
61 Matth., XXIII, 37.
62 Matth., XXI, 13.
63 Matth., XXVI, 39.
64 Matth., XXVI, 50; Luc., XXII, 48.
65 Luc., XXIII, 28, 31.
66 Luc., XXIII, 34.
67 Matth., XXVII, 46.
68 Luc., XXIII, 43.
69 Ioann., XIX, 28.
70 Luc., XXIII, 46.
71 Luc., XXII, 15.
72 Luc., XXII, 19-20.
73 Mal., I, 11.
74 De sancta virginitate, VI: P.L., XL, 399.
75 Ioann., XV, 13.
76 I Ioann., III, 16.
77 Gal., II, 20.
78 Cf. S. Thom., Sum. Theol. III, q. 19, a. 1: ed.
Leon., tom. XI, 1903, p. 329.
79 Sum. Theol., Suppl., q. 42, a. 1 ad 3m: ed. Leon.,
tom. XII, 1906, p. 81.
80 Hymn. ad Vesp. Festi Ss.mi Cordi Iesu.
81 Sum. Theol., III, q. 66, a. 3 ad 3m: ed. Leon.,
tom. III, 1906, p. 65.
82 Eph., V, 2.
83 Eph., IV, 8, 10.
84 Ioann., XIV, 16.
85 Col., II, 3.
86 Rom., VIII, 35, 37-39.
87 Eph., V, 25-27.
88 Cf. I Ioann., II, 1.
89 Hebr., VII, 25.
90 Hebr., V, 7.
91 Ioann., III, 16.
92 S. Bonaventura, Opusc. X: Vitis mystica, c. III,
n. 5; Opera omnia. Ad Claras Aquas (Quaracchi)
1898, tom. VIII, p. 164; cf. S. Thom., Sum. Theol.,
III, q. 54, a. 4: ed. Leon., tom. XII, 1903, p. 513.
93 Rom., VIII, 32.
94 Cf. Sum. Theol., III, q. 48, a. 5: ed. Leon., tom.
XI, 1903, p. 467.
95 Luc., XII, 50.
96 Ioann., XX, 28.
97 Ioann., XIX, 37; cf. Zach., XII, 10.
98 Cf. Litt. Enc. Miserentissimus Redemptor
A.A.S., XX, 1928, pp. 167-168.
99 Cf. A. Gardellini, Decreta authentica, 1857, n.
4579, tom. III, p. 174.
100 Cf. Decr. S. C. Rit., apud N. Nilles, De
rationibus festorum Sacratssimi Cordis Iesu et
purissimi Cordis Mariae, 5a ed., Imusbruck, 1885,
tom. I, p. 167.
101 Eph., III, 14, 16-19.
102 Tit., III, 4.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 45

103 Ioann., III, 17.
104 Ioann., IV, 23-24.
105 Innocentius XI, Constit. Ap. Coelestis Pastor,
19 Novembris 1687; Bullarium Romanum, Romae,
1734, tom. VIII, p. 443.
106 Sum. Theol., II-II, q. 81 a. 3 ad 3m: ed. Leon.,
tom. IX, 1897, p. 180.
107 Ioann., XIV, 6.
108 Ioann., XIII, 34; XV, 12.
109 Ier., XXXI, 31.
110 Comment. in Evang S. Ioann., c. XIII, lect. VII,
3, ed. Parmae, 1860, tom. X, p. 541.
111 Sum. Theol., II-II, q. 82, a. 1: ed. Leon., tom. IX,
1897, p. 187.
112 Ibid., I, q. 38, a. 2: ed. Leon., tom. IV, 1888, p.
393.
113 Marc., XII, 30; Matth., XXII, 37.
114 Cf. Leo XIII, Enc. Annum Sacrum: Acta Leonis,
vol. XIX, 1900, p. 71 sq.; Decr. S. C. Rituum, 28 Iun.
1899, in Decr. Auth., III, n. 3712; Pius XI, Enc.
Miserentissimus Redemptor: A.A.S., 1928, p. 117
sq.; Decr. S. C. Rit., 29 Ian. 1929: A.A.S., XXI, 1929,
p. 77.
115 Luc., XV, 22.
116 Exposit. in Evang. sec. Lucam, I, X, n. 175: P.L.,
XV, 1942.
117 Cf. S. Thom., Sum. Theol., II-II, q. 34, a. 2: ed.
Leon., tom. VIII, 1895.
118 Matth., XXIV, 12.
119 Cf. Enc. Miserentissimus Redemptor: A.A.S.,
XX, 1928, p. 166.
120 Is., XXXII, 17.
121 Enc. Annum Sacrum: Acta Leonis, vol. XIX,
1900, p. 79; Miserentissimus Redemptor: A.A.S.,
XX, 1928, p. 167.
122 Litt. Apost. quibus Archisodalitas a Corde
Eucharistico Iesu ad S. Ioachim de Urbe erigitur,
17 Febr. 1903: Acta Leonis, vol. XXII 1903, p. 307 sq.;
cf. Enc. Mirae caritatis, 22 Maii 1902: Acta Leonis,
vol. XXII, 1903, p. 116.
123 S. Albertus M., De Eucharistia, dist. VI, tr. 1, c.
1: Opera omnia, ed. Borgnet, vol. XXXVIII,
Parisiis, 1890, p. 358.
124 Enc. Tametsi: Acta Leonis, vol XX, 1900, p. 303.
125 Cf. A.A.S., XXXIV 1942, p. 345 sq.
126 Ex Miss. Rom., Praef. Iesu Christi Regis.
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LETTERA DI SUA SANTIT BENEDETTO XVI
AL PREPOSITO GENERALE DELLA COMPAGNIA DI GES
IN OCCASIONE DEL 50 ANNIVERSARIO
DELLENCICLICA HAURIETIS AQUAS
Al Reverendissimo Padre
PETER-HANS KOLVENBACH, S.I.
Preposito Generale della Compagnia di Ges

Le parole del profeta Isaia - Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza (Is 12,3) - che
aprono lEnciclica con cui Pio XII ricordava il primo centenario dellestensione allintera Chiesa della
Festa del Sacro Cuore di Ges - oggi, 50 anni dopo, non hanno perso nulla del loro significato. Nel
promuovere il culto al Cuore di Ges, lEnciclica Haurietis aquas esortava i credenti ad aprirsi al
mistero di Dio e del suo amore, lasciandosi da esso trasformare. A cinquantanni di distanza resta
compito sempre attuale dei cristiani continuare ad approfondire la loro relazione con il Cuore di Ges
in modo da ravvivare in se stessi la fede nellamore salvifico di Dio, accogliendolo sempre meglio nella
propria vita.
Il costato trafitto del Redentore la sorgente alla quale ci rimanda l'Enciclica Haurietis aquas: a
questa sorgente dobbiamo attingere per raggiungere la vera conoscenza di Ges Cristo e sperimentare
pi a fondo il suo amore. Potremo cos meglio comprendere che cosa significhi conoscere in Ges
Cristo l'amore di Dio, sperimentarlo tenendo fisso lo sguardo su di Lui, fino a vivere completamente
dell'esperienza del suo amore, per poi poterlo testimoniare agli altri. Infatti, per riprendere
un'espressione del mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II, vicino al Cuore di Cristo, il cuore
umano apprende a conoscere il senso vero e unico della vita e del proprio destino, a comprendere il
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 46

valore d'una vita autenticamente cristiana, a guardarsi da certe perversioni del cuore, a
unire l'amore filiale verso Dio all'amore verso il prossimo. Cos - ed la vera riparazione richiesta dal
Cuore del Salvatore - sulle rovine accumulate dall'odio e dalla violenza, potr essere edificata la civilt
del Cuore di Cristo (Insegnamenti, vol. IX/2, 1986, p. 843).

Conoscere l'amore di Dio in Ges Cristo
NellEnciclica Deus caritas est ho citato laffermazione della prima Lettera di san Giovanni: Noi
abbiamo riconosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto, per sottolineare che all'origine
dell'essere cristiani c' l'incontro con una Persona (cfr n. 1). Poich Dio si manifestato nella maniera
pi profonda attraverso l'incarnazione del suo Figlio, rendendosi visibile in Lui, nella relazione con
Cristo che possiamo riconoscere chi veramente Dio (cfr Enc. Haurietis aquas, 29-41; Enc. Deus caritas
est, 12-15). Ed ancora: poich l'amore di Dio ha trovato la sua espressione pi profonda nel dono che
Cristo ha fatto della sua vita per noi sulla Croce, soprattutto guardando alla sua sofferenza e alla sua
morte che possiamo riconoscere in maniera sempre pi chiara l'amore senza limiti che Dio ha per noi:
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui non
muoia ma abbia la vita eterna (Gv 3,16).
Questo mistero dell'amore di Dio per noi, peraltro, non costituisce soltanto il contenuto del culto e
della devozione al Cuore di Ges: esso , allo stesso modo, il contenuto di ogni vera spiritualit e
devozione cristiana. E quindi importante sottolineare che il fondamento di questa devozione antico
come il cristianesimo stesso. Infatti, essere cristiano possibile soltanto con lo sguardo rivolto alla
Croce del nostro Redentore, a Colui che hanno trafitto (Gv 19,37; cfr Zc 12,10). A ragione l'Enciclica
Haurietis aquas ricorda che la ferita del costato e quelle lasciate dai chiodi sono state per
innumerevoli anime i segni di un amore che ha informato sempre pi incisivamente la loro vita (cfr n.
52). Riconoscere l'amore di Dio nel Crocifisso diventata per esse un'esperienza interiore che ha fatto
loro confessare, insieme a Tommaso: Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28), permettendo loro di
raggiungere una fede pi profonda nellaccoglienza senza riserva dell'amore di Dio (cfr Enc. Haurietis
aquas, 49).

Sperimentare lamore di Dio volgendo lo sguardo al Cuore di Ges Cristo
Il significato pi profondo di questo culto all'amore di Dio si manifesta soltanto quando si considera
pi attentamente il suo apporto non solo alla conoscenza, ma anche, e soprattutto, allesperienza
personale di tale amore nella dedizione fiduciosa al suo servizio (cfr Enc. Haurietis aquas, 62).
Ovviamente, esperienza e conoscenza non possono essere separate tra loro: l'una fa riferimento
all'altra. Occorre peraltro sottolineare che una vera conoscenza dell'amore di Dio possibile soltanto
nel contesto di un atteggiamento di umile preghiera e di generosa disponibilit. Partendo da tale
atteggiamento interiore, lo sguardo posato sul costato trafitto dalla lancia si trasforma in silenziosa
adorazione. Lo sguardo al costato trafitto del Signore, dal quale scorrono sangue e acqua (cfr Gv
19,37), ci aiuta a riconoscere la moltitudine dei doni di grazia che da l provengono (cfr Enc. Haurietis
aquas, 34-41) e ci apre a tutte le altre forme di devozione cristiana che sono comprese nel culto al Cuore
di Ges.
La fede intesa come frutto dell'amore di Dio sperimentato una grazia, un dono di Dio. Ma l'uomo
potr sperimentare la fede come una grazia soltanto nella misura in cui egli l'accetta dentro di s
come un dono, di cui cerca di vivere. Il culto dell'amore di Dio, al quale l'Enciclica Haurietis aquas
invitava i fedeli (cfr ibid., 72), deve aiutarci a ricordare incessantemente che Egli ha preso su di s
questa sofferenza volontariamente per noi, per me. Quando pratichiamo questo culto, non solo
riconosciamo con gratitudine l'amore di Dio, ma continuiamo ad aprirci a tale amore in modo che la
nostra vita ne sia sempre pi modellata. Dio, che ha riversato il suo amore nei nostri cuori per mezzo
dello Spirito Santo che ci stato dato (cfr Rm 5,5), ci invita instancabilmente ad accogliere il suo
amore. L'invito a donarsi interamente all'amore salvifico di Cristo e a votarsi ad esso (cfr ibid., n. 4) ha
quindi come primo scopo il rapporto con Dio. Ecco perch questo culto, totalmente rivolto all'amore di
Dio che si sacrifica per noi, di cos insostituibile importanza per la nostra fede e per la nostra vita
nellamore.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 47


Vivere e testimoniare l'amore sperimentato
Chi accetta l'amore di Dio interiormente, da esso plasmato. L'amore di Dio sperimentato viene
vissuto dall'uomo come una chiamata alla quale egli deve rispondere. Lo sguardo rivolto al Signore,
che ha preso le nostre infermit{ e si addossato le nostre malattie (Mt 8, 17), ci aiuta a divenire pi
attenti alla sofferenza ed al bisogno degli altri. La contemplazione adorante del costato trafitto dalla
lancia ci rende sensibili alla volont salvifica di Dio. Ci rende capaci di affidarci al suo amore salvifico
e misericordioso e al tempo stesso ci rafforza nel desiderio di partecipare alla sua opera di salvezza
diventando suoi strumenti. I doni ricevuti dal costato aperto, dal quale sono sgorgati sangue e acqua
(cfr Gv 19,34), fanno s che la nostra vita diventi anche per gli altri sorgente da cui promanano fiumi di
acqua viva (Gv 7,38) (cfr Enc. Deus caritas est, 7). L'esperienza dell'amore attinta dal culto del costato
trafitto del Redentore ci tutela dal rischio del ripiegamento su noi stessi e ci rende pi disponibili ad
una vita per gli altri. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi, quindi
anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Gv 3,16) (cfr Enc. Haurietis aquas, 38).
La risposta al comandamento dell'amore resa possibile soltanto dall'esperienza che questo amore ci
gi stato donato prima da Dio (cfr Enc. Deus caritas est, 14). Il culto dell'amore che si rende visibile
nel mistero della Croce, ripresentato in ogni Celebrazione eucaristica, costituisce quindi il
fondamento perch noi possiamo divenire persone capaci di amare e di donarsi (cfr Enc. Haurietis
aquas, 69), divenendo strumento nelle mani di Cristo: solo cos si pu essere annunciatori credibili del
suo amore. Questo aprirsi alla volont di Dio, per, deve rinnovarsi in ogni momento: L'amore non
mai finito e completo (cfr Enc. Deus caritas est, 17). Lo sguardo al costato trafitto dalla lancia, nel
quale rifulge la sconfinata volont di salvezza da parte di Dio, non pu quindi essere considerato come
una forma passeggera di culto o di devozione: l'adorazione dell'amore di Dio, che ha trovato nel
simbolo del cuore trafitto la sua espressione storico-devozionale, rimane imprescindibile per un
rapporto vivo con Dio (cfr Enc. Haurietis aquas, 62).
Con laugurio che la ricorrenza cinquantenaria valga a stimolare in tanti cuori una risposta sempre
pi fervida allamore del Cuore di Cristo, imparto a Lei, Reverendissimo Padre, e a tutti i Religiosi della
Compagnia di Ges, sempre molti attivi nella promozione di questa fondamentale devozione, una
speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 15 maggio 2006
BENEDICTUS PP. XVI
Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana

A CINQUANTANNI DALLENCICLICA HAURIETIS AQUAS DI PAPA PIO XII.
UNA MEDITAZIONE DEL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI
La devozione al Sacro Cuore di Ges
Lo scorso 15 maggio papa Benedetto XVI ha inviato al generale della Compagnia di Ges una lettera in occasione
dei cinquantanni dellenciclica Haurietis aquas. Pio XII a sua volta aveva scritto quellenciclica per celebrare e
ricordare a tutti il primo centenario dellestensione allintera Chiesa della festa del Sacro Cuore di Ges. In questo
modo, approfittando della concatenazione degli anniversari, il Papa ha voluto riallacciarsi al filo ininterrotto di
quella devozione che da secoli accompagna e conforta tanti cristiani nel loro cammino. In questa occasione
abbiamo chiesto alcune riflessioni al cardinale Martini, ed egli ci ha inviato il testo che segue.
#
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 48

del cardinale Carlo Maria Martini sj
Ricordo molto bene il tempo in cui usc lenciclica Haurietis aquas in gaudio. Io ero allora studente di Sacra
Scrittura e membro della comunit{ del Pontificio Istituto Biblico, dovera professore lillustre biblista padre
Agostino Bea, poi fatto cardinale da papa Giovanni XXIII. Padre Bea era uno stretto collaboratore di papa Pio XII,
e si diceva nella comunit, penso con buone ragioni, che egli avesse contribuito a preparare questo documento.
Certamente colpiva limpostazione biblica di tutto il testo, a partire dal titolo, che una citazione dal libro di
Isaia (12, 3). Perci lenciclica (che portava la data del 15 maggio 1956) fu letta con molta attenzione dalla comunit{
dellIstituto Biblico, che ne apprezzava in particolare il fondamento sui testi della Scrittura. Nel passato invece
tale devozione, che di per s ha una lunga storia nella Chiesa, si era sviluppata tra il popolo a partire soprattutto
da cosiddette rivelazioni di tipo privato, come quelle a santa Margherita Maria nel secolo XVII. La percezione di
come in essa venisse sintetizzato concretamente il messaggio biblico dellamore di Dio era qualcosa che ci
riavvicinava a questa devozione tradizionale, che nel passato recente era stata molto sentita soprattutto nella
Compagnia di Ges, in particolare nella sua lotta contro il rigorismo giansenista.
Il fatto che papa Benedetto abbia voluto scrivere una lettera per ricordare questa enciclica proprio al superiore
generale della Compagnia di Ges si deve certamente anche al fatto che i Gesuiti si consideravano
particolarmente responsabili della diffusione di questa devozione nella Chiesa. Ci veniva anche affermato da
santa Margherita Maria, secondo la quale questo incarico era stato voluto dallo stesso Signore che si manifestava
a lei.
Fu cos che la devozione al Sacro Cuore mi fu presentata nel noviziato dei Gesuiti, negli anni Quaranta del secolo
passato. Ci mi portava a riflettere sul modo con cui fosse possibile vivere questa devozione e daltra parte
lasciarsi ispirare nella propria vita spirituale dalla ricchezza e dalla meravigliosa variet della parola di Dio
contenuta nelle Scritture.
E questa domanda si poneva con tanta pi insistenza in quanto anche il mio personale cammino cristiano si era
imbattuto in qualche modo fin dalla fanciullezza con questa devozione. Essa mi era stata instillata da mia madre
con la pratica dei primi venerd del mese. In questo giorno la mamma ci faceva alzare presto per andare alla
messa nella chiesa parrocchiale e fare la comunione. Cera la promessa che chi si fosse confessato e avesse fatto la
comunione per nove primi venerd del mese di seguito (non era permesso saltarne uno!) poteva essere certo di
ottenere la grazia della perseveranza finale. Questa promessa era molto importante per mia madre. Ricordo che
per noi ragazzi cera anche un altro motivo per recarsi cos presto alla messa. Infatti si prendeva allora la
colazione in un bar con una buona brioche.
Una volta fatta la comunione per nove primi venerd di seguito, era opportuno ripetere la serie, per essere sicuri di
ottenere la grazia desiderata. Ne venne poi anche labitudine di dedicare questo giorno al Sacro Cuore di Ges,
abitudine che poi da mensile era divenuta settimanale: ogni venerd dellanno era dedicato in qualche modo al
Cuore di Cristo.
Cos era nel mio ricordo la devozione di allora. Essa era concentrata soprattutto sullonore e sulla riparazione al
Cuore di Ges, visto un po in s stesso, quasi separato dal resto del corpo del Signore. Alcune immagini
riproducevano infatti soltanto il Cuore del Signore, coronato di spine e trafitto dalla lancia.
Uno dei meriti dellenciclica Haurietis aquas era proprio di aiutare a porre tutti questi elementi nel loro contesto
biblico e soprattutto di mettere in risalto il significato profondo di tale devozione, cio lamore di Dio, che
dalleternit{ ama il mondo e ha dato per esso il suo Figlio (Gv 3, 16; cfr. Rm 8, 32, ecc.).
Cos il culto del Cuore di Ges cresciuto in me col passare del tempo. Forse si un po affievolito per quanto
riguarda il suo simbolo specifico, cio il cuore di Ges. diventato, per me e per tanti altri nella Chiesa, una
devozione verso lintimo della persona di Ges, verso la sua coscienza profonda, la sua scelta di dedizione totale a
noi e al Padre. In questo senso il cuore viene considerato biblicamente come il centro della persona e il luogo delle
sue decisioni. cos che vedo come questa devozione ci aiuta ancora oggi a contemplare ci che essenziale nella
vita cristiana, cio la carit. Comprendo anche meglio come essa in stretta relazione con la Compagnia di Ges,
la quale generata spiritualmente dagli Esercizi di santIgnazio di Loyola. Infatti gli Esercizi sono un invito a
contemplare a lungo Ges nei misteri della sua vita, morte e resurrezione, per poterlo conoscere, amare e seguire.
Alcuni episodi della vita di Ges tratti dalla Maest{ di Duccio di Buoninsegna, Museo dellOpera, Siena; qui sopra,
lultima cena, particolare
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 49

Alcuni episodi della vita di Ges tratti dalla Maest{ di Duccio di Buoninsegna, Museo dellOpera,
Siena; qui sopra, lultima cena, particolare
Grande merito di questa devozione stato dunque quello di avere portato lattenzione sulla centralit{ dellamore
di Dio come chiave della storia della salvezza. Ma per cogliere questo era necessario imparare a leggere le
Scritture, a interpretarle in maniera unitaria, come una rivelazione dellamore di Dio verso lumanit{. Lenciclica
Haurietis aquas segn un momento decisivo di questo cammino.
Come si avuto e si avr{ ancora in futuro uno sviluppo positivo dei semi lanciati dallenciclica nel terreno della
Chiesa? Penso che un momento fondamentale stato quello del Concilio Vaticano II, nella sua costituzione Dei
Verbum. Essa ha esortato lintero popolo di Dio a una familiarit{ orante con le Scritture. Di qui anche le diverse
devozioni ricevono approfondimento e nutrimento solido.
Il punto di arrivo odierno lo potremmo vedere nella enciclica di papa Benedetto XVI Deus caritas est. Egli scrive:
Nella storia damore che la Bibbia ci racconta, Dio ci viene incontro, cerca di conquistarci fino allUltima Cena,
fino al Cuore trafitto sulla croce, fino alle apparizioni del Risorto; e conclude dicendo: Allora cresce
labbandono in Dio e Dio diventa la nostra gioia (cfr. Sal 73 [72], 23-28). Si tratta perci di leggere con sempre
maggiore intelligenza spirituale le Sacre Scritture, tenendo desta lattenzione a ci che sta alla radice di tutta la
storia di salvezza, cio lamore di Dio per lumanit{ e il comandamento dellamore del prossimo, sintesi di tutta la
Legge e dei Profeti (cfr. Mt 7,12).
In questo modo saranno messe a tacere anche oggi quelle che sono state lungo i secoli le obiezioni al culto del
Sacro Cuore, che lo accusavano di intimismo o di fomentare un atteggiamento passivo, a scapito del servizio del
prossimo. Pio XII ricordava e confutava queste difficolt, che non sono scomparse neppure ai nostri tempi, se
Benedetto XVI pu scrivere nella sua enciclica: venuto il momento di riaffermare limportanza della preghiera
di fronte allattivismo e allincombente secolarismo di molti cristiani impegnati nel lavoro caritativo (n. 37).
Un altro merito dellenciclica Haurietis aquas consisteva nel sottolineare limportanza dellumanit{ di Ges. In
questo riprendeva le riflessioni dei Padri della Chiesa sul mistero dellIncarnazione, insistendo sul fatto che il
cuore di Ges dovette indubbiamente palpitare damore e dogni altro affetto sensibile (cfr. nn. 21-28). Perci
lenciclica aiuta a difendersi da un falso misticismo che tenderebbe a superare lumanit{ di Cristo per avvicinarsi
in maniera in qualche modo diretta al mistero ineffabile di Dio. Come hanno sostenuto non solo i Padri della
Chiesa, ma anche i grandi santi come santa Teresa dAvila e santIgnazio di Loyola, lumanit{ di Ges rimane un
passaggio ineliminabile per comprendere il mistero di Dio. Non si tratta quindi di venerare soltanto il Cuore di
Ges come simbolo concreto dellamore di Dio per noi, ma di contemplare la pienezza cosmica della figura di
Cristo: Egli prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui perch piacque a Dio di far abitare in lui ogni
pienezza (Col 1, 17.19).
La devozione al Sacro Cuore ci ricorda anche come Ges abbia donato s stesso con tutto il cuore, cio volentieri
e con entusiasmo. Ci viene dunque detto che il bene va fatto con gioia, perch vi pi gioia nel dare che nel
ricevere (At 20, 35) e Dio ama chi dona con gioia (2Cor 9, 7). Ci tuttavia non deriva da un semplice proposito
umano ma una grazia che Cristo stesso ci ottiene, un dono dello Spirito Santo che rende facile ogni cosa e ci
sostiene nel cammino quotidiano, anche nelle prove e nelle difficolt.
Infine vorrei far menzione di quello che chiamato Apostolato della preghiera, che nato nel secolo XIX, a opera
di padri gesuiti, in stretta connessione con la devozione al Sacro Cuore. Ritengo che esso metta a disposizione di
tutti i fedeli, con lofferta quotidiana della giornata in unione con lofferta eucaristica che Ges fa di s, uno
strumento molto semplice per mettere in pratica quanto dice san Paolo nellinizio della seconda parte della
Lettera ai Romani, dando una sintesi pratica della vita cristiana: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di
Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; questo il vostro culto spirituale (Rm
12, 1).
Tante persone semplici possono trovare nellapostolato della preghiera un aiuto per vivere il cristianesimo in
maniera autentica. Esso ci ricorda anche limportanza della vita interiore e della preghiera. A Gerusalemme si
sente in maniera particolare come la preghiera, e in particolare lintercessione, costituisca una priorit{. Non
naturalmente soltanto la povera preghiera di ciascun singolo, ma una preghiera unita allintercessione di tutta la
Chiesa, la quale a sua volta non che un riflesso dellintercessione di Ges per tutta lumanit{.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 50

Questintercessione si eleva senza interruzione da parte di Ges al Padre per la pace
tra gli uomini e per la vittoria dellamore sullodio e sulla violenza. Abbiamo tanto bisogno di
questo ai nostri giorni, soprattutto in questa citt{ della preghiera e citt{ della sofferenza che
Gerusalemme.

Significato

Lo scopo dell'adorazione del Sacro Cuore quello di onorare con maggior fervore
e devozione l'amore di Ges Cristo che si offre e che lascia il segno vivo di tale offerta nel Sacramento
dell'Eucaristia.
Lo spirito della devozione verso il Sacro Cuore dunque onorare le sofferenze
passate da Cristo e riparare le ingratitudini e gli affronti di cui fatto oggetto
ogni giorno nell'Eucaristia.
Al Cuore di Ges la Chiesa cattolica rende culto di latria (adorazione), che si
rende solo a Dio. Nel Cuore di Ges la Chiesa adora:
uno degli organi della sua umanit, che, per l'intima unione con la Divinit,
ha diritto all'adorazione;
l'amore del Salvatore per gli uomini, di cui simbolo il suo cuore.

Solennit del Sacratissimo Cuore di Ges.
La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1672, e divenne universale
per tutta la Chiesa nel 1856.
Viene celebrata il venerd successivo all'ottava della solennit del Corpus Domini, se questa si festeggia nel II
gioved dopo Pentecoste; se il Corpus Domini si festeggia di domenica, la Solennit del Sacro Cuore si celebra il
venerd immediatamente successivo.
Le origini
La devozione al Sacro Cuore era gi praticata nel Medioevo, ma senza avere una festa
corrispondente.
Nella seconda met del XVII secolo l'oratoriano San Giovanni Eudes (1601-1680) fu il primo a
celebrare, all'interno della sua comunit e con il permesso del Vescovo di Rennes, una festivit in
onore del Cuore di Ges, il 20 ottobre 1672.
Un ulteriore impulso al culto del Cuore di Cristo venne poi da Santa Margherita Maria Alacoque
(1647-1690). Quest'ultima fu oggetto di rivelazioni private da parte del Sacro Cuore, che le chiese di
propagare la devozione e di far istituire la relativa festa.
La Solennit del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685. Le
prime due celebrazioni in onore del Sacro Cuore, presente Margherita, si ebbero nel Noviziato del
monastero dove ella si trovava, a Paray le Monial, il 20 luglio 1685 e il 21 giugno 1686.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 51

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La Festa per la Chiesa polacca

Il 6 febbraio 1765 Papa Clemente XIII (1758-1769) accord alla Polonia e all'Arciconfraternita Romana
del Sacro Cuore la festa del Sacro Cuore di Ges; nel pensiero del Pontefice la festa doveva diffondere
nella Chiesa quanto rivelato da Ges a santa Margherita, ma dandogli un nuovo orientamento: la
festa non sarebbe pi stata soltanto un'amorosa contemplazione e un'adorazione di quel Cuore che
ha tanto amato, ma anche una riparazione per le offese e ingratitudini ricevute. Nell'anniversario dei
duecento anni dell'istituzione della festa Papa Paolo VI pubblic la Lettera apostolica Investigabiles
divitias Christi.

L'istituzione della Festa per la Chiesa universale

Nel 1856 Papa Pio IX rese universale per tutta la Chiesa la Solennit del Sacro Cuore, introducendola
nel Calendario liturgico della Chiesa Latina, fissandone la data al terzo venerd dopo Pentecoste.
Sull'onda della devozione sorsero molte cappelle, oratori, chiese, basiliche e santuari dedicati al
Sacro Cuore di Ges. A Parigi si diede inizio alla costruzione della basilica del Sacro Cuore, sulla
collina del quartiere di Montmartre: essa fu iniziata nel 1876 e conclusa nel 1899; tutte le categorie
sociali e militari della Francia, contribuirono al finanziamento dell'opera.
Proliferarono quadri e stampe raffiguranti il Sacro Cuore fiammeggiante, quasi sempre posto sul
petto di Ges che lo indica agli uomini; si organizz la pia pratica del 1 venerd del mese; si
composero le Litanie del Sacro Cuore, e il mese di giugno fu dedicato al suo culto.

I formulari liturgici
Le letture

Vari formulari si sono succeduti nel corso del tempo, il che dimostra che non facile fissare con
esattezza l'oggetto della celebrazione. Il Messale Romano del 1970 riprende in gran parte i testi del
formulario Cogitationes promulgato da Pio XI nel 1929, e lo arricchisce con nove letture bibliche
distribuite nei tre Anni A, B e Anno C.
Il tema predominante nella letture della Messa l'amore di Dio rivelato in Cristo.
Nell'Anno A le lettura parlano dell'esperienza dell'elezione, alla cui origine vi l'iniziativa
gratuita di Dio, che si manifesta in tutta la sua evidenza in Cristo.
Le letture del ciclo B presentano in maniera particolare la rivelazione e il dono che il Padre ha
fatto del suo amore attraverso Ges.
Le letture del ciclo C sviluppano il tema della misericordia e della sollecitudine di Dio, fatta
conoscere in Ges Buon Pastore che va in cerca della pecorella smarrita.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 52

L'eucologia

Le orazioni riprendono in parte i testi del Messale anteriore; presentata una colletta alternativa
nuova, e il testo della orazione dopo la Comunione ha subito importanti ritocchi.
Sono ancora presenti i termini "riparazione" ed "espiazione", legati agli ambienti devozionali in cui
sorta la solennit.
Il testo eucologico pi significativo il nuovo Prefazio, connotato da una precipua ispirazione
scritturale e patristica: esso presenta il mistero della salvezza in chiave cristologica, ecclesiologica e
sacramentale.

Nel Rito Ambrosiano

Anche nel Rito Ambrosiano le letture della solennit del Sacratissimo Cuore di Ges seguono il ciclo triennale e
non si discostano da quelle del Rito Romano se non per l'Epistola dell'Anno A. Precisamente sono formulate le
seguenti letture:
Anno A - Il Signore buono e grande nellamore

o Lettura: Dt 7,6-11 Il Signore si legato a voi e vi ha scelti.
o Epistola: Rm 15,5-9a Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi. Nel Rito
Romano si legge 1Gv 4,7-16.
o Vangelo: Mt 11,25-30 Io sono mite e umile di cuore.

Anno B - Il Signore su di me si chinato.

o Lettura: Os 11,1.3-4.8c-9 Il mio cuore si commuove dentro di me.
o Epistola: Ef 3,8-12.14-19 Conoscere lamore di Cristo che supera ogni conoscenza.
o Vangelo: Gv 19,31-37 Uno dei soldati gli colp il fianco con una lancia, e subito ne usc
sangue e acqua.

Anno C - Il Signore il mio pastore: non manco di nulla.

o Lettura: Ez 34,11-16 Io stesso condurr al pascolo le mie pecore e le far riposare.
o Epistola: Rm 5,5-11 Dio dimostra il suo amore verso di noi.
o Vangelo: Lc 15,3-7 Rallegratevi con me, perch ho trovato la mia pecora che si era
perduta.

Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 53

PAOLO VI
INVESTIGABILES DIVITIAS CHRISTI

Lettera apostolica ai Patriarchi, Primati, Arcivescovi, Vescovi dell'intero mondo cattolico, nel
secondo centenario della istituzione della festa liturgica in onore del SS. Cuore di Ges.

Venerabili Fratelli
Salute E Apostolica Benedizione

L'imperscrutabile ricchezza di Cristo (Ef 3, 8), sgorgata dal fianco squarciato del Redentore divino nel
momento in cui, morendo sulla croce, egli riconcili col Padre celeste il genere umano, stata posta in
luce cos fulgida in questi ultimi tempi dai progressi del culto al Ss. Cuore di Ges, che lietissimi frutti
ne sono derivati a beneficio della Chiesa.
Infatti, dopo che il nostro misericordioso Salvatore, apparendo, come si riferisce, alla eletta religiosa
Margherita Maria Alacoque nella cittadina di Paray-le-Monial, ripetutamente domand che tutti gli
uomini, come in una pubblica gara di preghiere, onorassero il suo Cuore, ferito per amore nostro, e in
tutti i modi riparassero le offese ad esso arrecate, il culto verso il S. Cuore - gi in diversi luoghi
prestato per opera e impulso di san Giovanni Eudes - meravigliosamente fior presso il clero e il popolo
cristiano, e si diffuse in tutti i continenti. La Sede Apostolica aveva portato il coronamento a questa
venerazione, quando, il 6 febbraio del 1765, Clemente XIII, Nostro Predecessore di v. m., accogliendo le
richieste dei Vescovi di Polonia e della Arciconfraternita Romana intitolata al Cuore di Ges, concesse
alla nobile Nazione Polacca e al menzionato Sodalizio romano di celebrare la festa liturgica in onore
del Sacro Cuore, con l'Ufficio e la Messa propria, e approv cos il relativo decreto, gi emanato dalla S.
Congregazione dei Riti il 26 gennaio di quell'anno (Cf Pio XII, Lett. enc. Haurietis aquas: AAS 48 (1956),
p. 341; A. GARDELLINI, Decreta authentica S.R.C., T. II, 1856, n. 4324; T. III, n. 4579, 3).
In tal modo, avveniva che, dopo appena settantacinque anni dalla morte dell'umile Suora Visitandina,
entrassero in uso la festa liturgica e particolari riti in onore del Ss. Cuore di Ges: e tutto ci era
accolto non soltanto dal Re, dai Vescovi e dai fedeli della Polonia unitamente ai membri
dell'Arciconfraternita Romana del S. Cuore, bens anche dalle suore dell'Ordine della Visitazione, da
tutta quest'alma Citt, dai Vescovi e dalla Regina della Nazione Francese, dai superiori e dai religiosi
della Compagnia di Ges, sicch in breve tempo il culto del S. Cuore si estese a quasi tutta la Chiesa,
suscitando nelle anime cospicui frutti di santit.
Abbiamo quindi appreso con vivo compiacimento che si stanno qua e l preparando solenni
commemorazioni, ricorrendo il secondo centenario della fausta istituzione: e che soprattutto ci
avviene nella diocesi di Autun, nella quale si trova la cittadina di Paray-le-Monial, e specialmente nello
splendido tempio, che col sorge, ove confluiscono da ogni parte le pie folle dei pellegrini, che vengono
a venerare il luogo dove, come si crede, i segreti del Cuore di Ges furono s meravigliosamente rivelati
e si diffusero in tutto il mondo.
Ecco pertanto i Nostri desideri, la Nostra volont: che cio, in questa occasione, l'istituzione della festa
del S. Cuore, messa opportunamente in luce, sia celebrata con degno rilievo da voi tutti, Venerabili
Fratelli, che siete i Vescovi della Chiesa di Dio, e dalle popolazioni a voi affidate. Desideriamo che a
tutte le categorie dei fedeli siano spiegati nel modo pi adatto e completo i profondi e reconditi
fondamenti dottrinali, che illustrano gli infiniti tesori di carit del Sacro Cuore; e che si indcano
particolari funzioni sacre, che accendano sempre di pi la devozione verso tale culto, degno della pi
alta considerazione, allo scopo di ottenere che tutti i cristiani, animati da nuove disposizioni di
spirito, prestino il dovuto onore a quel Cuore divino, riparino gli innumerevoli peccati con attestazioni
di ossequio sempre pi fervorose, e conformino l'intera vita ai precetti della vera carit, che il
compimento della legge (Cf Rom 13,10).
Poich infatti il Ss. Cuore di Ges, fornace ardente di carit, simbolo ed espressiva immagine di
quell'eterno amore, nel quale Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figliuolo unigenito (Io. 3,16),
siamo certi che dette commemorazioni contribuiranno moltissimo a far s che le ricchezze dell'amore
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 54

divino siano profondamente scrutate e bene comprese; e nutriamo altres la fiducia che i
fedeli tutti ne sappiano trarre ispirazione sempre pi risoluta a configurare al Vangelo la propria vita,
a emendare diligentemente i costumi, a mettere in pratica la legge del Signore.
Ma in primo luogo desideriamo che, per mezzo di una pi intensa partecipazione al Sacramento
dell'altare, sia onorato il Cuore di Ges, il cui dono pi grande appunto l'Eucaristia. Nel sacrificio
eucaristico, infatti, si immola e si riceve il nostro Salvatore, sempre vivo a intercedere per noi (Ebr. 7,
25), il cui Cuore fu aperto dalla lancia del soldato, e rivers sull'umano genere il fiotto del suo Sangue
prezioso, commisto ad acqua; in questo eccelso sacramento, inoltre, che vertice e centro degli altri
Sacramenti, la dolcezza spirituale gustata nella sua stessa sorgente, e si ricorda quell'insigne carit,
che Cristo ha dimostrato nella sua passione (S. TOMMASO D'AQUINO, Opusculum 57). Bisogna
dunque che - per usare le parole di san Giovanni Damasceno - ci accostiamo a lui con desiderio
ardente... affinch il fuoco del nostro desiderio, ricevendo come l'ardore della brace, distrugga,
bruciandoli, i nostri peccati e illumini i cuori, e in tal modo, nel contatto abituale col fuoco divino,
diventiamo ardenti pure noi e simili a Dio (S. Giovanni Damasceno, De fide orthod., 4, 13: PG 94, 1150).
Questa ragione ci sembra quindi massimamente idonea a far s che il culto al S. Cuore, che - lo diciamo
con dolore - si in alcuni un po' affievolito, rifiorisca ogni giorno di pi, e sia da tutti considerato come
una forma nobilissima e degna di quella vera piet, che al nostro tempo, specialmente per opera del
Concilio Vaticano II, viene insistentemente richiesta verso il Cristo Ges, re e centro di tutti i cuori,
capo del corpo, che la Chiesa... il principio, il primogenito dei redivivi, affinch in tutto abbia lui il
primato (Col 1,18).
E siccome il Sacrosanto Concilio Ecumenico raccomanda grandemente i pii esercizi del popolo
cristiano... specialmente quando sono fatti per volont della Sede Apostolica (CONC. VAT. II, Cost.
sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, n. 13), questa forma di devozione sembra doversi
sommamente inculcare: di fatto, come abbiamo sopra ricordato, essa consiste essenzialmente
nell'adorazione e nella riparazione, degnamente prestata al Cristo, ed fondata soprattutto
nell'augusto mistero dell'Eucaristia, da cui, come dalle altre azioni liturgiche, consegue quella
santificazione degli uomini in Cristo, e quella glorificazione di Dio, a cui tendono tutte le altre opere
della Chiesa, come al loro fine (CONC. VAT. II, Cost. sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, n.
10).
Con l'augurio che le celebrazioni, che vorrete indire, possano contribuire nel modo pi efficace a
duraturi progressi della vita cristiana, invochiamo su di voi i doni abbondanti del divino Redentore,
mentre, in pegno della Nostra benevolenza, impartiamo con grande affetto a voi, Venerabili Fratelli, a
tutti i sacerdoti, alle comunit religiose e ai fedeli, affidati alle vostre cure, la nostra Apostolica
Benedizione.
Roma, presso la basilica di San Pietro, il 6 febbraio dell'anno 1965, secondo del nostro pontificato.
PAOLO PP. VI

Matas Aug Benet
Matas Aug Benet (Perafort, Tarragona, Spagna, 27 maggio
1936) un presbitero e liturgista spagnolo, per molti anni
professore di Liturgia all'Istituto di Teologia della Vita
Consacrata "Claretianum" di Roma.
Dati biografici

Entrato nei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria (Claretiani), profess i voti perpetui il 16
luglio 1953 a Vic (Spagna).
Fu ordinato presbitero il 23 luglio 1961 a Valls, in Tarragona (Spagna).
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 55

Consegu la licenza in Teologia presso l'Angelicum di Roma nel 1962 e il dottorato in Teologia
con specializzazione in Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico dell'Anselmianum, sempre a Roma,
nel 1967. Studi inoltre Geografia e Storia presso la Universidad Nacional de Educacin a Distanzia di
Madrid.
Svolse un'intensa attivit accademica:
Professore Lettore nel Pontificio Istituto Liturgico dell'Anselmianum di Roma dal 1968 al
2008, anno in cui divenne Onorario.
Professore Ordinario dell'Istituto di Teologia della Vita Consacrata "Claretianum" dal 1973
al 2006, anno in cui divent Emerito, e preside dello stesso Istituto dal 1976 al 1982 e dal
1991 al 1997.
Professore Icaricato su cattedra di Liturgia e Sacramentaria Generale nella Facolt di
Teologia della Pontificia Universit Lateranense di Roma dal 1990 al 2006; nell'anno
accademico 2006-2007 fu Professore Invitato.
Professore Invitato di Liturgia nel Centro de Estudios Superiores Legionarios de Cristo di
Roma nell'anno accademico 1991-1992. Essendo poi il Centro diventato Ateneo Pontificio
"Regina Apostolorum, fu invitato per dare lezioni di pastorale liturgica negli anni
accademici 1999-2000 e 2000-2001.
Professore Invitato di Introduzione alla Liturgia nella Pontificia Facolt Teologica di San
Bonaventura "Sepraphicum" di Roma dall'anno accademico 1995-1996 al 2005-2006.
Professore Invitato di Sacramenti in genere, Battesimo e Confermazione, nell'Universit
Pontificia Salesiana di Roma nell'anno accademico 2009-2010.
Insegn inoltre per diversi anni nell'Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina, a Padova, e
nell'Istituto "Regina Mundi" di Roma; fu invitato per dare un Seminario alla Pontificia Facolt Teologica
"Marianum".
Tenne conferenze ed intervenne a Congressi in diverse parti d'Europa e in Argentina, Brasile,
Guatemala, Messico e Per.
Altri incarichi:
Consultore della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti dal 17
marzo 1994 e riconfermato successivamente senza soluzioni di continuit (ultima
conferma il 27 settembre 2010).
Uditore nella IX Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Vita Consacrata e la
sua Missione nella Chiesa e nel mondo[1].
Membro della Commissione Liturgica del Grande Giubileo dellAnno 2000.
Membro del Comitato Scientifico della collana Monumenta Studia Instrumenta Liturgica
della Libreria Editrice Vaticana dal 2000.
Membro del Consiglio di Redazione della rivista Ecclesia Orans del Pontificio Istituto
Liturgico dell'Anselmianum (Roma) dal 1984 al 2007.
Membro del Consiglio di Redazione della Rivista Liturgica (Padova) dal 2005.
Superiore della Comunit dei Professori del Claretianum dal 1976 al 1980 e dal 2007 al
2011.


Opere

Ha al suo attivo oltre 260 pubblicazioni.
1963-1970
El P. Claret i el Beat Pere Almat, in Studia Claretiana 1 (1963) 123-126
Instructio "Inter Oecumenici et Famigliae Religiosae, in Commentarium pro Religiosis et Missionariis 43
(1964) 320-335
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 56

El sacramento del Orden segn los concilios espaoles de los siglos IV-VII, in Claretianum 5
(1965) 71-93
El servicio episcopal, in Phase 28 (1965) 239-243
La oracin litrgica en la vida y enseanzas de S. Antonio Mara Claret, in Studia Claretiana 5 (1966) 17-38
Hacia la reforma del canon?, in Iglesia Viva 9 (1967) 255-258
La Instruccin "Eucharisticum Mysterium" en la historia del culto eucarstico, in Ilustracin del Clero 61
(1968) 18-29; 96-100
Reflexiones en torno a la versin castellana del canon, in Ilustracin del Clero 61 (1968) 159-163
La oracin "super populum" en el Sacramentario Veronense. Estudio de su forma y contenido, estratto
della Tesi di Dottorato nella Facolt Teologica e nel Pontificio Instituto Liturgico dell'Ateneo di
Sant'Anselmo, Roma 1968
Leyes de la celebracin: la oracin "super populum", in Phase 8 (1968) 467-471
Pastoral del Tiempo de Pascua, in Ilustracin del Clero 62 (1969) 282-286
La asamblea cultual propiedad sagrada del Seor (Ve n.514), in Claretianum 9 (1969) 395-411
La comunidad eclesial colocada en la tensin entre el mundo actual y el mundo futuro, in Claretianum 10
(1970) 139-162
Relaciones entre la Santa Misa y el Oficio Divino, in Ilustracin del Clero 63 (1970) 601-605
La Madonna nell'Avvento del nuovo Messale, in Ephemerides Mariologicae 20 (1970) 367-370
Le collette del Proprio del Tempo nel nuovo Messale, in Ephemerides Liturgicae 84 (1970) 275-298

1971-1980
Una liturgia della vita religiosa, in Claretianum 11 (1971) 211-235
Le collette di Avvento-Natale-Epifania del Messale Romano, in Rivista Liturgica 59 (1972) 614-627
L'eucologia quaresimale del nuovo Messale, in Rivista Liturgica 68 (1973) 22-33
I riti della professione religiosa e della consacrazione delle vergini. Struttura e contenuto teologico, in
Rivista Liturgica 60 (1973) 326-340
Estado actual de la reforma litrgica entre los religiosos a la luz de la historia, in Claretianum 13 (1973)
279-296
La Liturgia de las Horas y los Religiosos. Lecciones de la historia, in Vida Religiosa 36 (1974) 13-22
Principi di interpretazione dei testi liturgici, in AA.VV., La liturgia, momento della storia della salvezza
(Anmnesis 1), Marietti, Torino 1974, 159-179
Cronologia della riforma liturgica, in ivi, 209-218 in collaborazione con (Salvatore Marsili)
Alcune immagini della Chiesa nella tradizione eucologica romana, in Claretianum 14 (1974) 53-82
Boletn bibliogrfico postconciliar de la liturgia mariana 1964-1974, in Ephemerides Mariologicae 25 (1975)
131-142
Notas para una teologa de la Vida Religiosa que emergen de los Ritos de Profesin religiosa y de
Consagracin de vrgenes, in Miscellanea Lateranense, Roma, Laterano, 1974-1975, 450-470
La povert come tema di preghiera, in AA.VV., La povert religiosa (a cura dell'Istituto di Teologia della
Vita Religiosa "Claretianum"), Roma 1975, 67-75
Consacrazione delle vergini (rito), in Guerrino Pelliccia, Giancarlo Rocca (a cura di), Dizionario degli
Istituti di Perfezione, 2, Edizioni Paoline, Roma 1975, 1621-1627
I testi eucologici della nuova liturgia per gli infermi. Analisi e sintesi dottrinale, in AA.VV., Il sacramento
dei malati. Aspetti antropologici e teologici della malattia. Liturgia e pastorale (Quaderni di Rivista
Liturgica, Nuova Serie 2), Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1975, 139-158
Note sulla spiritualit monastico-religiosa nei suoi rapporti con la liturgia. Principali tappe storiche, in
Claretianum 15 (1975) 5-31
Diritto liturgico dei Religiosi, in Guerrino Pelliccia, Giancarlo Rocca (a cura di), Dizionario degli Istituti
di Perfezione, 3, Edizioni Paoline, Roma 1976, 599-602
L'abito monastico dalle origini alla Regola di san Benedetto, in Claretianum 16 (1976) 33-95
La povert religiosa nella citt dei consumi, in Ermanno Ancilli (a cura di), Vita Religiosa. Bilancio e
prospettive (Rivista di Spiritualit 11), Pontificio Istituto di Spiritualit del Teresianum, Roma 1976, 168-
183
La Chiesa chiamata da Dio a una continua purificazione, in AA.VV., Chiesa dello Spirito. Responsabilit
del cristiano (Fiamma Viva 17), Roma 1977, 201-218
Come la scelta di vita celibe si esprime nell'abito, in AA.VV., Il celibato per il Regno (Studi a cura
dell'Istituto di Teologia della Vita Religiosa "Claretianum"), ncora, Milano 1977, 311-345
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 57

L'abito religioso. Studio storico e psico-sociologico dell'abbigliamento religioso, Roma 1977
Dal rituale "tipico" ai rituali particolari del matrimonio. Analisi comparativa di alcune realizzazioni, in
AA.VV., La celebrazione del matrimonio cristiano. Atti della V settimana di studio dell'Associazione
professori di liturgia (Studi di Liturgia 5), Dehoniane, Bologna 1977, 235-261
Autorit e obbedienza nella vita religiosa. Rassegna bibliografica, in Claretianum 18 (1978) 5-34
La comunit religiosa comunit cultuale, in AA.VV., Vita comunitaria (Studi a cura dell'Istituto di
Teologia della Vita Religiosa "Claretianum"), ncora, Milano 1979, 231-246
El Espritu Santo en los textos del Tiempo Pascual del Misal Romano de Pablo VI, in AA.VV., Eulogia.
Miscellanea liturgica in onore di P. B. Neunheuser osb. (Studia Anselmiana 68 - Analecta Liturgica 1),
Roma 1979, 31-43
Rassegna bibliografica sulla verginit consacrata (1966-1976), in Claretianum 19 (1979) 97-125
Nota sull'abito religioso, in Claretianum 19 (1979) 343-346
Le linee di una rinnovata piet mariana nella riforma dell'anno liturgico, in Marianum 41 (1979) 267-286
La spiritualit biblico-liturgica nella formazione del religioso, in Nuova Alleanza 85 (1980) 103-109
Die biblisch-liturgische Spiritualitt in der Ausbildung des Ordensmannes, in Claretianum 20 (1980), 319-
327

1981-1990
Lineamenti di storia dell'antico monachesimo, Roma 1981
Octava, in Gran Enciclopedia Rialp 17, Madrid 1981, 221-222
Sacramentales, in ivi 20, 617-619
Vasos sagrados, in ivi 23, 305-307
Vigilia, in ivi, 556-557
Le Messe rituali, in AA.VV., Il Messale Romano del Vaticano II. Orazionale e Lezionario, vol. 2: Il Mistero
di Cristo nella vita della Chiesa e delle singole comunit cristiane (Quaderni di Rivista Liturgica, n.s. 7),
Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1981, 311-333
Messe e orazioni per varie necessit, in ivi, 399-418
Professione (I riti della Professione in Occidente), in Guerrino Pelliccia, Giancarlo Rocca (a cura di),
Dizionario degli Istituti di Perfezione, 7, Edizioni Paoline, Roma 1983, 916-921, 924-934
Aspetti particolari della celebrazione eucaristica, in AA.VV., La liturgia eucaristica: teologia e storia della
celebrazione (Anmnesis 3/2), Marietti, Casale Monferrato 1983, 271-288
Lineamenti di spiritualit dell'antico monachesimo, in Claretianum 23 (1983) 181-210
Ritorno alle origini. Lineamenti di spiritualit dell'antico monachesimo, Rogate, Roma 1984
Concelebrazione eucaristica, in Domenico Sartore, Achille Maria Triacca (a cura di), Nuovo Dizionario di
Liturgia, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo, Milano, 1984, ISBN 8821514943, 259-269
Eucologia, in ivi, 509-519
Professione religiosa, in ivi, 1119-1142
La oracin del religioso. Actitud existencial y estructuras tradicionales, in Claretianum 24 (1984) 17-32
Nota critica, in ivi, 343-355 (in collaborazione con Bruno Proietti)
La Celebracin de la reconciliacin en la comunidad religiosa, in AA.VV., Religiosos al servicio de la
reconciliacin, Publicaciones Claretianas, Madrid 1984, 125-143
Il sangue nel Sacramentario Veronese, in AA.VV., Sangue e antropologia nella liturgia (Centro Sudi
Sanguis Christi 4), Pia Unione Preziosissimo Sangue, Roma 1984, 1331-1335
Una liturgia del peregrinaje, in Ecclesia Orans 2 (1985) 113-125
La alegra cultual en las super populum del Veronense, in Giustino Farnedi (a cura di), Paschale
Mysterium. Studi in memoria dell'Abate Prof. S. Marsili (1910-1983) (Studia Anselmiana 91 - Analecta
Liturgica 10), Roma 1986, 25-32
Alcuni indirizzi dell'attuale riflessione teologica sulla preghiera, in Claretianum 26 (1986) 197-261
Reflexin teolgica sobre la vida religiosa a la luz del Ritual de Profesin, in Phase 26 (1986) 317-329
Mara en la liturgia renovada, in Ephemerides Mariologicae 36 (1986) 259-274
Egeria, una pellegrina del IV secolo. La sua spiritualit e i suoi rapporti con la chiesa locale, in AA.VV.,
Liturgia e mobilit umana (Senza frontiere, Serie teologico-pastorale), Messaggero, Padova 1987, 8-21
Le Litanie del Sangue di Cristo: storia e contenuto, in AA.VV., Sangue e antropologia. Riti e culto (Centro
Studi Sanguis Christi 5), Pia Unione Preziosissimo Sangue, Roma 1987, 1595-1600
Teologia dell'anno liturgico, in AA.VV., L'anno liturgico: storia, teologia e celebrazione (Anmnesis 6),
Marietti, Genova 1988, 9-34
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 58

Il calendario liturgico, in ivi, 57-66
Le feste del Signore, della Madre di Dio e dei Santi, in ivi, 221-259
Luces y sombras de la reforma conciliar, in Matas Aug, A. Prado, De la reforma a la renovacin litrgica
(Semana Nacional de Liturgia 1987), Comisin Episcopal de Liturgia del Per, Lima 1988, 11-31
La liturgia fuente y cumbre de la vida de la Iglesia, in ivi, 33-52
El ao litrgico presencia de Cristo en el tiempo, in ivi, 53-71
Mara y el culto litrgico en la perspectiva del ao mariano, in ivi, 73-89
Preghiera liturgica e non liturgica. Alcune riflessioni su un dibattito ancora in atto, in AA.VV., Traditio et
progressio. Studi liturgici in onore del Prof. A. Nocent (Studia Anselmiana 95 - Analecta Liturgica 12),
Roma 1988, 35-44
La preghiera dei religiosi oggi. Dottrina e strutture, in AA.VV., La preghiera nella vita religiosa (XIII
Convegno del "Claretianum"), Rogate, Roma 1988, 101-113
Dalle origini a san Benedetto, in Matas Aug, Eutimio Sastre Santos, Luigi Borriello, Storia della vita
religiosa, Queriniana, Brescia 1988, 11-118
Algunas impresiones sobre las nuevas "misas marianas", in Ephemerides Mariologicae 38 (1988) 371-384
Alcuni indirizzi dell'attuale riflessione teologica sulla preghiera, in Ermanno Ancilli (a cura di), La
preghiera. Bibbia, teologia, esperienze storiche, vol. 2, Citt Nuova, Roma 1988, 389-446
Celebracin, in Angel Aparicio Rodrguez, Joan Mara Canals Casas (curr.), Diccionario teolgico de la
vida consagrada, Publicaciones Claretianas, Madrid 1989, 233-241
Hbito, in ivi, 769-777
Le Litanie del Sangue di Cristo nelle formulazioni precedenti all'attuale, in AA.VV., Il mistero del Sangue
di Cristo nella liturgia e nella piet popolare (Centro Studi Sanguis Christi 5), vol. 2, Pia Unione
Preziosissimo Sangue, Roma 1989, 47-92
Movimento liturgico - riforma liturgica - rinnovamento liturgico, in Ecclesia Orans 6 (1989) 301-322
La Professione monastica e religiosa, in AA.VV., I sacramentali e le benedizioni (Anmnesis 7), Marietti,
Genova 1989, 45-63
La vida religiosa como acontecimiento simblico-cultual, in Vida Religiosa 68 (1990) 141-147
La asamblea litrgica en el "Itinerarium Egeriae", in Ecclesia Orans 7 (1990) 43-60
Le Messe "Pro Sancta Ecclesia": Un'espressione della "lex orandi" in sintonia con la "lex credendi" e la "lex
vivendi", in Notitiae 26 (1990) 566-584

1991-2000
La spiritualit del religioso e la liturgia, in Claretianum 31 (1991) 261-293
A proposito della comunione sulla mano, in Ecclesia Orans 8 (1991) 293-304
Un mistero da riscoprire: la preghiera (Spiritualit 15), Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1992
Liturgia. Storia celebrazione teologia spiritualit (Universo Teologia 11), Edizioni Paoline, Cinisello
Balsamo 1992
La teologia della vita consacrata nei riti della Consacrazione delle vergini e della Professione religiosa, in
Rivista di Pastorale Liturgica, n.172 (1992) 17-21
La revalorizacin del "ieiunium paschale", in Ecclesia Orans 9 (1992) 277-286
I salmi imprecatori nella "lectio divina" dell'antico monachesimo, in AA.VV., Psallendum. Miscellanea di
studi in onore del Prof. Jordi Pinell i Pons o.s.b. (Studia Anselmiana 105 - Analecta Liturgica 15), Roma
1992, 47-58
A concelebrao eucarstica, in Liturgia da Missa, Paulistas, Lisboa 1992, 3-10
Battesimo Confermazione Eucaristia. Riflessioni sui sacramenti dell'iniziazione cristiana, Citt Nuova,
Roma 1993
L'introduzione generale alla teologia dei sacramenti oggi, in Notitiae 29 (1993) 411-424
Una pi qualificata comprensione e celebrazione della liturgia..., in Vita Consacrata 30 (1994) 191-197
La teologia liturgica, in Giuseppe Lorizio, Nunzio Galantino (curr.), Metodologia teologica. Avviamento
allo studio e alla ricerca pluridisciplinari (Universo Teologia 28), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo
1994, 240-251 (aggiornato e rivisto nel 2004)
Rinnovamento della catechesi della partecipazione all'eucaristia dei fanciulli e dei giovani, in Christus
Lumen Gentium. Eucharistia et Evangelizatio (XLV Conventus Eucharisticus Internationalis - Sevilla 7-13
giugno 1993), Citt del Vaticano 1994, 215-227
Il nuovo del Sinodo, in MondoVoc n.2 (1994) 15-17
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 59

Teologia della vita consacrata: alcuni rilievi e l'identit dei consacrati nella Chiesa, in
AA.VV., Il Sinodo dei vescovi sulla vita consacrata, a cura di C.I.S.M. - U.S.M.I., Rogate, Roma 1994, 155-164
Ritorno alle origini - Rinascita - Rifondazione. I termini del rinnovamento, in Studi Rogazionisti 15 (1994)
40-45
Il "Claretianum" e il Sinodo sulla Vita Consacrata, in Claretianum 34 (1994) 7-11
La presidencia de la celebracin litrgica, in Boletn CELAM, n. 264 (1994) 32-46
El Snodo sobre la Vida Consagrada. Reflexiones en voz alta, in Vida Religiosa 78 (1995) 46-52
La oracin en la vida del religioso (Cuadernos pedaggicos de Vida Consagrada 3), Publicaciones
Claretianas, Madrid 1995
La domenica festa primordiale dei cristiani (Universo Teologia 34), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo
1995
In attesa dell'Esortazione Apostolica il Sinodo fa testo per gli Istituti Secolari, in Rogate Ergo 58, n.3
(1995) 28-30
Gli Istituti Secolari e il Sinodo sulla Vita Consacrata, in Incontro 7, n.1 (1995) 7-15
La Liturgia: Sacramento di Cristo nel tempo, in Sursum Corda, n.1 (1995) 5
La enseanza de la teologia de la vida consagrada en los Seminarios, in Seminarios 41 (1995) 425-432
La Preghiera Eucaristica II, in La Nuova Alleanza 101 (1996) 144-146
Individuare gli elementi comuni nella diversit dei carismi, in L'Osservatore Romano, 5 giugno 1996, p.7
La preparazione al grande Giubileo dell'Anno 2000 e la spiritualit liturgica, in Liturgia 31, n. 133 (1997) 7-
11
"Vita Consecrata": znaczenie i osiagniecia dokumentu - cz.I., in Zycie Konsekrowane 13,1 (1997) 40-46
Presenza profetica, in Nuntium 1, n.2 (1997) 177-178
"Vita Consecrata": znaczenie i osiagniecia dokumentu - cz.II, in Zycie Konsekrowane 15,3 (1997) 49-54
Vestizione, in Guerrino Pelliccia, Giancarlo Rocca (a cura di), Dizionario degli Istituti di Perfezione, 9,
Edizioni Paoline, Roma 1997, 1951-1955, 1957-1959
Ecclesiologia e celebrazione eucaristica nei libri liturgici. Alcuni rilievi terminologici, in Ecclesia Orans 14
(1997) 329-345
Lo Spirito Santo nel mistero del Natale, in Tertium Millennium, n.6 (1997) 14-16
La direzione spirituale nell'antico monachesimo, in Giorgio Finotti (a cura di), Il maestro del cuore. La
direzione spirituale in san Filippo Neri, Morcelliana, Brescia 1997, 31-43
Riscoprire la presenza e l'azione dello Spirito Santo, in Liturgia 32, n. 145 (1998)13-19
La pratica dell'accompagnamento spirituale secondo le testimonianze dell'antico monachesimo egiziano,
in Claretianum 38 (1998) 23-39
Mistero pasquale, in AA.VV., Dizionario di Mistica, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 1998,
823-824
Liturgia e spiritualit. Un caso particolare ed emblematico: la preghiera, in Lateranum 64 (1998) 119-133
Spiritualit liturgica. "Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio" (Universo
Teologia 62), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1998
Alcuni testi di contenuto pneumatologico del Messale Romano Italiano, in Rassegna di Teologia 39 (1998)
571-581
Del anlisis de la problemtica actual a la individuacin de las coordenadas teolgicas del tema, in
AA.VV., Espiritualidad y Liturgia (Coleccin "Culmen et Fons"), Asociacin Espaola de Profesores de
Liturgia - Regina, Barcellona 1998, 33-74
La professione religiosa in Occidente, in Anscar J. Chupungco (a cura di), Scientia Liturgica. Manuale di
liturgia, vol. IV, Sacramenti e sacramentali, Piemme, Casale Monferrato 1998, 324-340
L'Anno liturgico nei primi quattro secoli, in ivi, vol. V, Tempo e spazio liturgico, Piemme, Casale
Monferrato 1998, 169-190
L'Anno liturgico nel rito romano, in ivi, 211-245
Teologia dell'Anno liturgico, in ivi, 356-370
Antonio M. Claret, in Manlio Sodi, Achille M. Triacca (curr.), Dizionario di omiletica, Elle Di Ci - Velar,
Leumann (Torino) - Gorle (Bergamo) 1998, 84-85
Celebrazione, in ivi, 255-258
Collaborazioni in AA.VV., Lexicon. Dizionario dei teologi dal primo secolo ad oggi, Piemme, Casale
Monferrato 1998. Voci: Casel Odo (p.281), Jungmann Joseph Andrea (p.721), Marsili Salvatore Marino
(pp.850-851), Martimort Amato Giorgio (p.854), Neunheuser Burkhard Gotfried (p.923), Vagaggini
Cipriano (pp.1273-1274)
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 60

La parola di Dio elemento "costitutivo" della celebrazione cristiana, in AA.VV., La parola di
Dio nella celebrazione cristiana (Bibliotheca "Ephemerides Liturgicae". Sussidi liturgico-pastorali 7),
C.L.V. - Edizioni Liturgiche, Roma 1998, 23-38
Exigencias del ministerio de la eucarista, in AA.VV., El ministerio de la eucarista y la espiritualidad
claretiana (IV Semana Sacerdotal Claretiana, Vic 1993), Madrid 1998, 35-45
La vita consacrata ininterrotto culto al Signore, in Claretianum 39 (1999) 81-95
Alcune riflessioni sull'Hodie liturgico alla luce del formarsi dell'anno liturgico, in Ecclesia Orans 16 (1999)
109-116
La Lettera Apostolica "Dies Domini", in Lateranum 65 (1999) 139-145
Mara modelo de contemplacin. III Coloquio Internacional de Mariologa, in Ephemerides Mariologicae
49 (1999) 285-288
Maria nella liturgia della Chiesa. Itinerario al Padre per Cristo nello Spirito, in Riparazione Mariana 84,
n.3 (1999) 6-8
"Io sono la vita del mondo": un sussidio pastorale - missionario, in L'Osservatore Romano (11 novembre
1999) p. 6. Pubblicato in seguito in AA.VV., Eucaristia porta santa giubilare (Quaderni de "L'Osservatore
Romano" 51), Citt del Vaticano 2000, 89-91
Nell'Anno Liturgico l'Anno del Giubileo, in Conferenza Episcopale del Lazio, Formazione liturgica ed
animazione delle celebrazioni (Guida liturgico-pastorale 1999-2000 - Sussidio) 5-13
L'Eucaristia e lo Spirito della Pentecoste, in Corrado Maggioni, Francesco Marinelli (curr.), Eucaristia
cuore del Giubileo (Vivere la Liturgia 31), Edizioni Paoline, Milano 2000, 53-56
Dalla partecipazione alla celebrazione "in Spirito e Verit", in Liturgia 34 (2000) 5-10.
Maria donna del cuore sapiente. Prospettiva liturgica, in Stefano Maria Pasini (a cura di), Maria modello
di contemplazione del mistero di Cristo. Atti del 3 Colloquio Internazionale di Mariologia (Biblioteca di
Theotokos 3), Edizioni Monfortane, Roma 2000, 71-84
La ricerca del senso e del valore del rito. Una problematica attuale, in Lateranum 66 (2000) 373-384
Una comunidad que celebra el misterio en el rito y en la vida, in Pedro M. Sarmiento (a cura di)., Vosotros
sois el cuerpo de Cristo? Comunidades religiosas en el siglo XXI (Semanas de Vida Religiosa 29),
Publicaciones Claretianas, Madrid 2000, 87-112

2001-2010
Padre Matas Aug durante l'Udienza del Papa Benedetto XVI ai partecipanti al IX Congresso
Internazionale di Liturgia, 6 maggio 2011
La Liturgia lee e interpreta la Escritura, in Comisin Episcopal de Liturgia (a cura di), Formacin bblica y
litrgica (Coleccin Liturgia 1), EDICE, Madrid 2001, 11-34
Anno liturgico: Un itinerario per la presa di coscienza vocazionale, in Mondo Voc 8, n. 1 (2001) 4-7
Presenza di Dio nella vita quotidiana, in Nuntium 5, n. 13 (2001) 128-135
Concelebrazione eucaristica, in Domenico Sartore, Achille M. Triacca, Carlo Cibien (a cura di), Liturgia (I
Dizionari San Paolo), Cinisello Balsamo 2001, 428-438
Eucologia, in ivi, 761-771
Professione religiosa, in ivi, 1549-1562
Vita consacrata e liturgia, in ivi, 2079-2089
Domenica, in ivi, 584-602 (in collaborazione con Luca Brandolini)
La formazione eucaristica dei membri dell'Unione dell'Apostolato Cattolico, in Apostolato Universale 3, n.
5 (2001) 59-65
La Liturgia delle ore preghiera della Chiesa, in AA.VV., La Liturgia delle ore scuola ecclesiale di preghiera
(Atti del XLII Convegno liturgico-pastorale dell'A.L.F. S. Cuore Opera della Regalit di N.S.G.C. Milano),
Centro Ambrosiano, Milano 2001, 29-42
Quaresima Pasqua Pentecoste. Tempo di rinnovamento nello Spirito (Alle fonti della liturgia), Edizioni
San Paolo, Cinisello Balsamo 2002
L'Istruzione "Ecclesiae de Mysterio" e la partecipazione alla liturgia. Alcune riflessioni, in Agostino
Montan, Manlio Sodi (curr.), Actuosa participatio. Conoscere, comprendere e vivere la Liturgia. Studi in
onore del Prof. D. Sartore, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 2002, 1-11
Anno liturgico, in Dizionario di Pastorale vocazionale, Rogate, Roma 2002, 51-56
Questioni di epistemologia liturgica. Sesto Congresso Internazionale di Liturgia (Roma, 31 ottobre - 3
novembre 2001), in Lateranum 68 (2002) 135-144
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 61

Avvento Natale Epifania. Tempo della manifestazione del Signore (Alle fonti della liturgia),
Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2002
Pastorale du dimanche, in Maurice Brouard (a cura di), Eucharistia. Encyclopdie de l'Eucharistie, Du
Cerf, Parigi 2002, 529-531
Discorso di sintesi, in Ephrem Carr (a cura di), Liturgia opus Trinitatis. Epistemologia liturgica. Atti del
VI Congresso Internazionale di Liturgia (Studia Anselmiana 133 Analecta Liturgica 24), Roma 2002, 303-
313.
Spiritualit liturgica e spiritualit carismatica: i termini della giusta integrazione, in AA.VV., Anno
liturgico e celebrazioni rogazioniste (Quaderni di studi rogazionisti 8), Roma 2003, 73-80
Partecipare all'eucaristia nella pienezza del suo segno, in Culmine e Fonte, n.4 (2003) 7-12
Il capitolo IX dell'"Institutio Generalis": Tra adattamento e inculturazione?, in Rivista Liturgica 90 (2003)
533-547
La Santa Madre Chiesa considera con uguale diritto e onore tutti i riti legittimamente riconosciuti, in
Rivista Liturgica 90 (2003) 885-890
La Pasqua punto di partenza e punto di arrivo liturgico, in Culmine e Fonte, n. 2 (2004) 19-24
La obra litrgica del Papa Pablo VI (1963-1978), in Comisin Episcopal de Liturgia (a cura di), Cien aos de
renovacin litrgica. De San Po X a Juan Pablo II (Coleccin Liturgia 4), EDICE, Madrid 2004, 91-108
La obra litrgica del Papa Juan Pablo II (1978-), in ivi, 109-127
La ricezione della "Sacrosanctum Concilium" in Europa Occidentale, in AA.VV., Spiritus et Sponsa. Atti
della Giornata commemorativa del XL della "Sacrosanctum Concilium", Libreria Editrice Vaticana, Citt
del Vaticano 2004, 223-231
Nell'anno del Signore: il respiro liturgico, in Santiago M. Gonzlez Silva (a cura di), Santi, ma non per
caso: Santit e vita consacrata, ncora, Milano 2004, 78-95
L'iniziazione cristiana: battesimo e confermazione (Sophia: Lex orandi Sacramentum), LAS, Roma 2004
Diventare cristiani: le varie forme di iniziazione nella storia, in Liturgia 38 (2004) 224-234
Mutualit profonda tra Chiesa e Liturgia. A proposito di un recente trattato di Ecclesiologia, in Ecclesia
Orans 21 (2004) 99-105
Le linee principali del pensiero di Domenico Sartore, in Lateranum 70 (2004) 271-278
Il "Rituale Romanum" del 1614, in L'Osservatore Romano (25 luglio 2004) p. 7; apparso anche in Rivista
Liturgica 91 (2004) 603-609
Pastorale della domenica, in Maurice Brouard (a cura di), Eucharistia. Enciclopedia dell'Eucaristia, EDB,
Bologna 2004, 613-616 (originale francese: Eucharistia. Encyclopdie de l'Eucharistie, Du Cerf, Parigi 2002,
529-531)
L'Istruzione "Redemptionis sacramentum", in Rivista Liturgica 91 (2004) 895-900
La Lettera Apostolica "Mane Nobiscum Domine", in Notitiae 41 (2005) 69-79
Sant'Eugenio e l'Eucaristia. Esperienza e insegnamento, in Missioni omi n. 4 (2005) 11-12
Diventare cristiani: le varie forme di iniziazione cristiana, in AA.VV., Diventare cristiani. Problematiche
teologico-pastorali del Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti (Iniziazione alla liturgia 8), CLV,
Edizioni Liturgiche, Roma 2005, 31-52
Il vescovo: "Grande sacerdote del suo gregge" (Pastores gregis, 32-41), in Lateranum 71 (2005) 499-513;
ripubblicato nel volume Agostino Montan (a cura di), Vescovi servitori del Vangelo per la speranza del
mondo. Studi e commenti sull'esortazione postsinodale Pastores gregis di Giovanni Paolo II (Dibattito
per il Millennio 4), Lateran University Press, Roma 2005, 329-345
La partecipazione attiva nello spirito della "Sacrosanctum Concilium", in AA.VV., "Rimanete nel mio
amore". La partecipazione attiva alla liturgia, Centro Ambrosiano, Milano 2005, 15-32
Dal tempo cosmico al tempo salvifico: dal "chronos" al "kairs", in Culmine e Fonte, n. 6 (2005) 3-9
L'"Institutio Generalis" del "Missale Romanum". Uno strumento per approfondire la riforma liturgica del
Vaticano II, in L'Osservatore Romano (27 novembre 2005) p. 7
Dove l'assemblea liturgica, l anche lo Spirito di Dio, in Ephrem Carr (a cura di), Spiritus spiritalia
nobis dona potenter infundit. A proposito di tematiche liturgico-pneumatologiche. Studi in onore di
Achille M. Triacca, sdb (Studia Anselmiana 139 Analecta Liturgica 25), Pontificio Ateneo Sant'Anselmo,
Roma 2005, 101-110
El ao de la eucarista a la luz de la carta apostlica "Mane nobiscum Domine", in Vida y Espiritualidad 21,
n.61 (2005) 13-28
La teologia dei tre giorni, in Rivista di Pastorale Liturgica, n. 254 (1/2006) 21-27
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 62

La "Liturgia delle Ore" preghiera di Cristo e della Chiesa, in Rivista Liturgica 93 (2006) 37-48
La preghiera del consacrato alla luce dei suoi modelli supremi, in Claretianum 46 (2006) 51-78
La liturgia nel pontificato di Giovanni Paolo II (1978-2005), in Rivista Liturgica 93 (2006) 291-306
I sacramenti e la vita consacrata, in Rivista Liturgica 93 (2006) 419-424
Gli "elogi" per le celebrazioni mobili, in Manlio Sodi (a cura di), Testimoni del Risorto. Martiri e Santi di
ieri e di oggi nel Martirologio Romano (Studi religiosi), Edizioni Messaggero, Padova 2006, 117-130
Metodologa litrgica, in Cesar Izquierdo, Jutta Burggraf, Flix Mara Arocena (curr.), Diccionario de
Teologa, EUNSA, Pamplona 2006, 284-287
La parola di Dio celebrata, in Culmine e Fonte, n. 6 (2006) 47-65
La parola di Dio celebrata, in Culmine e Fonte, n. 1 (2007) 40-54; n. 2 (2007) 57-72; n. 3 (2007) 39-54; n. 4
(2007) 38-53; n. 5 (2007) 38-52; n. 6 (2007) 39-57
Il mistero pasquale, in Fabrizio Bosin, Carmelo Dotolo (curr.), Pat sotto Ponzio Pilato... (Biblioteca di
ricerche teologiche 5), Dehoniane, Bologna 2007, 41-59
La preghiera liturgica fonte e culmine della preghiera cristiana, in Spirito e Vita, n. 4 (2007) 187-192
Discorso di sintesi, in Ephrem Carr (a cura di), La Cresima. Atti del VII Congresso Internazionale di
Liturgia (Studia Anselmiana 144 Analecta Liturgica 26), Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, Roma 2007,
267-278
Litanie, in Tullio Veglianti (a cura di), Dizionario Teologico sul Sangue di Cristo, Libreria Editrice
Vaticana, Citt del Vaticano 2007, 784-794
Sacramentario Veronese, in Tullio Veglianti (a cura di), Dizionario Teologico sul Sangue di Cristo,
Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 2007, 1145-1151
Una comunidad que celebra y vive la eucarista, in Vida Religiosa 102 (2007) 266-273
Fenomenologia del culto eucaristico fuori della messa, in Rivista Liturgica 94 (2007) 883-898
Il Movimento liturgico alla ricerca della fondazione "spirituale" della liturgia, in Ecclesia Orans 24 (2007)
335-350
La parola di Dio celebrata, in Culmine e Fonte, n. 1 (2008) 33-52; n. 2 (2008) 33-44; n. 3 (2008) 31-46; n. 4
(2008) 40-54; n. 5 (2008) 37-50; n. 6 (2008) 37-57
Presentazione del Signore. Note liturgiche, in Consacrazione e Servizio 57, n. 1 (2008) 73-78
Celebracin litrgica de la Sagrada Familia, in Ephemerides Mariologicae 58 (2008) 267-275
"Lex orandi" e "lex credendi", in Roberto Nardin, Giovanni Tangorra (curr.), Sacramentum caritatis. Studi
e commenti sull'Esortazione Apostolica postsinodale di Benedetto XVI, Lateran University Press, Citt del
Vaticano 2008, 325-336
L'Anno liturgico un'entit teologica?, in Ecclesia Orans 25 (2008) 161-175
Omelie a tema?, in Rivista Liturgica 95 (2008) 1060-1067
La riforma della riforma liturgica? A proposito di una recente pubblicazione, in Rivista Liturgica 95
(2008) 1120-1127
La parola di Dio celebrata, in Culmine e Fonte, n. 1 (2009) 32-48; n. 2 (2009) 38-54; n. 3 (2009) 30-44; n. 4
(2009) 28-43; n 5 (2009) 36-50
Cuore immacolato, in Stefano De Fiores, Valeria Ferrari Schiefer, Salvatore M. Perrella (curr.),
Mariologia (Dizionari San Paolo), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2009, 370-376
L'Anno liturgico Cristo stesso presente nella sua Chiesa (Monumenta Studia Instrumenta Liturgica 56),
Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 2009
Due "forme" per uno stesso Rito?, in Rivista Liturgica 96 (2009) 687-695
Lo stile rituale del banchetto eucaristico, in L'Osservatore Romano (25 marzo 2010) p. 5
Maria nel culto della Chiesa Cattolica. Orientamenti liturgico-pastorali, in Stefano De Fiores, Lelio
Roveta, Enrico Vidau (a cura di), "Tutti mi chiameranno beata". L'onore a Maria nel popolo di Dio
(Biblioteca Theotokos 22), AMI, Roma 2010, 79-92
La Riforma liturgica e Giovanni Paolo II, in Zdzisaw Jzef Kijas, Andrzej Dobrzyski (curr.), Cristo
Chiesa Uomo. Il Vaticano II nel Pontificato di Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Citt del
Vaticano 2010, 141-153
Il Messale Romano di Paolo VI e Giovanni Paolo II. Sviluppo nella continuit, in Rivista Liturgica 97
(2010) 355-369
El tiempo como misterio salvfico, in Phase 50 (2010) 273-288
Quale rapporto teologico tra Liturgia della Parola e Liturgia eucaristica?, in Rivista Liturgica 97 (2010)
450-451
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 63

La spiritualit dell'omileta, in C.A.L. (a cura di), L'omelia tra celebrazione e ministerialit,
CLV - Edizioni Liturgiche, Roma 2010, 87-102
Formare a quale liturgia?, in Rivista di Pastorale Liturgica n. 282 (5/2010) 9-16
Riscoperta, ripristino e sviluppi della Preghiera universale, in Rivista Liturgica 97 (2010) 893-904

Dopo il 2010
La Liturgia della Professione religiosa. Dal rituale tipico ai rituali particolari (Liturgia viva), Qiqajon,
Comunit di Bose 2011
Alcune "rielaborazioni" della preghiera di benedizione dei neoprofessi, in Claretianum ITVC 2 (2011)
L'efficacia dell'omelia per la santificazione del popolo cristiano, in Claretianum ITVC 2 (2011)
L'Ordo paenitentiae: "manuale" di spiritualita' per il confessore e per il penitente, in Claretianum ITVC 2
(2011)
Alla ricerca di un metodo ermeneutico in liturgia, in Claretianum ITVC 2 (2011)
Interpretare il testo eucologico, in Claretianum 51 (2011)
El hbito religioso. Historia - psicologa - sociologa, Publicaciones Claretianas, Madrid 2011
Dal Messale tridentino al Messale del Vaticano II, in Liturgia n. 237 (2011) 41-54
Tekst euchologijny, in Andrzej do (a cura di), Liturgia w podstawowych formach wyrazu, Katowice
2011, 136-150
Quale teologia liturgica dal libro?, in Rivista Liturgica 98 (2011) 415-426.
Dal Messale tridentino al Messale del Vaticano II, in CAL (a cura di), Il Messale Romano per la
celebrazione del Mistero, CLV Edizioni Liturgiche, Roma 2011, 9-27.

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Altre tradizioni

Nel territorio del Tirolo da molto tempo radicata la tradizione di
accendere dei fuochi, gli Herz-Jesu-Feuer, sulle principali cime della
regione, nella notte della domenica della festa, per onorare il Sacro
Cuore.
Le congregazioni dedicate al Sacro Cuore

Sono numerose le congregazioni maschili e femminili che sono sorte in correlazione allo sviluppo del
culto del Sacro Cuore. Di seguito se ne elencano alcune.
Congregazioni maschili
I Fuochi del Sacro Cuore di Ges, su una montagna in Alto Adige
Istituto dei Sacerdoti del Cuore di Ges, istituto secolare clericale fondato nel 1791 dal gesuita
Pierre-Joseph Picot de Clorivire.
Fratelli del Sacro Cuore, fondati a Lione nel 1821 da padre Coindre per l'educazione cristiana della
giovent.
Preti del Sacro Cuore di Ges di Btharram (betharramiti), fondati nel 1832 a Betharram (nella
zona dei Pirenei atlantici) da san Michel Garicots.
Congregazione del Sacro Cuore di Ges, congregazione clericale fondata da padre Joseph-Marie
Timon-David nel 1844, per l'assistenza della giovent operaia.
Missionari del Sacro Cuore di Ges, fondati nel 1854 a Issoudun da padre Jean Jules Chevalier.
Figli del Sacro Cuore di Ges, congregazione fondata nel 1867 da Daniele Comboni, a scopi
missionari e attiva nell'Africa centrale.
Sacerdoti del Sacro Cuore di Ges, fondati nel 1878 a Saint-Quentin da padre Lon Dehon per
scopi missionari.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 64

Fraternit dei Sacerdoti Operai Diocesani del Sacro Cuore di Ges, istituto secolare fondato
nel 1883 da Manuel Domingo y Sol.
Fratelli del Sacro Cuore di Ges, fondati nel 1903 per l'evangelizzazione dell'India.
Rogazionisti del Cuore di Ges, fondati da Annibale Maria Di Francia nel 1926.
Missionari del Sacro Cuore e Santa Maria di Guadalupe, congregazione di origine messicana
fondata nel 1938.
Sacerdoti del Sacro Cuore di Ges, sorti a Milano nel 1950, derivati dal sodalizio di Picot de la
Clorivire.

Congregazioni femminili
Societ del Sacro Cuore di Ges, fondata nel 1800 da santa Maddalena Sofia Barat, per
l'educazione della giovent.
Figlie della Carit del Sacro Cuore di Ges, sorte nel 1823 a La Salle-de-Vihiers.
Figlie del Sacro Cuore di Ges, fondate a Bergamo nel 1831 da Teresa Eustochio Verzeri.
Suore Maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori, fondate a Vicenza nel 1836 da Giovanni
Antonio Farina.
Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, fondate a Gemona del Friuli nel 1861 da madre
Giuseppa di Ges.
Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore di Ges, fondate nel 1866 in Australia da Mary MacKillop.
Ancelle del Sacro Cuore, fondate a Napoli da Caterina Volpicelli il 27 dicembre 1867;
Figlie del Cuore di Ges, religiose di clausura fondate a Berchem il 1873 da Maria di Ges Deluil-
Martiny.
Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, fondate a Issoudun nel 1874 da Jean Jules Chevalier.
Oblate del Cuore di Ges, fondate a Montluon nel 1874 da Louise-Thrse de Montaignac de
Chauvance.
Piccole Serve del Sacro Cuore di Ges per gli Ammalati Poveri, fondate a Torino nel 1874 da Anna
Michelotti.
Suore Riparatrici del Sacro Cuore, fondate a Napoli nel 1875;
Ancelle del Sacro Cuore di Ges, fondate a Madrid nel 1877 da Rafaela Porras y Aylln (esiste una
congregazione omonima fondata nel 1865 da Caterina Volpicelli).
Suore Zelatrici del Sacro Cuore, fondate all'Aquila nel 1879 da Maria Ferrari.
Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Ges, fondate nel 1881 a Madrid dal padre Benedetto Menni,
per affiancare l'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.
Missionarie del Sacro Cuore di Ges, fondate a Codogno il 14 novembre 1880 da Francesca Saverio
Cabrini.
Ancelle del Divin Cuore, fondate a Coria nel 1885 dal cardinale Marcelo Spnola y Maestre.
Serve del Sacro Cuore di Ges e dei Poveri, fondate a Len nel 1885 da Jos Mara Yermo y Parres.
Figlie del Sacro Cuore di Ges, fondate nel 1886 a Guadalajara da Atengenes Silva, dedite
all'attivit ospedaliera.
Suore del Sacro Cuore di Ges di Ragusa, fondate nel 1889 da Maria Schinin.
Suore Carmelitane del Divin Cuore di Ges, fondate nel 1891 dalla beata Maria Teresa di San
Giuseppe.
Suore Agostiniane Recollette del Sacro Cuore di Ges, sorte in Venezuela nel 1893 per opera di
Mara Alvarado Cardozo.
Suore Catechiste del Sacro Cuore, fondate a Casoria da Giulia Salzano il 5 febbraio 1894.
Apostole del Sacro Cuore di Ges, fondate il 30 maggio 1894 a Viareggio dalla forlivese Clelia
Merloni.
Ancelle del Sacro Cuore di Ges, fondate nel 1894 da Jsef Sebastian Pelczar.
Suore Orsoline Missionarie del Sacro Cuore di Ges, fondate nel 1898 a Parma da Maria Lucrezia
Zileri dal Verme.
Minime Suore del Sacro Cuore, fondate da Maria Margherita Caiani a Poggio a Caiano il 15
dicembre 1902.
Piccole Ancelle del Sacro Cuore, fondate a Citt di Castello il 9 agosto 1915, dal beato Carlo
Liviero.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 65

Suore Orsoline del Sacro Cuore di Ges Agonizzante, fondate a Cracovia da Urszula
Ledchowska nel 1920.
Suore del Sacro Cuore di Ges e dei Santi Angeli, fondate a Valencia nel 1925 da Genoveva Torres
Morales.

L'Universit Cattolica del Sacro Cuore
L'Universit Cattolica, fondata a Milano da padre Agostino Gemelli ed ora con sedi in diverse citt
italiane dedicata al Sacro Cuore.




San Claudio de la Colombire
A Paray-le-Monial in Burgundia, in Francia, san Claudio La
Colombire, sacerdote della Compagnia di Ges: uomo assai
dedito alla preghiera, con il suo saldo e retto consiglio avvi
molti all'amore di Dio.
San Claude (Claudio) de la Colombire, conosciuto anche
come Claudius de la Columbire (Grenoble, 2 febbraio 1641;
Paray-le-Monial, 15 febbraio 1682), stato un gesuita
francese. Superiore della casa di Paray-le-Monial, fu direttore
spirituale di Margherita Maria Alacoque e fervido
propagatore della devozione al Sacro Cuore di Ges. Papa
Giovanni Paolo II lo ha proclamato santo nel 1992.

Biografia
Nacque il 2 febbraio 1641 a Saint Symphorien d'Ozon presso la citt di Grenoble nel Delfinato di
Francia, terzo figlio del notaio Bertrand De La Co-lombire e di Margherita Coindat. Trascorse la
prima infanzia in famiglia, educato dai genitori cristianamente.
Nel 1650 la famiglia si trasfer a Vienne, dove il padre venne incaricato della gestione finanziaria. Qui
Claudio ricevette la sua prima educazione scolastica che complet poi a Lione nel College de la
Sainte-Trinite diretto dai padri gesuiti, e dove si applic allo studio della retorica e della filosofia.
Mentre studiava, fece parte della Confraternita Mariana e acquis una profonda devozione alla
Madonna. Dir pi tardi:
stata la Madonna ad aprirmi il cuore del Suo Figlio
Il 15 ottobre 1658 entr nel noviziato della Compagnia di Ges ad Avignone, con altri trentadue
compagni. Nel 1660, il suo Maestro di noviziato lo descrisse con queste parole:
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 66

Claude La Colombiere ha tre grandi doti: un raro buon senso, una prudenza spiccata, un'esperienza
gi assai sviluppata; negli studi ha fatto un buon inizio. Il suo temperamento pieno di soavit. Le sue forze
fisiche sono delicate
Il maestro concluse il suo elogio con: Ad omnia factus, cio adatto ad assumere qualsiasi incarico.
Terminato il noviziato di due anni, il 20 ottobre 1660 emise i primi voti che allora erano gi perpetui.
Pass poi di nuovo al Collegio di Lione per condurre a termine gli studi di filosofia. Alla fine del
corso fu nominato pro-fessore di Grammatica e Letteratura. Nello stesso tempo complet i quattro
anni di studi teologici.
Nel 1666 per ordine del padre Generale Oliva, Claudio fu mandato a Parigi per studiare teologia nel
Collegio Clermont. Qui ricevette un incarico di grande responsabilit diventando precettore dei due
figli del potente Ministro delle Finanze del re Luigi XIV (il re sole), Jean-Baptiste Colbert. In questo
ambiente Claudio ebbe la possibilit di frequentare diversi circoli letterari e scientifici e quando tutto
sembrava essere avviato verso una splendida carriera, un curioso incidente ne cambi i destini; il
ministro Colbert, curiosando fra gli scritti del precettore, trov una delle tante barzellette, che
correvano sul suo conto, trascritta forse per la sua originalit, ma il ministro aveva poco spirito
ironico e con effetto immediato Claudio fu espulso da Parigi.
Tornato a Lione fu ordinato sacerdote il 6 aprile 1669. Dopo qualche tempo si dedic completamente
alla predicazione e alla direzione della Confraternita Mariana. La sua predicazione si distinse sempre
per solidit e profondit, infondendo in tutti serenit e fiducia in Dio.
Tra il 1674 e il1675 complet l'anno della terza probazione nella Maison Saint-Joseph sempre a Lione.
Fu l'anno decisivo nella vita di Claudio. Durante il mese di Esercizi, che sono parte integrante
formativa, ebbe l'esperienza di essere destinato ad una missione particolare. Fece il voto speciale di
osservare tutte le regole della Compagnia, anche le pi piccole, come programma di santit.
Terminato l'anno della terza probazione, il 2 febbraio 1675 pronunci la professione solenne e fu
nominato rettore del collegio di Paray-Le-Monial.
In quel periodo, nel monastero della Visitazione a Paray-Le-Monial, una giovane suora, Margherita
Maria Alacoque, oggetto di particolari rivelazioni mistiche. Ella viveva in quel periodo uno stato di
forte disagio spirituale: da una parte si sentiva scelta dal Signore come mezzo per risvegliare nel
mondo intero la memoria del suo grande amore per l'umanit e chiedere il culto al Suo Sacro Cuore;
dall'altra parte, le superiore, le consorelle, i cappellani, la consideravano una visionaria, se non una
pazza. Per questo motivo essa era stata destinata come ufficio a custodire l'asino del monastero,
perch non rovinasse l'orto. Passavano anni d'incertezza. Il Signore, secondo Margherita, insisteva
perch realizzasse i suoi desideri. Margherita professava la sua insufficienza al grande compito,
lamentando la situa-zione di incredulit e diffidenza che la circondava. Con grande confidenza
chiedeva al Signore che le indicasse il mezzo per riuscire al compito. Il Signore le promise che
avrebbe inviato un "suo servo fedele e amico perfetto". Cos Maria attese che il Signore adempisse
tale promessa e che l'avrebbe aiutata nella realizzazione della missione alla quale si sentiva destinata
da Lui: manifestare al mondo le ricchezze imperscrutabili del suo amore.
Padre La Colombiere, una volta giunto nella sua nuova destinazione, venne posto a confronto ben
presto con i problemi della "suora visionaria". Infatti, la prima volta che egli si present al monastero
per un'esortazione rivolta alle suore Visitandine, suor Margherita sent una voce interna "Ecco
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 67

colui che ti mando" e con grande serenit espose a Claudio quello che in quei due anni
il Signore le aveva rivelato. Padre La Colombiere l'ascolt, ed esamin attentamente il racconto delle
rivelazioni e le sugger di mettere per iscritto tutto ci che passava nella sua anima, orientandola e
sostenendola nell'adempimento della missione ricevuta. Allo stesso tempo preg il Signore che lo
illuminasse.
I messaggi a Margherita avevano avuto inizio verso il 1672 e quello che padre La Colombiere dovette
provare si pu riassumere cos:
Dio Padre ha tanto amato l'uomo da mandare il Suo Figlio per salvarlo.
Cristo presenta in modo speciale il suo amore per noi, il suo Cuore, e ne chiede un culto
particolare oltre l'impegno di vita coerente.
Chiede che sia fatto conoscere per spargere tesori di misericordia e particolare attenzione al
culto dell'Eucaristia ricevuta con frequenza.
Chiede la nostra partecipazione alla riparazione per le offese fatte a Dio.
Padre La Colombiere studi a fondo i messaggi che Margherita gli present per iscritto e si convinse
dell'autenticit delle visioni ed audizioni. Quando fu inoltre certo che Cristo desiderava il culto del
suo Cuore, lui stesso, il 21 giugno 1675, assieme a Margherita, si consacr al Cuore di Ges. Da allora
non tralasci occasione per diffondere la devozione al Sacro Cuore di Ges.
Nel 1676 padre La Colombiere part per Londra, avendo avuto l'incarico di predicatore e confessore
della duchessa Beatrice D'Este a York, erede con il marito Giaco-mo, cattolico, al regno d'Inghilterra,
paese gi allora religiosamente separato dalla Chiesa cattolica. Era un incarico molto delicato sotto
vari punti di vista; padre La Colombiere in mezzo al lusso della corte, condusse una vita semplice,
impe-gnandosi soprattutto a far conoscere la devozione al Sacro Cuore di fronte ad un mondo ben
diverso; egli stesso ad esempio scrisse:
Qui c' gente che si vanta di dubitare della presenza reale di Cristo nell'Eucaristia; provo una grande
conso-lazione a ripetere pi volte al giorno "atti di fede" nella Presenza Reale
In questo periodo iniziava a comporre il suo Diario Spirituale dove si rivela la sua grande
testimo-nianza di amore al Sacro Cuore e alla sua spiritualit. Claudio si dedic ad una solida
istruzione nella vera fede e, anche se tra grandi pericoli, ebbe la conso-lazione di vedere molte
persone ritornarvi; al punto che dopo un anno, diceva:
Potrei scrivere un libro sulla misericordia di cui Dio mi ha fatto testimone da quando sono qui.
Per un anno dopo, nel 1678, venne accusato da un falso convertito da lui beneficato, di complotto
papista e di tramare addirittura contro lo Stato; per questa accusa, il 17 novembre 1678, fu
imprigionato nei sotterranei della Torre di Londra, carcere duro e dall'ambiente molto umido, che
uno scrittore inglese definisce "inferno anticipato". Dopo tre settimane, colpito da tisi, per evitare
complicazioni di-plomatiche, fu rispedito in Francia. Verso la met di gennaio 1679 arriv a Parigi,
dove rimase 10 giorni, informando i suoi sulla situazione dei cattolici in Inghilterra. Ritorn poi a
Lione, come padre spirituale dei giovani studenti. Qui ebbe la possibilit di formare quelli che
saranno poi i primi grandi Teologi della devozione al Sacro Cuore, come padre Jean Croiset e padre
Joseph Gallifet.
La malattia si aggrav e nell'agosto del 1681; fu mandato di nuovo a Paray-Le-Monial, dove rivide
suor Mar-gherita non pi in veste di custode dell'asinello, bens Maestra delle Novizie. Il 15 febbraio
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Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 68

1682, all'imbrunire, ebbe una violenta emottisi che pose fine alla sua vita terrena. Suor
Margherita Maria Alacoque, alla notizia della morte, non pregava per lui ma ripeteva:
lui che deve pregare per noi, perch si trova in Paradiso; il Sacro Cuore l'ha reso molto potente in cielo.
Fu sepolto nella cappella del collegio, dove nel lontano giugno 1675 si era consacrato al Sacro Cuore
di Ges, oggi chiamata Cappella La Colombiere, a Paray-Le-Monial, in Francia.

Preghiera a Santa Margherita Maria Alacoque

O Santa Margherita Maria Alacoque,
Tu che fosti scelta da Dio per rivelare al mondo
la divina bellezza del Cuore di Ges,
la sua bont infinita, la sua misericordia senza limiti,
la sua luce radiosa; fa che anche noi, come te,
possiamo poggiare la nostra vita sul suo cuore.

Cuore di Ges,
riversa labbondanza del tuo amore
sui peccatori perch tornino a te,
sui credenti perch vivano di te,
sui missionari perch testimonino te,
sui malati perch guariscano in te,
sui moribondi perch si abbandonino a te.

Dammi un cuore buono,
sincero e disponibile,
capace di amare e di soffrire,
di perdonare e di gioire,
di vivere ogni momento della vita
come un grandioso dono
del tuo amore infinito.

Cuore di Ges,
sorgente di Carit, di Pace,
di Verit, di Speranza,
confido in te, mi affido a te.

Santa Margherita Maria Alacoque,
prega per noi!

#
O Santa Margherita Maria,
dal Sacro Cuore di Ges fatta partecipe dei suoi tesori divini,
otteneteci, vi supplichiamo, da questo Cuore adorabile
le grazie di cui abbiamo bisogno.

Noi gliele domandiamo con confidenza che non ha limiti.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 69

Si degni il divin Cuore concedercele per la vostra intercessione,
affinch ancora una volta egli sia per voi glorificato ed amato.
Cos sia.

#
Consacrazione al Sacro Cuore di Ges
(di Santa Margherita Maria Alacoque)
Io (nome e cognome),
dono e consacro al Cuore adorabile
di nostro Signore Ges Cristo
la mia persona e la mia vita,
(la mia famiglia/il mio matrimonio),
le mie azioni, pene e sofferenze,
per non voler pi servirmi
d'alcuna parte del mio essere,
che per onorarlo, amarlo e glorificarlo.
E' questa la mia volont irrevocabile:
essere tutto suo
e fare ogni cosa per suo amore,
rinunciando di cuore
a tutto ci che potrebbe dispiacergli.
Ti scelgo, o Sacro Cuore,
come unico oggetto del mio amore,
come custode della mia via,
pegno della mia salvezza,
rimedio della mia fragilit e incostanza,
riparatore di tutte le colpe della mia vita
e rifugio sicuro nell'ora della mia morte.
Sii, o Cuore di bont,
la mia giustificazione presso Dio,
tuo Padre,
e allontana da me
la sua giusta indignazione.
O Cuore amoroso,
pongo tutta la mia fiducia in te,
perch temo tutto
dalla mia malizia e debolezza,
ma spero tutto dalla tua bont.
Consuma, dunque, in me
quanto pu dispiacerti o resisterti;
il tuo puro amore
s'imprima profondamente nel mio cuore,
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 70

in modo che non ti possa pi scordare
o essere da te separato.
Ti chiedo, per la tua bont,
che il mio nome sia scritto in te,
poich voglio concretizzare
tutta la mia felicit
e la mia gloria nel vivere e morire
come tuo servo.
Amen.

#
Coroncina al Sacro Cuore recitata da P.Pio
O mio Ges, che hai detto:
in verit{ vi dico, chiedete ed otterrete, cercate e
troverete, picchiate e vi sar{ aperto ecco che io
picchio, io cerco, io chiedo la grazia.
- Pater, Ave, Gloria
- S. Cuore di Ges, confido e spero in Te.

O mio Ges, che hai detto:
in verit{ vi dico, qualunque cosa chiederete al Padre
mio nel mio nome, Egli ve la conceder{ ecco che al
Padre tuo, nel tuo nome, io chiedo la grazia.
- Pater, Ave, Gloria
- S. Cuore di Ges, confido e spero in Te.

O mio Ges, che hai detto:
in verit{ vi dico, passeranno il cielo e la terra, ma le
mie parole mai ecco che appoggiato allinfallibilit{
delle tue sante parole io chiedo la grazia.
- Pater, Ave, Gloria
- S. Cuore di Ges, confido e spero in Te.

O S. Cuore di Ges, cui impossibile non avere
compassione degli infelici, abbi piet di noi miseri
peccatori, ed accordaci le grazie che Ti domandiamo
per mezzo dellImmacolato Cuore di Maria, tua e
nostra tenera Madre.
- S. Giuseppe, Padre Putativo del S. Cuore di Ges
prega per noi
- Salve, o Regina..

#
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 71


breve novena di fiducia al Sacro Cuore di Ges
(da recitarsi per 9 giorni)
O Ges, al vostro Cuore affido...

(la tale anima... la tale Intenzione... la tal pena... il tale affare...)

Rivolgete un vostro sguardo...

Poi fate ci che il vostro Cuore vi dir...

Lasciato fare al vostro Cuore.

O Ges conto su di Voi, confido in Voi,
mi abbandono in Voi, son sicuro di Voi.

(300 giorni d'Indulgenza ogni giorno dello Novena. Decr. S. Pen. Apost. 9.3.1923)
#
Preghiera al Sacro Cuore di Ges
Per le anime afflitte da mali, dispiaceri, contrariet
Ges
nel Tuo Cuore squarciato,
meno questa mia pena,
la copro colla Tua Passione e Morte,
colle Tue Sacre Piaghe,
col Tuo Preziosissimo Sangue,
con i dolori e le lacrime di Maria SS.
coi menti di S. Michele Arcangelo
e di tutta la Corte Celeste,
con i meriti di S. Giuseppe
e di tutti i Santi e Beati del Cielo
e con i meriti di tutti i Santi e Giusti
della terra e delle Anime purganti.

Ges pensaci Tu, io non ci penso pi
Pater, Ave, Gloria
Con approvazione ecclesiastica.
#
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 72

Atto di consacrazione al Sacro Cuore
Il tuo Cuore, o Ges, asilo di pace,
il soave rifugio nelle prove della vita,
il pegno sicuro della mia salvezza.
A Te mi consacro interamente, senza riserve, per sempre.
Prendi possesso, o Ges, del mio cuore,
della mia mente, del mio corpo, dell'anima mia, di tutto me stesso.
I miei sensi, le mie facolt, i miei pensieri ed affetti sono tuoi.
Tutto ti dono e ti offro; tutto appartiene a Te.
Signore, voglio amarti sempre pi, voglio vivere e morire di amore.
Fa o Ges, che ogni mia azione, ogni mia parola,
ogni palpito del mio cuore siano una protesta di amore;
che l'ultimo respiro sia un atto di ardentissimo e purissimo amore per Te.

#
Consacrazione della famiglia al Sacro Cuore
Sacro Cuore di Ges,
che hai manifestato a Santa Margherita Maria Alacoque
il desiderio di regnare sulle famiglie cristiane,
noi ti proclamiamo oggi Re e Signore della nostra famiglia.
Sii Tu il nostro dolce ospite, il desiderato amico della nostra casa,
il centro di attrazione che ci unisce tutti nell'amore reciproco,
il centro di irradiazione per cui ciascuno di noi vive la sua vocazione
e compie la sua missione.

Sii Tu l'unica scuola di amore.
Fa' che impariamo da Te come si ama, donandoci agli altri,
perdonando e servendo tutti con generosit e umilt
senza pretendere il contraccambio.
O Ges, che hai sofferto per renderci felici,
salva la gioia della nostra famiglia;
nelle ore liete e nelle difficolt
il Tuo Cuore sia la sorgente del nostro conforto.

Cuore di Ges, attiraci a Te e trasformaci;
porta a noi le ricchezze del Tuo Amore infinito,
brucia in esso le nostre deficienze e le nostre infedelt;
aumenta in noi la fede, la speranza, la carit.
Ti chiediamo infine che, dopo averTi amato e servito in questa terra,
Tu ci riunisca nella gioia eterna del Tuo Regno.
Amen.

#
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 73

Al Sacro Cuore di Ges
Cuore santissimo di Ges,
fonte di ogni bene,
ti adoro, ti amo, ti ringrazio
e, pentito vivamente dei miei peccati,
ti presento questo povero mio cuore.
Rendilo umile, paziente, puro
e in tutto conforme ai desideri tuoi.
Proteggimi nei pericoli,
consolami nelle afflizioni,
concedimi la sanit del corpo e dell'anima,
soccorso nelle mie necessit spirituali e materiali,
la tua benedizione in tutte le mie opere
e la grazia di una santa morte.

#
Atto di oblazione al Sacro Cuore
Eccomi pronto, o Ges mio, mite e dolce agnello divino, perennemente immolato sui nostri altari per
la salvezza degli uomini: io voglio unirmi a te, soffrire con te, immolarmi con te. A questo fine ti
offro tutte le pene, le amarezze, le umiliazioni e le croci di cui piena la mia vita. Te le offro secondo
tutte le intenzioni per cui il Tuo Cuore dolcissimo offre e immola se stesso. Possa il mio modesto
sacrificio ottenere le tue benedizioni per la Chiesa, per il sacerdozio, per i poveri peccatori, per la
societ. E tu, o caro Ges, degnati di accettarlo dalle mani di Maria Santissima, in unione con il suo
Cuore Immacolato. Amen.
fonte di ogni bene,
#
Breve atto di offerta al Sacro Cuore
Io N.N., per esservi grato e per riparare le mie infedelt, vi dono il cuore, e interamente mi consacro a
Voi, amabile mio Ges, e col vostro aiuto propongo di non pi peccare.
Indulgenza di 300 giorni.
Plenaria mensile purch dinanzi ad una immagine del S.Cuore (S.Penit. 15-III-1936)
#
da recitare ogni giorno al SS.Cuore
Io vi saluto, o adorabile Cuore di Ges, sorgente vivifica ed immutabile di gaudio e di vita
eterna, tesoro infinito della Divinit, fornace ardentissima del supremo amore: Voi siete il
mio rifugio, Voi la sede del mio riposo, Voi il mio tutto. Deh! Cuore amantissimo,
infiammate il mio cuore di quel vero amore di cui avvampate: infondete nel mio cuore
quelle grazie di cui Voi siete la fonte. Fate che l'anima mia sia totalmente unita alla
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 74

vostra, e la mia volont divenga alla vostra ognora conforme; giacch io desidero che
da oggi innanzi il piacer vostro sia la regola e lo scopo di tutti i miei pensieri, affetti ed
operazioni. Cos sia.
#
Litanie al Sacro Cuore di Ges
Signore, piet. Signore piet
Cristo, piet. Cristo piet
Signore, piet. Signore piet
Cristo, ascoltaci. Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici. Cristo, esaudiscici

Padre del cielo, che sei Dio, Abbi piet di noi.
Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio, Abbi piet di noi.
Spirito Santo, che sei Dio, Abbi piet di noi.
Santa Trinit, unico Dio, Abbi piet di noi.

Cuore di Ges, Figlio dell'eterno Padre, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, formato dallo Spirito Santo nel grembo della Vergine Madre, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, sostanzialmente unito al Verbo di Dio, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, infinitamente maestoso, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, tempio santo di Dio,
Cuore di Ges, tabernacolo dell'Altissimo, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, abitazione di Dio e porta del cielo, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, fornace ardente di carit, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, santuario di giustizia e di carit, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, traboccante di bont e di amore, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, abisso di tutte le virt, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, degnissimo d'ogni lode, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, sovrano e centro di tutti i cuori, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, nel quale sono tutti i tesori della sapienza e della scienza, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, nel quale abita la pienezza della divinit, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, nel quale il Padre si compiaciuto, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo attinto, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, desiderio dei colli eterni, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, paziente e immensamente misericordioso, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, generoso verso coloro che ti invocano, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, sorgente di vita e di santit, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, propiziazione per i nostri peccati, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, ricoperto di obbrobrii, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, spezzato per causa dei nostri peccati, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, obbediente fino alla morte, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, trafitto dalla lancia, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, sorgente di ogni consolazione, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, nostra vita e risurrezione, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, nostra pace e riconciliazione, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, vittima dei peccatori, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, salvezza di quanti sperano in te, abbi piet di noi.
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 75

Cuore di Ges,speranza di quanti muoiono in te, abbi piet di noi.
Cuore di Ges, felicit di tutti i Santi, abbi piet di noi.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
ascoltaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
abbi piet di noi.
#
NOVENA AL SACRO CUORE DI GESU'
Cuore adorabile di Ges, dolce mia vita, nei miei presenti bisogni ricorro a te e affido
alla tua potenza, alla tua sapienza, alla tua bont, tutte le sofferenze del mio cuore,
ripetendo mille volte:
"O Cuore Sacratissimo,
fonte di amore,
per i miei presenti bisogni pensaci tu".

Gloria al Padre
Cuore di Ges, mi unisco alla tua intima unione con il Padre Celeste.

Cuore amatissimo di Ges, oceano di misericordia, ricorro a te per aiuto nelle mie
presenti necessit e con pieno abbandono affido alla tua potenza, alla tua sapienza,
alla tua bont, la tribolazione che mi opprime, ripetendo ancor mille volte:

"O Cuore tenerissimo,
unico mio tesoro,
per i miei presenti bisogni pensaci tu".

Gloria al Padre
Cuore di Ges, mi unisco alla tua intima unione con il Padre Celeste.

Cuore amorosissimo di Ges, delizia di chi t'invoca!
Nell'impotenza in cui mi trovo ricorro a te, dolce conforto dei tribolati e affido alla
tua potenza, alla tua sapienza, alla tua bont, tutte le mie pene e ripeto ancor mille
volte:
"O Cuore generosissimo,
riposo unico di chi spera in te,
per i miei presenti bisogni pensaci tu".

Gloria al Padre
Cuore di Ges, mi unisco alla tua intima unione con il Padre Celeste.

O Maria, mediatrice di tutte le grazie,
una tua parola mi salver dalle mie presenti difficolt.
D questa parola, o Madre di misericordia
e ottienimi la grazia (esporre la grazia che si desidera) dal cuore di Ges.
Ave Maria
NB.: LA NOVENA SI RIPETE PER 9 GIORNI CONSECUTIVI PRIMA DELLA SOLENIT DEL SACRO CUORE
Biografia preghiere
Santa Margherita Maria Alacoque Pag. 76

FONTI
Cathopedia.org
http://www.santiebeati.it/10/16/

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