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Anonimo D'Amaro

La Dilatazione

del Tempo

ORODEGLISTUPIDI EDIZIONI
ALCUNI I DIRITTI RISERVATI

ANONIMO D'AMARO
I EDIZIONE LUGLIO 2009

QUESTO LAVORO È STATO REALIZZATO UTILIZZANDO

SOFTWARE LIBERO. NON ABBIATE PAURA DI

SPERIMENTARE LA DIFFERENZA.
Al tempo che mi fu donato

Al tempo che ho consumato

Al tempo che mi sopravvivrà


* Proemio - A Crono

Canto qui per te, Crono:


siedi sul tuo trono
di inviolabili lancette

Un dolore t’attanaglia:
c’è qualcosa che ti affligge
vedi il tempo dilatarsi
nella mente di un pezzente

Non soffrire se confondo


con i sensi i tuoi secondi:
non si cercano dettagli
quando serve ispirazione

Troverò tra le tue Figlie


qualche cosa d’importante:
delusioni ne ho già molte
ora scavami nel cuore

ANONIMO D'AMARO

Crono: personificazione del Tempo. In


quanto tale, considero qui sue figlie le Ore
(le stagioni della mitologia greca).
IL RIFIUTO
* Il Futuro

In un terribile edificio di
metalli elementari
giace la sposa dell'Inferno
colei che svela le risposte
già nude
e di morte si fa rivelatrice

Non chiedere per me


della vita che vivrò:
narrava Edipo un tempo
che per l’uomo
tutte le strade
finiscono in Ade

Raccoglimi le mani
mia signora di banali verità:
e sorprendimi, cantami
un’autentica
bugia mortale.

ANONIMO D'AMARO

Edipo: colpito fin dalla nascita da predizioni


sventurate, causò la morte del padre e della
madre. I figli avuti da quest'ultima, tra i
quali Antigone, morirono terribilmente.
* Omosessuale - Al mio Dedalo

Celeste fu l’infanzia
per me, piccolo minotauro
e il peccato rifuggiva
ai miei occhi di animale

Donavo cuore onesto a


tutti i miei concittadini: e
mi chiusero da loro
tra le pietre d’ignoranza

Ora salvami, mio Dedalo, con ali


di necessaria sofferenza:
se mi sposi avrai del canto
i più bei doni.

Siamo soli, noi scherzi di natura.

ANONIMO D'AMARO

Minotauro: creatura per metà uomo e per


metà toro. Fu rinchiuso nel labirinto di Creta
assieme all'ingegnoso costruttore Dedalo e al
figlio. Dedalo riuscì a volare via dal labirinto
con ali fabbricate di cera e penne; le stesse
costarono la vita allo sprovveduto figlio.
* Preventivamente

Mia Dea!
Gridava una fanciulla,
colpita da veleno di morte

Non era passione a bruciarle


i sogni: e tu,
cosa rubavi da una vergine, strega?

Uccisa la madre patria


ti partorì una vendetta di
purpureo candore:

E ora, con bocca di spine


ti vesti giudice d’altrui vita:
e recidi l’altrui tempo, sul nascere.

GIASONE

Giasone: indusse la maga Medea a tradire la


famiglia e abbandonare il suo paese per
aiutarlo nelle sue imprese. Una volta in
patria, ripudiò Medea per sposare la figlia
del re. La maga uccise allora la nuova sposa,
con il dono di un mantello intriso di veleno.
* Aids

Non piangere, madre, se


ho mangiato un frutto
proibito

Aspetteremo insieme sei mesi


e poi
scenderà l’autunno
tra di noi

Mi attendono carezze
di un gelido sposo:
m’insegnava quanto è
dolce il melograno…

Non piangere, madre, se


il futuro è già passato:
incoscienza m’ha fasciato
dei miei fiori di morta

PERSEFONE

Persefone: fu rapita dal signore degli Inferi,


Ade, il quale, per costringerla a restare per
sempre con lui, le fece mangiare dei frutti
infernali. Demetra, la madre, riuscì tuttavia
ad ottenere che la figlia potesse tornare per
sei mesi ogni anno sulla Terra.
* Eutanasia

Eri il mio Sole


e ora d’amore
m’hai rapito alla luce
della vita

Chi semina Giacinto


raccoglie sonno eterno
così il mio destino
si compia, Apollo.

GIACINTO

Giacinto: uno degli sfortunati giovani amati


dal dio del Sole, Apollo. Questi ne provocò la
morte accidentale in una gara di lancio del
disco. Non potendo invertire il destino di
Giacinto, il dio volle almeno trasformare il
corpo dell'amato nell'omonima pianta,
segnando sui petali della stessa le lettere AI,
per ricordare per sempre la terribile perdita.
* FrescaTerra

Che profumo di casa


quando accendo l’incenso
e i miei incantesimi
si pronunziano disciolti

Tutto ciò che mi basta


è qui, con me: e intanto la marea
si bagna di una luna
maestra di pozioni d’amore

Non mi serve un palazzo


per cullare l’eroe che amo:
alla sera soffia il vento
e mi muore tra le dita il tempo

Ma c’è lui, qui con me.

CIRCE

Circe: maga che Odisseo incontra nel suo


viaggio di ritorno in patria, dopo la guerra di
Troia. Ella tenta di dominare l'eroe con la
malia, ma finisce sconfitta. Ne diventa quindi
l'amante, per un anno; al momento di
ripartire, Circe insegna all'amato la strada
migliore per tornare a casa.
* Violenza

Rapace il tuo
beffardo desiderio d’avermi,
m’hai crollato via
la casa

Non sapranno,
quelli che verranno,
delle tue divine intemperanze…

E io troppo giovane per


valermi porterò
nel corpo i segni
(orribili a vedersi)
del tuo corpo

E tu troppo vecchio per


saziarti mi donerai ancora
orrendi fratelli

GANIMEDE

Ganimede: povero pastore di rara bellezza.


Zeus, il padre degli dei, se ne invaghì; sceso
sulla Terra in forma di aquila, lo strappò
ancora adolescente al padre, barattando il
rapimento con ricchi doni divini.
* Alcolici

Ho dato un figlio a
Poseidone: non ha
visto la luce, e non
ha gambe per camminare
all’aria aperta

Se non avessi gli occhi


sempre persi negli abissi
taglierei quella sua coda di pesce

UNA NEREIDE

Poseidone: una delle figure divine più


inquietanti del mito greco. Re degli abissi, si
credeva avesse il potere di indurre stati di
follia negli umani. Poseidone era noto per
essere un violentatore recidivo, che non
disdegnava neppure parenti dirette. Da
queste unioni spesso nascevano dei mostri.
In Astrologia, al pianeta corrispondente (il
Nettuno dei Romani) è associata la creatività,
ma anche l'irrazionalità e la demenza,
nonché l'inclinazione all'etilismo. Le
Nereidi erano divinità del mare, che
accompagnavano sempre il corteo del loro re.
* Filosofia

Hai giocato con me per


anni, Sfinge beffarda:
ora tocca a te
inchiodarti alla risposta

E il senso della vita?

Prima che lo afferri


coi tuoi artigli di
leonessa si sarà già
esaurita

EDIPO

Sfinge: mostro alato con corpo di leone e


testa di donna. Era, moglie di Zeus, l'aveva
mandata agli abitanti di Tebe come
punizione per i loro oltraggi. Il mostro
impediva l'accesso alla città, ponendo ai
forestieri un enigma oscuro e divorandoli
quando questi non rispondevano. Edipo, per
primo, seppe sciogliere l'indovinello e
uccidere il mostro, tanto da meritare il trono
di Tebe e avvicinarsi al suo orrendo destino.
* Solitudine

Dioniso disse di
amarmi

Era solo un
vecchio ubriacone

ARIANNA

Arianna: figlia del re di Creta e sorella per


parte di madre del Minotauro, aiutò l'eroe
Teseo ad uccidere il mostro e a fuggire dal
labirinto. Conclusa l'impresa, Teseo fece
credere alla giovane di volerla portare con sé
ad Atene, ma la abbandonò con l'inganno
sull'isola di Nasso. Capito il tradimento, la
ragazza lanciò grida tanto strazianti da
richiamare Dioniso, divinità del vino, che,
impietosito, la volle prendere in sposa.
* Meritocrazia

E così
fai vendetta
del mio ben più gran talento
ti punzecchia che non sia
come quel povero Marsia

E così
fai vendetta
e mi vesti di vergogna
non sarà obliato, Atena
il mio vero nome

ARACNE

Aracne: abilissima tessitrice, si vantava di


aver insegnato tale arte ad Atena, che ne era
invece la divinità. Sorta una gara tra le due,
la mortale ne uscì vittoriosa, tanto che la dea,
infuriata, la trasformò nel misero ragno,
costretta a tessere con la bocca per l'eternità.

Marsia: un sileno, sfidò una volta Atena,


raccogliendo il flauto che questa aveva
gettato inorridita, e una seconda Apollo,
protettore della musica. Fu sconfitto da
questo in gara e scorticato vivo in punizione.
* Passione

Ho plasmato d’amore
le tue forme
prima d’incontrarti

Sei la carne dei miei sogni


sei l’angelica passione
che rigenera i miei giorni

Amami come colui


che ha reso vivo
il tuo sorriso:
il tempo per noi
è appena cominciato.

PIGMALIONE

Pigmalione: scultore, si innamorò di una


delle statue da lui create, che egli chiamò
Galatea, per il suo candore. La passione lo
vinse al punto che pregò e ottenne da Venere,
dea dell'amore, che la sua opera fosse
tramutata nella sua amante umana.
* Stupidità

Ho creduto di poter
riportare in vita
Euridice

Ho trovato indicazioni
su un oscuro
sito web

Ho pregato di
poter riabbracciare
la mia sposa

Poi

Ho capito di amarla troppo

Per farla risvegliare

in questo mondo

ORFEO

Orfeo: cantore di abilità miracolosa; fallì nel


tentativo di riportare in vita la moglie
Euridice, poiché, infrangendo il patto con
Ade, si voltò a guardarne l'ombra poco prima
di aver superato la soglia degli Inferi.
* Verità

Apri la bocca Caos


e insegnami
il destino delle cose

TIESTE

Tieste: fratello di Atreo, la sua stirpe scontò


una maledizione che cresceva di generazione
in generazione per gli omicidi tra
consanguinei. I due fratelli, dopo l'uccisione
del fratellastro Crisippo, conservavano
pessimi rapporti. Tieste osò violentare la
moglie di Atreo per umiliarlo. Scoperto il
misfatto, Atreo invitò il fratello a banchetto,
rivelando soltanto alla fine del pasto di
avergli servito le carni dei suoi figli. La
discendenza di Atreo non ebbe destino più
felice: il prode Agamennone morì squartato
dalla moglie adultera, e questa finì
assassinata dal proprio figlio Oreste.
* Occidente

Avevo un fratello di nome


Bellerofonte
languiva in sella all’oro

Purpurea carne il giovane corpo


aveva d’orgoglio adombrata

Avevo un fratello, l’amante


di Benessere, vivevano l’uno
per l’altro

Purpurea vita goccia a goccia


perdeva nell’oro mio fratello

Ora che lui è morto,


nelle coppe di cotta
mi bastano le sue ceneri,

da spargermi sul capo

UN FRATELLO

Bellerofonte: incarnazione della superbia


umana. Domato il cavallo alato Pegaso e
uccisa la terribile Chimera, si inorgogliosì al
punto di tentare la scalata dell'Olimpo, sede
degli Dei. Fu precipitato prima di riuscirci.
* Naturalmente

Mia madre Demetra è


senza tempo;
risvegliano i suoi figli
a primavera

Eterna luna
impassibile trapassa
i volti nel cielo della sera:

Ancora appassisce una rosa


ancora Demetra si sposa

UN FIGLIO

Demetra: divinità dei campi, è la signora del


ciclo stagionale, che ella stessa impose alla
Terra nell'episodio del rapimento della figlia
Persefone. Viene qui considerata
personificazione di quella Natura
indifferente che si ritrova nelle “Operette
Morali” del Leopardi.
* Mediaticamente

Ricorda Artemide
le streghe di Tessaglia
bestemmiavano il suo
nome impronunciato

Non esser tanto stolto


da far eco a quelle
voci se il suo nome
nominar mai hai osato…

ORIONE

Orione: una delle vittime della dea Artemide,


divinità della Luna e della caccia. Fu grande
cacciatore lui stesso e compagno della dea,
finché questa non decise di ucciderlo, non
tollerando, secondo alcuni, che l'uomo
l'avesse respinta. Artemide inviò ad Orione e
al fedele segugio Sirio lo Scorpione, che
punse entrambi nel sonno, uccidendoli.

Tessaglia: una regione greca nota per le sue


streghe, tanto da aver stuzzicato la fantasia
dei più tardi poeti latini, che le
immaginavano dedite ai peggiori malefici e
alle bestemmie contro la Luna stessa.
* Anticonformismo

Oggi ero sottoterra


lontana da tutti
orgogliosa ed onesta:
e qualcuno a vedermi
ho rubato alla
sciocca mondana
gioia dei molti

ANTIGONE

Antigone: figlia di Edipo, si scontrò con il


nuovo re di Tebe Creonte, che le aveva
proibito di seppellire le spoglie del fratello,
destinate al pasto dei cani perché considerato
traditore della patria. Antigone si ribellò al
divieto e fu per questo sepolta viva. La sua
morte determinò la rovina di Creonte, il
quale perse prima il figlio, fidanzato di
Antigone, poi la moglie, entrambi suicidi. Il
re, così punito, non potè che darsi la morte.
* Contrazioni

Non cercarmi tra i


petali del perdono
piango solo finché il tempo
non ritorni nel suo cuore

Mi velava di profumi
il persiano che hai ucciso
la sua barba accarezzava
i miei sacri pleniluni

Ora, la sua mano scura e grande


è fredda, molta porpora ha versato
il suo corpo di guerriero, da molto
attendevo la tua spada di soldato:

proprio qui,
dentro al cuore

UN TRADITORE GRECO
L’INFATUAZIONE
* Vanità

Sibilla, se avessi con me


le candide rose
dei dolci Campi Elisi
saprei renderti la sposa
che sognavi, un tempo:
ti ricordi tra le foglie
d’Amaranto quelle mura
bianche, levigate dalle mani?

Ma hai scelto il metallo


per la tua vanità:
una statua volevi
t’uccidesse il desiderio
dentro al cuore
della tua oscurità.

ANONIMO D'AMARO

Sibilla: nome di veggente della mitologia


greco-romana, nota per le profezie oscure.

Campi Elisi: un luogo paradisiaco,


destinato alle anime dei mortali cari agli Dei.

Amaranto: pianta “che non appassisce”.


* Fobia

Ti sorrido mostro
come si conviene
quando si ha paura
di un essere indifeso

Mi diceva Egeo
che sei orrendo
ed ora che ti porto
la morte del tuo tempo

Ti sorrido, mostro
come si conviene:
è facile valersi su
voi scherzi di natura

TESEO

Egeo: mitico re di Atene, padre di Teseo.


Prima che questo partisse per l'impresa
contro il Minotauro, chiese che al ritorno
fossero issate vele bianche nel caso in cui il
mostro fosse stato sconfitto, nere se il figlio
fosse morto. Al ritorno, Teseo dimenticò la
promessa; alla vista delle vele nere, Egeo,
credendo il figlio morto, si gettò in mare.
* Odio

Io indifesa?
Io mostro?
Tu assassino
dei miei sacri presagi
Tu cagna spudorata
Tu eco delle mie
funebri imprecazioni!
Io povero pazzo,
ingannato dal greco
- maledetto sia ovunque scampi -
ti ritrovo negli occhi di morte
tutto il gusto del mio tradimento:

La famiglia sterminata
paghi pegno al mio dolore:
come un tempo,
così adesso

MEDEA

Medea: maga originaria della Colchide. Per


amore di Giasone, tradì la famiglia, uccise il
fratello e lasciò la patria. Seguì l'eroe fino a
Corinto, dove questo la ripudiò per la
principessa della città. Si vendicò uccidendo
la rivale, il re padre e i figli avuti da Giasone.
* Dolore

Oggi ho conosciuto mia figlia


non la vedevo da sette
millenni
Sono invecchiate in fretta
le piccole chiome morbide
le ginocchia scherzose
e il sorriso d’infanzia

Eppure nell’ansia
di oggi sento
il cadere di
un passero morto

Che mi succede?
Il polline di questi
fiori
m’intossica di
paure
pallide…

DEMETRA

Demetra: vedi * Aids


* Separazione

Odisseo è ripartito
per me non è nessuno
patetica esperienza
è la vita

Se sapesse sua moglie


ciò che solo queste stelle
sanno dire, senza far parola alcuna…

Luna traditrice
promettevi tanto
ma non mi hai mantenuto mai nulla…

Rimango con le polveri


d’incenso: ed i ricordi
miei
già sfumano nel tempo

CIRCE

Circe: vedi * FrescaTerra


* Illusione

Edipo è punito
ed i suoi bulbi non
conoscono più le luci
della nostra saggezza

Non sono papessa di


verità inesistenti, insensate
indagini conducono
a sventura:

Fasullo dissimulare
la nostra umanità
nella ricerca di un’assoluta
verità

IL CORO

Edipo: diventato re di Tebe, sposata la regina


Giocasta, si impegnò a scoprire l'assassino
del vecchio sovrano, Laio. La verità fu
tremenda: non solo proprio Edipo aveva
ucciso Laio, prendendolo per un forestiero,
ma quest'ultimo ne era il vero padre.
Compreso di aver anche commesso incesto,
essendosi unito a Giocasta, sua vera madre,
Edipo, straziato, si accecò e partì in esilio.
* Arroganza

Dal momento che mi servi


mia piccola Aracne
opportunismo ti tenga in vita:

Ago e filo non ti dissero


che senza la mia spinta
saresti restata
il nulla
che sei?

ATENA

Aracne: vedi * Meritocrazia


* Oriente

Sorelle dei mondi d’inverno


dei palazzi di smeraldo
e di granito
colombe di paesi lontani
uccelli di fiumi
sorelle dei mari

Venga la purpurea falce


e si riprenda
i vostri tesori

E se morte v’attende
non c’è premio per
i cuori rotti
dalla vostra mano

Inferno attende la cenere:


tra le coppe d’argento
e le selle dorate
lasciate che il canto vi distolga
la mano.

UNA SORELLA
* Stretta del destino

Oggi ho scelto il tuo passato:


m’avessi velato
avresti capito
ciò che vuoi scoprire

L’angelo della morte


mi chiude la terra
sul capo corvino:
e i riverberi, temporali
rilasci delle nostre
esistenze
si stemperano con me,

sottoterra

ALCESTI

Alcesti: moglie di Admeto. Quando per


questo giunse l'ultima ora, il dio Apollo, che
ne era amico, ottenne dalle Moire, divinità
del destino umano, che l'uomo fosse
risparmiato in cambio del sacrificio di
un'altra vita. Admeto si rivolse ai genitori e
agli amici, ma nessuno accettò lo scambio.
Fu la moglie Alcesti, sacrificandosi senza
esitazione, a salvare la vita del coniuge.
* Caduta

Vent’anni son passati


Sei mesi sono scesi
Ed ora
vestiti di vedovanza:
è caduta la tua anima
velata di pietà
nell’orrore del tuo cuore,
nell’irrazionalità
delle ultime tue ore.

ADE

Ade: vedi * Aids


LA MANIA
Riverberi

Guarda nel metallo


Guarda che t’osserva
la fine del tuo tempo
mio orrido persiano
Ci pensavi in battaglia?
Era gloria il sangue dalla testa
del nemico?

Ora la tua testa


non ha occhi
a vomitarmi
verità
dal mondo
delle ombre
**

Fa male
abbastanza da gridare
troppo per resistere
l’orrore del tempo
nella quotidianità
le ombre che reprimo
quando vedo il
popolo di sordi
che non sa sentirmi
che non può ascoltarmi…

Fosse anche qui ed ora


io farei una pazzia:
scoppierei a piangere
di paura
***

Fermate la pazzia
del mio sangue
dal buco del mio cuore

Sono solo una


carcassa violentata
dal tempo
ucciso e rivoltato,
fatto a pezzi,

lentamente
Temporali

Sono ultimi atti del pensiero


un vuoto fluire dai miei occhi

E spengono gli altri le luci


nelle stanze
mentre veglio senza voci la mia fine

Presagivo fosse simile la morte


del mio tempo, non pensavo

che il dolore mi scucisse

così in fretta
**

L’ho rivista
la sposa morente:
parlava col diavolo

L’ho rivista
riflessa negli specchi,
tra queste clessidre

Piangerei se potessi:
ma ogni mio movimento
sarà tacito cedere
alle leggi del mio tempo

Volerò contro il tempo:


e con ogni mio silenzio
darò tacita aggressione
al divenire
***

Scioglimi le catene
della nostra convinzione
di benessere perpetuo

Ai borghesi non piace


la morte
come se pudica
non giungesse senza invito

La stoltezza della foglia


è di credere che il vento
venga a prender la compagna

La stoltezza dell’umano
è non credere che il tempo
faccia scorrere nel cuore
granelli, non sangue.
Rilasci

Oltrepassa le età
che il cielo e la terra
ti hanno partorito
(sto parlando al me stesso
di tre anni fa)
o di nove anni a venire,
perché non mi hanno detto
che
il tempo passa così in fretta;
perché i sensi mi ingannavano
perché chiedi
se il sole si spegne
se la torre crollerà
se io muoio?

Attualizzare concetti scivolosi


è fonte di pericolo mentale:
e i mondani passeggeri
del mio treno
mi daranno del pazzo,
se mi colgono in fallo

Ho chiamato le Moire ieri,


erano in ferie,
faranno tardi, suppongo;
non credi sia meglio
contare gli anni
a partire dal tuo destino?
**

Volentieri instauro
dialoghi con la parte
più scoscesa
dell’essere
che è il non essere

Volentieri perché oggi


il telefono non squilla
la sveglia non suona
e mia madre non mi chiama

E le nuvole tornano
rapide d’inverno
a svegliarmi nuovamente in primavera

Di’ alla mia bestialità


di stare in pace per oggi
che aprile dà alla testa:
non sono in vena di
procreare,
né di partorire sessualità
scomposte

Ti piace la mia penna libera?


Per oggi tutto mi concedo
perché domani…
…vado in ferie con le Moire
***

Volontà di camminare
scuotendo il capo
da capo a capo
della matassa:

se adesso entrassi in chiesa


mi coprirei di vedovanza
non trovi?

E il nero non mi piace,


neanche al tempo piace;
e mentre tutti
entrano in chiesa

scendo giù al fiume


a fare quattro tiri
coi ragazzi:
chi mi toglierà questi quattro momenti?

Dipende da che tiri

E comunque,
mentre instauro dialoghi invitanti
con la spiaggia più scoscesa
sul fiume dei secondi,
mentre chiamo le Moire e
mentre specchio i miei volti
nelle placide acque dei miei anni

sono vecchio,
e ne sorrido.
LA FUGA
Crono

<<Timidi
Tremiti
Ruzzoliamo via di qui, amore mio
Libero caos in libero stato
Varietà di cose rosse per te
Ridere
Vivere;
Banalità cercare nei teschi
Le candele della vita:>>

Anonimo D'Amaro

<<propriamente umano>>

Crono

<<Ora spente
Ora accese
Ora ceda
La resistenza:
Magniloquenza...>>

Anonimo D'Amaro

<<non dire ad Ade che fuggiamo>>


Crono

<<Vanità delle imposizioni


Filari troppo alti
Nudità scoscese
Verità apprese
È la vita, amore mio.>>

Anonimo D'Amaro

<<Ora vedo freddo


Ora toccami tra le
Tende di Giuditta
Mio Oloferne
Ora scendi dal tuo trono di lancette,
Mio signore:>>
non dire ad Ade che ti amo,

Crono.
CHIAVE
Ci insegnano che la storia è progresso, eppure
la natura umana non sembra cambiare. Nel
tentativo di isolare il filo conduttore della
storia dell'uomo, provo a riportare in vita
diverse maschere tragiche e mitologiche,
manifestazioni di una sensibilità artistica
lontana millenni dalla mia. Sperimentando le
verità di questi personaggi, la ricerca non
ha esito sorprendente: ciò che fonda
qualunque esperienza umana è sempre lo
stesso, terribile amore nei confronti del
tempo.

Ecco spiegato il percorso de La Dilatazione


del Tempo. Si comincia con un iniziale
RIFIUTO, durante il quale l'essere mortale,
proiettato com'è nell'apparente infinito della
propria quotidianità, comincia a scontrarsi
con lo scorrere del tempo. Provato
dall'evidente finitezza della carnalità, il
mortale non sa più nascondere
l'INFATUAZIONE verso la vita. Lo shock
improvviso prodotto dalla vivida, consapevole
esperienza dell'idea della morte sprofonda la
voce narrante in uno stato di apatia isterica,
una vera e propria MANIA, durante la quale
i pensieri si polverizzano. L'unica via di
FUGA, che conclude il lavoro, è una
tragica, preventiva elaborazione del proprio
lutto, una bizzarra dichiarazione d'amore per
il tempo che ancora rimane.
CONTATTI

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