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Rembrandt
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Disambiguazione Se stai cercando altri significati, vedi Rembrandt (disambigua).


Rembrandt Harmenszoon van Rijn /'rmbrnt 'hrmnszo:n vn rn/, noto
solo come Rembrandt (Leida, 15 luglio 1606 Amsterdam, 4 ottobre 1669)
stato un pittore e incisore olandese.
Viene generalmente considerato uno dei pi grandi pittori della storia dell'arte
europea e il pi importante di quella olandese. Il suo periodo di attivit coincide
con quello che gli storici definiscono l'et dell'oro olandese.
Dopo aver ottenuto un grande successo fin da giovane come pittore ritrattista, i
suoi ultimi anni furono segnati da tragedie personali e difficolt economiche. I
suoi disegni e dipinti furono popolari gi durante la sua vita, la sua reputazione
rimase alta e per vent'anni fu maestro di quasi tutti i pi importanti pittori
olandesi. I pi grandi trionfi creativi di Rembrandt sono evidenti specialmente
nei ritratti dei suoi contemporanei, nei suoi autoritratti e nelle illustrazioni di
scene tratte dalla Bibbia. Sia nella pittura che nella stampa egli esib una
completa conoscenza dell'iconografia classica che modell per adattarla alle
proprie esigenze. Cos, la rappresentazione di scene bibliche era costituita dalla
sua conoscenza dei relativi testi, dall'influenza delle tematiche classiche e
dall'osservazione della popolazione ebrea di Amsterdam. Per la sua
comprensione della condizione umana, inoltre, fu definito "uno dei grandi profeti
della civilt".
Indice [nascondi]
1 La vita
2 Le opere
3 Periodi, temi, e stili
4 Il nome e la firma
5 La teoria del difetto di vista
6 Le discussione sull'attribuzione delle opere
7 Le opere pi famose
8 Note
9 Bibliografia
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni

La vita

Autore
Data
Tecnica
Dimensioni
Ubicazione

Rembrandt
1640
olio su tela
10280 cm
National Gallery, Londra

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Brezhoneg
Bosanski

Catal

etina

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Deutsch

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Autoritratto

Autoritratto con berretto a bocca


aperta, incisione, 1630.

Rembrandt Harmenszoon van Rijn nacque il 15 luglio 1606 a Leida nei Paesi Bassi.
Era il quarto di sei figli sopravvissuti all'infanzia su dieci complessivi avuti dalla madre
(il nono in ordine di nascita).[1] La sua era una famiglia benestante nonostante il
padre fosse un mugnaio e la madre la figlia di un fornaio ( dimostrato dai testamenti
dei genitori deceduti rispettivamente nel 1630 e nel 1640).[2] Da ragazzo frequent la
scuola di latino e si iscrisse quindi all'Universit di Leida, anche se secondo un
contemporaneo mostrava gi un grande talento per la pittura: ben presto venne
messo a bottega da uno dei pittori storici di Leida, Jacob van Swanenburgh. Dopo un
breve ma importante periodo di apprendistato ad Amsterdam con il celebre pittore
Pieter Lastman, Rembrandt apr uno studio a Leida, che condivise con l'amico e
collega Jan Lievens. Nel 1627 Rembrandt inizi ad accettare a sua volta degli
apprendisti, tra i quali Gerrit Dou.

Nel 1629 Rembrandt fu scoperto dallo statista e poeta Constantijn Huygens, il padre
di Christiaan Huygens (un celebre matematico e fisico olandese), che gli procur
importanti commissioni da parte della corte reale dell'Aja. Grazie a questo contatto, il principe Frederik Hendrik continu ad
acquistare dipinti di Rembrandt fino al 1646.
Entro il 1631 Rembrandt si era creato una cos buona reputazione da ricevere numerosi incarichi ad Amsterdam per la
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Ltzebuergesch

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Latvieu
Malagasy

Mori
Baso Minangkabau

realizzazione di ritratti. Di conseguenza si trasfer in quella citt andando ad abitare nella casa del mercante d'arte Hendrick
van Uylenburgh. Questo trasferimento fu alla fine causa del suo matrimonio con la cugina di Hendrick, Saskia van
Uylenburgh. Si tratt probabilmente di un matrimonio contratto sia per amore che per un avveduto calcolo economico: Saskia
proveniva infatti da un'ottima famiglia e suo padre era stato avvocato e burgemeester (sindaco) di Leeuwarden. Quando
Saskia, che era la sorella minore, era rimasta orfana era andata a vivere con la sorella maggiore a Het Bildt. Si sposarono
nella chiesa locale, senza che i parenti fossero presenti.
Nel 1639 Rembrandt e Saskia si trasferirono in una bella casa in Jodenbreestraat, nel
quartiere ebraico, che stata poi trasformata nel museo Rembrandthuis. Fu l che
Rembrandt spesso fece posare i suoi vicini ebrei per usarli come modelli per i quadri
che rappresentavano scene dell'Antico Testamento.[3] Anche se le cose andavano
bene sotto il profilo economico, la coppia dovette affrontare diverse difficolt
personali: loro figlio Rumbartus mor nel 1635 solo due mesi dopo la nascita e nel
1638 mor invece a solo tre settimane la figlia Cornelia. Nel 1640 anche una seconda
figlia, anch'essa chiamata Cornelia, mor a neppure un mese di vita. Solo il loro
quarto figlio, Titus nato nel 1641, riusc a sopravvivere ed a raggiungere l'et adulta.
Saskia mor nel 1642 poco dopo la nascita di Titus, probabilmente di tubercolosi. I
disegni dell'artista che la ritraggono malata sul letto di morte sono senz'altro tra le sue
opere pi commoventi.
Durante la malattia di Saskia venne assunta una certa Geertje Dircx come balia di
Titus ed infermiera, ed possibile che sia diventata anche l'amante di Rembrandt. In
seguito accus il pittore di non aver mantenuto una promessa di matrimonio e
Rembrandt la fece rinchiudere in un manicomio di Gouda dopo che la donna aveva
tentato di vendere i gioielli appartenuti a Saskia che il pittore le aveva affidato.

Ritratto di Saskia van Uylenburgh,


ca. 1635.

Verso la fine del decennio del 1640 Rembrandt inizi una relazione con Hendrickje Stoffels, molto pi giovane di lui, che
all'inizio era stata la sua domestica. Nel 1654 ebbero una figlia, Cornelia, fatto che attir sulla testa di Hendrickje un
rimprovero ufficiale della Chiesa riformata olandese perch "viveva nel peccato". La coppia veniva considerata legalmente
sposata dalla legge civile, ma in effetti Rembrandt non spos Henrickje, per non perdere il controllo di un fondo istituito in
favore di Titus per volont della madre. Rembrandt, a differenza della compagna, non fu per convocato ad apparire davanti
al consiglio della Chiesa riformata perch non ne faceva parte. Tuttavia Rembrandt era indebitato con alcuni degli anziani
della chiesa e quindi ne sub comunque le indirette pressioni. Va ad onore di Henrickje che nonostante tutto si rifiut di
lasciare l'artista.
Rembrandt viveva al di sopra dei propri mezzi, comprando opere d'arte (talvolta riacquistando ad un prezzo superiore i suoi
stessi lavori), stampe (spesso usate nei suoi dipinti) ed oggetti rari, abitudine che probabilmente lo condusse alla bancarotta
nel 1656. Il suo stato di insolvenza fece s che la maggior parte dei suoi dipinti e dei suoi oggetti di antiquariato finirono per
essere messi all'asta. Fu costretto anche a vendere la propria casa e il suo torchio da stampa, trasferendosi in un'abitazione
pi modesta nella zona di Rozengracht. L Hendrickje e Titus fondarono una societ, dando a Rembrandt un impiego e
proteggendolo dai creditori. Nel 1661 fu ingaggiato per completare le decorazioni del palazzo comunale di nuova costruzione,
ma mor prima di completare il lavoro.
Rembrandt sopravvisse sia a Hendrickje, morta probabilmente di peste nel 1663, che a Titus: questi si era sposato da un
anno con Magdalena Van Loo, da cui aveva avuto una bambina, Titia; la stessa Magdalena morir poco prima del pittore che
mor un anno dopo il figlio, il 4 ottobre 1669 ad Amsterdam a 63 anni, e fu sepolto in una tomba anonima nella Westerkerk.

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Le opere

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In una lettera ad un committente, Rembrandt fornisce l'unica spiegazione giunta fino a noi di quale obiettivo si proponesse di
raggiungere attraverso la sua arte: "Il movimento pi grande e naturale", traduzione di "die meeste ende di naetuereelste
beweechgelickheijt". La parola beweechgelickheijt potrebbe anche significare "emozione" o "causa prima". Se Rembrandt
con questa affermazione si riferisse ad un obiettivo materiale o ad obiettivi altri e superiori una questione ancora aperta alle
interpretazioni. In ogni caso Rembrandt riuscito a fondere gli aspetti terreni e quelli spirituali come nessun altro pittore nella
cultura occidentale riuscito a fare.[4]
Gli esperti dell'inizio del XX secolo sostennero che Rembrandt avesse realizzato pi di 600 dipinti, quasi 400 incisioni e circa
2.000 disegni. Studiosi di epoca successiva, dagli anni sessanta ad oggi (guidati dal Rembrandt Research Project), non
senza discussioni, hanno ridotto il numero delle opere sicuramente a lui attribuibili a 300 dipinti. probabile che nel corso
della sua vita abbia in effetti realizzato pi di 2.000 disegni, ma quelli sopravvissuti sono meno di quanto un tempo si fosse
ritenuto. Esegu molti autoritratti, quasi un centinaio tra cui 20 incisioni. Esaminati nell'insieme ci forniscono una visione
eccezionalmente chiara dell'artista, del suo aspetto fisico e - pi importante - della sua evoluzione psicologica, come ci rivela
il volto segnato dagli anni delle ultime opere.
Tra le pi importanti caratteristiche della sua arte ci sono l'uso del chiaroscuro e il sapiente e scenografico sfruttamento della
luce e delle ombre derivato da Caravaggio, ma adattato per i suoi scopi personali, l'abilit di presentare i soggetti in modo
teatrale e realistico senza il rigido formalismo spesso presente negli artisti suoi contemporanei ed un'evidente e profonda
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/tatara

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Vneto
Vepsn kel
Ting Vit
Volapk
Winaray

Yorb

Bn-lm-g

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compassione per l'uomo, senza preoccuparsi della sua ricchezza o et.


Inser spesso i suoi parenti pi stretti - la moglie Saskia, il figlio Titus e la seconda
compagna Hendrickje - nei suoi dipinti, molti dei quali a soggetto mitologico, biblico o
storico, dando le loro sembianze ai personaggi principali.

Periodi, temi, e stili

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Durante il periodo che


Rembrandt trascorse a Leida
(1625-1631) l'influenza di
Lastman su di lui fu molto
evidente. I suoi dipinti sono di
dimensioni piuttosto ridotte ma
Cristo nella tempesta sul mare di
presentano una grande
Galilea, 1633. Olio su tela.
ricchezza di dettagli (ad
esempio nella cura delle vesti e
dei gioielli dei soggetti). Affronta principalmente temi religiosi ed
allegorici. Nei suoi primi anni ad Amsterdam (1632-1636) inizi a
dipingere scene drammatiche tratte dalla Bibbia o dalla mitologia di
grande formato e dai colori molto contrastati. Cominci anche ad
accettare di eseguire ritratti su commissione.

Il rapimento di Europa, 1632. Olio su tavola. L'opera


considerata ...un fulgido esempio dell'et dell'oro
della pittura barocca[5].

Verso la fine del decennio 1630 esegu alcuni quadri e diverse stampe
di argomento paesaggistico. Questi paesaggi spesso accentuavano la forza drammatica della natura, rappresentando alberi
sradicati e cieli tetri e minacciosi. Dal 1640 il suo stile divent meno esuberante ed adott toni pi sobri, come riflesso delle
tragedie personali che stava vivendo. Le scene bibliche furono pi frequentemente tratte dal Nuovo Testamento piuttosto che
dall'Antico come invece aveva fatto fino a quel momento. Un'eccezione rappresentata dall'enorme La ronda di notte, la sua
opera di maggiori dimensioni, nonch la pi vigorosa e d'impatto. I paesaggi furono sempre pi spesso realizzati a stampa
anzich dipinti: le oscure forze della natura cedettero il posto a tranquille scene rurali tratte dalla campagna olandese.
Nel decennio successivo lo stile di Rembrandt cambi nuovamente: i suoi dipinti divennero di maggiori dimensioni, il colore si
fece pi ricco ed intenso ed i colpi di pennello pi evidenti e pronunciati. Con questi cambiamenti Rembrandt prese le
distanze dai suoi primi lavori e dalla moda del tempo che al contrario tendeva verso opere formalmente pi curate e ricche di
dettagli. Nel corso degli anni, pur continuando ad eseguire quadri ispirati a temi biblici, spost la sua attenzione dalla scene di
gruppo ad alta intensit drammatica a singole figure pi delicate e simili a ritratti. Nei suoi ultimi anni Rembrandt dipinse i suoi
autoritratti pi riflessivi e introspettivi.

Il nome e la firma

La casa di Rembrandt
ad Amsterdam, ora
trasformata nel museo
Rembrandthuis

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"Rembrandt" una modifica fatta a posteriori del nome dell'artista che adott a partire dal 1633.
Le prime firme sui suoi lavori (1625 circa) consistevano nella sola iniziale "R", oppure nel
monogramma "RH" (che stava per Rembrant Harmenszoon, ovvero "figlio di Harmen") e, a
partire dal 1629, "RHL" (dove la "L" significava probabilmente Leida). Nel 1632 inizi a firmare i
quadri in questo modo, ma poi vi aggiunse il suo cognome ottenendo "RHL-van Rijn": sostitu
per questo tipo di firma nello stesso anno ed inizi ad usare il suo nome scritto nella forma
originaria, "Rembrant". Nel 1633 aggiunse una "d", e da allora mantenne questa forma,
dimostrando cos che quel piccolo cambiamento aveva per lui un significato importante (di
qualsiasi cosa si trattasse). Il cambiamento di tipo puramente visivo; il modo in cui il nome viene
pronunciato resta inalterato. Curiosamente, nonostante il gran numero di dipinti e stampe siglati
con questa modifica, la maggior parte dei documenti che parlano di lui redatti nel corso della sua
vita mantengono la forma originaria, "Rembrant".[6]

La teoria del difetto di vista

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In un articolo pubblicato il 16 settembre 2004 sul New England Journal of Medicine, Margaret S. Livingstone, docente di
neurobiologia della facolt di medicina dell'Universit di Harvard, suggerisce che Rembrandt, i cui occhi sembrano avere
avuto un difetto nell'allineamento della vista, soffrisse di "perdita di stereopsi", una condizione in cui risulta difficile o
impossibile percepire correttamente la profondit. giunta a questa conclusione dopo aver studiato 36 autoritratti dell'artista.
Dato che non possedeva una normale visione binoculare, il suo cervello automaticamente sceglieva di utilizzare un solo
occhio per l'osservazione. Questa particolare disabilit potrebbe avergli fatto percepire come fossero piatte molte delle
immagini che vedeva, agevolandolo poi nel trasferirle sulle bidimensionali tele. Secondo la Livingstone questo potrebbe
essere stato un vantaggio per un grande pittore come lui perch "Gli insegnanti d'arte spesso dicono agli studenti di chiudere
un occhio per percepire come piatto ci che osservano. Perci, la "perdita di stereopsi" potrebbe non essere un handicap ma anzi rivelarsi un vantaggio - per alcuni artisti."

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Questa teoria presenta per degli aspetti criticabili perch tra le pi grandi qualit di Rembrandt c' l'abilit di riprodurre
l'illusione del volume, la percezione del quale richiede una normale capacit di visione.
Victor Hugo, nella seconda parte de I Miserabili, nei capitoli dove mette in scena la battaglia di Waterloo, colloca Rembrandt
tra i pittori che hanno nel pennello il caos aggiungendo con intenti esemplificativi che, per dipingere un battaglia, Rembrandt
vale meglio di Adam Frans van der Meulen".

Le discussione sull'attribuzione delle opere

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Nel 1968, grazie al sostegno dell'Organizzazione olandese per il progresso della


ricerca scientifica (NWO), stato fondato il Rembrandt Research Project (RRP).
Storici dell'arte e esperti di altri campi sono stati riuniti per riaccertare l'autenticit
delle opere attribuite a Rembrandt servendosi di tutti i metodi disponibili e per
redigere un catalogo critico definitivo dei suoi dipinti. Sulla base delle loro scoperte,
molti dipinti in precedenza attribuiti all'artista olandese sono stati ora rimossi
dall'elenco. La maggior parte di questi ultimi sono ora considerati opera dei suoi
allievi.
Un esempio di questo tipo di lavoro rappresentato dal caso de Il cavaliere polacco,
Il cavaliere polacco - Un Lisowczyk
che fa parte della Collezione Frick di New York. La sua autenticit stata posta in
a cavallo. oggetto di molte
dubbio da anni da vari studiosi, tra i quali Julius Held. Molti, tra cui il dottor Josua
discussioni. possibile che la
persona ritratta sia il Gran Cancelliere
Bruyn della Fondazione Rembrandt Research Project, attribuivano il dipinto ad uno
di Lituania Marcjan Aleksander Ogiski
dei pi talentuosi allievi di Rembrandt, Willem Drost, del quale per si sa molto poco. Il
(1632-1690)
Museo Frick invece, nonostante tutto, non aveva mai accettato di cambiarne
l'attribuzione, e la targhetta descrittiva continuava a recitare "Rembrandt" e non
"attribuito a" o "della bottega di". Pareri pi recenti hanno sostenuto le posizioni del museo, come quelli di Simon Schama nel
libro Rembrandt's Eyes del 1999 e dell'esperto del Rembrandt Project Ernst van de Wetering (Conferenza di Melbourne,
1997), che sostengono entrambi l'attribuzione al grande maestro. Altri esperti ancora osservano che l'esecuzione del quadro
presenta delle differenze, e preferiscono attribuire a diverse mani diverse parti del quadro.
Un altro dipinto Pilato che si lava le mani considerato di dubbia attribuzione. I pareri hanno preso vie considerevolmente
diverse a partire dal 1905, quando Wilhelm von Bode lo descrisse come "un lavoro piuttosto anomalo" da parte di Rembrandt.
La maggior parte degli studiosi a partire dagli anni quaranta lo hanno datato al decennio del 1660, attribuendolo ad un
anonimo allievo. La composizione presenta dei tratti in comune con le opere della maturit di Rembrandt, ma l'effetto
rembrandtesco resta superficiale e non riesce a trasmettere nulla che somigli alla capacit di dosare la luce e l'abilit nella
composizione del maestro. A puro livello di ipotesi stato proposto il nome del suo unico allievo conosciuto di quel periodo,
Arent de Gelder.
L'opera di attribuzione e ri-attribuzione tuttora in corso. Nel 2005
quattro dipinti ad olio precedentemente attribuiti ai suoi allievi sono stati
riclassificati come opera di Rembrandt stesso. Si tratta di: Studio di un
vecchio di profilo" e Studio di un vecchio con la barba appartenenti ad
una collezione privata statunitense, e Studio di una donna che piange
del Detroit Institute of Arts e Ritratto di un'anziana con la cuffia bianca,
dipinto nel 1640.[7]
Il metodo di lavoro che Rembrandt adottava nella propria bottega uno
dei fattori che maggiormente acuiscono le difficolt nell'attribuzione dal
momento che, come molti altri artisti prima di lui, incoraggiava i suoi
studenti ad imitare i suoi dipinti , talvolta riservandosi la rifinitura o gli
La Stampa da Cento Fiorini, c.1647-1649, incisione.
ultimi ritocchi, per poi venderli come originali o come copie autorizzate.
Inoltre il suo stile si rivel tutto sommato di facile imitazione per gli allievi
pi dotati. Altre complicazioni derivano dall'ineguale qualit di alcuni degli stessi lavori di Rembrandt e dalle sue frequenti
evoluzioni stilistiche. molto probabile che non si riuscir mai a raggiungere un generale consenso su cosa sia e cosa non
sia da considerarsi come genuina opera di Rembrandt.

Le opere pi famose

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Concerto di musici in costume (1626), Rijksmuseum, Amsterdam


Autoritratto con capelli scompigliati (1628 circa), Rijksmuseum, Amsterdam
Il pittore nello studio (1629 circa), Museum of Fine Arts, Boston
Andromeda (1629 circa), Mauritshuis, L'Aia
Geremia lamenta la distruzione di Gerusalemme (1630), Rijksmuseum, Amsterdam
Ritratto di Nicolaes Ruts (1631), Collezione Frick, New York
San Pietro in prigione (1631), Gerusalemme, Israel Museum
Ratto di Proserpina (1632), Staatliche Museen, Berlino

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Lezione di anatomia del dottor Tulp (1632), Mauritshuis, L'Aia


Nobile orientale (il nobile slavo) (1632), Metropolitan Museum of Art, New York
Cristo nella tempesta sul mare di Galilea (1633), ubicazione sconosciuta, rubato
nel 1990 dall'Isabella Stewart Gardner Museum, Boston
Deposizione dalla croce (1633 circa), Alte Pinakothek, Monaco di Baviera
Ritratto di Saskia con cappello (1633 circa, modificato nel 1642), Staatliche
Museen, Kassel
Bagno di Diana e storie di Atteone e Callisto (1634), Museum Wasserburg, Anholt
Saskia in veste di Flora (1634), Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
La ronda di notte, 1642. Olio su tela;
Artemisia riceve le ceneri di Mausoleo (Sofonisba riceve la coppa avvelenata)
esposto al Rijksmuseum di
(1634), Museo del Prado, Madrid
Amsterdam.
Autoritratto giovanile (1634), Galleria degli Uffizi, Firenze
Sacra Famiglia (1635 circa), Alte Pinakothek, Monaco di Baviera
Ratto di Ganimede (1635), Staatliche Kunstslammlungen, Dresda
Sacrificio di Isacco (1635), Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
Saskia in veste di Flora (1635 circa), National Gallery, Londra
Danae (1636 con rimaneggiamenti successivi), Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
Il festino di Baltassar (1636 circa), National Gallery, Londra
L'allegra coppia (Il figliol prodigo dilapida la sua eredit) (1636 circa), Staatliche
Kunstslammlungen, Dresda
Bambina con pavoni morti (1636 circa), Rijksmuseum, Amsterdam
Autoritratto con camicia ricamata (1640), National Gallery, Londra
Ritratto di Agatha Bas (1641), Buckingham Palace, Londra
Ritratto di Cornelis Claeszoon Anslo e di sua moglie Aaltje Schouten (1641),
Staatliche Museen, Berlino
La ronda di notte (1642), Rijksmuseum, Amsterdam
La concordia dello stato (1642), Museo Boijmans Van Beuningen, Rotterdam
Il festino di Baltassar (1635)
Cristo e l'adultera (1644), National Gallery, Londra
Sacra Famiglia con angeli (1645), Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
Giovane donna a letto (1645 circa), National Gallery of Scotland, Edimburgo
Aristotele contempla il busto di Omero (1653), Metropolitan Museum of Art, New York
Giovane donna al bagno in un ruscello (1654), National Gallery, Londra
Ritratto di Jan Six (1654), Collezione Six, Amsterdam
Betsabea con la lettera di David (1654), Museo del Louvre, Parigi
Hendrickje in veste di Flora (1654 circa), Metropolitan Museum of Art, New York
Il cavaliere polacco (1655), Collezione Frick, New York
Alessandro Magno o Atena, Museu Calouste Gulbenkian, Lisbona
Bue macellato (1655), Museo del Louvre, Parigi
Lezione di anatomia del Dottor Deyman (1656), Rijksmuseum, Amsterdam
Autoritratto con bastone (1658), Collezione Frick, New York
Mos con le tavole della legge (1659), Staatliche Museen, Berlino
Negazione di Pietro (1660), Rijksmuseum, Amsterdam
Congiura di Giulio Civile (Giuramento dei Batavi) (1661-1662), National Museum of Fine Arts, Stoccolma
I sindaci dei drappieri (1662), Rijksmuseum, Amsterdam
Suicidio di Lucrezia (1664), National Gallery of Art, Washington
Autoritratto con tavolozza e pennelli (1665 circa), Iveagh Bequest Kenwood House, Londra
La sposa ebrea (Isacco e Rebecca) (1666 circa), Rijksmuseum, Amsterdam
Ritorno del figliol prodigo (1669 circa), Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
Ritratto di famiglia (1668 circa), Herzog Anton Ulrich-Museum, Braunschweig

Note

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1. ^ Rembrandt van Rijn, Enciclopedia Britannica. Encyclopdia Britannica 2007 Ultimate Reference Suite. Chicago: Encyclopdia
Britannica, 2007.
2. ^ Pescio et al, p. 17
3. ^ Adams, p. 660
4. ^ Hughes, p. 6
5. ^ Clough, p. 23
6. ^ La sommaria cronologia della firma qui riportata valida per i dipinti mentre lo in misura minore per le stampe e le incisioni; a
quanto si sa, dal 1632 in poi esiste una sola incisione firmata "RHL-v. Rijn", "La resurrezione di Lazzaro" B 73.
7. ^ BBC NEWS | Entertainment | Lost Rembrandt works discovered

Bibliografia

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Adams, Laurie Schneider, Art Across Time. Volume II, McGraw-Hill College, New
York, NY, 1999.
Clough, Shepard B., European History in a World Perspective, D.C. Heath and
Company, Los Lexington, MA, 1975, ISBN 0-669-85555-3.
Graaff, Arthur E.A.J. and Michiel V. Roscam Abbing, Rembrandt voor Dummies,
Addison Wesley, 2006, ISBN 90-430-1280-7.
C. Pescio, Sergio, S. Ashley, Rembrandt, The Olivier Press, Inc., 2008.
Roberto Manescalchi, Rembrandt: la madre ritrovata, M.C.M.(La storia delle cose),
dicembre, 2004.
Hughes, Robert (2006), "The God of Realism", The New York Review of Books
53(6)
Stichting Foundation Rembrandt Research Project (Ed., 2005): A Corpus of
Rembrandt Paintings - Volume IV. Ernst van de Wetering, Karin Groen et al.
Springer, Dordrecht, Olanda (NL). ISBN 1-4020-3280-3. p. 692. (Gli autoritratti)

Autoritratto, 1658. Olio su tela.

A Corpus of Rembrandt Paintings - Volume I, che tratta delle opere realizzate


da Rembrandt nei primi anni a Leida (1629-1631), 1982
A Corpus of Rembrandt Paintings - Volume II: 1631-1634. Bruyn, J., Haak, B. (et al.), Band 2, 1986, ISBN 978-90-2473339-2
A Corpus of Rembrandt Paintings - Volume III, 1635-1642. Bruyn, J., Haak, B., Levie, S.H., van Thiel, P.J.J., van de
Wetering, E. (Ed. Hrsg.), Band 3, 1990, ISBN 978-90-247-3781-9
Rembrandt. Christian Tmpel(editor), Milano 1991 ISBN 88-17-25807-5
Rembrandt. Images and metaphors, Christian Tumpel (editor), Haus Books Londra 2006 ISBN 978-1-904950-92-9
The Complete Etchings of Rembrandt Reproduced in Original Size, Gary Schwartz (editor). New York: Dover, 1988 ISBN
0-486-28181-7
Rembrandt by himself (Christopher White - Editor, Quentin Buvelot - Editor) National Gallery Co Ltd [1999]
Rembrandt et la figure du Christ, catalogo della mostra (Parigi, muse du Louvre, 18 aprile-18 luglio 2011; Filadelfia,
Philadelphia Museum of Art, 30 luglio-30 ottobre 2011; Detroit, Detroit Institute of Arts, 20 novembre 2011 - 12 febbraio
2012), a cura di Blaise Ducos, George S. Keyes e Lloyd DeWitt, Officina Libraria-ditions du muse du Louvre, MilanoParigi 2011 ISBN 978-88-89854-67-9
Hans Joachim Bodenbach: Rembrandt - Selbstportrts von fremder Hand, Verlag der Kunst Dresden, 45 S., 18 ganzs.
Portrts, (engl. Summary) Husum 2003
Opera Omnia di Rembrandt

Altri progetti

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Commons contiene immagini o altri file su Rembrandt

Collegamenti esterni

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(EN) The Rembrandt Database


(EN) Rembrandt van Rijn: Life and Art
(EN) Rembrandt's Zoomable Paintings
(EN) Restoring Rembrandt's St. James the Greater with Jan Six and Martin Bijl
(EN) All Art: Rembrandt van Rijn
(RU) Pittore olandese Rembrandt
I sindaci dei drappieri
Portale Biografie

Portale Pittura

Categorie: Pittori olandesi del XVII secolo Incisori olandesi Nati nel 1606 Morti nel 1669 Nati il 15 luglio
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