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Significa che allinterno del grande Disegno Intelligente ogni essere vivente destinato a un
fine. Pi lorganismo conforme allo scopo per forma e funzionalit, pi sar considerato bello.
e quella organica.2 Il 51 anche lanno della Lettera sui sordomuti, opera che
nonostante si occupi essenzialmente delle questioni riguardanti il linguaggio e
lespressivit delle arti, manifesta gi la concezione delluomo come una
macchina vivente attraverso la metafora dellorologio ambulante,3 su cui
ritorneremo pi avanti.
Sar
per
negli
anni
1753-54
che
Diderot,
nei
suoi
Pensieri
A. Contini, relazione al Convegno Diderot di Milano e Parma, Forma e Sensibilit. Fra Bordeu
e Diderot, Ottobre 2013 (in corso di pubblicazione), p. 4. Su questo scritto si basa anche la
demarcazione temporale del pensiero del philosophe.
3
D. Diderot, Lettera sui sordomuti, allinterno di E. Franzini (a cura di), Denis Diderot. Lettera
sui sordomuti e altri scritti sulla natura e sul bello, Guanda Editore, Milano, 1984, p. 34.
4
D. Diderot, Penses sur linterprtation de la nature aux jeunes gens qui se disposent
ltude de la philosophie naturelle,1753, trad. it. a cura di P. Quintili, Pensieri
sullinterpretazione della natura, Armando Editore, Roma, 1996, p. 51.
5
Ivi, pp. 92-93.
6
Processo per cui ogni organismo consegue il definitivo piano strutturale, la sua forma,
attraverso un graduale accrescimento e differenziamento delle varie parti. Secondo i preformisti nellembrione, se non gi nelluovo o nello spermatozoo, era invece contenuto
lesemplare della specie gi totalmente conformato in miniatura.
A. Contini, Estetica della biologia, dalla scuola di Montpellier a Henry Bergson, Mimesis
Edizioni, Milano, 2012, p. 35.
8
P. Rossi, (a cura di), Il sogno di dAlembert, in Opere filosofiche di Diderot, Feltrinelli, Milano,
1963, p. 174.
9
Forma e sensibilit. Fra Bordeu e Diderot, pp. 3,10.
10
Il concetto di forza viva assomiglia a quello odierno di energia cinetica, cio la capacit di
compiere un lavoro. Essa implica lo sforzo, un movimento in atto. La forza morta pu essere
invece considerata come movimento in potenza, ovvero in essa non esiste ancora movimento
Con queste secche parole Diderot intende portare su scala universale quello
stesso principio che, secondo Bordeu, permetteva alle diverse parti del corpo di
operare in modo sinergico, di organizzarsi. Tuttavia le dissertazioni di Bordeu si
limitavano allambito biologico, ponendo unequazione tra sensibilit e vita per
cui la sensibilit diventava il direttore dorchestra degli organi e delle
rispettive funzioni.12 Nel Rve Diderot mantiene questa concezione, e infatti se
andiamo a pag. 266, Bordeu afferma quanto segue: Due qualit quasi
identiche [vita e sensibilit]; la vita appartiene allaggregato, la sensibilit
allelemento. In questo caso gli interlocutori stanno parlando di un ipotetico
essere senziente a cui non restano che vita e sensibilit dopo la perdita dei
cinque sensi, ma nelle pagine precedenti Diderot inserisce unimportantissima
ipotesi, ovvero che tutto sia collegato, non solo gli organismi sensibili presi
singolarmente. Siamo a pag. 218, parla la signorina:
de LEspinasse: [] Perch dunque io non so ci che accade nel mio, il mondo,
dato che sono un ammasso di punti sensibili, che tutto preme su di me e che io
premo su tutto?
Bordeu: perch le impressioni sindeboliscono in ragione della distanza da cui
partono.
ma solo lo stimolo verso il moto (forza centrifuga, centripeta, gravit, tensione della molla).
11
D. Diderot, Il sogno di dAlembert, p. 174.
12
A. Contini, Estetica della Biologia, pp. 36-38.
di
continuit
nel
Tutto?
Il
filosofo
sembra
pertanto
cadere
in
13
Ivi, p. 19.
P. Quintili, La filosofia biologica di Denis Diderot, materialismo ed epistemologia, allinterno di
Prospettive della logica e della filosofia della scienza, a cura di Vincenzo Fano, Gino Tarozzi,
Massimo Stanzione, Rubbettino Editore, Catanzaro, 2001, pag. 373. Anche Quintili di questa
opinione.
17
D. Diderot, Lettera sui sordomuti, pp. 34-35.
18
D. Diderot, Il sogno di dAlembert, p. 185.
16
che tocca le corde vibranti della nostra sensibilit, non solo le pressioni
ambientali.
Questa spontaneit metter in secondo piano la Fisica per concentrarsi
sulla Biologia, ed per questo motivo che spesso nel Rve, quando si parla di
forme, si prendono a esempio forme biologiche e rispettive organizzazioni.
Diderot vuole evidenziare come quella forza unica che pervade il tutto,
quellenergia interna, sia il motore di un continuo processo di metamorfosi in
cui la totalit della materia viene rimestata ininterrottamente. Non vi alcun
progetto divino, n tantomeno cause finali come ricorder Bordeu parlando
dei mostri o delle anomalie fisiche , vi sono semmai produzioni particolari e
momentanee di questo pianeta che non escludono la vita in qualche altra parte
delluniverso. Pagina 213, dAlembert sta sognando:
Perch sono quello che sono? stato necessario che io fossi ci che sono Qui, s,
ma altrove? Al polo? Sotto lequatore? In Saturno?... se una distanza di migliaia di
leghe muta la mia specie che cosa accadr a una distanza di alcune migliaia di
diametri terrestri?... e se tutto in continuo fluire, come ovunque dimostra lo
spettacolo delluniverso, che cosa mai produrranno qui e altrove la durata e le
vicissitudini di alcuni milioni di secoli? Chi sa che cosa sia lessere pensante e
senziente su Saturno?... Ma esistono poi in Saturno sensibilit e pensiero?... Perch
no?... [].19
Volgendo
Ivi, p. 213.
20
A. Ibrahim, Le matrialisme de Diderot: formes et forces dans lordre del vivants, in Diderot
et la question de la forme, Presses Universitaires de France, Paris, 199, p. 92.