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Analisi
a cura di
Andrea Pireddu
Andrea Pireddu
Cagliari, 01-10-2006
T
Gyrgy Ligeti
Introduzione
Ligeti, una volta conseguito il
diploma nella accademia di F. Liszt a
Budapest, insegn in quella stessa
scuola per un certo periodo sino al
1956, quando, allet di trentatr anni,
dovette fuggire dallUngheria invasa
dallarmata sovietica. Si rifugi in
Germania ove ebbe la possibilit di
lavorare assieme a Stockhausen e ad
altri noti compositori nello Studio di
Musica Elettronica di Colonia, citt ove
Ligeti nel suo studio a Colonia.
si stabil definitivamente dopo la fuga.
Grazie ai suoi primi lavori, il primo quartetto
darchi Methamorphoses nocturne (1953 1954),
Apparitions (1958 1959) ed Atmosphres (1961)
per orchestra, Volumina per organo (1961 1966),
Aventures e Nouvelles Aventures (1962 1965),
Requiem (1963 1965), Lux Aeterna (1966),
Concerto per violoncello (1966), egli si guadagn
una grossa reputazione come una delle figure
principali dellavanguardia musicale. Inizialmente
per Ligeti si distinse pi come critico musicale
che come compositore, bench egli componesse di
continuo sin dagli anni giovanili. Complice di
questo fatto fu il suo ritardo seppur breve nel
frequentare da protagonista i corsi di Darmstadt e Tecnici nello Studio fr
Elektronische Musik, WDR a
dunque ad entrare a far parte del gruppo degli Colonia.
sperimentatori pi radicali del momento, al quale,
oltre Stockhausen, appartenevano Boulez, Pousser, Berio, Nono e Maderna.
Laccrescersi della fama di Ligeti di contro per coincide
storicamente con un inesorabile affievolirsi di quelle solide convinzioni, si
potrebbe dire ideologiche, ma in certi casi anche politiche, che
rappresentarono i pilastri dellavanguardia. Fatte salve alcune sue
Atmosphres (1961)
Alla fine della prima met del
secolo scorso Ligeti, present il suo
celebre saggio Metamorfosi della forma
musicale. Oggi questo lavoro pu
considerarsi una pietra miliare del
pensiero musicale contemporaneo, ma nel
momento in cui usc rappresent una
preziosa svolta nei confronti di quel vicolo
cieco nel quale sera arenata la Nuova
Musica. Era tendenza ormai diffusa pensare che per il compositore moderno
fosse possibile scegliere esclusivamente fra due filosofie di pensiero, luna
che privilegiava unarchitettura compositiva iperorganizzata che doveva
estendersi a tutti i parametri musicali e del suono, laltra, quella di Cage e
Kagel, che si ispirava a strutture compositive governate parzialmente o
interamente dal caso. Lanalisi condotta nel corposo saggio affronta con
dovizia di dettagli le problematiche relative al suono ed agli eventi musicali
estendendole alla dimensione temporale. Ed soprattutto in questultimo
terreno che Ligeti si metter alla prova in qualit di compositore.
Leffetto di una progressiva saturazione della tessitura sonora
provoca parallelamente in chi ascolta una condizione di crescente
permeabilit: quanto pi la musica tende ad un aggregato sonoro
indistinto tanto pi lorecchio perde la sua capacit analitica di discernere i
dettagli del fenomeno sonoro stesso. Tale condizione da Ligeti viene
definita come entropia, e porta a molte conseguenze. Prima di tutto, se
aumenta la densit del flusso sonoro, si allenta in maniera inversamente
proporzionale la percezione del tempo musicale. Lentropia del suono
dunque, una volta saturato lo spazio acustico, conduce al collasso della
dimensione tempo ovvero ad una massa talmente contratta da inibire
qualsiasi movimento. Linsieme di questi parametri legati da rigide relazioni
interne, densit del suono, volume, rifrazione timbrica, flusso temporale e
reattivit dellascoltatore, da vita quindi ad un nuovo sistema di controllo
del fenomeno musicale. Ligeti sostanzialmente teorizza e sfrutta il
principio delle reazioni reversibili in musica, e bench non sia il primo ad
averle scoperte ne usufruisce sistematicamente con rara perspicacia ed
efficacia.
Lesigenza di scrutare oltre le possibilit offerte dal panorama
musicale contemporaneo muove comunque da ragioni storiche ben precise.
Lidea che fosse possibile sviluppare una struttura iperorganizzata, fonte
dispirazione per molti giovani compositori degli anni cinquanta ed oltre, ha
finito per essere tradita da una esperienza pratica che tendeva a produrre
sistematicamente lesatto opposto dei presupposti teorici. Le opere
generate per mezzo della pi alta organizzazione musicale acusticamente
erano comparabili a quelle orchestrate dalla scuola americana di Cage. La
musica totalmente preformata dunque si rivel unillusione, se non un
Inizio con suoni lunghi, particolare di battute 1 3, parte del controfagotto e del primo e secondo dei
violini I.
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delle altre sezioni, con rare eccezioni, ad esempio nella prima battuta fra
I soprano e I contralto.
Ogni attacco esegue una nota quasi sempre di lunga durata (ad
esempio minima puntata o semibreve legata ad una croma) che, soprattutto
nelle battute iniziali, sar preceduta e legata ad una nota di breve durata
(ad esempio semicroma o croma puntata) appartenente in genere ad un
gruppo irregolare. Ogni voce allinterno di una sezione ha tendenzialmente
il proprio gruppo di incipit caratterizzante, es.: la terzina per il I soprano,
la quintina per il II soprano, la quartina per il III soprano e di nuovo la
terzina per il IV soprano. Allinterno di ciascun gruppo la durata della nota
legata di volta in volta di durata differente.
Lo scopo di questa tecnica duplice: dal punto di vista acustico deve
dare la sensazione di una texture sonora che propende costantemente
verso una situazione di uniformit ed omogeneit, ovvero senza
discontinuit acustiche prodotte da evidenti articolazioni ritmico melodiche
o da alcun che di similare riferimento temporale. In tal modo si azzera lo
scorrere del tempo per dare limpressione di una musica statica quanto
possibile, avendo escluso, appunto, gesti sonori connotanti. Allinterno di
questa texture sonora statica si percepiscono tuttavia delle micro attivit
cinetiche generate dalla alternanza degli attacchi delle voci che in generale
ripetono dalle due alle tre volte la stessa parola, se non la stessa sillaba,
vedi ad esempio il Lux - nelle prime cinque battute. In sostanza, seppur
immobile, la musica comunque viva. Le attivit cinetiche sono tali per
da assuefare abilmente lascolto verso un non movimento.
La seconda ragione pu essere a mio parere di natura tecnico vocale,
ma comunque indotta da scelte compositive precedentemente descritte.
Per ottenere un amalgama sonoro di tale uniformit con le voci si
escogitato lartifizio su descritto per dar la possibilit alle voci di prendere
fiato ma senza spezzare in maniera stucchevole lequilibrio generato.
Unaltra tendenza quella di limitare lambito vocale complessivo
delle voci in un intervallo molto ristretto, almeno nelle prime battute. E ci
avviene gioco forza alla luce della procedura compositiva intervallare
precedentemente descritta. Si verificher dunque un continuo orbitare
attorno a situazioni di unisono. Situazioni che in ambito strumentale
orchestrale offrono impasti timbrici di certo interesse, sicuramente del
tutto tonalmente non allusivi, come al contrario avverrebbe con luso delle
ottave, qui totalmente fuori luogo in una situazione come questa di
atonalit prevalentemente cromatica o comunque dissonante. Anche per
questultima ragione lambito vocale complessivo, almeno quando
lesecuzione limitata a sole due sezioni non procede oltre lottava.
Quando lorganico si espande oltre le due sezioni luso dellottava
acusticamente pi tollerabile, anche perch indistinguibile in una sonorit
densa polifonicamente e timbricamente omogenea (su tali argomentazioni
si pu fare riferimento al saggio di Ligeti Metamorfosi della forma
musicale da Ligeti, a cura di Enzo Restagno, Torino, E.D.T., 1985,
pp.226 227, dove lautore parla esplicitamente di tali problematiche in
maniera pi diffusa).
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Lontano (1967)
Negli anni Sessanta, linteresse
per la musica dodecafonica sembrava
ormai essersi esaurito. Tanta fu
lesigenza e la persuasione ad un
cambiamento radicale che alcuni fra i
pi grandi compositori dellepoca furono
alquanto determinati ad esplorare altri
modi alternativi di organizzazione delle
altezze, giungendo, talora con successo, a risultati soddisfacenti. Tuttavia,
pi di cinquantanni di sperimentazione col sistema dodecafonico non
poterono essere dimenticati ed archiviati, e diedero i loro frutti, non solo
nel campo della gestione delle altezze, ma anche in quello della gestione
ritmica.
Gi in opere come Atmosphres e Requiem, concepiti entrambe in un
unico movimento, Ligeti tesse delle trame duna ricchezza e mastodonticit
armonica quasi mahaleriana che raggiungono dunque un tale spessore
sonoro da far dimenticare il puntillismo degli anni Cinquanta. Lincipit
accuratamente sfumato ed impercettibile accompagna lentamente
lascoltatore in una dimensione acustica siderea che di questi lavori ne un
marchio inconfondibile. Non meno delle pause di silenzio volute e calcolate
nelle ultime battute della partitura, che alludono a gesti della tradizione
tardo romantica, come ad esempio la desolata dissolvenza finale della Sesta
di ajikovskij. Ma le allusioni alla tradizione classica non si fermano qui,
come si pu scorgere analizzando la fitta impalcatura di Atmosphres.
Anche la partitura di Lontano prevede unorganizzazione che fa
coesistere un numero considerevole di stratificazioni sonore, ma con una
concentrazione minore e con momenti di pi evidente diradamento dello
spettro armonico rispetto al precedente lavoro. In generale, le linee
sovrapposte ed intrecciate della complessa struttura sonora derivano
prevalentemente dalla idea canonica iniziale, generata dal pedale su
un'unica nota e che si evolve in situazioni acustiche sempre pi intricate
fino al cluster. Tale complessit si raggiunge attraverso micro movimenti
scalari ai quali concorrono progressivamente tutti gli strumenti
dellorganico, e che a tratti si trasformano in distinti profili melodici,
ovvero uneco della tonalit, ma non funzionale. come se dal denso fluire
di quella enorme e sempre pi compatta massa cromatica affiorassero
lentamente a galla dei tronchi al quale lascoltatore si possa aggrappare
per qualche istante. Ci pi evidente che nei precedenti lavori, com
maggiormente vero che le concatenazioni armoniche proprie della tonalit
qui sono vicariate da transizioni fra addensamenti timbrici diversi, pi
chiaramente avvertibili che in Atmosphres.
A livello macroscopico il pezzo organizzato in tre ampie sezioni di
sviluppo, la prima di queste da b.1 46, quella centrale da b.56 113 e
la conclusiva va da b.122 164. I confini che delimitano tali sezioni sono
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Fase di transizione a battute 43 45, in evidenza il REb della tuba e larmonico di DO ai violini I.
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Particolare di battute 92 93, si nota il prevalere del SOLb alle trombe, ai tromboni ed alla tuba.
Nuovo caratteristico frammento melodico dei corni da battuta 93, ripreso successivamente dagli
archi e dagli altri strumenti, sino a battuta 106 ai soli contrabbassi.
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