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GIUSEPPE TALLINE Lezioni di GEOMETRIA SUPERIORE Annc Accagemico 1991 - 92 Soazi og: chiusura. spazi linearii reticoli e spazi linesri Appunti redatti ca Paula Melillo DI MATEMATICA - UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA “La SAPIENZA” = Novembre 4992 - car. tT SPaZ] LINEAR 5 - Spazi linearis: Gefinizione ed esempi DEE.4.- Uno spazic geometricc, (8,4), prende il nome di spazio lineare, se soddisfa alle seguenti proprieta’: (B47 veer, — leiez (5.2) vx.yveS, xey, 3 3! L€L : x,yee Gla elementi di S prendono 11 nome di punti, quelli ai 4 s1 Gicone rette Le (8.1) © (5.2) si enuncienc ellora Gicendo che cari rette he elmeno due punti © per due cunt: Gistants passe una e¢ une sola retta. Daremo ore svarsats esempi di spazi lineari ESEMPIO 1.- Spaz prosettivs (sinisiri) di dinensione Ke Pex EsenelO 2 - an us ynp spazie lineare(S.d) CHES. IHIDZ. dy SCH = EEL, IEE 22). hy kel ©’ uno scazic lineare cme si o:ce sue-ammerse in \S, 4)? ESEMPIO 3.- Struttura di spazio lineare indotta in un sottoinsieme H di Pex . [HI22 (cfr. Esem_ pic 2). Come caso particolare si hanno gli spazi affini: Ary = Prye-M, dove He’ un iperpiano di Pr ESEMEIO 4.- Spazi di chiusura geometrici 1-matroidali Fispetto alle rette, definite come ehiv gura di due punti distinti proiettivi Diceei piano proiettivo uno seazio lineare (S,4), con l£12Z. tale che Vee ee = Ene eo Un piano ereiettive si dice inriducibile se ogni sue retts ha almeno tre ounti; altrimenti esso si dice riducibile £1 prove facilmente che i plana irrigucibil: possegdonc auattro punti s tre a tre mon ellineati, Gs cul segue che tutte le rette Si chiama allora ordine cel cieno la cardinalite’ oi une retta menc un punts Se i] piano cresettivo e’ finito, di ordine a, £i prove che 4 In| = at+ats, (5.5) lal = atatd, (se Ogni fascio di rette ha ati rette Un piano proiettive riducibile, (7,4), e' necessaria_ mente dato da H=tU(x), ove x€t; £ = insieme delle rette costitu_ ito da & e dalle coppie (x,y), ove yet Un piano projettivoe irriducibile, (1,4), dicesi desar_ quesiano se per esso vele le seguente propriets’ dei triangoli omologic: dati due triangoli ABC, A’B’C’, aventi vertici e lati distinti, se le rette Aa’, BB’, CC’ concor_, Fono in un punto 0, allora i tre punti Ar = BCN BC’, Bi = ACNAC! e C1 = ABNAB’, sono allineati rova incitre che un piano desarauesiano (1,4) © coordinabile sopra un correc K, cioe’ e’ isomorfe ad Ay © vicevers ESEMPIG €.- Sistema gi Steiner S(7,k,v). E’ uno spazic lineare (S,t) tale che (3.7) ISl=vi wees, Ie] Si preva che ren?rette per un punto =Y=t; 1k] = ived? se u=n®rette per un punto P parallele ad una data retta £ (non per P), si ha v= (utk)(k—-1)44. Ne segue che u non dipende dalla coppia (P,t) © che (ad vrkk-to$h (b) vek(ko4)44 @ U=0 © (8,4) e’ un piano proiettive Gi ordine a=k-1 © (S.t) e’ un S(2,a4!,07+a44) ) mon esistono sistemi di Stainer ESEMP107.- Somma 31 spazi linear Sieno (84,4) @ (8,4) due sD) zi linear tali che osteo SESS, LR LULY ULCER a) 2 xER, xves}, si ha che (€.L) lineare che Gice somma degli epazi (S', 47) © “) In modo analogs Gefinisce 1a somma di una famielie di soazi lineara 6.- Sottospazi di uno spazio lineare DEF.1.- Sia (S,£) uno spazio lineare. Un sottsinsieme T 14) quando 6i S prende il nome 6i sottospazio di (ep Ve,y€T, xey = retta xyeT Evidentemente 1’ insieme vucte @, ogni singolo punto di S, ogni retta di (5,4), € tutto S sno sottospazi Inoitre 1' intersezione di sottospazi e’ ancora un scttospazio, come subito si prove. Dunaue denotata con SF Va famighia dei sottespazi ai (S/4), i ha che He’ un sistema di chiusura ai Le spazio di chiusura is, SF), 21 gira’ associato ao (S,4) Esso e° uno spezic di chiueura geometrico, in auante c€ % e vues, KES In (S,£) rimane allora definite 1’ operatore ai chiusura, € guindi le nozioni ci generatere, insieme indipendente, base Se (S..% ) e' matreidsle, si aire che (S,4) © metroidale. in tel caso, ver ogni sottospa_ S, T finitamente generate, si puc’ aefinire i] range oi T, dato dalle cardinalite’ ol una, e auine: di cant base a: T. Inoltre, se UVES € ULV sono Fimta ” mente generati, lo sons enche UNY © Gisugueslianza di Grassmenn (6.1) rangoU + rangoV 2 rango(UNV) + rango(UUV) In particolare, se (S,4) e’ finitamente generato, si ha che la (6.4) vale per ogni Ue V appartenenti ad HX Sia (S,¢) uno spazie di chiusura geometrico, (efr DEF.S. del n. 1), d-matroigale. Allora, ner ogni x,yeS, x#y, il sottospezio Tu) =t(x,y) =retta t per x ey, ammette come basi coppie di punti distinti. Si consider: la famiglia £ =(t(x,u) ) x,v€S, x#u) di par ti di S. Si ha, per quanto ore dette, che 16.2 WE WEL, bat = leneiss Ne seaue che (8,4) e’ uno spazio lineare (per come ab_ biamo costruite 2, e perche’ la (6.2) implica la (5.2)) allore individua 10 spazio di chiusura (5.4%), dove SF © 1a famiglia dei sottospazi ds (S,4). Evidentemente ‘FS quande cic’ co In generale non e' dette che ¢ accede, diremo che lo spazio di chiusura geometric, -matroidaie. (S,€), risults completo. La nozione ai evazic lineare coincide allore cor quella di srazio a: chiusure geometrico, 4-matrcidale, complete Diane un esempio di spazio di chiusura geometrico, 4 -matrcidale, non completo Sia Pir,K) =P uno spazio oroiettivo di dimensione r(23) sopra un corpo K. Sis © la famiglia costituita da Pir,K) e da tutti i suoi settospazi di dimensione minore © uguale ad n, dove ne’ un intero minore di r Evidentemente, (F,¢) e’ uno spazio di chiusura gecmetrict, it-matroidale, che pero’ non e’ completo, perche’ 911 iperpiani di P(r,K) non sono tra i scttospazi di (P,¢), mentre sono sottospazi dello spazio linesre (F,4), ove LafO(x,y) > x,yeP, x#¥) Daremo ore un esempio 01 seazio lineare non matroidale Nello spazic proiettivo F=F(S,K), s3@ M un piano ed punti di MW, con A#E. Denctata com 4 la famiglia delle rette ci: F(3,K), definiemo le seguente femielis 4’ gi parti di P. £’ cia costituite dalle rette oi K) che non stanno in I; da quelle di H non anti re’ per A ne’ cer Bi inoitre cent retta t; di + accartenente a Me pessante ver A, sie sostituita con 1/ insieme th=(t,-A)UB; analogamente ogni retta t; di 4 appartenente a Mf © passante ver B, sia sostituita con te-B)UA. (La retta AB rimane dunaue invariata). La coppia (F,£/) risulta, come subito si prova, uno spazio lineare. Froviamo che (F,4/) nen e’ matroidale. Infatti, scelto un punto Z€m, non sulle rette AB di 4, siano X,Y due punti di (F-M) distinti, allineati con Z. Ebbene, si dimostra che la terns di punts (A,X.¥), an (P,2‘), €/ indipendente © genera F Guino: (F,4/) ammette una base con tre elementi. D tra parte, scelti quattro punt: indipendenti in tall cne ciascuns delle quattro fecce oa ess: determinate non ne’ per @, ne’ per B, essi cestituiscono una b per (P,4’). Dunaue (F,4’) ammette besi con tre elementi e@ besi con quattro elementi © L' esempio precedente si generslizza nel mods se_ Nel wuent gpazio proiettive P=Pir,K), con rz, sig T un sottospazio presric e sia f | MM una bi_ jezicne di M in se’ che mon sia una coliineazione (cioe’ esista slmeno una retta ¢ di H tale che F(t) non sia una retta). Sia 4° la famiglia di arti ai P costituita dalle rette oi P mon su @ e dalle trasformate mediante f delle rette oi M. Si srova subito che (P,i/) e’ uno spazie lineare che non solo non neppure Z-matroidale e’ matroidale, ma non afici orciettivi DEF..- Uno spazio lineare (S,£), chiamasi spazio grafico proiettivo se e’ matroidale e se (74) UVES, U,V finitamente generati = = rangoU + rangoV = rango(UAV) + rango(UUV) Proviamo che (7.2) Se (S,£) e’ uno spazio grafico proiettivo, a chiusura di tre suoi punti indipendenti, X,4,2, @* un piano proiettivo Liv. Netiems che raneole wzl= Dune. © 1’ esserte segue dalla (7.1) relative a gue rette distinte ai Enunciamo ora il seguente assioma, detto assioma gi Veblen Siero Aa’ © BE’ que rette cistinte che si ine contranc in un unto C (#A,A‘,B.E/). Allore le rette AB © A’B’, 5’ incentranc in un gunto D 3) In uno spazio grafico proiettivo (S,£), vale 1’ assioma di Veblen IM L' asserte segue dalla (7.2). evo DEF.Z.- Uno spazio grafico proiettivo si dice irriducibile se ogni sua retta ha almeno tre punti; ri_ Gucibile, in caso contrario Si: puo’ provare il seguente TEOR| Sia (S,£) uno spazio grafico proiettivo di dimensione r23, irriducibile. Allora esiste un corpo K tale che (S,t) e’ isomorfo a Pir,k) Ne seaue che un aualsiasi spazio grafice proiettivo, ipriducibile, finitamente generate, che non si riduca ad una sola retts, 0 e' un piano preiettive inriducibile (desarangouesiano © ne), evvero, e’ uno epazio proiettive P(r,k> Sia ora (5,4) un qualsiasi spazio grafico proiettivo Definiamo, ner ogni x,y di S, la seguente relazione @ x=y ovvero, (7.4) xey @ la retta xy ha almeno tre punti Proviamo che # e’ una relazione di equivalenza DIM Essa e’ manifestamente riflessiva e simmetrica Proviamone 1a transitivita’. Siano x@y e yz. Possiamo susporre xeuez~e© x,y,z non allinesti (altrimenti l’asserto e’ ovvio). Allora la retta xy contiene un punto usx,y, © 1a retta uz contiene un punte veu,z. I punti ue v sone distinti e la retta uv appartiene al Pianc proiettivo M=tx,g.2), quindi la retta uv incontra la retta xz in un punto t (diverso da ue v), il quale ©’ certamente distinto sia da x (altrimenti v inciderebke con y), © sia da z (altrimenti u ccinciderebbe con uy). Dunaue x2 ha almeno tre punti distinti, (x,2 et), e@ dunque xz. evo. Ogni classe di equivalenza @(x), che sara’ detta componente connessa di x, €’ costituita da tutti oli y tali che 1a retta yx abbis almeno tre punti. Inoltre €(x) e@' un sottospazio, perche’ se y,z€ V(x), vez, la retta yz ha almeno tre punti e€ auindi appartiene eox Aon Proviamo che S—@(x) un sottespazio. Siano y,zé €S-eix), vez La rette yz e’ au intersezione vuota con ix), altrimenti, poste t=uzNe(x>, essa conter_ rebbe tre punti distinta (y.z,t) ed essenao tepix), apparterrebbe tutta a @(x), mentre y,z@eix). Ne segue che (S,2) e’ somma dei due spazi ix) ed S—¥(x) Se ne deduce che (S,£) e’ somma di una famiglia di s0szi arafici irriducibili dati dalle componenti con_ nesse di (S,£) rispetto a @. Se (S,4] e' finitamente generato © di rango r+i, le componenti cennesse sono in numero finito s. Siano mtt, reti,...rs¢4 i loro rispettivi ranghi. Dalla formula di Grassmann si ha allora (7.5) Pitted. testeer Dal Teorems 1 © Gs quanto cra erovato, si ha che TEGQREMs 11 - Uno spazio grafico proiettivo finitamente generato (riducibile) e’ somma di un numero finito di sottospazi che sono o punti, o rette, 0 piani non desarguesiani, ovvero spazi proiettivi coordinabili Ciascuno sopra un corpo k ~ 35 - 8.- Assioma di Veblen in uno spazio lineare Sia (S,£) uno spazio lineare e (S,.%) 10 spazio di chiusura dei suoi sottospazi. Riportiamo qui 1’ enun_ ciato dell’ assioma di Veblen, (proprieta’ che uc’ valere 0 meno in un (S,2) generico): (A) Siano AA’ @ BBY due rette distinte che si in_ contrano in un punto C (#A,A‘,B,B‘). Allora le rette AB e A’B’, s’ incontrano in un punto D. La (Al) e' eauivalente alla seauente proprieta’, come subite si prova (a2) Date due rette ad intersezione vuota ed un punto P non su tali rette, esiste al piu’ Fea una retta/incidente le due rette date DEF.1.- Un sottospazio proprio H di S (HEY) si dice primo se vteL = tOhee, cice’ se ogni retta lo incontra almeno in un punto Evidentenente, nesli seazi affini nen esistono sottospazi (propri) prim Enuncieremo ors varie proprieta’ di cui (S,£) puo’ - 36 - godere © meno; proveremo poi che esse sono equivalenti all’assioma di Veblen (I) Per ogni terna di punti indipendenti (x,y,z) di S, la chiusura [7,u,2) e’ un piano proiettivo (p) WteL, YxE€S—t, la proiezione di t da x, data da p(x.t)=U)xz, risulta un piano projettivo. z cpr vite, ¥x€S-T, 1a proiezione di T da x, data da o(x,T)=Yixz, risulta un sottospazio che 2er ammette T come primo. Inoltre risulta (8.4) p(x,T) = TOR) Proviamo che 8.2) (Ay) = Cp). DIM. Sia t€4 © x€S-t. Cominciamo a provare che p(x,£) e’ un sottospazio e cice’ che se a’,b’€ p (x,t) con a’#b’, la retta a’b’ e’ contenuta in p(x,t). L’ asserto e’ ovvio se la retta a’b’ passa per x Suppeniamo dunque che 1a retta a’b’ non passi per x. Le rette xa’ e xb/ incontrano £ in due punti distinti a,b - 37 - (in quanto a’,b’€p(x,f) e Je rette xa’, xb’ sono distinte). Segue allora da (A,) che le rette & be a’b’ si incontrano in un punto c. Proviamo che per ogni yw della retta a’b’ (u’#a’,b’), la retta xy’ incontra & im un punto y, ne sesuira’ che y’€p(x,t) e@ auindi che la retta a’b’ e’ contenuta in p(x,t). Le rette y’a’= =a’b’ @ ab=t si incontrano nel punto c, onde, per (Ay), le rette ub e aa’=ax si incontrano in un punto d. Da (Ay) segue allora che le rette ab=t e xu’ si incontrano in un punto y. Si e’ cosi’ provato che p(x,f) e’ un sottospazio. Posto t/=a’b’, si ha evidentemente che p(x,£)=p(x,0). Se t= ab” e' una qualsiasi retta di p(x,£) non passante per x, ragionando in modo analogo a quanto precede, rejativamente alle rette t’=a’b’ e t= ab” Cinvece che alle rette t=ab ed t/= a/b’), si he che 2’ ed &” si incontrano in un punto c’. Data 1’ arbitrarieta’ di t/ ed t” si ha che p(x,t) @’ un piano proiettivo. Cio’ prova la (8.2). cvo Proviamo ora che (8.3) (po) = CPD pin. sia Tee x€S-T. Proviamo che per ogni a’,b’€p(x,T), con a’eb’, la retta a’b’ appartiene a p(x,T) e che a’b’NT # O; ne Sequira’ che p(x,T) e” un sottospazic che ammette T come primo. Se la retta a‘b/ passa per x l’asserto e’ ovvio, in caso contrario sia (al=xa'NT e@ (e}=xb/NT: evidentemente sara’ age; inoltre la retta t=ab contenuta in T e quindi p(x,£) e’ contenuto in p(x,T). Per la (p) si ha che p(x,£) e’ un piano proiettivo che contiene a’ e b’, onde la retta a’b’ appartiene a p(x,t) e dunaue a p(x,T); inoltre, sempre per la (p), a’b/Nt#@ e@ quindi a’b‘NT#O. Proviamo infine la (8.4). Si ha (essendo p(x,T€ A) (TixdSeGx,T) = TORIES DOGT =plx,T): (xl S TOR) 3 px. Tay xz TU, 2S TUR B =¥, Td perche’ TU(x} e’ un sottospazio. Dunaue da TUTE Sp (x TIS TUR segue la (6.4). Si e’ cosi’ provata la (8.3). cvo Proviamo ora che (a4) (Py = (DD DIM. Siano x,y,z tre punti indipendenti di S e sia uz la retta per ye z. Poiche’ per la (P), (con T=), p(x,t) e’ un sottospazic, si ha intanto (8.4.4) ToWz) = pi xt) Sia ora t/ una retta di p(x,@) non passante per x e siano a,b’ due suoi punti distinti, onde a’,b’€p(x,2) e quindi tna‘x= a), @Mb’x = (b), ove a,b sone due punti Gistinti di 2. Si ha, essendo p(x,f) e p(x,e/) sottospazi di (S,2) Toe wy =e (x,t) =a By epee) Quindi per ogni retta e’Cp(x,t), con x@t’, si ha (8.4.2) Tere) HO (x0) =p xe) Sie ellore ¢” una quelsiasi aitra rette di [x .asz) non passante per x, e/#t,t; dalla (8.4.2) si ha Tez PORE p(x bap (xt) Ma allora, essenao t’ un primo di p(x,t’) per la (P), deve essere une eo, cice’ (x,g)2) e’ un piano proiettivo, Questo dimestra l’asserto. evo Dimostriamo infine che es) (I) = (Ay DIM. Siano t,t€4 e sia x un punto di S, xt, xEe', tale che per esso passino due rette incidenti Fispettivamente @ nei punti a,b e t’ nei punti a’,b’ Vogliamo dimostrare che £Nt’#@. 1 punti a,b,x, sono indipendenti e dunque, per la (0), Ta,b,x) e’ un piano proiettivo, Ne segue che le rette abet, ax, bx sono contenute in (a,b,x), da cui ave €TeBx) = afb’ at’ € [eb ,x; ma allora si ha che sia € che t’ appartengono a (a.byx) © quindi esse necessariamente si intersecano in un punto Cio’ dimostra asserto cove Da (8.2), (8.3), (8.4), (8.5), segue TEQREMA In uno spazio lineare (S,£), le proprieta’ (Ay), (Ag), CID, (p) e@ (P) sono eauivaienti. Dimostriamo infine il seguente TEOREMA I1.- Ogni spazio lineare (S,1) soddisfacente 1’ - 44 - assioma di Veblen (0, equivalentemente, le (Az), (I), (p) © CP), (ofr. Teorema precedente)), e’ una spazio grafico proiettivo (ofr. (7.49). DIM. Cominciamo col dimostrare che (8.6) (5,4) e” matroidale e, precisamente, che in (St) vale (6). Sia T un chiuso di S © siano x ed y due punti distinti appartenenti ad S-T, tali che x€TU(S); vosliamo dimostrare che veETUG). Per la (8.4), (valida stante 1a (P) per ipctesi), si ha intanto che TUTy) = p(y,T). Allora da x€p(y,T) segue (8.6.4) POT) (wT), perche’ W2€T, sia z che x appartengono a ply,T) e auind: tutta la retta x2 appartiene a p(y,T) essendo ess0 un sottospazio. Inoltre si he anche y€p(x,T), perche’ tra le rette che da x proiettanc T ritroviamo anche quella passante per y. Dunque, con analogo ragionamento, scambiando iz x con la y, etteniamo che (8.6.2) P6Y,T) S pix, Td; quindi, per le (8.4), (8.6.4), e (8.6.2) si ha che Ma allora e’ chiaro che ene ciee’ (5,4) €’ matroidale. evo we Ne segue, (ofr. Teorema I del n. 4) che se Ue V sono cue sottosnaz: oi A Finitamente generati, per essi vale la disuguaglianza di Grassmann (4.6). Proviamo ora che nella suddetta (4.6) vale il segne di uguaglianza, orsia proviamo la (7.4): ne seguira’ che (5,2) e’ uno spazio grafice erciettivo Premettiamo 1a seguente proprieta’ (sempre nell’ inotesi che in (S,4) valga l’assioma di Veblen) a) Siano U, ve LS, U Finitamente generato, unv @; per ogni WEU, sia T=WUV. Allora TAU=H DIM. Bastera’ dimostrare che TNUCH, essendo evidente l’inclusione opposta per come sono stati scelti U, We T. Procederemo per induzione Sia rangowW cice’ sia W Si ha che T =THJUV = p(w,V) perche’, per 1’ipotesi, vale la (8.4) Quindi TNU=piw.V)NU. Se, per assurdo, esistesse un x€U, xem, tale che x€p(w,V)NU, 1a retta wx apparterrebbe a p(w,V), auindi wxNV=(t). Ma wx, e quindi t, appartiene anche ad U. Allora avremmo trovato un punto t che sta sia in U che in V, mentre per ipotesi era UNV=@: assurdo. Sia ora rangoW=n, 22; supponiamo vera la tesi per n-1 e dimostriamola per n Sia Ba(xi,%2,....%,) una base di W) considerando i soli punti (xe,....tq), poniamo W¥etxz, sxe) WE e' un sottospazio di W tale che rangoW*=n-4. Facciamo ora * la proiezione di WE da x, p(x,,W¥); possiamo senz’altro scrivere p(xy,W*)=W*U(x,) perche’, per l’ipotesi, vale la (8.41). Evidentemente si na che WFU(x,}=W. Poniamo T=WOV e TF=W%UV. Fer 1’ ipotesi induttiva possiamo intanto affermare che per gli spazi Te ¥ vale la (8.7), cioe’s T¥AUsW* Sia ora pix, ,T*)=T*UCa) 1a proiezione di T¥ da x. Si ha che TFU Cx) BO tar Xn) da cui TUG) BO) SH inoltre si ha anche T*U(x,)2V, per cui, in definitive, (8.7.4) p(x, 7%) 200 Dialtra parte si ha pure che TIT* e T2(xi), da cui seaue che (8.7.2) T2 TUCK) = wl): allora da (8.7.4) e@ (8.7.2) segue che (8.7.3) T = p(x, 7* Per ogni yETNU, consideriamo ora la retta xy: essa appartiene = T (perche’ x, e y € T), quindi, per la (8.7.3), deve essere (B74) xy TF etz); poiche’, inoltre, la suddetta retta appartiene anche ad U, (perche’ x,€WOU e YEU), si ha che pure z appartiene ad Ue quindi, dalla (8.7.4) segue zeTEnuanFeus infine, poiche’ anche x; appartiene a W, si conclude che xyzexyoW = you Abbiamo dunaue dimostrato che TNUCW, il che era cio’ che volevamo eve @7) Osserviamo ora che la seguente implicazione ce.8) vu,ve%, Ue Ffinitamente generati tali che unv=@ 3 rangoU + rangoV =rangoUUV, equivale alla (6.8) siano ¥ su) una base di UE.%e Z Mar Ye (2y,22,....2y) una base di VEY, UnVee = YUZ e’ un insieme indipendente. Infatti 1YUZ =IV|+1Zl=rangoU+rangoV; inoltre, se la (6.9) e' vera, YUZ costituisce una base per UUV e& auindi si ha anche |YUZIl=rangoUUV, cice’ rangoU + +rangoVerangoUUV; viceversa se rangoU+rangoV rangoTUV, sienifica che YUZ non solo genera JUV. anche un indipendente, cice’ le (8.9) Proviamo ora la (8.8) (0, eauivalentemente, la (@.9)), cice’ la tesi del Teorema 11 IM Poste n=utverangoU+rangeV, osserviamo che la (8.8) e’ vera per n 4,2,3: infatti per tali * © 1’insieme valori di n si ha che U (oppure V) e vuoto, (cioe’ rangoU=0), oppure si riduce ad un punto (cioe’ rangoU=i), casi in cui la (8.8) e’ manifestamente vera. Supponiamo allora on24 e dimostriamo che vale la (8.9), (cice’ la (8.8)) Ragioniamo per assurdo. Se YUZ non fosse indipendente, almeno un suo elemento (e non e’ restrittivo supporre che sia ad esempio vi), apparterrebbe alla chiusura dei rimanenti, cice’ vi € Woe Uz o Tara =H, dove Cuz,...,4) €’ indipendente, WOV, de cui, per la (8.7), segue che TQNU=W Si na che (= WiNUZ 2H e inoltre W=twDUF 22 = WHteyUF2Z = WiawpUrey, quindi (8.8.4) Wt UZ 2WUV; d’altra parte si ha anche che WUV2V=Z2z e€ WOV 2W2tY—tup, auingi (8.9.2) WV 20=Te UZ, © dunque, da (6.9.1) e (8.8.2) segue che WotenUz = WV =T Allora, dall’ipotesi per assurdo, si ha che yi€T © poiche’ e’ anche y,€U, in definitiva abbiamo trovato che u,€TMU=W. Ma cio’ e’ assurdo perche’ 1’insieme (duoMzs. su) @” indipendente. Cio’ dimostra la (8.9) nel caso in cui sia UNV=e Sie’ cosi’ dimostrata la (7.4) nel caso in cui UNV =. Poniamoci ora nel caso piu’ generale, Ue V ancora finitamente generati, ma UNV#@. Sia X una base per UNV e siano XUY e XUZ basi rispettivamente per U e per V. Se dimostriamo che XUYUZ e’ una base TUV. da cio’ seguira’ che rangoUUV =IXUVYUZI =IXI+IVI41Z! =(rango UNV) + +(rangoU—rango UNV) +(rangoV—rango UNV = rangoU+rangoV—rangoUNV, ossia che (8.10) rangoU+rangoV =rangoUUV+rangounv, che e' quanto resta ancora da dimostrare della nostra tesi Dimostriamo allora che (B41) XUYUZ e? un insieme indipendente, dato che, per le posizioni assunte, cio’ basta ad assicurare che XUYUZ e’ una base per UUV Sia v¥=Z il sottospazio di V generato da Z. Poiche’ XUZ e' un indipendente ai (B14. Xnz=Favino, cfr. (3.3)). Imoltre si ha anche che (6.44.2) unvtse, rerche’ se esistesse un elemento t tale che teuny?, yrebbe che teu e tev® V, dal che seguirebbe che t€X e quindi che texXnv contro le (8.14.4). Ma allora, poiche’ valends la (6.44.2) ci troviamo nelle inotesi della (8.8), si ha, analogamente alla (8.9), che O:UY)UZ e@’ indipendente, come volevamo. evo. «in Riassumendo, possiamo concludere che la (8.6) e la (8.44) dimostrano il Teorema 11. evo Dalla (7.2) e dai Teoremi I @ 11 di questo paragrafo l1L.- Une spazio lineare (5,4), e' grafico proiettivo se e solo se in esso vale l’assioma di Veblen (A,) (o una delle proprieta’ (Az), (P) ad esso equivalenti? Dal Teorema 111 e dal Teorema I del n. 7 si ha TEQREMA Iv - Uno spazio lineare (8,4), con (£122, fi_ nitamente generato e soddisfacente 1’assioma di Veblen, © e’ un piano proiettivo, oppure e’ isomorfo ad uno spazio proiettivo P,,. su un corpo K CAP. 111 RETICOLI € SPAZI LINEART 9.- Reticoli e sistemi di chiusurs Sia (L,) un insieme ordinato e sia XL (con X¥#O); DEF.1.- Un elemento z€L dicesi confine inferiore di x (9.4) WxEX , zex Chiamasi poi massimo confine inferiore di X un confine inferiore di sia y, tale che (2 Vz = confine inferiore di X, si ha: zéu Se esiste un massimo confine inferiore di X, sia vy, ess0 ©’ unico. Infatti se y’ e’ un altro massino confine inferiore di X, risulta’ wsu’eu’Sy onde y DEF 2.- Analogamente si definisce confine superiore di X un elemento uéL tale che (32 Wxex , xSu Chiamasi poi minimo confine superiore di X un confine superiore v di X tale che (24 vu confine supericre di X, visu Se esiste, e’ unico il minimo confine superiore di x DEF .3.- Si definisce reticolo un insieme ordinato (L,$) tale che per ogni x,w€L esistonc il massimo confine inferiore di (x,y), che si denota con xMy, ed il minimo confine superiore di (x,y), che $i denota con xUy Io fm hi 4.- Un reticolo dicesi completo se, per ogni XCL, esistono il massimo confine inferiore di X, e si dencta con Tx, ed il minimo confine superiore di X, e si xeX! dencta con Ux x ex Se S#0, l'insieme delle parti oi S, #(S), un reticclo completo rispetto alla relazione d’inclusione ©, l’unione e l’intersezione essendo quelle classiche Sis ors (S,¢) uno spazio di chiusura. Si consideri l‘insieme ordinato (€,¢) , ove © e’ l’inclusione di § Esso e' un reticolo; infatti se C,,C,€¢, si ha che CNC, (EC) e' i] massimo confine inferiore di (Cy,C2) & TUT, (€€) e’ il minimo confine superiore di (Ci,Cz) Tale reticolo inoltre, e’ completo. Infatti se (CQeree, @ una famiglia non vucta di chiusi, si ha che Oyo ES? 8 YT cee sone rispettivamente il massimo confine inferiore e il minima confine superiore della famiglia (C),egzQ. 11 Feticolo (¢,€) dices: associato allo spazio di chiusura (s,0) DEF.5.- In un insieme ordinato (L,s) si dice che x€L copre yEL, con x#u, se (ws) WzEL > ugzéx = z=x, ovwero z= 6 - Un reticcle (L,4) si definisce sovramodulare se rer cani x,y tali che x (ovvero y) copre xMy, si ha che xUy corre y (ovvero x) DEF.7.- Si dice poi che il reticolo (L,s) e! sottomodulare se per ogni x,y tali che xUu copre x (ovvere vy), si ha che y (ovvere x) copre xny DEF & - Diremo infine che (L,S) e’ modulare se esso risulta sia sovramodulare che sottomodulare - 53 - 10 - Reticoli e spazi linear: Sia (S,£) uno spazio lineare, (S,0%) lo spazio di chiusura dei suoi sottespazi e@ (AE) 11 reticole (complete) asscciato ad (84%. Consideriame 1a sesuen_ te proprieta’ (a) per (S,4) (a) vte%, vxeS-T + TUT) copre T. Evidentemente si ha «40.49 (Sig) sovramodulare 4 (a). Proviamo che TEOREMA 1.- (S,£) soddisti alla (a). Allora in (S.A) vale l’assioma dello scambio, cioe’: (40.2) (a = (o>. Dunque, uno spazio (S,£) soddisfacente alla (a) e matroidale DIM. Proviamo che da (a) segue (7). Ne seguira’ 1’ asserto, essendo (3) eauivalente a (o) Per ogni x,yeS e TE tale che xeT © xETUG, si he che y@T (altrimenti x €TUTS) > e quindi per la proprieta’ (a) relative ad ye T si ha che TUTs] copre Ti dialtra parte TUTx}E TUTE) ed incltre TUT>T, 54 onde TUCKS e@ quindi yETUG). Si e’ cosi’ provato che vieS, vxyes xeT e xeTUR) = yeTU ossia 1a (2). Si ha cost’ l’asserto, eve TEOREMA I1.- Se (S,t) e’ matroidale, allora (Ac) e° sovramodulare, cioe’: (10.3) fo) = (Foo sovramodulare. DIM. Osserviano che 0.4 uve H%, veu; attera [U copre V] @ t¥xeU-v, V0Geu) Siano ora U.vew e surponiamo che U cepra UNV: vegliano provare che, se vale (0), UUW comre Vv, ne sequira’ l’asserto, Sis YEU-UNV; poiche’ U copre TWAVUT e UNV, cer la (10.4) si ha che auindi TUAW Ute UN ¢ TUTE S UOT (40.8) VO) = To alla (10.5) e dalla (o) si ha vxeUUV-v = x8, xeTUV=VUGm) S) yeVUT «= = VUV = VOM SVU SUUY = WRI =T0V © quindi per la (10.4) si ha che UUV copre V, onde liagserto. evo Da (40.2), (40.3), (40.4) segue che 06> (a) & tor @ (Ag) e* sovramoaulare, ossia che TEOREMA I11.- Uno spazio lineare (S,L) e’ matroidale se, e soltanto se, ¢¢%¢) sovramodulare, se, e soltanto se, (S,£) soddisfa alla condizione (a) t4.- Reticoli modulari e spazi grafici proiettivi Proviamo il seguente IEOREMA 1.- Sia (S,£) uno spazio lineare Z-matroi_ dale tale che («%,€) risulti sottomodulare. Allora 1a chiusura di tre punti indipendenti di (S,£) e’ un piano proiettivo, cice’ (S,4) e’ uno spazio grafico proiet_ tivo. (cfr. Teorema If del n.& DIM Siano x, ¥, 2 tre punti indipengenti di S © sia 1 = UTE). Poiche’ (8,4) e' 2-matroidale. anche (M,Lq) sare’ tale @ quindi cani terra di elementi indipendenti di He’ una base per HM. Siano u, v due rette distinte 6i 7, da quanto ora detto sia ha che UUV Ne che W corre u Dunque v deve coprire unv (essendo (S,£) sot_ temedulare). Ne segue che uNv#@ (in quanto ogni punto t di ve’ tale cl @CtCv). Si e’ cosi’ prevate che (1 ,4n) @' un piano proiettive, Ne seque l’asserto. cvo Sussiste incltre i] seguente Teo Ma 11 Sia (S,t) uno spazio lineare, grafico proiettivo. Allora 1o spazio di chiusura dei suoi sottospazi, ), e/ un reticolo modulare. DIM. In virtu’ del Teorema 11 del n. 10, bastera’ provare che aa (S,) grafico proiettive = = «%c) sottomoduiare Siano UVES ali che TUV copre V Da cio’ seaue intanto che (41.2) yxECMUV-y) = FOV=TUV Pox.) Dunque, per ogni y appartenente a U-UNV, essendo u-unve UUV veUuv-uny, - 57 - per la (11.2) segue che (44.3) VUV =piy.v, e che (44 4) FUTAD = ety,unv) Dobbiamo provare che YUCUNVS =U. L'inclusione © e’ ovvia; sia allora z un qualunaue punto di U-(UNV), zeu Per la (14.3), essendo z€UUV, la retta zy deve intersecare V in un punto t. Tale punte t (diverso da perche’ z non sta in V) appartiene dunque a UNV (poichne’ zy sta in U) e quindi ty=zyCnty,UNV), cice’, per le (44.4), 2EWOTUNV). Quinai VUTUAW) 2 BU cio’ dimostra l’asserto. eve Dai Teoremi 1, 11, © dal Teorema 111 del nm. 40, segue TEOREM4 I11.- Sia (S,£) uno spazio modulare e Za lo spazio di chiusura dei suoi sottospazi. Si ha (Sic) moduiare # (S,£) e’ uno spazio grafico proiettivo 10 44 INDICE Spazi lineari: definizioni ed esempi Sottospazi di uno spazio lineare. Spazi grafici proiettivi. Assioma di Veblen in uno spazio lineare. Reticoli e sistemi di chiusura Reticoli e spazi lineari Reticoli modulari e spazi grafici proiettivi 22 26 at 35 50 83 55

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