Trivellazioni
di Massimo Corsini
“Ancora non lo sanno, ma i cittadini di Galliera, San Pietro in Casale e Malalbergo,
hanno ricevuto un regalo di Natale. II 23 dicembre scorso é stato pubblicato sull’albo
pretorio la richiesta di V.LA. (la famosa valutazione di impatto ambientale) da parte
della societa australiana Po Valley operante nel settore della ricerca di idrocarburi
liquidi e gassosi, relativa all’autorizzazione per la messa in produzione di un pozzo di
gas in localita Sant’ Alberto a San Pietro in Casale.
Sono stati informati anche i comuni di Galliera e Malalbergo perché territori confinanti
al pozzo d’estrazione. Inutile dire che il regalo non é piaciuto ai pochissimi che sono
venuti al corrente della faccenda, quelli che si informano, i soliti rompiscatole dei
comitati cittadini, quelli della sindrome di “Nimby” (“not in my back yard”). D’altra
parte, sembra che dall’ormai lontana data di pubblicazione, i comuni interessati si siano
spesi un po” poco per informare i propri concittadini della prossima eventuale attivita
estrattiva (e solo alla fine di questo mese hanno espresso il loro parere in merito,
negativo ovviamente).
E vero che con il decreto “Sblocca Italia” le competenze di autorizzazione sono state
tolte agli enti locali, Regioni e Comuni, per passare al governo, ma sono pur sempre gli
enti locali stessi che devono esercitare una funzione referenziale imprescindibile per il
governo a tutela del territorio. A maggior ragione in una Regione come I’Emilia
Romagna che proprio tre anni fa, nel 2012, é stata sconvolta da un terremoto fino ad
allora ritenuto improbabile e a causa del quale, in seguito alle polemiche successive al
lavoro della commissione Ichese sulla possibilita di eventuali legami causa effetto traattivita sismica ed estrazioni di idrocarburi, é stata fatta una moratoria in nome del
principio di precauzione tanto caro all’Unione Europea in materia ambientale (I'allora
governatore Vasco Errani, prima di essere costretto alle dimissioni per altre note
vicende, fu investito da non poche polemiche per aver tenuto nascosto in un cassetto il
sopracitato rapporto).
Nel testo della moratoria si riteneva “necessario approfondire i contenuti del rapporto
della commissione Ichese”, pertanto si deliberava al punto 5 “la sospensioni dei pareri
regionali relativi all’espressione di pareri e valutazioni nonché all’adozione di atti di
assenso comunque denominati tesi a consentire lo svolgimento sul territorio regionale
di nuove attivita di ricerca, prospezione, coltivazione, e stoccaggio di idrocarburi,
comprese le valutazioni di impatto ambientale gia avviate dalla giunta in ambito dei
procedimenti statali in itinere che riguardino il permesso di prospezione e ricerca
nonché la concessione di coltivazione di idrocarburi nel territorio della regione Emilia
Romagna, compresi i procedimenti attivati successivamente alla data di adozione della
presente deliberazione”.
In realta se si guarda a quello che accade oggi in regione c’é da mettersi le mani nei
capelli. Limitandoci alla zona tra Bologna e Ferrara, da quel che si evince dal sito
internet stesso della Po Valley, oltre al pozzo di Sant’ Alberto, dal 2010 la stessa societd
sta estraendo “gas purissimo” da un altro pozzo denominato Sillaro situato sul territorio
di Medicina dove é gia in corso un altro iter autorizzativo per un giacimento
denominato “Fantuzza”. In provincia di Ferrara, da poco, ¢ stato approvato un
programma di perforazione, poi sempre in zona, alla voce “nuovi progetti” del sito
stesso, ci sono altre tre o quattro opere in cantiere.
Inoltre, nel 2012, anno del terremoto, é stato conferito un permesso di ricerca in un’area
del mar Adriatico denominata “AR94PY” di fronte alle coste dell’ Emilia Romagna (i
pit maliziosi ricorderanno che ci fu l’epicentro di un sisma anche poco distante dalla
costa di Ravenna). Non solo la Po Valley, ma sempre in regione la societa AleAnna
Resources ha siti di interesse in provincia di Ravenna, a Solarolo, ¢ in provincia di
Ferrara nelle Valli di Comacchio.
Come riportava il Fatto Quotidiano lo scorso autunno, al momento dell uscita del
decreto “Sblocca Italia”, ma con particolare riferimento alla regione Basilicata, secondo
il governo sono troppi i giacimenti inutilizzati sul territorio nazionale a causa della
contrarieti degli enti locali e dei comitati. Ma quando parliamo dell’Emilia stiamo
parlando di una regione che ha posto una moratoria in seguito ad eventi drammatici che
non si possono ignorare. Qual é la priorita allora?”