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Necessarie trasformazioni
Fino agli anni Sessanta - Ottanta del Novecento letnomusicologia veniva
considerata un ramo della musicologia definito in negativo, ossia come una
disciplina che si occupava di studiare tutto quello che non apparteneva
allambito della cosiddetta musica colta occidentale. Spesso letnomusicologia
doveva lottare per conservare una propria identit a fianco della pi
consolidata e pi elitaria musicologia storica. Questultima dava ben poca
importanza allo studio delle non occidentali (o esotiche, del cosiddetto
terzo mondo), studio che era considerato nulla di pi che unattivit semplice
della
complessit,
sia
tecnico-formale
che
simbolico-
In quanto forma di comunicazione, nella pratica musicale chi emette i suoni (il produttore di
musica) ha pari rilievo di chi li riceve (lascoltatore): questultimo non un semplice ricettore
ma interagisce con il primo, il quale, a sua volta ne riceve indicazioni di feedback. Nella
stragrande maggioranza dei casi, si fa musica per qualcuno (e in mancanza di ascoltatori la
musica semplicemente non c - vedi Blacking 1986, 1987 e 1995).
2 John Blacking (1928-1990) stato anche un discreto pianista, prima di dedicarsi (nel 1954) alla
ricerca etnomusicologica in gran parte svolta in Sud Africa presso i Venda.
3 Il riferimento allidea sviluppata di musica assoluta sviluppata nel corso dellOttocento
negli ambienti della musica colta (segnatamente darea viennese e germanica), secondo cui
semplifico molto la musica il prodotto di genialit artistiche staccate dalla realt circostante
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(per intenderci il genio beethoveniano, wagneriano e simili) e che i significati della musica
siano immanente ad essa, alla logica musicale della composizione senza alcun riferimento
extramusicale. Quasi come retaggio di unonda lunga tardo romantica questa concezione della
musica sostanzialmente predominante ancora oggi nel discorrere comune e nei mass media, e
viene altres estesa alle forme della popular music, anchessa vista come frutto di opera
dingegno individuale (che so, il genio di Mick Jagger, di Fabrizio de Andr, ecc.) che si erge
dalla realt circostante, che manifesta la grandezza del musicista-produttore che opererebbe
senza tener conto di chi fruisce la sua musica e via dicendo. Naturalmente letnomusicologia ed
anche tanta parte degli studi musicologici (torner pi avanti su questo punto) si oppone a
concezioni di questo tipo si vedano le brillanti osservazioni di Cook 2005 (un libro piccolo
nelle dimensioni, ma ricchissimo nei contenuti e negli spunti di riflessione di cui caldamente
consiglio la lettura).
Non posso non far notare come le pi note e frequentate risorse internet propongono
definizioni distorte, che (forse) potevano andare bene cinquanta e pi anni fa, imbevute di
banalit e luoghi comuni: esemplare il caso della famigerata Wikipedia (consultata il 3
gennaio 2009) dove si legge che la disciplina studia le tradizioni musicali orali di tutti i popoli,
quindi sia la musica popolare che colta. [cio?] Viene detta anche musicologia comparata, [?] in
quanto uno dei suoi fini il confronto delle musiche dei popoli extraeuropei tra loro e con
quelle dei popoli occidentali, anche se tra le due [le due cosa?] esiste una sottile e determinante
differenza [?]. Seguono deliranti affermazioni sui popoli arcaici (con capolavori tipo La
musica, praticata dai sacerdoti, veniva considerata una prerogativa esclusiva della classe
sacerdotale). La versione inglese dello stesso sito, invece, riprende la definizione del pi
importante dizionario enciclopedico (The Grove): the study of social and cultural aspects of
music and dance in local and global contexts.. La questione naturalmente complessa: come
consiglio bene far affidamento a risorse on line che facciano riferimento a societ e centri
studi etnomusicologici professionali (per litaliano si pu partire seguendo i link in
www.musicaemusiche.org)
5 In realt, linconsistenza concettuale del prefisso etno emerge nella grande lezione di John
Blacking, il quale gi nel 1977 sosteneva che all music is folk music intendendo che la musica
non pu mai essere una cosa a s stante [...], non pu essere trasmessa o avere un significato al
di fuori dei rapporti sociali (Blacking 1986: p. 24). Ogni musica anche quella cosiddetta culta
dellOccidente - quindi in certo modo musica etnica dato il suo legame inscindibile con una
cultura, ragion per cui il prefisso etno finisce per svuotarsi di contenuti. Con analogo
presupposto, qualche tempo fa lo studioso americano Frank Harrison aveva avanzato lidea che
qualsiasi ricerca sulla musica (anche quella culta) sia di fatto etnomusicologia (cfr. Porter 1995).
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Non tutte le culture comunque hanno un concetto di musica paragonabile al nostro: quanto
detto vale perci con qualsiasi altro concetto si esprime nelle altre culture il produrre suoni
organizzati: vedi Giannattasio 1982 e 2003; nonch il basilare contributo di Merriam 1983
(bench si tratti, purtroppo, di una brutta traduzione in italiano: chi pu si riferisca alloriginale
inglese del 1964).
Jacob 2007, p. 7), una pratica collettiva concernente degli attori sociali situati
nellinsieme delle relazioni complesse che animano tutti i gruppi umani.
La musica, insegnava John Blacking (1986, 1987) legata profondamente ai
sentimenti e alle esperienze dell'uomo in quanto essere sociale. Le persone
nelle societ in giro per il mondo usano la musica per creare ed esprimere le
proprie vite emotive interne [] la musica non una forma darte unitaria ma
piuttosto il termine si riferisce a tipologie fondamentalmente distinte di attivit
che soddisfano differenti bisogni e modi di essere umani (Turino 2008, p. 1
traduzione dello scrivente).
Linguaggio simbolico per eccellenza, la musica ha la capacit di veicolare, con
estrema efficacia, significati, valori e immaginari, meglio, forse, di altre
espressioni culturali. Gli uomini scelgono di inventare e di realizzare la
musica [] perch il far musica offre una intensit emozionale e una qualit di
esperienza che molto pi apprezzata di altre attivit sociali Blacking (1995,
p. 90).
La musica mette in moto dei processi di significazione complessi, riferibili a dei
codici condivisi, tratteggianti una semantica composita e mai immediata,7
spesso misteriosa e controversa, sostanzialmente diversa da cultura a cultura,
da gruppo a gruppo. Per quanto ne sappiamo, tutte le societ umane
possiedono musica. Essa universale ma non lo altrettanto il suo significato.
[]. La musica bench sia un fenomeno universale [] trae il suo significato
dalla cultura. [] Le situazioni musicali, ed anche il concetto di musica
significano cose differenti e comprendono diverse attivit tra le persone nelle
varie societ. (Titon 2004, p. 2)
Scrive bene Nicholas Cook: Ogni musica diversa dallaltra, eppure ogni
Spesso si confonde il significato di un canto con il suo testo verbale: non cos, il testo solo
una delle componenti di un brano vocale il cui senso complessivo oltrepassa sempre il
contenuto verbale (lequivoco, fra laltro, molto radicato nella considerazione della popular
music, per esempio nel caso dei cosiddetti cantautori v. Macchiarella 2007).
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Equivoci universalistici
Va detto per inciso che la prospettiva degli studi etnomusicologici si discosta
sostanzialmente dallo pseudo universalismo oggi di moda con il fenomeno
commerciale della cosiddetta world music che invece ripropone la politica
assimilazionista dellOccidente egemone spacciandola per lesito di dialoghi
interculturali (Feld 2004 e 2007, Lortat-Jacob 2000). Frutto di logiche di
pianificazione commerciale pur se associate ad iniziative umanitarie a partire
dal celebre Live Aid del 1985, a discorsi terzomondisti o ecologisti la world
music riduce infatti la diversit culturale delle musiche del mondo ad un
esotismo sonoro indotto, costituito essenzialmente di colori vocali e ritmi da
inserire entro il solido impianto musicale del pop internazionale per ricavarne
prodotti destinati al semplice ed immediato consumo edonistico. Limmagine di
uniformit musicale che ne deriva gi evidente nel fatto sonoro in s che
sistematicamente fa ricorso alle note della nostra scala temperata e si articola in
forma di melodia con accompagnamento - come se ci fosse un dato
universale. In realt, quasi nulla dellestrema variet delle strutture scalari e
delle logiche di combinazione sonora delle culture del mondo rientra nelle
proposte della world music. Al contrario, lidea equivoca dinterculturalit
musicale come estensione della norma musicale occidentale alle altre culture,11
esemplare in tal senso la pervasiva presenza di strumenti musicali come il basso elettrico
che finisce per accompagnare quasi ogni proposta della world music: tale strumento, come
noto, ha una fondamentale importanza nella costruzione della popular music occidentale, come
base della costruzione armonica. Anche se non appariscente, la presenza del basso viene
percepita immediatamente dalle orecchie degli ascoltatori occidentali rendendo cos familiare
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proposta
dalla
quasi
totalit
della
world
music
delinea
prospettive
la
convivenza
multiculturale,
prospettando unidea
di
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Fare ricerca di etnomusicologia quindi non vuol dire mettere dei microfoni
davanti a delle persone che suonano e cantano premendo il tasto rec. Si tratta
invece di condurre delle serie ipotesi, di formulare delle problematiche nelle
quali la musica, invece di cercare la propria identit nel dato sonoro, simbolizza
pensieri e prassi politiche, sociali e culturali del nostro tempo. (Pelinski 2002,
p. 697). Al di l degli delle diverse definizioni, dei diversi approcci e
metodologie utilizzati, quel che conta che lo studioso conduca il proprio
lavoro in maniera scientifica, sulla base di procedimenti analitici esplicitati,
comprensibili e verificabili da tutti.
Musica tradizionale?
Musica tradizionale una espressione molto usata, anzi abusata, del discorrere
contemporaneo, applicata a una enorme il cui significato si d troppo per
scontato, si incrostato di una tale variet di accezioni da diventare inutile:
Il termine tradizione rinvia subito allidea di qualcosa di antico, del
passato, come continuit/persistenza del passato. Usato come sinonimo di
eredit (heritage music), di patrimonio, di retaggi senza vita arrivati (chiss
come) ai nostri giorni. Senza entrare nel merito di una trattazione
terminologica, quando si parla di tradizione inevitabile pensare ad una
continuit, ad una persistenza nel tempo e, forse, ad un anacronismo, ad
alcunch fuori dal tempo.
Quando un fare, la musica nello spazio e nel tempo della sua produzione.
Nasce nel momento e nel luogo in cui la si fa, nellhic et nunc della performance.
La musica attualit: latto del cantare/suonare (e dellascoltare) si concretizza
quando si da il via ad unesecuzione. La musica non perdura: si pu fissare in
una registrazione (che pu conservarsi a lungo) ma i suoni, appena prodotti,
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diverso
rispetto
alle
idee
sulla
figura
stereotipa
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