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ANNO
LII
. 6 NOVEMBRE-DICEMBRE
2006
RIVISTA D1DR
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CEDAM
CEDAM - CASA EDITRICE DOTT. ANTONIO MILANI
PADOV A
Pubbl: bimestrale - Poste Italiane s.p.a. - S~ed. in a. p. - D. L. 353/2003
(conv. m L. 2710212004 n 46) art. 1, comm.1 1, DCB - Padova (con I.R.)
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D.tu.E MoNACHE
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~ta rhr sia mai stat11 fissata l'anenzione. e cior che essa si colloca su un
terreno per ceni versi finitimo a quello occupato dallc rego/e di interpf'f!la:ione dPI contratto.
Alia lnce di questi rilievi asswnc m10\i contomi la problematica, discussa
in dottrina. $t'bhene tenuta spt'sso ai marp:ini deli<' rillt>ssioni sul consensuali
smo. sr l"an. 1376 e.e. possa subire dcroghc pattizic. Chiarito invero che la
regoln consensualistica prt>supponc un intendimento dei contratto ad essa sot
toposto comt> accordo che racchiude in s~ le 1>0/u11tates transferendi e adquirendi dclle p11ni. non propriamente riconducibile aU'interrogativo ora in di$COrso si rivela la qnestione relativa ai tr11t1amento giuridico di qnelle ipotesi
in cui i contraenri ahhiano imt>ce rime>so ad un allo successfro la manifesta
:r.ione rli rnli ioluntates tra11sfere11di e adquirendi. Laddove di una vera e pro
pria clerogabilit dell'art. 1376 e.e. sar dato parlare se ed in quanto si ammetta che il contratto. pur espres$ivo delle \'Olont medcsime. possa essere
privl\to dalle parti delis propria cap11cit di produzione immediata dell'effctto
reale.
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Quarto dei Codice Civile, conservi spazio ad una rcgola come quella che ades
so eespressa dall'art. 1376.
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fronte alia formula tendcnzialrnente onniromprtn;.ivA cltll'nrt. 137<> r .r .. rr1ocare in du.bbio la valenza generall' clel posh1laro rhe ts;.a tsprime.
lnfine, non (-. per ciimenticanza se finora non Cstato IOCCAIO il profilo clt'lla traslazione dei rischio inerente nl perimr.nro clel hent per caso fortuito, profilo anche rispetto ai quale. da noi, il principio consensualistiro si A r<'gola
operazionale. li r.anone secondo cui res pen't domino. inl'ero. non r affano
consnstanziale ad un ordinamemo che purt> fondi sul consensualismo il proprio sistema traslativo dei diritti. Sono questo aspetto. la Comenzione <li
Vienna sulla vendita intemazionale di beni mohili, che si disinterti.sa dei trasferimento della propriet mtntre disciplina il passaggio dtl ri,;chio. n111ove
da una prospettiva dogmatica inccccpihile.
6 . - Vi sarebbc <la ragionare - a questo punto - circa il fondamenlo
dell11 scelta di politica dei cliriuo sottesa ai consensualismo. La regola sancita
<lalrart. 1376 e.e. si presta invero a rispondere a determinatt esigenze, mrntre altre ne rras<'ura. cosi csprimendo una precisa ralio. il compiro drlla cui
dt'finizione non ( stato disatteso da.Ua dottrina.
Pernltro. dall'approfondimento di questo profilo io credo che qui si possa
prcscindere. La <'osa potr forse apparire sorprenclente: che. cior. si sceliza di
affrontare !'interrogativa sotto il cui segno si svolge il presente ii11crYrlllo rrnsr11rando di vagliare, appunto, le ragioni politiche che stanno alia base dei
cennato n.rt. 1376. li fatto e, tuttavin. che su.llo sfoodo della re1?0la consrnsualistica a me pare che, prima ancora che una ratio. si stagli ceno 1m 'opzionr
ideologico-cultnrnle, m11 piu di tutto una ston'a. Intendo dire che, piu chr 11d
una scclta legislativa rnzionalmente orientata 11 soddisfare detenninati bisogni
o comunque ispir11t11, alrneno. nd una netta presa di posiziont' sul pi11110 dogmat ico, lo si deve ad una particolare vicenda ston'ca. conquanto di c11suale t'
impondt>rahile sempre si riconnette a quesri fenomeni, se oggi il siMema italiano di trnsferimen ro dei diritti si presenta improntato ai principio consensualistico; una vicenda, quella di c1 clico. che ha finito con l'i.mprimere w1a
connotazione profonda a i nostro ordiuamento privatisrico. segn11J1done il modo d'essere certamente non solo attraverso la fonnuln dettata d.aJl'art. 1376
e.e., bensl anrhe mediante tutte quelll~ nonnc, specie re-lative alia soluzione
dei conflitti tra piU acqnirenti di diritti incompetihili da un mt'desimo autorr.
le quali nella regol11 dei consenso traslativo, pur senza rappresenramt' il logico
sviluppo, trovano il loro p1111to di appoggio.
Tutto cio posto, se certo r vero che oelle regole cli dettaglio, o per meglio
dire nclle soluzioni pratiche offene ai veri problemi connessi a!Ja circolnzione
dei beni, la d istanza tra <liritto italiano e. in particolare, il mocll'Uo tedesco
(quale prototipo degli ordinamenti rimasti fedeli, sotto l'aspeno qui ronsiderato, alia tradizione romanistica) tende a ridursi in maniera significativa,
nondimeno ineqtvocnbile e assai cospicu11 rimane la differenza nrUe architetture logico-giu.ridiche su cui si reggono tali sistemi sul fronte dei traserimento dei diritti. II che rende forse legittimo riprendere !'interrogativo d11 <'ui
(:'-lota bibliotrrafica): BIANCA, ll principio dei consenso traslati110, in Diritto privato. t 995, I, li trasfen'mento in propn'et, Paclova 1995, p. 32 ss.: CAMAJIDI. Principio consensualistico. produzione e differimento dell'e.lfetto reale.
I diversi modelli. in Studi in onore di P. Rescig110, Ili, 2, Milano 1998, p . 133
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r.tilan o 1995. pas1im.