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Cioran, Eliade
e Culianu
PROSPETTIVE ANTIMODERNE N. 07/2014
Il paradosso
romeno
Eliade, Cioran e la
giovane generazione
Il paradosso
romeno
Eliade, Cioran
e la giovane generazione
pag. 2
pag. 3
n. 07/2014
pag. 4
pag. 7
pag. 10
pag. 14
pag. 19
pag. 23
pag. 26
pag. 29
pag. 33
pag. 37
Documenti:
pag. 40 Lo stile interiore di Lucian Blaga
di Emil Cioran
pag. 42 Lettere a Wolfgang Kraus
di Emil Cioran
pag. 47 LIndia e lOccidente
di Mircea Eliade
pag. 49 Ioan Petru Culianu: unamicizia e alcuni
non-incontri
di Andrei Pleu
Dossier:
pag. 51 Carteggio Mircea Eliade-Giovanni Papini
a cura di Liviu Borda
Narrativa:
pag. 61 Il gioco dei dadi
di Ioan Petru Culianu
pag. 65 Il mistero
di Mircea Eliade
Recensioni:
pag. 67 Heimo Schwilk: Ernst Jnger
di Andrea Scarabelli
pag. 68 Segnalazioni
pag. 70 Indice dei collaboratori
n. 07/2014
Dossier Papini-Eliade /1
Mircea Eliade e Giovanni Papini, una corrispondenza spirituale
di Liviu Borda
ammirazione e linteresse di
Mircea Eliade nei confronti
di Giovanni Papini sono ben
noti, a partire da quando, da giovane,
volle attribuirsi lepiteto di papiniano molto pi legittimo di quello
gidiano, conferitogli pi tardi. Le
pagine che consacr allo studioso
iorentino (dai saggi alle traduzioni,
dalle rassegne letterarie alle interviste
e memorie) potrebbero costituire un
libro piuttosto interessante, al quale
andrebbero poi aggiunte le rispettive
lettere e dediche.
Per comprendere al meglio i rapporti tra i due, occorre inserire il
loro dibattito nel contesto di quello
che fu il papinismo della Romania interbellica, corrente che ebbe
altri rappresentanti (tra cui George
Clinescu ed Eugne Ionesco), il cui
interesse fu tuttavia di breve durata.
Eliade non fu il primo n lultimo tra
i romeni ad aver preso contatto con
il maestro iorentino, come attestato
dallabbondante corrispondenza contenuta nel suo archivio.
La traduzione del libro autobiograico Un uomo inito, approntata da Clinescu nel 1923, rappresent linizio del papinismo
in Romania. La lettura di questo testo, scrisse Eliade, cadde
[su di me] come un fulmine: il giovane romeno lo lesse pi
volte di seguito, dallinizio alla ine, durante gli ultimi anni
del liceo. Se Papini gli rivel la propria anima, al contempo lo
spinse a diferenziarsi da lui. Non si tratta di un paradosso: sebbene Eliade avesse preso le distanze dallintellettuale italiano,
per non diventarne una mera copia, nondimeno Papini rest
per lui un maestro, le cui opere cercava e divorava freneticamente. Pur scegliendo di non essere come Papini, insomma,
Eliade lo segu attentamente, per tentare quei voli che il pilota cieco non os spiccare sebbene avesse avuto la possibilit
di farlo.
Papini gioc un ruolo importante nel destino di Eliade, non
solo per aver incarnato un vero e proprio modello agli occhi del
futuro intellettuale, ma anche per avergli dischiuso gli orizzonti della cultura italiana: Eliade impar litaliano per leggere le
opere del maestro. Fu cos che scopr due di quelle che diventarono in seguito passioni durature: la ilosoia del Rinascimento
e la storia delle religioni1. Ma non si deve nemmeno sottovalutare linluenza, forse meno nota, che ebbe Dante sui suoi scritti letterari del secondo dopoguerra.
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pini scritte tra il 1960 e il 1968, probabilmente perch tali annotazioni registrano la delusione provata nel rileggerne i libri,
ripresi in mano anzitutto per tornare alla propria adolescenza e
giovinezza.
Le annotazioni diaristiche insistono spesso sulla sepoltura in
vita di Papini. Da ci si pu forse dedurre come, mentre il suo
stesso corpo diventava una bara, Eliade si stesse riavvicinando al
maestro della sua giovinezza per imparare ancora una lezione:
quella dellultimo volo.
entrambi i dialoganti evitarono di riferirsi direttamente a Origene. Nella sua ultima lettera, composta dopo aver letto Il diavolo,
Eliade confess al iorentino: Lei lo sa, io sono origeniano per
la mia tradizione (segreta!) ortodossa.
Sebbene, malauguratamente, non avesse scritto il progettato
articolo su Papini e il diavolo che avrebbe dovuto sviluppare
le impressioni scaturite dalla lettura del libro papiniano un decennio dopo, in merito allo stesso volume, dichiar: Il Diavolo
reintroduce nella problematica della teologia contemporanea
lidea della riconciliazione universale, dellapokatastasis elaborata dal geniale Origene (appena da poco scoperto dai teologi
cattolici, ma discusso da Nae Ionescu nei suoi corsi di metaisica
in dal 1926)15.
Dopo questo incontro, fu Papini a inviare un gran numero di
lettere: sette in tutto, rispetto alle quattro scritte dal suo confratello romeno (due delle quali non rinvenute nellarchivio del
corrispondente16). Tuttavia, per Eliade il senso di questo nuovo
incontro fu rivelatore pi del passato che del presente, come
annot nel suo Diario il 7 settembre 1959: Mi rendo conto
che per me Papini rappresenta anche qualcosaltro: la mia adolescenza, gli anni giovanili trascorsi in Italia, la vita nel mio Paese,
il lavoro, la biblioteca lasciata laggi. Ogni contatto con lopera
di Papini agita le acque sotterranee che mi legano al passato
e al mio Paese17. Le ultime parole indirizzate da Eliade al suo
maestro di giovent esprimono la gioia di aver scoperto come il
iorentino avesse superato la prova iniziatica, provando, ancora una volta, come il primato andasse allo spirituale: In ogni
circostanza, lo Spirito non disarma.
Due anni pi tardi, precisamente l8 giugno del 1956, luomo
che avrebbe voluto diventare dio si spense, ormai cieco, muto
e paralizzato. Nel settembre dello stesso anno, Eliade approd
nel Nuovo Mondo, dove trascorse il resto della vita. Quelluomo che, fra le due guerre, aveva alimentato lo spirito di rivolta
del capo della nuova generazione di Bucarest non ebbe modo di
vedere lemulazione suscitata a sua volta dal capo di dipartimento dellUniversit di Chicago nelle nuove generazioni di ribelli
dello spirito.
Lanno successivo, di ritorno a Firenze, Eliade trov la citt
ancora pi invecchiata, poich priva del vecchio uomo selvatico18. Due anni dopo, sempre a Firenze, rilasci unintervista
nella quale parl anzitutto di Papini19. Accost i dettagli della
sua terribile ine alle prove di quegli yogin che si rinchiudono in
bare di pietra: Questagonia iniziatica forse la parte pi bella,
pi autentica e pi esemplare della vita di Papini20.
Che Eliade sia rimasto un papiniano dimostrato tanto dagli
articoli scritti sul maestro iorentino quanto dalle lettere indirizzategli. Bench il loro scambio epistolare non si sia tradotto
in un dibattito intellettuale diretto, nondimeno Eliade fu molto
legato a lui. Parlando della propria abbondante corrispondenza,
sia quella rimasta in Romania sia quella del dopoguerra, esord
sempre menzionando Papini21.
Daltronde, col passare degli anni, Papini divenne per Eliade
una igura sempre pi connessa al proprio passato. Lultima volta
che pubblica qualcosa su di lui nel 1965, in un capitolo delle
sue Memorie22, non prima di essersi riferito a quei pochi papiniani che ancora sussistono, sparsi per il mondo23. Le note
diaristiche continuano, ma si tratta perlopi di ricordi della sua
storia con il iorentino. Dopo il 1968, diventano sempre pi
rare e scarne. Se, pubblicando il primo volume dei Fragments
dun journal (1973), tralascia molte delle note riguardanti Pa-
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n. 07/2014
Dossier Papini-Eliade /2
Mircea Eliade, Giovanni Papini: lettere e dediche
a cura di Liviu Borda
Non ho ancora Memorie dIddio2, Vita di nessuno3, Polemiche4, Paga [del sabato]5. Saranno ripubblicati? Voglio conoscere
tutto di Papini.
Il suo selvaggio ammiratore,
Mircea Eliade
1. Carteggio (1927-1954)
e lettere di Eliade a Papini (n. 1, 3-6, 9, 16) sono conservate nel Fondo Giovanni Papini, XXXI C.1024,
presso il Centro di documentazione e ricerche sulle
avanguardie storiche della Fondazione Primo Conti di Fiesole. Esse sono state pubblicate in traduzione italiana da Roberto Scagno (Mircea Eliade e lItalia, a cura di M. Mincu e R.
Scagno, Jaca Book, Milano 1987, pp. 225-232) e nelloriginale
francese da Liviu Borda (Mircea Eliade lettres Giovanni
Papini. 1927-1954, in Origins. Journal of Cultural Studies,
Zalu, n. 3-4, 2003, pp. 67-73; in seguito ripubblicate, accompagnate dalla traduzione romena, in M. Eliade, Europa, Asia,
America... Coresponden, vol. II, a cura di M. Handoca, Humanitas, Bucarest 2004, pp. 426-442). Le lettere di Papini a Eliade
sono conservate nellarchivio personale di M. Handoca (n. 2)
e in Mircea Eliade Papers (87.3, 90.3, 103.1), presso lo Special
Collections Research Center della Biblioteca dellUniversit di
Chicago (n. 7-8, 10-15). Le prime tre sono scritte in francese,
le ultime sei in italiano. Esse sono state pubblicate pi volte, in
originale e in traduzione francese (A. Paruit), italiana (R. Scagno) e romena (M. Handoca), ma mai integralmente.
Ledizione pi completa, sebbene non priva di errori, si trova
in Mircea Eliade i corespondenii si, vol. III, a cura di M. Handoca, F.N.S.A., Bucarest 2003, pp. 246-252. La lettera n. 11, da
noi scoperta, inedita. Inoltre, le lettere n. 10 e 15 appaiono
per la prima volta a partire dalloriginale italiano (sono state
pubblicate in traduzione francese in Mircea Eliade, Cahiers
de lHerne, Parigi 1978, pp. 285-286 riprese poi in Mircea
Eliade i corespondenii si, cit. e ritradotte in italiano da R.
Scagno, in Mircea Eliade e lItalia, cit., pp. 232-235).
Le sette lettere di Eliade e le prime tre di Papini (n. 2, 7-8) appaiono qui nella traduzione di Roberto Scagno, da noi confrontata col manoscritto francese. Le ultime sei missive di Papini (n.
10-15) sono pubblicate a partire dalloriginale manoscritto. Si
ringraziano Anna Paszkowski e Sorin Alexandrescu per aver concesso lautorizzazione alla pubblicazione di questi materiali.
[2]
Liviu Borda
[1]
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n. 07/2014
[3]
[Bucarest, aprile 1927]
Caro Papini,
La sua lettera mi ha reso felice per pi giorni. La ringrazio. La
ringrazio con lentusiasmo, il calore e la sincerit dei giovani
possano essere pure studenti di ilosoia.
Lei ha ragione: lammirazione di uno studente della pi immaginaria delle scienze la ilosoia non conta. Ma io non
sono un fervente ilosofo. I problemi metaisici mi preoccupano
pochissimo. Amo larte, lazione cosciente e coraggiosa e, al di
sopra di tutto, lesperienza religiosa. Sono un sincero mistico; e
le confesso ci con tutti i rischi dellespressione.
Se padroneggiassi decentemente una delle quattro lingue
internazionali, le comunicherei qui anche alcuni dettagli della
mia attivit e delle mie possibilit di creazione. E avrei belle cose
da farle conoscere. Parecchie delle mie caratteristiche spirituali
rassomigliano a ci che si chiama comunemente Giovanni Papini. Sono stato pure accusato di papinismo. Abbiamo pubblicato
una rivista Est-West1 un poco Leonardo. Ma, personalmente, sono molto pi mistico che Gian Falco o Prezzolini.
Rimpiango di non potermi sofermare su questi fatti spirituali, cos interessanti, per lei e per i suoi compagni di lotta, di
soferenza e vittoria.
Ho pure scritto il mio Uomo inito. Ma con grandi diferenziazioni. Il romanzo delladolescenza romena contemporanea
maschia, vigorosa, testarda, consumata in crudeli lotte interiori, turbata da molteplici necessit spirituali, con una coscienza
meravigliosamente ricca si chiama: Romanul unui om sucit [Il
romanzo di un uomo balzano]2. C un capitolo: Papini, Io
e il Mondo che descrive linluenza, la fecondazione, limpulso vitale, lorientamento, lintensiicazione delle forze realizzate dalla lettura esaltata di Un uomo inito. Questo capitolo si
pubblicher nel numero di maggio della nostra Est-West3. Non
dimenticher di farglielo recapitare.
Mi interesso molto al movimento mistico della nuova Italia.
Ho letto i libri di fede e i libri di storia religiosa. Conosco Buonaiuti, Macchioro, Giuliotti, Bonavia (che cosa dice lei delle sue
negazioni de la Storia di Cristo4 e de lOra di Barabba5?), Pet-
[4]
Bucarest, 12 giugno [1927]
Caro Maestro,
Ecco, in ritardo, alcune impressioni e sprazzi che ho pubblicato a ricordo della mia rapida visita a Firenze e a Papini1. Non
si tratta di unintervista propriamente detta. Vi si trovano solamente alcune delle sue idee sullItalia contemporanea e alcune
delle sue confessioni.
La ringrazio ancora una volta per la sua bont e la sua resistenza uditiva (il mio disgraziato toscano...). Poich lei mi ha
assicurato il suo aiuto prendo il coraggio di chiederle una
cosa. Un importante gruppo di studenti universitari ha costituito unassociazione di studi religiosi e mistici. Lottiamo adesso
per formare una biblioteca. Spero che lei che cos ricco di
conoscenze ci aiuter. Conosco la collezione Il pensiero cristiano2 e quella dei santi. Possiamo sperare in alcuni libri, che
saranno per noi dei veri calici di vita, di verit e dentusiasmo?
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Caro Maestro,
Sono molto lieto di apprendere che lei non mi ha dimenticato. Lho vista e lei mi ha parlato un quarto di secolo fa. Lei
ebbe la bont di ricevere allora un giovanissimo studente romeno. un uomo che avvicina alla cinquantina, che ha molto
visto, molto soferto, molto lavorato che le chiede oggi un colloquio. Lei sa forse che ho passato quattro anni in India1: sono
diventato orientalista e storico delle religioni, pur restando
scrittore. Lei non sa che ho mantenuto lammirazione e linteresse della mia giovinezza per lei e per la sua opera. Ad ogni
nuovo viaggio in Italia cercavo e leggevo i suoi ultimi libri2.
Sfortunatamente, non avevo quasi mai loccasione di fermarmi a Firenze. Marcel Brion mi dava sue notizie e, per iscritto,
Vintil Horia3. Da parecchi anni mi sono stabilito a Parigi,
ed ho pure pubblicato alcuni libri. G. Tucci e R. Pettazzoni
mi invitano sovente a tenere delle conferenze a Roma. Desidero talmente incontrala e sentirla parlare! Il 28 maggio ho
una conferenza a Parigi, nel ciclo Loeuvre du XX sicle4.
In questa occasione, voglio parlare di lei. Spero in ugual modo
di pubblicare, ne Le Figaro Littraire, una Rencontre avec
Papini.
Sar a Firenze questo venerd, 16 maggio. Sabato, mi permetterei di farle visita. Sarei felicissimo se lei potesse ricevermi!
Accetti, Caro Maestro, lassicurazione della mia profonda
ammirazione e simpatia.
Mircea Eliade
[5]
Centre Roumain de Recherches
sous lgide de lAcadmie de Paris
Secrtariat: 16, Av. Gnral Leclerc - Paris 14e
Sige social: 28 rue Serpente - Paris 6
Socits Savantes
Parigi, 23 maggio 1951
Signor Giovanni Papini
Firenze
Signore e caro Maestro,
I membri del Centro Romeno di Ricerche sarebbero particolarmente felici se lei avesse la benevolenza di accettare di essere
membro donore del nostro Centro, avendo tutti seguito con
grande passione e angoscia le tappe del cammino della Sua vita,
che stata anche la nostra, e della quale le Sue opere sono state
la testimonianza pi viva1.
Parimenti, siamo persuasi che, con la Sua presenza tra di noi, i
legami tradizionali tra le nostre culture saranno rinforzati e manifesteranno brillante il comune destino spirituale europeo.
Per meglio renderle conto dellattivit del nostro Centro, ci
siamo permessi di inviarle il primo numero del Bollettino del
nostro Centro.
La preghiamo di gradire, Signore, lassicurazione della nostra
pi alta considerazione.
Il presidente
Mircea Eliade
1. I membri fondatori del Centro Romeno di Ricerche di Parigi creato il 4 agosto del 1949 a continuazione della vecchia cole Roumaine
en France, chiusa dal governo comunista di Bucarest furono il principe
Nicola di Romania, Emil Cioran, Leontin Constantinescu, Paul CostinDeleanu, Mircea Eliade, Nicolae Hodo, Leon Negruzzi, Horia Stamatu,
Octavian Vuia e altri, insieme ai francesi Edmond Jaloux e Marcel Brion
da parte dellAccademia di Francia.
[7]
13 maggio 1952
Mio caro Eliade,
non lho mai dimenticata. Io non dimentico i portatori
del fuoco (anche se si tratta del fuoco infernale).
Ho seguito la sua carriera. Nel mio studio, tra i libri di prima
qualit, tengo a portata di mano il suo mirabile Trait dhistoire des religions1 e aspetto con impazienza il suo Mythe de
lternel retour2.
Ho ordinato al mio libraio il suo libro sullo sciamanismo3.
Lei , oggi, ci che Frazer stato per la generazione pi vec-
[6]
Pensione Paisiello Parioli
Via Paisiello, 47 - Roma
Telef. 848.076 - 864.531 - 865.094
Indirizzo telegraico: Paisiellopens - Roma
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n. 07/2014
[9]
chia. Ed ho approittato della mia corrispondenza con il Signor Melry4 per chiedergli il suo indirizzo. Sfortunatamente
sono diventato quasi cieco e scrivo pochissime lettere (non
amo dettare quelle destinate agli amici).
Sono felice di saperla in Italia. Sono impaziente di rivederla.
Appena arrivato a Firenze, venerd, mi telefoni (50.248), per
issare un appuntamento. Possiamo pranzare insieme sabato o,
se lei preferisce, discorreremo da me nel pomeriggio (il mattino consacrato al lavoro).
A presto, dunque, caro e grande amico. Lattendo!
Suo,
Giovanni Papini
1. Payot, Parigi 1949 [ed. it.: Trattato di storia delle religioni, Bollati
Boringhieri, Torino 1954].
2. M. Eliade, Le mythe de lternel retour. Archtypes et rptition, Gallimard, Parigi 1949 [ed. it.: Il mito delleterno ritorno: archetipi e ripetizioni, Borla, Torino 1968].
3. M. Eliade, Le chamanisme et les techniques archaques de lextase,
Payot, Parigi 1951 [ed. it.: Lo sciamanismo e le tecniche dellestasi, Bocca,
Roma 1954].
4. Sten Melry, pseudonimo di tefan Racoceanu, medico romeno
stabilitosi a Parigi, militante anticomunista. Fondatore, caporedattore
e, sembra, direttore (sotto lo pseudonimo F. Mlat) della trimestrale
Revue de culture europenne (1951-1954). La rivista divent celebre grazie alla collaborazione di personalit come Papini, Karl Jaspers,
Ernst Jnger, Rafaele Pettazzoni, Salvador de Madariaga, Henri Corbin e altri, per il tramite di Eliade. In seguito fu direttore del mensile
LIndpendance roumaine. Tribune franco-roumaine pour la libert
(1954), presidente dellAssociazione dei Romeni Liberi in Francia e, a
partire dagli anni Settanta, professore alla Mt. Sinai School of Medicine
di New York.
[8]
10, Via Guerrazzi
Firenze
2 giugno 1952
Mio caro Eliade,
il 17 maggio lei mi ha fatto lonore ed il piacere di venire
a trovarmi. Lei mi ha detto, uscendo, che era in procinto di
rientrare a Parigi. Lei mi ha promesso di inviarmi il suo ultimo
libro1 e una notizia su Huerzeria2, la donna diavolo.
Sono passati quindici giorni e non arriva nulla neppure
una parola! Comincio ad essere tormentato dal dubbio. Forse
le mie opinioni lhanno ofesa? Ho mancato a qualche legge
dellamicizia? Ci mi sembra impossibile, incredibile. Ero
cos felice di rivederla, di ascoltarla parlare, di sentire ancora
cos vicino il suo afetto!
Riassicuri dunque con due righe il suo fedele afezionato
Mircea Eliade
1. Probabilmente un riferimento a La nuit bengali (Maitreyi), tr.
di Alain Guillermou, Gallimard, Parigi 1950 [ed. it.: Maitreyi, incontro bengalese, Jaca Book, Milano 1989], e ad Andronic und die Schlange.
Erzhlung, tr. di Gnther Spaltmann, Nymphenburger Verlagshandlung,
Mnchen 1949 [nuova ed.: Stiasny, Graz-Vienna-Monaco 1951; ed. it.:
Andronico e il serpente, Jaca Book, Milano 1982].
2. Vremea, Bucarest 1942 [ed. it.: Il mito della reintegrazione, Jaca Book,
Milano 1989].
3. Si veda la dedica n. 1.
Giovanni Papini
1. Se non si tratta di Le chamanisme, dovrebbe essere Images et symboles. Essais sur le symbolisme magico-religieux, Gallimard, Parigi 1952, che
uscir soltanto a novembre [ed. it.: Immagini e simboli: saggi sul simbolismo magico-religioso, Jaca Book, Milano 1980].
2. Correttamente: Uerzelia (cfr. lettera 9).
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n. 07/2014
[12]
[10]
Via Guerrazzi, 10
Firenze
21 febbraio 1953
Via Guerrazzi
7 giugno 1952
Firenze
Caro Eliade,
non ho risposto prima alla sua lettera perch aspettavo sempre di vedere lintervista delle Nouvelles Littraires ma, a quanto pare vi sono misteriosi ostacoli perch neppure nellultimo
numero (del 19 febbraio) ho trovato il suo scritto. Io non tengo
molto alla pubblicit editoriale, ma tengo moltissimo alla testimonianza della sua antica amicizia e mi dispiace di dover aspettare tanto tempo.
Sto leggendo la sua opera sullo Sciamanismo e vi ho trovato,
come nelle altre opere sue, ricchezza nuova di informazione e
soprattutto originalit e profondit nellinterpretazione.
Posso sperare che lei torner in Italia nella primavera prossima, visto e considerato che non ha mantenuto la promessa di
venire in autunno? Sarei veramente felice di rivederla e di parlare ancora con lei del passato remoto e del futuro prossimo.
Non ho pi avuto notizie del Signor Sten Melry e non ho
pi ricevuto nessun fascicolo della Revue de Culture Europenne
dopo quello che conteneva i miei pensieri sul Rinascimento1.
Afettuosi saluti dal suo
Giovanni Papini
Caro Eliade,
sono molto rattristato di ci che mi dice della sua salute. La
credevo a Parigi in piena attivit e anzi avevo suggerito il suo
nome al sindaco di Firenze per un incontro internazionale sulla civilt cristiana che sar tenuto alla ine del mese1.
Spero che la pace di Ascona e laria del lago le renderanno
presto le forze per riprendere il lavoro.
Ho avuto i libri. Comincio subito a leggerli. Non si preoccupi per Huerzeria aspetter, non cosa urgente. Ho letto il capitolo sul Centro nella R[evue] de C[ulture] E[uropenne]
eccellente2.
Afettuosi auguri dal suo
Giovanni Papini
Saluti alla Signora. Vi aspetto in settembre od ottobre.
1. Il primo Convegno internazionale per la pace e la civilt cristiana,
sul tema Civilt e pace (23-28 giugno 1952), che si tenne ogni anno,
ino al 1956, su argomenti sempre diversi. Si trattava di uniniziativa del
nuovamente eletto sindaco di Firenze, Giorgio La Pira. La Romania (in
esilio) non fu fra le trentaquattro nazioni partecipanti.
2. M. Eliade, Le symbolisme du centre, in Revue de culture europenne [Parigi], a. II, n. 3, maggio 1952, pp. 227-239. Una versione con
meno riferimenti dellarticolo stata pubblicata con il titolo Psychologie
et histoire des religions: propos du symbolisme du centre, in EranosJahrbuch [Ascona-Zurigo], a. XIX, 1951, pp. 247-282. Successivamente, venne ripresa come primo capitolo di Immagini e simboli.
[13]
Via Guerrazzi, 10
Firenze
10 marzo 1953
Caro Eliade,
ho ricevuto inalmente il numero delle Nouvelles Littraires
con la sua intervista1. Questa molto pi importante di quello che io non prevedessi e svolge alcuni temi che abbiamo soltanto toccati nel nostro colloquio. Lei ha fatto bene a parlare
dellinluenza che lo spirito orientale potrebbe avere sulla civilt
dellOccidente e ne ha parlato come uno che conosce profondamente questi due grandi aspetti del mondo spirituale.
La ringrazio anche di avere parlato delle mie teorie sul Rinascimento perch il mio libro, che stato molto letto in Italia e in
Germania, quasi sconosciuto in Francia ed io sarei veramente
felice se Melry lo traducesse e se Brion trovasse leditore.
Vorrei scriverle a lungo per dirle tutta la mia riconoscenza per
questa grande prova di amicizia che ha voluto darmi, ma purtroppo non sto ancora molto bene in salute e i medici mi raccomandano di ridurre pi che sia possibile lapplicazione. Spero,
per, di poterla rivedere presto, insieme alla sua signora, e allora
potremo parlare ancora a lungo degli argomenti che ci stanno a
cuore e [potr] manifestarle in modo pi vivo il mio afetto.
Creda sempre, caro Eliade, alla sincera e calda amicizia del suo
Giovanni Papini
[11]
Via Guerrazzi, 10
Firenze
9 dicembre 1952
Caro Eliade,
mi dispiaciuto moltissimo di non averla riveduta qui, come
speravo. Mi consolo leggendo il libro sul Simbolismo1, ricco
di vedute nuove che accrescono e approfondiscono la nostra
conoscenza del mondo mitico e religioso, cio dellanima
umana.
Ogni volta che ricevo le Nouvelles Littraires, spero di trovarci la sua rencontre, ma forse la rousse2 anche rosse?
Lei conosce certo quel Signor Melry, che si occupa della Revue de Culture Europenne. Alcuni mesi fa mi scrisse che avrebbe voluto tradurre i miei saggi sul Rinascimento (LImitazione
del Padre)3. Gli mandai il volume e lautorizzazione. Potrebbe
chiedergli se ha trovato leditore?
Non sto ancora bene e mi riesce diicile scrivere. Scusi la
brevit.
Afettuosi auguri dal suo,
Giovanni Papini
1. M. Eliade, Florence, chez Giovanni Papini, in Les nouvelles littraires [Parigi], a. XXXII, n. 1331, 5 marzo 1953; poi in Briser le toit de
la maison. La crativit et ses symboles, Gallimard, Parigi 1986, pp. 57-66
[ed. it.: A Firenze, da Giovanni Papini, in Spezzare il tetto della casa, Jaca
Book, Milano 1988, pp. 41-47].
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n. 07/2014
[16]
[14]
Via Guerrazzi, 10
Firenze
13 Marzo 1953
Caro Eliade,
ho il piacere di presentarle il mio giovane amico, dottor Vittorio Abrami, che abita a Parigi e che desidera conoscere cost
i rappresentanti dellalta cultura. Il dottor Abrami si laureato
in ilosoia e si particolarmente occupato dei ilosoi francesi
dell800 e del 900, conosce anche la storia delle religioni ed ha
notizia delle opere sue.
Spero che lei potr riceverlo ed essergli in qualche modo utile
per i suoi studi.
Afettuosi ringraziamenti e saluti dal suo
Caro Maestro,
Comincio con il chiederle tutte le mie scuse per il ritardo
con il quale rispondo alla sua lettera e allinvio dellultimo (e
appassionante!) libro. Mi sono assentato da Parigi per quasi due mesi e, come al solito, la corrispondenza non mi ha
seguito.
Ho letto con grande emozione la sua lettera: sapevo che lei
era ammalato, ma non potevo credere che la mano che aveva
annerito migliaia di pagine indimenticabili (tutti quei libri
che hanno nutrito la mia adolescenza e hanno formato la mia
giovinezza!), non potevo credere che quella mano infaticabile
riposi adesso attendendo la volont di Dio... Ho pianto leggendo la sua lettera, leggendo il piccolo annuncio delleditore
e gli articoli che la stampa francese (soprattutto le riviste e i
periodici) le hanno recentemente consacrato. Ma la mia fede
in lei, nel suo genio e nel suo coraggio, resta intatta. Continuo
ad attendere i capolavori dei quali lei mi ha gi parlato. Soprattutto dopo la lettura del Diavolo, li attendo con unimpazienza a malapena controllata. Perch lei ha ancora una volta
dimostrato, con uno scoppio papiniano, la forza del suo pensiero, laudacia della sua fede, la grandezza della sua visione
spirituale. Quanto sono felice nellapprendere le vicende di
questo libro, la sua risonanza, il suo successo! Non so se
lei riceva la stampa francese. Si parlato enormemente di lei.
(Se lo desidera posso pregare il Signor Melry di inviarle taluni
ritagli di stampa.) Ho appena appreso in questo istante che il
libro non sar messo allIndice. Tanto meglio e mi rallegro
di tutto cuore.
Sarebbe troppo lungo parlarle, come mi sarebbe piaciuto
fare, di questo libro. Esso prolunga e completa talune sue idee
annuncia il Giudizio Universale1 (poich, salvare il Diavolo non signiica forse dire tutto sul mistero del Giudizio
Ultimo?). Lei lo sa, io sono origeniano per la mia tradizione
(segreta!) ortodossa. E, su tutto un altro piano (quello che
non coinvolge in alcun modo la fede), mi interesso al problema dei contrari. Devo dirle linteresse appassionato con il
quale ho letto il suo libro. Esso abbonda di intuizioni geniali.
La missione fallita di Adamo, quella di ricondurre Satana
a Dio, mi sembra, tra tante altre, unidea di straordinaria fertilit. Ma spero di scrivere prossimamente un articolo: Papini et le Diable, dove avrei loccasione di discutere alcune
di queste idee. (Non voglio abbordare il problema teologico
propriamente detto; credo che si possano dire molte cose senza toccarlo).
Caro Maestro, lei ha provato che, in ogni circostanza, lo
Spirito non disarma. Lo sapevo ma sono felice ugualmente,
perch lei ha attraversato la prova iniziatica (come si dice
nel nostro gergo), e me ne rallegro. Attendo adesso il seguito
dei suoi capolavori: la Historiologie, il Jugement Dernier. So
che lei li scrive, ma sono impaziente!...
Mi creda il suo sincerissimo e totale ammiratore
Giovanni Papini
P. S. Il dottor Abrami in buona relazione con M. Sabatier,
direttore letterario dellditions Albin Michel e potrebbe occuparsi presso di lui delledizione francese dellImitazione del
Padre. Nel caso che questa edizione francese si facesse, avverta
Signor Melry perch io gli manderei due nuovi capitoli: uno
sulle relazioni tra Leonardo e Savonarola e laltro sulle cause
della caduta di Girolamo Savonarola1.
1. La missiva gli fu portata personalmente da Vittorio Abrami, come
lettera di raccomandazione da parte di Papini. Eliade annot la visita nel
suo diario in data 7 aprile 1953 (M. Eliade, Giornale, Bollati Boringhieri,
Torino 1976, p. 154).
[15]
Via Guerrazzi, 10
Firenze
24 Dicembre 1953
Caro Eliade,
da molto tempo non so nulla di lei ma sono sicuro che non
mi ha dimenticato. Neppure io dimentico la cara amicizia che
mi ha dimostrato pi di una volta in maniera tanto aperta e
cordiale.
Le ho fatto mandare il mio ultimo libro perch spero che
possa interessarla anche per largomento1. Io non sono uno storico delle religioni, ma ho cercato di conoscere meglio che ho
potuto il problema di Satana e dei suoi fratelli, soprattutto nel
cristianesimo, e mi sembra di aver portato qualche lume nuovo.
Ma il mio libro soprattutto una grande dichiarazione di amore
cristiano portata ino allestremo e perci tuttaltro che conformista. Il libro suscita gi, in Italia, molte discussioni e presto
sar pubblicato anche in altri Paesi. Avrei piacere che lei lo leggesse e mi dicesse le sue impressioni.
Quando torner in Italia e si fermer a Firenze?
Afettuosi auguri dal suo
Giovanni Papini
(che per un dolore sopravvenuto al
braccio destro non pu irmare di suo pugno)
Mircea Eliade
1. G. Papini, Il diavolo. Appunti per una futura diabologia, Vallecchi,
Firenze 1953.
59
n. 07/2014
[3]
Giovanni Papini, La corona dargento, V edizione, Istituto
Propaganda Libraria, Milano 1949.
A Mircea Eliade,
nel giorno che ho avuto la gioia di rivederlo, dopo un quarto
di secolo.
Il suo,
Giovanni Papini,
Firenze, 17 maggio 1952
60